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Foglio Federale Berna, 13 ottobre 1966 Anno IL Volume II N° 41 Si pubblica di regola una volta la settimana. Abbonamento annuo fr. 18, con allegata la Raccolta delle leggi federali. -- Rivolgersi alla Tipografia Grassi e Co.

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9549 Messaggio del Consiglio federale all'Assemblea federale per l'istituzione di nuove rappresentanze diplomatiche (Del 19 settembre 1966)

Onorevoli signori Presidente e Consiglieri, Dal 1945, il Consiglio federale ha ripetutamente presentato alle Ca¬ rriere proposte concernenti l'istituzione di nuove rappresentanze diplomati¬ che. Inizialmente si trattava anzitutto d'adeguare la nostra rete di rappresen¬ tanze diplomatiche alla nuova situazione del dopoguerra. In seguito si è trattato essenzialmente dell'apertura di nuove missioni diplomatiche negli Stati neoindipendenti dell'Asia e dell'Africa. Con ciò, l'Assemblea e il Con¬ siglio federali si conformavano al principio dell'universalità delle nostre relazioni diplomatiche per cui ancora vale quanto esposto nel nostro mes¬ saggio del 7 dicembre 1959.

Tra il 1945 e il 1956 abbiamo presentato numerose, proposte per la creazione di missioni diplomatiche. Fondandoci sulle autorizzazioni delle Camere federali abbiamo stabilito le relazioni diplomatiche con 31 Stati.

Presso 16 di essi abbiamo aperto delle ambasciate, fatto che ci ha consentito · di chiudere alcuni consolati. Per gli altri Stati abbiamo accreditato un capo¬ missione con residenza in uno Stato terzo.

Dopo il 1957, l'emancipazione, che nel dopoguerra ha portato l'indi¬ pendenza a numerosi territori coloniali, si è accentuata. Infatti nel solo 1960, in Africa è stata data l'indipendenza a ben 17 Stati. Quest'ultimi, come tutti i nuovi Stati, desiderano allestire.il più presto possibile le relaFoglio Federale, 1966, Voi, Il

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434 zioni diplomatiche con gli altri Stati. Il Consiglio federale, tenuto conto del desiderio di questi Stati, non poteva, già per ragioni politiche, adottare un atteggiamento diverso da quello da esso assunto dal 1945 per un gran nu¬ mero di Stati esistenti o neo'costituiti. Inoltre si trattava di tutelare gli inte¬ ressi svizzeri in detti nuovi Stati. Poiché in ognuno di detti casi si pongono problemi simili, il Consiglio federale ha proposto nei messaggi del 7 di¬ cembre 1959 e dell'8 agosto 1961 che gli sia dato il potere di stabilire le re¬ lazioni diplomatiche non unicamente con gli 11 Stati esplicitamente indicati, ma in linea di massima, con tutti i territori che avrebbero ottenuto l'indi¬ pendenza entro gli anni dal 1960 alla fine del 1963. Tale proposta è stata accettata mediante i decreti federali del 24 marzo 1960 e del 27 settembre 1961. Nel frattempo abbiamo stabilito le relazioni diplomatiche sia conigli Stati particolarmente nominati sia quelli designati mediante la clausola ge¬ nerale, sempre fondandoci sul principio della rappresentanza multipla se¬ condo cui viene accreditato un capomissione per più Stati. Ne consegue però che alcuni consolati devono essere sostituiti da ambasciate.

Dopo il 1963, l'emancipazione degli Stati coloniali si è rallentata. Vi abbiamo pertanto presentato, il 27 novembre 1964, un messaggio in cui si propone l'allestimento di relazioni diplomatiche con 4 Stati senza tuttavia aprirvi rappresentanze diplomatiche. Tale proposta è stata accettata. Du¬ rante il dibattito parlamentare a seguito del messaggio surriferito, la com¬ missione degli affari esteri ha stabilito che in virtù dell'articolo 5 della legge del 23 marzo 1962 sui rapporti tra i Consigli, tale autorizzazione, poiché non limitata nella validità, dovrebbe avere la forma d'una legge federale e non di un decreto federale. D'altronde ne potrebbero nascere delle difficoltà per il fatto che, da una parte, l'apertura di ambasciate rientra nelle competenze delle Camere federali e, dall'altra, spetta al Consiglio federale di mantenere le relazioni con gli altri Stati. Perciò le commissioni hanno pregato il capo del Dipartimento politico di presentare un rapporto sui problemi che la nuova legge suscita e di fare eventuali proposte.

