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Foglio Federale Berna, 31 dicembre 1965

Anno XLVIII

Volume III

N° 52 Si pubblica di regola una volta la settimana. Abbonamento annuo fr. 12, con allegata la Raccolta delle leggi federali. -- Rivolgersi alla Tipografia Grassi e Co.

(già Tipo-litografia Cantonale) Bellinzona -- Telefono 092/ 5 18 71 -- Ccp 65-690

9368 Terzo rapporto del Consiglio federale all'Assemblea federale su la situazione dell'agricoltura svizzera e la politica agraria della Confederazione e Messaggio a sostegno d'un disegno di legge federale che modifica quella su i crediti agricoli d'investimento e gli aiuti per la conduzione aziendale agricola (Del 10 dicembre 1965)

Onorevoli signori Presidente e Consiglieri, Abbiamo l'onore di sottoporre alla vostra approvazione il terzo rap¬ porto sulla situazione dell'agricoltura e sùlla politica agraria seguita dalla Confederazione e un messaggio a sostegno di un disegno di, legge che modi¬ fica la legge federale del 23 marzo 19621 su i crediti agricoli d'investimento e gli aiuti per la conduzione aziendale agricola. Il terzo rapporto illustra lo sviluppo dell'agricoltura nazionale e la politica agraria federale dopo l'ela¬ borazione del secondo rapporto del 29 dicembre 1959. Il messaggio dà avan1

RU 1962, 1323 (A XVIA 2).

Foglio Federale, 1965, Voi. Ili

28

406 tutto un compendio delle esperienze fatte nell'impiego dei crediti d'inve¬ stimento e giustifica poi la modificazione proposta dell'articolo 20 della legge federale sui crediti agricoli d'investimento e gli aiuti per la conduzione aziendale agricola.

I Terzo rapporto su la situazione dell'agricoltura svizzera e la politica agraria della Confederazione INTRODUZIONE Il 29 dicembre 1959 vi abbiamo presentato il secondo rapporto su la situazione dell'agricoltura svizzera e la politica agraria della Confedera¬ zione.

Da allora sono ormai trascorsi 6 anni. Nella prima parte del pre¬ sente messaggio vi informeremo pertanto sullo stato attuale dell'agricoltura svizzera come anche su i provvedimenti adottati e la politica seguita dalla Confederazione in questo campo. Tratteremo inoltre brevemente gli aspetti fondamentali della futura politica agricola,-limitando il nostro esposto alla evoluzione della situazione dopo il secondo rapporto sull'agricoltura (ap¬ presso: « secondo rapporto »).

·Nel secondo rapporto abbiamo esposto avantutto, riguardo alla nostra futura politica agraria, il principio secondo cui l'agricoltura dev'essere mag¬ giormente incrementata mediante un ampio miglioramento dei criteri fon¬ damentali di produzione. Questo concetto dev'essere inteso nella sua mas¬ sima accezione. I provvedimenti principali che sono stati adottati o consi¬ derevolmente intensificati negli ultimi sei anni per migliorare le condizioni di esercizio aziendale sono i seguenti: crediti d'investimento e aiuti per la conduzione aziendale agricola (LF del 23 marzo 1962 [1962, 1323 A XVI A 2]); aumento dei sussidi a favore delle bonifiche fondiarie, raggruppa¬ menti parcellari ed edifici rurali come anche estensione a nuove categorie di beneficiari dell'elenco degli edifici rurali aventi diritto a sussidi (DCF del dicembre 1959 [1959, 1 A XVI A 5]); miglioramento dell'allevamento del bestiame (azioni di eliminazione in virtù della LF del 15 giugno 1962 [1962, .1191 A XVI A c] intesa a facilitare la vendita di bestiame d'allevamento e da rèddito, e ai sensi dell'O sulla pollicoltura del 16 novembre 1962 [1962, 1474 A XVI A 4 d], modificazioni dell'O del 29 agosto 1958 concer¬ nente l'allevamento del bestiame bovino e del bestiame minuto [1958, 629 A XVI A 4 a]); promovimento intensificato delle stazioni d'esperimenti agricoli e della consulenza in materia d'agricoltura, ed infine lavori prepa¬ ratori per l'istituzione di scuole tecniche superiori di agraria. Furono così

407 apprestate le preziose basi completive per la realizzazione degli scopi perse¬ guiti dalla legge sull'agricoltura, vale a dire la conservazione di un sano ceto rurale e il promovimento di una agricoltura efficiente.

II Consiglio federale, dopo la pubblicazione del secondo rapporto, ha volto la sua particolare attenzione al miglioramento della conduzione azien¬ dale e, conseguentemente, all'aumento della produttività. Tale sforzo non bastava tuttavia ad attuare gli scopi prefissi dalla politica agraria. Infatti, l'aumento del reddito della popolazione rurale e il mantenimento,di condi¬ zioni propizie all'agricoltura esigono, come già rilevammo nel secondo rap¬ porto, misure completive e cioè, da una parte, la stabilizzazione dei prezzi e l'assicurazione dello smercio e, dall'altra, l'istituzione di provvediménti idonei a favorire regioni e ceti della popolazione particolarmente svantag¬ giati. All'intenzione di questi tre settori sono stati appunto promossi i prov¬ vedimenti di politica agraria, che non dovranno subire alcuna modificazione strutturale, ancorché non sia tuttavia esclusa, ove occorra, un'intensifica¬ zione degli sforzi nell'uno o nell'altro campo.

y

A. La situazione economica dell'agricoltura 1. Modificazioni della struttura e della produzione Strutturalmente l'agricoltura svizzera sta attraversando un periodo di pieno sviluppo. I mutamenti principali consistono nella regressione numerica del ceto rurale e delle aziende agricole, riscontrata simultaneamente all'au¬ mento della superficie aziendale media coltivata, nella progressiva e rapida motorizzazione intesa all'applicazione di moderni metodi tecnici più perfe- .

zionati, nel conseguente aumento considerevole della produttività ed infine nei riuovi sistemi di produzione, di conduzione aziendale e di smercio. Il passaggio dai metodi tradizionali di produzione ad un'agricoltura moderna fd efficiente è stato avviato alla fine degli anni quaranta e particolarmente mcrementato durante quest'ultimi anni. Trattasi, sostanzialmente, di un pro¬ cesso di adeguamento alle mutate condizioni economiche, caratterizzate dal Progresso tecnico, dall'aumento dei salari e del reddito come anche dalla modificazione relativa del prezzo dei fattori determinanti la produzione. La rasformazione strutturale nell'agricoltura è dunque una manifestazione se¬ condaria del nostro sviluppo economico. Tuttavia, l'agricoltura non è l'unico ramo economico sottoposto a mutamenti fondamentali; tale fenomeno non e neppure tipicamente svizzero, siccome in quasi tutti i paesi dell'Europa oc¬ cidentale si manifestano evoluzioni analoghe.

Nonostante la trasformazione strutturale, l'agricoltura svizzera ha con- ' servato la forma organizzativa caratteristica dell'azienda familiare. L'ali¬ quota dei lavoratori estranei alla famiglia è diminuita. Le aziende sono

408 meno numerose, ma la loro efficienza e forza economica è aumentata. Tali fattori Hanno consentito all'agricoltura nazionale d'accrescere notevolmente la produttività, di beneficiare dell'aumento generale del reddito e di dare un impulso considerevole all'incremento economico, pagando tuttavia elevati tributi finanziari e d'altra natura. Nei capitoli seguenti vi informeremo sulle modificazioni apportate a taluni elementi fondamentali specifici della nostra agricoltura.

1.1 La diminuzione del ceto agricolo L'incremento della produttività del lavoro agricolo ha cagionato ovvia¬ mente una diminuzione numerica delle persone occupate in questo settore economico, le possibilità di smercio dei prodòtti agricoli essendo limitate o, comunque, non essendo cresciute di pari passo con l'incremento della pro¬ duttività del lavoro. Secondo le rilevazioni del censimento federale, l'ali¬ quota della popolazione rurale diminuì, nel decennio 1950/1960, an¬ nualmente del 0,5% rispetto all'intera popolazione e ammontò, nel 1960, all'I 1,4% (cfr. tavola 1); presentemente, essa è valutata sol¬ tanto al 9-10%: La tavola 2 illustra la regressione numerica delle persone esercitanti, come professione principale, un'attività nell'agricoltura.

I dati esposti rilevano che nel mese di dicembre I960 soltanto il 10,1 % di tutte le persone esercitanti un'attività lucrativa erano occupate nell'agricol¬ tura. Giova tuttavia osservare che i dati surriferiti non si estendono alle per¬ sone esercitanti un'attività agricola accessoria e non comprendono neppure la maggior parte delle donne occupate occasionalmente nel ramo agricolo; l'aliquota suindicata riflette quindi un valore piuttosto inferiore alla realtà e va pertanto usata con prudenza. Il censimento della manodopera degli anni dal'1961 al 1964 fu compiuto simultaneamente al censimento del bestiame.

La comparazione dei dati ottenuti da queste indagini con quelli del censi¬ mento popolare sarebbe tuttavia relativa, in quanto le rilevazioni svolte dal 1961 al 1964 comprendevano unicamente i tenitori di bestiame da reddito esercitanti un'azienda agricola e non si estendevano quindi alle aziende spe¬ cializzate senza bestiame. Le cifre confermano nondimeno la regressione della manodopera maschile a contare dal 1961, che in media diminuì annual¬ mente del 2,5 per cento. Risalta
particolarmente che la contrazione subita dai lavoratori indipendenti non si è svolta di pari passo alla regressione del¬ l'effettivo rimanente della manodopera maschile. Infatti, mentre il numero , dei capi-azienda indipendenti è diminuito, dal 1941 al 1960, del 23%, l'effet¬ tivo dei familiari cooperanti all'esercizio aziendale si è ridotto del 42% e quello degli estranei alla famiglia del 45%, rispetto a una diminuzione del 28% dell'intera popolazione rurale. Unicamente per il decennio 1950/1960, le cifre corrispondenti ammontano rispettivamente al 16, 28, 30 e 19 per cento. All'esodo rurale partecipano quindi finora, in parte preponderan¬ te, ;i salariati e i familiari cooperanti nelle aziende. Alla sostituzione di questa manodopera gli agricoltori sono stati pertanto costretti a provvedere mediante l'acquisto di macchine, utensili ed altri mezzi tecnici ausiliari.

409 Tavola 1 Percentuale della popolazione agricola rispetto all'intera popolazione Anno

Popolazione totale '

1920 1930 1941 1950 1960

3 880 320 4 066 400 4 265 703 4 714 992 5 429 061

di cui: popolazione agricola in per cento in cifre assolute della popolazione totale

'

24,6 21,1 20,3 16,3 11,4

955 000 867 000 866 788 767 891 620 700

Ma la sostituzione della macchina all'uomo è stata suggerita anche da una considerazione economica, in quanto la tendenza ascendente dei salari si avverava molto più rapida e fòrte di quella dei prezzi della motorizza¬ zione e per di più la tecnica veniva continuamente apprestando mezzi ausi¬ liàri di produzione sempre più vari e perfezionati. L'aumento proporzio¬ nale degli agricoltori indipendenti costituisce un rafforzamento dell'evo¬ luzione verso il sistema efficiente dell'azienda agricola familiare, di cui dob¬ biamo rallegrarci in quanto uno degli scopi della nostra politica agraria mira appunto all'istituzione di questa forma di conduzione aziendale.

Tavola 2 Persone esercitanti l'agricoltura come professione principale Persone occupate nell'agricoltura,

Uomini Anno

a) 1941 1950 1960 b) 1961 1962 1963 1964

Membri Lavoratori estranei Indipendenti collaboranti della alla famiglia famiglia 168 463 153 170 · 129 086

103 252 83 044 59 945

' 179 857 179 948 175 629 170 563

Totale

79 109 62 089 43 636

350 824 298 263 232 667

37 026 32 891 33 288 29 823

216 883 212 839 208 917 200 386

Donne in totale

28 927 28 666 20 743

in cifre assolute

in % degli esercitanti un'attività

379 751 326 929 253 410

19.1 15.2 10,1

a. Censimenti della popolazione.

b. Censimenti della manodopera agricola effettuati in correlazione ai censi¬ menti del bestiame.

,410 1.2 Numero e importanza delle singole aziende Dopo il 1955, anno in cui fu svolto l'ultimo censimento federale delle .

aziende, non ci è stato più possibile di disporre di altre nuove indicazioni concernenti le varietà strutturali delle singole aziende. Nella tavola 3, le aziende sono pertanto ripartite secondo la classe d'importanza occupata al¬ l'epoca del censimento. 1 dati esposti si estendono, oltre alle aziende costi¬ tuenti la fonte principale di reddito dell'esercente, a un numero considere¬ vole di aziende esercitate a titolo accessorio. Deducendo, dal numero com¬ plessivo, quest'ultima categoria come anche le aziende aventi una superficie inferiore a 3 ettari e quelle manifestamente specializzate nella pollicoltura, nella viticoltura, nell'allevamento dei suini e in altri rami della coltura inten¬ siva, rimangono approssimativamente 97 000 aziende con una superficie complessiva di circa 874 000 ettari. La superficie media delle aziende, i cui proprietari esercitano principalmente l'agricoltura, era quindi, nel 1955, di 9 ettari. A contare da questa data, il numero delle aziende è tuttavia nuova¬ mente recesso di pari passo con quello degli agricoltori indipendenti; per quanto concerne le aziende i cui proprietari esplicano principalmente un'atti¬ vità agricola, la regressione è valutata ad una cifra oscillante tra le 15 000 e le 20 000 unità.

Tavola 3 Esercizi agricoli secondo il censimento delle aziende del 1955 Classi d'importanza fino a 0,5 0,5-1 · 1- 3 3- 5 5-10 10-15 15-20 20 -' 30 30-50 oltre 50 Totale di cui óltre 0,5 ha di cui oltre 3,0 ha 3

Numero delle aziende 25 090 17 060 40 227 27 047 53 267 24 922 9 850 6 045 1 976 513 205 997 180 907 123 620

in per cento

Superficie in ha 1

in per cento

12,18 8,28 19,53 13,13 25,86 12,10 4,78 2,93 0,96 0,25 100

5 932 10 762 61 843 89 295 326 356 247 568 133 484 107 776 49 600 26 577 1 059 193 1 053 261 980 655

0,56 1,02 5,84 8,43 30,81 23,37 12,60 10,18 4,68 2,51 100

Senza foreste, pascoli, pascoli maggenghi e superfici improduttive.

411 1.3 Motorizzazione nell'agricoltura Il rapido incremento della motorizzazione agricola è dovuto precipua¬ mente alla carenza della manodopera e all'aumento dei salari. La tavola 4 dà un compendio sullo sviluppo estremamente rapido dell'effettivo dei mezzi meccanici ausiliari e delle macchine più importanti e rileva simultaneamente la regressione sensibile dei cavalli da tiro. ' Lo sviluppo della motorizzazione (motori, macchine ed utensili) ha ri¬ chiesto l'investimento di somme considerevoli. Nelle aziende la cui conta¬ bilità è allestita dalla segreteria dei contadini svizzeri, il capitale macchine ed utensili iscritto nei libri contabili è aumentato da 869 franchi (media annua 1951/1955) a 1193 franchi (media annua 1958/1962) ed ha raggiunto, nel 1963, la somma di franchi 1396, ciò che costituisce, in un decennio, un aumento del 61%.

Tavola 4 Motori, utensili, macchine e cavalli da tiro nell'agricoltura dal 1955 al 19641 1955 Trattrici a quattro ruote 29 709 Trattrici monoassi e motofalciatrici . . . 59 628 11 925 Motopompe 8 358 Mietitrici-legatrici . . .

-- Mietitrebbia. .....

1 535 Aziende con mungitrici .

Cavalli da tiro .... 106 080 1

...

I960 ,

1961

1962

48 890

54 000

59 000

63.000 66000

85 022 13 122 10 368 769 12 587 89 400

-- -- -- 1 198 18 000 84 571

-- -- · -- 1 683 23 000 79 800

-- -- -- -- -- ' -- 2 500 2 093 27 000 29 000 73 100 68 300

1963

1964

Dati statistici e valutazioni agricole pubblicati dalla Segreteria dei contadini svizzeri (SCS), in Brugg.

1.4 Produzione e approvvigionamento con derrate alimentari Uno degli scopi perseguiti dalla nostra politica agricola consiste nel mantenimento di una superficie coltivabile e di una produzione agricola ido¬ nee ad assicurare, in stato d'emergenza, l'approvvigionamento del paese con derrate alimentari indigene. Per questa ragione, allo sviluppo della produ¬ zione agricola dev'essere volta una particolare attenzione.

È innanzitutto opportuno rilevare che il reddito lordo definitivo del- ,, l'agricoltura nazionale è aumentato considerevolmente in quest'ultimi, anni.

Nel 1964, esso raggiunse approssimativamente la somma di 3,6 miliardi di franchi, valore equivalente ad un rialzo del 9% rispetto all'anno precedente (cfr. tavola no. 5).

412 Tavola 5 , Reddito lordo definitivo dell'agricoltura svizzera1 Valons Quantità Produzione vegetale Produzione Prod.

Prod.

Totale Totale in vegetale animale in milioni animale in mio di fr.

di fr.

mio di fr.

% Indice 1939 = 100 1936/40 314 24 986 1 300 107 98 100 1951/55 631 1 819 26 2 450 146 102 112 1960/64 836 26 2 397 3 233 158 132 124 1955 651 25 1 946 2 597 144 103 112 1959 773 26 2 248 3 021 153 115 124 1960 783 26 2 187 , 2 970 164 120 130 1961 768 25 2 288 3 056 148 122 128 1962 884 27 2 353 3 237 164 124 133 1963 1 813 25 2 490 3 303 152 132 126 1964 931 2 666 26 3 597 164 126 135 1 Cifre provvisorie.

Anni

Per reddito lordo definitivo s'intende il valore pecuniario di tutti i pro¬ dotti del settore agricolo, realizzato mediante lo smercio ai non agricoltori o il consumo nelle economie domestiche rurali. L'aumento, comprovato da dati statistici, è dovuto parzialmente al rialzo dei prezzi pagati al produttore.

La modificazione reale della produzione agricola è espressa nell'indice della quantità, riprodotto nella tavola 5. Trattasi di un indice elaborato in base ai prezzi medi delle quantità di prodotti determinanti il reddito lordo defini¬ tivo. Secondo tale indice, la quanittà dei prodotti agricoli ottenuti nel quin¬ quennio 1951/55 al 1960/64 è accresciuta del 18% ovvero, annualmente, di circa il 2%. Va parimente osservato che l'aumento dei prodotti animali (latTavola 6 Superficie coltivata (in ha)1

Anno

1939 1955 1961 1962 1963 1964 ,

1

Cereali Cereali da panificabili foraggio 114 733 123 500 129 890 128 000 126 680 127 380

22 173 46 940 50365 57 170 51 270 49 570

Patate

Barbabie¬ tole da zucchero

Colza

. 47 321 50 997 48 000 47 000 45 000 43 000

3 207 5 520 5 052 4 862 6 907 7 590

41 3 249 5 670 5 687 6 398 6 400

Dati statistici e valutazioni agricole della SCS, in Brugg.

Totale Altri prodotti (escluso il della campi¬ granoturco d'insila¬ coltura mento) 21 826 26 646 22 219 21 841 21 765 21 090

209 301 256 852 261 196 264 560 258 020 255 030

413 te, carne, uova, ecc.) è leggermente superiore all'incremento dei prodotti ve¬ getali (cereali panificabili, patate, barbabietole da zucchero, frutta, ecc.), ciò che corrisponde tuttavia alle modificazioni strutturali della domanda. Ri¬ spetto però agli anni prebellici, caratterizzati da una scarsa campicoltura, la produzione vegetale segna, per contro, un aumento ragguardevole.

Durante l'ultimo decennio, è stata riscontrata, tanto nell'intera superfi¬ cie coltivata, quanto nella . ripartizione delle singole colture (cfr. tavola 6), una notevole stabilità, ancorché sia lievemente diminuita la superficie colti¬ vata a patate e leggermente aumentata l'area dedicata alle barbabietole da zucchero e alla colza.

L'incremento considerevole della produzione vegetale nonostante la sta¬ bilità della superficie coltivata è unicamente attribuibile al miglioramento del ricavo per ettaro (cfr. tavola 7).

Tavola 7

Ricavo in q per ha1

Anni 1926/30 1946/50 1956/60 1960/64 1960 1961 1962 1963 1964 1

'

Orzo primaverile Granoturco

Frumento autunnale

Segale autunnale

Avena

20,8 25,2 31,1 33,3

20,8 22,4 30,6 34,4

20,6 23,0 29,6 31,7

18,1 21,9 29,2 32,0

35,0 27,0 39,0 28,5 37,1

33,0 31,4 , 40,0 30,6 37,2

30,9 31,3 34,2 28,7 33,5

29,1 31,6 35,0 29,7 34,4

. 25,8 30,5 35,1 44,6 32,6 .

47,0 45,4 48,8 49,3

Patate 180 281 304 304 ' 302 275 · 328 314

Dati statistici e valutazioni agricole della SCS, in Brugg.

L'aumento della produttività per unità di superficie è stato eccezional¬ mente rapido negli ultimi quindici anni. Infatti, durante questo periodo, il ricavo in chicchi dei cereali è cresciuto, per il grano, del 33% e per il grano¬ turco, del 47%, mentre il ricavo per ettaro delle patate è aumentato del 69%. Il miglioramento della produttività è attribuibile tanto alle ricerche scientifiche, segnatamente nel campo della selezione delle sementi, quanto all'applicazione di metodi perfezionati di coltivazione e ad una concima¬ zione più intensiva.

L'incremento della produzione vegetale è espresso anche nel bilancio di approvvigionamento in derrate alimentari (cfr. tavola 8). In quest'ultimi an¬ ni, l'approvvigionamento di cereali panificabili e di patate indigene potè es¬ sere migliorato npn .soltanto rispetto al periodo prebellico bensì anche in

414 comparazione al quinquennio 1951/1955. Nella media quinquennale 1960/ 64, la quota della produzione indigena nel consumo è stata, per i cereali pa¬ nificatali, di circa il 60% e, per le patate da tavola, del 108%, rispetto al 48% e 95% durante il periodo 1951/55. Per contro, l'aliquota della produzione indigena nel consumo complessivo di derrate alimentari non ha subito mo¬ dificazioni considerevoli. Negli anni prebellici 1934/1936, il 52% del con¬ sumo totale di calorie era coperto dall'agricoltura nazionale; questa propor¬ zione è aumentata a 57% nel periodo 1951/55 e a 59% durante l'ultimo quinquennio.

