99.046 Messaggio sul finanziamento delle attività della Fondazione Pro Helvetia negli anni 2000-2003 del 12 maggio 1999

Onorevoli presidenti e consiglieri, Vi sottoponiamo, per approvazione, un disegno di decreto federale sul finanziamento delle attività della Fondazione Pro Helvetia negli anni 2000-2003.

Vogliate gradire, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

12 maggio 1999

In nome del Consiglio federale svizzero: La presidente della Confederazione, Ruth Dreifuss Il cancelliere della Confederazione, François Couchepin

1999-4833

6673

Compendio Ai sensi dell'articolo 3 capoverso 1 della legge federale del 17 dicembre 1965 concernente la Fondazione Pro Helvetia (RS 447.1), la Confederazione stabilisce generalmente ogni quadriennio, mediante decreto federale semplice, i mezzi finanziari da assegnare alla Fondazione per permetterle di adempierei suoi compiti culturali in Svizzera e all'estero. L'attuale periodo di finanziamento scade il 31 dicembre 1999. Negli anni 2000-2003, il nuovo decreto federale prevede di assegnare a Pro Helvetia mezzi finanziari per un importo complessivo di 128 milioni di franchi.

La Fondazione Pro Helvetia è, con l'Ufficio federale della cultura, il principale canale della Confederazione per promuovere la cultura. Per legge, la Fondazione ha il mandato di preservare la cultura del nostro Paese, promuoverel'attività e lo scambio culturale e la comprensione tra le regioni linguistiche e curare i rapporti culturali con l'estero. Pro Helvetia adempie questa sua missione, da un lato, sostenendo progetti di terzi e, dall'altro, promuovendo essa stessa iniziative, soprattutto all'estero. La Fondazione rappresenta la varietà culturale elvetica e fornisce al riguardo, in Svizzera e all'estero, un contributo prezioso e apprezzato da più parti.

Dal 1992 i contributi stanziati dalla Confederazione per Pro Helvetia hanno conosciuto un ristagno e in certi casi persino un calo (cfr. n. 142). Nel contempo, la Fondazione ha dovuto assumere nuovi compiti, tra cui l'amministrazione dei fondi culturali stanziati dalla Confederazione per i Paesi dell'Est, la gestione dell'antenna di Ginevra e del Centro Culturale Svizzero di Milano. Anche i tagli ai fondi culturali intervenuti a tutti i livelli della promozione hanno fatto aumentare la pressione sulla Fondazione: rispetto alle circa 2000 richieste di sussidi del 1991, nel 1997 a Pro Helvetia ne sono giunte 3166. Stando così le cose, nel periodo di finanziamento che volge al termine, Pro Helvetia non è riuscita ad adempiere in tutto e per tutto il suo mandato legale. La Fondazione ha dovuto rifiutare varie richieste degne di essere sostenute e rinunciare a importanti iniziative proprie. In tal modo non è stato possibile realizzare numerose e valide attività culturali, che in molti casi sarebbero state cofinanziate dai Cantoni e da altri promotori. Il persistere della situazione
insoddisfacente di Pro Helvetia o addirittura il suo aggravarsi finirebbe per avere ripercussioni negative su tutta la cultura in Svizzera. La Fondazione deve pertanto tornare a disporre dei mezzi che le permettano di assolvere il suo mandato legale a tutti gli effetti.

Da un lato vi chiediamo pertanto di concedere alla Fondazione un contributo annuo di base di 30 milioni di franchi per il periodo di finanziamento 2000-2003 consentendole in tal modo di assolvere l'essenziale del suo mandato legale in tutti i settori.

Dall'altro, occorre garantire alla Fondazione mezzi specifici per incentivare ulteriormente due settori di particolare rilievo: ­

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considerando le grandi sfide del nostro tempo, il rafforzamento dell'identità nazionale e della coesione interna riveste la massima importanza. A questa conclusione giunge anche il rapporto del 22 ottobre 1993 delle Commissio-

ni della comprensione del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati (FF 1994 I 18). I progetti culturali si prestano in particolar modo a instaurare il dialogo. Da sempre Pro Helvetia, nell'ambito del suo mandato legale, ha fornito un contributo alla comprensione e allo scambio tra le regioni del nostro Paese. In applicazione dell'articolo costituzionale sulle lingue introdotto nel 1996 (art. 70 Cost.) e delle nostre direttive per la legislatura in corso, Pro Helvetia dovrà adottare provvedimenti per incentivare la comprensione e gli scambi tra le culture e le regioni linguistiche del nostro Paese. A tale titolo chiediamo di concedere alla Fondazione un contributo complessivo specifico di 2,5 milioni di franchi per il prossimo periodo di finanziamento, ovvero di 0,625 milioni di franchi in media all'anno.