L'attuale procedura potrebbe essere semplificata mediante modifica¬
zione delia legge federale sui rapporti tra i Consigli o di quella del 26 marzo 1914 sull'organizzazione dell'Amministrazione federale. Al momento però il Consiglio federale rinuncia a presentare proposte in questo senso poiché, all'occorrenza, si dovrebbe anche considerare la revisione d'altri punti, ciò che ritarderebbe fortemente la soluzione del problema presente, di per sè ben delimitato. Nella situazione attuale, il Consiglio federale per l'apertura di una missione diplomatica deve dunque proporre ogni volta una legge fe¬ derale. Onde siano eliminati gli inconvenienti di una simile procedura -- ri¬ petizione di messaggi analoghi ecc. -- la soluzione più semplice che si possa adottare sarebbe quella d'emanare una legge che dia al Consiglio federale il potere, per un periodo determinato, di stabilire relazioni diplomatiche con i territori che ottengono l'indipendenza durante detto periodo. Consi¬ derando che nel prossimo avvenire il numero dei nuovi Stati sarà modesto

435 rispetto a quello del decennio precedente, proponiamo che il potere richiesto possa essere applicato per tutti gli Stati che divengono indipendenti durante gli anni 1966 fino al 1970, quest'ultimo compreso.

Uno di questi territori, segnatamente la colonia britannica della Guyana, sulla costa settentrionale dell'America del Sud, tra il Venezuela, il Brasile e il Surinam, ha ottenuto l'indipendenza il 26 maggio 1966 col nome di Guyana (215 000 km2 di superficie; 620 000 abitanti di cui 300 000 in¬ diani, 200 000 africani, 100 000 indiani d'America e meticci, 15 000 europei e una colonia svizzera di circa 20 persone). Ancora nell'autunno di questo anno, il protettorato britannico del Betschuanaland e il Basutoland, in pre¬ cedenza colonia britannica e attualmente « protected State » otterranno l'in¬ dipendenza. Il Betschuanaland, situato fra la Repubblica del Sudafrica, la Rodesia e il Sud-est Africano si chiamerà Botswana (712 000 km2 di super¬ ficie; ca. 540 000 abitanti di cui 5 000 bianchi, meticci e Asiatici). Il Basu¬ toland, inclave nella Repubblica del Sudafrica si chiamerà Lesotlo (ca.

26 000 km2 di superficie; ca. 90 000 abitanti di cui 3000 bianchi e una colo¬ nia svizzera di 66 membri).

Pure entro la fine del 1966 le isole Barbados delle Piccole Antille, finora colonia britannica, accederanno all'indipendenza (430 km2 di superficie, 250 000 abitanti di cui 190 000 Africani, ca. 40 000 meticci e 12 000 bianchi).

Secondo le previsioni, inoltre, stanno per acquistare l'indipendenza i territori seguenti: il protettorato britannico di Swasiland, situato fra la Re¬ pubblica del Sudafrica e il Mozambico portoghese (17 000 km2 di superficie; ca. 266,000 abitanti di cui 9000 bianchi e una colonia svizzera di 5 membri); la colonia inglese dell'Isola Maurizio, situata a est di Madagascar, nell'Ocea¬ no indiano (1875 km2, ca. 700 000 abit., di cui più della metà indiani e con una colonia svizzera di 44 .persone); la Federazione dell'Arabia del Sud (155 000 km2; ca. 1 Mio d'abitanti) che,comprende il protettorato britannico dell'Arabia del Sud (ca.'20 sultanati, emirati e tribù) e la colonia inglese attualmente denominata « State of Aden ».

In nessuno di detti Stati è necessario inviare un ambasciatore residente, ' tuttavia, per conformità al principio dell'universalità finora praticata e per
testimoniare la stima a questi territori in via d'emancipazipne è opportuno che il Consiglio federale designi un Ambasciatore residente in uno Stato vicino ai Paesi in questione, ciò anche per il fatto che con alcuni di essi Paesi, come ad esempio la Guyana e le Isole Maurizie, abbiamo già rapporti commerciali che potranno essere maggiormente incrementati.

