17.008 Rapporto sulla politica economica esterna 2016 e Messaggi concernenti accordi economici internazionali e Rapporto concernente le misure tariffali adottate nel 2016 dell'11 gennaio 2017

Onorevoli presidenti e consiglieri, visto l'articolo 10 della legge federale del 25 giugno 1982 sulle misure economiche esterne (RS 946.201; «legge»), vi sottoponiamo il presente rapporto e i suoi allegati (n. 10.1.1­10.1.3), di cui vi invitiamo a prendere atto (art. 10 cpv. 1 della legge).

Nel contempo, fondandoci sull'articolo 10 capoverso 3 della legge, vi sottoponiamo tre messaggi e altrettanti disegni di decreti federali concernenti l'approvazione di accordi economici internazionali. Vi proponiamo di approvare: ­

l'Accordo di libero scambio del 28 aprile 2016 tra gli Stati dell'AELS e le Filippine (n. 10.2.1);

­

l'Accordo commerciale del 24 maggio 2005 tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Islamica dell'Iran (n. 10.2.2);

­

la Dichiarazione ministeriale del 16 dicembre 2015 sull'ampliamento del commercio dei prodotti delle tecnologie dell'informazione (ATI II) e le modifiche della Lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti delle tecnologie dell'informazione (n. 10.2.3).

Inoltre, in applicazione dell'articolo 10 capoverso 4 della legge e fondandoci sull'articolo 13 capoversi 1 e 2 della legge del 9 ottobre 1986 sulla tariffa delle dogane (RS 632.10), sull'articolo 6a della legge federale del 13 dicembre 1974 sull'importazione e l'esportazione dei prodotti agricoli trasformati (RS 632.111.72) e sull'articolo 4 capoverso 2 della legge del 9 ottobre 1981 sulle preferenze tariffali (RS 632.91), vi sottoponiamo il rapporto e il disegno di decreto federale concernenti le misure tariffali (n. 10.3), proponendovi di approvare le misure ivi enumerate.

2016-1811

693

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

11 gennaio 2017

In nome del Consiglio federale svizzero: La presidente della Confederazione, Doris Leuthard Il cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr

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Compendio Obiettivi del Consiglio federale per il 2016 Nell'anno in rassegna il Consiglio federale ha posto l'accento sull'accesso dell'economia svizzera ai mercati internazionali e sul mantenimento e lo sviluppo delle relazioni con l'UE (cfr. obiettivi del Consiglio federale 2016, obiettivi 3 e 4). Si è adoperato a favore della liberalizzazione del commercio internazionale sia nel quadro dell'OMC che nell'ambito dei negoziati sugli accordi di libero scambio (ALS). La Svizzera ha inoltre partecipato ai negoziati concernenti un accordo plurilaterale sul commercio di servizi. Nelle relazioni con l'UE hanno avuto un ruolo preminente i lavori concernenti l'attuazione delle disposizioni costituzionali sull'immigrazione. L'uscita del Regno Unito dall'UE votata dal popolo britannico ha indotto il Consiglio federale a effettuare una prima analisi delle possibili conseguenze per la Svizzera.

Il Consiglio federale ha contribuito all'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nell'ambito della cooperazione allo sviluppo e della politica economica esterna in generale.

Questi e altri affari importanti per la politica economica esterna sono trattati nel presente rapporto, che si concentra sulle sfide e le opportunità legate alla globalizzazione e alla digitalizzazione.

Nel suo rapporto di gestione 2016 il Consiglio federale farà un resoconto dettagliato della realizzazione degli obiettivi. Una prima valutazione della politica economica esterna 2016 indica che gli obiettivi in questo settore sono stati raggiunti.

Il contesto economico Nell'anno in rassegna l'economia mondiale ha registrato tassi di crescita positivi, benché modesti. Queste cifre relativamente basse sono dovute principalmente ai tassi di crescita degli investimenti, della produttività e dei salari nei Paesi industrializzati, che in generale rimangono deboli. Negli Stati Uniti la politica monetaria espansiva e i prezzi bassi dell'energia hanno sostenuto la crescita economica, che ha mantenuto la sua tendenza positiva. L'eurozona si è ulteriormente ripresa dalle crisi attraversate negli ultimi anni; i tassi di crescita sono tuttavia rimasti contenuti e le differenze regionali continuano a essere elevate. La crescita nell'eurozona e negli Stati Uniti è stata essenzialmente trainata dall'evoluzione positiva del consumo privato.

Va rilevata in particolare la crescita estremamente debole del commercio internazionale. Mentre il commercio mondiale è progredito in media del 5,3 per cento all'anno tra il 2005 e il 2013, l'OCSE ha previsto per il 2016 una crescita modesta dell'1,7 per cento, dovuta alla debole domanda dei Paesi industrializzati e all'evoluzione in Cina, dove si assiste alla transizione da una struttura economica imperniata sull'industria e sulle esportazioni a un'economia di servizi rivolta verso

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il mercato interno. In più, nell'anno in rassegna, due grandi Paesi emergenti quali il Brasile e la Russia erano alle prese con una recessione. Per il 2017 l'OCSE prevede una ripresa.

Nell'anno considerato la situazione congiunturale in Svizzera, dopo il rallentamento del 2015 legato al tasso di cambio, è migliorata. Il commercio estero, trainato dalla ripresa della crescita in diversi Paesi europei, ha particolarmente contribuito a questo miglioramento, mentre la cifra d'affari del commercio al dettaglio e i pernottamenti alberghieri si sono stabilizzati a un livello basso. I settori economici hanno continuato a svilupparsi in modo eterogeneo. Alcuni hanno resistito alla crisi (p. es.

le industrie farmaceutica o elettronica), mentre in altri settori il livello di produzione è rimasto inferiore a quello rilevato prima della crisi del 2008 e del 2009 (p. es.

la fabbricazione di macchinari o l'industria metallurgica). Quanto al mercato del lavoro, si sta riprendendo solo lentamente dagli effetti del rallentamento congiunturale del 2015.

Le prospettive economiche mondiali rimangono globalmente fragili. Ai vari rischi geopolitici si aggiungono l'indebolimento delle banche in diversi Paesi dell'eurozona, le ripercussioni dell'esito del referendum britannico sull'uscita dall'UE (Brexit) e delle elezioni negli Stati Uniti, tutti fattori che possono influenzare la congiuntura. In Svizzera, infine, il futuro incerto delle relazioni tra Berna e Bruxelles rischia di frenare a medio termine l'attività d'investimento e la crescita economica.

Rapporto sulla politica economica esterna 2016 Capitolo introduttivo (n. 1) Nell'anno in rassegna il Consiglio federale ha preso atto della crescente preoccupazione di una parte della popolazione per gli effetti della globalizzazione e della digitalizzazione dell'economia. Anche all'estero gli sforzi intrapresi nel settore degli accordi di libero scambio hanno suscitato critiche e sono stati messi in discussione.

Nel capitolo introduttivo il Consiglio federale approfondisce le sfide e le opportunità di questi sviluppi per la Svizzera sottolineando l'importanza dell'apertura dei mercati e dell'adeguamento delle condizioni quadro per il benessere in Svizzera, soprattutto nell'epoca della digitalizzazione, e illustrando le misure necessarie per uno sviluppo economico sostenibile.

Cooperazione economica multilaterale (n. 2) Nell'anno in rassegna i membri dell'OMC hanno ripreso diversi temi del ciclo di Doha, come ad esempio la limitazione del sostegno ai mercati agricoli interni. Nel contempo, hanno acquisito rilievo nuovi temi negoziali, tra cui il commercio elettronico (e-commerce) e le facilitazioni commerciali per le PMI (n. 2.1). Il Consiglio federale chiede al Parlamento di attuare la decisione ministeriale del dicembre 2015 di eliminare i dazi su altre tecnologie dell'informazione (ATI II, n. 10.2.3).

Nell'anno considerato l'OCSE (n. 2.2) ha intensificato la collaborazione con i Paesi emergenti. Come già l'anno precedente, la trasparenza e lo scambio di informazioni

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a fini fiscali sono stati temi prioritari. Il «Forum globale» dell'OCSE ha confermato che la Svizzera adempie gli standard internazionali per lo scambio di informazioni su richiesta. Per quanto riguarda l'economia digitale, l'OCSE ha sollecitato i Governi a creare le condizioni quadro necessarie affinché la digitalizzazione possa essere sfruttata in modo inclusivo ai fini di un maggior benessere economico.

Nell'anno in rassegna il G20 (n. 2.6) è stato presieduto dalla Cina. L'attenzione si è concentrata sulla debolezza persistente della crescita mondiale e sul rafforzamento della cooperazione internazionale, ad esempio in relazione alle questioni fiscali nonché al commercio internazionale e agli investimenti. La Svizzera è stata invitata a partecipare al segmento finanziario e al gruppo di lavoro anticorruzione del G20.

Presso la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e gli investimenti (CNUCES) e altre organizzazioni dell'ONU è stata avviata l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (n. 2.3 e 2.4). Il Consiglio federale si impegna per garantire in Svizzera la coerenza della politica economica, ambientale e sociale con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. In seno all'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), la Svizzera ha sostenuto gli sforzi profusi per migliorare la giustizia sociale e le condizioni per un lavoro dignitoso all'interno delle catene del valore globali (n. 2.5).

Integrazione economica europea (n. 3) Nonostante la ripresa economica moderata dell'UE, gli impulsi di crescita in Svizzera provenienti da questa zona sono rimasti al di sotto delle aspettative.

All'indomani del referendum britannico sull'uscita dall'UE (Brexit), la Svizzera ha avviato colloqui con i rappresentanti del Regno Unito. Il Consiglio federale si sta adoperando per mantenere e possibilmente ampliare gli attuali diritti e obblighi reciproci, anche dopo l'eventuale uscita del Regno Unito. Il referendum ha anche prodotto effetti sui colloqui tra la Svizzera e l'UE. A questo proposito è importante ottenere garanzie in merito al proseguimento e alle possibilità di sviluppo degli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'UE. Le Camere federali hanno adottato la legge d'applicazione relativa all'articolo 121a Cost. in una forma compatibile con l'Accordo sulla libera circolazione. Il
Consiglio federale prosegue il proprio impegno per concludere un accordo sul futuro quadro istituzionale per l'accesso regolamentato al mercato interno europeo.

Accordi di libero scambio con Paesi non membri dell'UE o dell'AELS (n. 4) Come precisato nel capitolo introduttivo, il Consiglio federale accorda grande importanza allo sviluppo della rete di ALS della Svizzera. Alla fine del 2016 la Svizzera, oltre alla Convenzione istitutiva dell'Associazione europea di libero scambio e all'ALS con l'UE, disponeva di 28 ALS con 38 partner. Nell'anno in rassegna gli Stati dell'AELS hanno firmato un accordo con le Filippine (n. 10.2.1) e uno con la Georgia (che sarà sottoposto al Parlamento nel 2017). I negoziati con la Malaysia e il Vietnam sono proseguiti e quelli con l'India e l'Indonesia sono stati ripresi.

Gli Stati membri dell'AELS hanno avviato negoziati per concludere un ALS con l'Ecuador e per perfezionare quello esistente con il Messico. Con il Canada si sono svolti colloqui esplorativi su un eventuale sviluppo dell'ALS AELS-Canada. Gli Stati

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dell'AELS e il Mercosur hanno trovato un'intesa sui punti essenziali per eventuali negoziati su un ALS. Infine, i Paesi dell'AELS hanno proseguito il dialogo commerciale con gli USA.

Politiche settoriali (n. 5) Nell'anno in rassegna il Consiglio federale ha iniziato ad attuare la decisione della Conferenza ministeriale dell'OMC del dicembre 2015 riguardante l'abolizione dei contributi all'esportazione nel settore agricolo, a partire dalle esportazioni verso i Paesi meno avanzati. Nel mese di settembre il Consiglio federale ha posto in consultazione le modifiche di legge e le misure d'accompagnamento necessarie per abolire i restanti contributi previsti dalla «legge sul cioccolato» (n. 5.1). Si è inoltre adoperato per un'ulteriore riduzione degli ostacoli tecnici al commercio, in particolare adattando le prescrizioni tecniche sui prodotti a quelle dell'UE e proseguendo la cooperazione internazionale tra le autorità (n. 5.2). Nell'anno in rassegna sono stati compiuti ulteriori progressi nelle trattative per un accordo plurilaterale sul commercio di servizi (TiSA, n. 5.3). Il riesame della prassi della Svizzera in materia di accordi di promozione e protezione reciproca degli investimenti (APPI) effettuato da un gruppo di lavoro interno all'Amministrazione federale è terminato e i risultati sono stati pubblicati (n. 5.4). Nel quadro della negoziazione e dell'attuazione degli accordi economici internazionali il Consiglio federale ha rinnovato il suo impegno a favore del perseguimento coerente degli obiettivi di sviluppo sostenibile riguardanti l'economia, l'ambiente e il lavoro (n. 5.5.1). Con la revisione del diritto della società anonima il Consiglio federale propone di introdurre nuove disposizioni in materia di trasparenza per le imprese attive nel settore dell'estrazione delle materie prime (n. 5.5.2). Per applicare la Convenzione di Parigi sul clima ha inoltre proceduto a una revisione totale della legge sul CO2 (n. 5.5.3). Sul fronte della concorrenza, la Svizzera ha avviato con alcuni Paesi vicini colloqui esplorativi che potrebbero sfociare in accordi di cooperazione (n. 5.6). Per quanto riguarda la proprietà intellettuale, il nostro Paese ha continuato a impegnarsi presso l'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI), l'OMC e nell'ambito dei negoziati volti alla conclusione
di ALS a favore della tutela delle indicazioni geografiche e per la protezione delle risorse genetiche e del sapere tradizionale (n. 5.8).

Cooperazione economica allo sviluppo (n. 6) Nel corso dell'anno in rassegna, la cooperazione internazionale della Svizzera si è svolta all'insegna della lotta contro la povertà e della creazione di posti di lavoro al fine di ridurre i rischi globali che spingono la gente a fuggire. Il Consiglio federale si è ad esempio mobilitato per combattere il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e altri flussi finanziari illeciti. Nei Paesi in via di sviluppo ha sostenuto il rafforzamento delle finanze pubbliche. Nell'anno in rassegna si è conclusa l'attuazione del messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013­2016; il messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020 e la riveduta legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est sono stati adottati dal Consiglio federale e dal Parlamento. Il nuovo messaggio integra gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e della Convenzione di Parigi sul clima. La Banca mondiale ha concluso i suoi lavori di revisione degli standard

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ambientali e sociali avviati nell'autunno 2012. In aprile la Svizzera ha aderito, in qualità di membro fondatore, alla Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture (AIIB).

Relazioni economiche bilaterali (n. 7) Nell'anno in rassegna gli Stati dell'Europa occidentale e dell'America del Nord nonché la Cina si sono riconfermati i principali mercati d'esportazione della Svizzera. Le missioni economiche condotte nei vari Paesi partner hanno dato modo alle delegazioni economiche svizzere di intrattenere contatti e di difendere i propri interessi. L'apertura della galleria di base del San Gottardo, a cui hanno presenziato anche la cancelliera tedesca, il presidente francese, il primo ministro italiano e il cancelliere austriaco, è stato uno degli eventi cruciali dell'anno. Con l'Iran è stata concordata una tabella di marcia (road map) per approfondire le relazioni bilaterali. In questo contesto il Consiglio federale propone al Parlamento di approvare l'accordo commerciale firmato con l'Iran (n. 10.2.2).

Misure di controllo delle esportazioni e di embargo (n. 8) L'esportazione di beni a duplice impiego, ovvero che possono essere utilizzati a scopi civili e militari, riveste una grande importanza per l'industria svizzera. Con la revisione della legge e dell'ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego la Svizzera, nell'anno in rassegna, ha attuato l'Accordo sui programmi europei di navigazione satellitare. Nel corso dell'anno ha revocato gran parte delle sanzioni contro l'Iran e tutte quelle decretate contro la Costa d'Avorio e la Liberia; ha invece inasprito quelle pronunciate contro la Corea del Nord.

Promozione delle esportazioni e della piazza economica (n. 9) Il 1° gennaio 2016 sono entrate in vigore la nuova legge federale concernente l'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni e la relativa ordinanza. Il mandato affidato all'organizzazione privata promotrice delle esportazioni e della piazza economica «Switzerland Global Enterprise» (S-GE) è stato rinnovato per quattro anni. S-GE ha potenziato l'informazione sui pregi della piazza imprenditoriale svizzera e ha focalizzato le sue attività sui progetti d'insediamento in settori innovativi e ad alto valore aggiunto. Globalmente l'andamento della domanda turistica è stato leggermente negativo a causa della persistente
forza del franco e della diminuzione della domanda proveniente dall'Asia. Nell'anno in rassegna la Svizzera ha assunto la presidenza della Commissione Europea dell'Organizzazione mondiale del turismo (OMT).

Prospettive per l'anno prossimo Anche nel 2017 il Consiglio federale si adopererà per migliorare l'accesso ai mercati esteri per le esportazioni svizzere, per rafforzare la certezza del diritto a livello internazionale e per ottimizzare le condizioni quadro nazionali. Provvederà inoltre a garantire la coerenza tra gli obiettivi politici della Svizzera in materia di economia, società, ambiente e diritti umani.

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Con l'UE il Consiglio federale proseguirà i colloqui sulla libera circolazione delle persone e i negoziati volti alla conclusione di un accordo quadro istituzionale.

L'obiettivo prioritario resta la continuazione degli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'UE. In parallelo, il Consiglio federale continuerà il dialogo avviato con il Regno Unito all'indomani del referendum sulla «Brexit» per assicurare il mantenimento delle strette relazioni economiche bilaterali anche se il Regno Unito dovesse uscire dall'UE. Nel 2017 proseguirà l'aggiornamento dell'Accordo sugli ostacoli tecnici al commercio concluso tra la Svizzera e l'UE, che nell'anno in rassegna ha subito dei ritardi. Questo accordo offrirà anche in futuro agli esportatori svizzeri un accesso al mercato interno europeo paragonabile a quello riservato ai loro concorrenti europei. In vista di un'eventuale liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica e della conclusione di un accordo in materia con l'UE, il Consiglio federale intende procedere a un esame della situazione. Con alcuni Stati vicini si tratterà di avviare negoziati per la conclusione di accordi di cooperazione in materia di concorrenza.

Al fine di sviluppare la rete di ALS si cercherà di concludere i negoziati in corso con l'India, l'Indonesia e la Malaysia, proseguire quelli con l'Ecuador e il Vietnam e avviare trattative con il Mercosur. Verrà portato avanti anche l'aggiornamento di diversi accordi di libero scambio. I negoziati con la Malaysia per la conclusione di un accordo di promozione e protezione reciproca degli investimenti continueranno, e con il Messico e altri partner l'intenzione è di concludere nuovi accordi o di aggiornare quelli in vigore. La Svizzera appoggerà gli sforzi per il proseguimento dei negoziati relativi al TiSA.

In vista dell'undicesima Conferenza ministeriale dell'OMC, che si terrà nel mese di dicembre 2017 a Buenos Aires, il Consiglio federale si sta attivando a favore del rafforzamento e dello sviluppo del sistema commerciale internazionale. Nel quadro dell'attuazione della decisione dell'OMC sulla concorrenza all'esportazione, che chiede l'abolizione dei contributi all'esportazione previsti dalla cosiddetta «legge sul cioccolato», il Consiglio federale intende sottoporre al Parlamento una serie di misure per salvaguardare la creazione di
valore aggiunto nella produzione alimentare. Il Consiglio federale presenterà inoltre congiuntamente due messaggi, uno concernente l'approvazione della revisione dell'Accordo dell'OMC sugli appalti pubblici, l'altro concernente la revisione della legge federale sugli acquisti pubblici.

Il Consiglio federale dedicherà particolare attenzione alle condizioni che reggono l'economia digitale di cui tratta il capitolo introduttivo. Parteciperà in particolare ai lavori condotti dall'OCSE e dall'OIL su questo tema. Anche nel 2017 i membri dell'OCSE si soffermeranno sull'ampliamento dell'organizzazione. La Svizzera si impegnerà a favore di un'OCSE aperta con norme di adesione chiare che permettano di garantire standard comuni elevati. Gli sforzi intrapresi per combattere l'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili resteranno d'attualità, sia presso l'OCSE che presso il G20. L'attuazione della riforma III dell'imposizione delle imprese rivestirà in proposito un'importanza fondamentale. Il 12 febbraio 2017 il popolo svizzero sarà chiamato a pronunciarsi su questo oggetto. Nel 2017, sotto la presidenza della Germania, la Svizzera potrà nuovamente partecipare al segmento finanziario del G20 (G20 Finance Track).

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Indice Compendio

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Elenco delle abbreviazioni

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1

2

3

Cogliere le opportunità della globalizzazione e della digitalizzazione 1.1 Per la Svizzera l'apertura dei mercati è essenziale 1.2 Ruolo della politica di crescita 1.3 Il protezionismo emergente ostacola la crescita 1.4 Sfide 1.4.1 Accordi interregionali 1.4.2 La posizione negoziale della Svizzera a fronte degli interessi di politica interna 1.4.3 Critiche alla globalizzazione 1.5 La svolta digitale nel commercio mondiale 1.6 Sfide di politica economica 1.7 Conclusioni

707 707 709 710 711 711 713 714 716 718 721

OMC e altre cooperazioni economiche multilaterali 2.1 Organizzazione mondiale del commercio (OMC) 2.1.1 Proseguimento dei negoziati dopo la Conferenza di Nairobi con temi sia attuali sia nuovi 2.1.2 Negoziati plurilaterali per un accordo sui beni ambientali 2.2 Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) 2.2.1 Questioni fiscali 2.2.2 La politica di apertura dell'OCSE 2.2.3 Incontri al vertice 2.3 Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (CNUCES) 2.4 Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (ONUSI) 2.5 Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) 2.6 Il Gruppo dei 20 (G20) 2.6.1 Il G20 sotto la presidenza cinese 2.6.2 Bilancio del posizionamento della Svizzera nei confronti del G20

722 722

Integrazione economica europea 3.1 Sfide economiche nell'UE e loro impatto sulla Svizzera 3.2 Sfide legate alla progressiva integrazione all'interno dell'UE e alle relazioni di libero scambio dell'UE con Stati terzi

731 731

722 723 724 724 725 725 726 727 728 729 729 730

732

701

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3.3 3.4 3.5 3.6 4

5

702

Sfide economiche relative alla «Brexit» e loro impatto sulla Svizzera Attuazione dell'articolo costituzionale sull'immigrazione (art. 121a Cost.)

Questioni fiscali Svizzera-UE Contributo all'allargamento

Accordi di libero scambio con Stati non membri dell'UE o dell'AELS 4.1 Negoziati conclusi e in corso 4.2 Accordi di libero scambio esistenti 4.3 Colloqui esplorativi e altri contatti Politiche settoriali 5.1 Circolazione delle merci industria/agricoltura 5.1.1 Andamento del commercio esterno 5.1.2 Politica in materia doganale e di origine delle merci 5.1.3 Prodotti agricoli trasformati 5.1.4 Misure di vigilanza dell'UE nel settore delle importazioni di acciaio 5.2 Ostacoli tecnici al commercio 5.2.1 Riduzione degli ostacoli tecnici al commercio tra la Svizzera e l'UE 5.2.2 Possibilità e limiti del reciproco riconoscimento di prescrizioni e valutazioni della conformità 5.3 Servizi 5.3.1 Accordo generale dell'OMC sugli scambi di servizi (GATS) 5.3.2 Accordo plurilaterale sul commercio di servizi 5.3.3 Accordi bilaterali 5.4 Investimenti e imprese multinazionali 5.4.1 Investimenti 5.4.2 Lotta alla corruzione 5.4.3 Responsabilità sociale d'impresa 5.5 Sostenibilità, materie prime, politica climatica ed energetica, migrazione 5.5.1 Promozione e attuazione dell'obiettivo dello sviluppo sostenibile nell'ambito della politica economica esterna 5.5.2 Materie prime 5.5.3 Clima ed energia 5.5.4 Migrazione 5.6 Diritto internazionale della concorrenza 5.7 Appalti pubblici

733 734 735 736 737 737 739 740 740 740 741 742 742 743 744 744 745 746 746 746 747 748 748 749 750 751 751 754 756 758 758 759

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5.8

6

7

8

Protezione della proprietà intellettuale 5.8.1 Protezione della proprietà intellettuale nelle organizzazioni internazionali 5.8.2 Protezione della proprietà intellettuale a livello bilaterale

760 760 762

Cooperazione economica allo sviluppo 6.1 Sviluppi e dibattiti internazionali 6.1.1 Messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020 come contributo all'attuazione dell'Agenda 2030 6.1.2 Crisi migratoria ed efficacia della cooperazione allo sviluppo 6.2 Cooperazione multilaterale 6.2.1 Gruppo della Banca mondiale 6.2.2 Banche regionali di sviluppo 6.2.3 Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture 6.2.4 Fondo verde per il clima 6.3 Accordo sul clima: conseguenze per la cooperazione economica allo sviluppo 6.4 Finanziamenti innovativi e obiettivi per lo sviluppo sostenibile: il ruolo degli istituti finanziari 6.5 Lotta contro i flussi finanziari sleali e illeciti sull'esempio del sostegno macroeconomico

763 764

Relazioni economiche bilaterali 7.1 Rafforzamento della diplomazia commerciale svizzera attraverso i contatti a livello presidenziale 7.1.1 Europa e Asia centrale 7.1.2 America del Nord e America Latina 7.1.3 Asia e Oceania 7.1.4 Medio Oriente e Africa 7.2 Principali missioni economiche e altri incontri di lavoro bilaterali

769

Misure di controllo delle esportazioni e di embargo 8.1 Politica e misure di controllo delle esportazioni 8.1.1 Misure di controllo delle esportazioni 8.1.2 Attuazione del Trattato sul commercio delle armi 8.2 Misure di embargo 8.2.1 Recepimento automatico delle liste delle sanzioni ONU 8.2.2 Misure di embargo dell'ONU e dei principali partner commerciali 8.2.3 Misure contro i «diamanti insanguinati»

777 777 777 778 779 779

764 764 765 765 765 766 766 767 767 768

770 770 771 772 773 774

779 781

703

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9

Promozione della piazza economica 9.1 Promozione delle esportazioni e assicurazione contro i rischi delle esportazioni 9.1.1 Promozione delle esportazioni 9.1.2 Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE) 9.1.3 Sviluppi internazionali 9.2 Promozione della piazza economica 9.3 Turismo 9.3.1 Comitato per il turismo dell'OCSE 9.3.2 Organizzazione mondiale del turismo (OMT)

10 Allegati 10.1 Allegati 10.1.1­10.1.3 10.1.1 Impegno finanziario della Svizzera nel 2016 nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo 10.1.2 Autorizzazioni per ispezioni pre-imbarco per conto di Stati esteri 10.1.3 Dati chiave sulle esportazioni soggette alla legge sul controllo dei beni a duplice impiego 10.2 Allegati 10.2.1­10.2.3 10.2.1

10.2.2

704

Messaggio concernente l'approvazione dell'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e le Filippine Decreto federale che approva l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e le Filippine (Disegno) Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e le Filippine Messaggio concernente l'approvazione dell'Accordo commerciale tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Islamica dell'Iran Decreto federale che approva l'Accordo commerciale tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Islamica dell'Iran (Disegno) Accordo commerciale tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Islamica dell'Iran

782 782 782 783 784 784 785 785 786 787 787 788 791 793 794

795 839 841 891 905 907

FF 2017

10.2.3

10.3 10.3

Messaggio che approva la dichiarazione ministeriale sull'ampliamento del commercio dei prodotti delle tecnologie dell'informazione (ATI II) e le modifiche della Lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti delle tecnologie dell'informazione Decreto federale che approva la dichiarazione ministeriale sull'ampliamento del commercio dei prodotti delle tecnologie dell'informazione (ATI II) e le modifiche della Lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti delle tecnologie dell'informazione (Disegno) Dichiarazione ministeriale sull'ampliamento del commercio dei prodotti delle tecnologie dell'informazione (ATI II) Modifiche della lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti delle tecnologie dell'informazione Allegati Rapporto concernente le misure tariffali adottate nel 2016 Decreto federale che approva le misure tariffali (Disegno)

917

933 935 951 1013 1015 1031

705

FF 2017

Elenco delle abbreviazioni AAP

Accordo del 15 aprile 1994 sugli appalti pubblici (RS 0.632.231.422)

AELS

Associazione europea di libero scambio

ALC

Accordo del 21 giugno 1999 tra la Confederazione Svizzera, da una parte, e la Comunità europea ed i suoi Stati membri, dall'altra, sulla libera circolazione delle persone (RS 0.142.112.681)

ALS

Accordo di libero scambio

APPI

Accordo di promozione e protezione reciproca degli investimenti

ASEAN

Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico

CNUCES

Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo

CSI

Comunità di Stati indipendenti

DEFR

Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca

FMI

Fondo monetario internazionale

G20

Gruppo dei 20 (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Repubblica di Corea, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Turchia, Unione europea)

GATS

Accordo generale del 15 aprile 1994 sugli scambi di servizi (RS 0.632.20 Allegato 1 B)

OCSE

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico

OIL

Organizzazione internazionale del lavoro

OMC

Organizzazione mondiale del commercio

OMPI

Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale

OMT

Organizzazione mondiale del turismo

ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite

ONUSI

Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale

PIL

Prodotto interno lordo

PMI

Piccole e medie imprese

SECO

Segreteria di Stato dell'economia

SEE

Spazio economico europeo

TiSA

Accordo sul commercio di servizi

TPP

Accordo di partenariato transpacifico

TRIPS

Aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio

TTIP

Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti

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Rapporto 1

Cogliere le opportunità della globalizzazione e della digitalizzazione In quanto Paese esportatore con un piccolo mercato interno, la Svizzera è fortemente integrata nelle catene globali del valore, e deve poter accedere a nuovi mercati mantenendo e sviluppando le posizioni che già occupa. Obiettivo della politica economica esterna è permettere ai produttori e agli esportatori svizzeri di entrare sui mercati internazionali alle stesse condizioni dei concorrenti esteri.

Da molti anni la Svizzera si avvale frequentemente e con successo degli accordi di libero scambio (ALS), che le consentono di non subire discriminazioni su importanti mercati d'esportazione. Per ottenere buone condizioni di accesso ai mercati, il nostro Paese deve offrire ai suoi potenziali partner di libero scambio concessioni simili a quelle accordate dai suoi principali concorrenti, in primo luogo dall'UE; inoltre siamo sempre più condizionati dalle politiche di apertura attuate da questi ultimi (UE, USA, Giappone), ad esempio nel settore agricolo.

Tuttavia nei riguardi dell'utilità del libero scambio si è instaurato un clima di crescente scetticismo, e a livello mondiale aumentano le misure protezionistiche.

Anche la globalizzazione è oggetto di critiche radicali. Per l'economia svizzera ciò comporta rischi considerevoli che la politica economica esterna deve tenere in considerazione.

Ulteriori sfide alla piazza economica svizzera derivano dalla digitalizzazione: in tutti i settori i dati digitali e i processi elettronici svolgono un ruolo sempre più importante. Negli scorsi decenni la Svizzera ha saputo cogliere molto bene le opportunità offerte dalla globalizzazione e dall'innovazione tecnologica, a tutto vantaggio della sua popolazione. Grazie a buone condizioni quadro, le imprese insediate nel nostro Paese hanno potuto beneficiare del processo di digitalizzazione, creando nuova occupazione ad alto valore aggiunto.

Per i piccoli Paesi esportatori come la Svizzera, la scelta di puntare sull'apertura dei mercati e sulla creazione di buone condizioni quadro si è dimostrata vincente: sono due fattori di benessere, opportunità e occupazione per tutti.

1.1

Per la Svizzera l'apertura dei mercati è essenziale

La strategia di politica economica esterna della Svizzera si basa sull'apertura dei mercati. Il nostro mercato interno è ristretto: conta circa otto milioni di consumatori; nell'UE ­ il nostro principale partner commerciale ­ sono 500 milioni. I mercati più grandi permettono alle imprese di specializzarsi e di sfruttare le economie di scala, a vantaggio della qualità dei prodotti e della creazione di valore aggiunto. Più di un

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quarto della crescita del prodotto interno lordo realizzata tra il 1995 e il 2015 in Svizzera è riconducibile al commercio esterno1.

La Svizzera è un Paese esportatore molto innovativo, con un'economia spiccatamente globale, caratterizzata da una forte interconnessione internazionale. La quota di esportazioni delle imprese Swissmem, ad esempio, supera il 77 %. L'economia svizzera è integrata strettamente nelle catene globali del valore: oggi tutte le diverse fasi della produzione possono essere delocalizzate, e di conseguenza non soltanto il prodotto finale ma ­ in misura sempre maggiore ­ anche i prodotti intermedi e i semilavorati sono oggetto di scambi internazionali. Ad esempio, l'industria farmaceutica svizzera riesce a restare competitiva acquistando all'estero, ad un prezzo conveniente, i prodotti chimici intermedi di cui ha bisogno. Anche in nuovi settori affini, come ad esempio quello delle biotecnologie, gli scambi internazionali di beni e servizi hanno contribuito al successo mondiale della Svizzera. Un altro esempio è quello dei fornitori del settore auto, specializzatisi nella produzione di componenti compositi per l'industria automobilistica: i semilavorati vengono importati in Svizzera, trasformati in componenti finiti ad alto valore aggiunto e, da ultimo, venduti ai produttori esteri di automobili. In seguito, tramite gli importatori di automobili, questi componenti giungono ai consumatori svizzeri come parte di un prodotto finito d'importazione2. Rispetto al passato, l'internazionalizzazione delle filiere produttive ha reso gli scambi transfrontalieri di merci più frequenti e, di conseguenza, i prodotti, i servizi e gli investimenti svizzeri sono presenti in tutto il mondo 3. Secondo uno studio riferito al 2014, la Svizzera occupa il quarto posto nella graduatoria dell'indice di globalizzazione di diversi Paesi4.