­

in passato, all'immagine e agli scambi con l'estero non è stata attribuita la dovuta attenzione. Il ruolo che la cultura può svolgere in questo contesto è duplice: da una parte gli artisti svizzeri veicolano all'estero la creatività, l'originalità e la varietà culturale e linguistica del nostro Paese, fornendo così un contributo prezioso alla promozione della nostra immagine; dall'altra la cultura in genere consente di evitare i conflitti o di gestirli meglio: non conosce frontiere, facilita gli scambi tra individui, gruppi, istituzioni, regioni, Stati e continenti, incentivando la comprensione e il rispetto reciproci. Vogliamo sfruttare queste opportunità offerte dalla cultura in termini di politica estera. I provvedimenti proposti da Pro Helvetia per potenziare in modo mirato e duraturo gli scambi con l'estero - mandato che le spetta per legge - si sono rivelati convincenti. Per intensificare le sue attività all'estero nel periodo di finanziamento 2000-2003 chiediamo pertanto di concedere alla Fondazione mezzi specifici per un importo complessivo di 5,5 milioni di franchi ovvero di 1,375 milioni di franchi in media all'anno.

Stando alle nostre richieste, per il periodo di finanziamento 2000-2003 Pro Helvetia otterrà complessivamente 128 milioni di franchi. Da un lato, si tratta di circa 35,4 milioni di franchi in meno rispetto a quanto richiesto. Con ciò la Fondazione non potrà realizzare nella misura auspicata parti importanti del suo programma.

Nondimeno i mezzi da noi richiesti dovrebbero permetterle di assolvere in maniera sufficiente i compiti minimi che le competono per legge e di rafforzarli nei settori particolarmente significativi dal punto di vista politico. Nell'ambito della sua autonomia, spetterà a Pro Helvetia decidere quali dei provvedimenti concretamente previsti attuare o tralasciare, oppure realizzare con mezzi inferiori o con l'aiuto di sponsor.

Dall'altro, la Fondazione dovrebbe ottenere - tenuto conto di tagli al preventivo e blocchi creditizi - circa 13,5 milioni di franchi (pari all'11,8%) in più rispetto a quanto effettivamente ricevuto nel periodo 1996-1999. Rispetto al piano finanziario della Confederazione i contributi richiesti rappresentano una crescita complessiva di 12,76 milioni di franchi negli anni 2000-2003 (2000: 1,77 milioni; 2001: 1,77 milioni; 2002: 3,9 milioni; 2003: 5,32 milioni).

L'aumento dei contributi a favore della Fondazione è inserito in una pianificazione globale del fabbisogno finanziario supplementare dei due principali fautori della

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promozione culturale federale ­ l'Ufficio federale della cultura (UFC) e Pro Helvetia ­ per gli anni 2000-2003. In essa sono stati considerati per quanto possibile sia la situazione delle finanze federali sia, segnatamente, le esigenze dell'obiettivo di bilancio 2001.

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Messaggio 1

Parte generale

11

La promozione culturale in Svizzera

111

I fautori della promozione culturale

In Svizzera, la difesa, la diffusione e l'attività culturali sono sostenute da numerose persone e organizzazioni. La promozione culturale è anche uno dei compiti importanti dei poteri pubblici. L'ultimo, esauriente studio sull'entità della promozione culturale pubblica e privata in Svizzera risale al 1989. A quel tempo gli stanziamenti complessivi ammontavano a circa 1,829 miliardi di franchi. Pur trattandosi di cifre assolute che non rispecchiano più l'attualità, lo studio offre comunque un quadro tuttora valido sulla loro ripartizione: Stanziamenti pubblici

Per cento

Città e Comuni Cantoni Confederazione

44 31 8

Totale

83

Stanziamenti privati Aziende Fondazioni

14 3

Totale

17

Totale complessivo

100

Come si vede, rispetto al totale degli stanziamenti a favore della cultura in Svizzera, la Confederazione si fa carico soltanto di una quota modesta. Ciononostante svolge un ruolo importante nella promozione diretta della cultura e nella politica culturale in Svizzera.

112

Le maggiori istituzioni della Confederazione che promuovono la cultura

112.1

La Fondazione Pro Helvetia

La Fondazione Pro Helvetia è, con l'Ufficio federale della cultura (UFC), il principale canale della Confederazione per promuovere la cultura. Ai sensi dell'articolo 2 della legge federale del 17 dicembre 1965 concernente la Fondazione Pro Helvetia (RS 447.1), la sua attività è intesa a preservare la cultura del nostro Paese, promuovere l'attività e lo scambio culturale tra le regioni linguistiche e curare i rapporti culturali con l'estero. La Fondazione adempie questa sua missione in molteplici modi: sostiene e organizza mostre d'arte e di libri, proiezioni cinematografiche, tournée di orchestre, complessi, compagnie di danza e di teatro in Svizzera e all'estero, promuove la creazione figurativa, letteraria e musicale e la cultura popolare, sovvenziona la formazione degli adulti e l'animazione socioculturale, offre servi6677

zi e pubblicazioni, gestisce centri culturali in Svizzera e all'estero. Pro Helvetia rappresenta insomma la varietà culturale elvetica e fornisce al riguardo, in Svizzera e all'estero, un contributo prezioso e apprezzato ovunque.