Tavola 81 Produzione indigena in percento del consumo totale a 1926/30 1936/40 1951/55 145 95 100 84 96 89 77 48 70 43 16

I960

1961

1962

1963

1964

151 113 99 98 99 84 68 59.

59 23 14

154 109 99 89 98 82 72 47 58 22 12

149 107 99 92 89 81 66 63 55 21 11

147 104 99 92 84 82 68 52 58 27 17

141 111 99 81 90 69 65 64 56 32 21

Formaggio .... 176 Patate da tavola . .

81 Latte di consumo .

99 Burro 64 Carne suina . . . 94 Carne bovina . . . 92 Legumi . . . . . -- 25 Cereali panificatali .

Uova ......

65 Pollame ..... 46 Zucchero ......

4

150 89 99 93 96 95 -- 32 64 50 7

Calorie, in totale b

34/36 51/55 59/60 60/61 61/62 62/63 54 61 52 57 60 59

63/64 53

1

Dati statistici e valutazioni agricole della SCS, in Brugg.

a. In base alle quantità prodotte e, rispettivamente, consumate.

b. a contare dal 1959/60, cifre riportate ogni volta nell'anno agricolo inco¬ minciante il 1° luglio.

1.5 Incremento della produttività La produttività aumenta se migliora il rapporto quantitativo tra la pro¬ duzione e i mezzi di produzione impiegati. Nel precedente capitolo abbiamo accennato all'aumento del ricavo per ettaro e alle cause che lo spiegano.

La produttività del lavoro o le modificazioni della stessa costituiscono un valore comparativo di grande interesse per l'economia nazionale. Per stabi¬ lire la produttività dell'agricoltura occorre determinare la quantità dei beni agricoli prodotti, per persona esplicante un'attività. I più recenti dati di com¬ parazione sul numero delle persone (uomini e donne) esercitanti la profes-

415
sione principale nell'agricoltura sono forniti dai censimenti della popola¬
zione del 1950 e 1960. La produzione per lavoratore agricolo (calcolata nella media triennale) è aumentata del 57% dal 1950 al 1960, ciò che rappresenta un incremento annuo della produttività del lavoro di circa il 5,5%. Il miglio¬ ramento della produttività agricola può dunque sostenere favorevolmente il confronto con i risultati corrispondenti ottenuti in altri rami economici e costituisce un primato nella storia stessa dell'agricoltura. È tuttavia op¬ portuno rilevare che la produttività complessiva non è progredita allo stesso ritmo, essendo aumentati, in modo considerevole, gli altri mezzi di produ¬ zione (macchine, concimi, ecc.).

2. Situazione del reddito nell'agricoltura 2.1 Basi di valutazione È estremamente difficile valutare la situazione del reddito di un gruppo professionale così complesso come quello agricolo. Infatti, quasi nessun'altra attività economica è così strettamente vincolata alle condizioni natu¬ rali e climatiche del luogo di produzione. Aggiungasi inoltre che in questo settore economico la dispersione delle fonti di reddito è, per natura, enorme.

Anche ove siano disponibili risultati rappresentativi, occorre ancora procedere alla loro comparazione; ben arduo è quindi il compito di trovare a questo - problema una soluzione assolutamente soddisfacente, quanto a precisione e oggettività. Essa esigerebbe infatti un giudizio sui valori di comparazione tra le diverse attività, tra lo stato di conduttore aziendale e quello di salariato, tra le condizioni urbane e quelle rurali, tra il possesso di beni e la mancanza di proprietà immobiliare, tra lavoro e con¬ gedi disciplinati e mancanza di norme pertinenti, tra compiti ardui e meno ardui, ecc. È quindi forte la tentazione di affidare al legislatore e alle forze disciplinanti il mercato il compito di stabilire l'equilibrio.

Tuttavia non ci è lecito d'invocare tutte queste difficoltà per sottrarci in parte al compito che ci spetta. La legge sull'agricoltura prevede, per i pro¬ dotti indigeni di buona qualità, prezzi idonei a coprire i costi di produzione (di regola per un periodo di diversi anni), in un'azienda condotta razional¬ mente e ripresa a condizioni normali.

Dev'essere tuttavia tenuto conto, in virtù della citata legge, degli altri rami industriali, della situazione economica della popolazione estranea al¬ l'agricoltura
e delle possibilità di smercio. Il concètto di prezzo idoneo a co¬ prire i costi di produzione risulta dai lavori d'elaborazione della legge sul¬ l'agricoltura ed è stabilito nella pertinente ordinanza generale. Quest'ultima accorda, segnatamente al capo azienda e ai membri cooperanti della fami¬ glia, il diritto ad una retribuzione adeguata. Per la determinazione del diritto al salario, sono applicabili le disposizioni dell'articolo 47 dell'ordinanza sur- " riferita. Tali disposti enunciano il principio dell'eguaglianza del reddito lavo-

416 rativo con gli operai qualificati dell'indùstria e dell'artigianato, operanti in zòne urbane e semiurbane. I particolari del calcolo della retribuzione cui hanno diritto il capo azienda e i familiari cooperanti sono oggetto di un at-.

tento esame della «commissione verde», il rapporto della quale apparirà pre¬ sumibilmente l'anno prossimo.

Il principio dell'eguaglianza della retribuzione, stabilito nell'ordinanza generale sull'agricoltura, induce a determinare la situazione del reddito com¬ parando la rimunerazione lavorativa agricola per giorno di lavoro (appresso: «reddito lavorativo») con il salario, cui il lavoratore avrebbe diritto. I dati attenenti al reddito lavorativo sono forniti dai risultati contabili accertati dalla Segreteria dei contadini svizzeri. Ci restingeremo quindi ad illustrare sostanzialmente l'evoluzione del reddito lavorativo e la comparazione citata più sopra. Non intendiamo tuttavia affermare che altri dati e criteri, come ad esempio la formazione del patrimonio e del risparmio oppure l'evoluzione del consumo, siano di minore utilità per determinare la situazione del red¬ dito.

: Le rilevazioni contabili della Segreteria dei contadini svizzeri forniscono una vasta documentazione sui risultati delle aziende controllate. Il controllo si estese, negli ultimi anni, a 600 sino a 700 aziende con una superficie media coltivata, senza le foreste, di 13,3 ha oppure di 14,7 ha con le foreste. Un terzo circa di queste aziende era situato nelle regioni di montagna.

2.2 I risultati delle rilevazioni contabili . Il reddito lavorativo ottenuto a contare dal 1955 è indicato nella tavola 9,. separatamente per regione di montagna e regione di pianura. Il reddito lavorativo giornaliero è stabilito come segue: dal reddito agricolo comples¬ sivo per azienda (reddito del lavoro e del capitale) è innanzitutto dedotta una pretesa fissa all'interesse (nel 1964, A%%) sul capitale proprio; il reddito rimanente va poi diviso per il numero dei giorni di lavoro d'uomo compiuti nella famiglia rurale.

Nella tavola 9 la pretesa salariale è comparata al reddito lavorativo. A tale riguardo, è opportuno osservare che la questione di un eventuale diffe¬ renziamento del salario legale nelle regioni di montagna e di pianura rimane tuttora insoluta e sarà pertanto trattata dalla «commissione verde»
indicata più sopra. Chiariremo in seguito il calcolo della pretesa salariale.

Nella valutazione dei dati disponibili si manifesta avantutto l'impor¬ tante discrepanza tra il reddito lavorativo di pianura e di montagna. Le cause che la producono sono ovviamente di natura considerevolmente di¬ versa. Un influsso particolare sui risultati è dapprima esercitato dall'eteroge¬ neità delle condizioni del clima, della configurazione del terreno, della viabi¬ lità, delle costruzioni e della vastità parcellare. ' ,

417 Tavola 9 Reddito lavorativo per giorno di lavoro d'uomo nelle aziende a contabilità SCS e pretesa salariale Reddito lavorativo per giorno di lavoro d'uomo in franchi Montagna Tutte le aziende Pianura

Anno o media di un periodo 1955 1956 1957 1958 1959 1960 1961 1962 1963 1 1964

22.04 19.17 24.04 28.05 28.42 26.59 28.30 33.08 31.04 37.73

13.36 12.47 16.16 15.77 16.05 13.46 17.46 20.12 20.40 24.23

20.12 17.54 22.25 24.93 ' 25.31 ' 23.04 24.60 29.07 27.63 .

33.94

23.40 24.25 25.65 26.85 27.45 28.75 . 30.20 32.65 35.15 38.30

1955/57 1958/60 1959/61 1960/62 1961/63 .

1962/64 1 1955/59 1960/64 1

21.75 27.69 27:77 29.32 30.81 33.95 24.34 31.35

. 14.00 15.09 15.66 17.01 19.33 21.60 14.76 19.13

19.97 24.43 24.32 ' 25.57 27.10 30.20 22.03 27.66

24.43 27.68 28.80 30.50 32.70 . 35.40 25.52 33.01

1955 1963 1

Pretesa salariale Fr.

·

Numero delle aziende 433 146 579 472 235 707

Per il 1964: risultati di 525 aziende.

Assume poi una ragguardevole importanza anche l'esiguità della super¬ ficie media coltivata delle aziende di montagna con contabilità accertata; rispetto alle aziende di pianura, la differenza d'estensione era di circa 2,5 ha nella media degli anni 1961/1963. Tra questi elementi va particolarmente posto in risalto l'influsso particolare della configurazione del suolo; le re¬ gioni di montagna, costituite in gran parte da declivi, si prestano infatti dif¬ ficilmente alla motorizzazione. Le aziende montane sopportano, di conse¬ guenza, costi di manodopera superiori alla media, specialmente se conser¬ vano le forme tradizionali d'organizzazione aziendale. Va però osservato a tale riguardo che la configurazione sfavorevole del suolo non è unicamente riscontrata nelle regioni di montagna. Esistono infatti praticamente, numerose zone di transizione tra l'azienda di montagna e quella di pianura.

418 Discrepanze considerevoli sono parimente accertate tra le diverse classi d'estensione delle aziende (cfr. tavola 10). In zona di pianura, i redditi la¬ vorativi delle aziende da 10 a 15 ha sono stati superiori, negli ultimi 6 anni, di circa il 25 per cento a quelli della categoria di aziende da 5 a 10 ha, che, a loro volta, sono stati superati del 45% dal reddito lavorativo del gruppo di aziende di 15 a 30 ettari. Interessante è la comparazione di questi dati con i risultati corrispondenti .degli anni prebellici, essendo, a quell'epoca, ancora meno accentuata la differenza fra le singole classi. Questo accertamento coTavola 10 . Reddito lavorativo per giorno di lavoro d'uomo secondo le classi d'estensione aziendale Media delle aziende di pianura di

1960 1961 1962 1963

5-10 1 Fr.

20.63 21.99 24.52 25.19

10-15 1 Fr.

24.11 27.19 32.87 29.86

15-30 Fr.

30.64 31.17 .

36.94 34.06

1935/38 1 1955/59 1959/61 1960/62 1961/63 2 1962/64

4.43 18.80 21.20 22.38 23.90 26.45

4.92 22.33 26.35 28.06 29.97 32.20

5.63 29.47 31.65 32.92 .34.06 38.10

ha

Numero delle aziende 1961/63

Indice 1955/59 =: 100 Media delle iAziende iziende ( i mion5-10 1 10-15 1 15-30 nura 110 117 130 , 134

108 122 147 134

104 106 125 116

109 116 136 128

91 118 136 138

100 113 119 127 141

100 118 126 134 144

100 107 112 116 129

100 114 120 127 140

100 106 115 131 146

440

219

' 100

142

158

Indice, reddito lavorativo delle aziende di 5-10 ha = 100 127 100 111 1935/38 1 157 119 100 1955/59 149 124 100 1959/61 147 125 100 1960/62 143 125 100 1961/63 144 122 100 1962/64 1 2

Media delle aziende di pianura e di montagna.

Cifre provvisorie.

419 stituisce la prova che le grandi aziende familiari si sono adattate meglio e con maggior successo alle nuove condizioni economiche o tecniche e segna¬ tamente alla motorizzazione; ciò non esclude tuttavia, che anche le aziende di minore importanza possano incrementare la produttività, mediante una trasformazione strutturale della conduzione.

Un'altra importante costatazione è il continuo aumento, durante questi ultimi anni, del reddito lavorativo in ogni classe d'importanza delle aziende, tanto in montagna, quanto in pianura (cfr. tavola 10). Le comparazioni tra anni successivi non possono ovviamente costituire una prova assoluta, sic¬ come le condizioni atmosferiche sono frequentemente la causa di importanti fluttuazioni. È quindi necessario estendere i criteri di valutazione alla media pluriennale. Scegliendo come base di comparazione il periodo quinquennale 1955/1959, si riscontra che fino al 1962/1964 il reddito lavorativo è aumen¬ tato del 40% nella media delle aziende del piano e del 46% per le aziende montane. Tali aliquote corrispondono ad un rialzo annuo medio variante tra il 6,7% e il 7,7%. Durante l'ultimo quinquennio, furono favorevoli le annate 1962 e 1964 mentre il 1961 e 1963 non fornirono risultati soddisfa¬ centi a cagione delle sfavorevoli condizioni atmosferiche.

Il ragguaglio tra il reddito lavorativo e la pretesa salariale assume infine una particolare importanza dal profilo della politica agraria. La pretesa sa¬ lariale è determinabile giusta le disposizioni pertinenti dell'ordinanza gene¬ rale sull'agricoltura. Infatti, ai sensi dell'articolo 47 del testo legislativo suin¬ dicato, il capo azienda e i membri della sua famiglia .che lavorano nel¬ l'azienda dopo aver compiuto un tirocinio di agricoltore possono pretendere una retribuzione equivalente al reddito lavorativo medio di operai qualifi¬ cati delle regioni rurali e semiurbane. Gli altri collaboratori non qualificati (manodopera femminile e giovani ausiliari) possono esigere un salario equi¬ valente a quello corrisposto agli operai non qualificati. La pretesa salariale normativa è calcolata nel modo seguente: il reddito lavorativo settimanale degli operai (secondo la statistica salariale dell'INSAI) è diviso per 6; al reddito giornaliero, così ottenuto, va aggiunto il supplemento del 7%, previ¬ sto nel rapporto
intermedio della «commissione verde»; ne risulta la pretesa salariale di base lorda. Il supplemento intende compensare il lavoro di do¬ menica e parte del sabato, legittimante una rimunerazione maggiore, e accor¬ dare un'adeguata indennità di vacanze e di lavoro festivo. Dalla pretesa sa¬ lariale lorda va poi dedotta un'aliquota del 6%, equivalente al maggior po¬ tere d'acquisto dell'agricoltore, rispetto ai salariati degli altri rami econo¬ mici, in particolare circa le possibilità di alloggio e di approvvigionamento.

Si ottiene così la pretesa salariale di base netta, che, ad esempio, nel 1963 ammontò a 33 franchi. A questa somma va aggiunto il supplemento per il capo azienda; ne risulta quindi un valore di comparazione definitivo con il reddito lavorativo agricolo e cioè la pretesa salariale di base normativa.

Lindennità completiva al capo.azienda è volta a compensare particolar¬ mente quest'ultimo per i lavori d'organizzazione e di pianificazione spet-

420 tantigli; essa ammonta al 2% del reddito lordo dell'azienda, ciò che corri¬ sponde al 6,5% in ragguaglio alla pretesa salariale di base normativa del 1963. Dal calcolo così eseguito si ottiene quindi la pretesa salariale giorna¬ liera, che, ad esempio, ammonta a fr. 35,15 nel 1963.

23 Valutazione delle condizioni di reddito Ragguagliando il reddito lavorativo alla pretesa salariale è possibile va¬ lutare, con certe riserve, le condizioni di reddito nell'agricoltura, rispetto a quelle degli altri settori economici.

La tavola 11 indica il reddito lavorativo medio di tutte le aziende e, se¬ paratamente, delle aziende di pianura e di montagna, in per cento della pre¬ tesa salariale. Per agevolare la comparazione cronologica (verticale, nella tavola), a base di calcolo è stata scelta la media triennale. I dati esposti consentono una costatazione importantissima, da una veduta di politica agri¬ cola: durante gli ultimi 7 o 8 anni, l'agricoltura ha infatti potuto partecipare, nella stessa misura dei salariati dell'industria, all'aumento generale dèi red¬ dito lavorativo, come lo dimostra il corso pressoché uguale nei due settori delle curve ascendenti del reddito.

Tavola 11 Reddito lavorativo in % della pretesa salariale Media degli anni

1

Pianura 1955/57 1958/60 1959/61 1960/62 1961/63 1 1962/64 1955/59 1 1960/64

1 89 100 96 96 94 96 95 · 95

|

Aziende Montagna 57 55 54 56 59 61' 59 58

j

In totale ;

82 88 84 84 83 85 86 84-

^Dati provvisori.

Nota: Riguardo alla pretesa salariale differenziata, vedi chiarimenti nel contesto.

Comparando l'ultimo periodo quinquennale 1960/64 alla seconda metà degli anni 50, si può riscontrare che gli agricoltori di pianura hanno potuto conservare il loro vantaggio relativo costituito dal 95% della pretesa sala¬ riale; per contro, ragguagliando il triennio più recente (1962/64) al triennio

421 1955/57 va rilevato un sensibile progresso, espresso nel valore di 96% ri¬ spetto a 89%. Come già v'accennammo le condizioni atmosferiche possono avere avuto un influsso tale sui dati che talvolta il compenso integrale non è nemmeno attuabile entro un unico periodo triennale. Nella media di tutte le aziende, il rapporto tra il reddito lavorativo agricolo e la pretesa salariale è sceso, dal 1955/59 al 1960/64, dall'86% all'84%. A tale riguardo va tutta¬ via osservato che la quota delle aziende con contabilità accertata è aumen¬ tata, nel periodo suindicato, di circa Y, producendo un effetto legger¬ mente sfavorevole sulla media del reddito lavorativo nell'agricoltura. Nelle aziende di pianura con contabilità accertata, il reddito lavorativo- rag¬ giunge una proporzione pari al 95-100% della pretesa salariale, prevista nel¬ l'ordinanza generale. È tuttavia opportuno considerare che le grandi aziende sono molto più numerose in pianura. Nelle aziende di montagna invece, la parificazione del salario effettivo a quello normativo è ben lungi dall'essere attuata. La grave discrepanza delle condizioni salariali in pianura e in mon¬ tagna ha costretto pertanto il Consiglio federale ad adottare particolari provvedimenti a favore delle regioni di montagna, di cui riparleremo più avanti.

Le differenze di reddito lavorativo tra montagna e pianura, dà una parte, e tra aziende piccole e grandi, dall'altra, devono ancora essere consi¬ derate da un altro aspetto. Infatti, il reddito lavorativo agricolo costituisce solo una parte degli introiti dell'agricoltore. La parte rimanente è composta del profitto di capitale (interesse sul capitale aziendale proprio) e del guada¬ gno accessorio. Il reddito lavorativo e l'interesse sul capitale costituiscono il reddito agricolo (di cui, nella media degli anni 195&/62, il reddito lavora¬ tivo rappresentava l'81 %). Il guadagno accessorio, onde fruisce circa il 95% delle aziende con contabilità accertata, consta invece del guadagno fisso (lavoro retribuito fuori dell'azienda, rimunerazione per l'esercizio di Tavola 12 Guadagni accessori fissi per azienda nel 1963 ' Classe di grandezza delle aziende 2-5 5-10 10-15 15-30 Media di tutte le aziende

Aziende di pianura del reddito Fr. per anno % agricolo

Aziende di montagna del rèddito Fr. per anno % agricolo

3 995 2158 1 753 2 397

39,4 16,5 , 10,5 10,2

4023 3 054 3 097 2490

2221

11,9

2976

.

51,4 30,6 25,9 17,4 25,2

.Indagini contabili eseguite nelle aziende agricole durante il 1963 dalla SCS in
Brugg. ·
Foglio Federale, 1965, Voi. Ili

422 Tavola 13 Reddito, consumo e risparmi, in media, per azienda Anni

Reddito Guadagno Reddito totale agricolo 1 accessorio 2 Fr.

Fr.

Fr.

Consumo familiare Fr.

Aumento per 1 anno del patrimonio Fr.

Azienda di pianura 2

·

1960 1961 1962 1963 1960/63

16516 17 408 19 560 19 118 18 151

4 183 ' 20 699 5 727 23 135 6 539 26099 4 879 23 997 5 332 23 483 Aziende di montagna3

14 631 15 046 16Ö63 16 952 15 673

6068 8 089 10036 7045 7 810

1960 1961 1962 1963 1960/63

8 643 10 410 11489 12 005 10 637

3 674 3 762 4 394 5 212 4 261 Media di tutte

9 591 10060 10 904 11633 10 547

2 726 4112 4979 5 584 4351

1953/57 1955/59 · 1957/61 1962/63

12 519 13 801 14964 16 994

1 691 - 1 940 2 592 3 900

12317 14172 15 883 17 217 14898 le aziende 14210 15 741 17 557 20 894

11252 .11922 12785 14 852

2958 3 819 4771 6042

94 100 107 125

77 100 125 158

Indice, 1955/59 = 100 1953/57 ' 1955/59 1957/61 1962/63

91 100 108 123

87 100 134 201

90 100 112 133

\ Reddito lavorativo più l'interesse sul capitale proprio (compreso il reddito dell'economia domestica).

2 Comprese le alienazioni di terreno, le eredità e i regali.

3 Soltanto le aziende riscontranti guadagni accessori : queste costituivano, nel 1963, il 93% delle aziende di pianura e il 98% delle aziende di montagna.

(Dati rilevati dalle indagini contabili nelle aziende agricole [diverse annate], eseguite dalla SCS, in Brugg) funzioni ufficiali, attività artigianale secondaria, profitto dai capitali inve¬ stiti, prestazioni patriziali, rendite AVS e indennità sociali) e delle entrate straordinarie (guadagni conseguiti nell'alienazione di terreni, eredità, ecc.).

