10.095 Messaggio concernente un credito quadro per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini del 17 novembre 2010

Onorevoli presidenti e consiglieri, con il presente messaggio vi sottoponiamo, per approvazione, un disegno di decreto federale concernente un credito quadro per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

17 novembre 2010

In nome del Consiglio federale svizzero: La presidente della Confederazione, Doris Leuthard La cancelliera della Confederazione, Corina Casanova

2010-1942

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Compendio Con il presente rapporto viene chiesto alle Camere federali un credito quadro di 119,9 milioni di franchi per proseguire il sostegno della Confederazione ai tre Centri ginevrini: il Centro di politica di sicurezza, il Centro internazionale per lo sminamento a scopo umanitario e il Centro per il controllo democratico delle forze armate.

Una politica di pace e di sicurezza cooperativa ha un valore particolarmente elevato nel mondo multipolare e interconnesso di oggi. La Svizzera rafforza, con misure corrispondenti, la propria sicurezza e fornisce contributi importanti e visibili alla comunità internazionale. Il mandato si fonda sull'articolo 54 capoverso 2 della Costituzione federale.

Il presente messaggio ha per oggetto i contributi della Confederazione ai tre Centri con sede a Ginevra: il Centro di politica di sicurezza (GCSP), il Centro internazionale per lo sminamento a scopo umanitario (GICHD) e il Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF). I tre Centri sono stati creati dalla Svizzera tra il 1995 e il 2000 come fondazioni internazionali. Da allora si sono affermati come centri di competenza riconosciuti in tutto il mondo e forniscono importanti contributi specialistici nella politica di pace e di sicurezza. I Centri ginevrini hanno inoltre reso la Ginevra internazionale e umanitaria più attrattiva e visibile.

Con il presente messaggio è sollecitato un credito quadro di 119,9 milioni di franchi per il periodo 2012­2015, con il quale la Svizzera intende continuare a sostenere i tre Centri ginevrini. Per il periodo 2008­2011 le Camere federali avevano già approvato lo stanziamento di un credito quadro di 148 milioni di franchi. La riduzione dell'attuale credito quadro rispetto a quello precedente è principalmente dovuta alla nuova impostazione delle competenze e delle responsabilità in questo settore. Finora il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) e il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) si sono divisi la responsabilità dei Centri ginevrini. Dal 2011 la responsabilità spetta unicamente al DFAE. I fondi richiesti nello stesso credito quadro per il Centro di ricerca in materia di politica di sicurezza del Politecnico federale di Zurigo e i progetti di cooperazione del DDPS (28,4 milioni di franchi
per il periodo 2008­2011) vengono ora chiesti separatamente e pertanto non sono più compresi nel presente messaggio. Inoltre, conformemente al programma di consolidamento 2012­2013 della Confederazione, a tutti i livelli dell'Amministrazione devono essere adottate misure di sgravio delle finanze della Confederazione. Le risorse sollecitate con il presente messaggio sono conformi alla pianificazione finanziaria in vigore; la media annuale ammonta a 29,97 milioni di franchi (rispetto ai 37 milioni del periodo 2008­2011).

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Sommario Compendio

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1 Situazione iniziale e condizioni quadro 1.1 Evoluzione del contesto internazionale 1.2 Interessi della Confederazione nel progetto

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2 I tre Centri ginevrini: mandati e attività 2012­2015 2.1 Centro ginevrino per la politica di sicurezza (GCSP) 2.2 Centro internazionale per lo sminamento a scopo umanitario di Ginevra (GICHD) 2.3 Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF) 2.4 Posizionamento e prospettive dei tre Centri ginevrini 2.5 Maison de la Paix 2.6 Gestione del contributo della Confederazione

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3 Contenuto del decreto finanziario 3.1 Proposta del Consiglio federale 3.2 Volume del credito quadro 3.3 Unità amministrative competenti 3.4 Durata del credito di programma 3.5 Ripartizione degli impegni a carico del credito quadro

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4 Ripercussioni 4.1 Ripercussioni per la Confederazione 4.2 Ripercussioni per i Cantoni e i Comuni 4.3 Ripercussioni per l'economia

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5 Rapporto con il programma di legislatura

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6 Aspetti giuridici 6.1 Costituzionalità, legalità e forma dell'atto 6.2 Subordinazione al freno alle spese

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Allegato Rapporto sull'attività dei Centri ginevrini 2008­2011

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Decreto federale concernente un credito quadro per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini (Disegno)

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Messaggio 1

Situazione iniziale e condizioni quadro

1.1

Evoluzione del contesto internazionale

La cooperazione tra i diversi attori ha un valore vieppiù importante nell'ordine mondiale multipolare del 21° secolo. Oggi complessi pericoli e sfide per la pace e la sicurezza possono pregiudicare anche i Paesi geograficamente distanti dai focolai di crisi. Per poter affrontare con efficacia i problemi globali, è importante disporre di competenze di alta qualità e di una rete efficiente in materia di politica di pace e di sicurezza. La comunità internazionale lo ha compreso e ha fissato le sue priorità di conseguenza.

La prevenzione delle minacce per la pace e la sicurezza, il promovimento e il consolidamento della pace, il disarmo convenzionale e lo sminamento, la promozione dello Stato di diritto e della buona gestione del governo nonché la riduzione della povertà nei contesti di fragilità presuppongono in particolare impegni collettivi durevoli e competenze multidisciplinari. Le iniziative internazionali devono affrontare la permanente sfida di garantire un impegno coerente, coordinato e complementare dei diversi attori: ne consegue una forte domanda internazionale di competenze, metodologia affidabile, sostegno operativo e piattaforme per il dialogo e lo scambio di informazioni.

1.2

Interessi della Confederazione nel progetto

In virtù dell'articolo 54 capoverso 2 della Costituzione federale1 (Cost.) la Confederazione contribuisce nella politica estera ad alleviare la povertà e la miseria, a far rispettare i diritti umani, a promuovere la democrazia e ad assicurare la convivenza pacifica dei popoli.

Il Rapporto 2009 sulla politica esterna sottolinea l'impegno pluriennale della Svizzera nel settore della politica di pace e di sicurezza e rammenta che la «prevenzione e la soluzione pacifica dei conflitti [...] rappresentano un aspetto importante della politica di sicurezza della Svizzera e della salvaguardia dei suoi interessi nel mondo»2. Il Rapporto 2010 sulla politica di sicurezza afferma che «in seguito all'aumento delle minacce e dei pericoli di carattere non militare, in molti casi transfrontalieri, l'importanza della politica estera nell'ambito della politica di sicurezza è cresciuta»3.

Al fine di impegnarsi per un ordine internazionale pacifico, la Svizzera ha creato strumenti efficaci di promovimento della pace a cui il DFAE, il DDPS, il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e il Dipartimento federale delle finanze (DFF) forniscono un contributo sostanziale nei loro ambiti di competenza. Il Consiglio federale sottoporrà prossimamente alle Camere federali un messaggio sulla continuazione delle misure di sicurezza umana (pace, diritti dell'uomo, politica 1 2 3

RS 101 FF 2009 5583 FF 2010 4543

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umanitaria e migrazione). Il credito quadro richiesto con il presente messaggio riguarda una delle multiformi misure della Confederazione in questo settore: il sostegno finanziario ai tre Centri ginevrini da parte della Confederazione (DFAE). I Centri ginevrini sono stati fondati tra il 1995 e il 2000 per favorire la cooperazione e la prevenzione dei conflitti a livello internazionale, per potenziare e attuare il diritto internazionale e come contributo svizzero al Partenariato per la pace (PPP).

Si tratta del Centro ginevrino per la politica di sicurezza (GCSP), del Centro internazionale per lo sminamento a scopo umanitario di Ginevra (GICHD) e del Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF). I tre Centri ginevrini si sono nel frattempo sviluppati diventando centri di competenza riconosciuti su scala internazionale e dispongono oggi di un ampio sostegno sia istituzionale sia finanziario.

Forniscono contributi importanti e specialistici in tre settori della politica internazionale di pace e di sicurezza.

Tramite una formazione intensa e mirata per i quadri, il dialogo all'esterno e all'interno di Ginevra e la ricerca interdisciplinare (cfr. n. 2.1), il GCSP contribuisce a una migliore comprensione non solo delle minacce e delle sfide, ma anche delle due proposte di soluzione attuali nel settore della politica di pace e di sicurezza.

Grazie alla formazione solidale dei decisori civili e militari provenienti da tutti i continenti, il GCSP fornisce un importante contributo alla creazione di reti globali e alla prevenzione di conflitti.

Il GICHD fornisce un contributo determinante alla lotta contro le cause e le conseguenze delle mine antiuomo e di residuati bellici esplosivi di tutti i tipi (cfr. n. 2.2).

Rappresenta quindi una componente centrale dell'impegno umanitario della Svizzera a favore di un mondo senza mine e della distruzione di questi ordigni che ostacolano lo sviluppo. Il GICHD mette a disposizione esperti, promuove la cooperazione internazionale, elabora norme e standard e sostiene la realizzazione di strumenti internazionali in questo settore.

Il DCAF è il centro di competenza leader per la riforma, la trasformazione e il buon governo nel settore della sicurezza (cfr. n. 2.3). Assiste i governi, le organizzazioni internazionali e la società civile nell'instaurare
sul posto un settore della sicurezza controllato democraticamente, tenuto a rendere conto ed efficace. In tal modo, il DCAF fornisce un contributo molto importante sia per la politica di pace sia per la politica di sviluppo. La sicurezza è in effetti un fattore chiave per lo sviluppo, la lotta contro la povertà e per il buon governo specialmente negli Stati che si trovano in situazione di conflitto e di fragilità.

I tre Centri ginevrini sono organizzati come fondazioni di diritto privato svizzero e si finanziano principalmente con contributi della Confederazione, di numerosi Stati partner e del Cantone di Ginevra. Nonostante i tre Centri registrino un considerevole finanziamento esterno, in parte notevolmente aumentato, la Confederazione rimane la principale finanziatrice; questo perché i Centri sono considerati iniziative della Svizzera e creano visibilità alla politica estera e di sicurezza svizzera sul piano internazionale. Inoltre, secondo i criteri del Comitato di aiuto allo sviluppo (Development Assistance Committee, DAC) dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) i contributi svizzeri al GICHD e al DCAF sono considerati aiuto pubblico allo sviluppo (APS) e possono essere computati come tali. La Confederazione inviterà quindi prossimamente l'OCSE a qualificare i contributi al GCSP parimenti come APS.

7227

Dal 2004 il finanziamento è ripartito tra il DDPS (circa due terzi) e il DFAE (circa un terzo). Nell'ambito del programma di consolidamento 2012­2013 e dell'esame delle competenze, abbiamo deciso il 24 febbraio 2010 che a partire dal 2011 il DFAE assumerà la responsabilità del finanziamento e della gestione del contributo della Confederazione ai tre Centri ginevrini. Sin dalla loro fondazione i Centri ginevrini sono importanti partner strategici della politica estera e di sicurezza svizzera. Le loro attività coprono diversi obiettivi della Confederazione in materia di politica di pace, di sviluppo e di politica umanitaria, settore nel quale i Centri generano importanti effetti moltiplicatori, segnatamente grazie alla loro competenza civile e militare, alla loro influenza nel mondo, alle loro reti e alla loro presenza sul posto.