La stretta interconnessione dell'economia svizzera con le catene globali del valore è un fattore chiave: si tratta perciò di rendere per quanto possibile agevoli, economici e non discriminatori i movimenti transfrontalieri di prodotti e servizi5. In generale, è dimostrato che la globalizzazione influisce positivamente sulla crescita del prodotto interno lordo (PIL) pro capite6.

L'aumento della concorrenza indotto dall'apertura dei mercati incentiva la produttività,
accelerando nel contempo il mutamento strutturale. Ormai da più di vent'anni in Svizzera è in corso una trasformazione dell'economia, dovuta alla sostituzione delle attività industriali con il terziario. Ma grazie alle buone capacità di adattamento degli operatori economici questo processo ha avuto soprattutto effetti positivi. A sua

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5 6

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Messaggio del 27 gen. 2016 sul programma di legislatura 2015­2019, FF 2016 909.

OECD, Global Value Chains: Switzerland, www.oecd.org > Directorate for Science, Technology and Innovation > Industry and Globalization > Global Value Chains.

Cfr. Rapporto del 14 gen. 2015 sulla politica economica esterna 2014, FF 2015 1273.

www.bertelsmann-stiftung.de > Themen > Wirtschaft stärken > Globalisierung > Studio: Der Globalisierungsmotor gerät ins Stocken (Globalisierungsreport 2016). Nella graduatoria dell'indice di globalizzazione del KOF nell'anno in rassegna la Svizzera è al 5 posto: www.globalization.kof.ethz.ch > Detailed Index Information (2016) > Detailed Rankings.

Messaggio del 27 gen. 2016 sul programma di legislatura 2015­2019, FF 2016 909, obiettivo 3, numero 5.1.3.

www.bertelsmann-stiftung.de > Themen > Wirtschaft stärken > Globalisierung > Studie: Der Globalisierungsmotor gerät ins Stocken (Globalisierungsreport 2016).

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volta, anche la digitalizzazione favorirà il mutamento strutturale, accrescendo così le sfide che si porranno in ambito di politica commerciale ed economica (cfr. n. 1.5 e 1.6).

Durante la passata crisi economico-finanziaria la Svizzera ha dimostrato ottime capacità di reazione. La diversificazione settoriale e la scelta di puntare, all'interno delle filiere produttive globali, sulla produzione specializzata, ad alto valore aggiunto e innovativa, ci hanno protetto dalla crisi. Però il rinnovamento innescato dalla digitalizzazione in ambito di ricerca e sviluppo ­ concernente materiali e prodotti, processi produttivi e modelli commerciali ­ ma anche nel settore della formazione e del perfezionamento, accresce le necessità di adattamento e richiede prontezza operativa (in relazione, ad esempio, alla strategia «Svizzera digitale») 7.

1.2

Ruolo della politica di crescita

Per migliorare le condizioni quadro e la competitività è necessario ridurre l'incertezza sul futuro dei fattori di localizzazione8.

Le misure per il miglioramento delle condizioni quadro vertono sulla nuova politica di crescita 2016­20199 del Consiglio federale, diretta a favorire la crescita economica e garantire così a lungo termine occupazione e benessere. Si tratta di un pacchetto di misure finalizzate principalmente alla produttività: il Consiglio federale si prefigge di incentivarla aumentando la concorrenza, migliorando la regolamentazione e riducendo gli oneri a carico dell'economia. Si crea benessere anche garantendo l'accessibilità ai mercati di esportazione e rimuovendo, per quanto possibile, gli ostacoli all'entrata sui mercati degli appalti pubblici. Ne beneficiano sia i produttori ­ che possono disporre di fattori produttivi ad un prezzo più favorevole ­ sia i consumatori ­ che approfittano di un'offerta più vasta e conveniente.

In quest'ottica diventa molto importante mantenere e sviluppare la rete di accordi bilaterali con l'UE, e poter accedere a nuovi mercati di Stati terzi mediante ALS o altre misure multilaterali. La globalizzazione delle filiere produttive fa aumentare fortemente il volume degli scambi su scala mondiale, e perciò diventa ancora più importante rimuovere gli ostacoli al commercio. L'obiettivo di migliorare l'accessibilità ai mercati, eliminando le discriminazioni, si può raggiungere più facilmente procedendo a livello multilaterale, cioè in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Tuttavia negli ultimi anni soltanto in pochi (anche se importanti) settori sono stati raggiunti degli accordi (cfr. n. 2.1). I negoziati OMC multilaterali sull'accesso ai mercati si fanno sempre più difficili, e perciò la Svizzera prosegue nello sviluppo della sua rete di accordi di libero scambio.

Gli ALS contribuiscono considerevolmente alla politica di crescita, influendo positivamente anche sulle esportazioni nei Paesi partner. Alcuni studi mostrano che, dopo l'entrata in vigore di un ALS, i tassi di crescita delle esportazioni verso Paesi partner 7 8 9

www.ufcom.admin.ch > Svizzera digitale e Internet > Strategia «Svizzera digitale» Rapporto del 13 gen. 2016 sulla politica economica esterna 2015, FF 2016 673.

Messaggio del 18 feb. 2015 concernente la promozione della piazza economica negli anni 2016­2019, FF 2015 1969.

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di libero scambio sono mediamente più elevati di quelli relativi al totale delle esportazioni10. La Svizzera mira a stipulare ALS soprattutto con i Paesi economicamente dinamici. Tali accordi favoriscono le esportazioni eliminando gli ostacoli al commercio e migliorando le condizioni quadro in materia di scambi di merci e servizi, investimenti, appalti pubblici e protezione della proprietà intellettuale.

Agevolando le importazioni in Svizzera si favorisce la concorrenza sul mercato interno e si rafforza la competitività dell'industria di esportazione. Nel rapporto sulle limitazioni alle importazioni parallele11 il Consiglio federale ha definito i settori in cui intende eliminare gli ostacoli al commercio: verranno analizzati i vantaggi e gli svantaggi di una soppressione unilaterale di tutti i dazi doganali sui prodotti industriali e ­ tenendo conto degli obiettivi della politica agricola ­ di riduzioni tariffarie mirate nel settore agroalimentare. Per ciò che concerne l'applicazione del principio Cassis de Dijon, si tratta di semplificare sotto il profilo amministrativo l'autorizzazione richiesta per l'immissione in commercio di derrate alimentari, e di ridurre ulteriormente gli effetti negativi dei casi derogatori sull'economia.

Le misure proposte mirano a ridurre le barriere commerciali e gli oneri a carico delle imprese importatrici. Agevolando le importazioni, oltre a favorire le imprese si riducono i costi della produzione e degli acquisti, e si rafforza la concorrenza interna spingendo i prezzi al ribasso. In sintesi, con queste misure si può contribuire a ridurre i prezzi e i costi di produzione in Svizzera, migliorando nel contempo la competitività dell'economia nazionale.

1.3

Il protezionismo emergente ostacola la crescita

Nei due decenni che hanno preceduto la crisi finanziaria il commercio mondiale è cresciuto rapidamente; in seguito la crescita si è dimezzata 12, frenando anche l'economia. A ciò si è aggiunto l'aumento delle misure protezionistiche: ad esempio, secondo un rapporto pubblicato nel mese di giugno dall'OMC, negli Stati del G20 le restrizioni commerciali sarebbero aumentate in misura superiore alla media 13. Nel periodo preso in considerazione ­ da ottobre 2015 a maggio 2016 ­ mediamente sono state attuate 22 nuove misure al mese14. Secondo il rapporto si tratterebbe del valore più alto registrato dal 2011; a titolo di confronto, nel periodo di rilevamento precedente erano 15.

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11

12 13 14

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SECO: Müller, Larissa und Nussbaumer, Timothey: Wirtschaftliche Bedeutung der Freihandelsabkommen für die Schweiz; www.seco.admin.ch > Publikationen & Dienstleistungen > Publikationen > Aussenwirtschaft > Freihandel. Lo studio prende in considerazione soltanto gli ALS stipulati con Stati non membri dell'UE/AELS.

Rapporto del Consiglio federale del 22 giu. 2016 in adempimento del postulato 14.3014 Semplificazione delle formalità doganali e promozione delle importazioni parallele grazie al riconoscimento di altri documenti attestanti l'origine di un prodotto; www.parlamento.ch > Attività parlamentare > Ricerca Curia Vista.

www.oecd.org > publishing > Policy paper Nr. 18 (September 2016): Cardiac Arrest or Dizzy Spell: Why is world trade so weak and what can policy do about it?

www.wto.org > news > 2016 news > news item: «G20 trade restrictions reach highest monthly level since the crisis».

Report of the TPRB from the Director General on Trade-Related Developments, pubblicato il 4 lug. 2016, www.wto.org > wto news > 2016 news.

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Nel medesimo periodo, confermando una tendenza già in atto, sono state adottate mensilmente 14 nuove misure economiche di sostegno generale all'esportazione.

Soltanto nel periodo immediatamente successivo allo scoppio della crisi finanziaria ed economica mondiale erano state più numerose. Nel contempo l'abrogazione delle 2835 misure attuate dal 2008 procede molto lentamente: finora ne è stato eliminato soltanto il 25 per cento.

L'aumento degli ostacoli al commercio non interessa unicamente gli esportatori e i loro subfornitori, bensì anche le attività produttive e i consumatori, che non possono beneficiare di un'offerta d'importazione più conveniente e differenziata. Ciò limita gli scambi di beni e servizi e, di conseguenza, anche i consumi e la concorrenza.

1.4

Sfide

Il processo verso un ulteriore sviluppo della rete di libero scambio è ostacolato principalmente da quattro fattori. Primo: la Svizzera non partecipa alla negoziazione di importanti accordi interregionali, come il Partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) o il Partenariato transpacifico (TPP)15. Ciò potrebbe portare alla discriminazione degli attori economici del nostro Paese (nel caso in cui il TTIP fosse stipulato e il TPP entrasse in vigore). Secondo: in relazione alla difesa dei suoi interessi, la Svizzera può fare soltanto concessioni limitate (in particolare nel settore agricolo) e ciò rende difficoltosa la negoziazione degli ALS con importanti Stati partner (a causa del ruolo di primo piano che questi spesso svolgono come esportatori agricoli). Terzo: gli interessi offensivi del nostro Paese si scontrano a loro volta con quelli difensivi dei suoi partner negoziali (in particolare riguardo all'accessibilità al mercato dei prodotti industriali e alla protezione della proprietà intellettuale). Quarto: l'atteggiamento critico assunto dall'opinione pubblica nei confronti della globalizzazione, dell'apertura dei mercati e del libero scambio.

1.4.1

Accordi interregionali

Un accordo importante, con possibili conseguenze rilevanti per la Svizzera, è il TTIP, attualmente in corso di negoziazione da parte di UE e USA. L'obiettivo ambizioso di concludere le attività negoziali entro la fine del 2016 non è stato raggiunto, e l'esito delle elezioni presidenziali negli USA ha reso il loro proseguimento più incerto: infatti il nuovo presidente già in novembre ha annunciato di non essere intenzionato a ratificare il TPP.

Siccome tra Svizzera e USA non vige alcun ALS, la conclusione dei negoziati potrebbe comportare la discriminazione dei nostri operatori economici su un mercato molto importante come quello statunitense, a cui è destinato il 13 per cento16 delle esportazioni svizzere17. Il 40 per cento degli investimenti esteri in Svizzera proviene 15 16 17

A cui partecipano Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti e Vietnam.

All'UE va il 54 % delle esportazioni.

Dati statistici sul commercio esclusi i metalli preziosi.

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dagli USA18 e il 18 per cento19 degli investimenti diretti svizzeri sono realizzati sul mercato statunitense20. Mediamente i dazi americani alle importazioni non sono molto elevati, variano però considerevolmente da un prodotto all'altro. Anche dazi relativamente bassi possono ridurre i margini di realizzo e la competitività sul mercato USA. Studi della SECO mostrano che nel periodo 2013­2015 negli USA sono stati riscossi dazi alle importazioni per 254 milioni di dollari all'anno. Per quanto riguarda invece l'accesso al mercato UE, grazie agli Accordi bilaterali la Svizzera gode già di una posizione favorevole: si tratta però di garantire che questa accessibilità, ottenuta sul piano bilaterale, possa essere mantenuta e allargata (cfr. n. 3).

Per incarico della SECO il «World Trade Institute» ha analizzato gli effetti che il TTIP potrebbe avere sull'economia svizzera21. Si andrebbe da un calo del PIL dello 0,5 per cento da qui al 2030 ­ se il TTIP si limitasse sostanzialmente ad un'abrogazione dei dazi doganali, e in assenza di contromisure da parte svizzera ­ fino a un aumento del 3 per cento del PIL, se gli Stati dell'AELS stipulassero un ALS con gli USA comprendente sia riduzioni tariffarie, sia l'eliminazione degli ostacoli al commercio non tariffari. Secondo i risultati di un altro studio22, qualora fossero adottate regole d'origine restrittive e venisse richiesta un'elevata creazione di valore aggiunto nella zona di libero scambio, ne risentirebbero soprattutto i subfornitori dell'industria automobilistica e i fabbricanti di strumenti di precisione svizzeri.

La Svizzera ha stipulato un Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (cfr. n. 5.2.1) con l'UE, ma non con gli USA. Se il TTIP introducesse meccanismi analoghi, rispetto ai prodotti industriali svizzeri quelli europei godrebbero di un accesso più agevolato al mercato USA, mentre sui mercati europei i fabbricanti svizzeri sarebbero penalizzati rispetto ai loro concorrenti statunitensi23. Anche nel settore degli appalti pubblici le imprese svizzere potrebbero essere discriminate, qualora l'UE ottenesse dagli USA condizioni di accesso al mercato statunitense migliori di quelle previste dall'Accordo del 15 aprile 199424 sugli appalti pubblici (AAP; cfr. n. 5.7) per gli Stati parte.

Rispetto alla
concorrenza estera le imprese svizzere potrebbero essere discriminate anche a causa del TPP, già sottoscritto con l'obiettivo di liberalizzare gli scambi tra gli Stati parte. Questi ultimi comprendono un totale di 800 milioni di consumatori; generano il 40 per cento del PIL mondiale ed effettuano il 30 per cento degli scambi internazionali. A breve o medio termine è prevista l'abolizione del 98 per cento dei dazi commerciali tra gli Stati parte, allo scopo di favorire le filiere produttive all'interno della zona di libero scambio. Le conseguenze del TPP sarebbero avvertibili soprattutto sul mercato USA, visto che i concorrenti giapponesi delle imprese svizzere potrebbero accedervi beneficiando della franchigia doganale. Inoltre buona parte delle merci di esportazione svizzere continuerebbero ad essere gravate da dazi 18 19 20 21 22 23 24

712

Il 39 % dall'UE.

Il 44 % nell'UE.

Dati BNS relativi al 2014.

www.nccr-trade.org > News Archive > WTI study reveals impact on Switzerland of planned EU-US mega trade deal.

Balestrieri, Emanuela «Transatlantic Value Chains with Swiss Participation and Rules of Origin: Is trade creation dominating trade diversion?» (lug. 2014).

Cfr. n. 5.2.

RS 0.632.231.422

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all'importazione compresi tra il 3 e il 15 per cento. Secondo uno studio25 le industrie metalmeccaniche ed elettroniche sarebbero quelle maggiormente colpite; ma anche altri settori ­ chimico, alimentare, automobilistico e orologiero ­ verrebbero penalizzati. Inoltre si ridurrebbero i vantaggi derivanti dalle preferenze tariffarie applicate attualmente in Giappone ai prodotti svizzeri ­ in virtù dell'ALS stipulato con questo Paese ­ a causa dell'aumento di concorrenza sul mercato nipponico conseguente alla concessione di agevolazioni analoghe agli altri Stati parte del TPP. Alla luce dell'annunciato ritiro degli USA, a cui si accennava in precedenza, l'avvenire del TPP resta comunque incerto.

Da ultimo occorre menzionare il previsto ALS tra UE e Mercosur. Per l'industria svizzera i Paesi del Mercosur26 rappresentano un'area economicamente molto interessante come potenziale mercato d'esportazione: contano più di 280 milioni di consumatori e nella graduatoria mondiale del PIL si collocano al quinto posto. Se i negoziati in corso dovessero portare a un'intesa, l'UE avrebbe un accesso facilitato ai mercati del Mercosur e, a seconda del tipo di accordo stipulato, la Svizzera potrebbe subire discriminazioni tariffarie anche molto pesanti (la protezione tariffaria degli Stati del Mercosur sui beni per i quali la Svizzera nutre interessi offensivi è mediamente superiore al dieci per cento, con punte massime del 35 per cento). Ne potrebbero derivare anche accordi ambiziosi in materia di collaborazione normativa e di appalti pubblici. Perciò anche la Svizzera punta a stipulare un ALS con il Mercosur, malgrado la liberalizzazione del commercio nel settore agricolo costituisca un ostacolo negoziale importante (cfr. n. 1.4.2).

Se le discriminazioni paventate dovessero realizzarsi, il sistema produttivo svizzero perderebbe attrattiva nei confronti dei suoi concorrenti principali, e gli investitori sarebbero indotti a preferire le zone di libero scambio.

1.4.2

La posizione negoziale della Svizzera a fronte degli interessi di politica interna

L'approccio negoziale della Svizzera in materia di scambi di prodotti agricoli rende le trattative sugli ALS sempre più impegnative. Già in passato la volontà di mantenere gran parte delle misure protezionistiche in questo settore spesso confliggeva con l'obiettivo di una migliore accessibilità ai mercati esteri. Ad esempio, negli anni 2005/2006 le divergenze sull'agricoltura hanno influito anche sulla rinuncia ai negoziati sul libero scambio con gli USA27. Nel quadro degli ALS stipulati in passato, il livello di protezione tariffaria non è mai stato messo in discussione. A volte i ristretti margini negoziali della Svizzera in ambito agricolo le hanno però impedito di ottenere un migliore accesso al mercato per altri settori (p. es.: esportazione di 25

26 27

Ziltener, Patrick: «Analysis of the Tariff Discrimination Potential of the Transpacific Partnership against Swiss Companies and their Exports ­ Consequences of TPP for Swiss Companies», www.seco.admin.ch > Politica esterna e cooperazione economica > Accordi di libero scambio.

Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela.

Cfr. risposta del Consiglio federale all'interpellanza 05.3906 «Accordo di libero scambio tra la Svizzera e gli USA. Dimensione sociale ed ecologica», depositata dalla consigliera nazionale Teuscher il 16 dic. 2005; www.parlamento.ch > Oggetti > 05.3906.

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determinate derrate alimentari, prodotti agricoli e industriali) in cui la Svizzera nutre interessi offensivi; oppure le concessioni ottenute sono risultate inferiori rispetto a quelle accordate ad altri Stati partner di libero scambio. Ciò si è verificato nel caso dell'Accordo con il Canada (formaggio), con l'Unione doganale dell'Africa australe SACU (diversi prodotti industriali e alimentari), con il Cile (prodotti agricoli) e con il Messico (prodotti alimentari).

Qualora non si riuscisse a fare concessioni nel settore agricolo, anche i negoziati in corso potrebbero in alcuni casi essere ostacolati in relazione agli interessi offensivi della Svizzera; e queste difficoltà potrebbero aggravarsi ulteriormente in futuro, in occasione di trattative con Paesi per i quali l'esportazione di prodotti agricoli riveste un ruolo importante. La mancata stipulazione di ALS o gli ostacoli negoziali causati dal mantenimento di misure protezionistiche potrebbe generare perdite economiche: dai dati statistici emerge che nel 2015 la quota di PIL svizzero riconducibile al settore agricolo era dello 0,7 per cento, mentre quella dell'industria e dei servizi era rispettivamente del 25,5 e del 73,8 per cento28.

1.4.3

Critiche alla globalizzazione

Accordi come il TTIP, il TPP o quello tra UE e Canada (CETA) suscitano critiche alla globalizzazione in generale e agli ALS in particolare. Tali accordi favorirebbero soltanto le grandi imprese multinazionali, a danno della democrazia, degli standard lavorativi e sociali come pure della protezione dell'ambiente. I loro oppositori contestano la privatizzazione delle offerte di servizio pubblico e ritengono che l'attività dei tribunali arbitrali internazionali per le controversie in materia di investimenti (si tratta della cosiddetta procedura di composizione delle controversie tra investitore e Stato) possa comportare costi elevati per i contribuenti a vantaggio delle imprese multinazionali. Questi timori si basano tuttavia su ipotesi erronee.

Inoltre, i vantaggi degli accordi non vengono presi in considerazione.

I tribunali arbitrali internazionali non sono una novità: sotto forme diverse, a livello mondiale le procedure di composizione delle controversie tra investitore e Stato sono previste da più di 3000 accordi e sono già state attuate in più di 700 casi. Nel 37 per cento di questi la causa è stata vinta dallo Stato citato in giudizio, nel 26 per cento dall'investitore che ha avviato la controversia. Nel 25 per cento dei casi si è giunti a un confronto, e nei casi restanti le procedure non sono state portate a termine per altri motivi29. Secondo alcuni oppositori questi accordi limiterebbero i margini di intervento normativo degli Stati, esponendoli inoltre al rischio di richieste di risarcimento molto onerose. In effetti però, gli Stati conservano intatte le loro possibilità di legiferare nell'interesse pubblico, a condizione che osservino determinati principi giuridici di validità generale (p. es. non discriminazione, proporzionalità), che la Svizzera applica già al suo diritto interno.

28 29

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www.bfs.admin.ch > Trovare statistiche > Economia > Conti nazionali > Conto della produzione > Conto della produzione, settori economici.

Cfr. statistica della CNUCES, basata sulle procedure rese note pubblicamente (data di riferimento: nov. 2016): http://investmentpolicyhub.unctad.org > ISDS.

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Anche i timori relativi ad un possibile peggioramento del livello di protezione dei consumatori causato dagli ALS sono immotivati. Si tratta di un rischio inesistente sia per UE e USA, sia per la Svizzera. Ad esempio, la stipulazione di un ALS non comporta alcun cambiamento delle normative tecniche vigenti in materia di importazione di derrate alimentari. Inoltre, laddove queste normative sono già ampiamente armonizzate tra i partner di libero scambio, gli ALS possono agevolare l'eliminazione di inutili doppioni normativi e, ad esempio, permettere di evitare ripetute ispezioni da parte delle diverse autorità nazionali preposte. Gli standard di lavoro dei Paesi interessati, inoltre, non sono ridotti al livello di quelli più bassi: anzi, le disposizioni relative alla sostenibilità incluse negli ALS più recenti impongono alle parti contrattuali il rispetto di livelli di tutela elevati.

Gli oppositori della globalizzazione spesso tralasciano i vantaggi derivanti da questi accordi, così come gli svantaggi del rimanerne esclusi (cfr. n. 1.2). Negli ultimi 30 anni gli scambi internazionali sono quintuplicati, e questa crescita ha portato a livello mondiale alla creazione di centinaia di milioni di posti di lavoro. Anche in Svizzera il benessere non è mai stato così elevato: l'esperienza insegna che il commercio crea ricchezza. Il 99,8 per conto delle imprese svizzere sono di piccole o medie dimensioni (PMI), cioè hanno meno di 250 collaboratori. Occupano due terzi della forza lavoro, e sono perciò la fonte di buona parte della nostra ricchezza. Quasi il 70 per cento delle PMI è in un modo o nell'altro attivo a livello internazionale, svolgendo attività di esportazione, subfornitura o investimento. Le PMI esportano merci per circa 40 miliardi di franchi, ossia circa un quinto del valore di tutte le esportazioni svizzere30. Su mercati aperti i costi delle transazioni si riducono e tutti gli attori operano in uguali condizioni. Gli ALS allargano il mercato e migliorano il livello di certezza del diritto, agevolando così le esportazioni di beni e servizi.

L'inasprirsi della concorrenza obbliga i produttori a cercare di ottenere alle migliori condizioni i fattori produttivi di cui necessitano: per il 20 per cento delle esportazioni svizzere vengono utilizzati fattori produttivi importati.

Come già accennato
al n. 1.1, l'apertura dei mercati accelera il mutamento strutturale. Ciò può comportare anche svantaggi, ad esempio per i lavoratori dei settori meno specializzati, le cui mansioni sono rese obsolete dallo sviluppo tecnologico o vengono delocalizzate in Paesi a basso salario. Tuttavia sarebbe errato cercare di proteggere le strutture esistenti isolando l'economia svizzera. Come si è detto, la Svizzera dipende dall'apertura dei mercati esteri: per ottenerla deve in contropartita fare concessioni in termini di accessibilità al suo mercato. Affinché si possa continuare a garantire il benessere in Svizzera è molto importante che il mercato del lavoro rimanga flessibile e che il sistema di assicurazioni sociali permetta di ammortizzare gli eventuali contraccolpi occupazionali. Oltre a un quadro nazionale di condizioni ottimali per il mercato del lavoro e per le assicurazioni sociali, le sfide future richiederanno un sistema formativo solido, in grado di offrire un'ampia gamma di cicli di formazione e perfezionamento.

30

Credit Suisse (2014): Erfolgsfaktoren für Schweizer KMU ­ Perspektiven und Herausforderungen im Export.

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1.5

La svolta digitale nel commercio mondiale

Negli ultimi anni il processo di digitalizzazione della società e dell'economia ha subìto una forte accelerazione e oggi influisce in misura considerevole sulle economie globali. Mentre la dinamica degli scambi internazionali di beni e servizi negli scorsi anni è rallentata, lo scambio di dati è cresciuto rapidamente. Stando ad alcune stime, dal 2005 il flusso internazionale di dati è aumentato di 45 volte, e nei prossimi cinque anni dovrebbe crescere ancora e diventare nove volte maggiore31. All'origine di questo mutamento ci sono Internet, le nuove tecnologie del settore dell'informazione e della comunicazione e l'uso di computer più performanti. Questo fenomeno incide in diversi modi anche sul commercio mondiale di beni e servizi, come pure sulle filiere produttive e sui flussi commerciali globali. La possibilità di trasmettere i dati più velocemente, le prestazioni del moderno hardware e l'Internet degli oggetti (Internet of Things), oltre ad offrire nuove possibilità di commercio online permettono la nascita di nuovi prodotti, che scaturiscono dall'abbinamento di beni già esistenti a prestazioni di servizi digitali. Il commercio di beni digitali e/o immateriali supera l'ambito tradizionale dello scambio internazionale di merci. Inoltre già da qualche tempo i cosiddetti «big data» ­ cioè raccolte di dati molto estese ­ vengono considerati da alcuni come una nuova «materia prima», il cui uso apre ampie prospettive a imprese e consumatori e, nel contempo, pone i legislatori nazionali di fronte a nuove problematiche. Si tratta ad esempio di garantire che lo sfruttamento di queste ulteriori possibilità avvenga nel rispetto dei diritti della personalità, e ciò è reso più difficile dalla varietà di sistemi e paradigmi in uso a livello mondiale in quest'ambito.

Il grado elevato di digitalizzazione dei processi migliora la trasparenza degli scambi.

Tutti gli attori economici ­ compresi i consumatori ­ possono ad esempio sorvegliare e seguire costantemente i flussi di beni, a vantaggio della pianificazione e dell'efficienza logistico-produttiva. Grazie alla digitalizzazione si possono semplificare le procedure doganali e interconnetterle a livello internazionale.

Ogni fase delle catene globali del valore è interessata: analogamente alla trasformazione indotta dall'industria 4.0, la svolta digitale
offre potenzialità considerevoli per quanto attiene al miglioramento dell'efficienza della produzione e, di conseguenza, degli scambi globali di beni e servizi. Sempre più spesso l'applicazione di sensori o di supporti dati alle merci rende possibile il ricorso a funzionalità digitali. Grazie all'Internet degli oggetti e alla crescente automatizzazione ­ ad esempio il riconoscimento elettronico che permette la comunicazione automatica tra macchine ­, i processi produttivi possono essere notevolmente semplificati. Si stima che alla fine del 2016 questi sviluppi concerneranno 13 miliardi di oggetti, cioè il 30 per cento in più rispetto all'anno precedente32.

Le nuove tecnologie hanno permesso anche la creazione e il commercio internazionale di bei immateriali come software, musica, giochi, giornali elettronici, film e dati dei media sociali. La rapidità di Internet ha consentito la diffusione su scala mondiale di prodotti esclusivamente digitali a costi di distribuzione e trasporto molto bassi.

31 32

716

McKinsey (2016): Digital globalization ­ The new era of global flows.

www.gartner.com > newsroom > Gartner says 6.4 billion connected «Things» will be in use in 2016, up 30 % from 2015.

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Negli ultimi due decenni la situazione si è sviluppata molto rapidamente: ad esempio, nel 2014 per la prima volta l'industria discografica ha guadagnato di più con la musica digitale (download e streaming) che attraverso la vendita di CD33. La vendita e l'assistenza ai clienti non richiedono più necessariamente la presenza di succursali e rappresentanze in altri Paesi. Con lo smartphone i consumatori dispongono di una vera e propria piattaforma per lo shopping online, con cui possono usufruire direttamente di servizi globali. Ma anche gli scambi sociali di servizi o l'assistenza alla clientela possono avvenire direttamente e semplicemente con lo smartphone per mezzo di un'applicazione mobile. Si stima che nel 2015 il 47 per cento della popolazione disponeva di una connessione mobile, e alcuni esperti ritengono che entro il 2019 si arriverà almeno al 71 per cento34.

Questi moderni strumenti di comunicazione a basso prezzo permettono la nascita di nuove catene globali del valore e migliorano l'efficienza di quelle già esistenti, consentendo anche di avvicinare considerevolmente i produttori ai consumatori finali. Si può fare l'esempio concreto di un fabbricante danese di turbine eoliche: raccoglie informazioni concernenti gli impianti che ha realizzato in tutto il mondo e mediante l'analisi dei dati relativi a temperatura, velocità del vento e pressione atmosferica può stabilire il momento in cui saranno necessari dei pezzi di ricambio, così da ordinarli e fornirli per tempo. Oggi le fasi delle filiere produttive sono strettamente interconnesse, a vantaggio della rapidità di comunicazione. I lunghi spostamenti necessari per gli incontri di lavoro hanno perso d'importanza. Resta ancora da verificare in quale misura, come alcuni ritengono, l'uso crescente delle cosiddette stampanti 3D favorirà la produzione localizzata, accorciando le catene globali del valore: si può però già affermare con certezza che le imprese attive a livello internazionale saranno fortemente condizionate dalla svolta digitale in atto, a cui dovranno rapidamente adeguarsi.

In aprile il Consiglio federale ha approvato la strategia «Svizzera digitale», finalizzata allo sfruttamento razionale delle possibilità offerte dalla digitalizzazione e, di conseguenza, a promuovere l'attrattiva della Svizzera sia per quanto concerne la
qualità di vita, sia in relazione all'innovazione e alla lungimiranza che caratterizzano la sua piazza economica e le attività dei poli di ricerca nazionali. Questa strategia tiene conto anche delle iniziative dell'UE per creare un mercato unico digitale (Digital Single Market, DSM) e favorire così l'efficienza del suo mercato interno. Il DSM dovrebbe ammodernare a vari livelli il mercato interno europeo, eliminando gli ostacoli normativi nazionali e migliorando l'interconnessione di aziende e persone e la qualità dei servizi digitali. La Svizzera segue con attenzione gli sviluppi concernenti il DSM in atto nell'UE, per prevenire eventuali discriminazioni a danno delle nostre imprese.

Per il commercio mondiale anche i finanziamenti svolgono un ruolo centrale, e in questo settore il processo di digitalizzazione in atto è molto rapido. Nuove imprese, cosiddette tecnofinanziarie, premono sui mercati delle banche e dei finanziatori tradizionali. Attualmente molti processi ­ operazioni bancarie, garanzie di origine rilasciate dalle camere di commercio e dagli operatori della produzione e della 33 34

www.welt.de > Wirtschaft > Musikmarkt > Die CD hat den Kampf gegen das Streaming verloren.

ITU (2015): Measuring the Information Society Report 2015.

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logistica ­ avvengono ancora in forma cartacea e presuppongono scambi fisici. I bisogni dell'utenza e le possibilità tecniche spingono tuttavia a una sempre maggiore digitalizzazione. Secondo uno studio di JP Morgan35 la digitalizzazione totale dei crediti all'esportazione consentirebbe di risparmiare considerevolmente sui costi del settore «trade finance». Prendendo in considerazione soltanto le imprese dell'indice «Fortune 500», lo studio stima che un impiego più efficiente degli strumenti di finanziamento digitale permetterebbe risparmi sui costi per più di 80 miliardi di dollari americani. Migliorando lo sfruttamento dei limiti di credito o riducendo le commissioni bancarie si può contribuire in misura importante alla riduzione dei costi.

Sfruttando la digitalizzazione degli scambi le imprese possono ottimizzare le strutture produttive e distributive e proporre un'offerta personalizzata. Grazie alle nuove tecnologie anche le PMI possono raggiungere facilmente la massa critica necessaria per proporsi sui mercati, e nel contempo l'utenza può beneficiare di un'offerta più ampia, variata e personalizzata. La trasformazione digitale richiede però attività di programmazione e manutenzione più onerose e maggiori investimenti in capitale reale e umano. Attualmente molte imprese devono far fronte a un fabbisogno scoperto di personale specializzato: stando a un sondaggio svolto su 3700 imprese commerciali in Svizzera, un'impresa su due dichiara carenze di competenze digitali36.

1.6

Sfide di politica economica

Per assicurare il benessere e l'occupazione vanno colte le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Compito della politica economica è garantire un quadro di condizioni che permetta innovazioni utili all'economia e commisurate ai rischi. Date queste premesse, in relazione a digitalizzazione e commercio la politica economica in futuro dovrà affrontare numerose sfide.