Vi è poi il problema dello stabilimento di rapporti diplomatici con altri Stati, già esistenti, ma con cui, per varie ragioni, non siamo ancora in rela¬ zione. Possiamo ora profittare dell'occasione per autorizzare il Consiglio federale a rimediare a tale ritardo. -

436 Uno di questi Stati è la Repubblica Araba dello Yemen (62 000 km2; 5,3 Mio. d'abitanti). Nel 1948 in occasione dell'elezione al trono di Iman Ahmed, il Consiglio federale con un messaggio augurale riconosceva l'in¬ dipendenza del Paese. Poiché in quel momento non era in vigore una clau¬ sola generale che desse al Consiglio federale il potere d'aprire nuove mis¬ sioni diplomatiche (il D. F. 24 marzo 1960 dava la competenza per il 1960 e quello* del 27 settembre 1961 per gli anni 1961 - fine 1963) la questione della rappresentanza è sempre stata differita. Sarebbe pertanto opportuno che il Consiglio federale riceva per principio l'autorizzazione di stabilire legami diplomatici con lo Yemen. Tuttavia per allacciarli occorre aspettare che si sia quietata la situazione dopo l'attentato a l'Iman El-Badr. Dunque, il progetto di accreditare un ambasciatore svizzero nello Yemen con proba¬ bile residenza in uno Stato vicino deve essere, per il momento, rinviato.

Un altro di queâti Stati è quello delle Isole Maldive che, in virtù d'un trattato conchiuso il 26 luglio 1965 con la Gran Bretagna hanno ottenuto l'indipendenza e sono state ammesse all'ONU il 21 settembre 1965. Questo Stato è formato da circa 2000 isole di cui 216 abitate. Esse si trovano .a 650 km. a sud-ovest di Ceylon e hanno, complessivamente una superficie di 298 km2. La popolazione è di maggioranza mussulmana e nel 1963 ascen¬ deva a 96 000 persone di 11 000 abitanti a Male, capitale dello Stato. L'eco¬ nomia di questo paese è quasi esclusivamente fondata sulla pesca. Attual¬ mente fra le isole Maldive e la Svizzera non vi sono né relazioni commer¬ ciali né culturali e tantomeno, secondo le nostre informazioni, vi sono nostri compatrioti residenti. Nonostante ciò, ci auguriamo che il Consiglio fede¬ rale possa accreditare, a tempo opportuno, un Ambasciatore, a Male, con residenza in un Paese vicino.

La faccenda è ben diversa per quanto concerne Singapore. Il 16 set¬ tembre 1965, la città di Singapore, che fruiva d'uno statuto autonomo sotto l'autorità suprema della Gran Bretagna, entrava a far parte della Federa¬ zione di Malesia dopo complicati negoziati con l'anziana colonia britannica di Bormeo e Sarawah e con. gli 11 Stati della federazione di Malesia. Nel neostato composto da comunità molto diversificate, si sono tostò manife¬ state
difficoltà d'ordine interno. Dopo due anni Singapore usciva dalla Fe¬ derazione e il 9 agosto 1965 si dichiarava Stato indipendente. La sua popo¬ lazione, per una superficie di 580 km2, ascendeva nel 1964 a 1 820 000 abi¬ tanti, di cui 1 366 000 cinesi, 258 000 malesi e indonesiani, 150 000 indiani e pachistani, 15 000 europei e 31 000 di altre nazionalità. Singapore, grazie alla particolare situazione commerciale e al regime di libero scambio è di¬ venuta la piattaforma commerciale dell'Asia sudorientale su cui si concen¬ tra il traffico europeo d'alto mare con l'Indocina, l'Estremo Oriente e l'Au¬ stralia. Nel porto attraccano navi di 70 grandi compagnie di navigazione e l'aeroporto di questa città è uno scalo molto importante nella rete di navi¬ gazione aerea.

437 Le tradizionali relazioni economiche della Svizzera con Singapore sono molte e considerevoli. Negli ultimi anni i 4/5 degli orologi da noi esportati sono transitati dal punto franco di Singapore, in cui la colonia svizzera a fi¬ ne 65 ascendeva a 115 cittadini e a 49 con doppia cittadinanza. Proponiamo dunque che anche per Singapore sia accreditato un Ambasciatore con resi¬ denza in un altro Stato. Al momento che si stabilirà questa relazione diplomatica, proponiamo, inoltre, di mutare in cancelleria d'Ambasciata il consolato aperto a Singapore sin dal 1917. In tal modo il capo di detta cancelleria avrà la possibilità di entrare in contatto diretto con il governo locale e, all'occorrenza, d'intervenire per tutelare gli interessi svizzeri. Que¬ sta trasformazione non comporterà nessuna conseguenza finanziaria.

Considerato quanto precede, vi raccomandiamo di adottare il disegno di legge federale allegato. Conformemente all'articolo 85, numero 3, della Costituzione federale, questo oggetto è di competenza delle Camere.

Profittiamo anche di quest'occasione per presentarvi, onorevoli signori Presidente e Consiglieri, l'assicurazione della nostra alta considerazione.

Berna, 19 settembre 1966.

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In nome del Consiglio federale svizzero, Il Presidente della Confederazione: Schaffner Il Cancelliere della Confederazione: Ch. Oser

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