Ribadiamo il sostegno a lungo termine della Svizzera ai tre Centri ginevrini e confermiamo inoltre l'intenzione di perseguire nella politica di pace e di sicurezza un approccio interdipartimentale. Gli attori provenienti dalla diplomazia, dalla difesa e dallo sviluppo devono impegnarsi a tal fine in modo coerente, coordinato e complementare. Anche la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del DFAE parteciperà alla gestione del contributo della Confederazione ai Centri ginevrini.

Inoltre, riteniamo altamente importante che i tre Centri ginevrini continuino a perseguire un approccio multidisciplinare: la collaborazione tra gli attori civili e militari deve favorire una competenza specialistica differenziata e permettere di ottenere un più vasto sostegno da parte degli attori e dei finanziatori principali.

2

I tre Centri ginevrini: mandati e attività 2012­2015

2.1

Centro ginevrino per la politica di sicurezza (GCSP)

Il Centro ginevrino per la politica di sicurezza (Geneva Centre for Security Policy, GCSP) è stato costituito come fondazione nel 1995 su iniziativa della Confederazione. Il Consiglio di fondazione si compone del presidente indipendente e dei rappresentanti di 42 Stati e del Cantone di Ginevra. Il GCSP propone programmi completi di formazione e di perfezionamento nel settore della politica di pace e di sicurezza internazionale e offre un'apposita piattaforma per lo scambio di opinioni e di riflessioni su questa politica. Grazie alla sua posizione strategica di attore indipendente, integrativo e influente (impartial, inclusive and influential), il GCSP si è affermato come centro di competenza riconosciuto internazionalmente. La sua offerta si rivolge essenzialmente a rappresentanti esperti dei governi, delle forze armate, delle organizzazioni internazionali e della società civile e facilita una collaborazione costruttiva ed efficace tra gli attori chiave delle diverse regioni del mondo sulle questioni di politica di pace e di sicurezza. Grazie alla sua crescente rete di alumni (più di 1000 ex partecipanti ai corsi), il GCSP gode di un accesso privilegiato agli attori chiave e ai dirigenti del pianeta.

Per i prossimi anni il GCSP ha stabilito le seguenti priorità: Una strategia globale basata sulla domanda Per adeguarsi a un ambiente di sicurezza in costante mutazione e globalizzato, il GCSP persegue una strategia che si estende al mondo intero. Anche per i prossimi anni il Centro aspira ad allargare la cerchia dei partecipanti e l'offerta di corsi e a raggiungere anche l'area euroatlantica. Per rispondere alla forte domanda di prodotti 7228

didattici, il GCSP intende rendere più flessibile la sua offerta e puntare maggiormente su corsi su misura modulari e specializzati. Propone diversi corsi di breve durata basati sulla pratica che, se necessario, sono svolti direttamente nei quartieri generali delle organizzazioni internazionali (New York e Bruxelles) e nelle capitali (ad es. ad Amman, Bishkek o Dakar). Il GCSP presta attenzione anche all'integrazione sistematica di approcci specifici ai generi e al trattamento delle minoranze.

Priorità di programma e offerta di corsi riconosciuti dalle università Dall'inizio del 2010 il GCSP ha ristrutturato i suoi programmi, aggiungendone sei nuovi a quello sulla globalizzazione: «Sicurezza internazionale»,«Sicurezza euroatlantica», «Nuovi temi nella politica di sicurezza», «Collaborazione civile e militare», «Ricerca sui conflitti e consolidamento della pace» nonché «Sicurezza e diritto».

Questa ristrutturazione tematica permette al GCSP di consolidare la sua reputazione internazionale grazie alle sue competenze.

Il GCSP proseguirà inoltre i corsi principali basati sulla pratica International Training Course in Security Policy (ITC), European Security Policy Training Course (ETC) e New Issues in Security Policy Course (NISC). Raggrupperà le strutture di supporto e proporrà i corsi sotto forma di moduli di modo che potranno essere studiati sia separatamente sia come parte di un corso principale. Le risorse che si libereranno permetteranno di creare un margine di manovra finanziario per offrire corsi di breve durata e Pre-Deployment Trainings, il cui numero è già stato ampliato con successo negli ultimi anni.

Nell'agosto 2006 l'Università di Ginevra ha ottenuto l'accreditamento per i corsi ITC (quale corso post-laurea non consecutivo, MAS) e ETC (quale certificato di studio avanzato, CAS). Entrambi i corsi sono organizzati congiuntamente dal GCSP e dall'Istituto europeo dell'Università di Ginevra (Institut Européen de l'Université de Genève, IEUG). L'accreditamento dei corsi e delle formazioni nell'ambito del sistema di Bologna continua a costituire per il GCSP una priorità, poiché permette di aumentare l'attrattiva e la notorietà dell'offerta dei corsi del Centro.

Formazioni sulla politica di pace e di sicurezza svizzera Il GCSP continuerà a contribuire alle esigenze di formazione
dell'Amministrazione federale nel settore della politica di pace e di sicurezza. Oltre al corso di formazione per il Pool svizzero di esperti per la promozione civile della pace (Swiss Peacebuilding Training Course), il GCSP organizza ogni anno anche corsi per i quadri nel settore del consolidamento della pace (Senior Level Peacebuilding Course) e il corso di introduzione alla politica di pace e di sicurezza per stagisti diplomatici svizzeri.

Per l'Esercito svizzero offre corsi su misura nella politica di sicurezza internazionale. In qualità di centro di formazione certificato del Partenariato per la pace (PPP) il GCSP continuerà a fornire prestazioni che fanno parte del programma PPP della Svizzera, ad esempio sotto forma di formazioni e missioni di esperti. Il PPP è un'iniziativa politica condotta dalla NATO congiuntamente con 22 Stati partner e il cui scopo è rafforzare la pace, la democrazia e la sicurezza in Europa e cercare soluzioni comuni alle attuali minacce. Grazie alla cooperazione, si creano fiducia e trasparenza nel delicato settore della politica di sicurezza.

Centro di riferimento per l'Unione Europea Nell'ambito della Politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) l'Unione europea (UE) amplierà la sua attività formativa nella politica di sicurezza. Il GCSP intende 7229

pertanto trarre vantaggio dalla sua ubicazione nella Ginevra internazionale anche allo scopo di posizionarsi come centro di riferimento per l'UE e come interfaccia tra questa e le organizzazioni internazionali a Ginevra. Grazie alla sua qualità di membro del consiglio esecutivo dell'Accademia europea per la sicurezza e la difesa (AESD), il GCSP assicurerà una rappresentanza adeguata in questo istituto di formazione e s'impegnerà a far riconoscere la sua offerta di corsi.

Prestazioni a favore dell'ONU Le Nazioni Unite (ONU) ricorrono a prestazioni di formazione esterne in diversi settori. Il GCSP ha organizzato con successo corsi per il Dipartimento degli affari politici dell'ONU (UN Department of Political Affairs, DPA) e ha strettamente collaborato con l'Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UN Institute for Training and Research, UNITAR). Con la Geneva Peacebuilding Platform il GCSP ha realizzato una piattaforma che ha avuto successo e anche in futuro svolgerà un'importante funzione di collegamento tra le due sedi dell'ONU di Ginevra e di New York nel settore del consolidamento della pace.

Approfondimento e trasmissione di conoscenze Il GCSP intende continuare ad approfondire e diffondere conoscenze realizzando progetti di ricerca i cui risultati confluiscano, oltre che nelle attività didattiche del Centro stesso, anche nell'attuale dibattito politico; inoltre prevede di elaborare una strategia con la quale rispondere efficacemente alla domanda sul mercato per controllare in modo adeguato l'interazione tra ricerca e attività didattica.

Promozione del dialogo sulla politica di pace e di sicurezza Il GCSP partecipa al dialogo sulla politica di pace e di sicurezza con ampie cerchie di pubblico a Ginevra. Nella futura Maison de la Paix potranno essere sfruttate meglio le sinergie con l'Istituto universitario di alti studi internazionali e sullo sviluppo (IHEID) di Ginevra. L'intensificazione della collaborazione con le organizzazioni internazionali di Ginevra e con l'IHEID permetterà al GCSP di ampliare e di approfondire il suo ruolo quale forum di discussione e piattaforma di ricerca.

Infine, il GCSP offre una rete adeguatamente riservata per i dialoghi e le inchieste su temi sensibili sul piano politico, come nel caso della Missione d'inchiesta internazionale indipendente
sul conflitto in Georgia che da dicembre 2008 a settembre 2009 ha avuto la sua sede principale nel GCSP. Congiuntamente con il DFAE, organizza numerosi colloqui che apportano alla politica estera svizzera vantaggi e un valore aggiunto diretti e che permettono al Centro di intessere contatti con attori chiave ed esperti.

Sostegno internazionale e diversificazione del finanziamento La ristrutturazione del GCSP in sette programmi tematici avviata all'inizio 2010 permetterà al Centro di calcolare i costi. I corsi offerti al di fuori del contratto quadro con la Svizzera devono essere finanziati dai committenti o dai partecipanti. I membri del Consiglio di fondazione dovranno anche fornire un contributo più consistente al «pool di borse di studio» e consentire così ai rappresentanti provenienti da Paesi finanziariamente deboli di partecipare ai corsi.

Il GCSP intende diversificare maggiormente le sue fonti di finanziamento allargando la cerchia dei membri del Consiglio di fondazione soprattutto agli Stati fuori dall'area euroatlantica. Inoltre, dovrà cercare in modo più insistente e mirato il 7230

sostegno di enti pubblici e privati nonché aumentare la quota di membri di facoltà finanziati dall'esterno. Il contributo finanziario della Svizzera rappresenta circa l'83 per cento del budget annuo del GCSP4 e serve perlopiù a coprire le spese fisse legate ai corsi e al materiale didattico nonché le borse che la Svizzera mette a disposizione dei partecipanti provenienti da Paesi finanziariamente deboli e da Paesi prioritari della politica svizzera di pace, di sicurezza e di sviluppo.

2.2

Centro internazionale per lo sminamento a scopo umanitario di Ginevra (GICHD)

Il Centro internazionale per lo sminamento a scopo umanitario di Ginevra (Geneva International Centre for Humanitarian Demining, GICHD) è stato costituito come fondazione nel 1995 su iniziativa della Confederazione. Il Consiglio di fondazione si compone del presidente indipendente e dei rappresentanti di 19 Paesi e dell'UE. Il GICHD fornisce un prezioso lavoro di sostegno nell'ambito di operazioni di soccorso, di missioni dell'ONU e di programmi di ricostruzione o di sviluppo a lungo termine. Il GICHD, che basa il suo operato sui principi quali umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza, si è affermato nel mondo come centro di competenza per distruggere le mine antiuomo e gli altri residuati bellici esplosivi in modo più sicuro, rapido, economico ed efficace: il problema delle mine antiuomo e altri residuati bellici colpisce circa 80 Paesi. In collaborazione con le autorità nazionali, le organizzazioni internazionali e la società civile elabora norme e standard, effettua ricerche, mette a disposizione le conoscenze specialistiche nelle regioni interessate, sostiene le attività operative e accompagna la realizzazione di strumenti internazionali nel suo ambito di intervento.

Per i prossimi anni il GICHD ha stabilito le seguenti priorità: Analisi del contesto e orientamento strategico Negli ultimi anni lo sminamento a scopo umanitario e i settori connessi hanno subito notevoli cambiamenti e sono stati confrontati, tra l'altro, anche a esigenze sempre maggiori quanto al rapporto costo-efficacia dei programmi di sminamento. Siccome intende tenere conto degli attuali sviluppi, il GICHD continuerà ad analizzare il contesto in cui lavora per allineare in modo ottimale la sua attività con le esigenze appurate. Vista la crescente importanza delle munizioni a grappolo e di altri residuati bellici esplosivi, il GICHD mira ad allargare il suo orientamento strategico e, se necessario, a cercare le sinergie con i settori tematici connessi. In tal modo, il Centro terrà conto dei partenariati internazionali pertinenti e continuerà a cercare il sostegno di una più vasta cerchia di importanti attori e finanziatori.