Se si usufruisce di servizi digitali la localizzazione del fornitore di prestazioni e del cliente diventa irrilevante. Nell'ottica dell'industria digitale sono rimessi in discussione alcuni aspetti solitamente importanti ­ come le regole di origine ­ che riguardano la sede del processo fisico di produzione.

Mentre gli scambi di beni e servizi oggi sono regolamentati esaustivamente da numerosi accordi multilaterali e bilaterali, il rapido aumento di quelli relativi a servizi e dati digitali pone la politica economica di fronte a nuove sfide. Tra queste ci sono la standardizzazione dei formati e della trasmissione di dati come pure la definizione dello statuto giuridico dei dati e della loro trasmissione. Un ruolo importante è svolto ad esempio dall'economia creativa, soprattutto per ciò che concerne gli scambi internazionali di musica, film o libri digitali: in particolare il diritto d'autore, la normativa in materia di protezione dei dati e gli accordi internazionali devono tener conto dei nuovi modelli economici.

35 36

718

www.jpmorgan.com > insights > a new digital era for trade.

www.handel-schweiz.com > Aktuell > News > Jedem zweiten Handelsunternehmen fehlt digitales Know-how.

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Anche l'uso di «big data» comporta potenzialità notevoli per l'economia svizzera.

Ad esempio, la banche di dati medici e di dati personali relativi alla salute potrebbero essere accorpate a livello internazionale e utilizzate per la ricerca farmaceutica.

Tuttavia i vantaggi di una ricerca migliore e più efficiente sono legati al rischio di possibili abusi. Anche in questo caso, i legislatori nazionali dovranno affrontare il problema della conciliazione degli interessi interni con quelli degli scambi internazionali. Le misure adottate per garantire l'equivalenza degli standard di protezione dei dati tra UE e USA come pure Svizzera e USA (Safe Harbour e Privacy Shield) mostrano quanto sia difficile regolamentare questa materia.

Un altro compito gravoso che dovranno assumersi lo Stato, l'economia e la società è quello di garantire agli occhi dell'utenza la sicurezza e l'affidabilità dei servizi digitali, in particolare per quanto attiene ai flussi transfrontalieri di dati. La minaccia dei cyber-rischi rende necessaria la prevenzione di abusi e frodi anche su scala internazionale.

L'aumento delle interdipendenze globali conseguente alla digitalizzazione determina il tipo di approccio normativo, che spesso deve essere a sua volta globale. La svolta digitale rende necessario un adeguamento del diritto commerciale internazionale37.

In quest'ambito l'OMC ­ a cui spetta il compito di assicurare un «level playing field» per gli scambi internazionali ­ svolge un ruolo di primaria importanza. Già nel 1998 in seno all'OMC era stata firmata una dichiarazione relativa al commercio online e decisa una moratoria temporanea sui dazi doganali applicati alle trasmissioni elettroniche ­ moratoria che dal 2001 la conferenza dei ministri ha sempre rinnovato (l'ultima volta nel 2015, a Nairobi). Attorno all'anno 2000, le autorità di conciliazione dell'OMC sono giunte più volte alla conclusione che gli obblighi previsti dal GATS valgono per tutte le prestazioni di servizi, indipendentemente dal fatto che avvengano o meno in forma elettronica38. A livello plurilaterale nel 1996 in seno all'OMC è stato inoltre stipulato l'Accordo sulle tecnologie dell'informazione (Information Technology Agreement, ITA), che garantisce la franchigia doganale nel commercio di determinati prodotti delle tecnologie dell'informazione. Nel
2015, 201 nuovi prodotti sono stati inclusi nel campo d'applicazione di questo accordo (ITA II, cfr. n. 2.1): lo scambio dei beni in questione interessa 53 Stati membri e corrisponde a un importo di 1,3 miliardi di dollari americani, cioè circa il 10 per cento del valore degli scambi mondiali. Da ultimo, l'ammodernamento delle condizioni quadro per il commercio dei servizi è oggetto dei negoziati in corso in ambito plurilaterale riguardo all'Accordo sugli scambi di servizi (Trade in Services Agreement, TiSA, cfr. n. 5.3). Nell'anno in rassegna sono riprese le discussioni relative al commercio elettronico avviate in seno all'OMC secondo il programma di lavoro approvato nel 1998. In vista della prossima conferenza dei ministri, che si terrà nel 2017 a Buenos Aires, i membri intendono identificare i campi da regolamentare per l'avvio dei negoziati in questo settore.

37 38

Vedi ad esempio Burri, Mira: «Digitaler Handel stürzt Regulatoren ins Dilemma» in Digitale Realitäten. Università di Berna, dicembre 2015.

Porges and Enders (2016): Data Moving Across Borders: The Future of Digital Trade Policy.

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Vista la lentezza dei progressi compiuti in seno all'OMC, si ricorre agli ALS sempre più spesso: l'accordo stipulato tra USA e Corea del Sud (Korus) nel 2012 è stato uno dei primi a riguardare specificamente il commercio digitale. Questo accordo contempla disposizioni concernenti la firma elettronica e i servizi di certificazione, la protezione dei consumatori e l'accesso a Internet finalizzato al disbrigo elettronico delle pratiche commerciali. Il TPP è il primo accordo su vasta scala che disciplina il commercio digitale. L'allegato sul commercio elettronico nel quadro del TPP è a tutt'oggi l'atto normativo più completo in questa materia: comprende in particolare disposizioni sulla firma elettronica e i servizi di certificazione, sulla protezione della sfera privata, sullo svolgimento elettronico delle operazioni commerciali, sulla protezione dei dati e dei consumatori e sull'accesso a Internet allo scopo di espletare le procedure commerciali elettroniche. Inoltre l'Accordo permette alle Parti di gestire l'infrastruttura di elaborazione dei dati senza sottostare a obblighi relativi alla localizzazione di queste attività, e consente il libero flusso transfrontaliero dei dati.

Da ultimo il TPP, pur se con alcune riserve di portata nazionale, vieta di vincolare il commercio transfrontaliero di servizi alla costituzione di filiali locali e limita le possibilità delle Parti di imporre il ricorso a contenuti o tecnologie locali.

Cinque ALS stipulati dalla Svizzera contemplano disposizioni specifiche in materia di cooperazione riguardo al commercio elettronico39. Inoltre il 10 ottobre 2008, Svizzera e Usa40 hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta sulla cooperazione e la promozione nel settore del commercio elettronico. Un accordo analogo, stipulato con il Giappone41, riguarda oltre alla cooperazione anche il commercio di prodotti e servizi elettronici, l'uso della firma digitale e la protezione dei consumatori online.

Nessuno di questi accordi prevede clausole relative alla libertà del flusso di dati o sulla localizzazione dei dati come quelle contenute nel TPP.

Per quanto concerne la digitalizzazione, sul piano della politica economica le difficoltà maggiori riguardano l'ottenimento del consenso sociale. I meccanismi di difesa o di rifiuto nei confronti delle nuove tecnologie ostacolano
l'occupazione del futuro.

Un Paese esportatore, ad elevato livello salariale e con un piccolo mercato interno come la Svizzera dovrebbe accettare le inevitabili ripercussioni del mutamento tecnologico e impegnarsi per evitarne o attutirne gli effetti negativi. Occorre orientare la politica formativa della Svizzera in modo da garantire la necessaria flessibilità lavorativa. Uno studio recente42, analizzando le possibilità di automazione degli ambiti professionali economicamente più importanti della Svizzera, ha stimato il numero di lavoratori potenzialmente interessati. Gli autori prevedono che entro il 2025 verranno creati circa 270 000 posti di lavoro in più, anche se in molti casi le mansioni richieste saranno completamente diverse da quelle attuali (si passerà ad es.

39

40 41 42

720

Accordi tra l'AELS e gli Stati dell'America centrale (Costa Rica, Guatemala, Panama), tra l'AELS e il Perù, tra l'AELS e il Consiglio di Cooperazione del Golfo (Bahrein, Qatar, Kuwait, Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti), AELS e Colombia; accordo bilaterale tra Svizzera e Giappone.

www.seco.admin.ch > Politica esterna e cooperazione economica > Commercio internazionale di servizi > Commercio elettronico > USA www.seco.admin.ch > Politica esterna e cooperazione economica > Commercio internazionale di servizi > Commercio elettronico > Giappone Deloitte, Transformation der Schweizer Wirtschaft.

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dal meccanico di automobili al meccatronico di automobili). Da un altro studio 43 emerge che il progresso tecnologico sposterà la forza lavoro dai settori in cui il livello di automazione è maggiore a quelli in cui è più basso e a nuovi settori emergenti.

Gli Stati che si preparano attivamente alla digitalizzazione e che provvedono a creare le condizioni quadro più adatte all'industria 4.0 creano i migliori presupposti per approfittare del mutamento in atto.

1.7

Conclusioni

Gli scambi collegano tra loro le economie dei diversi Paesi. La domanda estera o l'andamento dei tassi di cambio nei Paesi partner influisce anche sulla crescita economica della Svizzera. Più della metà delle esportazioni svizzere sono destinate all'UE: perciò il nostro Paese è direttamente interessato dalla lentezza con cui l'UE si sta riprendendo dalla crisi economica e finanziaria. A partire dagli anni Novanta l'industria svizzera di esportazione si è pertanto rivolta anche ad altri mercati, in particolare a quelli asiatici e statunitense. Si tratta di una diversificazione geografica che può quantomeno proteggere da alcuni singoli fattori di rischio. Inoltre per un Paese privo di materie prime fisiche, come la Svizzera, l'accesso a diversi mercati è e rimane essenziale ai fini del mantenimento della competitività.

La vasta rete di ALS è parte di un quadro di condizioni favorevole alle attività del settore svizzero dell'esportazione: l'ulteriore ampliamento di questa rete è necessario affinché la Svizzera possa rimanere competitiva anche in futuro. Le critiche alla globalizzazione, l'incertezza degli sviluppi di politica commerciale e le difficoltà legate alla liberalizzazione del settore agricolo contribuiscono però a creare un clima di insicurezza.

La digitalizzazione offre invece delle opportunità all'economia svizzera, povera di materie prime. Perciò l'accessibilità e lo scambio dei dati per la nostra economia sono fondamentali.

Questi meccanismi (specializzazione, trasferimento di tecnologie, concorrenza sul mercato interno, diversificazione dei rischi) portano complessivamente ad una maggiore crescita della produttività e, di conseguenza, alla crescita qualitativa della nostra economia. In futuro le questioni concernenti la fornitura di servizi, i flussi e la protezione dei dati e la proprietà intellettuale assumeranno un'importanza ancora maggiore.

L'apertura dei mercati rafforza la concorrenza sul mercato interno. Per i produttori ciò si traduce in innovazione e specializzazione; per i consumatori, in maggiore scelta e convenienza; e per l'economia nazionale, a lungo termine, in competitività.

43

Dorn, David: UBS Center Public Paper 4, The Rise of the Machines, How Computers Have Changed Work.

721

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2

OMC e altre cooperazioni economiche multilaterali

2.1

Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

Nell'anno in rassegna i membri dell'OMC hanno concordato che nei futuri negoziati multilaterali i temi che erano centrali nel ciclo di Doha dell'OMC resteranno importanti. Per molti Paesi dell'OMC la limitazione del sostegno ai mercati agricoli interni è un elemento prioritario. Inoltre, il potenziamento delle disposizioni sulla regolamentazione interna negli scambi di servizi ha suscitato un rinnovato interesse. I negoziati per la riduzione delle sovvenzioni a favore della pesca sono stati rilanciati in un nuovo contesto plurilaterale. Nel contempo, hanno acquisito rilievo nuovi temi negoziali, tra cui le facilitazioni commerciali per le PMI e il commercio elettronico.

Nell'anno in rassegna i negoziati per un accordo plurilaterale sulla liberalizzazione dei beni ambientali (EGA) sono proseguiti con maggiore intensità. Nonostante i grandi progressi compiuti non si è ancora giunti a una conclusione.

2.1.1

Proseguimento dei negoziati dopo la Conferenza di Nairobi con temi sia attuali sia nuovi

In occasione delle conferenze ministeriali dell'OMC di Bali nel 2013 e Nairobi nel 2015 gli Stati membri sono riusciti a concludere i negoziati nei più importanti campi tematici, tra cui l'ampliamento dell'Accordo sulle tecnologie dell'informazione (ITA II)44 e la decisione in materia di sovvenzioni all'esportazione in ambito agricolo (cfr. n. 5.1.3 sullo stato di attuazione nell'ordinamento giuridico interno).

Durante la Conferenza di Nairobi i membri dell'OMC non hanno raggiunto un consenso sulla continuazione dei negoziati per una conclusione integrale del ciclo di Doha. Nel contempo hanno però sottolineato la necessità di proseguire le trattative sui rimanenti temi del Ciclo di Doha e di inserire nuovi temi nell'agenda negoziale.

Nell'anno in rassegna i ministri dell'OMC hanno partecipato a diversi incontri informali per tematizzare la nuova situazione in vista dei futuri negoziati OMC e per ipotizzare quali potrebbero essere i risultati della prossima Conferenza ministeriale, che si svolgerà dall'11 al 14 dicembre 2017 a Buenos Aires, in Argentina. Durante l'incontro organizzato dalla Svizzera alla fine di gennaio a margine del World Economic Forum di Davos, la rilevanza dei temi centrali del ciclo di Doha e la volontà di intavolare negoziati su nuovi temi sono state confermate.

Dagli ulteriori dialoghi informali svoltisi a livello ministeriale in giugno a Parigi e in ottobre a Oslo nonché dai colloqui tra i negoziatori a Ginevra è emerso che tra tutti gli attuali temi del Ciclo di Doha i membri dell'OMC accordano la priorità a quello del sostegno interno all'agricoltura. Diversamente, ad esempio, dalla liberalizzazio44

722

Il messaggio concernente l'approvazione della relativa decisione ministeriale e la modifica della lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nell'ambito dei beni della tecnologia dell'informazione si trova in allegato (cfr. n. 10.2.3).

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ne dell'accesso ai mercati, che diversi Paesi affrontano con accordi di libero scambio regionali, il sostegno interno all'agricoltura a livello internazionale è finora stato disciplinato esclusivamente in un quadro multilaterale. Quanto agli scambi di servizi, i membri dell'OMC hanno ripreso precedenti iniziative sul rafforzamento delle norme sulla regolamentazione interna (cfr. n. 5.3.1).

Dall'inizio dell'anno in rassegna due nuovi temi stanno destando l'interesse dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo membri dell'OMC: l'iniziativa MSME (micro, piccole e medie imprese, MPMI) e il commercio elettronico. L'iniziativa MPMI lanciata dalle Filippine intende migliorare l'integrazione delle MPMI nell'economia e nelle catene del valore globali. Le discussioni sull'e-commerce, invece, puntano a trovare soluzioni su come formulare regole commerciali che facilitino e promuovano il commercio elettronico. L'intenzione di fondo è di agevolare alle MPMI l'accesso ai mercati internazionali e di ridurre il cosiddetto divario digitale (digital divide) tra i Paesi membri dell'OMC.

Un altro tema negoziale è stato quello delle sovvenzioni alla pesca. Presso l'OMC tredici Paesi45, tra cui la Svizzera, hanno avviato trattative al riguardo, per la prima volta in un contesto plurilaterale. L'iniziativa si prefigge di eliminare le sovvenzioni che contribuiscono all'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche e alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU fishing).

2.1.2

Negoziati plurilaterali per un accordo sui beni ambientali

Poiché durante la Conferenza ministeriale di Nairobi del dicembre 2015 l'accordo plurilaterale sui beni ambientali non ha potuto essere concluso, i 46 membri dell'OMC interessati46 si sono adoperati per portarlo a buon fine ancora nel 2016. I beni che l'accordo intende liberalizzare contribuiscono a eliminare tutta una serie di problemi ambientali e ad attuare diversi accordi multilaterali sull'ambiente (tra cui l'accordo di Parigi sul clima, cfr. n. 5.5.3). Nonostante i grandi progressi compiuti nell'anno in rassegna, non tutte le differenze sono state appianate. I negoziati saranno quindi portati avanti nel 2017.

45 46

Argentina, Australia, Cile, Canada, Colombia, Norvegia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Perù, Singapore, Stati Uniti, Svizzera, Uruguay.

Australia, Canada, Cina, Corea, Costa Rica, Giappone, Hong Kong Cina, Islanda, Israele, Liechtenstein, Norvegia, Nuova Zelanda, Singapore, Stati Uniti, Svizzera, Taipei Cinese, Turchia, UE/Paesi membri dell'UE.

723

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2.2

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE)

Il Forum globale sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni a fini fiscali dell'OCSE (di seguito «Forum globale») ha pubblicato un rapporto sull'attuazione dello scambio di informazioni su richiesta in Svizzera. Il rapporto conferma che il nostro Paese adempie gli standard internazionali in materia di trasparenza fiscale. In seguito all'introduzione dello scambio automatico di informazioni, prevista per il 2018, il Forum globale sorveglierà il rispetto delle relative norme.

A luglio la Lettonia ha aderito all'OCSE come suo 35° Paese membro. L'OCSE ha inoltre intensificato la collaborazione con diversi Stati non membri, in particolare con Paesi emergenti. La procedura di adesione della Russia, invece, rimane sospesa.

La digitalizzazione, tematizzata nel capitolo introduttivo (cfr. n. 1.5), è stata discussa durante diversi incontri ministeriali dei membri dell'OCSE. I partecipanti hanno convenuto sulla necessità di creare condizioni quadro adeguate per uno sfruttamento inclusivo della digitalizzazione ai fini di un maggior benessere economico.

2.2.1

Questioni fiscali

Nel 2016 la fiscalità internazionale ha continuato a occupare una posizione di alta priorità nell'agenda dell'OCSE. La discussione si è concentrata in particolare sul progetto OCSE/G20 contro l'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting, BEPS). Con ben 15 misure, che la Svizzera ha contribuito a elaborare, il progetto intende colmare le lacune tuttora sfruttate dalle imprese multinazionali ai fini di una pianificazione fiscale aggressiva. Queste misure BEPS saranno attuate in Svizzera in particolare con la Riforma III dell'imposizione delle imprese (cfr. n. 3.5). Tutti i Paesi dell'OCSE, del G20 e altre 40 nazioni hanno finora aderito alle misure BEPS, manifestando la loro disponibilità a sorvegliarne l'attuazione su base di reciprocità. Le misure intendono promuovere il pari trattamento fiscale delle imprese a livello internazionale (level playing field).

Nell'anno in rassegna il Forum globale ha valutato l'attuazione pratica dello scambio di informazioni su richiesta in Svizzera. Nel complesso il nostro Paese ha ottenuto buoni voti e figura ora tra quelli che soddisfano le norme internazionali in materia di trasparenza fiscale. In vista dell'introduzione dello scambio automatico di informazioni, la Svizzera ha concluso nel 2016 accordi con i Paesi partner. L'attuazione di tale scambio è disciplinata nella legge federale del 18 dicembre 2015 47 sullo scambio automatico internazionale di informazioni a fini fiscali e nell'ordinanza del 23 novembre 201648 sullo scambio automatico internazionale di informazioni a fini 47 48

724

RU 2016 1297; entrata in vigore il 1° gennaio 2017.

RU 2016 4885; entrata in vigore il 1° gennaio 2017.

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fiscali. A partire dal 2017 la Svizzera rileverà dati per i primi Paesi partner e li trasmetterà loro a partire dal 2018. Anche l'attuazione dello scambio automatico di informazioni sarà sorvegliata dal Forum globale.

2.2.2

La politica di apertura dell'OCSE

In futuro, la prestazione economica dei Paesi OCSE rispetto alla prestazione economica globale continuerà a diminuire (2000: 60 %, stima per il 2030: 43 %). Per mantenere la sua influenza nell'elaborare norme internazionali, l'OCSE sta praticando una politica di apertura attiva. Questa politica consiste nell'acquisire nuovi membri e instaurare cooperazioni con Paesi non membri e organizzazioni internazionali, tra cui il G20 (cfr. n. 2.6).

La Svizzera apprezza la più intensa collaborazione dell'OCSE con Paesi non membri e organizzazioni internazionali. Quanto all'adesione di nuovi membri, il nostro Paese ritiene però che le norme OCSE debbano essere rispettate e non possano essere annacquate a seguito dell'adesione di nuovi membri. Per questi motivi, la Svizzera preferisce che in un primo tempo i Paesi interessati siano integrati o coinvolti in modo selettivo in comitati e iniziative dell'organizzazione.

In luglio la Lettonia ha aderito all'OCSE come suo 35° Paese membro. Le diverse commissioni dell'OCSE stanno inoltre valutando i tre candidati all'adesione Costa Rica, Colombia e Lituania. L'adesione è consentita soltanto se il Paese interessato è disposto a recepire le dettagliate norme istituzionali e giuridiche dell'OCSE. La Svizzera ha partecipato attivamente ai colloqui di adesione. La procedura di ammissione della Russia rimane sospesa a causa della situazione nell'Ucraina.

Nell'anno in rassegna l'OCSE ha istituito il «Latin American and the Caribbean Regional Programme» e ha ribadito lo statuto di regione prioritaria del Sud-Est asiatico. In questo modo l'organizzazione intende rafforzare la sua presenza nelle due regioni con grande potenziale di sviluppo economico e diffondervi le sue norme e buone pratiche.

L'OCSE ha continuato a collaborare strettamente con i partner chiave Brasile, Cina, India, Indonesia e Sudafrica, integrandoli tra l'altro nei lavori di diversi suoi comitati. L'OCSE, infine, ha intensificato la sua collaborazione con il Kazakistan, il Marocco e il Perù, contribuendo ad avviare prime riforme in questi Paesi. In Perù, ad esempio, la legislazione sui partenariati pubblico-privati è stata adeguata conformemente alle raccomandazioni dell'OCSE. Nell'anno in rassegna, infine, l'Argentina, la Bulgaria, la Croazia e il Perù hanno manifestato ufficialmente il loro interesse all'adesione.

2.2.3

Incontri al vertice

L'incontro del Consiglio dei ministri OCSE dello scorso giugno era incentrato soprattutto sulla crescita economica, persistentemente debole, e sulle crescenti diseguaglianze. L'esortazione ad accelerare le riforme strutturali che in molti Paesi 725

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hanno subìto una battuta d'arresto e la sollecitazione ad adottare misure di politica monetaria e fiscale «adeguate» esprimono la crescente costernazione della comunità per la propria impotenza di fronte a questi problemi. Il Consiglio dei ministri si è inoltre dichiarato favorevole agli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals, SDG), anche tematizzati in diversi comitati.

Durante gli incontri ministeriali sull'economia digitale e sul lavoro e l'occupazione, i Governi sono stati sollecitati a creare le condizioni quadro necessarie affinché la digitalizzazione possa essere sfruttata in modo inclusivo ai fini di un aumento del benessere economico (cfr. anche n. 1.1). Nel creare queste condizioni quadro anche la Svizzera ha del terreno da recuperare, ad esempio nel campo dell'alfabetizzazione digitale (digital literacy).

Durante l'incontro dei ministri dell'agricoltura si è discusso di sistemi agricoli e alimentari sostenibili. Secondo i ministri è importante considerare questi sistemi in un'ottica globale e potenziare la cooperazione internazionale tenendo ugualmente conto, ad esempio, delle politiche economiche e commerciali, ambientali e climatiche nonché sociali e regionali. Nell'ambito dell'incontro ministeriale sulla Convenzione OCSE del 17 dicembre 199749 contro la corruzione, i ministri hanno invece discusso su come contrastare più efficacemente la corruzione dei pubblici ufficiali stranieri (cfr. n. 5.4.2). L'incontro dei ministri dell'ambiente, infine, ha riguardato soprattutto i temi del cambiamento climatico e dell'uso sostenibile delle risorse.

2.3

Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (CNUCES)

In occasione della Conferenza ministeriale della CNUCES incentrata sul motto «Dalle decisioni alle azioni» è stato approvato un programma di lavoro che fungerà da solida base per le attività della CNUCES nei prossimi quattro anni nei settori chiave del dialogo, della ricerca e dell'analisi nonché delle cooperazioni tecniche.

Dal 17 al 22 luglio la CNUCES ha organizzato a Nairobi, in Kenya, la sua quattordicesima Conferenza ministeriale. L'organo supremo dell'organizzazione si riunisce ogni quattro anni per definire le priorità e i principi d'intervento dell'organizzazione.

La presenza di circa 7000 delegati provenienti da 149 dei 194 Stati membri depone a favore dell'esigenza tuttora attuale di discutere a intervalli regolari e su larga scala di aspetti legati al commercio e allo sviluppo. Il risultato più importante della Conferenza è stata l'approvazione del «Nairobi Maafikiano Accord», che getta le basi per i lavori della CNUCES nei prossimi quattro anni.

La Conferenza di Nairobi ha avuto come obiettivo principale quello di conciliare i lavori della CNUCES con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (cfr. n. 5.5.1), l'Agenda d'Azione di Addis Abeba (AAAA), l'Accordo sul clima di Parigi e le 49

726

RS 0.311.21

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decisioni della 10ª Conferenza ministeriale dell'OMC. Oltre a contribuire attivamente a questo obiettivo, la Svizzera ha sostenuto gli sforzi per aumentare l'efficienza dell'organizzazione e la coerenza dei lavori delle singole divisioni CNUCES e per sorvegliare meglio, sotto il profilo dei risultati, i progetti portati avanti nell'ambito della cooperazione tecnica. Quanto alla collaborazione economica allo sviluppo, la Svizzera sostiene diversi progetti di cooperazione tecnica della CNUCES (p. es. nel settore della collaborazione commerciale allo sviluppo [UN Trade Cluster], del commercio di prodotti della biodiversità, dell'economia verde e della gestione sostenibile dei debiti). Nel contesto del Forum mondiale degli investimenti, tenutosi parallelamente alla Conferenza ministeriale CNUCES, la Svizzera partecipa inoltre alle discussioni su sistemi multilaterali di composizione delle controversie e sugli accordi internazionali in materia di investimenti (cfr. n. 5.4.1).

Il programma di lavoro della CNUCES ­ elaborato congiuntamente da Paesi in via di sviluppo e Paesi industrializzati ­ costituisce una solida base su cui l'organizzazione potrà impostare i propri lavori nei prossimi quattro anni nei settori chiave del dialogo, della ricerca e dell'analisi come pure delle cooperazioni tecniche.

2.4

Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (ONUSI)

Con diversi progetti intesi a promuovere forme industriali e di produzione rispettose delle risorse e dell'ambiente, l'ONUSI ha fornito un importante contributo all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Nell'anno in rassegna l'ONUSI è stata sottoposta a diverse riforme di carattere organizzativo in parte avviate su proposta della Svizzera.

In novembre l'ONUSI ha festeggiato il suo 50° anniversario presso la sede principale di Vienna. Fondata il 17 novembre 1966 come programma delle Nazioni Unite, nel 1985 è stata trasformata in un'agenzia specializzata autonoma dell'ONU.

Nell'anno in rassegna i membri dell'ONUSI hanno convenuto di voler assumere un ruolo guida nell'attuazione dell'obiettivo n. 9 dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile (ossia: «costruire un'infrastruttura resiliente, promuovere l'industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l'innovazione»). L'ONUSI vanta approfondite conoscenze e un'esperienza pluriennale nella promozione di forme industriali e di produzione sostenibili e compatibili con le esigenze climatiche. Lo dimostra la domanda di prestazioni ONUSI che negli ultimi anni ha continuato ad aumentare fino a raggiungere un nuovo apice. Insieme al Giappone e all'UE, la Svizzera figura tra i più importanti donatori bilaterali dell'organizzazione.

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Nell'anno in rassegna sono state realizzate diverse riforme organizzative nell'intento di aumentare l'efficacia, la qualità e l'efficienza dei progetti. La riforma della rete esterna si basa sulla proposta svizzera di coinvolgere maggiormente le 47 sedi dell'organizzazione nella collaborazione tecnica e, quindi, di aumentare il loro contributo alla concretizzazione dei progetti e dei programmi. Oltre ai miglioramenti qualitativi, l'ONUSI prevede di realizzare grossi risparmi.

2.5

Organizzazione internazionale del lavoro (OIL)

Nell'ambito delle discussioni sul lavoro dignitoso all'interno delle catene del valore globali e sulla giustizia sociale, la Svizzera si è adoperata a favore di un'economia mondiale sostenibile e ha svolto un ruolo attivo nell'elaborazione di un sistema normativo internazionale aggiornato nel mondo del lavoro.

La Conferenza internazionale del lavoro (CIL), che si è svolta dal 30 maggio al 10 giugno, è stata aperta da un discorso del presidente della Confederazione Johann N. Schneider-Ammann. Il capo del DEFR ha sottolineato le opportunità che la digitalizzazione può offrire in termini di posti di lavoro e ha messo in particolare rilievo il ruolo delle parti sociali ai fini di un mercato del lavoro flessibile e di una formazione che aderisca il più possibile ai bisogni del mondo del lavoro. A questo proposito ha ribadito la necessità di un quadro normativo coerente dell'OIL che contribuisca a creare posti di lavoro dignitosi e a innescare una crescita sostenibile.

Per migliorare la cooperazione con l'organizzazione in questione, il presidente della Confederazione ha inoltre firmato un Memorandum d'intesa tra la Svizzera e la CIL.

I due pilastri su cui si fonda sono una più stretta collaborazione nel promuovere produttività e condizioni di lavoro nei Paesi emergenti e in via di sviluppo e nell'ambito della migrazione dovuta a motivi di lavoro.

La CIL ha valutato la Dichiarazione dell'OIL del 2008 sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa. La risoluzione che ne è derivata contiene raccomandazioni intese a sfruttare il pieno potenziale della Dichiarazione nel contesto dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Le raccomandazioni possono contribuire a rafforzare il ruolo guida dell'OIL nel promuovere gli obiettivi di sostenibilità concernenti il lavoro dignitoso.

La CIL ha incaricato l'OIL di colmare i deficit in materia di governance nelle catene globali del valore che comportano condizioni di lavoro indegne e di contribuire così a una crescita sostenibile. La Svizzera ha sottolineato l'importanza di un approccio settoriale e pragmatico, basato su programmi efficaci e sostenuti dal nostro Paese come «SCORE» (cfr. n. 5.5.1) e «Better Work». Nel corso della discussione, le posizioni delle parti sociali si sono notevolmente allontanate le une dalle altre: se da un lato le associazioni
dei lavoratori chiedono l'adozione di un quadro normativo internazionale, dall'altro le associazioni dei datori di lavoro continuano a puntare su iniziative facoltative e sull'obbligo di protezione degli Stati nazionali. La ricerca di una soluzione pragmatica potrebbe risentirne.

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A causa delle divergenze sulle norme, insorte tra le parti sociali dell'OIL, il consiglio d'amministrazione ha istituito un gruppo di lavoro composto da membri OIL, tra cui la Svizzera, per sottoporre a una verifica il quadro normativo dell'organizzazione. Il gruppo di lavoro propone di considerare superate sei delle 36 Convenzioni e di porre fine alla loro validità.

2.6

Il Gruppo dei 20 (G20)

Nel 2016, anno della presidenza cinese del G20 50, la priorità è stata accordata alla ricerca di misure soprattutto strutturali che possano contribuire a una crescita solida, inclusiva e sostenibile. L'attenzione principale si è concentrata sulle politiche monetarie, fiscali e strutturali.

La Svizzera è stata invitata dalla presidenza cinese a partecipare al segmento finanziario e al gruppo di lavoro anticorruzione. L'invito conferma che il nostro Paese viene percepito dal G20 come importante attore nel contesto finanziario ed economico internazionale. Nel segmento finanziario, la partecipazione a tre incontri dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali ha consentito al nostro Paese di presentare il suo punto di vista su diverse questioni finanziarie e fiscali.

Anche la Germania, che presiederà il G20 nel 2017, ha invitato la Svizzera a partecipare al segmento finanziario e al gruppo di lavoro anticorruzione.

2.6.1

Il G20 sotto la presidenza cinese

La presidenza cinese ha accordato la priorità alla crescita globale ostinatamente debole e al rafforzamento della cooperazione internazionale, ad esempio in ambito fiscale, nel commercio internazionale e negli investimenti. I Paesi del G20 hanno ribadito che per rilanciare l'economia vanno impiegati tutti gli strumenti di politica economica disponibili, ossia le politiche monetaria, fiscale e strutturale. La presidenza cinese ha inoltre sottolineato quanto siano importanti l'innovazione e l'economia digitale ai fini di una crescita solida e inclusiva. Nel campo del finanziamento sostenibile, gli Stati del G20 intendono elaborare strategie adeguate per promuovere un sistema finanziario «verde» e una categoria di titoli obbligazionari ecologici (i cosiddetti «green bond»).

I Paesi del G20 si sono dichiarati esplicitamente favorevoli a un sistema di commercio mondiale aperto e inclusivo, con l'OMC come protagonista principale. Hanno inoltre sottolineato l'importanza delle catene globali del valore e manifestato l'intenzione di rivestire un ruolo guida nella semplificazione del commercio e degli inve50

Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Turchia, UE.

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stimenti internazionali. Consapevoli del problema delle sovraccapacità globali nell'industria dell'acciaio, i Paesi del G20 esortano l'OCSE a istituire un forum globale che funga da piattaforma di scambio d'informazioni tra i Paesi OCSE e G20 interessati.

Avendo riconosciuto, inoltre, che il problema delle resistenze agli antibiotici rappresenta una sfida globale, i Paesi del G20 intendono spingere sull'acceleratore della ricerca in questo settore e provvedere affinché gli antibiotici esistenti siano impiegati con più parsimonia.

2.6.2

Bilancio del posizionamento della Svizzera nei confronti del G20

Nell'anno in rassegna la Svizzera è stata invitata per la seconda volta, dopo il 2013, a partecipare al segmento finanziario del G20 (Finance Track) e al gruppo di lavoro anticorruzione. La Svizzera, che nelle discussioni ha assunto un ruolo attivo, ha sottolineato a più riprese che per mantenere condizioni concorrenziali eque a livello internazionale (level playing field) sono necessarie norme finanziarie e fiscali inclusive e globali. Ha inoltre colto l'occasione per intrattenere e curare contatti internazionali di alto rango.