Pro Helvetia, in quanto fondazione di diritto pubblico operante a nome della Confederazione, viene finanziata esclusivamente da quest'ultima. Nell'ambito del mandato sancito per legge e sotto la sorveglianza del Dipartimento federale dell'interno (DFI) e l'alta vigilanza del Consiglio federale, agisce in modo autonomo. Suo organo supremo è il Consiglio di fondazione, i cui membri sono nominati dal nostro Collegio. L'attività operativa è deputata al Segretariato, che sin dalla sua istituzione ha sede a Zurigo. Vi si aggiungono una filiale a Ginevra e otto sedi all'estero. Il Segretariato di Pro Helvetia comprende sette dipartimenti: Arti visive, Musica, Letteratura e scienze umane, Teatro e danza, Animazione culturale e cultura popolare, Réseaux (scambi culturali internazionali), Comunicazione e servizio cinema. Questa suddivisione rispecchia i sette gruppi di lavoro che compongono il Consiglio di fondazione. I membri di quest'ultimo si riuniscono a intervalli regolari per decidere in merito alle richieste e attività culturali proprie alla Fondazione, preparate dal Segretariato.

La Fondazione venne istituita nel 1939, poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Era importante ribadire, nei confronti della minaccia fascista, il valore e la valenza della cultura per l'identità e la coesione del nostro Paese. Con l'apertura della Svizzera dopo la guerra, lo scambio culturale con l'estero è diventato un momento altrettanto importante delle attività della Fondazione. Nelle sue molteplici attività di sostegno Pro Helvetia segue in modo coerente questi orientamenti.

Nella sua richiesta, la Fondazione descrive così le proprie competenze essenziali: «1. Pro Helvetia valuta in modo professionale progetti dei vari settori culturali, li segue come consulente e intermediaria, li sostiene finanziariamente e fa quindi conoscere opere ed esponenti della cultura svizzera, consentendo uno sviluppo dinamico della creazione artistica.

2.

Essa documenta con proprie pubblicazioni le attività culturali in Svizzera, informa su ogni loro aspetto settoriale e funge da centro d'informazione culturale all'interno e all'estero, garantendo una presenza e una partecipazione agli scambi culturali internazionali.

3.

Essa promuove e realizza progetti propri, sia per colmare lacune sia per dare stimoli importanti alla vita culturale svizzera e al suo impatto all'estero.

In base a queste competenze essenziali, Pro Helvetia esplica un'ampia attività di cui beneficiano tutte le regioni linguistiche, i vari settori culturali, la mutua comprensione svizzera e internazionale, operatori culturali e persone interessate alla cultura.

In tal modo essa si rivela un autentico centro di pensiero e d'azione per la cultura svizzera, utilizzato da innumerevoli persone, progetti, organi e istituzioni della vita culturale e politica.» Stando alla legge federale citata sopra, i mezzi finanziari che permettono alla Fondazione di adempiere i compiti attribuitile in virtù della legge sono generalmente stabiliti ogni quadriennio mediante decreto federale semplice (art. 3). L'attuale periodo di finanziamento scade il 31 dicembre 1999. Vi sottoponiamo pertanto un disegno di 6678

decreto federale sul finanziamento delle attività della Fondazione Pro Helvetia negli anni 2000-2003.

Nella sua richiesta di finanziamento, Pro Helvetia si esprime diffusamente sull'importanza della cultura per gestire e modellare i mutamenti sociali e per contribuire all'apertura politica della Svizzera, sull'orientamento da dare alla promozione culturale, sulla situazione attuale della Fondazione, sui suoi punti focali e su quelli per gli anni 2000-2003, sulla pianificazione concreta e sul bilancio di previsione per il prossimo periodo di finanziamento. La richiesta, parte integrante del nostro progetto, si trova nella seconda parte del messaggio.

In origine, l'importo dei sussidi della Confederazione versati a Pro Helvetia era sancito nella legge. La regola di stabilire periodicamente i mezzi finanziari come descritto sopra, venne introdotta nel 1981; in tal senso abbiamo presentato al Parlamento cinque disegni in tutto sul finanziamento della Fondazione Pro Helvetia (FF 1980 II 109, 1983 II 165, 1987 I 949, 1991 I 154 e 1995 II 892). In particolare, rimandiamo al messaggio del 1980 per maggiori informazioni sulla storia e sulla struttura della Fondazione.