Per quanto concerne il settore della lotta contro il commercio illecito, la proliferazione incontrollata e l'impiego abusivo di armi leggere e di piccolo calibro esistono invece solo alcuni punti
in comune con il mandato del GICHD. Inoltre, in questo settore, diversamente dalla problematica delle mine antiuomo e delle munizioni a grappolo, non viene perseguito un divieto assoluto. La Svizzera continuerà quindi a 4

Stato secondo il conto annuale 2009. Questo calcolo non considera le pigioni, le spese per l'informatica e il salario del direttore, direttamente accreditati dalla Confederazione e non computati nel budget del GCSP. Non comprende nemmeno il distaccamento di membri della facoltà da parte di terzi per un importo pari a 1,4 milioni di franchi.

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ricorrere alle competenze internazionalmente riconosciute del suo partner strategico Small Arms Survey (SAS). Il SAS è un'istituzione accademica indipendente dal GICHD con sede presso l'IHEID di Ginevra.

Inoltre, il GICHD continuerà ad offrire quante più prestazioni possibili anche nelle lingue nazionali degli Stati interessati per rendere accessibili le consulenze e le informazioni a vaste cerchie.

Sviluppo di strategie e consulenza in materia di programmi Il GICHD sostiene gli Stati interessati nello sviluppare strategie coerenti per la distruzione delle mine antiuomo e degli altri residuati bellici esplosivi nonché nell'attuarle con efficacia e a basso costo. Siccome la gestione nazionale dei programmi di sminamento rimane una vera sfida, il Centro assiste le autorità nazionali nel pianificare, nell'accompagnare e nel valutare i programmi di sminamento o nello sviluppare procedure trasparenti ed efficaci di attribuzione dei mandati di sminamento. Presta consulenza per aiutare i servizi interessati a trovare soluzioni di miglioramento nonché per costituire e aumentare le capacità locali. Il GICHD attribuisce particolare importanza anche all'integrazione sistematica degli approcci specifici ai generi e al trattamento delle minoranze.

Consulenza tecnica e operativa Il GICHD offre consulenza tecnica e operativa per permettere di distruggere completamente e a più basso costo le mine antiuomo e gli altri residuati bellici esplosivi.

Una delle principali sfide consiste nel rilevare le zone effettivamente pericolose o, più precisamente, nel dichiarare sicure le presunte zone minate, ma in effetti inoffensive. Il CIDHG svolge in questo ambito un ruolo capitale, poiché si accerta che le truppe e i macchinari di sminamento altamente costosi vengano impiegati nelle zone inequivocabilmente disseminate da residuati bellici esplosivi. Assiste inoltre gli Stati interessati nell'analizzare le zone probabilmente disseminate e sviluppa con le autorità nazionali metodi e processi che permettono di dichiarare liberamente accessibili le zone sminate. Mette a disposizione le competenze in materia di metodi di ricerca e di sminamento manuale e meccanico nonché in materia di localizzazione con animali specialmente addestrati. Con l'entrata in vigore della Convenzione sulle munizioni a grappolo, la consulenza per
una distruzione sicura delle riserve diventerà il principale campo di attività.

Gestione dell'informazione Per rilevare la situazione e le dimensioni delle zone disseminate nonché le superfici già sminate è essenziale un flusso di informazioni efficace e rapido. A tal fine, il GICHD ha sviluppato un sistema di gestione dell'informazione integrato (Information Management System for Mine Action, IMSMA). L'IMSMA si è affermato a livello mondiale come standard e incrementa considerevolmente le capacità locali di pianificazione e di coordinamento tra le organizzazioni e le autorità nazionali coinvolte. Il Centro continuerà a sostenere e a sviluppare l'IMSMA.

Standard antimine Su mandato dell'ONU il GICHD elabora gli standard mondiali antimine (International Mine Action Standards, IMAS). Il Centro funge da segreteria per il processo di completamento e revisione degli IMAS. Mette inoltre a disposizione le norme elabo-

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rate nelle diverse lingue rilevanti e propone formazioni sulla relativa attuazione a livello nazionale.

Sostegno all'attuazione di strumenti internazionali Su mandato degli Stati firmatari il GICHD sostiene i processi di attuazione degli strumenti internazionali nel suo settore dei compiti, in particolare la Convenzione del 18 settembre 19975 sul divieto dell'impiego, del deposito, della fabbricazione e del trasferimento delle mine antiuomo e sulla loro distruzione (Convenzione di Ottawa). Il GICHD ospita quindi l'Unità degli Stati firmatari (Implementation Support Unit, ISU) che accompagna l'attuazione del divieto di mine antiuomo e di cui è de facto la segreteria. Dato il ruolo particolare svolto dal Centro nell'attuazione della Convenzione di Ottawa, nel 2003 è stato concluso un accordo tra la Confederazione e il GICHD sullo statuto del Centro in Svizzera6. L'ISU e il GICHD hanno messo a profitto numerose sinergie e si sono trasmessi reciprocamente nuovi impulsi. Il GICHD fornisce un contributo decisivo e riconosciuto all'attuazione della Convenzione di Ottawa.

Un meccanismo istituzionale simile potrebbe essere applicato alla Convenzione sulle armi a submunizioni (Convention on Cluster Munitions, CCM) e in virtù del suo vasto mandato in materia di residuati bellici esplosivi, il GICHD propone i suoi servizi agli Stati firmatari. In tutto il mondo una trentina di Paesi hanno zone disseminate da munizioni a grappolo inesplose. Un numero superiore di Stati possiede riserve considerevoli di questo tipo di munizioni che, conformemente alla CCM, devono essere distrutte.

Infine, il GICHD presta consulenza tecnica per i lavori in corso nell'ambito della Convenzione del 10 ottobre 19807 sul divieto o la limitazione dell'impiego di talune armi classiche che possono essere ritenute capaci di causare effetti traumatici eccessivi o di colpire in modo indiscriminato (Convention on Conventional Weapons, CCW) e gestisce il programma detto di sponsorship che permette agli Stati finanziariamente deboli di partecipare alle riunioni e alle conferenze importanti.

Sostegno internazionale e diversificazione del finanziamento Il GICHD ritiene che la domanda internazionale delle sue prestazioni rimarrà costante nei prossimi anni. Il suo budget annuale di circa 14 milioni di franchi rappresenta approssimativamente
circa il 2 per cento delle spese mondiali per la lotta contro le mine antiuomo e gli altri residuati bellici esplosivi. Visto l'effetto positivo che i metodi sviluppati dal GICHD hanno sulle spese, si può affermare che questi fondi sono investiti in modo efficace. I contributi statali al GICHD sono stanziati per l'APS.

Il contributo finanziario della Svizzera comprende circa il 65 per cento del budget complessivo del GICHD8. Siccome diversi Paesi non concentrano più il loro impegno sulla tematica delle mine antiuomo, bensì lo collegano sempre più ai programmi geografici, umanitari o di sviluppo, è probabile che il GICHD avrà grandi difficoltà 5 6 7 8

RS 0.515.092 RS 0.192.122.53 RS 0.515.091 Stato secondo il conto annuale 2009. Se si considera il riporto del saldo positivo dell'anno precedente, questa parte corrisponde soltanto al 56 per cento. Questo calcolo non comprende le pigioni, le spese per l'informatica e il salario del direttore, direttamente accreditati dalla Confederazione e non computati nel budget del GICHD.

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a trovare finanziamenti. Il contributo svizzero è quindi essenziale per continuare ad assicurare un sostegno sufficiente sul posto nonché la ricerca, la consulenza, lo sviluppo di norme e l'accompagnamento dell'attuazione di strumenti internazionali.

2.3

Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF)

Il Centro per il controllo democratico delle forze armate (Geneva Centre for the Democratic Control of Armed Forces, DCAF) è stato costituito come fondazione nell'ottobre 2000 su iniziativa della Confederazione. Oggi la fondazione consta di membri provenienti da 53 Stati e dal Cantone di Ginevra. Il DCAF si è affermato come principale centro internazionale della riforma, della trasformazione del buon governo nel settore della sicurezza. Questo non comprende solo le forze armate e la polizia, ma anche le guardie di confine, i servizi di informazione, le formazioni paramilitari, le forze di sicurezza private e le guardie presidenziali e nazionali.

Particolare importanza rivestono in merito gli organi di sorveglianza e di controllo statali e privati, responsabili del settore della sicurezza. In tal modo, il DCAF fornisce un contributo importante per la prevenzione dei conflitti e la costruzione di uno Stato di diritto democratico, in particolare nei Paesi che da poco sono usciti da un regime non democratico o da un conflitto armato. La comunità internazionale ha inoltre riconosciuto che la sicurezza, lo Stato di diritto e lo sviluppo sono strettamente collegati. Il DCAF fonda la sua attività su questa interfaccia, sostenendo così il consolidamento dello Stato di diritto e lo sviluppo economico e sociale a lungo termine nelle regioni poco stabili. Oltre ai compiti concettuali e analitici, il DCAF dirige attivamente ogni anno 200­300 progetti in quasi tutte le regioni del mondo e collabora strettamente con i servizi degli Stati e le organizzazioni internazionali.

Per i prossimi anni, il DCAF ha stabilito le seguenti priorità: Orientamento globale e adeguamento alle necessità locali Allargando considerevolmente il Consiglio di fondazione, che consta ora di 53 Stati di tutte le regioni del mondo, il DCAF ha intensificato il suo orientamento globale.

Altri due Stati, l'Organizzazione internazionale della Francofonia (Organisation internationale de la Francophonie, OIF) e l'Unione interparlamentare (InterParliamentary Union, UIP) fanno parte del Consiglio di fondazione del Centro come osservatori permanenti.

Il DCAF mira a rimanere il centro di riferimento leader e a rispondere, grazie alla sua offerta operativa, alle diverse necessità locali e regionali.

Sviluppo delle strategie e consulenza Numerosi
attori internazionali e Stati stanno attualmente sviluppando e attuando strategie trasversali e coerenti negli ambiti della riforma, della trasformazione e del buon governo nel settore della sicurezza. Negli ultimi anni l'ONU, l'UE, l'OCSE la NATO e molti altri attori multilaterali nonché le organizzazioni subregionali si sono dati strategie solide in vista della riforma e del buon governo nel settore della sicurezza (Security Sector Reform and Governance, SSR/G), elaborate perlopiù con il sostegno determinante del DCAF. Il Centro intende continuare ad agire in veste di partner chiave della comunità internazionale per l'elaborazione di principi e linee guida. Assiste inoltre gli Stati finanziatori nel loro impegno ad applicare un approc7234

cio interministeriale (Whole-of-Government Approach). A tal fine, ha organizzato seminari, ad esempio, su mandato di Germania, UE, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Canada, Paesi Bassi, Norvegia, Austria, Svezia, Svizzera, Slovacchia e Nazioni Unite.