La Germania, che presiederà il G20 nel 2017, ha già invitato la Svizzera al «Finance Track» dell'anno prossimo. Il nostro Paese continuerà così a partecipare, ai massimi livelli, alle discussioni sullo sviluppo del sistema finanziario internazionale. La Svizzera, infine, farà il possibile per essere invitata anche ai prossimi segmenti finanziari, in particolare a quello del 2018 che si svolgerà sotto la presidenza dell'Argentina.

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3

Integrazione economica europea Dato che l'UE è di gran lunga il nostro principale partner commerciale, il commercio estero svizzero è fortemente influenzato dall'andamento dell'economia nell'Unione europea. Nell'anno in rassegna è proseguita la moderata ripresa dell'UE, anche se gli investimenti sono risultati inferiori alle aspettative, il che è sintomatico delle incertezze riguardanti lo sviluppo economico.

Queste incertezze sono aumentate con l'esito del referendum sull'uscita del Regno Unito dall'UE (Brexit). Gran parte delle relazioni economiche tra la Svizzera e la Gran Bretagna è disciplinata dagli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'UE. Il Consiglio federale ha dunque disposto una prima analisi sull'eventuale necessità di intervento in questo ambito e ha condotto i primi colloqui con i rappresentanti del Regno Unito, al fine di garantire la reciprocità dei diritti e obblighi esistenti anche dopo l'eventuale uscita del Regno Unito.

Nelle relazioni tra la Svizzera e l'UE si tratta in generale di garantire il proseguimento e le possibilità di sviluppo degli accordi bilaterali, particolarmente importanti per l'economia elvetica. Il 16 dicembre le Camere federali hanno adottato la legge d'applicazione relativa all'articolo 121a Cost. in una forma compatibile con l'Accordo sulla libera circolazione delle persone. Il Consiglio federale prosegue il proprio impegno per concludere un accordo sul futuro quadro istituzionale per l'accesso al mercato interno europeo.

3.1

Sfide economiche nell'UE e loro impatto sulla Svizzera

Nell'anno in rassegna è proseguita nell'eurozona la moderata ripresa economica, sostenuta dalla politica monetaria espansiva della Banca centrale europea, da una politica fiscale poco restrittiva e dai prezzi dell'energia tuttora relativamente bassi.

Oltre al debole rincaro dei prezzi al consumo, la graduale distensione del mercato del lavoro ha contribuito a rafforzare il potere d'acquisto delle economie domestiche. Il consumo privato si è rivelato un pilastro determinante per la crescita. Nonostante le favorevoli condizioni finanziarie, gli investimenti hanno dato prova di scarso dinamismo, il che riflette le grandi incertezze sullo sviluppo economico internazionale. I Paesi dell'Unione europea presentano tra di loro grandi differenze in materia di crescita. La Spagna ha proseguito la sua forte ripresa, tanto da tornare gradualmente alle performance degli anni precedenti la crisi del 2008/2009, e il tasso di disoccupazione, tuttora elevato, è nettamente calato. La Germania ha continuato a crescere a un ritmo moderato, mentre in Francia e in Italia la ripresa si è arrestata dopo il primo semestre. La maggior parte dei Paesi dell'UE al di fuori dell'eurozona ha fatto registrare una forte espansione: proprio negli Stati dell'Europa centrale e orientale si prevede un'ulteriore accelerazione della crescita.

Il 23 giugno i cittadini del Regno Unito hanno votato per uscire dall'UE (Brexit, cfr. n. 3.3), dando vita a un ulteriore fattore di insicurezza dalle conseguenze eco731

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nomiche potenzialmente considerevoli. A breve termine si teme un calo delle esportazioni nel Regno Unito per effetto della svalutazione della sterlina, con tutte le conseguenze che ne derivano per i partner commerciali. A medio termine l'incertezza politica potrebbe svolgere un ruolo importante, soprattutto se l'integrazione europea dovesse essere messa in discussione anche in altri Paesi membri. I mercati finanziari internazionali si sono per lo più assestati dopo una breve impennata di insicurezza e volatilità. Le indagini congiunturali presso le imprese e i consumatori non lasciano presagire un'imminente regressione. Finché persiste questa tendenza, ci sono buone probabilità che sul piano internazionale le conseguenze negative della «Brexit» restino contenute. In un certo modo altri Paesi europei potrebbero addirittura trarre vantaggio dall'esito del referendum britannico, ad esempio nel caso in cui si verificasse una significativa delocalizzazione delle attività imprenditoriali. Per il Regno Unito le conseguenze dell'uscita dall'UE potrebbero invece essere molto più marcate: secondo le previsioni più recenti non ci sarà un drastico tracollo, ma bisognerà comunque fare i conti con un netto raffreddamento congiunturale.

Il commercio estero lega strettamente l'economia svizzera all'UE. Oltre la metà delle esportazioni svizzere di merci (2015: 54 %) è destinata ai Paesi membri. Negli anni passati la timida ripresa nell'UE ha fornito impulsi soltanto moderati all'economia d'esportazione elvetica per cui anche l'economia svizzera potrebbe beneficiare di un ulteriore rafforzamento della crescita europea. L'andamento dei tassi di cambio, soprattutto quello del franco rispetto all'euro, ha svolto un ruolo fondamentale. Alcuni trimestri dopo l'improvviso apprezzamento del franco, l'economia elvetica è riuscita nel complesso a ripartire e anche i settori fortemente dipendenti dalle esportazioni hanno fatto registrare una distensione. Un'altra spinta al rialzo del franco sarebbe però molto problematica per gli esportatori svizzeri e quindi per l'economia nel suo complesso. Dato che proprio nei periodi di crisi la valuta elvetica è spesso esposta a una forte pressione al rialzo per via del suo tradizionale ruolo di «porto sicuro», imprevisti sviluppi istituzionali e politici in Europa potrebbero ripercuotersi
sui tassi di cambio e indirettamente sull'economia svizzera.

Per il futuro ci si chiede quanto sarà forte l'effetto della «Brexit» e dell'insicurezza che comporta. Ciò dipenderà soprattutto dall'andamento dei negoziati tra il Regno Unito e l'UE. Ma anche altri fattori quali la latente fragilità del sistema bancario potrebbero provocare, in caso di inasprimento della crisi, un notevole apprezzamento del franco.

3.2

Sfide legate alla progressiva integrazione all'interno dell'UE e alle relazioni di libero scambio dell'UE con Stati terzi

L'accesso indiscriminato al mercato interno dell'UE è di centrale importanza per l'economia svizzera. Vi è tuttavia il pericolo di un ulteriore calo di competitività delle esportazioni svizzere sul mercato interno dell'UE. Ciò può avvenire a seguito di una progressiva integrazione all'interno dell'UE (attualmente soprattutto nel settore dei servizi), ma anche da un aumento della concorrenza dovuto alle nuove relazioni di libero scambio dell'UE con Stati terzi (cfr. n. 1.4.1). I vantaggi concorrenziali dei fornitori svizzeri sul mercato interno europeo rispetto ad altri Paesi terzi 732

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diminuiscono se questi ultimi ottengono un migliore accesso al mercato interno europeo. Di conseguenza, le relazioni privilegiate tra la Svizzera e l'UE che consentono di partecipare a determinati settori del mercato interno devono essere mantenute, approfondite ed estese ad altri settori. Il Consiglio federale continua pertanto ad adoperarsi per stipulare un accordo quadro istituzionale. Quest'ultimo rafforzerebbe la certezza del diritto per le imprese svizzere, dato che garantirebbe il funzionamento dell'accordo esistente sull'accesso al mercato ed eviterebbe l'erosione di quanto raggiunto finora. La stipula di un accordo istituzionale consentirebbe infine l'estensione degli accordi di accesso al mercato esistenti e la regolamentazione di nuovi settori.

3.3

Sfide economiche relative alla «Brexit» e loro impatto sulla Svizzera

Il 23 giugno i cittadini britannici hanno votato per l'uscita del Regno Unito dall'UE.

Il risultato del referendum non è vincolante per il Governo. A livello formale, il processo negoziale di uscita inizia solo se l'esecutivo britannico comunica al Consiglio europeo, conformemente all'articolo 50 del Trattato sull'Unione europea, la sua intenzione di abbandonare l'UE. Il primo ministro Theresa May ha annunciato la sua volontà di farlo entro il 31 marzo 2017. Non è dato sapere se questo termine sarà posticipato dall'attesa della sentenza della «Supreme Court» sull'eventuale necessità di coinvolgere il Parlamento.

Non si conoscono ancora le modalità con cui il Regno Unito e l'UE struttureranno le loro relazioni future. A prescindere da quanto decideranno nello specifico, l'uscita del Regno Unito dall'UE presenta dei risvolti anche per la Svizzera. Ora le relazioni tra la Svizzera e il Regno Unito sono in gran parte disciplinate dagli accordi bilaterali con l'UE, che consentono al nostro Paese di accedere ad alcuni settori del mercato interno unionale e, di conseguenza, al mercato del Regno Unito.

L'uscita del Regno Unito dall'UE farebbe perdere alla Svizzera questo accesso privilegiato al mercato di un importante partner commerciale (garantito dagli accordi bilaterali Svizzera-UE). Il volume degli scambi commerciali della Svizzera con il Regno Unito ha superato nel 2015 i 18 miliardi di franchi, una cifra che rappresenta il 5 per cento degli scambi totali. Questo Paese è, in ordine di importanza, il sesto partner commerciale della Svizzera51. Il Regno Unito è un partner di rilievo anche per lo scambio di servizi nonché un'importante destinazione degli investimenti diretti del nostro Paese.

Il Consiglio federale seguirà con grande attenzione i colloqui tra l'UE ed il Regno Unito, Paese con il quale ha già stabilito un dialogo, sottolineando la grande importanza delle relazioni commerciali reciproche. Inoltre, ha istituito un gruppo tecnico che ha già effettuato una prima analisi sull'eventuale necessità di intervento e che coordinerà gli imminenti colloqui con il Regno Unito. La Svizzera punta a concordare con questo Paese un dispositivo il più completo possibile per garantire anche in 51

Commercio senza oro in lingotti e altri metalli preziosi, monete, pietre preziose e semipreziose, oggetti d'arte e di antiquariato.

733

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futuro un accesso al mercato identico a quello attuale. Inoltre, laddove ci fosse un interesse reciproco, gli eventuali negoziati con il Regno Unito potrebbero riguardare ambiti attualmente non disciplinati negli accordi tra la Svizzera e l'UE.

In un rapporto pubblicato nel 200552, il Consiglio federale giunge alla conclusione che un ALS di ampia portata in alternativa agli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'UE costituirebbe un chiaro passo indietro. Uno dei motivi è che l'accesso al mercato interno presuppone l'armonizzazione e il reciproco riconoscimento delle diverse normative, due aspetti che non sono previsti da un ALS di ampia portata. Se il Regno Unito decidesse di rinunciare all'armonizzazione giuridica con l'UE o al reciproco riconoscimento della regolamentazione (p. es. per quanto riguarda le prescrizioni sui prodotti), la Svizzera non potrebbe più avere un accesso al mercato del Regno Unito equivalente a quello attuale. La semplificazione del traffico bilaterale di merci a seguito dell'armonizzazione delle norme sui prodotti e del loro reciproco riconoscimento, che nelle relazioni Svizzera-UE sono regolati dall'Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (Mutual Recognition Agreement, MRA), potrebbe venire meno.

3.4

Attuazione dell'articolo costituzionale sull'immigrazione (art. 121a Cost.)

In vista dell'attuazione delle disposizioni costituzionali sull'immigrazione, il Consiglio federale ha approvato già nel 2015 un mandato di negoziazione con l'UE sull'adeguamento dell'Accordo del 21 giugno 199953 sulla libera circolazione delle persone e ha avviato colloqui con l'UE per trovare una soluzione consensuale sull'immigrazione e sul consolidamento della via bilaterale. A questo riguardo ci sono stati diversi incontri tra il presidente della Confederazione e il presidente della Commissione europea, ma prima della fine dell'anno in rassegna non si è giunti a una conclusione dei colloqui.

In marzo il Consiglio federale ha sottoposto al Parlamento un'apposita revisione di legge, che prevede la regolazione dell'immigrazione tramite una clausola di salvaguardia unilaterale54. Il 16 dicembre le Camere federali hanno adottato una legge di applicazione dell'articolo 121a Cost. che si discosta dalla proposta del Consiglio federale. Il Parlamento ha scelto una soluzione che può essere attuata in conformità con l'ALC. Il termine di referendum per chiedere una votazione popolare sulla revisione della legge scade il 7 aprile 2017.

Nel mese di novembre 2015 è stata lanciata l'iniziativa popolare federale «Fuori dal vicolo cieco! Rinunciamo alla reintroduzione di contingenti d'immigrazione», che chiede di abrogare, senza sostituirlo, il nuovo articolo costituzionale sull'immigra52

53 54

734

Cfr. comunicato stampa del 5 giu. 2015 «Consiglio federale: confronto tra un accordo globale di libero scambio e gli accordi bilaterali con l'UE»: www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa.

RS 0.142.112.681 Cfr. comunicato stampa del 4 mar. 2016 «Il Consiglio federale presenta il disegno di legge sulla regolazione dell'immigrazione»: www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa.

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zione. Contrario all'iniziativa ma favorevole al controprogetto diretto, il Consiglio federale presenterà al Parlamento un apposito messaggio entro il termine legale del 27 aprile 2017, tenendo conto della decisione del Parlamento sull'attuazione dell'articolo 121a Cost.

Il 16 dicembre la Svizzera ha ratificato il protocollo concernente l'estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia (Protocollo III all'ALC). Il 17 giugno le Camere federali avevano autorizzato il Consiglio federale a farlo, a condizione di trovare con l'UE un'intesa per gestire l'immigrazione compatibilmente con l'ordinamento giuridico svizzero. Con la legge d'esecuzione dell'articolo 121a Cost. questa condizione è stata soddisfatta. Il 16 dicembre il Consiglio federale ha informato l'UE sulla conclusione del processo di ratifica. L'UE, dal suo canto, aveva già notificato la sua ratifica alla Svizzera il 9 novembre. L'entrata in vigore del Protocollo III, avvenuta il 1° gennaio 2017, è un elemento importante per consolidare e sviluppare la via bilaterale, come auspicato dal Consiglio federale. La ratifica permette alla Svizzera di partecipare a pieno titolo al programma di ricerca «Orizzonte 2020», che è di centrale importanza per la qualità e la reputazione del nostro Paese come polo di ricerca e per la sua competitività economica.

3.5

Questioni fiscali Svizzera-UE

Per quanto riguarda l'imposizione delle imprese, la concorrenza internazionale è forte. La Svizzera, essendo un'economia piccola e aperta, ha la necessità di affermarsi in questo contesto e di determinare attivamente le condizioni della concorrenza. L'attuale prassi elvetica che prevede agevolazioni fiscali per i proventi esteri di holding, società di domicilio e società miste (ring fencing) viene però criticata a livello internazionale. A questo proposito, la Svizzera e 28 Paesi membri dell'UE hanno firmato già nell'ottobre 2014 una dichiarazione comune. In questo testo i Paesi dell'UE confermano di voler abolire i provvedimenti adottati contro i regimi fiscali speciali non appena questi ultimi saranno abrogati. La Riforma III dell'imposizione delle imprese (RI III) prevede la loro abolizione in linea con il progetto OCSE/G20 contro l'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS, cfr. n. 2.2.1). La riforma, adottata dal Parlamento nella sessione estiva, intende rafforzare l'attrattiva della piazza fiscale svizzera e incrementare il grado di accettazione del sistema fiscale svizzero all'estero. La RI III non è entrata in vigore nell'anno in esame, perché è stato lanciato il referendum. I cittadini si esprimeranno al riguardo il 12 febbraio 2017.

Sempre nella sessione estiva, il Parlamento ha adottato il protocollo che modifica l'accordo del 200455 sulla fiscalità del risparmio. L'accordo rivisto dal protocollo è entrato in vigore il 1 gennaio 2017.

55

Accordo del 26 ott. 2004 che stabilisce misure equivalenti a quelle definite nella direttiva del Consiglio 2003/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi, RS 0.641.926.81.

735

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3.6

Contributo all'allargamento

Con un contributo all'allargamento di 1,302 miliardi di franchi, la Svizzera sostiene più di 300 progetti56 in 13 Paesi che hanno aderito all'UE dal 2004. L'intensa collaborazione ha contribuito a rafforzare le relazioni bilaterali tra la Svizzera e i Paesi partner, ha dato vita a numerosi partenariati fra organizzazioni e aperto buone opportunità all'economia svizzera.

Una valutazione indipendente57 pubblicata nella primavera dell'anno in esame ha giudicato buoni i risultati dell'attuazione dell'intero programma e dimostrato che i progetti promuovono lo sviluppo sociale ed economico nei Paesi partner. Nella maggior parte dei progetti valutati gli obiettivi sono stati raggiunti o addirittura superati. In caso di proseguimento del contributo all'allargamento, gli autori della valutazione raccomandano di aumentare l'efficienza nella procedura di autorizzazione dei progetti e di concentrare questi ultimi su un minor numero di temi.

Dopo Malta e la Slovenia, nell'anno in esame anche l'Estonia ha attuato in modo proficuo l'intero programma. Nel settore ambientale, ad esempio, la Svizzera ha attrezzato con strumenti moderni i laboratori e le stazioni di monitoraggio estoni e finanziato la formazione del personale. Il progetto ha consentito uno scambio di esperienze con gli esperti svizzeri. Una ditta svizzera, ad esempio, ha fornito apparecchi per 1,1 milioni di franchi. Grazie al progetto, l'Estonia dispone ora di dati ambientali affidabili e completi e può prendere decisioni per salvaguardare l'ambiente con cognizione di causa.

Nel complesso, alla fine del 2016 risultano conclusi più di 100 progetti. Nei 10 Paesi partner che hanno aderito all'UE nel 2004 gli ultimi progetti termineranno a metà giugno del 2017. L'attuazione dei progetti in Romania e Bulgaria continuerà invece fino al 2019 e in Croazia fino al 2024.

La riveduta legge federale del 24 marzo 200658 sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est ­ che è la base giuridica comune del contributo all'allargamento e della collaborazione per la transizione con gli Stati dell'Europa dell'Est al di fuori dell'UE ­ è stata adottata dal Parlamento il 30 settembre 2016 nel quadro del messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020 (cfr. n. 6.1.1). Il rinnovo della base legale59 non influisce sulla decisione circa l'eventuale
proseguimento del contributo all'allargamento. Secondo il Consiglio federale, la decisione verrà presa alla luce dell'esito delle attuali trattative e delle prospettive riguardanti le relazioni tra la Svizzera e l'UE.

56 57 58 59

736

La lista dei progetti è consultabile all'indirizzo: www.contributo-allargamento.admin.ch.

www.contributo-allargamento.admin.ch > Attualità > Pubblicazioni.

RS 974.1 FF 2016 6829

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Accordi di libero scambio con Stati non membri dell'UE o dell'AELS Il Consiglio federale si adopera per concludere nuovi accordi di libero scambio (ALS) e per aggiornare e ampliare quelli esistenti al fine di migliorare costantemente le condizioni quadro internazionali dell'economia svizzera. La Svizzera dispone di una rete di 28 ALS con 38 partner al di fuori dell'UE e dell'AELS.

Nell'anno in rassegna sono stati firmati gli ALS con le Filippine e la Georgia.

Sono ripresi i negoziati con l'India e l'Indonesia e sono stati portati avanti quelli con la Malaysia. I contatti con il Vietnam non sono andati oltre i colloqui a livello di capi negoziatori. Gli Stati membri dell'AELS e l'Ecuador hanno avviato i negoziati per un ALS. Sono inoltre stati intavolati i negoziati per perfezionare l'ALS che l'AELS ha concluso con il Messico. Negoziati per migliorare l'ALS esistente sono previsti nel 2017 anche con il Cile. Con il Canada si sono svolti i primi colloqui esplorativi su un eventuale sviluppo dell'ALS stipulato con l'AELS. Con la Turchia non è stato possibile proseguire i negoziati per sviluppare un ALS di ampia portata. Gli Stati dell'AELS e il Mercosur hanno trovato un'intesa sui punti essenziali per gli eventuali negoziati per un ALS. Infine, i Paesi dell'AELS hanno proseguito il dialogo commerciale con gli USA.

4.1

Negoziati conclusi e in corso

Alla fine dell'anno in rassegna la Svizzera, oltre alla Convenzione del 4 gennaio 196060 istitutiva dell'Associazione europea di libero scambio e all'ALS con l'UE del 197261, disponeva di 28 ALS62 con 38 partner diversi. Gli ALS siglati nell'ambito dell'AELS sono 25, quelli con la Cina, il Giappone e le Isole Faeröer sono stati 60 61 62

RS 0.632.31 RS 0.632.401 Accordi di libero scambio dell'AELS: Turchia (in vigore dall'1.4.1992; RS 0.632.317.631), Israele (1.7.1993; RS 0.632.314.491), Autorità palestinese (1.7.1999; RS 0.632.316.251), Marocco (1.12.1999; RS 0.632.315.491), Messico (1.7.2001; RS 0.632.315.631.1), Macedonia (1.5.2002; RS 0.632.315.201.1), Giordania (1.9.2002; RS 0.632.314.671), Singapore (1.1.2003; RS 0.632.316.891.1), Cile (1.12.2004; RS 0.632.312.451), Tunisia (1.6.2006; applicazione provvisoria dall'1.6.2005; RS 0.632.317.581), Corea (1.9.2006; RS 0.632.312.811), Libano (1.1.2007; RS 0.632.314.891), SACU (Unione doganale dell'Africa australe: Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica, Swaziland; 1.5.2008; RS 0.632.311.181), Egitto (1.9.2008; applicazione provvisoria dall'1.8.2007; RS 0.632.313.211), Canada (1.7.2009; RS 0.632.312.32), Serbia (1.10.2010; RS 0.632.316.821), Albania (1.11.2010; RS 0.632.311.231), Colombia (1.7.2011; RS 0.632.312.631), Perù (1.7.2011; RS 0.632.316.411), Ucraina (1.6.2012; RS 0.632.317.671), Montenegro (1.9.2012; RS 0.632.315.731), Hong Kong (1.10.2012; RS 0.632.314.161), CCG (Consiglio di cooperazione del Golfo: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar; 1.7.2014; RS 0.632.311.491), Stati dell'America centrale (Costa Rica e Panama; 29.8.2014; RS 0.632.312.851), Bosnia ed Erzegovina (1.1.2015; RS 0.632.311.911); ALS bilaterali della Svizzera: Isole Faeröer (1.3.1995; RS 0.946.293.142), Giappone (1.9.2009; RS 0.946.294.632), Cina (1.7.2014; RS 0.946.292.492).

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invece conclusi bilateralmente dalla Svizzera. Negli ultimi anni, oltre a concludere nuovi ALS, è stato importante anche aggiornare e ampliare gli ALS esistenti.

Nell'anno in rassegna gli Stati dell'AELS hanno firmato ALS di ampia portata con le Filippine63 e la Georgia. I negoziati con questi Paesi hanno potuto essere conclusi rapidamente. Entrambi gli accordi contengono, oltre alle disposizioni sulla circolazione di merci, sui servizi e sulla tutela della proprietà intellettuale, anche disposizioni sul commercio e sullo sviluppo sostenibile. L'entrata in vigore dell'accordo con le Filippine, prevista nel 2017, aprirà alla Svizzera un accesso preferenziale al mercato di un partner commerciale dal forte potenziale di crescita nel Sudest asiatico. Anche l'accordo con la Georgia garantisce alla Svizzera un accesso preferenziale al suo mercato, arginando il rischio di discriminazione rappresentato dal recente accordo tra la Georgia e l'UE. Firmando l'ALS con la Georgia inoltre gli Stati dell'AELS hanno sostenuto lo sforzo di questo Paese per integrarsi maggiormente in Europa e nell'economia mondiale.

Il protocollo di adesione del Guatemala all'ASL tra AELS e Stati dell'America centrale64, firmato nel 2015, è stato approvato dall'Assemblea federale nel marzo 2016 ed entrerà in vigore appena sarà stato ratificato da tutte le Parti.

Nell'anno in rassegna sono stati ripresi i colloqui con l'India, interrotti dopo le elezioni parlamentari indiane nel 2014. In ottobre si è tenuto il quattordicesimo ciclo di negoziati, cominciati nel 2008. Nell'anno in rassegna sono stati ripresi anche i negoziati con l'Indonesia, in sospeso da circa due anni, e sono già stati conclusi due cicli di negoziati. Le parti sono interessate a una conclusione tempestiva. Le trattative con la Malaysia nell'anno in rassegna sono avanzate con due ulteriori cicli di negoziati. Tuttavia, sarà difficile concludere le trattative a breve se prima non sarà stata risolta la questione dell'olio di palma. Il Vietnam non è ancora disposto ad accordare agli Stati dell'AELS concessioni paragonabili a quelle previste dall'ALS concluso con l'UE o dal TPP. Per i membri dell'AELS non è accettabile un accordo che preveda condizioni decisamente più svantaggiose rispetto a quelle concesse agli Stati dell'UE. Nell'anno in rassegna il processo si è
limitato a due incontri a livello di capi negoziatori. Nel 2017 i colloqui dovrebbero proseguire tra esperti.

Sono inoltre stati avviati i negoziati per un ALS tra i membri dell'AELS e l'Ecuador. In novembre ha avuto luogo una prima tornata di negoziati.

L'Algeria, dopo le esperienze con l'Accordo di associazione con l'UE, continua a non essere disposta a riprendere i negoziati di libero scambio con gli Stati dell'AELS, sospesi nel 2009. Il processo negoziale con Russia, Bielorussia e Kazakistan è ancora in sospeso a causa della situazione in Ucraina. Anche con la Thailandia non ci sono stati ulteriori sviluppi data la situazione politica dal 2006.

63 64

738

Il messaggio concernente l'approvazione dell'Accordo di libero scambio si trova in allegato (cfr. n. 10.2.1).

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4.2

Accordi di libero scambio esistenti

L'ALS bilaterale tra la Svizzera e la Cina, in vigore dal 1° luglio 2014, sta dando ottimi frutti. Nessun altro ALS con un partner extraeuropeo ha suscitato finora un interesse così forte da parte dell'economia. In settembre si è riunito il comitato misto relativo all'ASL Svizzera-Cina. In occasione dell'incontro è stato fatto il punto della situazione su tutti i campi coperti dall'ALS. Entrambe le Parti hanno confermato il buon funzionamento dell'Accordo. Oltre a discutere alcuni adeguamenti tecnici nell'ambito delle prove dell'origine sono state verificate le concessioni tariffarie che saranno oggetto d'approfondimento in un prossimo incontro. Nell'affrontare i temi del commercio e dello sviluppo sostenibile si è parlato soprattutto della collaborazione nell'ambito dell'ambiente e del lavoro (cfr. n. 5.5.1).

In ottobre si è riunito per la terza volta il Comitato misto relativo all'Accordo di libero scambio e di partenariato economico tra la Svizzera e il Giappone. Il Giappone ha mostrato una certa ritrosia nei confronti della proposta svizzera di adeguare alcuni ambiti dell'Accordo e in particolare le concessioni nel settore dell'agricoltura.

I negoziati sullo sviluppo dell'ALS con la Turchia sono sospesi da giugno 2015. Gli Stati dell'AELS rinnovano il loro impegno per portare avanti il processo.

Con il Canada si è svolto in aprile un primo ciclo di colloqui esplorativi sul possibile sviluppo dell'ALS in vigore dal 1° luglio 2009, che deve essere ampliato essendo limitato prevalentemente al commercio di merci.

In gennaio sono state avviate le trattative per sviluppare ulteriormente l'ALS AELSMessico e in settembre si è svolta una seconda tornata. L'avanzare dei negoziati dipenderà dall'andamento delle discussioni sull'agricoltura, ambito in cui il Messico ripone molte aspettative. L'avvio delle trattative per aggiornare l'ALS con il Cile è stato previsto per l'inizio del 2017. L'Unione doganale dell'Africa australe (Southern African Customs Union, SACU)65 e l'AELS hanno definito le modalità e la tabella di marcia dei negoziati sul prossimo sviluppo dell'ALS. L'inizio dei negoziati è fissato per aprile 2017. La Corea del Sud continua a rifiutare un aggiornamento sostanziale dell'ALS con l'AELS a cui gli Stati dell'AELS sarebbero interessati dato che negli ultimi anni la Corea del Sud ha
concluso accordi di libero scambio sia con l'UE che con gli USA.

Nell'anno in rassegna si sono svolti gli incontri dei Comitati misti degli accordi tra l'AELS e la Corea del Sud, l'Egitto, gli Stati della SACU e la Colombia.

L'ALS tra gli Stati dell'AELS e i membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gulf Cooperation Council, GCC)66, in vigore dal 1° luglio 2014, è stato oggetto di un'applicazione ritardata da parte del GCC ma, nel frattempo, è applicato da tutti i suoi Stati. La Svizzera e gli altri Paesi dell'AELS si stanno impegnando per ottenere la restituzione dei dazi doganali che a causa di questo ritardo sono stati pagati sulle esportazioni dagli Stati dell'AELS.

65 66

Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica e Swaziland.

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar.

739

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4.3

Colloqui esplorativi e altri contatti

I colloqui esplorativi tra l'AELS e il Mercosur sono conclusi e sono stati definiti i punti principali per i negoziati in vista di un ALS. Nel 2017 dovrebbero avere inizio i negoziati con questo importante partner. Gli interessi offensivi dei Paesi del Mercosur nel settore dell'agricoltura comporteranno alcune sfide per la politica agricola svizzera (cfr. n. 1.4.2).

Il dialogo sulla politica commerciale tra gli Stati dell'AELS e gli USA è proseguito con l'obiettivo di ottenere informazioni di prima mano sulle trattative in corso relative al TTIP (cfr. n. 1.4.1) e di sensibilizzare gli USA sugli interessi degli Stati dell'AESL. In questo contesto, sono state affrontate anche a livello di esperti le questioni doganali e quelle sui servizi e sugli ostacoli tecnici al commercio.

I Paesi dell'AELS e le Maurizio hanno organizzato un incontro del Comitato misto istituito dall'Accordo di collaborazione siglato nel 2009. Anche se attualmente l'obiettivo non è la conclusione di un ALS, è importante seguire l'evoluzione della situazione, poiché le Maurizio mostrano di ambire a negoziare accordi con grandi partner (per. es. con l'UE).

5

Politiche settoriali

5.1

Circolazione delle merci industria/agricoltura

Nei primi dieci mesi dell'anno in rassegna il commercio esterno della Svizzera è aumentato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente per quanto concerne sia le importazioni sia le esportazioni. L'eccedenza commerciale ha raggiunto quota 31,7 miliardi di franchi segnando così un nuovo record.

La decisione della Conferenza ministeriale dell'OMC di Nairobi del 19 dicembre 2015 obbliga la Svizzera ad abolire i contributi all'esportazione previsti dalla cosiddetta «legge sul cioccolato». Nell'anno in rassegna il Consiglio federale ha revocato i contributi per le esportazioni verso i Paesi meno sviluppati.

Nel mese di settembre ha posto in consultazione le modifiche di legge e le misure d'accompagnamento necessarie per abolire i restanti contributi.

Dal 1° giugno l'UE sottopone l'importazione di alcuni prodotti siderurgici a una sorta di «vigilanza preventiva». Per gli esportatori svizzeri del settore le formalità amministrative e operative connesse hanno comportato ritardi nelle consegne, costi supplementari e a volte anche un calo degli ordini. La Svizzera ha avviato colloqui con la Commissione europea a diversi livelli e si è impegnata a favore di un'attuazione delle misure che sia meno restrittiva per il commercio.

740

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5.1.1

Andamento del commercio esterno

Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nei primi dieci mesi dell'anno le esportazioni sono aumentate del 4,1 per cento e le importazioni del 4,5 per cento (entrambi i dati non comprendono metalli preziosi, pietre preziose e semipreziose né oggetti d'arte e d'antiquariato). Nel periodo compreso tra gennaio e ottobre la bilancia commerciale ha raggiunto un attivo di 31,7 miliardi di franchi, corrispondente a un incremento del 2 per cento ovvero di 0,6 miliardi di franchi. Mentre sono aumentate le esportazioni di prodotti agricoli, prodotti tessili, materie plastiche, prodotti dell'industria chimico-farmaceutica e metalli, le esportazioni di vettori energetici, macchinari, veicoli, strumenti di precisione, orologi e gioielli e della categoria «altri prodotti» hanno registrato una flessione. Per quanto concerne le importazioni, è particolarmente evidente la contrazione riguardante i vettori energetici, dovuta essenzialmente al crollo dei prezzi di questi prodotti sul mercato mondiale. In tutte le categorie di prodotti rispetto all'anno precedente le importazioni sono aumentate.

Rispetto al 2015 la ripartizione regionale delle esportazioni ha registrato uno spostamento verso l'America (+11,6 %), l'Africa (+4,0 %) e l'Europa (+3,6 %), mentre le esportazioni verso l'Asia (­0,4 %) sono lievemente calate e quelle verso l'Oceania sono rimaste invariate. In termini percentuali, l'Europa continua a dominare (56,4 %), seguita da Asia (21,3 %), America (19,6 %), Africa (1,6 %) e Oceania (1,2 %). Per quanto concerne le importazioni, la percentuale di prodotti provenienti da America (+14,3 %), Europa (+4,0 %) e Asia (+1,7 %) è aumentata mentre è diminuita quella di prodotti provenienti da Africa (­7,8 %) e Oceania (­1,8 %).