112.2

L'Ufficio federale della cultura

L'UFC è il servizio della Confederazione incaricato di trattare le questioni culturali.

Come tale gli competono la formulazione e il monitoraggio della politica (di promozione) culturale della Confederazione, nonché la preparazione delle decisioni fondamentali del Consiglio federale e del Parlamento. Oltre a ciò l'UFC incentiva singoli settori culturali e, in collaborazione con la Biblioteca nazionale svizzera e il Museo nazionale svizzero, fornisce prestazioni culturali proprie. L'UFC è subordinato al DFI e consta di tre settori.

Il settore della Promozione culturale, da un lato, promuove direttamente la creazione culturale in ambito di cinema, belle arti e arti applicate, dall'altro sostiene indirettamente gli artisti, erogando sovvenzioni annue alle loro organizzazioni e associazioni (es. Società pittori, scultori e architetti svizzeri, Gruppo di Olten). In questa tipologia di promozione culturale non già rivolta a persone ma a istituzioni rientrano anche gli aiuti finanziari versati ogni anno a svariate organizzazioni di formazione per adulti, attive in tutta la Svizzera (es. Federazione svizzera per l'educazione degli adulti, Associazione delle università popolari svizzere) così come la gestione delle segreterie di fondazioni culturali e commissioni federali. Oltre a compiti esecutivi nell'ambito della politica linguistica, della comprensione e della formazione dei giovani svizzeri all'estero, il settore si occupa anche delle problematiche dei nomadi e della questione del trasferimento internazionale di beni culturali. In materia di difesa e diffusione culturale, il settore della Promozione culturale sovvenziona direttamente l'ambito del patrimonio culturale e dei monumenti storici, gestisce raccolte d'arte notevoli quali il Museo Vela di Ligornetto, la Collezione Oskar Reinhart di Winterthur e la Collezione d'arte della Confederazione, fa allestire l'Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS) e amministra l'Archivio federale dei monumenti storici (AFMS). In termini di difesa e diffusione culturale, anche gli altri due settori dell'UFC svolgono importanti funzioni.

La Biblioteca nazionale svizzera raccoglie capillarmente monografie, periodici e supporti multimediali prodotti in Svizzera e riguardanti la Svizzera, li repertoria e li mette a disposizione del pubblico avvalendosi delle più moderne tecnologie (Centro 6679

d'informazione `Helvetica'). Organizzando esposizioni e manifestazioni contribuisce alla diffusione dei contenuti delle sue collezioni in Svizzera e all'estero. Oltre a ciò partecipa attivamente a progetti di ricerca nell'ambito della biblioteconomia e della conservazione del patrimonio culturale documentario, prende l'iniziativa per avviare progetti a livello nazionale che servono a promuovere la biblioteconomia e lo scambio di informazioni, gestisce una propria collezione grafica e l'Archivio svizzero di letteratura. In Svizzera la Biblioteca, insieme con l'Archivio federale, è all'avanguardia nel campo della deacidificazione di massa del materiale cartaceo danneggiato.

Il Museo nazionale svizzero riunisce la principale collezione di storia culturale della Svizzera, accessibile al grande pubblico nella sede di Zurigo attraverso l'esposizione permanente e altre mostre temporanee. Il Museo gestisce altri sette musei: il Forum della storia svizzera a Svitto, il Castello di Wildegg, il Museo doganale svizzero Cantine di Gandria, il Museo dell'abitazione Bärengasse e la Collezione di porcellane nella Casa della corporazione zur Meise a Zurigo, il Museo degli automi musicali di Seewen e da qualche tempo il Castello di Prangins, sede distaccata del Museo nazionale nella Svizzera romanda. Oltre alle attività di esposizione, raccolta e restauro di oggetti di valore, il Museo nazionale si occupa anche della ricerca e dell'informazione nel campo della storia dell'arte e della cultura.

112.3

Il Dipartimento federale degli affari esteri

Nell'ambito del suo mandato originario, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è un importante esponente della politica culturale della Svizzera all'estero.

Ambasciate, consolati e addetti culturali offrono regolarmente i loro servizi in occasione di progetti culturali all'estero, favorendo i contatti e il sostegno logistico sul posto. Inoltre il DFAE finanzia, con stanziamenti versati alla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), le antenne nell'Europa centrale e orientale (istituite e gestite da Pro Helvetia sulla scia della mutata situazione in questi Paesi).