Pubblicazioni basate sulla pratica Grazie al suo lavoro analitico, il DCAF è leader nello sviluppo di un approccio tematico e analitico nel settore SSR/G. Le circa 20 pubblicazioni e i 100 studi annuali, tradotti talvolta in 45 lingue, sono destinati a una cerchia di lettori ben definita. Non si tratta di pubblicazioni prettamente scientifiche, bensì di manuali per i Parlamenti o le commissioni parlamentari, aggiornamenti per i ministeri e raccomandazioni per le organizzazioni internazionali.

Attuazione di programmi e progetti Il sostegno operativo costituisce il compito chiave del DCAF e continuerà ad acquisire importanza. Con i suoi 200­300 progetti annuali attuati in tutto il mondo, il Centro si è affermato come leader mondiale in questo settore. Grazie a una rete di uffici regionali, è in grado di mettere a profitto a livello locale le sue competenze specialistiche e di attuare progetti nazionali in funzione delle necessità.

Il DCAF potenzia ad esempio l'attività della polizia e della polizia di frontiera nei Balcani occidentali realizzando, per mezzo di oltre 1000 guardie di frontiera, il più vasto programma regionale in questo settore nell'Europa sudorientale, i cui obiettivi sono fissati da una conferenza annua dei ministri dell'interno. Il Centro gestisce il segretariato della Convenzione di Vienna per la cooperazione di polizia nell'Europa sudorientale e assiste il segretariato dell'Associazione dei comandanti di polizia dell'Europa sudorientale (South East European Police Chiefs Association, SEPCA).

Dirige inoltre un programma di polizia incentrato sulla lotta contro la corruzione e sul lavoro di polizia basato sull'informazione.

Per sostenere i parlamenti nella loro funzione di sorveglianza e di controllo, il DCAF trasmette le conoscenze di esperti e mette a disposizione manuali, finanzia la formazione di esperti nella politica di sicurezza nei servizi parlamentari e organizza dibattiti su progetti legislativi. Si adopera in particolare per la riorganizzazione e il controllo parlamentare dei servizi di informazione. Siccome anche le
istituzioni della società civile sono sempre più coinvolte, il DCAF le aiuta a potenziare la funzione di controllo.

Nell'ambito del PPP il DCAF intensifica i controlli democratici del settore di sicurezza in Ucraina, nel Caucaso e nell'Asia centrale e, grazie alla divulgazione sistematica di informazioni sulla buona prassi, sostiene in modo mirato la lotta contro la corruzione.

L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha concluso con il DCAF un accordo di partenariato strategico che prevede una stretta collaborazione soprattutto nel lavoro di polizia e di protezione delle frontiere nonché del controllo parlamentare del settore di sicurezza.

Per coordinare ed eseguire i mandati di monitoraggio e di valutazione nonché di formazione, il DCAF mette a disposizione dei suoi committenti un pool di esperti.

Gli oltre 50 esperti dell'International Security Sector Advisory Team (ISSAT) sono attivi circa 50 volte all'anno in diverse regioni del mondo. L'ISSAT è soprattutto impegnato nella realizzazione della riforma del settore della sicurezza a livello 7235

mondiale e consiglia diverse organizzazioni internazionali nonché i finanziatori bilaterali nell'orientamento strategico dei loro programmi. L'ISSAT è gestito da un organo direttivo che comprende 14 Stati e diverse organizzazioni multilaterali: la Commissione europea, il Consiglio dell'UE, l'OCSE, il Dipartimento delle Nazioni Unite per le operazioni di mantenimento della pace (DPKO), il Dipartimento delle Nazioni Unite per gli affari politici (DPA) nonché il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS).

Integrazione di temi trasversali e nuovi approcci Il DCAF punta su importanti temi trasversali e li integra nella propria attività analitica e operativa. Continuerà a concentrarsi in particolar modo sui diritti dell'uomo (anche sulle forze di sicurezza) e sulle questioni di genere e delle minoranze. Adotta inoltre anche nuovi approcci di grande importanza attuale o futura per il suo settore di compiti: dalle società militari e di sicurezza privata ai Public-Private Partnerships fino al Cyber Security.

Sostegno internazionale e diversificazione del finanziamento Oltre al quartier generale a Ginevra, il DCAF ha uffici di rappresentanza a Abuja, Beirut, Bruxelles, Lubiana e Ramallah. I contributi statali al DCAF sono stanziati per l'APS.

Per il periodo del credito quadro 2012­2015 il DCAF prevede una costante crescita del suo settore di attività e quindi del suo volume di mandati di terzi. Grazie a questo forte aumento della domanda, il Centro continuerà a diversificare il suo finanziamento e quindi a ridurre la quota svizzera sul budget complessivo probabilmente dal 48 per cento9 al 40­45 per cento.

2.4

Posizionamento e prospettive dei tre Centri ginevrini

Sin dalla loro costituzione i tre Centri ginevrini si sono affermati a livello internazionale come centri di competenza riconosciuti e stimati. La sede nella Ginevra internazionale e umanitaria rappresenta un netto vantaggio comparativo per i tre Centri ginevrini, considerati altamente imparziali, indipendenti e professionali. Al contempo l'esperienza, la rete e le attività sostengono Ginevra come piattaforma dell'impegno umanitario e alla politica di sicurezza e di pace.

Sin dall'inizio la Svizzera ha previsto di estendere il numero dei membri a livello internazionale e la base finanziaria delle tre fondazioni. Per il nostro Paese è fondamentale che i Centri sviluppino competenze a livello globale. Grazie a un sostegno internazionale più ampio, i Centri ginevrini continueranno ad assicurare l'efficacia della loro rete, la loro perennità e la loro indipendenza.

La fondazione dei tre Centri ginevrini e il sostegno a lungo termine fornito dalla Confederazione costituisce un contributo evidente della Svizzera alla politica di pace e di sicurezza internazionale. La Confederazione sostiene il GCSP, il GICHD e il DCAF in qualità di centri di competenza solidi e indipendenti al servizio della pace e della sicurezza.

9

Stato secondo il conto annuale 2009, inclusi il saldo a nuovo, il salario del direttore e le prestazioni in natura.

7236

2.5

Maison de la Paix

È previsto che nel 2014 l'IHEID di Ginevra si trasferisca nella nuova Maison de la Paix che, con i suoi 22 000 m2, diventerà il centro di competenza centrale della Ginevra internazionale. In base alla nostra decisione del 17 maggio 2006 anche il GCSP, il GICHD e il DCAF diventeranno locatari della Maison de la Paix, per mettere più a profitto le sinergie e ottenere maggiore coerenza e visibilità.

La riunione prevista dei tre Centri ginevrini e dellIHEID nella Maison de la Paix rafforzerà notevolmente la Ginevra internazionale e le sue istituzioni umanitarie e competenti per la politica di sicurezza. Questa concentrazione di centri di competenza di fama internazionale sottolineerà a livello mondiale il profilo umanitario e internazionale di Ginevra quale piattaforma per le questioni inerenti alla politica di pace e di sicurezza.

Grazie al trasloco nella Maison de la Paix i tre Centri ginevrini potranno intensificare maggiormente la reciproca cooperazione scientifica e operativa. Anche le strutture comuni con l'IHEID permetteranno di potenziare lo scambio accademico e istituzionale che i Centri curano a Ginevra e sul piano internazionale.

Il trasferimento dei tre Centri nella Maison de la paix è previsto per il 2014. Secondo le stime attuali, le spese uniche ammonteranno a circa 3 milioni di franchi e comprendono la pianificazione, l'esecuzione nonché l'acquisizione di mobilia ed infrastruttura informatica. Diversamente dal DCAF, il GCSP e il GICHD non possiedono una propria mobilia ed infrastruttura informatica, poiché sono messe a disposizione direttamente dal locatario attuale, ossia l'Organizzazione mondiale della meteorologia. Infine, essendo la Maison de la Paix un edificio accessibile al pubblico, occorre predisporre e installare anche un sistema di controllo alle entrate dei locali dei Centri ginevrini. Al momento opportuno verrà esaminata la partecipazione della Confederazione alle spese di trasloco.

2.6

Gestione del contributo della Confederazione

La Confederazione garantisce la gestione e il controllo dei tre Centri ginevrini su diversi piani: nel Comité de Pilotage della Confederazione, nei Consigli di fondazione e negli uffici dei Consigli di fondazione mediante i servizi competenti per la vigilanza sulla fondazione nel Dipartimento federale dell'interno (DFI) e mediante i contratti quadro e sulle prestazioni tra il DFAE (Divisione politica IV e DSC) e i Centri ginevrini. Il DFAE nomina inoltre i direttori di tutti e tre i Centri.

Il cosiddetto Comité de Pilotage raggruppa i rappresentanti degli uffici competenti dell'Amministrazione federale: la Direzione politica (rappresentata dalla Divisione politica IV, dalla Segreteria politica e dalla Missione permanente della Svizzera a Ginevra) e la DSC nonché la Segreteria generale del DDPS e l'Esercito (Stato maggiore, Relazioni internazionali Difesa). Se necessario, invita altri uffici rilevanti. La presidenza è assunta dalla Direzione politica (Divisione politica IV). Il Comité de Pilotage è stato istituito con nostra decisione del 14 marzo 2003 e si riunisce di regola quattro o cinque volte all'anno. È competente per le questioni legate alla gestione globale dei tre Centri ginevrini ed elabora le istruzioni per i rappresentanti della Confederazione nei Consigli di fondazione. Verso la fine del periodo coperto dal credito quadro il Comité de Pilotage inizia le valutazioni sulla rilevanza, 7237

sull'efficienza e sull'efficacia del lavoro dei tre Centri ginevrini. Le raccomandazioni formulate in occasione delle due valutazioni dei tre Centri effettuate finora sono state esaminate dal Comité de Pilotage e presentate nei Consiglio di fondazione. Il contributo della Confederazione al GCSP e al GICHD viene gestito dalla Direzione politica, mentre quello al DCAF dalla DSC.

La Svizzera siede inoltre nei Consigli di fondazione dei tre Centri ginevrini e partecipa anche alla formulazione delle loro strategie e al controllo dell'attuazione dei loro mandati approvando i rapporti annuali. Nel Consiglio di fondazione del GCSP la Svizzera ha diritto di nominare cinque membri di sua scelta e di presentare una proposta al Consiglio di fondazione per la presidenza dello stesso. Inoltre, due membri del Consiglio di fondazione nominati dalla Svizzera siedono nell'Ufficio del Consiglio di fondazione. Nel Consiglio di fondazione del GICHD la Svizzera può nominare due persone che, secondo gli statuti, sono elette alla carica di segretario o di tesoriere e/o di delegato all'Ufficio del Consiglio di fondazione. Anche in questo caso, la Svizzera ha diritto a presentare una proposta per la presidenza del Consiglio di fondazione. Infine, nel Consiglio di fondazione del DCAF la Svizzera è rappresentata almeno da tre rappresentanti. Il Cantone di Ginevra può inoltre nominare da solo due membri del Consiglio di fondazione. Conformemente agli statuti, la presidenza e il segretariato sono assunti da membri svizzeri; la Confederazione designa parimenti almeno uno dei membri dell'Ufficio del Consiglio di fondazione.

Il controllo finanziario dei tre Centri ginevrini è garantito dai rapporti di revisione annuali degli organi di revisione, approvati dal Consiglio di fondazione. In qualità di fondazioni, i tre Centri ginevrini sono tra l'altro sottoposti al controllo dei servizi del DFI incaricati della loro vigilanza; questi esaminano i rapporti annuali e finanziari quanto alla loro conformità con il diritto delle fondazioni.