Va subito rilevato che il guadagno accessorio, e segnatamente quello fisso, è più elevato nelle aziende minori e in quelle di montagna che non nelle

423 aziende di pianura o nelle maggiori aziende medie (cfr. tavola 12). Per que¬ sto motivo le discrepanze nel reddito complessivo sono meno accentuate di quelle riscontrate nel reddito lavorativo.

I guadagni accessori assumono pertanto un'importanza particolare nella situazione economica delle aziende montane. Nella media degli anni 1960/ 1963, il guadagno accessorio costituiva, in queste aziende, il 40% del reddito agricolo; il guadagno accessorio fisso ne costituiva, da solo, circa il 30% (cfr. tavola 13). L'incremento delle possibilità di guadagno accessorio è ap¬ punto particolarmente importante nelle regioni di montagna, dove, all'au¬ mento della produttività, sono posti limiti severi dalle sfavorevoli condizioni naturali.

Grazie, in gran parte, al guadagno accessorio, le aziende di montagna con contabilità accertata hanno potuto realizzare, durante l'ultimo qua¬ driennio 1960/1963, una media di 17 400 franchi di risparmio per azien¬ da, rispetto però a 31 200 franchi per le aziende di pianura. Nelle regioni di montagna, l'aumento del patrimonio è stato tuttavia consentito da una con¬ siderevole riduzione del consumo casalingo in rapporto al numero regolar¬ mente elevato dei familiari (cfr. tavola 13). La necessità di costituire un capitale per il fabbisogno dell'azienda, ha un influsso particolare sul con-, sumo privato nella famiglia rurale. Riguardo all'impiego dei risparmi conse¬ guiti, osserviamo inoltre che, in molti casi, soltanto una loro esigua parte è stata investita come tale mentre la parte preponderante è stata im- ' piegata per migliorare l'economia aziendale e domestica come anche per gli acquisti privati. Ciò spiega il sentimento di rammarico espresso dalle fa¬ miglie rurali nel dover rinunciare ad una rapida espansione, nonostante le ingenti economie realizzate. Ove si considerino, nella tavola 13, i dati per azienda, è necessario tenere conto che i redditi sono stati ottenuti me¬ diante la collaborazione di tutti i familiari e non unicamente da un gruppo limitato di manodopera. Nel 1963, infatti, l'opera prestata dai membri co¬ operanti della famiglia alla realizzazione dei redditi è stata, nella media di tutte le aziende, di 1,6 unità di manodopera (1 unità equivale a 300 gior¬ nate di lavoro d'uomo).

Nel corso dell'ultimo decennio, i guadagni accessori hanno beneficiato
di un aumento manifestamente più forte del reddito agricolo. Durante il ' 1962/1963 (media biennale), essi hanno infatti raggiunto il doppio del risul¬ tato medio ottenuto durante il quinquennio 1955/1959, mentre il reddito agricolo e il consumo privato si sono accresciuti, pressoché nelle stesse pro¬ porzioni, di appena il 25 per cento. La tavola 13 rileva inoltre che i risparmi annui, durante lo stesso periodo, aumentarono del 58 per cento. Per quanto concerne il patrimonio aziendale, è necessario osservare che le aziende con contabilità accertata disponevano in media di un patrimonio agricolo netto (e cioè previa deduzione dei debiti) di 84 000 franchi ciascuna, tenendo tut¬ tavia conto del valore di ripresa dell'azienda e non del valore venale.

424 Operando tali comparazioni e analisi non va comunque dimenticato che i dati concernono un numero relativamente esiguo di aziende, la cui conta¬ bilità è accertata. I risultati pertinenti possono però senz'altro essere consi¬ derati superiori alla media nazionale. Questa considerazione non è unica¬ mente avvalorata dalla considerevole superficie media di queste aziende, superiore del 30-50 per cento alla media di tutte le altre, bensì anche da altri fattori, come, ad esempio, la maggiore proporzióne di manodopera qua¬ lificata. Ci si può tuttavia parimente chiedere in quale misura queste aziende soddisfino al principio di «aziende condotte razionalmente». La risposta dipende in gran parte dal criterio di valutazione; la legge sull'agricoltura stabilisce tuttavia una chiara correlazione tra aziende razionali e pretesa di salario normativo, problema che presentemente è oggetto d'uno studio ap¬ profondito. Per i motivi esposti più sopra, i risultati riscontrati nelle aziende con contabilità accertata non sono ovviamente applicabili all'insieme del¬ l'apparato agricolo. Per contro, la comparazione cronologica (verticale) del¬ l'evoluzione economica durante alcuni anni, consente una valutazione mi¬ gliore della situazione agricola.

Per compendiare le considerazioni esposte, osserviamo che negli ultimi 7 o 8 anni il reddito lavorativo agricolo è aumentato pressoché di pari passo con il reddito lavorativo dei salariati industriali, ma ha raggiunto sol¬ tanto circa il 95% della pretesa salariale normativa e ciò unicamente nella media delle aziende accertate di 13-13,5 ha di terrene) coltivabile e non nelle regioni montane. Occorre inoltre rilevare la considerevole disparità delle fonti del reddito agricolo, segnatamente tra le singole classi d'impor¬ tanza delle aziende. Infine, per valutare equamente le condizioni del reddito agricolo è necessario tener conto, oltre al reddito lavorativo, anche di altri fattori, come il capitale, il guadagno accessorio, il risparmio (compreso il consumo e la fluttuazione dèi patrimonio). Riguardo a tali fattori, osser¬ viamo inoltre che le indagini operate dalla Segreteria dei contadini svizzeri forniscono dati preziosi, mentre esiste solo in parte un'analoga documenta¬ zione comparativa per altri rami economici.

B. Provvedimenti federali di politica agricola All'inizio del presente rapporto, abbiamo rilevato che uno degli scopi principali di politica agricola consiste'appunto nel miglioramento fondamen¬ tale della produzione. Trattasi di sostenere gli sforzi dell'agricoltura, intesi ad accrescere la capacità competitiva e la produttività. Sarà quindi data una importanza preponderante alle misure a lunga scadenza.

Negli ultimi anni hanno tuttavia assunto una considerevole importanza anche quei disposti, richiesti parzialmente dall'aumento dei prezzi e dei còsti di produzione, intesi ad assicurare, più direttamente e a più breve scadenza, il reddito agricolo. In sostanza, questi provvedimenti furono adottati, nel-

425; . L'ambito di una politica dei prezzi e dello smercio dei prodotti, mediante i mezzi classici dell'assicurazione del mercato, del disciplinamento dell'impor¬ tazione e della assegnazione di contributi calmieristici. La politica dei prezzi consente parimente di controllare la produzione, assicurando, da una parte lo smercio di prodotti rispondenti alle esigenze del mercato e, d'altra parte, · l'approvvigionamento del paese.

Le misure adottate, negli ultimi anni, a favore delle regioni di monta¬ gna, Sono state continuamente estese, ed anche allo sviluppo dei provvedi¬ menti di natura sociale è stata volta la necessaria attenzione.

1. Provvedimenti intesi ad incrementare la produttività 1.1 Formazione professionale e consulenza 1.1.1 Formazione professionale La formazione professionale dell'agricoltore è assicurata avantutto dai corsi di perfezionamento agricolo e dalle scuole di agricoltura annuali e invernali. Altre possibilità di perfezionamento sono inoltre offerte dalle scuole specializzate di arboricoltura, viticoltura, orticoltura, avicoltura e tecnica lattiera. La tavola seguente dà un compendio sull'evoluzione nume¬ rica degli allievi e sul numero degli esami professionali, di fine tirocinio e di maestro. Numero degli allievi o dei candidati 1964 1955 .

I960 2936 2622 2805 Scuole annuali e d'inverno . . . . . .

. . .303 · 268 324 Scuole specializzate 510 664 790 Esami di fine tirocinio1 . . . . . . .

Esami professionali1 . . .

406 419 491 Esami di maestro1 .

. . .

33 93 106 1
Solamente formazione agricola in generale, senza specializzazione.
Nella valutazione dei dati esposti occorre tuttavia tener conto del con¬ tinuo regresso numerico delle persone esercitanti un'attività nell'agricoltura.

Durante gli ultimi anni, soltanto circa la metà delle giovani leve degli agri¬ coltori ha frequentato una scuola agricola annuale o invernale; tale propor¬ zione è quindi ancora insufficiente. Considerate le esigenze sempre maggiori poste alla professione dell'agricoltore, occorre assolutamente che a quest'ul¬ timo sia data una solida formazione professionale e che, di conseguenza, sia aumentato il numero degli allievi nelle scuole d'agraria, tanto più che a tale riguardo, i presupposti finanziari sono adempiuti. La Confederazione assume infatti dal 30 al 50% (secondo la capacità finanziaria dei Cantoni) delle spese d'esercizio delle scuole di agricoltura e partecipa alla costruzione di questi istituti nella misura del 10 al 20%. Ma le prestazioni federali, con¬ formemente alle due mozioni presentate, l'unà, al Consiglio nazionale, l'altra, al Consiglio degli Stati, dovranno ancora essere accresciutej il che implicherà una modificazione dell'articolo 24 della legge sull'agricoltura, al fine di

426 consentire ai Cantoni, nei quali è considerevole l'interesse alle scuole di agraria, di soddisfare alle esigenze poste.

La partecipazione della gioventù rurale ai corsi di perfezionamento agricolo è più completa. Siamo pertanto intenzionati a istituire scuole agri¬ cole professionali (finora designate scuole di perfezionamento), mediante l'emendamento previsto dell'ordinanza,concernente la formazione professio¬ nale e le ricerche agrarie. Tali corsi devono essere accessibili, in futuro, a tutta la nuova leva dell'agricoltura ed essere idonei ad incrementare mag¬ giormente la stretta attinenza tra l'insegnamento teorico e la formazione pra¬ tica.

, Il 30 giugno 1964, è stato conchiuso un concordato intercantonale per la costruzione e l'esercizio di una scuola tecnica superiore d'agraria a Zollikofen cui hanno finora aderito 19 Cantoni. Il tecnicum è inteso ad assicurare la formazione del corpo insegnante delle scuole professionali, dei consulenti · agricoli e degli specialisti dei diversi rami dell'agrotecnica. Conside¬ rata la progressione dei lavori preparatori, è presumibile che l'insegnamento avrà inizio nel 1968. L'istituzione della scuola tecnica agricola superiore, colma una lacuna nella formazione professionale degli agricoltori; la gio¬ ventù idonea avrà infatti la possibilità di arricchire l'istruzione professio¬ nale e l'apparato agricolo potrà soddisfare la necessità di formare il perso¬ nale tecnico e i consulenti agricoli richiesti.

1.1.2 Consulenza agricola A contare dal 1959, il sistema della consulenza agricola è stato consi¬ derevolmente esteso e consolidato cosicché un numero ragguardevole di consulenti prestano ormai la loro opera. Gli agricoltori hanno inoltre viep¬ più fiducia nei vantaggi offerti dalla consulenza tecnica e vi ricorrono più assiduamente.

è stata segnatamente sviluppata la consulenza tecnica riguardo all'eco¬ nomia pecuaria nelle regioni di montagna (cfr. tavola 15). Lo sviluppo è stato * attuato, in parte preponderante, mediante gli stretti rapporti, stabiliti nell'or¬ dinanza concernente l'allevamento del bestiame bovino e del bestiame mi¬ nuto, tra la consulenza agricola e la concessione dei sussidi intesi a miglio¬ rare l'allevamento e l'igiene del bestiame. In questo modo, più di un terzo dei tenutari di bestiame bovino delle regioni di montagna
hanno potuto be¬ neficiare del servizio di consulenza agricola.

È stato possibile, durante questi ultimi anni, ottenere, per il servizio di consulenza, la.collaborazione di agricoltori d'ottima formazione pratica, an¬ corché privi di studi universitari. L'istruzione e il perfezionamento dei con¬ sulenti spetta alle due centrali per la consulenza agricola, l'una in Küsnacht ZH, per la Svizzera tedesca, e l'altra in Losanna, per la Svizzera francese ed italiana. Esse elaborano inoltre la documentazione necessaria, approntano il materiale di dimostrazione e provvedono alla valutazione dei dati d'econo¬ mia aziendale, mediante ordinatori elettronici.

427 Tavola 14 Numero dei consulenti occupati nell'agricoltura e sussidi federali alla consulenza agricola . 1959 Numero dei consu¬ lenti: Ingegneri agronomi .

Altri collaboratori: Reg. di montagna ..

altre regioni Sussidi ai Cantoni e . alle organizzazioni alle due centrali...

Totale

1961

1963

1964

120

126

121

120

76 8

120 33

149 43

172 46

135 626 316 896 - 452 522

320 664 617062 937 726

671 462 911 118 1 582 580

800 658 1 207099 2007 757

Le centrali sottostanno all'Associazione svizzera per il promuovimento della consulenza tecnica nell'agricoltura (ASCA). Ne furono promotori i Cantoni, le organizzazioni agricole e le società di consulenza tecnica. Re¬ centemente, oltre alla consulenza generale, l'ASCA si occupa, ancorché limi¬ tatamente, anche dell'economia domestica rurale. Al finanziamento delle centrali, la Confederazione partecipa con un'aliquota dell'85 all'88% e as¬ sume parimente, secondo la capacità finanziaria dei singoli Cantoni, dal 30 al 50% delle spese per la consulenza agricola generale d'ambito cantonale.

Il contributo federale alla consulenza zootecnica è pari al 50-75% delle spese.

1.2 Esperimenti e ricerche agricoli \ .

.

La ricerca agricola, promossa dalla Confederazione, è affidata preci¬ puamente agli istituti della scuola d'agricoltura e del genio rurale del Poli¬ tecnico federale e alle stazioni federali d'esperimenti agricoli. Le indicazioni che esporremo sono limitate alle stazioni d'esperimenti, che, oltre allo svol¬ gimento di ricerche e d'esperimenti scientifici e tecnici, sono parimente inca¬ ricate dell'esame e del controllo delle materie ausiliarie dell'agricoltura ed esplicano inoltre una certa attività nel campo della consulenza. È tuttavia opportuno osservare che delle ricerche agricole non si occupano unicamente le stazioni sperimentali, bensì anche le organizzazioni agricole ed altre cer¬ chie interessate, come, segnatamente, l'industria privata nel campo della lotta antiparassitaria, della costruzione di macchine agricole, del foraggia¬ mento e della concimazione.

428 Le stazioni sperimentali sono state considerevolmente sviluppate nell'ul¬ timo decennio. Sono stati infatti acquistati diversi terreni ed è stata inoltre decisa la costruzione di nuovi'edifici, fra cui alcuni già sono utilizzati. In ordine cronologico, le principali disposizioni legali adottate in questo campo sono le seguenti: -- Ampliamento della stazione sperimentale dell'industria del latte di Liebefeld-Berna (1 070 000 franchi; DF del 3 giugno 1957, FF 1957, 846); -- istituzione di un caseificio sperimentale a Uettligen (1 750 000 franchi; DF del 7 dicembre 1962, FF 7962,191,7); -- spostamento e ingrandimento della Stazione federale d'agraria speri. mentale di Zurigo-Oerlikon (31 230 000 franchi; DF del 17 settembre 1963, FF 7963, 1455); ; -- acquisto di «Les Fougères» a Conthey, come tenuta per esperimenti agricoli concernenti l'arboricoltura e l'orticoltura (12,5 ha, 1 780 000 franchi; DF del 17 settembre 1963, FF 7963,1451); -- acquisto della tenuta «Unterer Sandhof» in Wädenswil (7 ha, 2 005 000 franchi; DF del 18 settembre 1963, FF 1963, 1453); -- acquisto di tre parcelle a Changins-sur-Nyon (7,4 ha, 1 263 000 franchi; ' . DF del 18 giugno 1964, FF 1964 1,1121); -- acquisto di fondi a Grangeneuve/FR, dove dev'essere trasferita l'ammi¬ nistrazione della stazione sperimentale di Liebefeld-Berna e istituita una nuova stazione federale per la tenuta e l'alimentazione del bestiame (68,7 ha, 1 287 000 franchi; DF del 2 giugno 1964, FF 1964 I, 1119); -- acquisto di terreni a.Epalinges dove dev'essere trasferita la sede della stazione di Losanna-Montagibert e costruita una nuova stazione speri¬ mentale (7,6 ha, 6 400 000 franchi; DF dell'8 dicembre 1964, FF 1964 II, 2511).

Per l'attuazione di questi progetti, l'Assemblea federale ha votato cre¬ diti d'opera d'un ammontare complessivo di 46.785.000 franchi, durante gli anni dal 1955 al 1964. Nell'ambito del bilancio di previsione, sono stati concessi altri-crediti per una* somma totale di 10.300.000 franchi a favore delle stazioni sperimentali e per l'acquisto di piccole parcelle o · fondi e per trasformazioni.

Inoltre, al Parlamento è stato sottoposto un disegno che propone d'isti¬ tuire a Wädenswil un nuovo edificio per lavoratori agricoli. Nel piano di Magadino è stata - acquistata una . tenuta destinata all'ampliamento della sottostazione
agricola nel Ticino. Su quest'ultimo progetto, come anche sui crediti d'opera per gli edifici a Grangcneuve e a Epalinges, le Camere do¬ vranno ancora pronunciarsi. Mediante l'aumento dei contributi federali all'Istituto svizzero per le macchine rurali e l'agrotecnica (IMA) e un sen¬ sibile sviluppo della consulenza in materia d'edilizia, è stata trovata una socl. , disfacente soluzione di transizione. Presentemente, è oggetto di studio la questione circa l'opportunità d'istituire una stazione federale per l'agrotec¬ nica, la meccanizzazione e le costruzioni rurali.

429 Le spese annuali per le stazioni sperimentali hanno riscontrato un au¬ mento sensibile. Da 5,1 milioni di franchi, accertati nel 1955, esse aumen¬ tarono, nel 1964, a 11,5 milioni di franchi, cioè, in altri termini, di più del doppio. Nello stesso periodo, l'effettivo del personale si e accresciuto del ;30%, passando da 340 a 445 unità. È presumibile, per il futuro, che tali spese ed effettivi continuino ad aumentare, proporzionatamente allo sviluppo im¬ presso a questi stabilimenti.

Per mancanza di spazio ci è difficile illustrare esaurientemente i com¬ piti svolti dalle stazioni sperimentali. D'altra parte, l'annuario agricolo della [Svizzera pubblica periodicamente un rapporto sul loro operato. Ci limitiamo quindi ad osservare che, grazie ai nuovi metodi,di selezione delle sementi nella campicoltura, orticoltura, frutticoltura e viticoltura, alle conoscenze acquisite sull'impiego razionale delle materie ausiliarie (sementi, concinni, foraggi, prodotti protettivi), alla ricerca dei metodi di cura e di coltivazione più idonei, alle scoperte scientifiche nel campo della conservazione dei fo-raggi, deh foraggiamento e dell'igiene del bestiame, allo studio dei problemi di valorizzazione dei prodotti, ecc., l'agricoltura ha beneficiato di un miglio¬ ramento strutturale della produzione, il quale, tradotto in reddito agricolo, .costituisce un valore multiplo delle spese annualmente sopportate dalla Con¬ federazione.

è ovvio che la contribuzione federale è unicamente giustificata nella mi" sura in cui è efficace l'effetto dei mezzi finanziari Impiegati. È quindi ;estremamente importante che la ricerca agricola sia adeguatamente pia¬ nificata e coordinata. Ancorché questo problema sia sempre stato trattato Icon la dovuta considerazione, il Dipartimento federale dell'economia pub¬ blica ha recentemente intensificato gli sforzi intesi ad ottenere una coordina¬ tone idonea,, non solo, a sviluppare l'operato armonico delle sei stazioni sperimentali, bensì parimente a stabilire e a rafforzare i contatti con l'ester;no e segnatamente con gli istituti universitari collaboranti. Tali sforzi ver¬ ranno ancora intensificati ed assumeranno vieppiù importanza.

1.3 Bonifiche fondiarie · Nell'ambito generale delle bonifiche fondiarie, la Confederazione pro'muove, con la concessione di sussidi, una serie di
provvedimenti intesi a mi¬ gliorare la struttura dell'agricoltura. L'aiuto federale è precipuamente volto all'attuazione di raggruppamenti parcellari, nonché alla costruzione di stra¬ de agricole e di edifici rurali. Sono inoltre sussidiabili altri lavori di bonifica fondiaria d'ogni natura, che, nonostante la loro minore importanza, costitui¬ scono nondimeno un vantaggio ragguardevole per gli aventi diritto alle pre¬ stazioni. La tavola 15 dà un compendio della natura e della vastità delle bo¬ nifiche fondiarie che, a contare dal 1959, hanno beneficiato di sussidi fede¬ rali. I dati esposti forniscono indicazioni sul numero e sull'ampiezza dei progetti messi annualmente in esecuzione e beneficianti dei contributi della Confederazione.

430 Tavola 15 Bonifiche fondiarie sussidiate dal 1959 al 1964 Superficie, lunghezza o quantità 1 Natura della bonifica

1. Raggruppamenti par¬ cellari .......

(di cui solo rettificazio¬ ni) 2. Strade 3. Edifici di colonizzazione 4. Acquedotti 5. Razionalizzazione de¬ gli edifici .

6. Risanamento di stalle .

7. Risanamento di fattorie 8. Prosciugamenti....

9. Edifici di alpeggio . . .

10. Correzioni di torrenti e canalizzazioni ....

11. Caseifici di villaggio . .

.12. Elettrodotti . . ...

13. Impianti d'irrigazione .

14. Dissodamenti ....

15. Alloggi per il personale 16. Canali d'irrigazione . .

17. Impianti di distribuzio¬ ne di colaticcio . . . '.

18. Condotte per il latte . .

19. Teleferiche ......

20.' Impianti di viticoltura .

21. Altre bonifiche ....

22. Concimaie 23. Cinte 24. Rustici Totale 1

Media 1959/1963

1964

Sussidi federali assegnati Media 1959/63 Fr.