Anche in questo caso l'Europa guida la classifica con il 73,3 %, seguita da Asia (15,7 %), America (10,0 %), Africa (0,8 %) e Oceania (0,2 %).

La seguente tabella raffigura la struttura del commercio esterno della Svizzera con le categorie merceologiche più importanti (gennaio­ottobre 2016): Tipo di merce

Agricoltura Vettori energetici Prodotti tessili Materie plastiche Prodotti chimici e farmaceutici Metalli Macchinari Veicoli Strumenti di precisione, orologi e gioielli Altri prodotti Totale

Esportazioni (mio. fr.)

anno
precedente

Importazioni (mio. fr)

anno
precedente

7,274 1,647 2,796 2,758 79,202 10,111 25,413 4,352 37,534

+3,1 % ­24,6 % +7,0 % +0,6 % +13,2 % +1,6 % ­1,4 % ­12,6 % ­3,3 %

9,828 5,335 7,946 3,445 36,217 10,977 23,654 15,569 17,448

+2,7 % ­24,4 % +6,4 % +4,7 % +15,4 % +0,3 % +1,1 % +9,8 % +1,2 %

4,341

­0,9 %

13,264

0,0 %

175,401

+4,1 %

143,683

+4,5 %

Fonte: Amministrazione federale delle dogane

741

FF 2017

5.1.2

Politica in materia doganale e di origine delle merci

Tramite il progetto «DaziT» entro il 2026 l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) intende modernizzare le proprie applicazioni informatiche e ridefinire le procedure doganali su cui si basano tali applicazioni adeguando di conseguenza la sua struttura organizzativa. Durante i lavori l'AFD ha coinvolto diversi operatori, assegnando in particolare a quelli del mondo economico un ruolo fondamentale.

«DaziT» permetterà di soddisfare le diverse richieste espresse negli ultimi anni dal settore economico e di ridurre i costi del traffico transfrontaliero di merci. Infatti, le procedure doganali verranno notevolmente semplificate, il passaggio del confine avverrà più velocemente, sarà possibile scegliere liberamente il valico di confine, e si potranno espletare le formalità doganali direttamente nel portale online.

I negoziati per la modernizzazione della Convenzione regionale del 15 giugno 201167 sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee (Convenzione PEM) hanno subito un rallentamento a causa del persistere di alcune divergenze tra le Parti contraenti, in particolare rispetto al tipo di certificazione dell'origine e alle possibilità di cumulare l'origine dei prodotti. Si spera di concludere i negoziati entro il 2017.

5.1.3

Prodotti agricoli trasformati

Nel 2015 la Svizzera ha esportato prodotti agricoli trasformati per un valore di 6,7 miliardi di franchi, mentre le importazioni di questi prodotti si sono attestate a 3,5 miliardi di franchi. Con una quota del 58 per cento per le esportazioni e del 75 per cento per le importazioni, l'UE è stato il partner commerciale di gran lunga più importante della Svizzera anche per quanto riguarda i prodotti agricoli trasformati.

La cosiddetta «legge sul cioccolato»68 ha lo scopo di compensare all'importazione e all'esportazione le differenze di prezzo dovute alla politica agricola svizzera delle materie prime agricole contenute nei prodotti trasformati. I dazi all'importazione (cosiddetti elementi agricoli mobili) aumentano il costo dei prodotti di base contenuti nei prodotti trasformati importati portandolo al livello di prezzi interno, mentre i contributi all'esportazione riducono il prezzo dei latticini di base e dei cereali di base contenuti nei prodotti agricoli trasformati che vengono esportati. Il commercio di prodotti agricoli trasformati tra la Svizzera e l'UE è disciplinato dal Protocollo numero 2 dell'ALS tra la Svizzera e l'UE 69. Nell'anno in rassegna non è stato effettuato alcun adeguamento ai prezzi di mercato dei prezzi di riferimento determinanti per stabilire l'entità delle misure di compensazione. Pertanto, si applicano ancora i prezzi di riferimento in vigore dal 1° aprile 2015. Il prossimo adeguamento è previsto per il primo trimestre del 2017.

67 68 69

742

RS 0.946.31 Legge federale del 13 dic. 1974 sull'importazione e l'esportazione dei prodotti agricoli trasformati; RS 632.111.72.

Protocollo n. 2 del 22 lug. 1972 riguardante taluni prodotti agricoli trasformati; RS 0.632.401.2.

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Nel 2016 il budget per i contributi all'esportazione ammontava a 94,6 milioni di franchi. Come negli anni precedenti, dato l'aumento della domanda le aliquote dei contributi all'esportazione sono state ridotte.

In occasione della 10a Conferenza ministeriale dell'OMC, tenutasi nel dicembre 2015 a Nairobi, è stato deciso di introdurre il divieto di applicare sovvenzioni all'esportazione. Per l'abolizione dei contributi all'esportazione previsti dalla legge sul cioccolato, che nell'OMC sono considerate sovvenzioni, è stato stabilito un periodo transitorio di cinque anni (entro la fine del 2020). Il diritto di avvalersi del termine transitorio è però vincolato alla seguente condizione: le esportazioni di prodotti agricoli trasformati verso i Paesi meno sviluppati (least developed countries, LDC) non devono più essere sovvenzionate già a partire dall'inizio del 2016. Il Consiglio federale ha adempiuto tale obbligo con la modifica70 dell'11 marzo 2016 dell'ordinanza del 23 novembre 201171 sui contributi all'esportazione. Il 30 settembre 2016 il Consiglio federale ha posto in consultazione un avamprogetto per l'abolizione dei rimanenti contributi all'esportazione. Oltre alla modifica della legge sul cioccolato necessaria per revocare i contributi all'esportazione, il testo prevede misure d'accompagnamento per salvaguardare la creazione di valore aggiunto nella produzione alimentare72.

5.1.4

Misure di vigilanza dell'UE nel settore delle importazioni di acciaio

Alla luce della sovraccapacità di produzione di acciaio a livello mondiale, dal 1° giugno l'UE sottopone l'importazione di determinati prodotti siderurgici a una «vigilanza preventiva»73. Per importare nell'UE i prodotti siderurgici con un peso netto uguale o superiore a 2 500 kilogrammi occorre presentare un documento di vigilanza sotto forma di licenza d'importazione. Questa regola vale per le importazioni da tutti i Paesi, ad eccezione dei prodotti originari provenienti dagli Stati SEE (Norvegia, Islanda e Liechtenstein). L'UE ha già applicato misure simili nel settore dell'acciaio tra il 2002 e il 2012. Per gli esportatori svizzeri di prodotti siderurgici le formalità amministrative e operative connesse all'attuazione di queste misure hanno comportato ritardi nelle consegne, costi supplementari e a volte anche un calo degli ordini. La Svizzera si è rivolta alla Commissione europea e agli Stati membri dell'UE per ottenere un'attuazione delle misure meno restrittiva per il commercio.

70 71 72 73

RU 2016 955 RS 632.111.723 www.admin.ch > Diritto federale > Procedure di consultazione > Procedure di consultazione in corso > DEFR.

Regolamento di esecuzione (UE) 2016/670 della Commissione, del 28 apr. 2016, che introduce una vigilanza unionale preventiva sulle importazioni di determinati prodotti siderurgici originari di alcuni paesi terzi, GU L 115 del 29 apr. 2016, pag. 37.

743

FF 2017

5.2

Ostacoli tecnici al commercio

L'armonizzazione delle norme sui prodotti concordata da Svizzera e UE ha consentito di ridurre in maniera sostanziale gli ostacoli tecnici nel commercio bilaterale. Tuttavia, nell'anno in rassegna le modifiche dell'Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità sono state rimandate.

Tra partner commerciali con un'interdipendenza meno forte non sarebbe possibile realizzare una simile armonizzazione e ridurre in maniera così significativa gli ostacoli tecnici al commercio. In occasione di nuovi negoziati di libero scambio, come ad esempio quelli per l'accordo di libero scambio UE-USA (TTIP), si cercherà di promuovere la convergenza delle norme sui prodotti nel rispetto delle regole internazionali. Per farlo è necessario intensificare la collaborazione tra le autorità.

5.2.1

Riduzione degli ostacoli tecnici al commercio tra la Svizzera e l'UE

Per ridurre gli ostacoli tecnici al commercio ci sono tre misure molto utili: riduzione delle norme nazionali su prodotti specifici, per esempio in materia di sicurezza, apposizione di scritte sugli imballaggi e valutazione della conformità. Diversamente dai dazi doganali, queste norme nazionali non possono essere semplicemente abrogate. Inoltre, aiutano a proteggere gli interessi pubblici, come la salute della popolazione e dell'ambiente.

Dopo il rifiuto degli elettori svizzeri di aderire allo Spazio economico europeo (SEE) nel 1992 il Parlamento decise di adeguare il più possibile le norme svizzere sui prodotti a quelle dei suoi principali partner commerciali, in particolare a quelle dell'UE74. Grazie a questa armonizzazione i fabbricanti svizzeri possono commercializzare i loro prodotti in Svizzera e nell'UE senza bisogno di adeguare le specifiche di produzione. Inoltre, l'Accordo del 21 giugno 1999 tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (MRA)75 garantisce in 20 settori di prodotti il riconoscimento reciproco delle valutazioni della conformità (esami, ispezioni, certificazioni e omologazioni statali) effettuate in Svizzera e nell'UE. Infine, l'Accordo disciplina la collaborazione nell'ambito della sorveglianza del mercato per garantire la sicurezza dei prodotti.

L'MRA deve essere aggiornato regolarmente per stare al passo con l'evoluzione delle norme sui prodotti. Nell'anno in rassegna era previsto l'adeguamento delle

74 75

744

Cfr. art. 4 cpv. 2 della legge federale del 6 ott. 1995 sugli ostacoli tecnici al commercio, RS 946.51.

RS 0.946.526.81

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disposizioni di nove settori di prodotti76. Con queste modifiche si vuole consentire ai fabbricanti svizzeri ed europei di continuare a vendere i propri prodotti in questi settori senza ulteriori verifiche nel territorio del partner contrattuale. Un ulteriore obiettivo è quello di esonerare gli esportatori svizzeri dall'obbligo di indicare sull'imballaggio l'indirizzo di un importatore dell'UE, misura prevista dal 2017 per le importazioni da Paesi terzi. Tuttavia, visto lo stato delle relazioni Svizzera-UE, l'introduzione delle modifiche dell'MRA richiede più tempo del solito e proseguirà nel 2017. L'incertezza che ne deriva sul piano internazionale ha condizionato le attività economiche nei settori interessati.

Tramite la modifica dell'articolo 6a dell'ordinanza del 19 maggio 201077 sull'immissione in commercio di prodotti conformi a prescrizioni tecniche estere è stato ulteriormente specificato il principio «Cassis de Dijon», introdotto in Svizzera nel 2010. Dal 1° gennaio 2017 le derrate alimentari fabbricate e immesse in commercio in Svizzera conformemente alle norme sui prodotti in vigore nell'UE o in uno Stato membro dell'UE/SEE dovranno essere dichiarate. Ciò farà aumentare la trasparenza e rafforzerà la fiducia dei consumatori.

5.2.2

Possibilità e limiti del reciproco riconoscimento di prescrizioni e valutazioni della conformità

Le trattative in corso tra l'UE e gli USA nel quadro del TTIP (cfr. n. 1.4.1 e 4.3) dimostrano che è possibile ridurre gli ostacoli tecnici al commercio soltanto nei settori di prodotti dove vengono già applicate norme riconosciute a livello internazionale o norme nazionali equivalenti, come ad esempio nella produzione di farmaci (buona prassi di fabbricazione: GMP). Il reciproco riconoscimento dei rapporti di ispezione GMP previsti nell'ambito dell'autorizzazione all'immissione in commercio consentirebbe a produttori e autorità di evitare sovrapposizioni di competenze.

Oggi queste situazioni si verificano perché le autorità dell'UE e degli USA controllano ognuna per conto proprio la buona prassi di fabbricazione delle stesse aziende farmaceutiche applicando norme equivalenti. Da 15 anni in molti ambiti, tra cui la GMP, l'MRA Svizzera-UE funziona secondo il principio del riconoscimento reciproco delle norme equivalenti. Ciò permette al settore farmaceutico svizzero di risparmiare ogni anno fino a 300 milioni di franchi78.

Nei settori di prodotti non armonizzati è praticamente impossibile ridurre nella stessa misura gli ostacoli tecnici al commercio. Spesso l'armonizzazione richiede un onere eccessivo (p. es. uniformare le prese di corrente degli apparecchi elettrici), mentre a volte gli interessi di politica interna dei vari Paesi sono inconciliabili (impiego di ormoni della crescita nella produzione di carne). In questi settori il dialogo 76

77 78

Dispositivi medici, apparecchi a pressione, apparecchiature radio e apparecchiature terminali di telecomunicazione, apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva, materiale elettrico e compatibilità elettromagnetica, strumenti di misura, ispezioni della buona pratica di fabbricazione dei medicinali (GMP) e certificazione delle partite, ascensori, esplosivi per uso civile.

RS 946.513.8 Cfr. www.interpharma.ch > Place pharmaceutique > Relations Suisse ­ UE > Obstacles techniques au commerce.

745

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tra le autorità è uno strumento utile per capire meglio quali sono gli obiettivi che l'altro Paese vuole raggiungere mantenendo norme divergenti sui prodotti e per mirare a un'armonizzazione sul lungo periodo o elaborare norme comuni in ambiti ancora da regolamentare, come ad esempio la mobilità elettrica. Gli accordi di libero scambio (ALS) possono fornire un quadro istituzionale per questo tipo di collaborazione tra autorità. Gli ALS più recenti, come quello tra UE e Canada (CETA, non ancora ratificato) e quello tra Svizzera e Cina (cfr. n. 4.2) vanno in questa direzione.

Nell'ambito del dialogo tra le autorità svizzere e quelle cinesi, nell'anno in rassegna si sono svolti colloqui concernenti le rispettive basi legali in materia di certificazione dei prodotti, sicurezza alimentare, dispositivi medici e buona prassi di fabbricazione dei medicinali.

5.3

Servizi

Nell'anno in rassegna sono stati compiuti ulteriori progressi per quanto riguarda le trattative in corso dal 2012 per un accordo plurilaterale sul commercio di servizi (Trade in Services Agreement, TiSA).

I lavori di regolamentazione interna sono proseguiti nell'ambito del processo post-Nairobi.

5.3.1

Accordo generale dell'OMC sugli scambi di servizi (GATS)

Dopo la Conferenza dell'OMC di Nairobi (cfr. n. 2.1.1) sono ripresi i lavori per la negoziazione di norme concernenti la regolamentazione interna (procedure di autorizzazione e prescrizioni per le qualifiche). Le attività sono proseguite all'interno del programma di lavoro dell'Uruguay Round, in base al quale i membri dell'OMC devono precisare le regole generali contenute nell'Accordo generale sugli scambi di servizi (GATS)79. La Svizzera partecipa attivamente ai lavori, poiché tali regole permetterebbero di consolidare le condizioni quadro per l'accesso ai mercati esteri.

5.3.2

Accordo plurilaterale sul commercio di servizi

Dopo il blocco del Ciclo di Doha dell'OMC nel febbraio 2012 una ventina di Paesi partecipanti80 ha avviato i negoziati per un accordo plurilaterale sul commercio di servizi (TiSA). Con il TiSA la Svizzera persegue gli stessi obiettivi perseguiti con i negoziati di Doha riguardanti i servizi, ovvero il rafforzamento della certezza del 79 80

746

RS 0.632.20, allegato 1B.

Attualmente: Australia, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Giappone, Hong Kong, Islanda, Israele, Liechtenstein, Maurizio, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Pakistan, Panama, Perù, Stati Uniti, Svizzera, Taiwan, Turchia, UE.

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diritto a livello internazionale e il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato. Rispetto al GATS i negoziati puntano a ridurre ulteriormente gli ostacoli al commercio ingiustificati tramite nuove garanzie di accesso ai mercati e di trattamento nazionale e regole più severe in materia di trasparenza, regolamentazioni interne e condizioni di localizzazione81.

Verso la fine dell'anno in rassegna le Parti hanno concentrato la loro attenzione sui testi degli allegati dell'Accordo concernenti i servizi finanziari, le telecomunicazioni e il commercio elettronico, nonché sulle disposizioni istituzionali. Inoltre, hanno rivisto e discusso le offerte di accesso al mercato. L'offerta attuale della Svizzera è stata pubblicata il 21 ottobre 2016 sul sito della SECO.

Per la Svizzera è molto importante rendere più competitive le proprie esportazioni di servizi tramite il TiSA, che permette di eliminare le discriminazioni e altri ostacoli tecnici al commercio e di concordare regole internazionali prevedibili. La partecipazione ai negoziati TiSA è in linea con la strategia del Consiglio federale, che mira a consolidare le condizioni quadro internazionali anche nel commercio dei servizi. In questo settore, infatti, l'industria Svizzera è fortemente orientata all'esportazione (servizi finanziari, commerciali, di trasporto, logistica, turismo, servizi di consulenza, ingegneria, informatica, telecomunicazioni, servizi d'installazione e di manutenzione, ecc.). Inoltre, molte aziende di servizi svizzere dipendono dalla vendita di una parte dei loro servizi all'estero e anche le esportazioni industriali includono una parte sempre più importante di servizi (consulenza, installazione e manutenzione).

Di conseguenza, gli ostacoli al commercio di servizi renderebbero più complicate anche le esportazioni industriali.

5.3.3

Accordi bilaterali

I capitoli sul commercio di servizi contenuti negli accordi di libero scambio firmati recentemente con la Georgia e le Filippine (cfr. n. 4.1) si basano sul GATS ma contengono disposizioni supplementari per tenere conto degli interessi specifici dei Paesi AELS e dei loro partner negoziali (p. es. regole relative a una maggiore trasparenza in materia di legislazione e alle procedure di autorizzazione per la fornitura di servizi da parte di persone fisiche). Rispetto al livello del GATS, in entrambi gli accordi gli impegni in materia di accesso al mercato sono stati migliorati. Nel quadro dei negoziati in corso per nuovi ALS (cfr. n. 4.1) e per l'aggiornamento di quelli esistenti (cfr. n. 4.2) la Svizzera applica lo stesso approccio.

81

Requisiti, ad esempio per la creazione di valore aggiunto a livello locale e gli obblighi di esportazione.

747

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5.4

Investimenti e imprese multinazionali

A marzo è stato pubblicato il rapporto di un gruppo di lavoro interno all'Amministrazione federale che ha riesaminato la prassi della Svizzera in materia di accordi di promozione e protezione reciproca degli investimenti (APPI).

Alla luce degli ultimi sviluppi e delle discussioni internazionali sono state elaborate alcune disposizioni che verranno proposte nell'ambito dei negoziati attuali e futuri sugli APPI.

Il Consiglio federale ha approvato un mandato negoziale per l'avvio di negoziati APPI con Bahrein, Colombia, India, Messico e Sudafrica.

Nell'anno in rassegna il Punto di contatto nazionale (PCN) per le Linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali ha ricevuto due nuove segnalazioni. A novembre il PCN si è sottoposto a una valutazione tra pari (peer review) dell'OCSE.

5.4.1

Investimenti

A marzo il Comitato Investimenti dell'OCSE ha approvato un mandato per la verifica del Codice OCSE sulla liberalizzazione delle transazioni di capitale. Lo scopo della verifica è specificare le disposizioni del Codice relative all'applicazione di misure restrittive volte a mantenere o ripristinare la stabilità del sistema finanziario.

All'interno di un sottogruppo istituito insieme al Comitato di aiuto allo sviluppo dell'OCSE si è discusso sulle modalità con cui l'OCSE può contribuire alla realizzazione degli obiettivi di sostenibilità dell'ONU, oltre che tramite il «Policy Framework on Investment», aggiornato nel 2015.

Diversi organismi internazionali (CNUCES, OCSE, UNICTRAL, ecc.) hanno portato avanti i lavori concernenti gli APPI. Il Comitato Investimenti dell'OCSE ha approfondito la questione dell'equilibrio tra la protezione degli investimenti e il diritto di regolamentare degli Stati contraenti. In occasione del Forum internazionale degli investimenti del CNUCES, che si è tenuto dal 18 al 21 luglio a Nairobi, l'UE ha annunciato che si sta adoperando insieme al Canada per avviare un processo di negoziazione multilaterale sulla riforma istituzionale della procedura di composizione delle controversie tra investitore e Stato e che sta valutando la possibilità di istituire un tribunale arbitrale internazionale permanente sugli investimenti e una corte d'appello. La Svizzera sostiene questi sforzi e parteciperà attivamente ai lavori.

A marzo è stato pubblicato il rapporto di un gruppo di lavoro interdipartimentale guidato dalla SECO che ha esaminato la prassi della Svizzera in materia di APPI82.

Il gruppo di lavoro ha elaborato nuovi approcci per diverse disposizioni che saranno proposte dalla Svizzera nell'ambito dei negoziati attuali e futuri sugli APPI. Le 82

748

Cfr. Bericht der Arbeitsgruppe zur Überarbeitung der Verhandlungsgrundlagen für Investitionsschutzabkommen (ISA) (www.seco.admin.ch > Politica esterna e cooperazione economica > Investimenti internazionali > Politica della Svizzera in materia di accordi).

FF 2017

novità riguardano in particolare gli standard di protezione (trattamento giusto ed equo, espropriazione indiretta), il diritto di regolamentare e la procedura di composizione delle controversie tra investitore e Stato (cfr. anche n. 1.4.3). L'esame s'iscrive nel quadro della continua evoluzione della prassi svizzera e tiene conto dei più recenti sviluppi in materia di protezione degli investimenti, compresi i lavori e le discussioni degli esperti condotti in seno agli organismi internazionali.

La Svizzera e la Malaysia hanno avviato i negoziati per la revisione dell'APPI bilaterale in vigore. Con l'Indonesia è stato concordato di riprendere le trattative per un APPI iniziate da alcuni anni, mentre l'India ha annunciato la rescissione dell'APPI stipulato con la Svizzera nel 1997 ­ come aveva già fatto con altri Paesi ­ e ha proposto di avviare nuove trattative. Dopo aver consultato le Commissioni della politica estera il Consiglio federale ha approvato un mandato negoziale per la revisione o la rinegoziazione degli APPI in vigore tra Svizzera e Bahrein, Colombia, India, Messico e Sudafrica. I nuovi accordi con Bahrein, India e Sudafrica permetteranno agli investitori di godere di una maggiore protezione giuridica in questi Stati.

Gli accordi in vigore con Colombia e Messico verranno invece aggiornati per tenere conto degli sviluppi summenzionati.

5.4.2

Lotta alla corruzione

A marzo la Svizzera ha partecipato all'incontro informale dei ministri dell'OCSE riguardante la Convenzione dell'OCSE sulla lotta alla corruzione83, durante il quale è stata lanciata la quarta fase dell'analisi Paese per Paese per l'implementazione della Convenzione. Questa fase si concentrerà sul perseguimento penale a livello nazionale in caso di corruzione di pubblici ufficiali stranieri. In parallelo verranno esaminati i progressi relativi all'attuazione delle raccomandazioni formulate nelle precedenti fasi dell'analisi Paese per Paese ed applicate solo in parte. La Svizzera verrà valutata dal gruppo di lavoro competente dell'OCSE a marzo 2018.

La Confederazione ha partecipato a diverse attività di sensibilizzazione delle imprese operanti a livello internazionale ­ in particolare delle PMI ­ in merito ai rischi di corruzione legati ai rapporti commerciali con l'estero, ad esempio nell'ambito di manifestazioni di settore. Anche il gruppo di lavoro interdipartimentale per la lotta alla corruzione ha fornito il proprio contributo tramite laboratori tematici (pagamento di piccole tangenti e corruzione passiva all'estero, «whistleblowing» nel settore privato). In questo modo la Svizzera mette in pratica una delle raccomandazioni formulate nella terza fase dell'analisi Paese per Paese dell'OCSE, che prevede il proseguimento delle attività di sensibilizzazione con un maggiore orientamento alle PMI.

Prossimamente Costa Rica e Perù aderiranno alla Convenzione dell'OCSE sulla lotta alla corruzione, mentre la Lituania sta per concludere la procedura di adesione.

Inoltre, il gruppo di lavoro dell'OCSE che si occupa della Convenzione sulla lotta alla corruzione ha continuato a collaborare con Paesi economicamente importanti 83

Convenzione dell'OCSE del 17 dic. 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali, RS 0.311.21.

749

FF 2017

come Cina, India e Indonesia, anche in vista di un'eventuale adesione alla Convenzione. Anche nell'anno in rassegna il gruppo di lavoro si è occupato intensamente della collaborazione con altri organismi internazionali attivi nella lotta alla corruzione (p. es. Banca mondiale, ONU e Consiglio d'Europa) e con imprese e organizzazioni della società civile.

5.4.3

Responsabilità sociale d'impresa

Il gruppo di lavoro dell'OCSE sulla responsabilità sociale d'impresa ha proseguito la sua attività occupandosi di due nuove guide settoriali per una condotta aziendale responsabile (servizi finanziari, prodotti tessili e calzature). Inoltre, ha avviato l'elaborazione di un manuale per l'applicazione dell'obbligo di diligenza nelle filiere produttive, previsto dalle Linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali, che sarà applicabile a tutti i settori.

In collaborazione con i servizi federali competenti, la SECO ha portato avanti la realizzazione del piano d'azione stabilito nel documento programmatico del Consiglio federale sulla responsabilità sociale d'impresa (RSI o corporate social responsibility, CSR)84. Il piano d'azione prevede la sensibilizzazione delle imprese in materia di RSI e garantisce la coerenza tra il documento programmatico e il piano d'azione nazionale per l'economia e i diritti umani85. Le imprese, le ONG, i sindacati e altri operatori interessati sono stati informati sulla realizzazione delle diverse attività del piano d'azione in occasione di una riunione. A metà del 2017, due anni dopo l'approvazione del documento programmatico sulla responsabilità sociale d'impresa, verrà redatto un rapporto sullo stato dei lavori di attuazione destinato al Consiglio federale.

Il Punto di contatto nazionale (PCN)86 ha ricevuto due nuove segnalazioni: una dal Bahrein relativa alla «Fédération Internationale de Football Association» (FIFA) e un'altra dal Camerun relativa al «World Wide Fund for Nature International» (WWF). Due procedure aperte lo scorso anno sono state portate avanti. Nell'anno in rassegna in occasione di due sedute la Commissione consultiva del PCN si è occupata dell'applicabilità delle Linee guida OCSE alle organizzazioni non governative e della preparazione della valutazione tra pari (peer review) del PCN svizzero. In occasione della peer review nel mese di novembre rappresentanti dei PCN di Germania, Cile e Regno Unito e collaboratori della segreteria OCSE hanno visitato la Svizzera. Queste persone hanno avuto colloqui con diversi gruppi di interesse e con persone coinvolte nella procedura del PCN. Il rapporto sulla valutazione della Svizzera dovrebbe essere pubblicato nel giugno 2017.

84 85 86

750

www.seco.admin.ch > Politica esterna e cooperazione economica > Responsabilità sociale d'impresa > Documento programmatico e piano d'azione del Consiglio federale.

Cfr. postulato 12.3503 Una strategia Ruggie per la Svizzera.

www.seco.admin.ch > Politica esterna e cooperazione economica > Punto di contatto nazionale.

FF 2017

5.5

Sostenibilità, materie prime, politica climatica ed energetica, migrazione

5.5.1

Promozione e attuazione dell'obiettivo dello sviluppo sostenibile nell'ambito della politica economica esterna

Nel quadro dell'attuazione della politica economica esterna della Svizzera il Consiglio federale attribuisce grande importanza alla coerenza delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economia, ambiente e società. A questo scopo si impegna su più piani combinando vari strumenti di politica esterna. Il presente capitolo illustra le politiche concrete e i provvedimenti adottati dalla Svizzera per promuovere lo sviluppo sostenibile nell'ambito della politica economica esterna.

Il Consiglio federale attua una politica economica esterna in linea con gli obiettivi degli altri ambiti di politica esterna in modo da realizzare una crescita economica che tenga conto dell'ambiente e degli aspetti sociali. Benché la politica esterna sia in primo luogo intesa a migliorare le condizioni quadro per le attività internazionali degli operatori economici svizzeri, in particolare garantendo alle imprese svizzere la possibilità di esportare sui mercati mondiali nonché la protezione degli investimenti svizzeri all'estero, il Consiglio federale mira a creare una situazione favorevole per tutte le parti (una cosiddetta situazione win-win) che assicuri una crescita sostenibile sia alla Svizzera che ai suoi partner. Il Consiglio federale persegue l'obiettivo della sostenibilità in vari ambiti; grazie a molteplici meccanismi istituzionali e piattaforme interdipartimentali gli strumenti possono essere impiegati in maniera coerente e coordinata87.

Iniziative multilaterali e misure di attuazione a livello nazionale L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il programma d'azione di Addis Abeba, su cui si basa il piano d'azione e di finanziamento 88, rappresentano il quadro di riferimento per l'attuazione degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) entro il 2030. La Svizzera attua gli SDG nell'ambito del programma di legislatura, degli obiettivi annuali dei singoli Dipartimenti e in particolare attraverso la Strategia del Consiglio federale per uno sviluppo sostenibile 2016­201989 e il messaggio del 17 febbraio 201690 sulla cooperazione internazionale 2017­2020 (cfr. n. 6.1.1). L'attuazione dovrà essere per quanto possibile integrata negli attuali processi di pianificazione e di elaborazione della politica della Confederazione e realizzata mediante la definizione di priorità sulla base delle 87 88 89 90

Cfr. Rapporto del 13 gen. 2016 sulla politica economica esterna 2015, n. 6.1.2, FF 2016 673 764.

Cfr. Rapporto del 13 gen. 2016 sulla politica economica esterna 2015, n. 6.1.1, FF 2016 673 763.

www.are.admin.ch > Sviluppo sostenibile > Politica e strategia > Strategia per uno sviluppo sostenibile.

FF 2016 2005

751

FF 2017

risorse disponibili. Anche le misure e gli strumenti di politica economica e commerciale saranno impiegati a questo scopo.

Nell'anno in rassegna il Consiglio federale ha inoltre continuato i lavori per definire una strategia di attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite relativi all'economia e ai diritti umani in adempimento del postulato 12.3503 Una strategia Ruggie per la Svizzera. Il 9 dicembre ha approvato il relativo rapporto e il piano d'azione nazionale. Si è inoltre impegnato a favore della responsabilità sociale d'impresa e dell'attuazione di un piano d'azione 2016­2019 (cfr. n. 5.4.3). La Rete Svizzera del «Global Compact» dell'ONU è stata sostenuta finanziariamente e mediante la collaborazione di rappresentanti dell'Amministrazione federale.

Impegno a livello plurilaterale e bilaterale All'interno dell'OMC la Svizzera ha continuato a impegnarsi a favore della conclusione dell'Accordo plurilaterale sui beni ambientali (EGA). Nonostante gli importanti progressi fatti nell'anno in rassegna, l'accordo non è stato stipulato. I negoziati proseguiranno nel 2017 (cfr. n. 2.1). L'accordo costituirà un importante elemento per l'attuazione di diversi accordi multilaterali in campo ambientale.

Nell'ambito del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (PNUA) la Svizzera si adopera inoltre nel quadro del programma decennale per la produzione e il consumo sostenibili (PNUA 10YFP). Nell'anno in rassegna il nostro Paese ha in particolare illustrato il suo impegno a livello nazionale nel settore degli appalti pubblici.

Per quanto riguarda gli accordi bilaterali di protezione degli investimenti, la Svizzera ha esaminato la sua prassi in materia modificandola in modo che gli accordi tengano maggiormente conto degli aspetti della sostenibilità (cfr. n. 5.4.1).

Gli accordi di libero scambio (ALS) firmati nel 2016 con la Georgia e le Filippine contengono un capitolo sul commercio e sullo sviluppo sostenibile (cfr. n. 4.1).

L'inserimento di un simile capitolo negli ALS esistenti con l'Albania e la Serbia è stato approvato dal Parlamento e ratificato, lo stesso dicasi per l'adesione del Guatemala all'ALS in vigore con gli Stati dell'America centrale, che a sua volta contiene un capitolo analogo. Anche nei negoziati in corso per la conclusione di nuovi ALS (cfr. n. 4.1) la Svizzera e gli altri
membri dell'AELS hanno continuato ad adoperarsi affinché in questi accordi siano incluse disposizioni sul commercio e sullo sviluppo sostenibile.

Nell'ambito della vigilanza degli ALS che già contengono simili disposizioni, effettuata attraverso gli incontri regolari dei comitati misti, nell'anno in rassegna è stato esaminato l'ALS bilaterale tra la Svizzera e la Cina. In vista della riunione del comitato misto di questo ALS, svoltasi nel mese di settembre a Pechino (cfr. n. 4.2), la SECO ha consultato i servizi competenti dell'Amministrazione federale coinvolgendo le associazioni mantello, le imprese e altre organizzazioni interessate (Commissione per la politica economica, gruppo di collegamento OMC/ALS, commissione tripartita inerente alle attività dell'OIL)91. Dalle consultazioni non sono emerse questioni specifiche in relazione all'attuazione delle disposizioni sulla sostenibilità 91

752

Cfr. in merito ai meccanismi di consultazione: Rapporto del 14 gen. 2015 sulla politica economica esterna 2014, n. 5.5.1, FF 2015 1273 in particolare pag. 1344.

FF 2017

dell'ALS e dell'accordo, concluso in parallelo, sulla cooperazione in materia di lavoro e occupazione. Ciononostante, l'incontro ha rappresentato per le delegazioni una buona occasione di scambio su vari temi legati allo sviluppo sostenibile.