Il DFAE (Divisione politica IV e DSC) conclude con ciascuno dei Centri contratti quadro pluriannuali e contratti di prestazioni annuali. I primi fissano il quadro generale di collaborazione, mentre i secondi precisano le prestazioni attese durante l'anno. Nell'ambito di questi contratti i tre Centri
ginevrini sono tenuti a presentare ogni semestre al DFAE, con copia al Comité de Pilotage, un rapporto di attività e ogni anno un rapporto finanziario sull'utilizzazione dei mezzi concessi dalla Confederazione.

3

Contenuto del decreto finanziario

3.1

Proposta del Consiglio federale

Per proseguire il sostegno dei tre Centri ginevrini, proponiamo per la terza volta un credito quadro. L'utilizzazione del credito è di competenza del DFAE (Divisione politica IV e DSC).

Il credito quadro, quale strumento di pianificazione e di gestione finanziaria, serve a garantire continuità e durata nell'adempimento dei compiti; oltre a facilitare la pianificazione a medio termine, permette al Parlamento di verificare regolarmente l'entità delle risorse da mettere a disposizione e l'orientamento strategico del loro impiego. Per poter contrarre impegni come quelli descritti nel presente messaggio, è

7238

necessario disporre di un credito d'impegno ai sensi dell'articolo 21 capoverso 1 della legge federale del 7 ottobre 200510 sulle finanze della Confederazione (LFC).

3.2

Volume del credito quadro

Le risorse sollecitate per il periodo 2012­2015 sono conformi alla pianificazione finanziaria attuale. Il credito quadro complessivo ammonta a 119,9 milioni di franchi (contro i 148 milioni di franchi stanziati nel periodo 2008­2011).

Nella pianificazione sono previsti i seguenti crediti di pagamento: ­

2012: 29,4 milioni di franchi

­

2013: 29,8 milioni di franchi

­

2014: 30,1 milioni di franchi

­

2015: 30,6 milioni di franchi

La media annuale equivale quindi a 29,97 milioni di franchi (contro i 37 milioni di franchi stanziati nel periodo 2008­2011).

La riduzione dell'importo complessivo rispetto all'ultimo credito quadro è dovuta principalmente alla riorganizzazione delle competenze e delle responsabilità della Confederazione in questo settore. I fondi sollecitati nello stesso credito quadro per il Centro di ricerca in materia di politica di sicurezza del Politecnico federale di Zurigo e i progetti di cooperazione del DDPS (complessivamente 28,4 milioni di franchi stanziati per il periodo 2008­2011) sono richiesti separatamente. Inoltre, conformemente al programma di consolidamento 2012­2013 della Confederazione sono state adottate a tutti i livelli dell'Amministrazione misure di sgravio delle finanze della Confederazione.

Il credito quadro comprende ora i salari dei tre direttori dei Centri ginevrini. Nel periodo 2008­2011 i tre direttori erano distaccati dal DFAE e dal DDPS. Gli stipendi e le spese sono stati finanziati per mezzo dei crediti per il personale della Confederazione (nel 2011 esclusivamente per mezzo dei crediti del DFAE). Il trasferimento di fondi dai crediti per il personale della Confederazione al credito quadro dei Centri ginevrini permette di rendere più trasparente il contributo della Confederazione ai Centri ginevrini. Il conseguente lieve aumento del credito quadro viene compensato internamente dalla riduzione dei crediti per il personale. Questa compensazione permette di rispettare il piano finanziario.

Il contributo centrale al DCAF include ancora un contributo supplementare di 150 000 franchi all'anno per il relativo gruppo di consulenti (International Security Sector Advisory Team, ISSAT). In passato questo sostegno avveniva sotto forma di progetto bilaterale della DSC; ora il sostegno viene inserito nel contributo centrale per migliorare la trasparenza dei flussi finanziari e semplificare i processi amministrativi. Il conseguente aumento del credito quadro viene compensato interamente da una riduzione dell'attuale credito della DSC. Questa compensazione permette di rispettare il piano finanziario.

10

RS 611.0

7239

Per contro, il credito quadro non comprende i mezzi per la partecipazione della Confederazione al trasloco dei tre Centri ginevrini nella futura Maison de la Paix.

Tale partecipazione verrà esaminata al momento opportuno (cfr. n. 2.5).

3.3

Unità amministrative competenti

Conformemente all'articolo 57 capoverso 4 LFC un progetto è finanziato da una sola unità amministrativa. Il Consiglio federale può prevedere eccezioni: nel presente caso (proseguimento del finanziamento dei tre Centri ginevrini) sono interessate la Direzione politica e la DSC.

3.4

Durata del credito di programma

La durata del credito quadro è di quattro anni (2012­2015) e coincide con la durata di una legislatura. Tale durata garantisce che l'impegno della Confederazione sia sottoposto a una scrupolosa verifica parlamentare almeno una volta nel corso della legislatura. I crediti budgetari necessari sono sollecitati nell'ambito del relativo preventivo annuale della Confederazione.

3.5

Ripartizione degli impegni a carico del credito quadro

La specificazione più dettagliata dei singoli crediti d'impegno spetta al nostro Collegio. È prevista la seguente ripartizione tra i tre Centri ginevrini, fatta salva una certa flessibilità per poter tenere conto delle mutevoli esigenze: Contributo della Confederazione 2012­2015

GCSP GICHD DCAF

39,0 milioni di franchi* 36,2 milioni di franchi 44,7 milioni di franchi

Totale

119,9 milioni di franchi

*

Il 15 per cento circa del contributo della Confederazione al GCSP è destinato alle prestazioni che il GCSP fornisce a favore degli altri due Centri su mandato della Confederazione. Si tratta in primo luogo di prestazioni informatiche e di comunicazione, sia sotto forma di infrastruttura sia di compiti di supporto.

Il sistema di incentivi che prevedeva dal 2008 al 2011 oltre il 5 per cento dei sussidi federali a favore esclusivamente di progetti con un finanziamento esterno del 50 per cento minimo, non viene proseguito. Tutti e tre i Centri hanno diversificato la loro base di finanziamento e continueranno a farlo anche in futuro. Al contempo, nei prossimi anni le quote di finanziamento esterno non potranno aumentare nella stessa misura applicata finora a causa delle conseguenze della crisi finanziaria. Affinché nell'ambito del programma di consolidamento 2012­2013 non influenzino il contributo centrale della Svizzera ai Centri ginevrini, gli ulteriori tagli saranno in parte 7240

ammortizzati dalla soppressione del sistema di incentivi e dall'ingente investimento supplementare che comportava.

4

Ripercussioni

4.1

Ripercussioni per la Confederazione

Con il presente progetto viene chiesto alle Camere federali per il periodo 2012­2015 un credito quadro pari a un massimo di 119,9 milioni di franchi per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini (cfr. n. 3). I risparmi previsti nel programma di consolidamento 2012­2013 sono interamente realizzati. Inoltre, il progetto non ha ripercussioni finanziarie per la Confederazione.

La responsabilità dell'attuazione del sostegno spetta alla Divisione politica IV e alla DSC. In materia di personale, il credito quadro sollecitato non ha alcuna ripercussione per l'Amministrazione federale.

4.2

Ripercussioni per i Cantoni e i Comuni

L'esecuzione del decreto federale proposto incombe esclusivamente alla Confederazione e non comporta alcun onere per i Cantoni e i Comuni.

Il sostegno della Confederazione ai tre Centri ginevrini rafforza indirettamente la Ginevra internazionale e umanitaria e ne aumenta l'attrattiva. Anche nell'ambito accademico sono prevedibili effetti positivi, in particolare grazie alla messa in rete delle conoscenze degli esperti nonché alla ricerca e alla formazione comuni.

4.3

Ripercussioni per l'economia

A prescindere dal rafforzamento della Ginevra internazionale e umanitaria, l'esecuzione del decreto federale proposto non ha alcuna ripercussione significativa sull'economia.

5

Rapporto con il programma di legislatura

Il presente messaggio è annunciato nel rapporto del 23 gennaio 200811 sul programma di legislatura 2007­2011.

11

FF 2008 597

7241

6

Aspetti giuridici

6.1

Costituzionalità, legalità e forma dell'atto

Il decreto federale proposto si basa sull'articolo 167 Cost., giusta il quale la competenza in materia di preventivo spetta all'Assemblea federale, sull'articolo 4 della legge federale del 19 dicembre 200312 su misure di promozione civile della pace e di rafforzamento dei diritti dell'uomo nonché sull'articolo 9 capoverso 1 della legge federale del 19 marzo 197613 sulla cooperazione allo sviluppo e l'aiuto umanitario internazionali, secondo il quale i mezzi per finanziare queste misure sono concessi sotto forma di crediti quadro pluriennali. Considerato il suo carattere finanziario, il decreto deve avere la forma di decreto federale semplice, conformemente all'articolo 25 capoverso 2 della legge del 13 dicembre 200214 sul Parlamento.

6.2

Subordinazione al freno alle spese

Secondo l'articolo 159 capoverso 3 lettera b Cost. i crediti d'impegno implicanti nuove spese uniche di oltre 20 milioni di franchi richiedono il consenso della maggioranza di tutti i membri di ciascuna Camera.

12 13 14

RS 193.9 RS 974.0 RS 171.10

7242

Allegato

Rapporto sull'attività dei Centri ginevrini 2008­2011 Qui di seguito è fornita una panoramica delle attività dei tre Centri ginevrini negli anni 2008­2011. Considerata la riorganizzazione delle competenze e delle responsabilità della Confederazione in questo settore, il Centro di ricerca in materia di politica di sicurezza del Politecnico federale di Zurigo e i progetti di cooperazione del DDPS non vengono più finanziati con il presente credito quadro. Le loro attività durante il periodo del credito quadro verranno trattate in un messaggio separato che il Consiglio federale sottoporrà prossimamente alle Camere federali. Il credito quadro 2008­2011 è stato interamente utilizzato.

Centro ginevrino per la politica di sicurezza (GCSP) Sin dall'inizio dell'attuale credito quadro il Centro ginevrino di politica di sicurezza (Geneva Centre for Security Policy, GCSP) ha costantemente intensificato il suo assetto globale. Difatti, nel 2009 ha integrato nel Consiglio di fondazione per la prima volta un Paese africano, il Marocco. Il consiglio scientifico del GCSP è stato riorganizzato e ora comprende anche i rappresentanti dell'economia privata nonché gli istituti partner internazionali specifici.

I corsi principali offerti dal GCSP sono tre: l'International Training Course in Security Policy (ITC), formazione di nove mesi che fornisce un'ampia introduzione alla politica di sicurezza, l'European Security Policy Training Course (ETC), formazione di tre mesi che tratta la politica di sicurezza europea e transatlantica e il New Issues in Security Policy Course (NISC), formazione di tre mesi che verte sulle nuove sfide globali della politica di sicurezza. Tra il 2007 e il 2010 all'ITC era iscritta una media di 30 persone provenienti da 26 Paesi, all'ETC 28 persone provenienti da 23 Paesi e al NISC 27 persone provenienti da 24 Paesi. In tutti e tre i corsi la provenienza dei partecipanti si è allargata al di là dell'area euroatlantica estendendosi sino all'Africa e all'Asia. Questa diversificazione si nota anche a livello tecnico e professionale; difatti i partecipanti lavorano non solo nei ministeri quali affari esteri, difesa, giustizia e interni, ma anche nelle organizzazioni internazionali e nelle organizzazioni non governative.