1964 Fr.

1964 % spese

16432 ha 21 543 ha 14 321 290 15 203 470

41.2

(2 972 ha) (2 384 ha) 124,3 km 195,7 km 45 103 248,7 km 266,1 km

(144 335) 6010714 2 342 632 4 571 690

(151 595) 13 943 433 7 811 358 7 632 636

35,0 36.8 23,4 31.6

609 594 2765 537 666 968 3 072 882 1,644 910

4 828 224 2965 325 2 882410 2 803 044 2436768

26.4 21.9 28.7 34.8 31.0

90,6 km 105,1 km 2 285475 1 999115 566137 984 850 17 24 405 485 877 249 103,7 km 136,9 km 620710 673 160 313 ka 479 ha 130 ha 119 ha 216 896 . 440052 25 205 896 362975 21 512780 313 900 11621 m 9 098 m

35.1 25.9 21.3 25,9 35.5 21,7 41,9

28 473 m 21 580 m 16 633 m 48 464 m 9 882 m 7 029 m 5 6 7 3 3 497 m 1 332 m3 7443 m 7160 m 1 4

278 304 247 850 161 350 123 995 121 300 76 967 20151 11 250

27,1 38,3 32,0 25,5 31.3 26,5 28.4 15,0

41 731 505 67 199 136

31,5

21 282 18 1 389 ha 89

137 189 50 871 ha 97

--

237 570 63 046 275 027 110 390 142 857 28 085 11469 43 465

Progetti rimessi in esecuzione ogni anno.

L'efficacia dei lavori di bonifica fondiaria, compiuti recentemente, è confermata, in generale, da un aumento considerevole della produttività. È stata segnatamente intensificata l'attuazione dei principali miglioramenti strutturali, come raggruppamenti parcellari, risanamento e rinnovazione di edifici, colonizzazione e costruzione di nuove strade agricole. Nell'ambito , dei raggruppamenti parcellari, l'opera avviata avrebbe progredito con mag¬ giore rapidità se non fosse stata ostacolata da una accentuata carenza di

431 personale specializzato. I presupposti finanziari per l'acceleramento dei la¬ vori in cantiere sono invece dati e i sussidi federali sono regolarmente completati mediante contributi cantonali e, ove occorra, comunali. I sussidi dei Cantoni a capacità finanziaria forte o media corrispondono alle presta¬ zioni federali, mentre le prestazioni dei Cantoni a debole capacità finan¬ ziaria ammontano almeno a 3/5 dell'aiuto federale; di massima, essi sono però compensati da una partecipazione della Confederazione, manifesta¬ mente superiore alle prestazioni medie. Con la revisione dell'ordinanza del 29 dicembre 19541 sulle bonifiche fondiarie, le aliquote massime dei sussidi federali furono nuovamente aumentate e ammontano ora per i. raggruppa¬ menti parcellari, al 35-40% delle spese nelle regioni di pianura e al 50% nelle zone di montagna; per gli edifici di colonizzazione, la sistemazione delle fat¬ torie e il rinnovamento dei fabbricati, le quote sono state stabilite, nel primo caso, al 25-30% e, nel secondo caso, al 40%. Occorre ancora illustrare, qui di seguito, l'evoluzione della situazione, riscontrata nei principali settori delle bonifiche fondiarie.

1.3.1 Raggruppamenti parcellari, strade e acquedotti La tavola 16 illustra l'opera svolta, a contare dal 1955, nel campo dei raggruppamenti parcellari.

Tavola 16 Raggruppamenti parcellari, strade, vie e acquedotti, sussidiati nel periodo .1955/1964 Raggruppamenti parcellari

1955 1956 1957 1958 1959 1960 1961 1962 1963 1964

Strade e vie

Acquedotti

Totale ha

di cui solo rettificazioni ha

km

km

11452 10 399 8 827 9 968 25 239 12 982 17 483 12447 14011 21 543

1 978 --, -- 6192 3 016 2 296 1 772 1 583 2 384

71 92 93 114 104 127 107 134 149 196

173 233 201 152 285 169 290 233 267 266

I dati esposti concernono le aziende cui, per gli anni corrispondenti, è stato assegnato un sussidio federale.

1

RU 1955, 80 (A XVI A 5 a).

432 Il raggruppamento parcellare costituisce, nelle regioni caratterizzate da un eccessivo frazionamento dei fondi agricoli, incontestabilmente uno dei provvedimenti più efficaci .per migliorare la struttura aziendale. Auspi¬ chiamo pertanto che queste opere siano condotte a un ritmo accelerato, poi¬ ché ancora il 40% circa del nostro terreno coltivabile (propriamente detto) esige un raggruppamento. Tuttavia, un esame realistico della situazione ci induce a ritenere che l'acceleramento delle opere suindicate non potrà essere attuato finché persiste la carenza di personale tecnico. Osiamo nondimeno sperare che questa difficoltà potrà essere superata in avvenire, grazie alla formazione, giunta ormai al compimento, di un numero considerevole di in¬ gegneri rurali e di geometri.

La sistemazione della rete stradale permette di migliorare non solo la struttura aziendale, bensì anche le comunicazioni locali e, di conseguenza, le condizioni generali di vita rielle zone rurali. Questo provvedimento occupa nell'ordine di priorità delle bonifiche fondiarie, il secondo posto, diretta¬ mente dopo i raggruppamenti parcellari, e fruisce di una somma annua di sussidi pari a circa 14 milioni di franchi (1964). Al quarto posto sono stati classificati gli acquedotti. Quest'ultima misura, sussidiabile unicamente rielle regioni di montagna, ha contribuito sensibilmente a migliorare le condi¬ zioni d'esistenza di un numero rilevante di beneficiari. 1 I raggruppamenti parcellari, la costruzione di strade e l'approvvigiona¬ mento d'acqua e d'energia elettrica sono manifestamente opere a favore della collettività, cui la Confederazione accorda un'importanza particolare e allò quali assegna pertanto sussidi assai elevati.

,1.3.2 Edifici rurali Nella maggior parte dei casi, un raggruppamento parcellare razionale ed ·efficiente è attuabile unicamente quando sia possibile decongestionare degli insediamenti divenuti ormai troppo densi. La colonizzazione impone tut¬ tavia ingenti oneri finanziari, difficilmente sopportabili dalla maggior parte degli agricoltori. Per questa ragione, la Confederazione e i Cantoni agevo¬ lano, mediante contributi, il trasferimento delle aziende rurali in zona peri¬ ferica. Un altro provvedimento analogo é costituito dal risanamento delle fattorie e cioè, in altri termini, dalla rinnovazione
completa di edifici rurali ^solati. La tavola 17 fornisce chiarimenti sull'importanza dei sussidi accor¬ dati, a contare dal 1955, per la costruzione o la rinnovazione degli edifici rurali.

I dati esposti rivelano un sensibile aumento, durante gli ultimi anni, del numero degli edifici di colonizzazione e delle fattorie sistemate mediante sussidi pubblici.

433 Tavola 17 Edifici rurali1 costruiti o risanati annualmente mediante sussidi pubblici durante il periodo 1955-1964

256 336 269 268 309 302 294 262 242 189

3 4 3 4 5 11 23 23 27 50

46 38 38 56 27 28 46 47 79 103

1955 1956 1957 1958 1959 1960 1961 1962 1963 , 1964

Razionalizza- Baite alpestri e caseifici di villaggio edifici

Risanamento di stalle

Edifici di Sistemazioni colonizzazione di fattorie

-- -- -- -- -- 4 31 69 137

·

125 124 124 104 118 111 89 88 111 121

Sussidio federale medio per impresa nel 1964: 1964 1

1

75 840

1

57 650

1

15 690

1

35 240

, 28 780

senza gli alloggi per domestici e i rustici.

Con la riveduta ordinanza sulle bonifiche fondiarie del 21 dicembre 1959 1 anche la razionalizzazione degli edifici fruisce del sussidio federale, assegnato, generalmente, alla rinnovazione e, all'occorrenza, all'amplia¬ mento di edifici aziendali. Questo provvedimento, cui è attribuito, con uri sussidio annuo di circa 4,8 milioni di franchi, il quinto posto nella gradua¬ toria delle bonifiche fondiarie, assumerà, in futuro, un'importanza partico¬ lare. Parzialmente, esso sostituisce ora, dopo aver conosciuto un avvio sod¬ disfacente, il risanamento delle stalle, limitato unicamente a una parte della sistemazione dell'edificio rurale. L'attuazione di appartamenti sussidiati per il personale domestico progredisce al ritmo di 20-30 unità l'anno. In generale, il sistema delle bonifiche fondiarie e, segnatamente, la razionalizzazione de¬ gli edifici rurali, sarà probabilmente ancora intensificato mediante l'apporto fornito dai crediti d'investimento, intesi a provvedere al finanziamento com¬ pletivo nei casi in cui la contribuzione degli enti pubblici risultasse insuf¬ ficiente. Il sussidiamento delle opere di bonifica fondiaria contribuisce pertanto, a lunga scadenza, a diminuire i costi di produzione e, di conse¬ guenza, a migliorare la capacità competitiva della nostra agricoltura.

1

RU 1950, 1 (A XVIA 5 a).

434 1.4. Promovimento dell'allevamento del bestiame Gli scopi perseguiti dalle misure adottate dalla Confederazione per pro¬ muovere l'allevamento del bestiame come anche i motivi che giustificano tali misure sono considerevolmente mutati negli ultimi anni. Il sistema dell'as¬ segnazione di premi, praticato in altri tempi, era inteso ad incoraggiare gli agricoltori nell'attuazione degli scopi perseguiti e a premiare quei tenutari di bestiame che avevano ottenuto risultati soddisfacenti, scegliendo liberamente il metodo migliore. Presentemente, invece, lo Stato si sforza di mantenere e di promuovere i provvedimenti selettivi intesi a migliorare la razza. Per pro¬ gredire in questo campo, i nostri allevatori dovranno tuttavia ricorrere mag¬ giormente ai sistemi moderni. Quest'ultimi si fondano su risultati conseguiti durante esperimenti precisi e completi e sostituiscono il metodo della valu¬ tazione del soggetto secondo l'aspetto. Un prezioso aiuto è costituito dalla fecondazione artificiale, che ora è favorevolmente accolta anche nel nostro paese. Sul piano zootecnico, essa consente alla nostra agricoltura di progre¬ dire più celermente; infatti i migliori riproduttori possono essere riconosciuti più rapidamente e con maggior sicurezza ed essere impiegati più frequente¬ mente che in caso di accoppiamento naturale. Nel settore animale non è pos¬ sibile, come nel campo vegetale, di affidare i compiti di selezione solo a ta¬ lune stazioni sperimentali o ai centri di allevamento che forniscono poi sog¬ getti compiutamente sviluppati e selezionati. L'opera di selezione degli ani¬ mali domestici dev'essere invece ripartita su migliaia di aziende ed è dunque necessario che un efficace servizio di consulenza tecnica provveda a far co¬ noscere ad ogni agricoltore le nuove scoperte scientifiche. I controlli fun¬ zionali, la fecondazione artificiale e la consulenza sono quindi i tre fattori determinanti il progresso zootecnico e costituiscono pertanto gli elementi fçmdamentali delle misure intese a promuovere l'agricoltura.

Da molto tempo, gli animali selezionati sono sottoposti, in Svizzera, ai controlli funzionali. I dati sulle singole prestazioni non hanno grande utilità per il produttore, se a quest'ultimo non sono notò le condizioni in cui sono stati ottenuti. Le indicazioni appaiono utili solo laddove
concernono risul¬ tati comparabili con le prestazioni di altri animali, viventi nelle stesse condi¬ zioni d'ambiente. I controlli tendono quindi ad estendersi più all'intera mandra che non al singolo soggetto selezionato. Il sistema di controllo delle mandre bovine, o in altri termini, l'accertamento dell'attitudine lattifera di tutte le vacche di un allevatore di animali iscritti nel libro genealogico, è stato dapprima applicato alle regioni di montagna. Con la revisione dell'8 giugno 1964 dell'ordinanza concernente l'allevamento del bestiame, il con¬ trollo fu esteso a tutte le mandre iscritte nel libro genealogico e sostituì il vecchio sistema di controllo individuale. Presentemente, circa 400 000 vac¬ che, ovvero il 40 per cento dell'effettivo complessivo, soggiaciono a un pre¬ ciso esame ed è confortevole costatare che ben pochi paesi controllano una aliquota superiore del loro effettivo. Inoltre i controlli non si estendono più unicamente all'attitudine lattifera delle vacche selezionate e al tenore

435 del latte in sostanze grasse; essi includono ora anche l'attitudine alla mun¬ gitura e, per il latte, il tenore in proteine. I risultati ottenuti sono elaborati mediante ordinatori elettronici, considerando particolarmente il fattore zootecnico della discendenza dei genitori.

Per il bestiame minuto, i criteri fondamentali, determinanti il sistema di selezione, devono ancora essere ampliati. È pertanto in fase di costruzione un istituto di controllo dell'ingrasso per suini e sono state introdotte indagini periodiche sul peso degli ovini. Per la specie caprina gli accertamenti ri¬ guardo all'attitudine lattifera sono stati sensibilmente estesi.

Le spese cagionate dai controlli funzionali sono unicamente giustificate nella misura in cui i dati ottenuti vengono effettivamente valutati e utiliz¬ zati. Il servizio di consulenza per l'economia pecuaria assume quindi un'im¬ portanza particolare, poiché agevola all'allevatore l'interpretazione dei dati rilevati. Tuttavia l'accrescimento della capacità funzionale può esplicare ef¬ fetti completi ùnicamente in condizioni d'esercizio ottimali; i sussidi fede¬ rali, intesi ad agevolare i compiti dei tenutari di bestiame, e l'igiene animale, devono quindi consentire all'allevatore di attuare i miglioramenti racco¬ mandati dalla consulenza agricola.

Il compito più importante, dall'aspetto zootecnico, è costituito dall'inte¬ grazione della fecondazione artificiale nel nostro sistema d'allevamento e dal promovimento della stessa. Dal 1961, la federazione svizzera per la fe¬ condazione artificiale, organo nazionale responsabile, ha svolto rapidamente un vasto lavoro amministrativo, grazie all'assegnazione di un mutuo fede¬ rale. Nelle tre stazioni, modernamente attrezzate, sono stati fecondati arti¬ ficialmente, durante il periodo 1964/65, circa 80 000 animali; va inoltre rilevato che l'attività di questi centri è in continua evoluzione.

Poiché la fecondazione artificiale promuove notevolmente il progresso zootecnico e contribuisce, in parte preponderante, a migliorare le condizioni della produttività e quindi della capacità competitiva nell'agricoltura, giudi-, chiamo opportuno di conferire una più ampia influenza a questo mo¬ derno metodo ausiliario di selezione zootecnica. Occorre quindi modificare le prescrizioni pertinenti dell'ordinanza concernente
l'allevamento del be¬ stiame. In particolare, è prevista l'abrogazione dei disposti istituenti il sistema d'autorizzazione, mentre sarà mantenuto l'ordinamento concernente i re¬ sponsabili, della fecondazione artificiale.

Gli allevatori delle regioni montane temono soprattutto che la feconda¬ zione artificiale possa sfavorevolmente influire sullo smercio degli animali da riproduzione. È nostro parere tuttavia che una misura intesa a promuo¬ vere il progresso zootecnico abbia a produrre, a lunga scadenza, effetti favo¬ revoli alla zona di allevamento, ancorché ostacoli parzialmente lo smercio dei riproduttori maschi. S'impongono però taluni adeguamenti e trasforma¬ zioni, senz'altro attuabili, come, ad esempio l'allevamento del bestiame bo- .

vino da ingrasso e talune misure applicabili ad altri rami aziendali. Lo svi-

436 luppo economico obbliga inoltre gli agricoltori di pianura a razionalizzare le loro aziende ed offre ai contadini di montagna la possibilità di assumere l'allevamento del bestiame giovane e di svolgere così una parte dei compiti attenenti all'economia animale. Il successo dell'allevatore di montagna sarà tanto più sicuro quanto migliore sarà la qualità delle femmine offerte al¬ l'agricoltore di pianura; egli dovrà quindi far ampio uso dei vantaggi ine¬ renti alla fecondazione artificiale, al fine di evitare che il suo collega di pia¬ nura possa ottenere prodotti qualitativamente superiori, appunto con il nuovo sistema. Un'acritica fedeltà al metodo tradizionale non pregiudi¬ cherà unicamente lo smercio dei tori, bensì anche la vendita, molto più im¬ portante, delle vacche. Per agevolare la suindicata ripartizione dei compiti d'economia animale, sono stati adottati diversi provvedimenti speciali a fa¬ vore degli allevatori delle regioni di montagna. Citiamo, àd esempio, l'as¬ segnazione di contributi alle spese di ricostituzione delle mandre d'animali femmine e, in particolare,, di vitelli. Ë infatti impensabile che la regione di montagna possa procedere alla ricostituzione del proprio effettivo, approv¬ vigionare la zona di pianura con animali di buona qualità e simultanea¬ mente operare una selezione più rigorosa, senza acquistare in pianura un numero rilevante di ottimi .vitelli. I contributi di ricostituzione sono ap: punto intesi a promuovere questo scambio rendendolo meno oneroso.

La fecondazione artificiale apre nuove possibilità allo scambio interna¬ zionale delle razze bovine e alla comparazione delle stesse. Da diverso tempo e su vasta scala, sono in corso, nel nostro paese, esperimenti intesi ad incrementare la produzione carnea mediante l'incrocio delle nostre razze con speciali esemplari da ingrasso di provenienza estera. I risultati iniziali otte¬ nuti sono incoraggianti ed appena saranno elaborati occorrerà prendere i provvedimenti necessari, affinchè il maggior numero possibile di allevatori abbia a beneficiare dei progressi realizzati.

Per quanto concerne la razza pezzata nera friburghese, che dispone di una base di selezione numericamente inferiore di quella bruna e di quella pezzata rossa del Simmenthal, sono presentemente svolti degli esperimenti d'incrocio, mediante
l'importazione di seme, d'animali della razza pezzata nera di pianura. È stato pure avviato un nuovo esperimento, comparativo, nei due centri, con animali della razza di Montbéliard, della razza pezzata rossa germanica e della razza pezzata rossa svizzera; i risultati dovranno infor¬ mare sull'idoneità zootecnica di quest'ultima specie rispetto alle razze estere pezzate. Da questo esperimento sarà possibile trarre profittevoli insegna¬ menti.

Già cominciano ad affluire le domande intese all'importazione di razze estere più produttive e segnatamente di animali lattiferi. Conformemente all'intervento fatto al Consiglio nazionale, occorrerà, in un prossimo avve¬ nire, esaminare seriamente questo problema, evitando qualsiasi preconcetto.

È stato avantutto espresso il parere che il miglioramento dell'attitudine lat-

437 tiferà delle razze indigene proceda troppo lentamente e che i risultati positivi possano unicamente essere ottenuti intensificando gli scambi. In altri ter¬ mini, l'allevatore desidera beneficiare già presentemente dei vantaggi offerti dagli animali ad alte prestazioni. In ogni modo, è giunto il momento di rie¬ saminare il problema della delimitazione regionale dei provvedimenti intesi ad incrementare la zootecnia, istituita con l'ordinanza concernente l'alleva¬ mento del bestiame.

La nuova orientazione impressa alla zootecnia si riflette parimente nel¬ l'ammontare e nell'impiego dei fondi statali. Mentre, precedentemente, i mezzi finanziari disponibili erano assorbiti, in gran parte; dall'assegnazione di premi, presentemente, la parte preponderante è adoperata per i controlli funzionali, la consulenza in materia di economia animale e il miglioramento delle condizioni igieniche e di tenuta del bestiame nelle regioni di montagna (cfr. tavola 18).

Tavola 18 Promovimento federale e cantonale dell'allevamento del bestiame bovino nel 1964 Confederazione, Confederazione, 1957 come 1964 comparazione

Cantoni, 1964

Jn migliaia di franchi Miglioramento della tenuta e del¬ l'igiene del bestiame di montagna Servizio di consulenza per l'econo¬ mia animale Controlli dell'attitudine lattifera .

Premi per tori e vacche .....

Sussidi ai consorzi d'allevamento .

Sussidi per l'acquisto di tori (422 esemplari) Sussidio per l'acquisto di animali femmine (966 esemplari) ....

Premi d'allevamento e di tenuta . .

Sussidi ai servizi del libro genealo¬ gico .

Sussidi ai mercati e alle esposizioni Totale 1

9 758 1 000 3 848 748 541

821 2 390 1 2 156 995

226

31

30

180 66

223 24

44 9 7 1 542

121 17 55 16 560

155 97 238 7 130

799 594 59

Comprese le spese dei periti.

. Contrariamente alle misure prese nel campo della tenuta del bestiame o della tecnica foraggiera, il successo dei provvedimenti di natura zootecnica, essendo vincolato all'avvicendamento 'delle generazioni, non potrà essere Foglio Federale, 1965, Voi. Ili

-

in

438 immediato. Negli ultimi anni tuttavia, è stato accertato, in quasi tutte le ca¬ tegorie di animali, un manifesto miglioramento della produttività. Secondo dati statistici provenienti dalla Germania, il nostro paese occupa, nella me¬ dia dell'attitudine lattifera di tutte le vacche, il sesto posto dopo l'Olanda, il Belgio, la Danimarca, gli SUA e la RFT.

1.5 Crediti d'investimento In virtù della legge federale del 23 marzo 19621 su i crediti d'investi¬ mento e gli aiuti per la conduzione aziendale agricola, a contare dal 1° no¬ vembre 1962 all'agricoltura sono stati concessi crediti costituiti da fideius¬ sioni o da mutui senza interesse o ad interesse ridotto. I crediti accordati sono avantutto intesi a finanziare gli investimenti suscettivi di accrescere la produttività, come le bonifiche fondiarie, l'edilizia, la motorizzazione, ecc. A tale riguardo rinviamo al messaggio allegato.

2. Assicurazione dei prezzi e dello smercio 2.1 Gli elementi fondamentali della politica dei prezzi e l'evoluzione generale degli stessi Già da decenni, i prezzi dei prodotti agricoli non sono ormai più deter¬ minati dal rapporto esistente tra domanda e offerta. Infatti, segnatamente per quest'ultima, è stato necessario ricorrere tempestivamente a misure di¬ fensive contro le ripercussioni della importazione indisciplinata di pro¬ dotti agricoli competitivi.

Con il tempo, si è sviluppato un sistema assai articolato, ancorato nel¬ la legislazione agricola, che, per l'essenziale, ha fatto buona prova. I criteri fondamentali di questo ordinamento e i punti salienti dei disposti concernenti i singoli prodotti sono stati illustrati nel secondo rapporto. Ci permettiamo quindi di rinviare il lettore alle considerazioni colà esposte e ci limitiamo ad esaminare, qui di seguito, l'evoluzione occorsa ed i provvedimenti adot¬ tati nel frattempo.