Dal 2000 in poi queste antenne verranno finanziate direttamente da Pro Helvetia, mentre la DSC trasferirà le sue attività, sempre con l'aiuto della Fondazione, nell'Europa sudorientale e in Ucraina. La DSC promuove inoltre l'arte e la cultura nei Paesi in sviluppo, sia mediante il potenziamento della presenza svizzera, sia mediante il sostegno diretto a progetti in determinati Paesi considerati dalla cooperazione internazionale. Il DFAE, da parte sua, gestisce poi anche la Commissione svizzera per l'UNESCO e la Commissione di coordinamento per la presenza della Svizzera all'estero (COCO), oltre a sostenere con mezzi propri alcuni progetti all'estero, suggeriti dalle sue ambasciate e realizzati in tempi brevi di comune accordo con l'UFC e la Fondazione Pro Helvetia.

113

Il fabbisogno supplementare a medio termine della Fondazione Pro Helvetia e dell'Ufficio federale della cultura

La promozione culturale svizzera è confrontata con grandi sfide (cfr. n. 12) che le istituzioni della Confederazione incaricate intendono affrontare in vario modo (cfr.

n. 13). L'attuazione di tali provvedimenti richiede evidentemente risorse supplementari che, di fronte alla situazione delle finanze federali, non possono essere concesse senza problemi. L'UFC e la Fondazione Pro Helvetia hanno pertanto cercato, 6680

per la prima volta, di concertare il loro fabbisogno supplementare a medio termine.

Parallelamente, queste istituzioni stanno esaminando la loro ripartizione dei compiti (cfr. n. 135), la collaborazione con altri organi addetti alla promozione culturale (cfr.

n. 134) e hanno intrapreso ogni sforzo per migliorare le proprie strutture organizzative e procedure (cfr. n. 136). Il presente messaggio è stato inserito nella pianificazione globale del fabbisogno finanziario supplementare dei due maggiori fautori della promozione culturale federale per gli anni 2000-2003 e comporta tagli notevoli rispetto alle esigenze dichiarate dalla Fondazione (cfr. 146.25) in considerazione della precaria situazione finanziaria della Confederazione. Nei prossimi anni all'UFC occorreranno risorse maggiori segnatamente per l'impellente ampliamento della promozione cinematografica, ma anche, in misura minore, per il cofinanziamento del «Centro svizzero di fotografia», la partecipazione finanziaria all'Istituto Svizzero di Roma, il sostegno alla Fonoteca nazionale, le misure nell'ambito della promozione della lettura, la promozione della comprensione, il sostegno alle arti figurative e applicate, l'attuazione della Strategia del Consiglio federale del 18 febbraio 1998 per una società dell'informazione in Svizzera (FF 1998 III 1869) nonché per determinate esigenze legate alla gestione. Considerata la situazione finanziaria della Confederazione, l'UFC si vede costretto ad accettare tagli sostanziali.

Il finanziamento postulato mediante il presente messaggio a favore dell'attività di Pro Helvetia negli anni 2000-2003 è pertanto inserito in una pianificazione globale del fabbisogno finanziario dei due maggiori fautori della promozione culturale federale che tiene conto della situazione finanziaria della Confederazione e, segnatamente, dell'obiettivo di bilancio 2001 (cfr. anche n. 146.25/26 e 311).

12

Le sfide che si pongono alla promozione culturale in Svizzera

121

Le sfide del nostro tempo e l'importanza della cultura in genere

Viviamo in un'epoca di rapidi mutamenti sociali, contrassegnata da un ristagno dell'economia, da nuove tecnologie e dalla globalizzazione. Tutto ciò comporta profondi cambiamenti per l'uomo, che sempre più si interroga, chiede valori e prospettive cui fare riferimento. La cultura è la bussola di cui ha bisogno. «In un simile contesto la cultura, in quanto fonte di rinnovamento intellettuale, d'innovazione e di disputa svolge un ruolo indispensabile per la società, ruolo che di recente le è stato sempre più riconosciuto: varie aziende fanno intervenire artisti alle loro manifestazioni interne di aggiornamento, per familiarizzare i propri quadri coi modi nuovi di pensare. Oggi l'arte non è più una quantité négligeable per una «élite di esteti», come a lungo è stata definita» (citazione dalla richiesta di Pro Helvetia). Le opere culturali godono dei favori del pubblico, le manifestazioni culturali fanno tendenza: la cultura insomma è un settore in espansione. Contribuisce allo sviluppo della società e alla sua democratizzazione, stando alla definizione che ne dà il Consiglio d'Europa secondo cui «cultura è tutto ciò che consente all'individuo di orientarsi nei confronti del mondo, della società e anche del proprio patrimonio nazionale, tutto ciò che gli fa capire meglio la sua situazione per poterla eventualmente modificare».