Dopo l'accreditamento del programma di master dei corsi ITC e ETC da parte
dell'Università di Ginevra, il GCSP prosegue la procedura di accreditamento per permettere il riconoscimento universitario dei suoi corsi basati sulla pratica. Negli anni 2007­2010 in media 19 persone all'anno hanno seguito il corso per il programma di master di ITC. Nello stesso periodo sei persone hanno ottenuto il certificato ETC riconosciuto a livello universitario. Il GCSP mira, oltre al riconoscimento delle sue formazioni nell'ambito della procedura di Bologna, a far certificare dalle istituzioni internazionali riconosciute anche corsi e moduli più brevi.

Il GCSP dispone di una rete mondiale di oltre 1000 ex corsisti, gran parte dei quali occupano posti dirigenziali (ambasciatori, direttori, alti ufficiali, ecc.) in amministrazioni nazionali, eserciti, organizzazioni internazionali e nella società civile.

Questa rete non è importante solo per lo stesso GCSP, ma anche per tutti gli ex corsisti provenienti dalla Svizzera. Questo facilita la collaborazione costruttiva e snella tra gli attori chiave provenienti dalle diverse regioni del mondo nelle questioni legate alla politica di pace e di sicurezza.

7243

Mediante varie borse studio, il GCSP permette, in virtù del mandato che gli è conferito, a persone provenienti da Paesi economicamente deboli di partecipare alle sue formazioni e ai suoi corsi. Oltre agli Stati del PPP, hanno potuto beneficiare di queste borse studio anche i corsisti di Paesi provenienti dal bacino del Mediterraneo, dall'Africa, dall'Asia e dal Medio ed Estremo Oriente. Il GCSP ha creato un fondo per queste borse studio (Global Scholarship Fund), che consente ai membri del Consiglio di fondazione di promuovere in modo mirato, in funzione delle priorità fissate, la partecipazione di rappresentanti provenienti da Paesi economicamente deboli. La Danimarca ha così offerto il suo sostegno a partecipanti serbi, la Polonia a partecipanti iracheni, la Finlandia a partecipanti afghani e l'Ungheria a partecipanti originari della Bosnia-Erzegovina e della Serbia.

L'offerta di corsi di breve durata è stata ampliata e permette ora una formazione su misura a gruppi specifici in un lasso di tempo limitato (fino a tre settimane). Negli anni 2007­2010 sono stati effettuati in media all'anno 23 corsi di breve durata a cui si sono iscritte circa 540 persone. I corsi sono stati offerti a Ginevra o direttamente sul posto con il sostegno di organizzazioni partner locali, ad esempio ad Amman, Bamako, Bishkek, Bruxelles, Dakar e New York. Nel 2009 l'onere finanziario per i corsi di breve durata ammontava a circa 680 000 franchi, il cui 77 per cento non è finanziato dal budget principale, ma direttamente dal committente.

All'inizio del 2010 il GCSP ha ristrutturato i suoi programmi aggiungendone sei nuovi a quello sulla globalizzazione: «Sicurezza internazionale», «Sicurezza euroatlantica», «Nuovi temi della politica di sicurezza », «Cooperazione civile-militare», «Ricerca sui conflitti e consolidamento della pace» nonché «Sicurezza e diritto».

Questa ristrutturazione tematica permette al GCSP di consolidare la sua reputazione internazionale.

Oltre a brevi allenamenti di impiego destinati al Pool svizzero di esperti per la promozione civile della pace (Swiss Peacebuilding Training Course), il GCSP organizza ogni anno corsi per i quadri nel settore del consolidamento della pace (Senior-level Peacebuilding Course). Organizza inoltre corsi di introduzione annuali in materia di politica di pace e di
sicurezza destinati ai futuri diplomatici svizzeri.

Anche per l'esercito svizzero il GCSP ha offerto corsi su misura sulla politica di sicurezza internazionale, ad esempio il corso annuale per alti ufficiali dell'esercito svizzero (formazione complementare 2). Il GCSP apporta così un contributo alla formazione di ufficiali e di sottufficiali svizzeri in materia di politica di sicurezza. In qualità di centro nazionale di formazione e di competenze certificato del PPP, il GCSP fornisce anche prestazioni facenti parte del contributo ufficiale della Svizzera al PPP.

Il GCSP ha organizzato una moltitudine di manifestazioni pubbliche allo scopo di intensificare il dialogo sui temi della promozione della pace e della politica di sicurezza. Negli ultimi anni il GCSP ha avuto tra i suoi conferenzieri numerose personalità. Questi eventi hanno anche permesso al GCSP di presentare le sue attività a un vasto pubblico e di potenziare la sua rete dei contatti.

Parallelamente il GCSP sostiene dialoghi e inchieste su argomenti politicamente sensibili. Alcune discussioni sono state organizzate in collaborazione con il DFAE e hanno apportato un valore aggiunto diretto alla politica estera svizzera dando accesso ad attori chiave e ad esperti. Nel 2009 la gestione della sicurezza (Security Management Initiative, SMI), lanciata nel 2004 nell'ambito del programma di Harvard Humanitarian Policy and Conflict Research (HPCR), è stata ripresa dal 7244

GCSP. La SMI tratta le molteplici sfide legate alla sicurezza delle missioni e dei programmi umanitari. Il GCSP ha lanciato la Geneva Peacebuilding Platform, una piattaforma di successo che crea nell'ambito del consolidamento della pace un legame importante tra le città dell'ONU, Ginevra e New York. Infine, il Centro ha accolto la missione d'inchiesta internazionale indipendente sul conflitto in Georgia, ospitandone la sede da dicembre 2008 a settembre 2009.

Oltre alla formazione, il GCSP continua infine anche l'attività di approfondimento di conoscenze e realizza progetti di ricerca di interesse politico generale che confluiscono nelle attività didattiche del Centro. L'accento è posto sull'architettura di sicurezza europea, le nuove sfide e i nuovi pericoli nella politica di sicurezza, le relazioni transatlantiche e i rapporti di vicinato dell'Europa. Dal 2008 pubblica la serie Geneva Papers, che tratta temi di attualità sulla politica di promozione della pace e sulla politica di sicurezza.

Il GCSP impiega 57 persone15 e dispone di un budget annuale di circa 11,1 milioni di franchi16. Negli anni 2008­2010 il Centro ha potuto reperire ulteriori fonti di finanziamento, con cui ha realizzato una serie di nuovi progetti. La Svizzera eroga ogni anno circa 9,2 milioni di franchi, assumendosi così gran parte del finanziamento, pari all83 per cento circa del budget complessivo del GCSP17. Questo contributo centrale serve principalmente a coprire i costi fissi per i corsi (inclusi l'infrastruttura e il corpo insegnante), il materiale didattico e le borse studio che la Svizzera mette a disposizione dei partecipanti provenienti da Paesi finanziariamente deboli nonché da Paesi prioritari della cooperazione svizzera allo sviluppo e della politica di pace e di sicurezza.

La Svizzera assicura che la rilevanza, l'efficacia e l'efficienza dei lavori e delle strutture del GCSP vengano valutate da esterni almeno ogni quattro anni. I risultati dell'ultima valutazione sono stati presentati al Consiglio di fondazione nel 2010. Il rapporto di valutazione giunge alla conclusione che le attività e la strategia del GCSP sono pertinenti ed efficienti. Sottolinea inoltre che nel suo ambito di attività il GCSP benefici di un vantaggio comparativo eccezionale grazie al suo statuto di attore indipendente basato a Ginevra. Il
valutatore raccomanda al GCSP, tra l'altro, di diversificare il suo finanziamento, di esaminare l'offerta di tre corsi principali separati e di sviluppare una strategia per le attività di ricerca. Il GCSP ha preso atto di queste e di altre raccomandazioni di cui terrà conto nell'ambito delle sue attività e dello sviluppo della strategia del Centro.

15 16 17

Esclusivamente per il personale impiegato direttamente dal GCSP, senza i distaccamenti.

Stato secondo il conto annuale 2009.

Stato secondo il conto annuale 2009. Questo calcolo non comprende le pigioni, le spese per l'informatica e il salario del direttore, direttamente accreditati dalla Confederazione e non computati nel budget del GCSP.

7245

Esempi di collaborazione tra il DFAE e il GCSP nei processi di dialogo in materia di politica di sicurezza e nei corsi sulla promozione civile della pace Il GCSP offre alla Svizzera una rete mondiale, una piattaforma di dialogo e l'accesso a competenze specialistiche importanti. Il cosiddetto processo di Gstaad, organizzato congiuntamente con il DFAE e il GCSP dal 2004, ne è un esempio. Questo incontro annuale sulla sicurezza euroatlantica e sul controllo internazionale dell'armamento riunisce i rappresentanti dei governi e delle università di Stati Uniti, Russia ed Europa in un'atmosfera di partenariato. Un ulteriore esempio è costituito dal gruppo di riflessione di Chambésy, considerato il dialogo formale tra rappresentanti delle organizzazioni internazionali, governi e università sullo sviluppo dell'architettura della sicurezza europea.

Nell'ambito della sua politica di pace nel continente africano la Svizzera sostiene la creazione di capacità regionali di consolidamento della pace. Collabora con l'Ecole de Maintien de la Paix (EMP) a Bamako, Mali. L'EMP forma il personale civile e militare per le missioni di pace dell'ONU e dell'Unione Africana.

Su suggerimento del DFAE, il GCSP ha sviluppato insieme allEMP corsi in francese e in inglese per migliorare le capacità civili di gestione di crisi nelle missioni africane di pace.

Al contempo il GCSP è un partner privilegiato per la formazione di esperti svizzeri inviati per impieghi di promozione della pace nelle organizzazioni multilaterali. Dal 2006 il DFAE incarica il GCSP di realizzare il Swiss Peacebuilding Training Course (SPTC), un corso di base di due settimane che offre una panoramica degli aspetti teorici e pratici della promozione della pace e combina competenze internazionali e nazionali. Il SPTC si basa su una simulazione che traspone i partecipanti in un contesto di dopo guerra.

Infine, su mandato del DFAE dal 2009 il GCSP organizza la formazione continua Senior Level Course on Peacebuilding (SLCP), indirizzata agli esperti svizzeri e internazionali che svolgono funzioni dirigenziali in un'istituzione pubblica o privata. Nel SLCP gli esperti approfondiscono la loro comprensione delle questioni strategiche e operative di promozione della pace e sperimentano efficaci strumenti di condotta.

Centro internazionale per lo sminamento
umanitario di Ginevra (GICHD) In qualità di centro di competenza internazionalmente riconosciuto, il Centro internazionale per lo sminamento a scopo umanitario di Ginevra (Geneva International Centre for Humanitarian Demining, GICHD) ha dato importanti contributi nei settori politico-giuridico e tecnico-operativo.

Dopo l'entrata in vigore della Convenzione del 18 settembre 199718 sul divieto dell'impiego, del deposito, della fabbricazione e del trasferimento delle mine antiuomo e sulla loro distruzione (Convenzione di Ottawa) nel 1999 sono stati compiuti progressi importanti nella lotta contro le mine antiuomo. Ciononostante sussistono ancora grandi sfide umanitarie, economiche e sociali, poiché oltre 80 Paesi sono tuttora afflitti dal problema delle mine antiuomo o dei residuati bellici esplosivi.

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Questi ordigni uccidono e mutilano ogni anno centinaia di migliaia di persone; le vittime devono servirsi di protesi o seguire misure di riabilitazione. Inoltre, anche dopo la fine di un conflitto armato le mine antiuomo e gli altri residui bellici compromettono la ricostruzione e la ripresa economica, in particolare nelle zone rurali.