La tàvola 19 dà avantutto un compendio dell'importante sviluppo, a contare dal 1956, dei prezzi al produttore di alcuni generi alimentari agricoli; l'elemento di comparazione è costituito dai prezzi accertati nel 1939. I dati attenenti ai prodotti vegetali e al latte sono rappresentati dai prezzi calmicristici; quelli concernenti gli altri prodotti sono fondati sulla media annuale dei prezzi di vendita effettivi; ad eccezione delle uova, i dati esposti sono stati rilevati dai rapporti annuali della Segreteria dei contadini svizzeri, inti¬ tolati «Prezzi e raccolti nell'agricoltura svizzera». Questi dati consentono di 1

RU 7962, 1323 (A XVI. A 2).

Tavola 19

Prezzi pagati al produttore per taluni prodotti agricoli, dal 19

1939 1956 - 1957 1958 1959 1960 1961 1962 1963 , 1964 1965

1958/60 1961 1962 1963 1964 1965

Frumento 1 " Classe II (Probus)

Patate (Bintje)

Fr./q

Fr./q

37.50 66 68 68 68 68 68 70 70 70 70

15 22 .

23 23 23 23 25 27 .

27 . 28 30

Barbabietole^ da zucchero (Prezzo di base) Fr./q 3.50 7.35 7.40 7.40 7.10 7.10 ·7.30 -7.50 7.50 8.30 8.30

Colza.

Latte 2 (Prezzo di base)

Uova (ai centri di raccolta)

Fr./q

et./kg.

et./pezzo

19.0 40.3 41.3 43.0 43.0 43.0 43.3 45.3 47.0 49.3 51.0 Indice, 1959/60 = 100

110 120 : 120 110 .110 110 120 120 120 120

100 100 103 103 103 103

100 100 100 109 101 97 117 104 106 117 104 106 122 115 106 130 115 106 * Secondo la vecchia classificazione, valevole sino al 1964 ' ForÄSÄS"1''' dal

r n0V£mbre ,957

.

' ^la

100 101 105 109 115 119

G

11 24 24 23.6 22.2 22.6 23.4 22.7 22.1 20.5

100 103 100 97 90

ai rischi

,440 rilevare che in ragguaglio alla media del triennio 1958/60, il prezzo della carne, pagato al produttore, è aumentato, sino al 1964, del 10 per cento, mentre il prezzo del latte alla produzione ha subito, nel 1965, un aumento pari al 19 per cento; per contro, sino al 1964, il prezzo delle uova è scemato del 10 per cento. Per quanto concerne i prodotti vegetali, va osservato che l'espansione dei prezzi dei cereali panificabili è stata inferiore a quella re. gistrdta per le barbabietole da zucchero e le patate.

Tuttavia, i dati non danno un quadro completo della situazione, man¬ cando, da una parte, l'indicazione del prezzo di numerosi altri prodotti e, d'altra parte, non figurando neppure l'evoluzione dei costi dei mezzi di pro¬ duzione. Tra quest'ultimi, sono considerevolmente aumentati, in particolare, i salari e i costi delle costruzioni rurali, mentre i prezzi dei concimi e dei fo¬ raggi hanno fruito in generale di una stabilità relativa (cfr. tavola 20).

Tavola 20 Indice dei prezzi dei principali mezzi di produzione nell'agricoltura1 Anni 1958/60 1961 1962 1963 1964

Foraggi

Concimi

100 100,6 106,4 105,3 103,0

100 99,1 97,6 97,7 98,6

Manodopera Macchine e Costruzioni Ipoteche di estranea utensili 10 grado famigliaalla 100 105,9 110,8 115,0 121,0

100 107,4 114,0 119,3 123,9

1Ò0 98,4 98,4 98,4 103,6

100 111,0 121,9 132,4 147,3

'1 Dati statistici e valutazioni della Segreteria dei contadini svizzeri come an¬ che indicazioni rilevate negli estratti mensili della stessa (calcoli eseguiti per gli · anni 1958-1960).

Come già osservammo, la comparazione tra l'indice dei prezzi dei pro¬ dotti e quello dei mezzi di produzione non è direttamente conclusiva per la valutazione dell'evoluzione del reddito agricolo, altri fattori risultando pa¬ rimente determinanti, come il progresso della produttività, le condizioni atmosferiche, ecc. A tale riguardo sono più utili i dati forniti dalle rileva¬ zioni contabili.

La politica seguita nel campo della formazione dei prezzi fu conforme, a contare dal 1959, alle direttive della legge sull'agricoltura e quindi anche al principio, secondo cui i prezzi, salvo certe limitazioni, devono coprire i costi. La descrizione seguente della situazione di taluni prodotti principali di¬ mostra che i provvedimenti e gli sforzi finanziari intesi ad assicurare i prezzi e i redditi sono stati, in generale, intensificati.

441 2.2 Latte e latticini Negli ultimi decenni, la produzione lattiera ha fornito annualmente, sal¬ vo durante la guerra, circa un terzo del reddito lordo definitivo nell'agricol¬ tura nazionale. Tale accertamento riflette la posizione particolare acqui¬ sita da questo ramo economico e l'importanza che assume la valorizzazione del latte a prezzo equo. Al Consiglio federale spetta di stabilire l'ammontare del prezzo di base del latte che, dopo aver subito un primo aumento di 2 centesimi il 1° novembre 1957, è stato successivamente rettificato altre cin¬ que volte e cioè: il 1° novembre 1961, da 43 a 45 ct/kg, il 1° novembre 1962, da 45 a 47 ct/kg, il 1° aprile 1964, da 47 a 50 ct/kg, il 1° giugno 1965, da 50 a 51 ct/kg, il 1° novembre 1965, da 51 a 53 ct/kg.

A contare dal 1961, il prezzo del latte al produttore è stato quindi aumentato di 10 ct/kg ovvero del 23,3 per cento.

Nella determinazione del prezzo di base del latte, il Consiglio federale non deve unicamente fondarsi sul costo di produzione, ma deve pure tener conto delle condizioni di produzione e di smercio, stimolando pertanto i fornitori ad adeguare possibilmente la produzione alla capacità di assorbi¬ mento del mercato. La tavola 21 dà un compendio delle perdite conseguite nella valorizzazione del latte e dei latticini e della loro copertura. Durante l'ultimo periodo contabile 1963/64, la Confederazione contribuì con un sus¬ sidio di 119,8 milioni di franchi, di cui 53,3 a favore dell'esportazione e 66,5 dello smercio indigeno. Il finanziamento della prestazione federale è costi¬ tuito, sino a concorrenza di 71,2< milioni di franchi, dalle tasse e dai soprap¬ prezzi riscossi, in particolare, sulle importazioni di burro, sugli oli e sui grassi commestibili; la parte rimanente è invece attinta alle risorse generali della Confederazione.

Il sussidio federale agevola, in un certo qual modo, la riduzione del costo della vita nella misura in cui contribuisce al promovimento del mer¬ cato indigeno. Per il periodo contabile corrente 1964/1965 (dal 1° novembre al 31 ottobre), nel bilancio di previsione è stata iscritta una contribuzione federale di circa 150 milioni di franchi, dei quali approssimativamente 100 milioni sono stati attinti alle risorse generali. L'aumento è dovuto, in parte, a sussidi più sostanziali a favore dell'avvaloramento
indigeno dei latticini (rinuncia alla traslazione sui prezzi al consumo dell'aumento di prezzo alla produzione, a contare dal 1° aprile 1964) e, d'altra parte, all'incremento della produzione lattiera. L'effettivo delle vacche, dopo una diminuzione temporanea, tende infatti ad aumentare dal 1964, come lo dimostrano i dati seguenti raccolti con i censimenti del bestiame:

Tavola 21 Costi di valorizzazione del latte Costi di valorizzazione (milioni di franchi)

Burro 1959/60 1960/61 1961/62 1962/63 1963/64 1964/654

'

1 2 3 4

CCP del latte2

Conto lattiero l

Anno 10 novembre al 31 ottobre

64.0 ' 37.7 44.4 56.2 44.2 60.0

Di cui:

Formaggio

Conserve di latte

Sussidi per il latte di consumo

Totale

46.8 39.4 43.4 59.4 66.1 87.7

1.4 0.9 0.8 1.2 1.5 2.3

11.8 11.8 7.8 7.9 8.2 7.9

124.0 89.8 96.4 124.7 121.0 157.9

Smercio indigeno 90.3 58.8 58.1 75.2 .

66.5 94.7

Esporta zione 33.7 31.0 38.3 49.5 54.5 63.2

Senza i contributi alle spese dei tenutari del bestiame bovino e degli ingrassatori di vitelli stinati alle opere internazionali di beneficenza.

Esercizio contabile dal 1° maggio al 30 aprile, contributi alle latterie per il supplemento a mercio del latte, costi del latte di soccorso e di rifornimento oltre il raggio locale e spese Copertura delle spese mediante tasse (sul latte e la panna di consumo, sul burro import e oli commestibili, ecc.).

Bilancio di previsione (senza tener conto dell'aumento del prezzo di basé del latte del 1° g

443 Anno 1959 1960 1961 1962

Vacche 916 000 940 000 943 000 950 000

Anno Vacche 1963 918 000 1964 897 000 1965 920 000

La tendenza ascendente della produttività lattiera provocò una diminu¬ zione dell'importazione del burro, che durante il primo semestre 1965 si ri¬ dusse a 97 vagoni rispetto ai 491 importati durante il periodo corrispondente dell'anno precedente. La Confederazione, pertanto, non fu unicamente co¬ stretta a contribuire maggiormente alle spese d'avvaloramento, ma dovette subire anche una riduzione degli introiti doganali.

Lo smercio del latte e dei latticini esige dalle risorse pubbliche un ap¬ porto proporzionato alla natura dell'avvaloramento. L'utilizzazione della produzione come latte di consumo o specialità di latte fresco copre, ovvia¬ mente, in larga misura i costi del produttore. Per contro, il prezzo di vendita del formaggio in Svizzera non è redditizio. Inoltre il livello dei costi di produzione e, conseguentemente, dei prezzi di vendita del formaggio indi¬ geno essendo superiore a quello estero, l'esportazione risulta, in generale,, unicamente attuabile qualora, mediante sussidi pubblici, sia consentita una certa azione calmieristica. Tali sussidi esigono tuttavia anche l'esporta¬ zione di conserve di latte, le quali, ai mercati indigeni, hanno unicamente accesso se vendute a prezzo di costo. D'altra parte, non-sarà ormai più pos¬ sibile in avvenire, per motivi estranei alla responsabilità del settore agricolo (quali, segnatamente, la modicità del prezzo dei grassi vegetali), di smer¬ ciare il burro indigeno almeno a prezzo di costo. Anche in questo caso, sono ' quindi inevitabili perdite considerevoli.

. Siccome le perdite, come già accennammo, sono proporzionate alla natura della valorizzazione, si pone ovviamente il problema circa l'utilizza¬ zione economica ottimale della produzione lattiera. È nostro parere che la produzione dovrà avantutto essere utilizzata come latte di consumo o specia¬ lità di latte fresco, essendo lo smercio di questi prodotti generalmente idoneo a coprire i costi di produzione.

Conseguentemente devesi, per principio, curare preferenzialmente lo smercio del latte di consumo. Per quanto concerne poi la fabbricazione del formaggio e delle conserve di latte, tali prodotti avranno la precedenza sulla preparazione del burro, fintanto che permarrà maggiore il ricavo da essi offerto in condizioni soddisfacenti di smercio in Svizzera e all'estero (e semprechè resti
possibile importare burro di buona qualità).

All'importazione di questo prodotto la Confederazione è particolar¬ mente interessata, poiché essa attinge, dalle tasse doganali riscosse, i mezzi finanziari intesi a ridurre il prezzo dei latticini e, di conseguenza, a promuo¬ vere lo smercio. Per tale motivo, le perdite riscontrate nella fabbricazione del

444 formaggio non giustificano in alcun modo il promovimento della fabbri¬ cazione del burro. Le autorità si sforzeranno comunque, nel limite delle loro possibilità, di favorire la valorizzazione del latte nel modo economicamente migliore.

Sulla produzione e lo smercio del latte commerciale come anche sul commercio estero del latte e dei latticini, diamo ampi chiarimenti nel nostro messaggio del 3 dicembre 1965 (pubblicato in questo stesso fascicolo del FF) sulle misure economiche e finanziarie completive nel campo dell'eco¬ nomia lattiera (Decreto sull'economia lattiera 1966).

Indichiamo qui appresso i principali atti legislativi, emanati a contare dal 1959: Il decreto dell'economia lattiera 1959, che conferiva al Consiglio federale la competenza di mettere a disposizione mezzi suppletivi per promuo¬ vere lo smercio dei latticini indigeni sul mercato svizzero.

Il decreto dell'economia lattiera 1962 che conferiva al Consiglio federale la stessa competenza. ; La legge federale del 2 ottobre 1964 che modifica il decréto dell'Assemblea federale concernente il latte, i latticini e i grassi commestibili (decreto sullo statuto del latte). Questa modificazione stabiliva la libertà di smer-.

ciò del latte pastorizzato.

Il decreto federale istituente un contributo federale alle spese per il latte di soccorso: la Confederazione, visto la soppressione, per la fine del 1965, della cassa di compensazione dei prezzi del latte e dei latticini (CCP), mette a disposizione propri mézzi finanziari, dal 1966 al 1971, al fine di assicurare lo smercio del latte di consumo nelle regioni ur' bane e in quelle caratterizzate da una scarsa produzione lattiera.

L'ordinanza del 29 aprile 1960 concernente il pagamento, secondo la qua¬ lità, del latte commerciale.

L'ordinanza del 25 ottobre 1960 concernente la BUTYRA, ufficio centrale svizzero per l'approvvigionaménto del burro.

Sono inoltre in fase d'elaborazione: 11 decreto sull'economia lattiera 1966, il quale prevede, di massima, il man¬ tenimento dei concetti che finora hanno dato buona prova (vedasi il pertinente messaggio già citato qui sopra).

Una nuova proposta di revisione dell'ordinamento concernente il mercato del formaggio del 1957.

2.3 Bestiame da macello ' Il reddito lordo definitivo, conseguito dall'agricoltura negli ultimi anni mediante l'ingrasso di bestiame bovino e suino, ammontò a circa il 35 per

445 cento del reddito complessivo. A questo ramo economico va quindi data una importanza analoga a quella della produzione lattiera.

Il Consiglio federale stabilisce prezzi indicativi per il bestiame bovino e suino. Il mercuriale è determinato dal rapporto tra offerta e domanda e ' può oscillare, entro un margine determinato, rispetto al prezzo indicativo. A lunga scadenza, esso dovrebbe tuttavia corrispondere, in media, a quest'ul¬ timo. Se la produzione indigena non è in grado di soddisfare la domanda (come si è avverato negli ultimi anni), l'approvvigionamento è assicurato mediante un'adeguata importazione.

Il prezzo indicativo per il bestiame grosso da macello rimase immutato dal 6 maggio 1957 al 26 giugno 1961, ovvero durante più di un quadriennio.

Dopo questo periodo, esso fu modificato 4 volte, per le categorie e le classi di qualità principali, indicate nella tavola 22.

Tavola 22 Adeguamento dei prezzi indicativi del bestiame grosso da macello (selezione di alcune categorie e classi di qualità) a contare dal 1961 Giovenche e buoi

Classe

A dal 26. 6.1961 dal dal dal il

23. 7.1962 2.11.1964 1. 6.1965 1.11.1965

Alimento netto Prezzo indicativo innanzi il 26.6.61 dal 1.11.65 Aumento netto in % .

ct./kg peso vivo » » » »' » ct./kg peso vivo »

1

B

--.7,5

Tori A1

Vacche da salsicce fi D + E

+ 15

+ 15

+ 20 + io + 10 + 15 + 47,5

+ 20 + 10 + 10 + 15

+ 20 + 10 + 10 + 20

+ + + +

+ 55

+ 75

+ 55

317,5

295

270

182,5

365 15,0

350 18,6

345 27,8

237,5 30,1

15 5 10 10

Come l'accennammo, il mercuriale può scostarsi lievemente dal prezzo indicativo. L'aumento netto di tale prezzo non deve quindi obbligatoria¬ mente coincidere (in particolare a breve scadenza) con l'aumento effettivo del mercuriale. Una comparazione con la tavola 19 dimostra tuttavia, che l'aumento dei prezzi del mercato (prezzo alla produzione) attenenti al pe¬ riodo di computo 1958-1960, corrispondeva assai esattamente con il rialzo dei prezzi indicativi, anche se il primo evento ha lievemente preceduto il se¬ condo. Quest'ultimo accertamento concerne particolarmente gli aumenti re-

446 centi dei prezzi indicativi, costituenti, in gran parte, un adeguamento al mercuriale.

Questo stato di cose è dovuto, in parte, alla scarsità relativa, durante gli ultimi 20-30 anni, dell'offerta di carne, in particolare, sul mercato indi¬ geno e, talvolta, persino all'estero. La tavola 23 indica l'aumento ' dell'ali¬ quota importata rispetto alla quantità di carne disponibile. Il rialzo è stato particolarmente accentuato per la carne di bestiame grosso, che ha rag¬ giunto, nel 1964, circa il 39%; per il bestiame suino, invece, l'aliquota im¬ portata durante l'ultimo triennio è stata del 10%. Questa evoluzione è da at¬ tribuire sia al rapido sviluppo dell'offerta, segnatamente per la carne suina, sia all'insufficienza della produzione che, riguardo al bestiame grosso e ai vitelli, ha persino subito una lieve regressione.

La situazione che-abbiamo descritto dovrebbe tuttavia migliorare a breve scadenza, i produttori essendo intenzionati a colmare tosto la lacuna esistente.

Per quanto concerne i prezzi dei vitelli, è interessante avantutto compararli con quelli del latte. Per i vitelli della qualità IA, durante i periodi .1955-1960 e 1961-1964 il rapporto è di 10,2, ovvero il prezzo alla produzione dei vitelli è stato in media, durante gli stessi periodi, 10,2 volte maggiore a quello del latte (prezzo di base del latte aumentato del supplemento di loca¬ lità di 0,8 ct/kg).

I prezzi indicativi della carne suina sono stati diminuiti, a contare dalla metà del 1961, di 10 et e fissati a fr. 3,25 per kg, peso vivo, restando tuttavia autorizzata un'oscillazione, verso l'alto o verso il basso, di 25 centesimi. A contare dal 10 maggio 1963, il margine inferiore è stato ridotto a 15 cente¬ simi, cosicché il limite minimo del prezzò indicativo è aumentato da fr. 3.-- Tavola 23 Produzione indigena del bestiame da macello e aliquota dell'importazione rispetto alla quantità disponibile di carne di bestiame grosso, vitelli e suini Suini Vitelli Bestiame grosso Aliquota Produzione Aliquota Produzione Aliquota Produzione importata carnea carnea . importata importata carnea t.

% t.

% t.

% 1933/38 1955/59 1960 1961 1962 1963 1964

75 060 64 814 67 432 72 521 83 561 79 017 68 898

5,7 21.2 21,7 23.3 16,5 28,0 38,7

24 690 26 961 30 571 32 245 33 632 32 089 32 338

0,7 2,4 1,9 2,8 2,8 6,9.

5,7

86 540 112 580 131 700 136 300 128 556 135 292 146 686

2,5 I,9 0,7 2,4 II,4 11,1 10,8

v

, 447 a fr. 3.10. Ma con il decreto del Consiglio federale del 26 ottobre 1965, il prezzo indicativo dei suini da macello è aumentato di 10 centesimi e rimane fissato a,fr. 3.35 per kg, peso vivo; il margine di oscillazione, nelle due dire¬ zioni, è quindi ora stato ristabilito a 25 centesimi.

Nonostante le lievi modificazioni dei prezzi indicativi, i prezzi effettiva¬ mente pagati al produttore sono sensibilmente aumentati, secondo la situa¬ zione del mercato (cfr. tavola 19).

2.4 Smercio'dei bestiame da allevamento e da reddito Le nostre regioni di montagna offrono favorevoli condizioni naturali per l'allevamento del bestiame ed agevolano, di conseguenza, un'accorta ri¬ partizione di compiti tra pianura e montagna. I provvedimenti statali devono contribuire a rendere ancora più funzionale tale ripartizione. La buona qua¬ lità, la stabilizzazione dei prezzi e lo smercio assicurato costituiscono, in particolare, i persupposti che devono essere adempiuti.

Il miglioramento della qualità è il mezzo più adatto per assicurarsi lo smercio. A tale scopo sono intesi i già citati provvedimenti di zoo¬ tecnia per l'incremento delle attitudini produttive del bestiame. Tuttavia, non sono rari gli animali che, non soddisfacendo ai requisiti, vanno elimi¬ nati; il danno è alleviato dai sussidi per la macellazione, i quali vengono as¬ segnati solo a condizione che l'allevatore abbia preso-ogni misura per mi¬ gliorare la qualità del bestiame. Negli anni in cui lo smercio è normale, la concessione di sussidi federali per l'eliminazione del bestiame inetto è Tavola 24 Spese della Confederazione per promuovere lo smercio del bestiame Media 1957/60

1961

1962

, 1963

1964 Unità di bestiame bovino

in mille franchi Sussidi all'esportazione .

6 993 Acquisti per alleggerire il mercato Campagne d'eliminaz. .. > 486 Regioni di montagna .

Regioni di pianura ...

Sussidi alle spese di tra¬ sporto 568 In Svizzera All'estero Altri provvedimenti ....

Totale

8 047

7 505

8000

12 700

8 009

11 298

61

1 059

141

168

556

2 580

7 520

6 344 586

4 337 133

12 773 316

374 239 27 10 788

416 267 27 17 289

570 656 127 21 124

626 525 377 14 175

37 756 11 393

448 Tavola 25 Prezzi pagati al produttore per giovenche pregne e vacche giovani Giovenche pregne fr./kg peso vivo 1953/59 1960 1961 1962 1963 1964

3.27 3.13 3.39 3.44 3.63 3.82

Indice 1953/59 =: 100 100 96 104 105 111 117'

Vacche che hanno figliato da 1 a 3 volte Indice fr./kg peso vivo 1953/59 = 100 3.49 3.63 3.69 3.71 3.86 4.14

100 104 106 106 111 119

inoltre vincolata all'adesione dell'allevatore al servizio di consulenza zootecnica. Ove trattisi di tori, il sussidio costituisce per l'allevatore di mon¬ tagna un compenso parziale della diminuzione delle vendite. Per l'alle¬ vatore di pianura, a sua volta, scemano le possibilità di perdita, po. tendo egli eliminare, grazie al sussidio suindicato, quegli esemplari acqui¬ stati in montagna che non rispondessero ai requisiti posti. È presentemente allo studio l'attuazione di una campagna d'eliminazione particolare per il miglioramento delle mandre di pianura, estesa parimente agli animali alle¬ vati dai produttori stessi.