Conformemente alle disposizioni contenute nel capitolo sull'ambiente dell'ALS tra la Svizzera e la Cina, le due Parti contraenti dovranno rafforzare la collaborazione all'interno degli organismi internazionali di cui fanno parte. A questo proposito, in vista dei negoziati plurilaterali per un accordo OMC sui beni ambientali (EGA), le delegazioni hanno manifestato la loro intenzione di concludere un ambizioso accordo sia nell'ambito del commercio che in quello della protezione dell'ambiente (cfr. n. 2.1). Inoltre, hanno discusso i progetti bilaterali di cooperazione ambientale in corso, in particolare in relazione alle tecnologie verdi e alla gestione delle conseguenze dei cambiamenti climatici. La Cina ha elogiato la buona cooperazione con la Svizzera in questi settori ed ha espresso l'auspicio di studiare con il nostro Paese la possibilità di condurre altri progetti di cooperazione ambientale nel contesto dell'ALS.

Le delegazioni hanno infine sottolineato il buon funzionamento dell'Accordo del 2013 sulla cooperazione in materia di lavoro e occupazione, concluso parallelamente all'ALS, e del relativo dialogo. La cooperazione esistente è stata estesa per includere gli ambiti della sicurezza e della salute sul posto di lavoro mediante un protocollo d'intesa firmato in occasione della visita effettuata in Cina nel mese di aprile dal presidente della Confederazione Johann N. Schneider-Ammann. La delegazione cinese ha accolto con favore la partecipazione della Svizzera all'ottavo forum internazionale sulla sicurezza sul lavoro tenutosi in settembre a Pechino. La Svizzera ha inoltre condiviso le sue esperienze sul partenariato sociale e sulla sicurezza e la salute sul posto di lavoro con una delegazione di esperti cinese che ha visitato il nostro Paese in ottobre. La delegazione cinese si è interessata in particolare al ruolo svolto dalle parti sociali ­ sia all'interno delle commissioni tripartite che all'interno delle imprese ­ nel miglioramento della sicurezza e della salute sul posto di lavoro.

La Svizzera ha inoltre sostenuto in Cina una serie di progetti
di cooperazione volti a migliorare le condizioni di lavoro e la produttività delle imprese, come il progetto SCORE (Sustaining Competitive and Responsible Enterprises) dell'OIL per il potenziamento della produttività e il miglioramento della sostenibilità e della qualità dei posti di lavoro nelle piccole e medie imprese (PMI) in diversi Paesi, tra cui la Cina. In collaborazione con organizzazioni partner locali, il progetto SCORE offre formazioni pratiche e consulenza alle aziende. Al progetto hanno finora partecipato oltre 130 PMI cinesi che occupano in totale 62 000 persone. In base ai dati rilevati dall'OIL, in queste PMI il numero degli infortuni sul lavoro è sceso del 34 per cento ed è aumentata la soddisfazione sul lavoro, come testimonia il calo dei contenziosi tra lavoratori e superiori. Nel contempo il progetto SCORE ha portato a un aumento della produttività all'interno delle aziende e in tal modo anche delle loro possibilità di sfruttare le catene di distribuzione a livello mondiale. All'incirca il 60 per cento delle imprese è riuscita a ridurre la percentuale di errori nella produzione, che è diventata inoltre più ecologica, dato che circa la metà delle imprese aderenti al progetto ha ridotto il consumo di materiali e di energia. Anche i dipendenti hanno beneficiato della maggiore produttività, che si è tradotta in un aumento dei salari nella metà delle suddette aziende. La Svizzera e la Cina si sono dette soddisfatte del 753

FF 2017

loro dialogo regolare e dei programmi di cooperazione svolti nell'ambito del lavoro e dell'occupazione e hanno concordato di continuare la collaborazione in questo campo.

Il progetto SCORE è sostenuto nel quadro dei provvedimenti di politica commerciale della cooperazione allo sviluppo con i quali la Svizzera promuove un commercio socialmente sostenibile, ecocompatibile e inclusivo. L'obiettivo è supportare i Paesi partner nella creazione di condizioni favorevoli al commercio e rafforzare la competitività del settore privato sul piano internazionale. In Vietnam, con cui gli Stati AELS stanno negoziando un ALS (cfr. n. 4.1), la Svizzera finanzia per esempio la costituzione di una rete nazionale di organizzazioni locali di promozione del commercio per aiutare le PMI di determinati settori ad accedere ai mercati esteri. Si intende così contribuire a integrare il Vietnam nel sistema commerciale internazionale e rafforzare la competitività delle PMI vietnamite in modo che possano aumentare i loro introiti, creare posti di lavoro e migliorare le condizioni di lavoro. Alla fine di ottobre una delegazione tripartita composta da rappresentanti di spicco della SECO, dei datori di lavoro e dei sindacati, ha visitato il Vietnam. La delegazione ha partecipato a una conferenza sulla promozione del dialogo sociale, sulla produttività e sul miglioramento delle condizioni di lavoro. Nei colloqui bilaterali con il viceministro del lavoro e con le parti sociali si è discusso di mercato del lavoro, politica dell'occupazione, assicurazione contro la disoccupazione e promozione del dialogo sociale.

In Indonesia nell'anno in rassegna la Svizzera si è impegnata in particolare nei settori del cacao e del turismo. Dal 2012 la SECO promuove un ampio partenariato pubblico-privato che sostiene all'incirca 130 000 piccoli contadini nella produzione di cacao secondo gli standard di sostenibilità internazionali in modo da migliorarne il reddito e le condizioni di vita.

5.5.2

Materie prime

Il Consiglio federale ha adottato il terzo rapporto sullo stato di attuazione delle raccomandazioni del Rapporto di base sulle materie prime. Nell'anno in rassegna sono stati fatti ulteriori importanti progressi (p. es. nel settore della trasparenza per quanto riguarda la provenienza delle materie prime e le catene del valore sostenibili) ed è proseguito il dialogo sia con attori esterni alla Confederazione sia all'interno della piattaforma interdipartimentale sulle materie prime. Il Consiglio federale continua a lavorare per rafforzare la competitività e ridurre i rischi in relazione ai diritti umani, agli standard sociali e ambientali, alla corruzione e alla reputazione del settore delle materie prime.

A livello internazionale, ad esempio nel quadro del G20 e nella stampa internazionale, l'interesse per il tema delle materie prime è tendenzialmente diminuito, mentre a livello nazionale questo settore resta in primo piano. Dal 2013, anno di pubblicazione del Rapporto di base sulle materie prime, le sfide sono rimaste le stesse.

754

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Il settore delle materie prime, e in particolare il commercio di queste materie, rappresenta un importante campo di attività economica per la Svizzera. Nonostante la flessione degli ultimi due anni ­ dopo i picchi registrati tra il 2010 e il 2012 ­ nel 2016 le entrate legate al commercio di transito si sono attestate al 3,9 per cento del PIL. Come mostra il terzo resoconto sull'attuazione delle raccomandazioni92 del Rapporto di base del Consiglio federale sulle materie prime 93, rispetto ad altri Paesi la Svizzera si è distinta per gli sforzi fatti per garantire una piazza commerciale delle materie prime competitiva, ma anche integra.

Il Consiglio federale continuerà ad adoperarsi per rafforzare la competitività, ridurre i rischi in relazione ai diritti umani, agli standard sociali e ambientali, combattere la corruzione e migliorare la reputazione del settore delle materie prime, e confida nel fatto che le raccomandazioni potranno essere in gran parte attuate nel giro di uno o due anni. Inoltre, ha incaricato la piattaforma interdipartimentale sulle materie prime di redigere entro novembre 2018 una valutazione del settore svizzero delle materie prime incentrata sulla competitività e sull'integrità.

Trasparenza e catene del valore sostenibili Il 23 novembre il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente la modifica del Codice delle obbligazioni (Diritto della società anonima)94. Il messaggio prevede che le imprese attive nel settore dell'estrazione delle materie prime dichiarino le somme versate ai Governi. Il Parlamento delibererà sulla revisione del diritto della società anonima nella prima metà del 2017. In occasione del summit anticorruzione di Londra, la Svizzera si è impegnata a valutare la possibilità di definire standard globali di trasparenza e rendicontazione nel settore delle materie prime.

Nell'anno in rassegna anche il gruppo di lavoro istituito dall'«Extractive Industry Transparency Initiative» (EITI) ha analizzato nel dettaglio le diverse opzioni per favorire la trasparenza nel commercio delle materie prime all'interno dell'EITI. La Svizzera partecipa attivamente al gruppo di lavoro e sostiene finanziariamente alcuni progetti pilota. Per quanto riguarda le catene del valore sostenibili, la Svizzera ha appoggiato l'applicazione dei principi contenuti nella guida dell'OCSE
sui meccanismi di diligenza relativi alle catene di fornitura di minerali provenienti da zone di conflitto o ad alto rischio e ha informato le imprese svizzere in merito alla guida.

Nell'anno in rassegna è stata inoltre preparata la seconda fase dell'iniziativa «Better Gold» che verrà estesa alla Colombia e alla Bolivia ed è volta ad aumentare sensibilmente i quantitativi di oro negoziati ed estratti in modo responsabile da piccoli giacimenti. Anche la Convenzione di Minamata sul mercurio95, che promuove la produzione sostenibile di oro nelle piccole e medie imprese, sostiene indirettamente le attività dell'iniziativa «Better Gold».

92 93 94 95

Cfr. il comunicato stampa «Materie prime: compiuti nuovi progressi» del 2 dic. 2016 (www.news.admin.ch > Documentazione).

Cfr. il comunicato stampa «Il Consiglio federale pubblica il Rapporto di base sulle materie prime» del 27 mar. 2013 (www.news.admin.ch > Documentazione).

Cfr. il comunicato stampa «Il Consiglio federale vuole modernizzare il diritto della società anonima» del 23 nov. 2016 (www.news.admin.ch > Documentazione).

Cfr. www.ufam.admin.ch > Temi A-Z > Prodotti chimici > Informazioni per gli specialisti > Affari internazionali > Convenzione di Minamata sul mercurio.

755

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Responsabilità sociale d'impresa Nel quadro della raccomandazione n. 11 del Rapporto di base sulle materie prime, i rappresentanti dell'Amministrazione federale, dei Cantoni, delle imprese che commerciano materie prime e delle organizzazioni non governative hanno deciso di redigere un documento per l'attuazione dei principi ONU per le imprese e i diritti umani nel settore del commercio delle materie prime. Nell'anno in rassegna è stata fatta una valutazione della situazione in questo settore e delle sfide specifiche che lo riguardano nel campo dei diritti umani. Su questa base entro l'estate del 2017 sarà elaborata la guida con le raccomandazioni concrete relative al dovere di diligenza e di rendicontazione delle imprese. L'«International Resource Panel» del PNUA96 ha inoltre continuato i lavori sulla governance nel settore delle materie prime. La Svizzera segue con attenzione l'evolversi di questi lavori che rientrano nel suo impegno per il rafforzamento della responsabilità ecologica nel settore delle materie prime, come previsto dal piano d'azione Economia verde del 2013 e dal suo ulteriore sviluppo dal 2016 al 201997.

Promozione del dialogo Il dialogo tra l'Amministrazione federale e i vari gruppi d'interesse è stato ulteriormente consolidato e dopo la pubblicazione del Rapporto di base sulle materie prime è notevolmente migliorato. È quanto emerso anche dalla terza e dalla quarta tavola rotonda sulle materie prime, organizzate nei mesi di febbraio e novembre 2016 su invito della Segreteria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri, della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali e della SECO. Nel corso dell'anno in rassegna anche gli Uffici federali interessati dalla tematica si sono incontrati più volte all'interno della piattaforma interdipartimentale sulle materie prime per valutare la situazione.

5.5.3

Clima ed energia

La Convenzione di Parigi sul clima è entrata in vigore il 4 novembre. Successivamente, alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di Marrakech, le Parti contraenti hanno definito le prime modalità di attuazione della Convenzione.

Nell'anno in rassegna sono state organizzate varie missioni economiche all'estero per promuovere le tecnologie svizzere e rafforzare la cooperazione nel settore energetico.

96 97

756

Cfr. www.unep.org > Resource Panel.

Cfr. www.bafu.admin.ch >Temi A-Z > Economia > Informazioni per gli specialisti > Economia verde > Mandato politico.

FF 2017

Clima La Conferenza delle Nazioni Unite sul clima svoltasi a Marrakech dal 7 al 18 novembre era incentrata sulla Convenzione di Parigi, approvata nel mese di dicembre del 2015 ed entrata in vigore il 4 novembre 2016. A Marrakech si è svolto il primo incontro delle Parti contraenti della Convenzione di Parigi, tra cui rientrano molti dei principali responsabili delle emissioni di gas a effetto serra, come Cina, Stati Uniti, India, Brasile, Canada, Messico e UE. Non avendo ancora ratificato la Convenzione di Parigi, la Svizzera ha partecipato all'incontro in veste di osservatrice. Sul piano dell'attuazione degli impegni assunti con la Convenzione, le Parti contraenti hanno fatto progressi in vari campi, per esempio in quelli delle regole per la formulazione e la presentazione degli obiettivi nazionali di emissione, delle regole di sfruttamento dei meccanismi di mercato e della trasparenza relativa agli sforzi compiuti a livello globale per la protezione del clima. I Paesi industrializzati hanno inoltre presentato una road map congiunta nella quale illustrano le modalità con cui intendono reperire i 100 miliardi di dollari previsti a sostegno dei Paesi in via di sviluppo a partire dal 2020. A Marrakech sono state anche lanciate nuove iniziative per ridurre in maniera consistente le emissioni globali di gas a effetto serra prima del 2020.

Per applicare la Convenzione di Parigi, nell'anno in rassegna il Consiglio federale ha proceduto a una revisione totale della legge del 23 dicembre 2011 98 sul CO2 definendo gli obiettivi e le misure che il nostro Paese intende adottare entro il 2030. La consultazione è terminata a novembre99.

Energia Nell'anno in rassegna, il capo del DATEC ha visitato il Regno Unito, l'Indonesia, la Cina e il Canada insieme ad alcune delegazioni economiche. Con la Svezia la Svizzera ha preso accordi per avviare, a partire dal 2017, un dialogo in materia di politica energetica e uno scambio su temi come la competitività dell'energia idroelettrica. In occasione del tradizionale dialogo annuale, il ministro dell'ambiente e dell'energia del Baden-Württemberg è stato accolto dal direttore dell'Ufficio federale dell'energia (UFE). Insieme a partner svizzeri e statunitensi, l'UFE ha organizzato per la terza volta un forum sull'innovazione in campo energetico che si è svolto in agosto a
San Francisco con la partecipazione di numerosi rappresentanti svizzeri del mondo economico e scientifico.

In merito alla liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica e all'accordo in materia di energia elettrica con l'UE, il Consiglio federale intende esaminare nel 2017 la situazione per quanto riguarda la totale apertura del mercato dell'elettricità.

98 99

RS 641.71 www.admin.ch > Diritto federale > Consultazioni > Procedure di consultazione concluse > DATEC

757

FF 2017

5.5.4

Migrazione

Anche nell'anno in rassegna il Comitato interdipartimentale per la cooperazione internazionale in materia di migrazione (struttura IMZ) ha analizzato le interrelazioni tra migrazione e dossier di politica economica esterna. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) è stata ascoltata in sede di preparazione di incontri internazionali bilaterali in ambito economico ed è stata consultata nel quadro dei negoziati su ALS e APPI. Partecipa inoltre regolarmente ai negoziati per gli accordi di libero scambio.

5.6

Diritto internazionale della concorrenza

Vista la crescente globalizzazione delle filiere di fornitura, la cooperazione internazionale tra le autorità garanti della concorrenza continua a essere una questione prioritaria per la Svizzera. Anche gli accordi di libero scambio tengono sempre più conto di questo aspetto.

Da alcuni anni cresce l'importanza della cooperazione internazionale tra le autorità garanti della concorrenza. Sempre più spesso, infatti, le pratiche anticoncorrenziali coinvolgono due o più Stati100. L'Accordo del 17 maggio 2013101 tra la Confederazione Svizzera e l'Unione europea concernente la cooperazione in merito all'applicazione dei rispettivi diritti della concorrenza, entrato in vigore il 1° dicembre 2014, consente di coordinare le indagini e scambiare informazioni su procedimenti in corso contemporaneamente in Svizzera e nell'UE in merito a cartelli o limitazioni alla concorrenza. Sulla base di questo Accordo, nel 2016 la Commissione della concorrenza (COMCO) e la Commissione europea hanno intrattenuto regolari contatti anche in relazione a procedimenti paralleli nel campo dei servizi finanziari.

In certi casi il diritto della concorrenza dell'UE prevede la competenza, in parallelo, della Commissione europea e degli Stati membri. Per questo motivo, la Svizzera ha avviato una serie di colloqui esplorativi con alcuni Stati vicini sulla fattibilità e sull'utilità di accordi di cooperazione simili a quello esistente tra la Svizzera e l'UE.

Il Consiglio federale e la COMCO hanno continuato a sostenere i lavori del Comitato sulla concorrenza dell'OCSE relativi alle cosiddette «disruptive innovations» che sfruttano le nuove tecnologie, come Internet e la telefonia mobile, in maniera rivoluzionaria, modificando in certi casi anche radicalmente i mercati esistenti. Si vengono così a creare nuovi modelli commerciali, come Airbnb e Uber, che mettono gli operatori del mercato e le autorità davanti a nuove sfide. Dopo aver discusso di servizi per la prenotazione di pernottamenti e di servizi finanziari, nell'anno in rassegna le delegazioni si sono occupate anche di servizi giuridici. Dalle discussioni è emerso che la tecnologia è in grado di integrare o addirittura di sostituire determinati servizi offerti da avvocati o notai. Un altro argomento di discussione è stato il 100

Cfr. Rapporto del 14 gen. 2015 sulla politica economica esterna 2014, FF 2015 1273, in particolare pag. 1351.

101 RS 0.251.268.1

758

FF 2017

rafforzamento della concorrenza negli appalti pubblici, ambito per il quale è in corso l'elaborazione di linee guida destinate alle autorità garanti della concorrenza.

I lavori dell'OCSE e le raccomandazioni che ne sono scaturite hanno costituito il filo conduttore dei negoziati sugli accordi di libero scambio. In questi accordi le questioni relative alla concorrenza stanno assumendo un ruolo sempre più importante, com'è avvenuto per esempio nei colloqui esplorativi tra gli Stati dell'AELS con il Canada e il Messico nel 2016 (cfr. n. 4.2).

5.7

Appalti pubblici

I lavori per la revisione del diritto in materia di appalti pubblici sono proseguiti.

I relativi messaggi saranno presentati al Parlamento nel primo trimestre del 2017. La Svizzera ratificherà la revisione dell'accordo dell'OMC sugli appalti pubblici non appena avrà adeguato a livello federale e cantonale la propria legislazione in materia di appalti.

Nell'anno in rassegna, il Comitato misto dell'accordo bilaterale CH-UE sugli appalti pubblici si è riunito per la dodicesima volta dall'entrata in vigore dell'Accordo.

Nel quadro degli accordi di libero scambio sono stati condotti negoziati con vari partner sulle norme riguardanti gli appalti pubblici.

L'Accordo del 15 aprile 1994102 sugli appalti pubblici (AAP) conta oggi 47 membri dell'OMC, tra cui l'UE e i suoi 28 Stati membri. La revisione dell'AAP (AAP 2012) è stata firmata il 30 marzo 2012 ed è entrata in vigore il 6 aprile 2014. La Svizzera è l'ultima Parte contraente dell'APP del 1994 a non aver ancora ratificato l'APP 2012.

Nel quadro dell'attuazione dell'APP 2012 un gruppo di lavoro composto da esperti della Confederazione e dei Cantoni ha accompagnato l'armonizzazione della legislazione in materia. A livello federale, l'Esecutivo presenterà al Parlamento nel primo trimestre del 2017 il messaggio concernente la revisione dell'APP e in contemporanea il messaggio relativo alla revisione della legge federale del 16 dicembre 1994 103 sugli acquisti pubblici (LAPub). A livello cantonale, l'Organo intercantonale sugli acquisti pubblici si occuperà della revisione del Concordato intercantonale sugli acquisti pubblici. Il Consiglio federale procederà alla ratifica dell'APP 2012 non appena saranno approvate le revisioni dell'APP, della LAPub e del Concordato intercantonale. La Svizzera potrà dunque aderire al nuovo APP non prima dell'autunno 2017. Fino a quel momento, sarà vincolata all'APP del 1994. Il coesistere dei due accordi comporterà spese amministrative supplementari per la segreteria dell'OMC e altri membri dell'Organizzazione. Gli operatori svizzeri non possono inoltre beneficiare dei miglioramenti apportati all'APP2012, in particolare della possibilità di accedere alle nuove gare d'appalto.

102 103

RS 0.632.231.422 RS 172.056.1

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FF 2017

Nell'anno in rassegna la Moldova e l'Ucraina hanno depositato i loro strumenti di ratifica e sono ora formalmente membri del nuovo APP. Le procedure di adesione di Australia, Cina, Giordania, Kirghizistan e Tagikistan sono proseguite nell'anno in rassegna. Nel 2017 è previsto l'avvio dei negoziati per l'adesione della Russia. Gli Stati membri hanno inoltre portato avanti i programmi di lavoro decisi nel quadro dell'APP 2012, in particolare sull'accesso al mercato da parte delle PMI, sullo sviluppo sostenibile e sulle statistiche in vista dell'inizio della procedura di revisione dell'APP 2012 prevista per il 2017.

Alla dodicesima riunione del Comitato misto dell'Accordo del 21 giugno 1999104 tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea su alcuni aspetti relativi agli appalti pubblici le Parti contraenti hanno ribadito il buon funzionamento dell'Accordo e la sua funzione di pilastro per l'accesso ai rispettivi mercati nel campo degli appalti pubblici. Hanno inoltre trattato questioni riguardanti l'accesso al mercato e scambiato informazioni sullo sviluppo della legislazione in materia di appalti pubblici nell'UE e in Svizzera e su negoziati internazionali in questo ambito.

La Svizzera ha lavorato per includere le norme dell'APP nei suoi accordi di libero scambio. I nuovi ALS conclusi con la Georgia e con le Filippine (cfr. n. 4.1) contengono, pertanto, una serie di disposizioni sugli appalti pubblici. Con l'Indonesia, la Malaysia e il Vietnam sono stati condotti negoziati in tal senso mentre sono stati ripresi quelli con l'Ecuador (cfr. n. 4.). Per quanto riguarda il Cile e il Messico si prevede di modificare le norme sugli appalti pubblici in base all'APP riveduto nel corso della revisione degli accordi di libero scambio esistenti.

5.8

Protezione della proprietà intellettuale

Per quanto riguarda la protezione della proprietà intellettuale la Svizzera ha continuato a impegnarsi all'interno delle organizzazioni multilaterali, in particolare a favore della tutela delle indicazioni geografiche e per la protezione delle risorse genetiche e del sapere tradizionale.

A livello bilaterale le attività si sono concentrate sulla promozione del commercio di prodotti e servizi innovativi e sulla protezione dei diritti di proprietà intellettuale anche all'interno degli accordi di libero scambio.

5.8.1

Protezione della proprietà intellettuale nelle organizzazioni internazionali

Nel periodo in rassegna è stata oggetto di intense discussioni in seno all'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI) la revisione, sancita dall'Atto di Ginevra del maggio 2015, dell'Accordo di Lisbona del 1958 sulla protezione delle denominazioni di origine e la loro registrazione internazionale. La Svizzera non ha 104

760

RS 0.172.052.68

FF 2017

aderito a questo accordo internazionale, ma partecipa attivamente ai colloqui. Deciderà in merito a un'eventuale adesione non appena saranno chiarite alcune questioni chiave, come il finanziamento del sistema e l'adesione all'Atto di Ginevra da parte degli attuali membri.

Dopo l'approvazione di un nuovo mandato per il periodo 2016­2017, all'interno dell'OMPI sono proseguiti i negoziati su un accordo relativo alla protezione delle risorse genetiche e del sapere tradizionale. Se da un lato è stato possibile giungere a una rielaborazione formale dei testi dei negoziati, dall'altro non sono stati fatti progressi degni di nota a causa delle forti divergenze tra i membri dell'OMPI. In questi lavori la Svizzera agisce da mediatrice alla guida di una coalizione di 11 Stati interessati105 che supporta i negoziati presentando bozze di testi e soluzioni di compromesso.

Nel pacchetto di misure volte a modernizzare la legislazione svizzera sul diritto d'autore è prevista la presentazione al Parlamento di due trattati internazionali, ossia il trattato di Pechino del 24 giugno 2012 sulle interpretazioni ed esecuzioni audiovisive e il trattato di Marrakech del 27 giugno 2013 volto a facilitare l'accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa. Nell'anno in rassegna si è conclusa la consultazione relativa ai due trattati. Il Consiglio federale ha pubblicato il rapporto sulla consultazione il 2 dicembre106.

Già durante il ciclo di Doha dell'OMC svoltosi dal 2001 al 2015, la Svizzera aveva messo in rilievo l'importanza di una maggiore protezione delle indicazioni geografiche. La coalizione composta a suo tempo da Stati con le stesse vedute continua a impegnarsi affinché questa priorità rimanga iscritta nell'agenda futura dell'OMC.

Nel Consiglio TRIPS107 la Svizzera sostiene, insieme a un gruppo di altri Stati, il tema della proprietà intellettuale e dell'innovazione (Intellectual Property and Innovation). Nell'anno in rassegna il Consiglio ha trattato i tre sottotemi «Education and diffusion», «Sustainable resource and low emission technology strategy» e «Regional innovation models». All'interno del Consiglio i membri dell'OMC hanno inoltre discusso di come, secondo le loro esperienze, la trasmissione del sapere sulla proprietà
intellettuale possa contribuire alla capacità innovativa delle imprese e delle scuole universitarie nonché ad un maggior consenso sociale intorno a questo tema.

Nell'anno in rassegna è stato quasi raggiunto il numero di ratifiche necessarie per l'entrata in vigore di una modifica dell'Accordo TRIPS. La modifica permette di rilasciare una licenza obbligatoria per la produzione e l'esportazione di medicinali brevettati in Paesi in via di sviluppo che devono affrontare gravi problemi di sanità pubblica e non hanno la possibilità di produrre farmaci. La modifica dovrebbe entrare in vigore nel 2017. La decisione del Consiglio generale dell'OMC del 2005 aveva autorizzato temporaneamente questa opzione già prima dell'entrata in vigore dell'Accordo TRIPS. Sulla base di questa decisione, la Svizzera aveva recepito la 105

Australia, Città del Vaticano, Colombia, Kenya, Malawi, Mozambico, Nigeria, Norvegia, Nuova Zelanda, Panama e Svizzera.

106 Cfr. il comunicato stampa «Modernizzazione del diritto d'autore: pareri in sostanza favorevoli» del 2 dic. 2016 (www.news.admin.ch > Documentazione).

107 TRIPS: Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rigths: aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio.

761

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norma nel diritto nazionale nel corso della revisione del 2008 della legge del 25 giugno 1954108 sui brevetti.

5.8.2

Protezione della proprietà intellettuale a livello bilaterale

La protezione della proprietà intellettuale degli operatori svizzeri è un elemento fondamentale dei negoziati ALS con i Paesi terzi (cfr. n. 4). Con gli accordi di libero scambio la Svizzera non solo migliora l'accesso al mercato, ma concorda anche delle regole che vanno al di là degli standard minimi fissati a livello multilaterale. In base al mandato conferito al Consiglio federale dal Parlamento 109, tra questi standard vi è anche la protezione delle indicazioni geografiche. Dopo la conclusione dei negoziati ALS tra gli Stati dell'AELS e la Georgia (cfr. n. 4.1) la Svizzera ha concordato con la Georgia l'avvio di negoziati per un accordo bilaterale sulla protezione delle rispettive indicazioni geografiche.

A livello operativo sono continuati i lavori per il miglioramento della protezione della designazione «Svizzera» e della croce svizzera nonché per contrastare l'uso abusivo di indicazioni d'origine svizzere all'estero. La legislazione «Swissness», entrata in vigore il 1° gennaio 2017, ha conferito all'Istituto federale della proprietà intellettuale (IPI) la capacità di agire in materia, il che consentirà una migliore applicazione dei diritti anche all'estero110.

Grazie al nuovo dominio di primo livello (top level domain) «swiss» gestito dall'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) le imprese svizzere hanno la possibilità di far conoscere in maniera chiara anche su Internet la loro origine e i loro valori. Nell'anno in rassegna il suffisso «.swiss» è già stato assegnato a 17 000 indirizzi Internet. Oltre a numerose PMI e imprese quotate in borsa, oggi anche molti alberghi svizzeri, associazioni turistiche e ferrovie di montagna dispongono di un indirizzo «.swiss».

Nel quadro di un memorandum d'intesa concluso dall'IPI con l'ufficio brevetti cinese, nell'anno in rassegna è proseguito il dialogo sul tema della proprietà intellettuale. In occasione di un incontro, le due Parti hanno discusso di alcuni casi sollevati dall'industria in materia di brevetti e di design.

Per quanto riguarda la cooperazione tecnica nell'ambito della proprietà intellettuale, nell'anno in rassegna la Svizzera ha portato avanti progetti bilaterali con la Colombia, il Ghana, l'Indonesia e la Serbia. Negli ultimi tre Paesi citati è stata avviata una seconda fase di cooperazione. Concepiti su misura per rispondere
alle esigenze del rispettivo Paese partner, i progetti prevedono la definizione di una strategia politica nell'ambito della proprietà intellettuale, l'ottimizzazione dei processi di rilascio dei brevetti e di protezione dei marchi, una maggiore tutela delle indicazioni geografi108 109

RS 232.14 Mozione 12.3642 Regolamentazione dell'utilizzo delle denominazioni di provenienza geografica nei trattati internazionali, depositata il 19 giu. 2012 dalla Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati.

110 www.ipi.ch > Indicazioni di provenienza > Swissness.

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che, il potenziamento delle competenze nel campo dell'innovazione, del trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie e l'istituzione di meccanismi per proteggere il sapere tradizionale delle comunità indigene. Con questi progetti la Svizzera contribuisce allo sviluppo socioeconomico e alla creazione di un clima favorevole agli investimenti nei Paesi partner. La loro realizzazione promuove inoltre lo sviluppo di determinati settori economici, agevolando l'accesso da parte di questi Paesi a mercati con un livello di investimenti più elevato.

6

Cooperazione economica allo sviluppo L'attuazione del messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013­ 2016 si è conclusa positivamente, permettendo al nostro Paese di rafforzare la collaborazione con le istituzioni multilaterali. La Svizzera ha promosso modelli di finanziamento innovativi per raggiungere i propri obiettivi in materia di sostenibilità, e ha appoggiato la lotta ai flussi finanziari sleali e illeciti. Nell'anno in esame anche l'attuazione dell'Accordo di Parigi sul clima ha contraddistinto la cooperazione economica allo sviluppo. Un gruppo di esperti indipendenti ha valutato positivamente la collaborazione internazionale della Svizzera. Le conoscenze così acquisite sono state sfruttate per preparare il messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020.

Il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020 e la riveduta legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est. Scopo della cooperazione economica allo sviluppo 2017­2020 è promuovere la crescita sostenibile e inclusiva nei Paesi prioritari del Sud e dell'Est del mondo tramite quattro obiettivi: istituzioni e servizi efficaci, aumento e miglioramento dell'occupazione, sviluppo degli scambi commerciali e della competitività, economia a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici.

Le misure della cooperazione economica allo sviluppo della Svizzera rientrano nella strategia di politica economica esterna che si fonda, a sua volta, su elementi fra loro complementari (p. es. accordi di libero scambio e cooperazione allo sviluppo) e che include fra i suoi obiettivi anche l'integrazione nell'economia mondiale dei Paesi in via di sviluppo e in transizione, i quali potranno così partecipare alla domanda globale, trarre profitto dalla crescita economica mondiale e stimolare la propria crescita economica mobilitando a tal fine le risorse interne.

763

FF 2017

6.1

Sviluppi e dibattiti internazionali

6.1.1

Messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020 come contributo all'attuazione dell'Agenda 2030

Il Consiglio federale e il Parlamento hanno adottato il messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020111 e la nuova legge del 30 settembre 2016112 sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est. Sebbene il messaggio si riferisca al periodo che decorre dal 1° gennaio 2017, la legge entrerà in vigore solo il 1° giugno 2017. I crediti quadro per la cooperazione internazionale 2017­ 2020 ammontano a 11,11 miliardi di franchi, 1,48 miliardi dei quali sono destinati alla cooperazione economica allo sviluppo.

La cooperazione internazionale 2017­2020 si basa sull'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. Per quanto riguarda gli aspetti economici, il Consiglio federale incentra il suo contributo per l'attuazione dell'Agenda 2030 su quattro obiettivi, finalizzati al conseguimento di una crescita sostenibile e inclusiva nei Paesi partner: istituzioni e servizi efficaci, aumento e miglioramento dell'occupazione, sviluppo degli scambi commerciali e della competitività, economia a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici. Questi obiettivi corrispondono ai temi del contributo della cooperazione allo sviluppo alla Strategia per uno sviluppo sostenibile 2016­ 2019 adottata dal Consiglio federale il 27 gennaio.

6.1.2

Crisi migratoria ed efficacia della cooperazione allo sviluppo

La cooperazione internazionale è stata segnata, nell'anno in rassegna, da una crisi migratoria senza precedenti dalla seconda guerra mondiale. Attraverso le attività di cooperazione internazionale la Svizzera contribuisce a combattere la povertà e a ridurre i rischi globali che portano le persone a migrare, e affronta in tal modo anche le cause all'origine dei flussi di migranti e rifugiati. La Svizzera sostiene i Paesi partner aiutandoli per esempio a migliorare le condizioni quadro per le imprese e gli investimenti e a rafforzarne la competitività; offre inoltre un sostegno diretto al settore privato, contribuendo così a creare posti di lavoro di qualità e offrendo alla popolazione un'alternativa alla migrazione. La Svizzera incentiva anche gli immigrati a fornire un contributo allo sviluppo, per esempio tramite investimenti della Diaspora nei loro Paesi d'origine.