Se, da una parte, l'impiego delle mine antiuomo è stato proscritto con successo e oltre tre quarti di tutti gli Stati hanno aderito alla Convenzione di Ottawa, dall'altra, diverse grandi potenze non sono ancora disposte a vietare completamente le mine.

Più di 30 Stati non hanno firmato la Convenzione di Ottawa e possiedono ancora oltre 160 milioni di mine antiuomo.

Il GICHD ospita l'ISU, organizzazione incaricata di sostenere gli Stati firmatari dell'attuazione della Convenzione di Ottawa. L'ISU funge de facto da segreteria della Convezione di Ottawa ed è finanziata da contributi volontari. Dal canto suo, il GICHD apporta sostegno logistico. Assiste inoltre il presidente della Convenzione, gli altri organi direttivi e gli Stati firmatari nell'attuazione della Convenzione. Negli ultimi anni si è occupata soprattutto delle domande di proroga delle scadenze di distruzione previste dalla Convenzione (dieci anni). Ha anche accompagnato la realizzazione di piani di azione nazionali di aiuto alle vittime. L'ISU ha tratto grande profitto dalle competenze specialistiche e dalla rete del GICHD e beneficia parimenti del suo sostegno nel Capacity Building.

Parallelamente al suo impegno nella Convenzione di Ottawa, il GICHD ha preso parte allo sviluppo e all'attuazione di altri strumenti di diritto internazionale. Ha difatti prestato consulenza tecnica nell'ambito del Protocollo V allegato alla Convenzione del 10 ottobre 198019 sul divieto o la limitazione dell'impiego di talune armi classiche che possono essere ritenute capaci di causare effetti traumatici eccessivi o di colpire in modo indiscriminato (Convention on Conventional Weapons, CCW) e dal 2007 su mandato degli Stati partner gestisce il loro programma di sponsoring al fine di potenziare la partecipazione dei Paesi finanziariamente deboli nel processo di sviluppo della Convenzione. Sin dalla sua fondazione, il GICHD accompagna inoltre il cosiddetto processo di Oslo, che nel dicembre 2008 si è tradotto nella firma
della Convenzione sulle armi a submunizioni (Convention on Cluster Munitions, CCM).

In molti Paesi le munizioni custodite senza manuntezione e immagazzinate in modo inadeguato rappresentano un grande pericolo per la popolazione e l'ambiente. Nel quinto protocollo della CCW sui residuati bellici esplosivi il GICHD ha offerto il suo supporto a diversi Paesi che desiderano prendere misure preventive in questo settore.

Il GICHD ha offerto prestazioni importanti e durature per la costituzione di capacità (Capacity Building) e ha messo a disposizione le sue competenze specialistiche a oltre 50 Paesi afflitti dal problema delle mine, in particolare l'Afghanistan, l'Angola e la Cambogia. In collaborazione con gli Stati interessati il GICHD ha sviluppato strategie per distruggere le mine antiuomo e gli altri residuati bellici esplosivi e accompagnato la loro realizzato efficace e a basso costo. Ha ad esempio appoggiato le autorità cambogiane nel preparare una strategia esauriente di lotta contro le mine per il prossimo decennio, anche a livello della consulenza nazionale e internazionale.

Viste le sue competenze specialistiche pluriennali, il GICHD è stato più volte incaricato da diversi governi e organizzazioni internazionali di valutare i programmi e i 19

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progetti in questo ambito. La Commissione europea ad esempio ha incaricato il GICHD di verificare la sua strategia antimine su quattro continenti quanto alla sua efficacia. Laddove possibile, il GICHD ha reso pubblici i rapporti di valutazione corrispondenti e ha sostenuto i governi nazionali nello sviluppare proprie capacità di valutazione.

Lo sminamento è effettuato perlopiù manualmente, con macchine o con l'aiuto di animali. Il GICHD ha consigliato agli Stati interessati di ricorrere, a seconda delle peculiarità locali, a tecniche adeguate per lo sminamento e la distruzione di mine e di altri residuati bellici esplosivi. In Afghanistan ad esempio il GICHD ha notevolmente contribuito alla creazione di un centro di formazione e di accreditamento per cani sminatori. Ha inoltre partecipato allo sviluppo e ai test di nuovi detector e strumenti di sminamento. L'implementazione e la standardizzazione dei metodi di classificazione delle zone sicure e sminate costituisce una priorità per il GICHD. Si tratta in questo caso di evitare di utilizzare risorse costose per sminare per errore zone non interessate.

Per registrare e comunicare il luogo e le dimensioni delle superfici disseminate di mine e delle zone già sminate, il GICHD ha sviluppato un sistema di gestione dell'informazione (Information Management System for Mine Action, IMSMA) che permette di collegare i dati a disposizione: foto satellitari e piantine, dati sulle zone minate, numero e luogo degli incidenti con mine o residuati bellici esplosivi nonché luogo delle infrastrutture critiche quali scuole o sistemi di irrigazione. L'IMSMA, che si è affermato come standard in circa 50 Paesi o programmi, costituisce un importante strumento di pianificazione nazionale e locale e uno strumento di coordinamento tra le organizzazioni e le autorità nazionali coinvolte. Il GICHD ha adeguato lIMSMA agli ultimi sviluppi della pratica e del settore informatico, ha installato e aggiornato il sistema in decine di posti nonché ha organizzato le formazioni corrispondenti.

Per tutto il periodo del rapporto e su incarico dell'ONU, il GICHD ha inoltre coordinato l'elaborazione e l'attuazione degli standard mondiali anti-mine (International Mine Action Standards, IMAS). Gli IMAS rappresentano un quadro esauriente e orientato alla pratica della lotta contro le mine
antiuomo. Lo stesso GICHD ha sviluppato la maggior parte degli standard e li ha adeguati agli ultimi sviluppi tenendo conto più che mai delle necessità specifiche dei generi. Nei limiti dei mezzi disponibili il GICHD ha provveduto alla traduzione degli IMAS in arabo, cinese, francese, russo e spagnolo.

Il GICHD attribuisce particolare importanza alla diffusione quanto più vasta delle sue conoscenze specialistiche grazie alla pubblicazione di manuali e alle formazioni nelle regioni interessate e presso i partner. Vi si aggiungono anche diverse pubblicazioni tradotte nelle principali lingue locali. In collaborazione con la Francia, l'Organizzazione internazionale della francofonia e un centro di formazione in Benin, si è altamente impegnato a favore di programmi francofoni anti-mine in Africa, ad esempio, costituendo una banca dati elettronica (Bibliomines) che consta di oltre 2000 documenti. Ha infine intensificato lo scambio di esperienze con seminari regionali.

Per migliorare la rete ed estendere il sostegno internazionale, il Consiglio di fondazione del GICHD è stato ampliato. La Commissione consultiva ha inoltre ricevuto direttive rielaborate. La collaborazione tra gli Stati partner e l'UN Mine Action Team è stata tra l'altro potenziata grazie all'aumento degli incontri bilaterali, sul posto e a 7248

Ginevra. Infine, il GICHD accoglie annualmente un incontro dei consulenti dell'ONU e dei direttori nazionali di programma di lotta contro le mine antiuomo, incontro al quale partecipano anche altre organizzazioni internazionali e Paesi finanziatori. Si tratta dell'evento internazionale più importante sul piano operativo, che completa le conferenze politiche e giuridiche nell'ambito della Convenzione di Ottawa, della CCW e della CCM.

Il GICHD impiega 41 persone20 e dispone di un budget annuale di circa 13,2 milioni di franchi21. Negli anni 2008­2010 hanno potuto essere ottenuti i fondi provenienti da terzi che permettono la realizzazione di una serie di progetti. La Svizzera eroga ogni anno quasi 8,6 milioni di franchi, assumendosi pertanto gran parte del finanziamento, pari al 65 per cento circa del budget complessivo del GICHD22. Questo contributo serve a finanziare i settori della ricerca, della consulenza e dello sviluppo di standard nonché a coprire i costi di esercizio generali.

La Svizzera garantisce che almeno ogni quattro anni la pertinenza e l'efficienza dei lavori e delle strutture del GICHD vengano valutate da periti esterni. I risultati dell'ultima valutazione sono stati presentati al Consiglio di fondazione nel 2010. Il rapporto di valutazione giunge alla conclusione che le attività e la strategia del GICHD sono pertinenti ed efficienti e che il Centro fornisce un contributo importante alla lotta contro le mine antiuomo e gli altri residuati bellici esplosivi. I valutatori raccomandano al GICHD, tra l'altro, di analizzare sistematicamente il proprio ambiente di lavoro, di integrare più esperti tecnici provenienti dai Paesi interessati e di prendere diverse misure in materia di gestione delle conoscenze e di coordinamento.

Il GICHD ha preso atto di queste e di altre raccomandazioni e ne terrà conto nell'ambito delle sue attività e nell'ulteriore sviluppo della sua strategia.

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Esclusivamente per il personale impiegato direttamente dal GICHD, senza i distaccamenti. Ulteriori 8 persone sono impiegate presso l'ISU dell'APMBC e sono finanziate dal relativo Trust-Fund e dai contributi dell'UE e del GICHD.

Stato secondo il conto annuale 2009.

Stato secondo il conto annuale 2009. Se si considera il riporto del saldo positivo dell'anno precedente, questa parte corrisponde soltanto al 56 per cento. Questo calcolo non comprende Le pigioni, le spese per l'informatica e il salario del direttore, direttamente accreditati dalla Confederazione e non computati nel budget del GICHD.

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Esempi di collaborazione tra il DDPS e il GICHD nell'offerta di corsi Il GICHD collabora strettamente con il DDPS. Organizza infatti insieme all'Esercito svizzero corsi basati sulla pratica per rappresentanti degli Stati provenienti dai Paesi interessati dal problema delle mine, dei Paesi finanziatori e delle organizzazioni internazionali.

Il Centro forma ufficiali, diplomatici e rappresentanti delle organizzazioni della società civile sui principi dello sminamento a scopo umanitario. I partecipanti considerano la trasmissione di conoscenze giuridiche e tecniche efficace ed utile.

I corsi organizzati congiuntamente permettono tra l'altro di formare specialisti all'uso del sistema di gestione dell'informazione IMSMA, sviluppato dal GICHD e impiegato in tutto il mondo. Questo consente agli specialisti di truppe internazionali per la pace di registrare sistematicamente nel sistema le zone minate e quelle sminate, di scambiare importanti informazioni e di pianificare azioni di sminamento.

Infine, il GICHD e il DDPS propongono sin d'ora corsi che mirano a migliorare la valutazione dei programmi anti-mine. I partecipanti dei settori civile e militare imparano come usare in modo più mirato e interpretare le valutazioni in questo ambito al fine di potenziare l'efficienza e l'efficacia dei programmi corrispondenti nonché di garantirne la sostenibilità e l'influenza positiva sulla ricostruzione e lo sviluppo.

Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF) Nel periodo in rassegna il Centro per il controllo democratico delle forze armate (Geneva Centre for the Democratic Control of Armed Forces, DCAF) ha realizzato ogni anno circa 200­300 progetti sul posto, diventando così il centro leader nelle conoscenze specialistiche per la riforma e il buon governo nel settore della sicurezza (Security Sector Reform and Governance, SSR/G). Ha quindi fornito un contributo importante per il miglioramento della sicurezza umana e potenziato le condizioni quadro per la democrazia, lo Stato di diritto e lo sviluppo socio-economico.