Lo smercio del bestiame proveniente dalle regioni di montagna dipende, in gran parte dalle riserve di foraggio. Negli anni a condizioni normali, sono offerte sul mercato circa 50 000 unità di bestiame da reddito o d'alle¬ vamento. Per contro, negli anni di scarso foraggiamento, il bestiame di mon¬ tagna può essere difficilmente venduto a prezzi convenienti. Si è cercato di porre rimedio a questa situazione mediante i cosiddetti « acquisti destinati ad alleggerire il mercato f>, a cui, di norma, si ricorre unicamente per gli animali maschi.

Lo smercio degli animali di montagna è agevolato mediante sussidi per le spese di trasporto e la propaganda. Nè vanno dimenticati i sussidi asse¬ gnati all'esportazione, che non solamente alleggeriscono il mercato, ma promuovono inoltre i contatti con l'estero e le possibilità competitive e stimulano quindi i nostri allevatori ad intensificare gli sforzi nel campo della zootecnia.

La legge federale del 15 giugno, 19621 concernente il promuòvimentó della vendita di bestiame d'allevamento e da reddito, di cavalli e di lana, costituisce il fondamento per le azioni di eliminazione, gli acquisti destinati ad alleviare il mercato e i sussidi alle spese di trasporto; essa sostituisce il 1

RU 7962, 1191 (A XVI 4 c).

449 decreto analogo del 13 dicembre 1957. I sussidi per l'esportazione sono in¬ vece assegnati in virtù dell'ordinanza generale sull'agricoltura del 21 dicem¬ bre 1951. La tavola 24 dà un compendio delle spese sopportate dalla Confe¬ derazione per incrementare lo smercio del bestiame. Ancorché l'entità delle spese abbia variato d'anno in anno, essa tende manifestamente ad aumen¬ tare. I sussidi all'esportazione, le azioni di eliminazione del bestiame inetto e gli acquisti destinati ad alleviare il mercato stimolano la domanda e coope¬ rano pertanto a sostenere i prezzi. Questi provvedimenti hanno contribuito non soltanto ad evitare il calo dei prezzi, ma persino ad aumentarli, come d'altronde lo dimostra la ta.vola 25.

2.5 Pollame e uova Ancorché l'importazione di pollame e di uova sia stata resa libera, vige nondimeno un sistema inteso ad assicurare una certa limitazione dei prezzi e lo smercio della produzione indigena. Alle uova sono presentemente appli¬ cabili i provvedimenti seguenti: obbligo, per gli importatori, di ritirare, d; norma il 30 e al massimo il 35% delle uova indigene a prezzi determinati (l'aliquota va calcolata sulla media delle importazioni durante i due anni precedenti); riscossione di una tassa di 30 franchi (15 franchi di dazio e 15 franchi di contributo alla cassa di compensazione dei prezzi delle uova) per q di uova in guscio importate (da 2 a 2,4 centesimi per pezzo) come anche di tasse analoghe sulle uova congelate e in polvere; limitazione (contingen¬ tamento) dell'importazione, durante i primi, sei mesi dell'anno, di prodotti provenienti dagli Stati delP'Est e, infine, assegnazióne di contributi ai centri di raccolta, per le spese di trasporto e di distribuzione, attinti alla cassa di compensazione dei prezzi delle uova (CCP - uova) per il promuovimento dello smercio di uova indigene. L'ordinamento analogo concernente il pol¬ lame non può essere imposto ed ha pertanto carattere facoltativo.

Secondo l'ordinamento vigente sulle uova, i prezzi e lo smercio delle uova indigene non sono unicamente vincolati all'importanza della produ¬ zione indigena, ma stanno anche in diretto rapporto con le quantità e i prezzi all'importazione. Ovviamente il prezzo delle uova indigene può essere influenzato da costi all'importazione particolarmente bassi. Una tale situazione fu riscontrata
nella primavera del 1964, allorché si produsse, sul mercato internazionale, un considerevole calo dei prezzi, che, a quella epoca, raggiunsero il livello più basso all'importazione (cfr. tavola 26). Per promuovere nondimeno lo smercio delle uova indigene ed evitare simulta¬ neamente un'insopportabile riduzione di prezzo, furono avantutto adottati, in virtù dell'articolo 25 della legge sull'agricoltura, speciali provvedimenti volti a valorizzare la produzione eccedente. Nel maggio del 1964, fu poi raddoppiata la tassa versata nella CCP sulle uova importate. Queste due misure contribuirono ad alleviare considerevolmente il mercato. Frattanto la situazione si è ristabilita e l'aumento della tassa riscossa dalla CCP è

450 stato soppresso con il 1° gennaio 1965. I prezzi delle uova importate sono aumentati e il prezzo pagato ai produttori dai centri di raccolta, nei primi 9 mesi dell'anno in corso, è stato superiore in media di 1,5 centesimi al prezzo pagato durante il periodo corrispondente dell'anno precedente.

L'allevamento del pollame tende a concentrarsi, in questi ultimi anni su un numero minore di aziende, divenute tuttavia considerevolmente più vaste ed efficienti.

Tavola 26 Uova: produzione, importazione, consumo e prezzi dal 1958 al 1964 Produzione indigena l

Importazioni

Milioni di pezzi Milioni di pezzi

1958 1959 1960 1961 1962 1963 1964 1

.

525 530 510 515 505 535 540

307 330 357 371 412 386 418

Consumo

Prezzo per pezzo

/ Milioni di pezzi

Centri di Importazione raccolta della non sdoganata produzione et.

indigena et.

830 860 867 886 917 921 958

15,2 ' 12,8 13,0 13.2 11,4 14.3 9,4

23,6 22,2 22.6 23.4 22.7 22,1 ' 20.5

Senza le uova avariate e le perdite (dati statistici e valutazioni della SCS, in Brugg).

A contare dal 1962 (cfr. tavola 26), la produzione di uova indigene è aumentata ed è stata in grado di coprire, negli ultimi anni, circa il 60 per cento del consumo, rispetto al 70 per cento riscontrato nella media degli > anni dal 1951 al 1955. Il consumo per abitante di uova in guscio e di prodotti a base di uova ammonta, dal 1959 in poi in media a 176 pezzi. L'allevamento del pollame potrebbe contribuire, in avvenire, a migliorare le condizioni di esistenza di un numero maggiore di piccole aziende, a condizione però che siano, tra altro, assicurati convenientemente i prezzi e lo smercio come an¬ che l'organizzazione razionale del mercato.

2.6 Prodotti vegetali Abbiamo già accennato all'evoluzione della produzione vegetale nel capitolo A, alla cifra 1.4 e rinviamo in particolare il lettore alla tavola 6 (superficie coltivata) e 7 (ricavo in q per ha). Per contro, la tavola 19 illustra la formazione dei prezzi, mentre nel compendio dell'allegato sono trattate le

451 spese annue sopportate dalla Confederazione per assicurare l'approvvigiona¬ mento del paese, i prezzi e lo smercio dei singoli prodotti.

Riguardo ai cereali, l'aumento della produzione di quelli panificabili si riflette nelle spese sopportate dalla Confederazione. La legge federale del 20 marzo 1959 1 sui cereali obbliga infatti il Governo centrale a ritirare, senza limiti quantitativi, i cereali indigeni panificabili, di buona qualità. Le , spese annue dell'amministrazione dei cereali per i premi di macinazione, soprapprezzi sui cereali indigeni e germogliati aumentarono, da circa 80 mi¬ lioni di franchi negli anni 50, a 100 mio di franchi riscontrati attualmente.

La produzione di cereali da foraggio è promossa mediante l'assegnazione di premi di coltivazione, che, nel 1961, furono aumentati da 300 a 400 franchi per ettaro coltivato. Nelle regioni di montagna e in quelle particolarmente , ripide essa è inoltre incoraggiata mediante il pagamento dei supplementi di prezzo; a contare dal 1965, alle regioni ripide sono parimente assegnati premi di coltivazione.

I premi di coltivazione per i cereali da foraggio, valutati a 21 milioni di franchi l'anno, sono attinti, conformemente alla legge sui cereali, agli introiti provenienti dai soprapprezzi sui foraggi importati.

La coltivazione della colza e della barbabietola da zucchero ha assunto presentemente una considerevole importanza. La bieticoltura potò essere estesa grazie all'apertura dello zuccherificio di Frauenfeld nell'autunno del 1963. Un anno dopo, ovvero nell'autuno del 1964, fu autorizzato un au¬ mento del prezzo di base di 80 centesimi per 100 kg, e cioè dell'I 1%. Con la modificazione del 19 dicembre 1963 del decreto federale del 20 dicembre 19571, inteso a promuovere la bieticoltura e a rendere più sicuro l'approv¬ vigionamento del paese con zucchero, si è provveduto a riassestare i prezzi, non essendo ormai più bastevole il vecchio ordinamento dopo l'evolu¬ zione dei mercati mondiali e l'apertura del secondo zuccherificio. Il nuovo ordinamento aumentò le prestazioni · federali alla copertura dei disavanzi dei due zuccherifici da 6 a 15 milioni di franchi e autorizzò l'Assemblea federale a portare, in casi eccezionali, detta somma sino a 20 milioni. L'ammontare del disavanzo è direttamente connesso con lo sviluppo dei prezzi riscossi
sul mercato mondiale dello zucchero. Infatti, mentre non fu accertato alcun disavanzo nell'esercizio 1962/1963, le perdite riscontrate nel 1964/1965 ammontano a circa 15 milioni di franchi.

Nel 1962, il prezzo al produttore della colza è stato aumentato di 10 franchi per 100 kg (9%) e da quel momento restò immutato; Per contro, la superficie coltivabile, del cui prodotto la Confederazione assicura lo smer¬ cio, potò essere estesa ben tre volte e cioè annualmente di 10Ó0 ettari per il 1961, 1962 e 1966. Questa superficie ammonta, per il prossimo anno di 1 1

RU 1959, 1021 ( AXVI B).

RU 1959, 400 (A XVIA 5 a).

452 produzione, a circa 8000 ettari. Le prestazioni federali alla copertura delle perdite riscontrate nella valorizzazione della colza ammontarono, nella me¬ dia dell'ultimo triennio (1962-1964) a circa 7 milioni di franchi.

L'utilizzazione delle patate cagiona ancora perdite alla Regia degli al¬ cool, nonostante la riduzione annuale della superficie coltivata: infatti, men¬ tre aumenta il reddito per ettaro, diminuisce il consumo pe'r abitante. Le spese annue complessive della Regia degli alcool per l'impiego delle patate, e segnatamente per la trasformazione delle eccedenze in fiocchi o farine fo¬ raggere e i sussidi intesi a ridurre il prezzo delle patate da tavola vendute ai bisognosi, ammontarono, nella media dei 3 esercizi 1961-1964, a circa 19 mi¬ lioni di franchi.

L'assicurazione dello smercio della frutta (albiccoche, frutta da tavola e da mosto) e dei legumi esige mezzi finanziari proporzionati all'importanza della raccolta. È presentemente all'esame l'istituzione di una centrale svizzera per la coltivazione dei legumi, cui spetterà il promovimento della qualità, la consulenza tecnica, il controllo della produzione e l'assicurazione dello smercio.

Dall'autunno del 1959, la produzione viticola ha mantenuto, anno per anno, un livello superiore alla media riscontrata durante il decennio prece¬ dente, Nonostante l'aumento del consumo di vini indigeni e l'attuazione di . campagne a favore dell'uva e del succo d'uva da tavola, nel 1961 e nel 1965 furono riscontrate eccedenze di vino bianco che dovettero essere tolte dal mercato, mediante campagne di ritiro. Queste azioni, di carattere tempora¬ neo, sono state condotte allo scopo di, alleviare il mercato, conformemente all'articolo 25 della legge sull'agricoltura in connessione con l'articolo 23.

Nei due casi, furono sempre adempiuti i presupposti dell'articolo 21, capo¬ verso 1, dell'ordinanza del 18 dicembre 1953 1 sullo statuto del vino e il ritiro dell'eccedenza non fu mai imposto.

La domanda di vini rossi stranieri, a prezzi modici, è aumentata tanto a cagione dell'alta congiuntura quanto del numero rilevante dei lavoratori stranieri. Le importazioni s'accrebbero, di conseguenza, da 1,1 milioni di ettolitri nel 1959 a 1,3 milioni, nel 1964 e il consumo raggiunse, nell'esercizio 1964/1965 (1° luglio-30 giugno), il livello massimo con
2,2 milioni di ettolitri, di cui 244 000 erano composti di vini rossi indigeni, 534 000, di vini bianchi indigeni e 1 319 000 di vini rossi importati. Lo smercio dei nostri vini bianchi correnti è reso assai difficile dal prezzo particolarmente modico dei vini rossi correnti (che, in generale, è inferiore di 1 franco).

La contribuzione federale annua per promuovere lo smercio dei pro¬ dotti viticoli indigeni ammontò, nell'ultimo quinquennio 1960-1964, a 7,1 mi¬ lioni di franchi in media, rispetto a 3,86 milioni, riscontrati nel precedente quinquennio.

1

RU 1953, 1220 (A XVI A 5 b).

453 3. Provvedimenti a favore delle regioni di montagna e altre misure 3.1 Provvedimenti a favore delle regioni di montagna Dall'esame del primo capitolo emerge che, quanto alle condizioni di reddito nell'agricoltura, il guadagno dei contadini di montagna denota un ri¬ tardo notevole. Abbiamo cercato di individuarne le cause e stabilito che i contadini di cui si tratta devono lavorare in condizioni naturali sfavorevoli, ciò che ostacola profondamente gli sforzi che compiono per adeguare i me¬ todi di produzione e la struttura aziendale alle esigenze di una agricoltura moderna, razionale e meccanizzata. Nella sua politica agricola, la Confede¬ razione tiene conto di questa situazione attraverso interventi nel. settore dei prezzi in generale e con l'adozione di provvedimenti particolari a favore del¬ l'agricoltura della regione di montagna. Essa pone anche l'accento sul miglioramento delle basi di produzione. Il ritardo riscontrato nel reddito del contadino e dovuto a cause strutturali rende necessario di integrare il reddito agricolo con prestazioni dirette ed appropriate. Noi le concediamo, oggigiorno, mediante i cosiddetti contributi alle spese dei tenutari di bestia¬ me nelle regioni di montagna, come pure con gli assegni familiari. Entrambi i provvedimenti hanno assunto una notevole ampiezza.

·Quanto alla montagna in particolare, ò d'uopo rilevare che i problemi economici dell'agricoltura non possono essere risolti esclusivamente con provvedimenti di politica agricola. Occorre ancora incoraggiare l'industria e l'artigianato, il turismo e la selvicoltura. Sul piano della politica agraria, la Confederazione promuove l'agricoltura montana, innanzi tutto, facendola beneficiare dei provvedimenti generali d'incoraggiamento, d'altro canto, emanando disposizioni speciali, valide esclusivamente per la regione di mon¬ tagna. Il secondo rapporto su l'agricoltura ne fa un sunto particolareggiato.

Ci restringiamo a citare, qui appresso, alcuni provvedimenti presi negli ul¬ timi anni.

3.1.1 Carattere preferenziale dei provvedimenti generali d'incoraggiamento . · I provvedimenti generali d'incoraggiamento tengono conto in modo di¬ verso della situazione economica delle regioni di montagna. Se la Confede¬ razione stanzia sussidi, le aliquote computabili per le regioni di montagna sono di massima più elevate. Ciò
si riscontra per la formazione professionale e la consulenza, come anche per il promovimento dell'allevamento e l'assi-.

curazione del bestiame, l'assicurazione contro gli infortuni e la lotta contro le epizoozie. Anche i premi di coltivazione per i cereali da foraggio, i prezzi della presa a carico dei cereali panificabili, i premi di macinazione e i con¬ tributi alle spese per il collocamento delle patate sono maggiori. La diffe¬ renza dell'aliquota è però più notevole nel settore delle migliorie fondiarie.

Infatti, il tasso medio dei sussidi federali a favore delle zone di montagna è una volta e mezzo più elevato di quello dei sussidi computabili per le stesse Foglio Federale, 1965, Vol. III

31

454 migliorie attuate nella zona del piano. V'è, inoltre, una serie di migliorie che è sostenuta mediante sussidi soltanto in montagna. Le particolarità del¬ l'ordinamento applicabile sono esposte nel secondo rapporto sull'agricol¬ tura.

L'introito più elevato delle imprese di montagna proviene in gran parte dalla produzione animale. L'allevamento e la vendita di bestiame assumono, al riguardo, un ruolo importante. I provvedimenti adottati e abbondante¬ mente specificati nei precedenti capitoli, intesi ad assicurare i prezzi e il col¬ locamento del bestiame d'allevamento e da reddito, tornano in primo luogo a vantaggio dell'agricoltura montana. Vorremmo, a questo punto, ricordare brevemente le innovazioni principali apportate dalla nuova legge già men¬ zionata, del 15 giugno 1962, concernente la vendita del bestiame rispetto al precedente decreto federale del 13 dicembre 1957. Innanzi tutto, le azioni di eleminazione proseguono nelle regioni di montagna; il contributo federale alle spese d'eliminazione è stato portato dal 50-80% al 70-90%. Un'altra im¬ portante innovazione della legge è costituita dal fatto, che le azioni di elimi¬ nazione sono state estese oltre le zone di montagna, ciò che indirettamente torna a profitto di queste ultime. La Confederazione assume da sè sola le spese per gli acquisti destinati ad alleviare il mercato ed a prevenire marasmi, mentre prima del 1962 essa non ne sopportava che una parte. Da ultimo, va ancora citato un genere particolare di campagna d'aiuto, consistente nell'as¬ sunzione da parte della Confederazione, fino a concorrenza del 50-70%, delle spese sostenute dai Cantoni per l'organizzazione di provvedimenti stra¬ ordinari in conseguenza della mancanza di foraggi nelle regioni di monta¬ gna. È appunto sulla scorta di questa disposizione ch'essa ha pagato sussidi, per effetto della siccità del 1962, per circa 1.6 milioni di franchi allo scopo di ridurre il costo e le spese di trasporto dei foraggi acquistati l'inverno suc¬ cessivo. La tavola 24 fornisce schiarimenti sulle spese sostenute per il promovimento della vendita di bestiame; negli ultimi quattro anni, esse sono state in media di circa 15 milioni di franchi. . 1 3.1.2 Sussidi destinati a migliorare la tenuta del bestiame in montagna I compiti attribuiti al servizio di consulenza in materia di economia
ani¬ male sono già stati esposti in altro luogo.,Benché la consulenza tenda, di per sè, a migliorare le condizioni di produzione tanto della montagna quanto del piano, i sussidi all'azienda, che sono subordinati al servizio di consulenza nelle regioni di montagna, costituiscono un provvedimento specifico a favore dell'agricoltura montana. Detti sussidi, che poggiano su l'ordinanza concer¬ nente l'allevamento, del 29 agosto 1958, e gli emendamenti successivamente emanati, perseguono lo scopo di migliorare la tenuta del bestiame, segnata¬ mente con l'acquisto di concimi chimici, strame e foraggi, come pure le at¬ trezzature per la stalla e l'igiene degli animali. Dal prospetto n. 28 emerge che il numero degli agricoltori attivi al riguardo ha subito un rallegrante

455 aumento. Trattasi di una diecina di milioni di franchi che, attraverso i sussidi all'azienda, affluiscono annualmente ai contadini di montagna.

Tavola 27 Sussidi all'azienda nelle regioni di montagna (sussidi destinati a migliorare la tenuta e l'igiene del bestiame, giusta l'art. 66 dell'ordinanza concernente l'allevamento) Numero delle aziende - 1960 1961 1962 1963 1964

9 942 15 038 18 374 22 377 26 370

Sussidio federale Totale Media per azienda Fr.

Fr.

2 668 009 4 044 100 4817114 8 509 000 9 758 020

268 · 269 262 380 370

3.1.3 Sussidi per l'acquisto di macchine , In virtù dell'articolo 41 della legge sull'agricoltura, l'acquisto, in co¬ mune, di determinate macchine e attrezzi, nelle regioni di montagna, può es¬ sere sussidiato fino in ragione del 20% del prezzo netto d'acquisto. Benché la legge non esiga una partecipazione finanziaria simultanea da parte dei Cantoni, quest'ultimi concedono, oggigiorno, egualmente il loro aiuto per gli acquisti in questione, di modo che i sussidi stanziati dai poteri pubblici co¬ prono in media il 30-40% del prezzo d'acquisto.

Quand'anche questo regolamento, che implica un acquisto in comune, sia di massima giustificato, dato che sovente non sarebbe economico che piccole aziende dispongano ciascuna di propri macchinari, la soluzione non appaga comunque in ogni punto, specie nel caso di aziende isolate. D'altro canto, talune macchine sono pressoché o anche compiutamente inidonee a un uso comunitario. Il problema ha trovato soluzione nella legge del 4 otto¬ bre 1963, concernente l'acquisto individuale di macchine agricole nelle zone di montagna. Detta legge consente, infatti, di incoraggiare l'acquisto indivi¬ duale di macchine agricole e attrezzatine nelle zone di cui si tratta quando l'uso in comune non è opportuno. I sussidi federali presuppongono presta¬ zioni almeno uguali da parte dei Cantoni, ritenuto che le prestazioni da parte di terzi sono parificate a quelle dei Cantoni.