Il rapporto nel quale la SECO traccia un bilancio degli anni dal 2012 al 2015 (SECO zieht Bilanz 2012­2015)113 conferma che la cooperazione allo sviluppo economico della Svizzera è efficiente e che i risultati conseguiti sono da buoni a molto buoni. Secondo un gruppo di esperti indipendenti, il tasso di riuscita è dell'81 per cento, il che permette al nostro Paese di posizionarsi molto bene nel confronto 111 112 113

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FF 2016 2005 FF 2016 6829 www.seco-cooperation.admin.ch > Rechenschaftsbericht

FF 2017

internazionale. Al contempo il contesto mondiale è diventato più complesso e fragile, il che aumenta i rischi per le attività di sviluppo.

6.2

Cooperazione multilaterale

6.2.1

Gruppo della Banca mondiale

La fine della revisione degli standard ambientali e sociali, avviata nell'autunno 2012, costituisce un traguardo importante per la Banca mondiale. Scopo della misura era adeguare gli standard alle sfide politiche in campo ambientale e sociale e configurare processi più efficienti.

Inoltre, si sono concluse le trattative per il diciottesimo rifinanziamento del Fondo di sviluppo della Banca mondiale (International Development Association, IDA), che ha visto un afflusso record di capitali. Ora l'IDA potrà aumentare la sua capacità finanziaria tramite operazioni sul mercato di capitali e disporre di maggiori mezzi finanziari per i Paesi beneficiari.

In occasione dell'assemblea annuale della Banca mondiale tenutasi in ottobre, il Consiglio dei governatori ha riesaminato la ponderazione dei voti degli azionari, procedendo ad alcuni adeguamenti. In futuro, per stabilire la ponderazione dei voti, saranno determinanti la forza economica e i contributi finanziari all'IDA. La Svizzera e la Polonia hanno inoltre concordato che, dal 2020, occuperanno a rotazione la presidenza del consiglio esecutivo all'interno del gruppo con diritto di voto. La Svizzera mantiene la presidenza del gruppo con diritto di voto nel Consiglio dei governatori.

6.2.2

Banche regionali di sviluppo

Nell'anno in rassegna la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha accolto alcuni Stati nordafricani (Egitto, Marocco e Tunisia) e la Giordania e, a seguito della crisi economica, per la prima volta e con uno status limitato, anche alcuni Stati dell'Europa meridionale, membri dell'UE (Grecia e Cipro). Dall'inizio dell'anno in esame anche la Cina è membro della BERS. In Russia, a causa della politica di sanzioni contro il Paese, la BERS continua a non autorizzare nuovi progetti.

Nel gruppo della Banca interamericana di sviluppo (IDB) sono state attuate riforme istituzionali: i mezzi del Fondo di sviluppo (FSO) sono stati uniti al capitale della IDB, il che ha rafforzato la capitalizzazione della IDB e ha permesso di continuare a erogare prestiti concessionali ai Paesi membri più poveri. La Svizzera ha partecipato con 21,7 milioni di dollari americani all'aumento di capitale della società interamericana d'investimento (IIC).

Nell'anno in rassegna la Banca africana di sviluppo (BAfS) ha attuato numerose riforme strategiche e operative, continuando anche il processo di decentralizzazione per essere più vicina ai Paesi partner. Inoltre, fissandosi cinque priorità (energia, agricoltura, diversificazione economica, integrazione dei mercati regionali e am765

FF 2017

pliamento delle opportunità sociali ed economiche), si è posta obiettivi strategici chiari. La Svizzera ha un seggio in comune con Germania, Portogallo e ­ da poco ­ Lussemburgo nel Consiglio dei Direttori esecutivi. Le trattative per il quattordicesimo rifinanziamento del Fondo africano di sviluppo (AfDF) si sono concluse in dicembre. Per quanto riguarda i contenuti, l'AfDF si è concentrata sui seguenti temi trasversali: contesti fragili, governance economica, parità tra uomo e donna e cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda la Banca asiatica di sviluppo (AsDB), si sono concluse le trattative per l'undicesimo rifinanziamento della finestra di credito (Fondo asiatico di sviluppo, ADF-12). La Svizzera verserà un contributo di 28,03 milioni di franchi al Fondo; in tal modo manterrà la sua quota. Le richieste e gli interessi del nostro Paese sono stati inclusi nel programma dell'ADF; tra questi figurano in particolare la promozione mirata del settore privato, l'accesso a mezzi supplementari per misure di prevenzione delle catastrofi naturali e la maggiore attenzione a situazioni fragili e teatro di conflitti.

6.2.3

Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture

Nel mese di gennaio, a Pechino, si è tenuta l'assemblea costitutiva dei governatori della Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture (AIIB), cui ha partecipato anche la Svizzera. L'assemblea ha dato il via alle attività della Banca. Scaduto il termine di referendum, il 25 aprile la Svizzera ha depositato lo strumento di ratifica per l'adesione all'AIIB.

Nel consiglio esecutivo la Svizzera ha un seggio in comune con Danimarca, Islanda, Polonia, Norvegia, Svezia e Regno Unito. Quest'ultimo ha assunto la presidenza nell'anno preso in rassegna. Per i primi due anni la Svizzera sarà rappresentata nel consiglio esecutivo da una direttrice supplente. A livello finanziario la Svizzera partecipa al capitale globale di 98,2 miliardi di dollari americani con 706,4 milioni, 141,3 dei quali rappresentano la sua quota effettiva.

La Svizzera ha sottolineato la necessità di un chiaro orientamento strategico della Banca verso obiettivi di politica di sviluppo e l'importanza di investire nelle energie rinnovabili.

6.2.4

Fondo verde per il clima

Il consiglio esecutivo del Fondo verde per il clima (Green Climate Fund, GCF) ha accreditato più di 20 nuove istituzioni pubbliche e private, abilitandole a presentare al più grande fondo globale per il clima richieste di cofinanziamento per attività a protezione del clima. Nei primi dieci mesi dell'anno il consiglio esecutivo del GCF ha stanziato 1,2 miliardi di dollari americani del fondo, capitalizzato a dieci miliardi di dollari, per progetti sul clima nei Paesi in via di sviluppo. Degli investimenti del GCF, suddivisi fra 27 progetti sul clima distribuiti in tutto il mondo, beneficeranno secondo le stime oltre 230 milioni di persone. Il consiglio esecutivo ha inoltre stabilito l'orientamento strategico del Fondo e ha nominato un nuovo direttore esecutivo.

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FF 2017

La Svizzera vi è rappresentata in un seggio condiviso con Finlandia e Ungheria. A livello finanziario il nostro Paese partecipa al GCF con 100 milioni di dollari americani per un periodo triennale (2015­2017).

6.3

Accordo sul clima: conseguenze per la cooperazione economica allo sviluppo

L'Accordo di Parigi sul clima è entrato in vigore il 4 novembre. Alla fine dell'anno in rassegna l'avevano ratificato oltre 190 Stati, fra cui Cina, Stati Uniti e UE. La Svizzera lo ratificherà prevedibilmente nel 2017 (cfr. n. 5.5.3).

Il nostro Paese attuerà gli obiettivi dell'Accordo anche attraverso le attività di cooperazione economica allo sviluppo. Nel quadro dell'elaborazione del messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017­2020 è stata decisa l'istituzione di un nuovo obiettivo per promuovere un'economia a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo (cfr. n. 6.1.1), che rafforza e valorizza a livello strategico l'impegno svizzero per una crescita nel rispetto del clima. Al tempo stesso sarà accordata maggiore attenzione alla resilienza della popolazione e dell'economia ai rischi determinati dal cambiamento climatico. La priorità è data allo sviluppo integrato, all'approvvigionamento energetico sostenibile e a un'economia privata rispettosa delle risorse. I piani nazionali di azione per il clima introdotti con l'Accordo di Parigi (Nationally Determined Contribution, NDC) costituiscono un valido riferimento per la pianificazione e l'attuazione delle misure nel campo della cooperazione economica allo sviluppo. Il processo di trasformazione verso un'economia a basso consumo di carbone nei Paesi in via di sviluppo non può tuttavia prescindere dalla stretta collaborazione con l'economia e con la società locale. Per questo la Svizzera promuove incentivi e condizioni quadro favorevoli a un commercio rispettoso del clima nonché la diffusione di servizi finanziari sostenibili.

6.4

Finanziamenti innovativi e obiettivi per lo sviluppo sostenibile: il ruolo degli istituti finanziari

I cambiamenti sociali e ambientali, come ad esempio i cambiamenti climatici, colpiscono in particolar modo le società più povere poiché, proprio loro, dispongono di pochi mezzi per contrastare le situazioni di stress economico, sociale ed ecologico.

In campo ambientale questa problematica è sentita ancor di più dato che lo sfruttamento delle risorse naturali è spesso l'unica fonte di sostentamento delle popolazioni più indigenti. Questa situazione si riflette negli obiettivi per lo Sviluppo sostenibile dell'ONU stabiliti nel 2015 (Sustainable Development Goals, SDG). Il raggiungimento degli obiettivi richiede mezzi finanziari che superano di gran lunga l'aiuto pubblico svizzero allo sviluppo.

Per trovare i fondi che ancora mancano svolgono un ruolo di primo piano gli istituti finanziari. Stando al gruppo di lavoro del G20 sulla cosiddetta «finanza verde», la

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FF 2017

maggior parte di questi investimenti nei Paesi del G20 passa per le banche 114.

L'inclusione di criteri di sostenibilità nelle decisioni in materia di finanziamenti e investimenti potrebbe avere un impatto importante115.

Per promuovere criteri di sostenibilità nei flussi finanziari esistenti e nel settore finanziario in generale il Consiglio federale punta, nel quadro della cooperazione internazionale, sui prodotti finanziari innovativi e su un cambiamento di condotta volontario. Quest'ultimo comprende ad esempio l'abilitazione degli istituti finanziari, di concerto con il Gruppo della Banca mondiale, ad attuare gli standard sociali e ambientali. Nell'ambito del programma EDGE 116 la Svizzera sviluppa per esempio standard edili per un basso consumo idrico ed energetico (analogamente allo standard elvetico Minergie) e crea quindi un incentivo per investimenti efficienti dal punto di vista ambientale. Questo aspetto è molto importante perché le strutture abitative per i prossimi decenni vengono create oggi e anche nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti in rapida crescita vengono poste oggi le basi per il consumo energetico di domani.

La Svizzera ha sostenuto inoltre strumenti di finanziamento innovativi come per esempio i prestiti verdi (green bonds), grazie ai quali le banche finanziano i loro investimenti sostenibili. Nonostante abbiano subito un'impennata negli ultimi anni (36 mia. USD nel 2014 e 42 mia. USD nel 2015), gli investimenti nei prestiti verdi continuano a essere un prodotto di nicchia e consentono agli investitori pubblici e privati di investire in progetti verdi, finora perlopiù nei settori energetico, edile e dei trasporti. In aggiunta a questi strumenti specifici, nell'anno in esame la Svizzera ha appoggiato anche lo sviluppo di standard per i prestiti verdi (in particolare tramite l'iniziativa «Climate Bond»), per far sì che i prestiti servano effettivamente a finanziare prestiti verdi e si arrivi a una semplificazione del commercio.

La piazza finanziaria svizzera amministra all'incirca 190 miliardi di franchi, ossia pressappoco il 3 per cento del mercato117. La Confederazione sostiene l'associazione «Swiss Sustainable Finance», che conta un centinaio di membri e partner di rete.

6.5

Lotta contro i flussi finanziari sleali e illeciti sull'esempio del sostegno macroeconomico

Per integrare in modo efficiente nell'economia mondiale i Paesi in via di sviluppo e in transizione è fondamentale che i settori finanziari nazionali si inseriscano nel sistema finanziario internazionale. Una premessa di questo tipo attira investimenti esteri, migliora l'accesso alle fonti di finanziamento internazionali e rende più semplice le esportazioni. Affinché l'integrazione riesca, il settore finanziario deve 114

G20 Green Finance Synthesis Report (pag. 13), lug. 2016. N.B.: non esiste ancora una definizione accettata a livello internazionale del concetto di «finanza verde».

115 Proposals for a Roadmap towards a Sustainable Financial System in Switzerland, UFAM, giu. 2016, www.bafu.admin.ch > Pubblicazioni > Economia e consumo > Vorschläge für einen Fahrplan zu einem nachhaltigen Finanzsystem in der Schweiz (sintesi).

116 IFC Green Building EDGE-Programm: www.edgebuildings.com 117 Swiss Sustainable Finance, Investimenti sostenibili in Svizzera, www.sustainablefinance.ch > Resources > Our Activities > Swiss Sustainable Investment Market Report.

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dimostrare un grado di integrità elevato e conforme a norme internazionali verificabili. Attraverso le attività di cooperazione economica allo sviluppo e ai fini di una strutturazione coerente dei vari settori politici, la Svizzera ha contribuito nel quadro di numerosi progetti alla lotta contro i flussi finanziari sleali e illeciti e al rafforzamento delle finanze pubbliche. Inoltre, ha aiutato i Paesi partner ad avviare i processi necessari e a conformarsi agli standard internazionali.

Nella lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo è stato prioritario istituire e rafforzare le condizioni quadro giuridiche e istituzionali e aumentare l'efficienza di determinate autorità di perseguimento penale. Questo sostegno è stato fornito ­ di concerto con il Fondo monetario internazionale ­ tramite una collaborazione tecnica nel quadro del fondo fiduciario specializzato per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (Anti-Money Laundering ­ Combating the Financing of Terrorism Topical Trust Fund) e del programma per la prevenzione del riciclaggio dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC).

La Svizzera ha anche sostenuto le autorità fiscali nazionali da un punto di vista tecnico nell'applicare una tassazione equa, prevenire l'evasione fiscale e la sottrazione d'imposta. Quanto descritto è avvenuto tramite iniziative globali e regionali attuate da agenzie per lo sviluppo multilaterale e progetti bilaterali in singoli Paesi partner. La riduzione della sottrazione d'imposta e dell'evasione fiscale incrementa le entrate dei Paesi in via di sviluppo e in transizione, facendo aumentare di conseguenza il margine di manovra per le uscite statali a favore dello sviluppo.

Infine, la Svizzera sostiene la trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici. La trasparenza permette di ridurre la corruzione nell'amministrazione pubblica e di giustificare le decisioni in merito all'utilizzo delle finanze pubbliche. In questo modo si semplifica il processo di revisione dei conti e si previene un utilizzo sleale e illecito dei flussi finanziari.

7

Relazioni economiche bilaterali Nell'anno in rassegna i Paesi dell'Europa occidentale e dell'America settentrionale si sono riconfermati i principali mercati d'esportazione della Svizzera, anche se la loro ripresa economica ha seguito ritmi diversi. La debole domanda a livello globale e la generale incertezza politica hanno caratterizzato anche le economie dei Paesi emergenti e in via di sviluppo. Una delle priorità della politica economica esterna elvetica ha continuato ad essere la cura delle relazioni con i partner tradizionali, ma nel contempo sono stati stabiliti rapporti con altri Paesi interessanti dal punto di vista economico al fine di offrire alle aziende elvetiche nuovi sbocchi commerciali. I contatti bilaterali a livello presidenziale sono stati sfruttati per rafforzare la rete economica della Svizzera.

769

FF 2017

7.1

Rafforzamento della diplomazia commerciale svizzera attraverso i contatti a livello presidenziale

Le visite effettuate dal capo del DEFR durante l'anno di presidenza gli hanno permesso di discutere ai più alti livelli di questioni concernenti la politica economica esterna. Questi contatti si sono svolti anche attraverso un nuovo strumento di diplomazia commerciale, ossia le missioni economiche del presidente della Confederazione, accompagnato in queste occasioni da apposite delegazioni. Nell'anno in rassegna queste missioni hanno avuto come mete per esempio la Cina, la Corea del Sud, il Messico e la Slovacchia. A complemento delle missioni a livello di capidipartimento o segretari di Stato e delle commissioni economiche miste, le missioni presidenziali offrono ai rappresentanti dell'economia privata svizzera la possibilità di dare maggiore rilievo, nei Paesi visitati, alle proprie esigenze 118. Durante le visite dei capi di Stato e di Governo in Svizzera sono state organizzate diverse tavole rotonde su temi economici, per dare la possibilità ai rappresentanti dell'economia elvetica di partecipare a uno scambio ai più alti livelli.

7.1.1

Europa e Asia centrale

Nei primi tre trimestri dell'anno in rassegna, l'UE si è riconfermata, con una quota del 53 per cento sul commercio esterno svizzero119, di gran lunga il principale partner commerciale della Svizzera (cfr. n. 3.1), fenomeno questo attribuibile alla vicinanza geografica e culturale con il nostro Paese. L'interdipendenza economica tra Svizzera e UE è molto stretta e gode di un'attenzione prioritaria. Durante l'anno di presidenza i contatti con i Paesi membri dell'UE hanno acquistato un peso particolare anche per via dell'attuazione dell'articolo costituzionale sulla regolazione dell'immigrazione (cfr. n. 3.4). Il presidente della Confederazione ha approfittato delle numerose visite ufficiali per spiegare la posizione della Svizzera.

Un'attenzione particolare è stata rivolta ai Paesi limitrofi che, nei primi tre trimestri del 2016, hanno coperto complessivamente il 32 per cento degli scambi commerciali della Svizzera a livello mondiale. All'inizio del 2016 il presidente della Confederazione si è recato in Austria dove, oltre a incontrare il suo omologo, ha avuto modo di discutere con il ministro dell'economia e della ricerca scientifica. Il presidente della Confederazione ha inoltre inaugurato la fiera dell'informatica di Hannover (CeBiT) insieme alla cancelliera tedesca e, in questa occasione, ha incontrato il ministro dell'economia tedesco, alcuni partecipanti all'evento e rappresentanti del mondo politico, economico e scientifico.

Alla cerimonia d'apertura della galleria di base del San Gottardo, cui hanno partecipato anche la cancelliera tedesca, il presidente francese, il primo ministro italiano e il cancelliere austriaco, il Consiglio federale ha presentato agli ospiti questa opera epocale, frutto di tecnologie di nuova concezione e di altre innovazioni, e ha sotto118

Cfr. Rapporto del 15 gen. 2014 sulla politica economica esterna 2013, n. 1.4.3, FF 2014 1099, in particolare pag. 1135.

119 Se non diversamente specificato, tutte le cifre riguardanti il commercio esterno riportate al n. 7 includono il commercio di oro e altri metalli preziosi.

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lineato l'importanza del potenziamento delle tratte di accesso verso il nord e il sud della Svizzera.

L'incontro tra il presidente della Confederazione e il presidente francese a Colmar, all'inizio dell'anno, ha contribuito a risolvere la situazione fiscale delle società attive nel settore svizzero dell'EuroAirport di Basilea-Mulhouse (EAP). I due presidenti hanno firmato una dichiarazione comune nella quale si è stabilito che le questioni fiscali riguardanti l'EAP saranno risolte una volta per tutte in un accordo bilaterale.

Accompagnato da una delegazione economica, il presidente della Confederazione si è recato anche in Slovacchia, che nel secondo semestre del 2016 ha assunto la presidenza del Consiglio dell'Unione europea. Nel quadro di un forum economico sono state esplorate le possibilità di una collaborazione tra aziende svizzere e slovacche.

Durante la visita di Stato del primo ministro georgiano è stato sottoscritto l'ALS tra gli Stati dell'AELS e la Georgia (cfr. n. 4.1.). Attraverso l'ampliamento delle infrastrutture portuali e dei trasporti, la Georgia sta contribuendo a rianimare la via della seta per il trasporto di merci e materie prime.

In vista del referendum sulla «Brexit» sono stati intensificati i contatti con il Regno Unito. Il presidente della Confederazione ha ricevuto a Berna il ministro britannico della politica commerciale: durante il colloquio sono state discusse le relazioni commerciali tra i due Paesi e le possibili ripercussioni dell'uscita del Regno Unito dall'UE (cfr. n. 3.3). Il Regno Unito è uno dei principali partner commerciali della Svizzera nel settore delle merci e dei servizi, ma anche in quelli degli investimenti, del turismo, della ricerca e dello sviluppo. Il Consiglio federale intende mantenere e possibilmente consolidare le relazioni economiche con il Regno Unito, che attualmente poggiano per lo più sugli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'UE.

7.1.2

America del Nord e America Latina

L'America del Nord e l'America Latina continuano a essere importanti partner commerciali della Svizzera: il mercato statunitense attira ogni anno nuove imprese svizzere, che vi trovano terreno fertile per aprire succursali o fare investimenti. Nel contempo, la Svizzera ospita numerose ditte statunitensi. L'America Latina, dal canto suo, offre un grande potenziale di crescita nel medio e lungo termine per via della popolazione giovane e di una classe media in costante aumento.

Durante i primi tre trimestri dell'anno la Svizzera ha continuato a consolidare le relazioni commerciali con gli Stati Uniti, con una crescita delle esportazioni del 31 per cento, tanto che nell'anno in rassegna gli Stati Uniti sono stati, dopo la Germania, il secondo più importante partner commerciale del nostro Paese. Le esportazioni della Svizzera verso l'America Latina sono invece diminuite a causa della recessione in Argentina, Brasile, Ecuador e Venezuela. Nel complesso, le importazioni sono aumentate, risultato riconducibile però soprattutto all'afflusso di oro, che ha più che compensato il calo registrato nelle altre categorie di merci.

Il presidente della Confederazione ha partecipato inoltre al quarto vertice sulla sicurezza nucleare, organizzato dal presidente americano a Washington. Durante il World Economic Forum a Davos ha incontrato il nuovo presidente argentino, con il 771

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quale ha discusso della possibilità di stipulare un ALS tra l'AELS e il Mercosur (cfr.

n. 4.3). Una prima storica è stata la visita del presidente della Confederazione in Colombia, durante la quale ha ribadito il sostegno svizzero al processo di pace nel Paese e ha firmato una dichiarazione d'intenti concernente i soccorsi da fornire al termine del conflitto. In Brasile, dai colloqui tra il presidente della Confederazione e il gabinetto del nuovo presidente è emerso l'interesse del Paese all'avvio di negoziati per stipulare un ALS tra l'AELS e il Mercosur (cfr. n. 4.3). Nel settore finanziario sono stati definiti i prossimi passi in vista della stipula di una convenzione in materia di doppia imposizione e di un possibile approfondimento della cooperazione per lo scambio di informazioni fiscali.

Per celebrare il 70° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, il presidente della Confederazione si è recato in Messico, accompagnato da una delegazione economica. Dopo il Brasile, il Messico è il secondo partner commerciale della Svizzera in America Latina e, sempre nella regione, il Paese in cui la Svizzera esporta la maggior quantità di beni industriali, il che lo rende una meta particolarmente interessante per le PMI elvetiche. I colloqui sono stati incentrati sui negoziati in corso per la revisione dell'ALS con i Paesi dell'AELS (cfr. n. 4.2). Il presidente della Confederazione ha inoltre partecipato alla cerimonia di inaugurazione della camera di commercio e dell'industria svizzero-messicana, il cui scopo è promuovere gli scambi e gli investimenti tra i due Paesi.

7.1.3

Asia e Oceania

In Asia, l'anno di presidenza ha offerto al capo del DEFR la possibilità di intraprendere missioni economiche presidenziali in Cina, Singapore e Corea del Sud.

Durante l'anno in esame, l'economia dell'Asia e dell'Oceania è stata caratterizzata dalla relativa debolezza della Cina e da una domanda in generale scarsa di materie prime e semilavorati, i cui prezzi sono rimasti di conseguenza bassi. Durante gli ultimi sei anni la crescita dell'economia cinese ha dato segnali di una forte decelerazione, rallentando del sei-sette per cento all'anno. Il tredicesimo piano quinquennale del Governo cinese, per gli anni dal 2016 al 2020, prevede tra le altre cose un ulteriore spostamento verso il settore dei servizi e pone l'accento sull'innovazione come fattore di crescita.

L'India, invece, ha continuato a registrare tassi di crescita superiori alla media. La visita del primo ministro indiano in Svizzera, nel mese di giugno, ha dato nuovo impulso alle relazioni economiche tra i due Paesi. L'incontro è stato l'occasione per discutere dell'eventualità di intensificare gli scambi di informazioni in materia fiscale. Nel 2016 sono inoltre stati ripresi i negoziati su un ALS tra i Paesi dell'AELS e l'India (cfr. n. 4.1).

Dall'inizio del XXI secolo si sono orientate verso l'Asia molte imprese svizzere operanti nei settori dell'industria e dei servizi, nell'import-export di merci e servizi oppure attive negli investimenti e nella produzione. Tuttavia, nel Sud-Est asiatico, dove grazie all'«Asean economic community» sono già state abbattute molte barriere doganali, anche le ditte svizzere cominciano a percepire le tendenze protezionistiche che si stanno radicando nel Paese. L'Asia e l'Oceania restano comunque una 772

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priorità della nostra politica economia esterna: nonostante il calo delle esportazioni durante i primi tre trimestri, questa regione continua ad attirare l'interesse dell'economia elvetica. In Asia, la Svizzera porta avanti una serie di iniziative di libero scambio insieme ai suoi partner dell'AELS (cfr. n. 4).

7.1.4

Medio Oriente e Africa

Durante l'anno di presidenza il capo del DEFR ha ricevuto il presidente tunisino, venuto in Svizzera in visita di Stato, occasione che ha permesso ai due presidenti di partecipare a una tavola rotonda economica.

Nonostante il calo dei prezzi delle materie prime, il Medio Oriente non perde importanza per l'economia svizzera. Diversi Paesi della regione, compresi i membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) 120, l'Israele e l'Iran rappresentano mercati di esportazione e di importazione emergenti per la Svizzera.

Come diretta conseguenza dell'attuazione dell'Accordo sul nucleare (Joint Comprehensive Plan of Action, JCPOA), il 16 gennaio 2016 sono state revocate o abolite numerose sanzioni che l'ONU, l'UE e gli USA avevano imposto contro l'Iran. In linea con quanto fatto dall'ONU e dall'UE, anche la Svizzera ha abolito gran parte delle sue sanzioni (cfr. n. 8.2.2). Dopo l'Arabia Saudita, l'Iran è la seconda maggiore economia della regione. Con una popolazione di quasi 80 milioni di abitanti, un livello relativamente elevato di istruzione e di ricchezze minerarie, il Paese ha un grande potenziale economico. Dopo un primo allentamento delle sanzioni internazionali, nel 2015 il volume totale degli scambi è aumentato di due volte e mezzo rispetto al 2013, aumento dovuto soprattutto al fatto che, con l'Accordo interinale, sono state riammesse le operazioni in oro. Se si considera il commercio bilaterale senza metalli preziosi, il trend positivo è continuato anche durante i primi tre trimestri, nonostante la maggior parte degli intermediari finanziari siano rimasti reticenti nei confronti del finanziamento e dello sviluppo di queste operazioni, anche a causa del protrarsi delle sanzioni degli Stati Uniti contro l'Iran (cfr. n. 8.2.2). Una volta che la maggior parte delle sanzioni sarà stata revocata, l'enorme bisogno di modernizzazione, per esempio nel settore delle infrastrutture, potrà aprire interessanti opportunità commerciali sia alle grandi aziende che alle piccole e medie imprese specializzate.

Dal ritorno dell'Iran sulla scena commerciale internazionale la Svizzera ha seguito con attenzione i movimenti di questo importante attore economico del Medio Oriente. In occasione della visita a Teheran insieme a una delegazione economica e scientifica, il 27 febbraio il presidente della Confederazione
ha concordato con il presidente iraniano una tabella di marcia (road map) per approfondire le relazioni tra i due Paesi. La road map definisce il quadro di riferimento per la futura collaborazione bilaterale, in particolare getta le basi per un dialogo nel settore economico e finanziario e per la ratifica dell'Accordo commerciale sottoscritto il 24 maggio 2005. Questo Accordo121 stabilisce una cornice giuridica istituzionale internazionale 120 121

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar.

Il messaggio concernente l'approvazione dell'Accordo si trova in allegato (cfr. n. 10.2.2).

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per l'espansione degli scambi economici bilaterali, riprendendo i principi fondamentali dell'OMC, ossia il trattamento della nazione più favorita, la non discriminazione e il trattamento nazionale. L'Accordo ha lo scopo di promuovere lo scambio economico, di aumentare la certezza del diritto sul mercato iraniano per le imprese svizzere e per il commercio bilaterale di merci nonché di rafforzare la protezione della proprietà intellettuale e consolidare la collaborazione tra i due Paesi su questioni economiche e commerciali attraverso la creazione di una commissione economica mista. La Svizzera sostiene inoltre la reintegrazione dell'Iran nell'economia mondiale e l'adesione del Paese all'OMC.

7.2

Principali missioni economiche e altri incontri di lavoro bilaterali

Paese

Europa Francia

Incontro di lavoro del presidente della Confederazione con il presidente francese François Hollande (23 gennaio)

Austria

Visita di lavoro del presidente della Confederazione al presidente austriaco Heinz Fischer e al ministro dell'economia e della ricerca scientifica Reinhold Mitterlehner (28 gennaio)

Germania

Incontro di lavoro del presidente della Confederazione con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il ministro dell'economia Sigmar Gabriel (13­14 marzo) Visita di lavoro del presidente della Confederazione alla cancelliera Angela Merkel (2 novembre)

Paesi Bassi

Visita di lavoro della segretaria di Stato della SECO Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch ai segretari generali aggiunti del ministero dell'economia, Guido Biessen, del ministero sociale e del lavoro, Mercelis Boerenboom, e del ministero della politica economica estera, Guido Landheer (23­24 maggio)

Germania, Francia e Italia

Incontro di lavoro del presidente della Confederazione con la cancelliera Angela Merkel, il presidente François Hollande e il primo ministro Matteo Renzi (1° giugno)

Bulgaria

Missione economica della segretaria di Stato della SECO (14­16 giugno)

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Paese

Slovacchia

Missione economica e visita del presidente della Confederazione al presidente slovacco Andrej Kiska e al ministro dell'economia Peter Ziga (20 giugno) Visita di lavoro del presidente slovacco Andrej Kiska al presidente della Confederazione (21 ottobre)

Serbia

Visita di lavoro del primo ministro serbo Aleksander Vucic al presidente della Confederazione (22 giugno)

Georgia

Visita di lavoro del primo ministro georgiano Giorgi Kvirikashvili al presidente della Confederazione (27 giugno)

Malta

Visita presidenziale del presidente della Confederazione alla presidente maltese Marie-Louise Coleiro Preca, al primo ministro Joseph Muscat e al ministro dell'economia Christian Cardona e incontri di lavoro (9­10 settembre)

Regno Unito

Visita di lavoro del ministro britannico della politica commerciale, Lord Price, al presidente della Confederazione (14 settembre)

Austria, Liechtenstein

Incontro annuale dei ministri dell'economia a Vienna (14 ottobre)

Portogallo

Visita di Stato del presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa al presidente della Confederazione e incontro di lavoro (17­18 ottobre)

Polonia

Visita di lavoro del presidente polacco Andrzej Duda al presidente della Confederazione (14 novembre)

Russia

Visita di lavoro della segretaria di Stato della SECO (15­18 novembre)

Resto del mondo USA

Visita di lavoro del presidente della Confederazione al ministro delle finanze Jacob Lew e al segretario di Stato John Kerry (1° aprile) Visite di lavoro della segretaria di Stato della SECO (24 giugno e 1° settembre).

Messico

Visita presidenziale al presidente messicano Enrique Peña Nieto (3­4 novembre) 775

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Paese

Colombia

Visita presidenziale al presidente colombiano Juan Manuel Santos (2­3 agosto).

Brasile

Incontro di lavoro tra il presidente della Confederazione e il ministro degli esteri José Serra, il ministro dell'industria, del commercio estero e dei servizi Marcos Pereira e il ministro della scienza, della tecnologia, dell'innovazione e della comunicazione Gilberto Kassab nonché partecipazione del presidente della Confederazione alla cerimonia d'apertura dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro (4­6 agosto)

Cina

Visita presidenziale al presidente cinese Xi Jinping (7­9 aprile)

Singapore

Visita presidenziale al presidente singaporiano Tony Tan Keng Yam (11­12 luglio)

Corea del Sud

Visita presidenziale alla presidente coreana Park Geun-hye (13­14 luglio)

Vietnam

Missione economica della segretaria di Stato della SECO (10­11 ottobre)

Giappone

Missione economica della segretaria di Stato della SECO (12­14 ottobre)

Iran

Visita presidenziale al presidente iraniano Hassan Rohani (26­28 febbraio)

Sudafrica

Missione economica della segretaria di Stato della SECO (19­22 settembre)

Madagascar

Partecipazione del presidente della Confederazione al vertice della Francofonia ad Antananarivo (26­ 27 novembre)

Kuwait

Visita presidenziale all'emiro del Kuwait, lo sceicco Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah (28 novembre) in occasione del 50° giubileo delle relazioni bilaterali.

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8

Misure di controllo delle esportazioni e di embargo

8.1

Politica e misure di controllo delle esportazioni

Il 1° luglio sono entrate in vigore la legge sul controllo dei beni a duplice impiego, adeguata in funzione dell'attuazione dell'Accordo sui programmi europei di navigazione satellitare, e l'ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego, totalmente riveduta. Le modifiche riguardano l'estensione dei controlli sui «beni strategici» e una nuova prassi in materia di autorizzazioni. In occasione della seconda Conferenza ordinaria degli Stati parte, l'attuazione del trattato sul commercio delle armi ha subito un'accelerazione.