Il DCAF ha offerto sostegno e consulenza a numerosi Stati e attori internazionali nel settore dell'elaborazione e dell'attuazione di strategie solide. Ha ad esempio contribuito in larga misura all'attualizzazione della strategia dell'ONU in questo settore.

Da quando ha appoggiato
la presidenza slovacca del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che è riuscita a elaborare nel febbraio 2007 una Presidental Resolution in merito all'impiego dell'ONU in questo ambito, il DCAF ha sempre accompagnato il processo dell'ONU. Ha soprattutto collaborato alla stesura del rapporto del segretario generale dell'ONU sulla riforma del settore della sicurezza e sostenuto azioni regionali con conferenze a Città del capo (per l'Africa), Buenos Aires (per l'America latina) e Giacarta (per l'Asia). Oggi il DCAF è nel settore SSR/G il principale partner dell'ONU e delle sue sotto-organizzazioni e riceve regolarmente mandati importanti. L'ONU è rappresentata, in qualità di osservatrice nelle strutture di direzione del DCAF, dal DPKO, dal DPA e dall'UNDP.

Dal canto suo, l'UE (Consiglio e Commissione) ha incaricato il DCAF di elaborare la sua strategia nel settore SSR/G. Il Consiglio e la Commissione sono anch'essi rappresentati in qualità di osservatori nelle strutture di direzione del Centro. Il 7250

DCAF lavora parimenti in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e il Consiglio d'Europa, che gli attribuisce regolarmente mandati specifici.

Il Centro ha sostenuto la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Economic Community of West African States, ECOWAS) nello sviluppo di un codice di condotta per tutto il settore della sicurezza. Ha anche assunto compiti concettuali per l'Unione africana e per partner regionali e subregionali africani.

Infine, il Centro ha notevolmente contributo anche all'elaborazione della strategia e dei principi di attuazione del Comitato di aiuto allo sviluppo dell'OCSE-CAS nel settore SSR/G. Quattordici Stati membri dell'OCSE si sono riuniti con l'ONU, l'UE e l'Unione africana per creare nell'ambito del DCAF uno strumento flessibile di attuazione delle loro strategie: l'International Security Sector Advisory Team (ISSAT). L'ISSAT raggruppa più di una dozzina di specialisti permanenti del DCAF e un pool, in rapida crescita, di specialisti internazionali di una cinquantina di persone. Gli specialisti dell'ISSAT eseguono sul posto anche missioni di valutazione e monitoraggio, avviano programmi di promozione delle competenze, organizzano seminari Train-the-Trainers e sostengono lo sviluppo strategico in materia di SSR/G nei Paesi che si trovano in situazione di conflitti e di fragilità. LISSAT riceve ogni anni circa 50 mandati per missioni in tutto il mondo.

Nel periodo del credito quadro il DCAF ha pubblicato circa 20 libri e dozzine di studi grazie ai suoi lavori di ricerca e di analisi basati sulla pratica. Le pubblicazioni del DCAF si rivolgono a un pubblico ben definito, spesso parlamentari, ministri, funzionari ministeriali, membri del settore della sicurezza, alti rappresentanti di organizzazioni internazionali e opinionisti della società civile. Sovente le pubblicazioni vengono redatte in collaborazione con questo pubblico, poi presentate e discusse durante brevi seminari. La collana del DCAF «Yearly Book», conosciuta a livello internazionale, tratta regolarmente nuovi temi e soluzioni, quali la problematica delle società private di sicurezza, la Cyber Security, la lotta contro la corruzione nelle strutture di sicurezza o il lavoro di polizia basato sull'informazione. Il Centro ha inoltre redatto all'attenzione dei decisori manuali inerenti
diverse tematiche: dal controllo parlamentare dei servizi di informazione alle direttive sulle questioni di genere. Le pubblicazioni del DCAF sono state già tradotte in circa 45 lingue.

I progetti del DCAF beneficiano di un sostegno sempre più ampio proveniente da programmi pluriennali finanziati da diversi Stati. Tra i mandati più estesi del DCAF si annoverano le attività nel settore della polizia e della polizia di confine, in particolare nell'Europa sudorientale, nell'Asia centrale e in alcune regioni del mondo arabo. Nel periodo del credito questo programma del Centro ha compreso per i Balcani occidentali circa 50 seminari all'anno ai quali hanno partecipato i più alti rappresentanti e i più importanti specialisti della regione, permettendo così di armonizzare e adeguare le legislazioni nazionali, di migliorare l'interoperabilità, di approfondire la collaborazione nei settori della formazione e dell'analisi dei rischi e delle operazioni, ma anche di armonizzare e modernizzare le strutture nazionali. Il programma deve permettere di lottare in modo mirato contro il crimine organizzato nella regione e di aiutare gli Stati a soddisfare i criteri dello spazio Schengen entro il 2012.

Inoltre alla vigilanza del DCAF è sottoposto anche il segretariato della Convenzione di Vienna per la cooperazione in materia di polizia nell'Europa del Sud, di cui fanno parte otto Stati della regione, e altri Paesi dovranno presto aderire. La Convenzione prevede un'ampia collaborazione di polizia che si ispira a Schengen e agli estesi 7251

accordi bilaterali di cooperazione tra gli Stati europei. Essa permette ai suoi Stati membri una cooperazione di polizia corrispondente agli elevati standard europei.

Nell'ambito del processo di attuazione della Convenzione, il DCAF ha sostenuto ogni anno oltre 20 incontri e seminari. Ha anche assistito il segretariato del South East European Police Chiefs Association e in questo ambito, con l'appoggio del Canada e della Norvegia, a programmi regionali per il lavoro di polizia basato sull'informazione e la lotta contro la corruzione.

Un altro punto principale dell'attività operativa del Centro è il sostegno del lavoro parlamentare. In più Paesi il DCAF ha proposto seminari specialistici e formazioni continue ai parlamentari nonché messo a disposizione le competenze nella redazione e nella valutazione di emendamenti legislativi. Ha creato e finanziato in tutti i Paesi dell'Europa del Sud posti di esperti politici presso i servizi parlamentari e formato personale corrispondente.

Su mandato del DFAE e in stretta collaborazione con il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) il DCAF ha ampiamente contribuito all'elaborazione della cosiddetta Swiss Initiative. Questo processo ha come obiettivo prioritario di migliorare il rispetto delle norme del diritto internazionale umanitario e dei diritti dell'uomo da parte di società militari e società di sicurezza private. Inoltre, il «documento di Montreux» ha ricordato alla comunità internazionale gli impegni di diritto internazionale pubblico da adempiere in materia di impiego di società militari e di sicurezza privati nei conflitti armati. Con la dichiarazione di Nyon le associazioni mantello delle dette società si sono impegnate a sostenere questo processo e si sono dichiarate disposte a elaborare un codice di condotta per tutto il settore.

Infine il DCAF ha sostenuto in diversi modi la creazione di competenze in materia di SSR/G e il miglioramento delle capacità di ombudsman. Ha accompagnato il processo di transizione di varie giovani democrazie (segnatamente nell'ex Unione sovietica e in Africa) e vari processi di pace (ad es. in Nepal).

Il Centro ha concentrato il suo operato soprattutto sull'integrazione di temi trasversali. È soprattutto leader mondiale per quanto concerne le questioni di genere nell'ambito della riforma del settore della
sicurezza. In questo settore ha anche creato una documentazione di base, alcuni Tool Kit e materiale didattico, oramai affermati in tutto il mondo come standard.

Il DCAF impiega in tutto il mondo 98 persone23 e dispone di un budget annuale di circa 30 milioni di franchi24. Negli anni 2008­2010 sono stati ottenuti notevoli mezzi finanziari supplementari provenienti da terzi che hanno permesso di sviluppare attività e realizzare una serie di nuovi progetti. La Svizzera eroga ogni anni circa 14 milioni di franchi per il finanziamento, pari al 48 per cento circa del budget complessivo del DCAF25. Questo contributo assicura al Centro una base solida e gli permette di raccogliere fondi di terzi per progetti specifici.

La Svizzera garantisce che la rilevanza, l'efficacia e l'efficienza dei lavori e delle strutture del DCAF vengano valutate almeno ogni quattro anni. I risultati dell'ultima valutazione sono stati presentati al Consiglio di fondazione nel 2010. Il rapporto di 23 24 25

Esclusivamente per il personale impiegato direttamente dal DCAF, senza i distaccamenti.

Stato secondo il conto annuale 2009, inclusi il saldo a nuovo, il salario del direttore e le prestazioni in natura.

Stato secondo il conto annuale 2009, inclusi il saldo a nuovo, il salario del direttore e le prestazioni in natura.

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valutazione giunge alla conclusione che le attività e la strategia del DCAF sono pertinenti ed efficienti. Sottolinea inoltre che l'offerta del Centro, che riunisce teoria e pratica, risponde a una domanda internazionale in aumento. Il numero crescente di mandati permette di aumentare costantemente i mezzi di terzi e di dotare il Centro di solide basi. Il valutatore ritiene che in futuro sarà particolarmente importante tenere conto della realtà del Public-Private-Partnerships nel settore della sicurezza e delle sue conseguenze per il buon governo. Raccomanda inoltre al DCAF di intensificare il rapporto con un'UE sempre più attiva nel settore SSR/G, di utilizzare in modo mirato le interfacce con gli attori dello sviluppo e di continuare a far concordare le sue divisioni analitiche e operative. Il DCAF ha preso atto delle raccomandazioni e ne terrà conto nell'ambito delle sue attività e nell'ulteriore sviluppo della sua strategia.

Esempi di impieghi dellInternational Security Sector Advisory Team Gli specialisti dellInternational Security Sector Advisory Team (ISSAT) effettuano ogni anno una cinquantina di missioni in tutto il mondo, su mandato di uno Stato o di un'organizzazione internazionale.

In Guinea lISSAT ha proceduto a una valutazione congiunta dell'ECOWAS, dell'ONU e dell'UE in materia di rischi per la sicurezza, necessità della popolazione e stato delle istituzioni giudiziarie e di sicurezza del Paese. Uno degli esperti giudiziari dell'ISSAT incaricato dall'UE ha individuato i problemi sul posto e definito più varianti per il sostegno internazionale della riforma giudiziaria in Guinea. Inoltre, l'ISSAT ha anche sviluppato delle Lessons learned volte a integrare efficacemente le questioni giudiziarie negli Assessment SSR/G. Oltre al sostegno operativo che offre in Africa occidentale, l'ISSAT ha anche potuto migliorare, per l'UE, le soluzioni e le metodologie disponibili in vista di future missioni.

Su domanda dell'agenzia di sviluppo del Regno Unito (UK Department for International Development, DFID) l'ISSAT ha messo a disposizione due esperti per il processo di verifica di un programma SSR/G pluriennale nel Sud del Sudan. L'obiettivo di questa missione era misurare l'effetto e i progressi del detto programma, adattarne gli obiettivi, individuare le sfide da affrontare e determinare le
diverse soluzioni disponibili. Si trattava soprattutto di garantire la coerenza e il coordinamento con altri programmi del DFID e di altre istituzioni finanziatrici. Infine, sono stati analizzati diversi temi chiave come la sicurezza dei referendum, la partecipazione locale e le questioni di genere. Gli esperti dell'ISSAT hanno svolto un ruolo critico nel processo di valutazione, al quale hanno fornito, in qualità di specialisti indipendenti, importanti competenze internazionali che hanno permesso di ottimizzare in modo duraturo il programma SSR/G in questa regione e di adattarlo alle necessità locali.

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