Il valore intrinseco della cultura sta dunque nella sua utilità per la collettività. Ma la cultura ha anche una valenza economica. Pur non disponendo di analisi aggiornate sul suo peso esatto in termini di economia politica ­ ve ne è però una in corso ­ sva6681

riati indicatori consentono di trarre conclusioni molto eloquenti. Al riguardo ci permettiamo di rinviare alla richiesta di Pro Helvetia (cfr. il capitolo «Promozione culturale in una realtà in rapida evoluzione») e a quanto citato. Ci limitiamo a riprodurne i punti sostanziali e un dato, stando al quale negli anni Novanta il settore culturale si è dimostrato un settore in crescita, caratterizzato da una dinamicità relativamente forte; oggi sarebbe addirittura lecito ipotizzare valori ancora maggiori: ­

gli operatori culturali a tutti gli effetti rappresentano circa il 2 per cento della popolazione attiva;

­

l'1 per cento di tutte le aziende appartiene al settore culturale in senso stretto;

­

se si considerano anche altri rami economici affiancati in qualche modo alla sfera culturale vera e propria (produzione e commercio di beni culturali), la quota delle aziende sale al 5,2 per cento e quella degli occupati al 2,5 per cento;

­

è difficile stimare il cosiddetto indotto finanziario provocato dalla cultura senza l'intervento diretto dei suoi «produttori» (imprese, ad esempio, che guadagnano sulla fornitura di prodotti, materiali e servizi per attività culturali);

­

stando a rilevazioni non del tutto incontestate, su un franco svizzero di sussidi statali fra 29 e 38 centesimi tornano allo Stato per via diretta o indiretta (mediante tasse sui biglietti, imposte su introiti e profitti dell'economia derivanti da mandati di istituzioni culturali ecc.);

­

un franco assegnato dai poteri pubblici a istituti di cultura provoca nell'economia privata un volume di cifra d'affari variabile da 1,50 a 2,90 franchi.

122

L'importanza della cultura per rafforzare la coesione nazionale e la posizione della Svizzera nel mondo

Il mondo politico svizzero si appresta a vivere due grandi sfide. Da un lato si tratta si rafforzare la nostra coesione nazionale, dall'altro dobbiamo individuare la nostra posizione nel mondo. Anche la cultura, insieme a tanti altri settori, può rivelarsi uno strumento prezioso per vincere queste sfide.

122.1

Il rafforzamento della coesione nazionale

Se si pensa al contesto sociale ed economico in rapido mutamento, all'erosione della nostra coscienza nazionale (la Svizzera non è più un «caso a parte») e al disagio per il nostro isolamento politico, il rafforzamento dell'identità nazionale e della coesione interna riveste la massima importanza. Questa constatazione coincide del resto con le conclusioni del rapporto del 22 ottobre 1993 delle Commissioni della comprensione del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati (FF 1994 I 18) e le mozioni che ne sono scaturite. Analogo mandato presenta il nuovo articolo sulle lingue, ancorato nella Costituzione federale nel 1996 (art. 70 Cost.). Del resto anche il nostro Collegio ha fatto del rafforzamento della coesione nazionale una delle idee guida dell'attuale legislatura (FF 1996 II 281).

6682

La Svizzera non presenta una cultura nazionale omogenea e tantomeno dispone di un'identità nazionale chiara. Piuttosto, la nostra cultura collettiva sta nel continuo impegno di mantenere viva la diversità culturale del nostro Paese sotto un unico e funzionante tetto comune. La parte sostanziale di questo impegno sta nei provvedimenti che incentivano la comprensione e la solidarietà tra le regioni linguistiche e le culture del Paese. Ciò riguarda dunque anche e soprattutto il settore culturale. I progetti culturali infatti si prestano in particolar modo a instaurare il dialogo, a favorire l'incontro e ad approfondire la conoscenza e il rispetto reciproci. In tal senso si chiede alla cultura di contribuire al rafforzamento della coesione nazionale con progetti di scambio mirati.

122.2

La Svizzera alla ricerca della sua collocazione nel mondo

Come ben insegna l'attualità, un atteggiamento troppo orientato agli interessi propri della Svizzera finisce per danneggiare la nostra immagine all'estero e, all'interno del Paese, per suscitare disagio in ambienti sempre più vasti. Occorre perciò trovare il giusto equilibrio tra il mantenimento della nostra autonomia e la partecipazione attiva al mondo. Per riuscirvi, la cultura può e anzi deve dare un ausilio importante.