Questo nuovo ordinamento ha permesso di allungare l'elenco delle mac¬ chine e installazioni che danno diritto al sussidio, fra cui gli impianti per la mungitura meccanica, quelli per l'essiccazione del fieno mediante ventila¬ zione e le diverse macchine per la fienagione occupano un posto di primo

456 piano. I sussidi della Confederazione possono toccare, al massimo, il 20% del prezzo netto d'acquisto, secondo la situazione economica del richie¬ dente. Le disposizioni in materia di acquisti individuali sono entrate in vigore il 15 marzo 1964. I loro effetti emergono dalla tavola 28. I sussidi della Confederazione sono passati da circa un milione di franchi, negli anni antecedenti il 1964, a 1,7 milioni quest'ultimo anno, e v'è da supporre che essi ascenderanno sui 3 milioni di franchi nel 1965. Delle 6704 macchine e installazioni sussidiate nel 1964, le macchine per la fienagione e le motofal¬ ciatrici occupano il primo posto, con 1600 unità, seguite dai rimorchi a presa di forza e dai spandiletame. Il 60% dei sussidi è già stato assegnato per gli acquisti individuali, giacché il ritardo da ricuperare si è rivelato notevole.

Tavola 28 Sussidi e assegnazioni per l'acquisto di macchine nelle regioni di montagna Anno, risp.

media degli anni 1954-1958 1960 1961 1962 1963 1964 1965

Sussidi Fr.

Assegnazioni Numero delle macchine e degli attrezzi

384 319 1 000 004 1 077 651 1 218 230 1 105 565 1 700 046 3 000 000 1

1464 3016 3760 3954 3471 6704 4730-2

1 Preventivo 1965.

2 Primo semestre 1965.

3.1.4 Contributi alle spese dei tenutari di bestiame bovino - I contributi alle spese dei tenutari di bestiame bovino nelle regioni di montagna furono istituiti in virtù del decreto sull'economia lattiera, del 19 giugno 1959, con effetto dal 1° novembre dello stesso anno. Siffatto provve¬ dimento, dimostratosi semplice ed opportuno, ha subito da allora un consi¬ derevole sviluppo. La sua evoluzione è illustrata nella tavola 29.

Dopo il rialzo dei sussidi, avvenuto nel 1961, la nuova legge del 9 ot¬ tobre 1964, che istituisce un contributo alle spese dei tenutari di bestiame bovino nelle regioni di montagna, ha apportato, à sua volta, un nuovo mi¬ glioramento a cominciare dal 1° gennaio 1965. Oltre all'aumento dei sussidi in ragióne del 25% e al raddoppiamento delle unità di bestiame grosso com¬ putabili, la legge istituì diverse innovazioni, come l'inclusione dei cavalli, delle pecore, delle capre e dei suini. In virtù di questo nuovo ordinamento,

457 l'agricoltura montana fruirà, in avvenire, di circa 40 milioni di franchi, ciò che rappresenta un buon raddoppiamento rispetto alle spese sostenute nel passato.

Tavola 29 Evoluzione dei contributi alle spese dei tenutari di bestiame bovino nelle regioni di montagna a decorrere dal 1959 Sussidi per UBG nelle zone IH li I Fr.

Fr.

Fr.

A 1 1 1

decorrere, dal novembre 1959 novembre 1961 gennaio 1965 1960 1961 . 1962 1963 1964 1965

40 50

40 80 100

60 120 150

UBG che danno diritto al sussidio 4 5 10

Sussidi in milioni di franchi 6,76 6,64 18,97 19,46 , 19,01 40,00 (Valutazione)

Nel 1964, i sussidi furono in media di 333 franchi per azienda. I nuovi contributi massimi sono stati fissati a 1500 franchi per la zona III, a 1000 franchi per la zona II e a 500 franchi per la zona 1.

Decidendo di accrescere i contributi alle spese, il Consiglio federale ha condiviso manifestamente il principio, secondo cui le condizioni di reddito dell'agricoltura montana vanno considerate distintamente ed i risultati otte¬ nuti devono determinare i provvedimenti da prendere.

3.1.5 Assegni familiari a favore dei contadini di montagna Con decorrenza dal 1° gennaio 1953, la Confederazione paga assegni familiari ai contadini di montagna semprechè il reddito di questi non rag¬ giunga un importo determinato. Con effetto dal 1° luglio 1962, siffatto prov¬ vedimento sociale venne anche esteso ai piccoli contadini della regione del piano. Per quanto non si tratti di disposizioni cantonali, il pagamento di as¬ segni familiari nell'agricoltura si fonda sulla legge del 20 giugno 1952 con¬ cernente gli assegni familiari ai lavoratori agricoli e ai contadini. Poiché si¬ mili assegni non sono ristretti soltanto alle regioni di montagna, i suoi effetti saranno trattati in modo più circostanziato nella rubrica seguente dal titolo «Altri provvedimenti».

458 Può bastare, a questo punto, menzionare che nel 1964 soltanto i conta¬ dini di montagna hanno fruito degli assegni per figli, i quali hanno raggiunto approssimativamente l'ammontare di 13 milioni di franchi. Prima che l'asse¬ gno mensile per figlio venisse portato da 15 a 20 franchi, l'importo dei paga¬ menti fu di circa 9.5 milioni di franchi all'anno.

In sostanza, i quattro provvedimenti a favore delle regioni di montagna, segnatamente i contributi all'azienda, il sussidiamento delle macchine agri¬ cole, i contributi alle spese dei tenutari di bestiame e gli assegni per figli, hanno comportato una spesa totale di 43 milioni di franchi nel 1964, rispetto a circa 20 milioni di franchi nel 1960; nell'anno in corso, le, spese in que¬ stione ascenderanno a 67 milioni di franchi, e ciò in conseguenza del rialzo dei contributi alle spese. Questa somma non comprende i sussidi destinati a promuovere l'allevamento e la vendita del bestiame, né quelli per le miglio¬ rie e gli altri provvedimenti di carattere generale.

3.2 Altri provvedimenti 3.2.1 Assegni familiari ai lavoratori agricoli e ai contadini Le aliquote applicabili presentemente per gli assegni familiari sono state fissate il 1° luglio 1962, data dell'ultima revisione della legge menzionata, più sopra. Le migliorie apportate in quella occasione sono illustrate nella tavola 30.

Gli assegni familiari per i lavoratori agricoli sono stati aumentati da 40 a 60 franchi al mese, mentre quelli per i figli sono passati da 15 a 20 franchi per figlio al mese. Per i lavoratori agricoli del piano, l'aliquota è rimasta in¬ variata a 15 franchi. Nel 1964, circa 11 900 lavoratori agricoli con 21 300 figli aventi diritto agli assegni hanno potuto beneficiare di questa presta¬ zione.

Fino al 1° luglio 1962, il diritto agli assegni familiari spettava soltanto ai contadini di montagna con un reddito netto non superiore a 4 000 franchi all'anno, oltre a 500 franchi per figlio di meno di 15 anni. A decorrere da questa data, gli assegni per figli sono stati introdotti anche per i contadini del piano, computando uri limite di guadagno, per tutti i contadini, di 5 500 franchi e un supplemento per figlio di 700 franchi. L'assegno per figlio per la regione del piano venne fissato a 15 franchi per figlio e al mese, mentre per i contadini di montagna detto assegno
fu portato da 15 a 20 franchi. I sussidi di cui si tratta vanno intesi mensili per ciascun figlio'fino al com¬ pimento del quindicesimo anno d'età, rispettivamente fino al ventesimo anno d'età per quei figli ancora soggetti a un tirocinio professionale.

Nel 1964, gli assegni familiari pagati sono stati dell'ordine di circa 30 milioni di franchi, di cui 9. milioni a favore di lavoratori agricoli e 21 mi¬ lioni a contadini. I datori di lavoro nell'agricoltura hanno contribuito al fi¬ nanziamento degli assegni per i lavoratori agricoli con l'ammontare di 2,6 milioni di franchi.

459 Tavola 30 Assegni familiari ai lavoratori agricoli e ai contadini Progetto di10 gennaio 1958 dopo il revisione del al 10 luglio 1962 10 luglio 1962 31 maggio 1965 Assegn per figli, fr. a mese Zona di montagna: Lavori agricoli Contadini Zona del piano: Lavoratori agricoli Contadini

;

Lavoratori agricoli Contadini di montagna e del piano

Lavoratori agricoli Contadini

15 15

20 20

' 15

15 15

·

25 25 20 20

Lim 'te di reddito, fr 4000 +500 per figlio

5 500 +700 per figlio

7000 +700 per figlio

Assegno d famiglia, fr. al mese 60 60 40

Con messaggio del 31 maggio 1965, abbiamo sottoposto un progetto di revisione alle camere, proponendo un aumento degli assegni per figli da 15 a 20 per la zona del piano e da 20 a 25 franchi per le regioni di montagna, come pure un nuovo limite di reddito accresciuto da 5 500 a 7 000 franchi.

Siffatte modificazioni comporterebbero una maggiore spesa aggirantesi sui 10-11 milioni di franchi, i cui % sarebbero assunti dalla Confederazione e Yj, andrebbe a carico dei Cantoni. Il 31 marzo 1965, circa 17 000 contadini di montagna e 13 000 del piano, con circa 52 000 rispettivamente 42.000 fi¬ gli aventi diritto all'assegno, erano al beneficio degli assegni in questione. La maggior parte dei contadini di montagna occupati a titolo professionale nell'agricoltura fruiscono già degli assegni per figli; la proposta di accrescere il limite dei redditi dovrebbe determinare un aumento dal 30 al 40% e por¬ tare a circa 14 000 il numero dei figli di contadini del piano aventi diritto all'assegno. Nella sua seduta del 22 settembre 1965, il Consiglio degli Stati ha deciso di andare più oltre e di fissare l'assegno per figli a 25 franchi per la zona del piano, e a 30 franchi per la regione di montagna, stabilendo il limite del reddito a 8 000 franchi. Il Consiglio nazionale non ha preso ancora posi¬ zione sulla proposta presentata.

460 3.2.2 Riduzione dei supplementi di prezzo sui foraggi importati Gli interventi nel settore delle importazioni di foraggi hanno lo scopo di orientare la produzione. I supplementi di prezzo rincarano i foraggi di provenienza estera e perseguono il fine di -- migliorare la capacità di concorrenza della produzione foraggera e, in particolare, promuovere la coltura dei cereali da foraggio, -- promuovere l'utilizzazione dei foraggi prodotti dall'azienda, -- restringere la produzione animale, segnatamente quella lattiera, -- orientare la produzione generale, nell'intento di frenare la formazione di imprese di carattere industriale o artigiano, praticanti una tenuta di bestiame con l'aiuto di foraggi importati.

La specializzazione e la ripartizione del lavoro nell'agricoltura hanno modificato in certo modo simili obiettivi. Il principio della base foraggera dell'azienda non è più assoluto, segnatamente nel settore dei suini e del pol¬ lame, in quanto le imprese di lie:ve importanza, principalmente nelle regioni in cui v'è predominanza delle colture erbacee, non dispongono di foraggi a sufficienza per accrescere la mandra e migliorare cosi le loro condizioni di reddito; è d'uopo, quindi, ricorrere sempre maggiormente agli acquisti di foraggi perchè siano colmati i disavanzi. Si assiste, inoltre, alla formazione di imprese specializzate nell'ingrasso di bovini e suini, come pure nell'avicol¬ tura; pur conservando il loro carattere di economia familiare, senza una ma¬ nodopera estera notevole, siffatte imprese sono nondimeno indotte a ricor¬ rere agli acquisti di foraggi suppletivi. Quanto alle attività aziendali indipen¬ denti dal suolo, sorge la domanda a sapere se esse ancora appartengono alla , agricoltura e, se del caso,, in quale misura a' sensi dell'articolo 31 bis, capo¬ verso 3, lettera b, della Costituzione federale.'

Il problema dei supplementi di prezzo è stato riesaminato dal profilo della nuova evoluzione. Siamo pertanto giunti alla conclusione che una certa ·riduzione tornerebbe a profitto dell'interesse generale. A decorrere dal 1° ottobre 1964, i supplementi di prezzo dei principali foraggi importati sono1 stati abbassati, in media, del 30%. Da tale momento, essi oscillano tra 2 e 4 franchi il quintale per i cereali da foraggio. Tale riduzione tende a conse¬ guire un abbassamento del
costo degli alimenti che sono principalmente usati dalle aziende avicole e suine. L'effetto sui prezzi d'acquisto è stato comun¬ que, per il contadino, soltanto parziale, in quanto i prezzi all'importazione hanno subito nel frattempo un rialzo e anche perchè la riduzione non venne ordinata, a breve' scadenza, a tutti gli stadi del commercio. Questo provvedi¬ mento ha ridotto di una diecina di milioni di franchi gli introiti della Confederazone provenienti da siffatti supplementi di prezzo.

Conformemente alla legge sull'agricoltura, gli introiti derivanti dai sup¬ plementi di prezzo per i foraggi importati servono al finanziamento dei pre¬ mi di coltivazione per i cercali da foraggio e all'utilizzazione della colza.

461 Poiché simili spese ascendono sui 30 milioni di franchi all'anno, una nuova importante riduzione dei supplementi di prezzo non entra, già per queste considerazioni finanziarie, in linea di conto.

3.2.3 Riduzione delle aliquote di dazio sui carburanti Da due anni, l'agricoltura fruisce di ragguardevoli agevolezze doganali per il petrolio, il white spirit e l'olio Diesel. Mentre per i due primi prodotti essa paga un dazio ridotto a 1 franco per 100 kg (la tassa normale è di 16 franchi), semprechè vi sia un impegno per l'uso, per l'olio Diesel le viene rifuso 10 franchi sul dazio normale, che è parimente di 16 franchi per 100 kg. Appunto nell'intento di ridurre i prezzi di produzione nell'agricol¬ tura, le tasse doganali, riscosse a titolo suppletivo a cominciare dal gennaio 1962 per il finanziamento delle strade nazionali (in un primo tempo di 5, ora di 12 centesimi il litro), vengono rimborsate su tutti i carburanti usati per scopi agricoli, quindi anche su la benzina, e ciò anche in considerazione del fatto che i veicoli a motore agricoli non si servono, in pratica, delle strade nazionali. Allorché fu decisa l'introduzione di detti supplementi, venne simultanéamente istituita una cosiddetta procedura «normativa» agli effetti di un rimborso per l'olio Diesel e la benzina. La somma da rimborsare è de¬ terminata in base al consumo normale di carburante corrispondente alle condizioni di ciascuna azienda, e ciò per prevenire qualsiasi abuso. Negli anni 1962 e 1963, all'agricoltura furono rimborsati circa 7 milioni di franchi ogni anno.

Giusta una mozione presentata in Consiglio nazionale, è attualmente allo studio la possibilità di rimborsare all'agricoltura anche una parte del dazio di base riscosso sulla benzina e una quota maggiore di quello prelevato sull'olio Diesel.

4. La politica commerciale estera nel settore dell'agricoltura Il presente esposto sui provvedimenti e la politica della Confederazione a favore dell'agricoltura sarebbe incompiuto senza un accenno alla politica commerciale estera nel settore dell'agricoltura. Anche la politica commer¬ ciale contribuisce, unitamente agli altri provvedimenti, al conseguimento degli scopi previsti dalle leggi sull'agricoltura, segnatamente per quanto at¬ tiene alla garanzia di smercio dei prodotti indigeni. Ciò avviene, d'un lato, attraverso
provvedimenti di difesa alla frontiera, dall'altro, mediante gli sforzi intesi ad assicurare ed estendere le possibilità di collocamento dei pro¬ dotti agricoli svizzeri all'estero.

Simili provvedimenti vanno però presi in consonanza con gli interessi generali dell'economia e nell'ambito di una politica commerciale estera atta a tutelare gli interessi generali nazionali. Non trattasi, spesso, di compito fa-

462 eile, anche perchè, dipendendo la nostra economia dalle sue relazioni con l'estero, è d'uopo tener conto, nella giusta misura, degli interessi all'esporta¬ zione agricola delle parti contraenti.

In considerazione di queste contingenze, nel corso degli anni la politica commerciale svizzera potè istituire un apparato efficiente di politica com¬ merciale, costituito da una moderna tariffa doganale e da tutta una serie di provvedimenti alla frontiera, rispondenti a quelli previsti principalmente dalla legge sull'agricoltura e cioè: -- contingentamento delle importazioni (p. es: del bestiame da macello, della carne, del vino, delle patate, dei fiori); -- obbligo di ritiro (uova, polvere di latte completo, caseina lattica); -- sistema trifase (frutta e verdura); -- supplementi di prezzo e di dazio (p. es. per foraggi, grassi e oli, burro, panna, latte condensato, polvere di latte scremato); -- disciplinamento dei monopoli (burro, alcool).

La Svizzera è chiamata a rappresentare questa politica di fronte al¬ l'estero. Giova, a questo riguardo, rammentare le circostanze secondarie in cui la Svizzera ha aderito all'accordo generale sulle tariffe doganali e il com¬ mercio (GATT), adesione avvenuta nel 1958 e resa possibile, dopò ardue trattative, soltanto su basi provvisorie -- provvisorietà mantenutasi sino ad oggi --, in quanto il nostro Paese non poteva accettare, a motivo delle pre¬ scrizioni della legge sull'agricoltura, sui cereali e sull'alcool, il divieto delle .

restrizioni quantitative per l'importazione. Là Svizzera mantenne nel GATT anche la riserva di riscuotere supplementi di prezzo e di dazio, come pure di altre tasse. Nonostante simili riserve, essa fruisce se non proprio dell'in¬ tera qualità di socio, almeno di tutti i diritti e vantaggi derivanti dal GATT, rivelatisi utili anche per la nostra agricoltura. Nelle trattative cosiddette di compensazione con la Comunità economica europea (CEE) è stato possibile ottenere una riduzione ad un grado più sopportabile di molte voci doganali ed interessanti la nostra agricoltura previste dalla tariffa doganale per l'este¬ ro di detto organismo, tariffa, questa, che sostituisce quelle nazionali dèi singoli Stati associati alla Comunità. Nel susseguente «Dillonround», in «n momento in cui le possibilità d'esportazione della nostra agricoltura si
profilavano particolarmente minacciate in conseguenza della politica agri¬ cola della CEE, altre importanti concessioni doganali hanno potuto essere convenute con la Comunità. In quella occasione, anche gli Stati Uniti d'America e la Spagna hanno fatto preziose concessioni alla Svizzera a fa¬ vore dei suoi prodotti agricoli d'esportazione.

Il Kennedy-Round, attualmente in corso ed organizzato nell'ambito del GÀI T, sarà con ogni probabilità di capitale importanza per l'agricoltura.

Esso tende tra l'altro a conseguire l'allestimento, attraverso la via di tratta¬ tive, di nuovi regolamenti internazionali per lo scambio di prodotti agricoli, regolamenti che eccedono il mero territorio doganale.

463 Taluni Paesi desiderano, infatti, che per singoli prodotti, quali i cereali, i prodotti lattieri, la carne e lo zucchero, siano conclusi accordi internazio¬ nali veri e propri. Analoghi sforzi sono anche compiuti in altri consessi in¬ ternazionali, come alla conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD). In concomitanza a simili tentativi, il 16 settembre 1965 sono state presentate le offerte agricole svizzere nell'ambito del GATT.

D'altro canto, nelle trattative sul Kennedy-Round è apparso sinora evi¬ dente che agli ampi risultati fanno riscontro difficoltà tutte speciali. Gli Stati che vi partecipano sono particolarmente solleciti a tutelare gli interessi delle loro popolazioni rurali. Ciò vuol significare che non v'è d'attendersi una rapida evoluzione. La Svizzera potrà ribadire ch'essa contribuisce in modo notevole allo scambio internazionale dei prodotti agricoli, concedendo essa già oggi l'aliquota maggiore, pro capite della popolazione, dei prodotti agricoli importati.

La politica commerciale svizzera ha dovuto altresì occuparsi intensa¬ mente dei problemi concernenti la collaborazione economica e l'integrazione europea. In occasione dell'istituzione della zona europea di libero scambio (EFTA), l'agricoltura venne esclusa dalla soppressione generale delle dogane e da altre restrizioni commerciali. Anche gli accordi conchiusi, nell'ambito dell'EFTA, con la Danimarca e il Portogallo sul commercio bilaterale dei prodotti agricoli non hanno compromesso in alcun modo la nostra agricol¬ tura.

' La politica agricola comune, in elaborazione, dei sei Paesi della Comu¬ nità economica europea porrà presumibilmente crescenti e ardui problemi al nostro Paese. V'è da supporre che le eccedenze saranno collocate in Sviz¬ zera sempre maggiormente con l'aiuto di sussidi e rimborsi. È stato il caso, la prima volta nel secondo semestre del 1964, di adottare provvisoriamente misure suppletive in difesa del settore delle uova.

L'applicazione schematica, da parte della Comunità, del suo regime di prelevamenti ha cagionato difficoltà particolari alle nostre esportazioni di formaggio in scatola è di latte medicinale. I problemi di cui si tratta sono stati discussi a tempo opportuno e v'è da sperare ch'essi saranno risolti im . modo soddisfacente.

, I nostri interessi in materia di
esportazioni agricole sono stati incessan¬ temente difesi nel corso di discussioni e trattative condotte sul piano bilate¬ rale negli ultimi anni con numerosi Paesi.

D'altro canto, è inevitabile che il nostro Paese, così interdipendente dal¬ l'estero, sia costretto a fare delle concessióni ai suoi contraenti commerciali .

per l'importazione dei loro prodotti agricoli. L'apparato della nostra politica commerciale si è dimostrato appropriato, tanto da permettere dette conces¬ sioni senza correre il rischio di compromettere gli obiettivi della nostra po¬ litica agricola.

464 In conclusione, si può affermare che la politica agricola della Confede¬ razione è riuscita a conseguire, in ampia misura, gli scopi preposti nel set¬ tore dell'agricoltura. Altri problemi si porranno a mano a mano che la colla¬ borazione internazionale andrà sviluppandosi. La nostra agricoltura non po¬ trà sottrarsi dagli avvenimenti che si produrranno nella politica agraria e commerciale dell'estero e non è nemmeno auspicabile ch'essa sia compiuta¬ mente privata dagli impulsi cagionati da taluni nuovi indirizzi. Sarà nondi¬ meno necessario garantirle, anche in avvenire, quella protezione di cui essa ha bisogno, perchè possa procedere sistematicamente agli adeguamenti op.. portuni ed adempiere la sua missione di assicurare l'approvvigionamento del Paese.