8.1.1

Misure di controllo delle esportazioni

Revisione totale dell'ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego Il 26 settembre 2014 l'Assemblea federale ha approvato l'Accordo di cooperazione del 18 dicembre 2013122 tra la Confederazione Svizzera, da una parte, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altra, sui programmi europei di navigazione satellitare. Contemporaneamente è stata modificata123 la legge del 13 dicembre 1996124 sul controllo dei beni a duplice impiego (LBDI). L'Accordo, applicato provvisoriamente dalle Parti contraenti già dal 1° gennaio 2014, è stato ratificato dalla Svizzera nel luglio 2015.

Il Consiglio federale ha colto l'occasione dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni di legge per sottoporre a revisione totale l'ordinanza del 25 giugno 1997 125 sul controllo dei beni a duplice impiego (OBDI). La nuova ordinanza è stata adottata il 3 giugno 2016126. Per prima cosa è stato introdotto l'obbligo di autorizzazione (la cosiddetta disposizione «catch all») per l'esportazione di beni non elencati negli allegati dell'OBDI che potrebbero determinare, nel singolo caso, un rischio di proliferazione di armi ABC. Con il passaggio dall'obbligo di notifica a quello di autorizzazione è stato possibile fare a meno di disposizioni penali separate all'interno dell'OBDI, per cui in caso di infrazione si applicano le disposizioni penali previste dalla LBDI. Inoltre sono state abrogate le deroghe all'obbligo di autorizzazione per determinati beni che finora venivano regolate sulla base del luogo di destinazione o dei valori soglia. La nuova regolamentazione tiene conto del fatto che il controllo del commercio di determinati beni non dipende dal loro valore. La validità delle autorizzazioni singole è stata estesa a due anni. Infine, il nuovo allegato 4 comprenderà un elenco, corrispondente all'imminente regolamentazione UE, dei beni strategici soggetti ai controlli dell'esportazione.

122 123 124 125 126

RS 0.741.826.8 FF 2014 6367 RS 946.202 RU 1997 1704 RS 946.202.1

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Importanza dei controlli delle esportazioni per l'economia svizzera La Svizzera è uno dei maggiori esportatori mondiali di beni a uso civile e militare (i cosiddetti beni «dual use» o beni a duplice impiego), tra cui si annoverano determinati prodotti chimici, computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettrici e macchine. Perciò la regolamentazione dei controlli sul commercio di beni a duplice impiego e di beni militari speciali ha un'importanza fondamentale per l'economia svizzera. In caso di esportazione dei beni enumerati nei capitoli della tariffa doganale citati nell'articolo 17 capoverso 3 OBDI, occorre richiedere un'autorizzazione d'esportazione o menzionare nella dichiarazione doganale la dicitura «esente da autorizzazione». Negli ultimi anni questi casi hanno rappresentato costantemente oltre il 70 per cento del volume complessivo delle esportazioni127. Per questo motivo la Svizzera rivolge attualmente particolare attenzione ai lavori sui quattro regimi di controllo delle esportazioni (Intesa di Wassenaar, Gruppo dei fornitori nucleari, Regime di non proliferazione nel settore missilistico e Gruppo Australia) e nell'ambito dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.

Le cifre più importanti relative alle esportazioni di beni a duplice impiego e beni militari speciali nell'ambito della LBDI effettuate da ottobre 2015 a settembre 2016 sono contenute nell'allegato 10.1.3.

8.1.2

Attuazione del Trattato sul commercio delle armi

Alla fine dell'anno in rassegna, 130 Paesi hanno firmato il Trattato del 2 aprile 2013128 sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty, ATT) che è stato ratificato da 88 Stati, tra cui la Svizzera (in vigore dal 30 aprile 2015)129. In occasione della Conferenza straordinaria degli Stati parte del 29 febbraio di Ginevra sono state decise le modalità operative della Segreteria, che ha avviato ufficialmente i lavori il 1° marzo. Dal 22 al 26 agosto si è tenuta, sempre a Ginevra, la seconda Conferenza ordinaria degli Stati parte. Questi ultimi hanno istituito il fondo fiduciario previsto dal Trattato per il finanziamento di progetti e hanno creato le strutture necessarie all'applicazione degli obblighi del Trattato. I gruppi di lavoro costituiti a questo scopo dovranno sottoporre alla terza Conferenza degli Stati, che si svolgerà dall'11 al 15 settembre 2017 sotto la presidenza finlandese, le raccomandazioni per ulteriori misure di attuazione.

127 128 129

778

2013: 76,.4 %; 2014: 71,4 %; 2015: 71,5 % (fonte: Impex) RS 0.518.61 Stato: dic. 2016 (www.un.org/disarmament/convarms/att/).

FF 2017

8.2

Misure di embargo

Nell'anno in rassegna la Svizzera, in linea con l'ONU e l'UE, ha revocato le sanzioni contro l'Iran. Al contrario, quelle contro la Corea del Nord sono state inasprite a causa dei nuovi test missilistici e atomici. Le sanzioni in vigore da anni contro la Costa d'Avorio e la Liberia sono state invece revocate a seguito dei positivi sviluppi politici in questi Stati.

8.2.1

Recepimento automatico delle liste delle sanzioni ONU

Il 4 marzo il Consiglio federale ha adottato l'ordinanza sul recepimento automatico delle liste delle sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite130. Ciò significa che le modifiche di tali liste hanno validità immediata in Svizzera, conformemente agli standard internazionali di lotta contro il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e la proliferazione delle armi di distruzione di massa del «Financial Action Task Force» (FATF), che richiedono l'attuazione immediata delle sanzioni vincolanti a livello internazionale adottate dal Consiglio di sicurezza dell'ONU. Attualmente 14 ordinanze basate sulla legge del 22 marzo 2002 131 sugli embarghi contengono tra i loro allegati liste di persone, imprese e organizzazioni redatte dal Consiglio di sicurezza dell'ONU o dal Comitato sanzioni competente. Il recepimento automatico riguarda solo queste liste. Le modifiche delle ordinanze concernenti sanzioni continuano a essere decise dal Consiglio federale. Inoltre, le liste delle sanzioni dei principali partner commerciali, in particolare dell'UE, non vengono adottate in modo automatico, ma solo dopo l'esame dei singoli casi.

Nel suo rapporto sugli Stati membri relativo all'anno in rassegna, il FATF riconosce che con il recepimento automatico la Svizzera ha introdotto un sistema efficiente per l'attuazione immediata delle liste delle sanzioni ONU.

8.2.2

Misure di embargo dell'ONU e dei principali partner commerciali

Sanzioni contro l'Iran Il 16 gennaio i negoziati sul nucleare tra l'Iran e i Paesi dell'E3/UE+3 (Cina, Germania, Francia, Russia, Stati Uniti, Regno Unito e UE) sono sfociati nel cosiddetto «Implementation Day» del piano d'azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action, JCPOA). In base alla decisione di principio del Consiglio federale del 21 ottobre 2015 è stata quindi revocata la maggior parte delle sanzioni finanziarie ed economiche svizzere contro l'Iran, in linea con l'ONU e l'UE. L'ordinanza 130 131

RU 2016 671 RS 946.231

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dell'11 novembre 2015132 che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica dell'Iran, completamente riveduta, è entrata in vigore il 17 gennaio133.

Le sanzioni ancora vigenti si basano sulla risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e sulle restanti sanzioni UE. Esse riguardano lo scambio e la fornitura di servizi concernenti materiale d'armamento, beni che potrebbero essere utilizzati per la repressione interna e vettori. Lo scambio di beni nucleari e beni «dual use» in ambito nucleare è stato sottoposto all'obbligo di autorizzazione. Inoltre rimangono valide restrizioni finanziarie e di viaggio per un esiguo numero di persone e aziende.

Ulteriori restrizioni riguardano gli aeromobili cargo iraniani. Il 18 maggio il Consiglio federale ha deciso anche di rivedere singoli criteri della procedura di autorizzazione degli scambi di beni «dual use» per facilitare i relativi commerci 134.

Nonostante la revoca di una buona parte delle sanzioni internazionali abbia aperto nuove prospettive per l'espansione dei rapporti commerciali e finanziari con l'Iran (cfr. n. 7.1.4), molti intermediari finanziari si mostrano prudenti riguardo a questi scambi, in particolare a causa delle sanzioni USA ancora vigenti contro l'Iran. Per chiarire l'applicabilità delle restanti sanzioni e quindi per migliorare la certezza del diritto, nell'anno in rassegna la SECO ha preso parte a numerosi eventi informativi e ha invitato l'«Office of Foreign Assets Control» (OFAC) statunitense a un incontro informativo per il settore finanziario.

Sanzioni contro la Corea del Nord In seguito ai nuovi test missilistici e nucleari effettuati dalla Corea del Nord all'inizio dell'anno in rassegna, il 2 marzo il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha adottato la risoluzione 2270 (2016) con la quale sono state considerevolmente inasprite le sanzioni contro la Corea del Nord. Il Consiglio federale ha messo in atto queste nuove decisioni dell'ONU attraverso una revisione totale dell'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica popolare democratica di Corea, approvata il 18 maggio135. Le sanzioni finanziarie sono ora applicabili a una cerchia più ampia di persone. Tutti gli averi e i valori patrimoniali che presentano un legame con i programmi nucleari o missilistici della Corea del Nord sono
stati bloccati. L'apertura di nuove relazioni bancarie con la Corea del Nord è stata vietata, mentre in determinate circostanze si è dovuto mettere fine alle relazioni esistenti.

Nel settore delle merci gli attuali divieti di esportazione sono stati estesi ad altri beni. D'ora in poi tutte le operazioni di importazione, esportazione e transito di partite da e verso la Corea del Nord saranno controllate alla dogana per garantire che non contengano beni vietati. L'esportazione e il transito verso la Corea del Nord dovranno essere preventivamente notificati alla SECO. È stato vietato l'acquisto di determinate materie prime provenienti dalla Corea del Nord. Sono stati introdotti diversi nuovi divieti anche per il traffico marittimo e aereo e nel settore della formazione. Per esempio ai cittadini nordcoreani sarà vietato frequentare determinati cicli di studio in fisica avanzata, simulazione al computer avanzata e ingegneria nucleare.

Le sanzioni prevedono diverse deroghe per scopi umanitari.

132 133 134 135

780

RS 946.231.143.6 RU 2016 59 RU 2016 1477 RU 2016 1459; RS 946.231.127.6

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Misure nei confronti dell'Ucraina e della Russia Anche nell'anno in rassegna, il Consiglio federale ha deciso di non adottare le sanzioni dell'UE nei confronti della Russia, ma ha mantenuto le misure per impedire l'aggiramento delle sanzioni tramite affari conclusi in Svizzera. L'efficacia delle misure adottate in relazione alla situazione in Ucraina verrà regolarmente verificata.

Il Consiglio federale non dispone di indicazioni sul fatto che i divieti, gli obblighi di autorizzazione e di notifica stabiliti dall'ordinanza non siano rispettati o che vengano conclusi affari in Svizzera per aggirare le misure.

Come reazione alle sanzioni internazionali, la Russia ha emanato divieti di importazione per i prodotti agricoli nei confronti dell'UE, degli USA e di altri Stati. La Svizzera non è colpita da queste contromisure. Dato che l'Accordo di Minsk per la risoluzione del conflitto in Ucraina non è stato ancora completamente attuato, l'UE ha prolungato le sanzioni fino al 2017.

Altre sanzioni L'applicazione delle sanzioni contro la Libia136 ­ e nello specifico il trattamento delle domande di liberazione degli averi bloccati ­ è risultata estremamente complessa a causa degli sviluppi politici con tre governi concorrenti. Le domande saranno perciò trattate con la dovuta prudenza. Conformemente alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU 2259 (2015) e 2278 (2016), solo il Governo d'unità nazionale (GUN) può esercitare il controllo su questi fondi.

Per impedire che il terrorismo venga finanziato con il commercio illegale di beni culturali e petrolio sono stati rafforzati la cooperazione interna alla Svizzera e lo scambio con il settore privato. Per esempio, aziende attive nel commercio del petrolio o che distribuiscono pezzi di ricambio per gli impianti di estrazione e trasformazione del petrolio sono state sensibilizzate sui possibili rischi.

In conformità con le risoluzioni 2283 (2016) e 2288 (2016) del Consiglio di sicurezza dell'ONU, il 25 maggio137 e il 6 luglio138 il Consiglio federale ha revocato le sanzioni contro la Costa d'Avorio e la Liberia. Contro la Liberia esistevano dalla fine del 2014 un embargo parziale per il materiale d'armamento e sanzioni finanziarie e di viaggio nei confronti di determinate persone. Le sanzioni emanate nel 2001 contro la Liberia comprendevano, dopo numerose revisioni, unicamenteun embargo per il materiale d'armamento.

8.2.3

Misure contro i «diamanti insanguinati»

La Svizzera continua a partecipare al sistema internazionale di certificazione per i diamanti grezzi del Processo di Kimberley (PK). L'obiettivo del PK è di evitare che i diamanti grezzi provenienti dalle aree di conflitto arrivino sui mercati legali. Dal 1° ottobre 2015 al 30 settembre 2016, la Svizzera ha rilasciato in totale 574 certificati per i diamanti grezzi. In questo stesso periodo sono stati importati o immagazzi136 137 138

RS 946.231.149.82 RU 2016 1505 RU 2016 2427

781

FF 2017

nati in dogana diamanti grezzi per un valore di 1,47 miliardi di dollari (4,05 milioni di carati) e sono stati esportati o sono usciti dai depositi doganali diamanti grezzi per un valore di 1,59 miliardi di dollari (4,03 milioni di carati).

Il 23 novembre il Venezuela è stato riammesso nel sistema di certificazione. Nel 2008 Caracas si era autosospesa dal sistema sotto la pressione internazionale, ma una commissione di esperti del PK, dopo una visita sul posto, ha concluso che il Venezuela soddisfa i requisiti del PK e potrà di nuovo esportare diamanti grezzi.

Nell'anno in rassegna le esportazioni di diamanti della Repubblica centrafricana, di nuovo possibili dal 2015 per una sola regione della nazione sotto la vigilanza internazionale, sono state esigue. L'obiettivo del PK è di collaborare con la Repubblica centrafricana per creare il più rapidamente possibile le condizioni necessarie affinché si possano esportare diamanti grezzi anche dalle altre regioni.

9

Promozione della piazza economica

9.1

Promozione delle esportazioni e assicurazione contro i rischi delle esportazioni

Il 1° gennaio 2016 sono entrate in vigore la nuova legge federale concernente l'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE) e la relativa ordinanza. Nel contempo è stato rinnovato per quattro anni il mandato di Switzerland Global Enterprise (S-GE), l'organizzazione privata promotrice delle esportazioni e della piazza economica. A due anni dalla cessazione degli interventi a sostegno del tasso di cambio minimo del franco rispetto all'euro, negli affari di una fetta importante delle aziende esportatrici con l'eurozona persistono margini bassi. La S-GE e la ASRE danno man forte alle aziende tramite servizi e prodotti conformi alle loro esigenze, con l'obiettivo di creare e mantenere posti di lavoro e di promuovere la creazione di valore nella piazza economica svizzera.

9.1.1

Promozione delle esportazioni

Anche nel secondo anno dalla cessazione degli interventi a sostegno del tasso di cambio minimo del franco rispetto all'euro, le aziende esportatrici svizzere hanno continuato a intraprendere notevoli sforzi per mantenere la loro competitività internazionale tramite l'ottimizzazione dei costi interni, un'ulteriore diversificazione dei mercati di sbocco, una maggiore copertura del rischio di cambio, un incremento dell'approvvigionamento all'estero e una parziale delocalizzazione della produzione.

La promozione delle esportazioni aiuta anche le aziende svizzere a trarre un vantaggio concreto dagli accordi di libero scambio.

782

FF 2017

Grazie a una nuova convenzione sulle prestazioni tra la SECO e la S-GE concernente la promozione delle esportazioni per il periodo 2016­2019 la Confederazione garantisce che la S-GE continui a soddisfare i bisogni essenziali dell'economia d'esportazione. In particolare, nell'anno in rassegna la S-GE ha ampliato l'offerta di servizi digitali: per esempio ha promosso tra i suoi clienti l'utilizzo di una serie di strumenti di ricerca online per facilitare la scelta di nuovi mercati esteri promettenti.

Questi servizi, associati ad adeguate prestazioni di consulenza, dovrebbero contribuire a una maggiore diversificazione dei canali di vendita. Inoltre, da gennaio la S-GE ha fornito ulteriori prestazioni di servizi legati alla tematica intersettoriale «Cleantech». Così facendo, per incarico dell'Ufficio federale dell'energia (UFE), dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) nonché della SECO, la S-GE ha proseguito le attività svolte precedentemente dall'ex piattaforma di esportazione Cleantech Switzerland.

Nell'anno in rassegna, la rete di 21 «Swiss Business Hubs» non ha subito cambiamenti. Sulla scia di un progetto pilota lanciato con successo in Scandinavia si sono tuttavia aggiunti progetti frutto di una collaborazione più stretta tra la S-GE e le rappresentanze in Australia, Cile, Kazakistan e Nigeria. Da poco, i servizi commerciali di queste ambasciate e consolati svolgono compiti precisi per la S-GE in qualità di «trade points». Questo nuovo sistema consolida il sostegno alle esportazioni nella rete esterna svizzera e consente alla S-GE di rispondere più rapidamente alle nuove esigenze delle piccole e medie imprese (PMI).

9.1.2

Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE)

Il 1° gennaio 2016 sono entrate in vigore le modifiche 139 della legge del 16 dicembre 2005140 sull'Assicurazione contro i rischi delle esportazioni (LARE) e dell'ordinanza del 25 ottobre 2006141 concernente l'Assicurazione contro i rischi delle esportazioni (OARE). In gennaio il Consiglio federale ha definito nuovi obiettivi strategici per l'ASRE per il periodo 2016­2019. La modifica delle basi legali permette di migliorare ulteriormente l'accessibilità dei mercati di sbocco di importanza strategica, a beneficio degli esportatori svizzeri, e in particolare consente anche alle PMI di usufruire più agevolmente delle prestazioni dell'ASRE.

Con i suoi servizi, l'ASRE favorisce la competitività degli esportatori svizzeri nonché il mantenimento e la creazione di posti di lavoro nel nostro Paese. Nello svolgimento delle sue attività, l'ASRE è tenuta ad autofinanziarsi e a osservare i principi seguiti in politica estera dalla Svizzera: ad esempio, nel quadro della valutazione delle richieste di copertura assicurativa gli aspetti inerenti ad ambiente, società e rispetto dei diritti umani godono di particolare considerazione. Per accrescere le capacità operative dell'ASRE, e dotarla così di margini di manovra più ampi riguardo all'assunzione di nuove coperture assicurative, il Consiglio federale ha innalzato il limite degli impegni, portandolo da 12 a 14 miliardi di franchi. Nel caso di opera139 140 141

Modifica LARE: RU 2015 2217; modifica OARE: RU 2015 2221 RS 946.10 RS 946.101

783

FF 2017

zioni che richiedono ingenti capitali, l'assunzione di un impegno assicurativo di massima da parte dell'ASRE permette agli esportatori di presentare per tempo le loro offerte a condizioni concorrenziali.

Nel 2015 l'ASRE ha assicurato 867 operazioni di esportazione, un numero di poco superiore a quello relativo all'anno precedente (854). Circa il 75 per cento dei clienti era formato da PMI. Nel 2015 l'ASRE ha realizzato un utile netto di circa 60 milioni di franchi, migliorando così ulteriormente le sue capacità di assunzione di rischio.

9.1.3

Sviluppi internazionali

Nel 2015 ­ prima della conferenza sul clima di Parigi ­ nel corso di negoziati in seno all'OCSE ai quali ha preso parte anche la Svizzera si è giunti ad un accordo sulle restrizioni ai finanziamenti pubblici delle esportazioni di centrali a carbone.

L'accordo è entrato in vigore il 1° febbraio 2016142. Sebbene negli ultimi dieci anni le agenzie di credito all'esportazione abbiano finanziato in totale solamente tra il 3 e il 5 per cento delle esportazioni di centrali a carbone ­ e l'ASRE non abbia assicurato nessuna operazione di questo tipo ­ l'accordo rappresenta un segnale agli istituti finanziari privati.

Nell'anno in rassegna l'OCSE ha avviato una revisione della Raccomandazione del 2006 sulla corruzione e sui crediti all'esportazione che beneficiano di sostegno pubblico.

A fine 2015, 15 Paesi creditori del Club di Parigi si sono accordati con Cuba sul rimborso, spalmato su 18 anni, della totalità dei pagamenti in ritardo, circa 2,6 miliardi di dollari americani. Su queste basi il 18 maggio la Svizzera ha siglato con Cuba un Accordo bilaterale di riconversione del debito.

9.2

Promozione della piazza economica

Nell'anno in rassegna Switzerland Global Enterprise (S-GE) ha potenziato alcuni aspetti dell'informazione sui pregi della piazza imprenditoriale svizzera e ha focalizzato le sue attività sui progetti d'insediamento in settori innovativi e ad alto valore aggiunto, tenendo conto della concorrenza che grava sempre più fortemente su alcune aziende.

L'anno in rassegna è stato caratterizzato dall'attuazione delle convenzioni sulle prestazioni 2016­2019 per la promozione nazionale della piazza economica concluse dalla Confederazione e dai Cantoni con la S-GE. Le convenzioni sulle prestazioni 142

784

www.oecd.org > Accueil de l'OCDE > Direction des Echanges et de l'Agriculture> Crédits à l'exportation > Le texte de l'Arrangement sur les crédits à l'exportation > Addition of Annex VI ­ Sector Understanding on Export Credits for Coal-Fired Electricity Generation Projects (CFPSU).

FF 2017

prevedono tra l'altro il potenziamento dell'informazione concernente la piazza imprenditoriale svizzera. Pertanto la S-GE ha promosso attivamente la piazza economica elvetica ed ha adottato misure per focalizzare l'interesse su settori e ambiti tecnologici innovativi e ad alto valore aggiunto, per esempio rafforzando la collaborazione con le associazioni di settore o con attori del settore dell'innovazione come «Switzerland Innovation», il parco svizzero dell'innovazione.

La S-GE ha inoltre contribuito a rendere più uniforme l'immagine della Svizzera all'estero. Ad esempio mediante le offerte «White Label», che hanno reso possibile l'utilizzazione dei loghi dei Cantoni e delle loro organizzazioni regionali per la documentazione di marketing della S-GE. Inoltre, per la scelta dei progetti, ha continuato a porre l'accento , come già negli anni precedenti, sulla qualità dei progetti di insediamento.

9.3

Turismo

Anche nell'anno in rassegna la persistente forza del franco ha sfavorito la competitività del turismo svizzero. Inoltre si è registrata una diminuzione della domanda proveniente dall'Asia. Globalmente l'andamento della domanda turistica è stato pertanto leggermente negativo. Per la stagione invernale 2016/2017 il Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo (KOF) prevede una leggera ripresa del settore turistico. Nell'anno in rassegna la Svizzera ha assunto la presidenza della Commissione Europea dell'Organizzazione mondiale del turismo OMT.

Considerando i pernottamenti alberghieri, nell'anno in rassegna il turismo svizzero ha fatto registrare un'evoluzione leggermente negativa, dovuta a due fattori: la persistente forza del franco nei confronti dell'euro, che ha indebolito la competitività del turismo svizzero sugli importanti mercati di provenienza europei; gli attentati terroristici, con le conseguenti preoccupazioni legate alla sicurezza in Europa, che hanno causato principalmente una flessione della domanda proveniente dalla Cina.

Da gennaio a settembre, la stabilità della domanda interna ha permesso di contenere il calo rispetto all'anno precedente allo 0,8 per cento.

Stando alle previsioni per il turismo realizzate dal KOF su incarico della SECO, la situazione potrebbe restare critica. Per la stagione invernale 2016/2017 ci si aspetta un lieve incremento dei pernottamenti alberghieri, che dovrebbe persistere per tutto il 2017. Tuttavia, la pressione sui margini delle aziende turistiche resterà elevata.

9.3.1

Comitato per il turismo dell'OCSE

Il Comitato per il turismo dell'OCSE ha pubblicato il rapporto «OECD Tourism Trends and Policies 2016», che fornisce informazioni sulle tendenze attualmente in corso nella politica del turismo nei Paesi OCSE e definisce le basi per un ulteriore 785

FF 2017

sviluppo della politica turistica svizzera. Inoltre, nel rapporto sono confluite analisi approfondite sui temi «Turismo e trasporto» nonché «Turismo ed economia partecipativa»: tali analisi rappresentano un importante contributo ai fini della definizione delle condizioni quadro per l'economia digitale in Svizzera. Nella fattispecie si tratta ad esempio di analizzare le opportunità e le sfide che piattaforme di alloggio come Airbnb rappresentano per il turismo svizzero.

9.3.2

Organizzazione mondiale del turismo (OMT)

Durante la presidenza della Commissione per l'Europa dell'OMT, nell'anno in rassegna la Svizzera ha organizzato un brainstorming meeting informale per i Paesi membri della Commissione, nel corso del quale sono stati definiti progetti per il superamento di quattro importanti sfide chiave per il turismo europeo (Product development, Entrepreneurship and favourable business environment, Sustainability and Ethics, Digitalization / Embracing technology e Safe and seamless travel). Ad esempio, sotto la guida dell'OMT dovranno essere gettate le basi per riuscire a promuovere l'imprenditoria e l'innovazione nel turismo mediante condizioni quadro favorevoli alla concorrenza. L'OMT dovrà inoltre chiarire quali sono le esigenze dei Paesi membri della Commissione per l'Europa per quanto riguarda l'utilizzo dei «big data». L'OMT è stata incaricata di informare maggiormente sugli esempi positivi di progetti di turismo sostenibili, per stimolare la nascita di idee simili. Con questa ed altre attività il Consiglio federale sostiene gli operatori turistici svizzeri nel superamento di importanti sfide strategiche, come quella rappresentata dalla digitalizzazione.

786

FF 2017

10

Allegati

10.1

Allegati 10.1.1­10.1.3 Parte I:

Allegati secondo l'articolo 10 capoverso 1 della legge federale del 25 giugno 1982 sulle misure economiche esterne (per conoscenza)

787

FF 2017

10.1.1

Impegno finanziario della Svizzera nel 2016 nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo

Versamenti della Svizzera alla Banca mondiale (in mio. fr.)

Impegni istituzionali BIRS, quota di capitale SFI, quota di capitale MIGA, quota di capitale AIS, contributi AIS-MDRI143 Iniziative speciali Fondo globale per l'ambiente1 Fondo per consulenti e persone distaccate1 Totale dei versamenti della Svizzera 1

2013

2014

2015

2016

298,4 12,2 2,1 0,0 259,6 24,5

286,2 12,2 0,0 0,0 248,5 25,5

258,7 12,2 0,0 0,0 218,8 27,7

206,0 0,0 0,0 0,0 189,1 16,9

28,5 28,5 0,0

29,3 29,0 0,3

30,5 30,2 0,3

31,0 30,7 0,3

326,9

315,5

289,2

237,0

Fondi gestiti dalla Banca mondiale (dal 2008 incluso Young Professional Program)

Versamenti della Svizzera alla Banca africana di sviluppo (BAfS) (in mio. fr.)

Impegni istituzionali BAfS, quota di capitale FAfS, contributi FAfS-MDRI Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate Totale dei versamenti della Svizzera

143

788

MDRI = Multilateral Debt Relief Initiative

2013

2014

2015

2016

65,9 6,0 52,1 7,8

60,2 6,0 50,3 3,9

72,0 6,0 59,3 6,7

76,1 6,0 64,1 6,0

0,4 0,4

0,5 0,5

0,6 0,6

0,0 0,0

66,3

60,7

72,6

76,1

FF 2017

Versamenti della Svizzera alla Banca asiatica di sviluppo (BAS) (in mio. fr.)

Impegni istituzionali BAS, quota di capitale FAS, contributi Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate Totale dei versamenti della Svizzera

2013

2014

2015

2016

15,6 1,4 14,2

16,3 1,4 14,9

15,4 1,1 14,3

16,0 2,0 14,0

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

15,6

16,3

15,4

16,0

Versamenti della Svizzera alla Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture (AIIB) (in mio. fr.)

2016

Impegni istituzionali AIIB, quota di capitale Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate Totale dei versamenti della Svizzera

26,8 26,8 0,0 0,0 26,8

789

FF 2017

Versamenti della Svizzera alla Banca interamericana di sviluppo (in mio. fr.)

2013

2014

2015

2016

Impegni istituzionali BIS, quota di capitale IIC, quota di capitale FSO, contributi

1,2 1,2 0,0 0,0

1,4 1,4 0,0 0,0

1,1 1,1 0,0 0,0

1,4 1,4 0,0 0,0

Iniziative speciali MIF, contributi144 Fondo per consulenti e persone distaccate

1,6 1,2 0,4

0,8 0,8 0,0

0,6 0,6 0,0

0,5 0,5 0,0

Totale dei versamenti della Svizzera

2,8

2,2

1,7

1,9

Versamenti della Svizzera alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (in mio. fr.)

2013

2014

2015

2016

Impegni istituzionali BERS, quota di capitale

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

Totale dei versamenti della Svizzera

0,0

0,0

0,0

0,0

144

790

Multilateral Investment Fund

FF 2017

10.1.2

Autorizzazioni per ispezioni pre-imbarco per conto di Stati esteri

L'ordinanza del 17 maggio 1995145 sull'esecuzione di ispezioni pre-imbarco disciplina l'autorizzazione, l'esecuzione e la sorveglianza di tali ispezioni (essenzialmente la verifica di qualità, quantità e prezzo) effettuate in Svizzera per conto di Stati esteri da società specializzate. Tali società necessitano di un'autorizzazione del DEFR per ogni Stato mandante.

Secondo l'articolo 15 dell'ordinanza, ogni anno è pubblicata una lista su cui figurano gli enti che dispongono di un'autorizzazione a eseguire in Svizzera ispezioni preimbarco e i Paesi ai quali si riferisce l'autorizzazione.

Attualmente sono quattro le società d'ispezione che dispongono di simili autorizzazioni: il Bureau Veritas Switzerland AG a Weiningen (Bureau Veritas), la Cotecna Inspection SA a Ginevra (Cotecna), la Intertek (Schweiz) AG a Basilea (Intertek) e la SGS Société Générale de Surveillance SA a Ginevra (SGS). Le corrispondenti autorizzazioni si riferiscono a 18 Paesi, tre dei quali non sono membri dell'OMC.

Qui di seguito sono elencati in ordine alfabetico i Paesi e gli enti per le ispezioni pre-imbarco146 (stato: 1° dicembre 2016)147.

Paese e appartenenza all'OMC (*) = non membro

Ente per le ispezioni pre-imbarco

Autorizzazione valida dal:

Angola Burkina Faso Camerun Ciad Filippine

Bureau Veritas Cotecna SGS Bureau Veritas Bureau Veritas Intertek Bureau Veritas SGS SGS Bureau Veritas SGS Bureau Veritas Cotecna Bureau Veritas Bureau Veritas Intertek

28.02.2002 10.08.2004 01.09.1996 02.01.2004 13.12.2011 21.03.2012 30.05.2008 12.09.2003 09.04.2003 13.12.2011 01.03.2000 06.03.2001 10.02.2009 08.12.1997 20.02.2007 27.03.2001

Guinea Haiti Indonesia Iran (*)

Liberia (*) Mali Mozambico 145 146

RS 946.202.8 L'elenco può contenere anche autorizzazioni i cui mandati di ispezione sono semplicemente sospesi, ma non rescissi, e che pertanto possono nuovamente diventare operativi.

147 L'elenco è consultabile anche su: www.seco.admin.ch > Politica esterna e cooperazione economica > Relazioni economiche.

791

FF 2017

Paese e appartenenza all'OMC (*) = non membro

Ente per le ispezioni pre-imbarco

Autorizzazione valida dal:

Niger Repubblica Centrafricana Repubblica democratica del Congo Senegal Tanzania (soltanto Zanzibar) Uzbekistan (*)

Cotecna Bureau Veritas Bureau Veritas Cotecna SGS Intertek SGS Bureau Veritas

08.12.1997 02.01.2004 24.03.2006 22.08.2001 01.04.1999 07.06.2000 10.04.2001 13.12.2011

792

FF 2017

10.1.3

Dati chiave sulle esportazioni soggette alla legge sul controllo dei beni a duplice impiego

Dal 1° ottobre 2015 al 30 settembre 2016 le domande di esportazione e le esportazioni soggette all'obbligo di notifica trattate in base all'ordinanza del 3 giugno 2016148 sul controllo dei beni a duplice impiego e all'ordinanza del 21 agosto 2013149 sul controllo dei composti chimici sono state le seguenti (presentazioni dettagliate delle autorizzazioni rilasciate e delle domande rifiutate sono consultabili sul sito Internet della SECO150): Categoria di beni

Numero

Valore in mio. fr.

­ Allegato 2, parte 1 OBDI ­ Elenco dei beni nucleari

158

26,8

­ Allegato 2, parte 2 OBDI ­ Elenco dei beni a duplice impiego

1912

612,4

­ Allegato 3 OBDI ­ Elenco dei beni militari speciali

575

990,1

­ Allegato 5 OBDI ­ Beni non soggetti ai controlli delle esportazioni concordati a livello internazionale

603

7,6

­ Convenzione sulle armi chimiche (CAC) ­ Composti chimici utilizzabili a scopi civili e militari

34

0,06

­ Autorizzazioni nel quadro di sanzioni

23

4

­ Obblighi di notifica

4328

1466,5

­ Certificati d'importazione

1405

207,4

219 96 4

­ ­ ­

4

2,5

­ Licenze generali ­ PGO ­ PGS ­ PG ­ Notifiche di rifiuto

148 149 150

RS 946.202.1 RS 946.202.21 www.seco.admin.ch.

793

FF 2017

10.2

Allegati 10.2.1­10.2.3 Parte II:

794

Allegati secondo l'articolo 10 capoversi 2 e 3 della legge federale del 25 giugno 1982 sulle misure economiche esterne (per approvazione)