Nelle nostre relazioni con l'estero deve valere ciò che vale anche tra le regioni e le culture in Svizzera: i progetti culturali incoraggiano l'incontro e gli scambi. In tal modo favoriscono ­ in piena diversità ­ la comprensione e il rispetto reciproci e possono dunque servire ad evitare i conflitti o, almeno, a gestirli meglio. Per tale comprensione, l'incontro e il processo di elaborazione di progetti culturali comuni sono altrettanto importanti del risultato. La Svizzera, grazie alla sua rete di contatti diretti nel mondo, può trarre vantaggi da questo scambio. Parimenti noi, con il nostro modello di Stato che riunisce pacificamente culture diverse, possiamo fornire un contributo prezioso al dialogo tra le culture.

Fuori dai confini nazionali, artisti, intellettuali e universitari svizzeri rappresentano la creatività, l'originalità e il pluralismo culturale e linguistico del nostro Paese. Le loro opere vengono apprezzate e all'estero danno risalto all'immagine della Svizzera, aprendo la via alle nostre rivendicazioni.

In passato, il mondo politico ha talvolta sottovalutato l'importanza degli scambi internazionali e della cura dell'immagine del Paese; in particolare ha sottovalutato il ruolo che la cultura sa svolgere in questo contesto. Così la cura delle relazioni culturali con l'estero non figura nei cinque obiettivi della politica estera elvetica. Essa contribuisce direttamente a tutelare e promuovere la sicurezza e la pace e, con il rispetto intrinseco della cultura per gli esseri umani e le altre culture, fa riferimento, indirettamente, anche agli altri quattro obiettivi di politica estera del nostro Paese: la democrazia e lo Stato di diritto, il benessere, il superamento delle barriere sociali e la tutela delle basi naturali della vita.

Oggi il mondo politico svizzero riconosce sempre più il potenziale della cultura come forza creatrice d'immagine collettiva e
d'identità. Una consapevolezza che si fa strada anche sul piano internazionale: riunitasi a Stoccolma nell'aprile del 1998, la Conferenza dei ministri dell'UNESCO ha raccomandato ai suoi Paesi membri un piano d'azione per una politica culturale a favore dello sviluppo («The power of culture») in cui assegnare alla politica culturale una posizione chiave per future strategie di sviluppo. Il piano si prefigge principalmente i seguenti obiettivi: (1) rendere la politica culturale uno degli elementi chiave di una strategia di sviluppo; (2) 6683

promuovere la creatività e la partecipazione alla vita culturale; (3) strutturare la pianificazione e la prassi della politica (nel senso di misure rafforzate per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale, mobile e immobile) e promuovere le «industrie della cultura»; (4) promuovere la varietà culturale e linguistica nella (e per la) società dell'informazione; (5) liberare più risorse (mezzi e personale) a beneficio dello sviluppo culturale. Nella dichiarazione finale, la Svizzera ha posto un accento particolare sulla promozione dello scambio e del dialogo tra persone, collettività e Stati sulla base di scale di valori riconosciute da tutti.

123

La missione della promozione culturale svizzera: un quadro da perfezionare

La cultura si accinge a raccogliere grandi sfide e ad affrontare compiti importanti. La principale missione della promozione culturale è di garantire le necessarie condizioni quadro: sta a lei curare il patrimonio culturale che le è stato tramandato e mantenere viva la tradizione; sta a lei divulgare opere e valori e dare l'opportunità di confrontarsi con esse; sta a lei aiutare a finanziare la produzione culturale contemporanea rendendola, solo così, possibile.

Per garantire condizioni quadro ottimali, occorre una concezione globale delle molteplici attività e offerte necessarie ­ una concezione che però in Svizzera non esiste.

La Commissione Clottu, nel rapporto Elementi per una politica culturale in Svizzera, pubblicato nel 1975 su richiesta del Consiglio federale, aveva stilato un primo ­ e fin qui unico ­ quadro completo della promozione culturale in un Paese come il nostro, a struttura federalista. Quel lavoro, ancor oggi ammirevole, si sarebbe però arenato di lì a poco perché non si riuscì a tradurlo da quadro generale in linee direttrici, sulle quali i Cantoni e la Confederazione avrebbero improntato la loro politica di promozione culturale. Detto questo, molte delle analisi del rapporto restano valide, nel frattempo anzi certe proposte sono state, almeno in parte, realizzate. Resta indubbiamente d'attualità l'invito a coordinare le necessarie attività dei poteri pubblici e dei privati.