5. Spese della Confederazione nel settore dell'alimentazione e dell'agricoltura Le spese sostenute dalla Confederazione, a decorrere dal 1958, nel set¬ tore dell'alimentazione e dell'agricoltura sono enunciate in modo particola¬ reggiato nell'appendice, unitamente alle entrate corrispettive. 11 prospetto di cui si tratta è la continuazione di quello pubblicato nel secondo rapporto sull'agricoltura. Rinviamo a detto prospetto per quel che concerne le spie¬ gazioni, le riserve e le osservazioni alle singole voci, come pure per la sud¬ divisione e il raggruppamento dei dati.

Le spese indicate nell'appendice comprendono tanto le spese a fondo perso (chiamate qui appresso «sussidi») quanto i crediti. Dopo l'entrata in vigore della legge del 23 marzo 1962 concernente i crediti agricoli d'investi¬ mento e gli aiuti per la conduzione aziendale agricola, la Confederazione ha cercato di assegnare, in misura maggiore, crediti a un tasso favorevole di interesse. Abbiamo perciò proceduto ad una suddivisione delle spese della Confederazione in sussidi federali (tavola 31) e crediti (tavola-32).

Ne viene che i sussidi stanziati dalla Confederazione nel settore dell'ali¬ mentazione e dell'agricoltura sono notevolmente aumentati nel corso degli ultimi anni. Nel 1964, essi raggiunsero l'ammontare di circa 470 milioni di franchi, pari a 2,1 volte la media degli anni 1954/58. Una parte di queste spese hanno potuto essere coperte mediante introiti vincolati a scopi deter¬ minati. È presumibile che nel 1965 le spese ascenderanno al mezzo miliardo.

Va precisato,
comunque, che una parte di queste spese non va a profitto soltanto dell'agricoltura, bensì anche dei consumatori, dei fabbricanti e dei venditori di agenti di produzione agricola e, in senso lato, di tutta l'economia in generale.

465 Tavola 31 Sussidi federali nel settore dell'alimentazione e dell'agricoltura, 1959-64 Per un Per assicurare Prestazioni l'approvvigiona¬ sociali 3 promovimento mento del paese, tecnico 1 i redditi 2e i prezzi 1954-s 1958 1959 1960 1961 1962 1963 1964 1 2 3 3

6

45,7 58,7 57,0 ' 64,4 66,6 74,9 87,8

Spese in milioni di franchi 12,2 166,7 15,3 249,4 14,8 208,1 14,3 275,9 17,0 280,7 312,0 29,7 27,7 · 352,2

Totale

Di cui coperti da introiti vincolati a scopi determinati 4

224,6 323,4 279,9 354,6 364,3 416,6 467,7

di franchi .

88,7 94,2 . 96,5 130,1 134,1 127,8 161,8

A decorrere dal 1959, senza gli introiti delle stazioni sperimentali e del de¬ posito di stalloni e puledri.

A decorrere dal 1959, senza il contributo dei produttori di latte alle spese per l'utilizzazione del latte.

A decorrere dal 1959, senza i contributi dei datori di lavoro (agli assegni fa¬ miliari a favore dei lavoratori agricoli).

A. decórrere dal 1959, senza gli introiti delle stazioni sperimentali c del de¬ posito di stalloni e puledri, il contributo dei produttori di latte, i contributi dei datori di lavoro e i rimborsi di prestiti.

Compresi i crediti.

Tavola 32 Crediti della Confederazione nel settore dell'agricoltura, 1959-1964 Crediti in milioni di franchi 1959 1960 1961 1962 1963 1964

0,2 1,9 0,4 0,9 59,9 62,2

Rimborsi in milioni di franchi 1.1 1.2 1.3 1,2 1,0 1,0

466 C. Direttive di politica agricola 1. Finalità La nostra politica agricola si prefigge sia di conservare un forte ceto contadino dalla intensa produttività sia di garantire l'approvvigionamento del Paese nei tempi difficili. Questi due scopi sono strettamente correliti; raggiungere il primo (mantenimento di una popolazione rurale atta a svol¬ gere pienamente il proprio lavoro ed incremento della produttività del me¬ desimo) significa raggiungere nel contempo il secondo (approvvigionamento del Paese in tempi difficili).

Quanto al primo di detti scopi, noi riteniamo che i due concetti figuranti in esso, quelli di «ceto agricolo forte» e di «agricoltura produttiva»,'sono perfettamente complementari. Infatti, per rimanere forte, la popolazione ru¬ rale dev'essere in grado di attuare un'agricoltura produttiva, di rispondere con i propri mezzi ai problemi che si van ponendo e di adattarsi all'evolu¬ zione tecnica ed economica, superando da sè, nella misura del possibile, le fluttuazioni di reddito legate ai fattori naturali e commerciali. Tendere a conservare un ceto contadino forte significa orientare le direttive e le finalità supreme della nostra politica agricola verso l'incoraggiamento d'un'agricoltura praticata nella forma dell'esercizio familiare rispondente alle esigenze della produttività. Questa forma di conduzione agricola non è definita di.per sè nè dalla superficie aziendale nè dall'appartenenza alla famiglia delle per¬ sone occupate; le circostanze possono ad esempio richiedere che s'abbia ad impiegare anche del personale estraneo alla famiglia, per lo meno entro quei limiti oltre i quali il concetto d'esercizio familiare non potrebbe più in nes¬ sun caso applicarsi, la manodopera extrafamiliare superando eccessivamente e durevolmente quella familiare. La forma della conduzione agricola come esercizio familiare produttivo è legata invece strettamente alla struttura e al¬ l'organizzazione dell'azienda: alla struttura, che dev'essere tale da consentire l'impiego razionale dei capitali investiti; all'organizzazione, che deve essere tale da facilitare al massimo il lavoro della famiglia contadina. Realizzando questi due fattori diverrà possibile non solo di conseguire un reddito soddisfacente ma anche di produrre in condizioni competitive nei con¬ fronti dell'offerta estera normale. Questa
definizione della finalità fonda¬ mentale della nostra politica agricola non vuole però escludere le altre for¬ me di conduzione: vi saranno pur sempre, sia le grandi aziende esercitate con l'ausilio di ingenti effettivi di manodopera estera, sia, per converso, le aziende esigue, esercitate da persone che ricercano nell'agricoltura un reddito puramente accessorio. Comùnque non potrà mai essere posto come scopo quello di mantenere ad ogni costo il maggior numero possibile di aziende agricole, senza tener conto del loro impianto e della loro produttività: Quanto al secondo scopo della nostra politica agricola, quello della ga¬ ranzia dell'approvvigionamento del Paese, appare per prima cosa necessario

467 di dare alla produzione un certo orientamento. Occorrerà pure prendere adeguate misure per migliorare le basi della produzióne ed assicurare diret¬ tamente un sufficiente reddito agricolo. Come che sia, la nostra futura poli¬ tica agricola non si scosterà da quella già definita nel secondo rapporto sul¬ l'agricoltura e manterrà in vigore i provvedimenti allora istituiti; di conse¬ guenza, qui di seguito, ci limiteremo a precisare soltanto quei punti per i quali una diversa evoluzione si va disegnando come necessaria.

2. Orientamento finalistico della produzione Siccome il ceto contadino trae l'essenziale del suo reddito dall'agricol¬ tura, occorre analizzare accuratamente le possibilità produttive del settore.

In tempo di pace, la produzione, nel quadro dei fattori che le sono propri, risulta essere essenzialmente funzione delle condizioni economiche del mer¬ cato, vale a dire della domanda interna e della parte a noi accessibile della domanda estera. Da questo profilo, appare di comune interesse che lo sforzo sostanziale della produzione agricola abbia a concentrarsi sulle branche pro¬ mettenti i più spiccati vantaggi, per essere le più congeniali al nostro am¬ biente naturale e alla nostra impostazione economica.

Giusta queste considerazioni quale dev'essere l'orientamento della no¬ stra produzione agricola? È questa una domanda alla quale non si può ri¬ spondere se non considerando la necessità di garantire "adeguatamente l'ap¬ provvigionamento del Paese in tempi difficili. Si pone allora, come irrinun¬ ciabile premessa, la constatazione che sarebbe impossibile, qualora le impor¬ tazioni fossero di colpo pregiudicate o interrotte, accrescere in breve tempo fino all'autosufficienza la produttività d'un'agricoltura che non fosse stata previamente mantenuta in un appropriato impianto produttivo. Per questa ragione l'incoraggiamento all'estensione delle colture mantiene tutta la sua importanza: questi ultimi anni, disponevamo di una superficie di coltivo di 250 000-260 000 ettari, per metà governata a cereali panificabili. Invero, que¬ sta superficie risulta leggermente inferiore a quei 280 000 ettari che il nostro secondo rapporto sull'agricoltura reputava indispensabili; tuttavia il poten¬ ziamento della produttività, segnatamente quanto al rendimento per ettaro, ci consente di asserire
che l'attuale estensione del coltivo appresta una base sufficiente per un eventuale incremento della coltivazione in caso di gravi difficoltà. Il che non sarà però possibile, nelle nostre condizioni, senza un largo contributo dei poteri pubblici: prestazioni finanziarie assai ingenti ci sembrano quindi sempre indispensabili per garantire l'approvvigionamento del Paese.

È inoltre necessario che l'agricoltura sia dotata delle apparecchiature e delle forze-lavoro adeguate. Anche su questo problema si appunta continua¬ mente la nostra attenzione: all'uopo abbiamo allestito un programma di col¬ tura e produzione il quale ci permetterà di prendere tempestivamente i prov¬ vedimenti indispensabili.

468 3. Rafforzamento delle basi produttive e delle strutture agricole Nel nostro secondo rapporto consideravamo finalità precipua della po¬ litica agricola l'incremento dei fattori produttivi e, conseguentemente, il po¬ tenziamento della competitività agricola. Gli sforzi già fatti in questa dire¬ zione saranno attivamente continuati: trattasi innanzitutto di perfezionare .

la formazione professionale, la.ricerca scientifica, le bonifiche fondiarie, l'ai-, levamento del bestiame e le misure di razionalizzazione; trattasi inoltre di reimpostare la produzione secondo i metodi moderni e le possibilità di smer¬ cio a lungo termine. Fra le misure intese a migliorare le condizioni d'eserci¬ zio vanno annoverati non solo i raggruppamenti, le bonifiche, il risanamento degli edifici e il potenziamento degli impianti, bensì, e soprattutto, l'ottimalizzazioné delle aziende. Quest'ottimalizzazione va ricercata attraverso l'av¬ vio o l'incremento di colture intensive (sviluppo interno dell'azienda) o attra¬ verso l'aumento dell'area lavorata (sviluppo in superficie dell'azienda).

Come abbiamo detto qui sopra, l'evoluzione economica provoca co¬ munque, anche senza alcun intervento,dell'ente pubblico, la scomparsa delle aziende le cui condizioni d'esercizio e di struttura risultano inadeguate. Que¬ sta scomparsa continua delle aziende marginali, offre alle aziende rimanenti la possibilità di svilupparsi sino all'estensione ottimale e di predisporre così le condizioni d'un felice incremento della produttività e del reddito. Il feno¬ meno favorisce la sana azienda familiare, permettendole di rafforzare le proprie basi e di porsi in grado di adeguare poi da sé le proprie strutture.

Profittando all'azienda familiare, il processo d'adeguamento strutturale pro. fitta automaticamente a tutto il settore agricolo e, con ciò, a tutta l'economia nazionale nel suo complesso; quindi non va frenato, bensì fomentato. Com¬ pito dello Stato è di aiutare l'agricoltura in questo delicato processo di tra¬ sformazione, avviato dall'evoluzione economica e tecnica, nonché di agevo¬ larle il superamento degli ostacoli con l'incrementare il servizio di consu¬ lenza agricola e col porre in opera ogni altro mezzo adeguato. Presupposto assolutamente fondamentale è, in ogni caso, un atteggiamento positivo. Né l!opera d'aiuto sarà completa
se, oltre ai provvedimenti descritti, non si sa¬ pranno apprestare tutti quegli altri provvedimenti che le circostanze doves¬ sero via via esigere.

' Da questo profilo, l'evoluzione strutturale della produzione nel ramo dell'allevamento porcino e dell'avicoltura pone un problema particolare.

Detti due tipi di produzione costituiscono infatti delle attività indipendenti dal suolo e, come tali, si prestano eccellentemente a conseguire lo sviluppo interno delle piccole aziende. Si porrebbe qui, a dir vero, la questione solle¬ vata altrove a sapere in che misura queste attività indipendenti dal suolo rientrino ancora propriamente nella generale attività agricola qual è definita dal pertinente articolo costituzionale. Sia nell'allevamento porcino sia- nella avicoltura s'è evidenziata, da alcuni anni, un'evoluzione netta nel senso d'un accrescimento sensibile del numero dei capi; quest'evoluzione riduce però

469 progressivamente l'idoneità di queste branche produttive ad assicurare lo sviluppo interno delle unità economiche ancora bisognose d'ingrandirsi. Ciò ci induce a chiederci se non converrebbe piuttosto frenare un'eccessiva con¬ centrazione produttiva nelle grandi aziende per ricercare invece un migliora¬ mento strutturale a beneficio del maggior numero possibile di aziende mi¬ nori.

Occorre qui premettere che non si tratta in nessun modo d'impossibili¬ tare l'evoluzione suddetta, la quale in fin dei conti non è se non l'espressione di un lodevolissimo sforzo di razionalizzazione. Tuttavia, da una veduta economica generale, va pur ribadito che non v'è alcun interesse a favorire il moltiplicarsi di aziende superdimensionate, specialmente nell'allevamento ' porcino e nell'avicoltura e che bisogna invece porre la massima cura nell'utilizzare il più possibile le buone opportunità produttive offerte da questi rami, così da contribuire quanto meglio a mantenere un numero' elevato di aziende familiari produttive. Sul piano concreto, tocca innanzitutto ai capi delle piccole aziende bisognose d'ingrandimento di studiare il modo di trarre il miglior partito dall'accrescimento della produzione, consecutivo all'artico¬ larsi dei consumi.

Orbene questo scopo non può essere raggiunto se non a determinate condizioni: da un lato, trattasi d'assicurare un'adeguata formazione profes¬ sionale, di mettere a disposizione i mezzi indispensabili per finanziare gli investimenti e infine di ottenere una buona commercializzazione col creare degli sbocchi validi, il più possibile immediati; d'altro làto, trattasi di saper prendere i provvedimenti d'orientamento della produzione esattamente ade¬ guati. Abbiamo già predisposto alcune misure intese a facilitare l'evoluzione desiderata, altre stiamo preparando.

Il miglioramento strutturale, operato mediante la meccanizzazione delle aziende e lo sviluppo interno o in superficie delle medesime, presuppone in¬ genti mezzi finanziari. Ciò pone la questione del reperimento dei fondi e, rispettivamente, la questione dell'indebitamento agricolo. La prima di que¬ ste questioni è esaminata in modo analitico nel messaggio che fa seguito al presente rapporto. L'agricoltura abbisogna d'un enorme capitale per finan¬ ziare quegli investimenti, di cui è parola qui innanzi, che sono
necessari alla attuazione delle riforme di struttura. Perciò noi proponiamo che il credito accordato dalla Confederazione venga aumentato. L'aumento resta una nenecessità urgente ancorché sia provato che i mezzi finanziari propri del set¬ tore agricolo sono venuti questi ultimi anni aumentando: comunque essi non bastano per assicurare l'autofinanziamento di tutti quegli investimenti che si pongono ormai come urgenti.

L'espansione degli investimenti implica in parte anche quella dell'inde¬ bitamento. Su questo tema disponiamo di informazioni precise, tratte dai dati contabili delle aziende controllate dalla Segreteria dei contadini sviz¬ zeri. In queste aziende il rapporto fra i debiti e il capitale agricolo attivo si Foglio Federale, 1965, Vol. Ili

32

470 è stabilizzato in media'attorno al 55% a contare dal 1955, vale a dire appros¬ simativamente sulla proporzione registrata negli anni trenta. A questo ri¬ spetto occorre tuttavia rilevare che a pari indebitamento corrisponde oggi¬ giorno un onere meno grave di quanto non fosse allora, quando occorreva adibire dal 15 al 20% del reddito grezzo al pagamento degli interessi. Di fatto a contare dal 1950 quest'ultima aliquota è scesa all'8% circa.

Ma un giudizio definitivo sul grado d'indebitamento agricolo non potrà essere formulato fintanto che non si disporrà di sufficienti dati concernenti le mutazioni patrimoniali (compresi i rami accessori e l'economia domestica) nelle aziende a contabilità riscontrata. Questa questione è stata brevemente toccata nel capitolo A. I dati della tavola 13 mostrano il notevole incre¬ mento del patrimonio globale netto delle aziende con contabilità riscontrata.

In paragone all'agricoltura estera, la nostra1 appare certo molto indebi¬ tata. Ci sembra che le ragioni di questa inferiorità stiano, da un lato, nel fatto che il nostro Paese, coll'essere rimasto estraneo alle due guerre mon¬ diali, ha evitato nel contempo d'essere sommerso dalle correnti inflazionisti¬ che che le hanno seguite e, dall'altro lato, nel fatto che il saggio d'interesse è da noi relativamente basso, mentre è considerevole la mole dei nostri inve¬ stimenti agricoli. Non va invece taciuto che l'onere relativamente elevato rappresentato dai mutui agricoli potrebbe esplicare tutti i suoi effetti sfavo¬ revoli qualora il processo d'integrazione fosse decisamente portato innanzi.

È quindi opportuno sottoporre il problema del finanziamento e dell'inde¬ bitamento agricolo ad uno studio approfondito, da condurre già in questi prossimi anni, per ricercare poi delle soluzioni conformi a quelle domandate già in una mozione presentata in Consiglio nazionale.

Concludendo, noi attribuiamo massima importanza al miglioramento ' delle basi produttive. I provvedimenti ordinati a questo scopo, di cui è detto nel presente rapporto, saranno vieppiù perfezionati. Sarebbe nondimeno il. logico pretendere che essi possano conseguire dall'oggi al domani risultati definitivi: il miglioramento strutturale delle aziende, dal punto di vista della . loro entità, non può attuarsi se non a un ritmo naturale e lento, sovente le¬ gato all'alternarsi delle generazioni. Questa' lentezza trova la sua radice an¬ che nella necessità di realizzare un'evoluzione libera, nonché in quella di
rispettare interessi e valori sovente estranei all'economia. Un gruppo di la¬
voro si è specializzato nell'esame del problema del miglioramento strutturale agricolo, al fine di determinare le possibilità e i mezzi di risolvere le que¬ stioni più difficili che si presentano in questo campo. Il rapporto di questo gruppo peritale potrà verosimilmente èssere pubblicato nel corso dell'anno prossimo.

471 4. Garanzia per redditi, prezzi e mercati Sinora il reddito agricolo è stato assicurato, sovente direttamente, col ricorso ai provvedimenti classici nel settore dei prezzi e dello smercio. Solo I recentemente si è fatto capo sempre di più a dei mezzi indiretti, come i con¬ tributi alle spese dei tenutari di bestiame bovino in montagna e le alloca¬ zioni sociali, il cui uso si è notevolmente esteso. Per attuare l'auspicata parità dei redditi, dobbiamo esaminare periodicamente, giusta l'ordinamento degli elementi di comparazione, la situazione del reddito agricolo nonché i prov¬ vedimenti da prendere nel settore dei prezzi e del reddito. Le modalità della comparazione essendo sottoposte attualmente, già v'abbiamo accennato, ad uno studio approfondito, sarebbe prematuro entrare qui nei particolari; ci basti notare che l'ordinamento attuale, basato sulla massima della parità, qual è definita nell'ordinanza generale sull'agricoltura, non ci lascia se non esiguo spazio per determinare la politica agricola che intendiamo seguire.

D'altro canto ci risulta pure molto arduo il compito della determinazione dei prezzi agricoli per essere questi, già oggi, molto superiori a quelli praticati all'estero (il latte e la carne hanno prezzi che si scostano del 25% dalla media dei paesi della CEE e i cereali panificabili addirittura del 50%). Questa con¬ statazione ci induce a prestareda massima attenzione al problema della con¬ trazione dei prezzi nell'agricoltura, da attuare il più possibile mediante prov¬ vedimenti ufficiali, sussidiari però alle misure realizzabili dagli agricoltori stessi, per loro libera iniziativa.

Tutte queste difficoltà, insorte nel quadro della politica dei prezzi agri¬ coli, indicano che è necessario progettare altre misure intese a provocare un miglioramento diretto del reddito agricolo. Già abbiamo accennato ai sus- .

sidi dati ai tenutari di bestiame bovino rielle regioni di montagna, agli asse¬ gni familiari e alla riduzione dei prezzi dei carburanti. Aggiungiamo qui che l'esame attento delle condizioni di reddito in pianura e in montagna s'in¬ scrive in questo stesso ordine di idee: trattasi di un tema nodale in ciascuna politica agricola e ricco di implicazioni, cui già accennammo, sui prezzi, sulla natùra e sulla differenziazione dei provvedimenti.

Il divario già esistente
fra i prezzi elvetici e i prezzi esteri non è il solo elemento che limiti il nostro campo d'azione nella determinazione dei prezzi agricoli; altri elementi, legati alla politica economica federale, entrano in gioco. Possiamo sinteticamente elencarli come segue: stabilità dei prezzi, espansione economica, contenimento dell'inforestierimento, integrazione e commercio estero. Di fatto, fra tutti questi elementi e la politica dei prezzi agricoli, corre un'intercorrelazione diretta o indiretta. Ne consegue che non potremo assicurare il successo della nostra politica economica, così da aprire al Paese una prospettiva di sano sviluppo, se non ponendo la massima cura a coordinare adeguatamente questi fattori pur dando ad ognuno lo spazio e l'importanza che gli compete.

472 Le misure intese a garantire i prezzi e lo smercio dei prodotti continue¬ ranno ad essere di massimo momento per la nostra politica agricola, sia dal profilo d'un miglioramento del reddito rurale sia da quello d'un adegua¬ to orientaménto della produzione in funzione dell'andamento della domanda e dell'apertura dei mercati. La costatazione però, fatta più sopra, della ne¬ cessità di tener conto di tutti i fattori elencati, ci rida la prova che anche in avvenire dovremo studiare la nostra politica dei prezzi agricoli iscrivendola in un quadro più vasto e considerandola da un punto di vista più elevato.

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terzo Rapporto del Consiglio federale all'Assemblea federale su la situazione dell'agricoltura svizzera e la politica agraria della Confederazione e Messaggio a sostegno d'un disegno di legge federale che modifica quella su i crediti agricoli d'inves...

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