La suddivisione dei compiti nella promozione culturale elvetica è cresciuta organicamente. Nel corso degli anni si è andato affermando un meccanismo secondo il quale i poteri pubblici intervengono quando i mezzi privati non bastano più. Per principio, l'erogazione di fondi pubblici procede dal basso verso l'alto: il Cantone interviene quando le forze del Comune vengono meno, così come la Confederazione agisce quando i Cantoni ne hanno bisogno. Grazie a questo principio di sussidiarietà, questo impegno per la difesa, la diffusione e le attività culturali si esplica anzitutto sul piano locale e regionale. Ne risultano svariate tipologie di collaborazione, in genere focalizzate su singoli progetti. Viceversa esistono soltanto pochi approcci di regolamentazione della collaborazione o strutture che sanciscano una politica culturale comune. Sul versante della promozione culturale pubblica, le conferenze dei
delegati cantonali e comunali alle questioni culturali, alle quali partecipano Pro Helvetia e l'UFC, vengono organizzate di solito due volte all'anno. Ma al di là dello scambio di informazioni importanti o di colloqui occasionali in certi casi, non vi è una collaborazione consolidata.

I mezzi finanziari dei poteri pubblici conoscono un ristagno. Da anni ormai i tagli alle spese sono inevitabili. Questo fenomeno non risparmia nemmeno la cultura, anche se le esigenze sono in crescita. Si dovrebbe dunque fare di più, ma con meno 6684

mezzi. Parallelamente, negli scorsi anni la nozione di promozione culturale privata è in parte mutata: al posto del mecenatismo ­ l'incoraggiamento generoso e disinteressato dell'arte, votato innanzitutto alla qualità ­ è subentrata a dosi massicce la sponsorizzazione culturale. Quest'ultima è innanzitutto un'operazione interessata e privilegia sostanzialmente ciò che fa presa sul pubblico. Ora, la cultura che fa presa sul pubblico è importante. È però un dato di fatto che la sponsorizzazione privata tende a sovvenzionare l'elemento spettacolare o gli esponenti di spicco, lasciando che i poteri pubblici ­ già fin troppo sollecitati ­ promuovano le cerchie culturali più ampie e meno spettacolari. Così facendo, numerosi progetti culturali rischiano di rimanere nel cassetto.

Malgrado questi presupposti non ottimali, la Svizzera, paragonata ad altri Paesi, dispone in tutti i settori di un notevole potenziale di artisti di talento, sia in termini quantitativi che qualitativi. Artisti che creano opere considerevoli, ammirate anche all'estero, e che infondono impulsi importanti alla nostra società. Perfezionando i meccanismi della collaborazione tra i servizi della promozione culturale e stanziando incentivi mirati, questo potenziale può essere sfruttato meglio e guadagnare maggiore notorietà. Oltretutto per i privati, i Cantoni, le città, i Comuni e la Confederazione, la promozione culturale sta diventando sempre più sinonimo di partenariato.

Ciascuna parte in causa ha qualcosa da insegnare all'altra, favorendo così l'apertura reciproca. La promozione pubblica ha il diritto di chiedere di più agli operatori culturali e di esigere un maggior riconoscimento per il loro contributo. La promozione privata ­ specie sotto forma di sponsorizzazione ­ dovrebbe essere più coraggiosa e tener maggiormente conto che spesso, senza un finanziamento pubblico di base, i privati non riuscirebbero a profilarsi in modo così brillante e con tanti favori del pubblico. Quanto agli operatori culturali, dovrebbero imparare maggiormente a instaurare il dialogo con i diversi partner.

Riuscire a infondere questa prospettiva di partenariato in una politica di promozione comune e coerente rappresenta una missione ambiziosa per la promozione culturale in Svizzera.

124

Le basi costituzionali della promozione culturale della Confederazione

Nella Costituzione federale mancava fino a poco tempo fa un articolo esplicito sulla promozione culturale. La promozione culturale in senso lato rientrava tuttavia incontestabilmente tra i compiti della Confederazione. Le competenze costituzionali esistevano espressamente nei settori della cinematografia, della protezione del paesaggio e della tutela dei monumenti storici, della lingua e della comprensione. Negli altri settori era da tempo riconosciuto che la Confederazione doveva adempiere le sue attività in base a una competenza costituzionale non scritta e alla sua competenza in politica estera.

La revisione della Costituzione federale, approvata dal popolo e dai Cantoni nell'aprile 1999, conferisce alla promozione della cultura della Confederazione migliori basi costituzionali. Pur restando di norma competenti i Cantoni nell'ambito della cultura (art. 69 cpv. 1 Cost.), la nuova Costituzione ha tuttavia confermato le competenze della Confederazione già valide finora per il cinema (art. 71), la protezione del paesaggio e i monumenti storici (art. 78), la lingua e la comprensione (art.

70) e gli affari esteri (art. 54) e le ha affidato una nuova competenza generale volta a 6685

incentivare le iniziative culturali di interesse nazionale e a sostenere la formazione in ambito musicale e artistico (art. 69 cpv. 2). Sono inoltre avvenuti taluni cambiamenti, stando ai quali la Confederazione, a complemento delle misure cantonali, sostiene la formazione degli adulti (art. 67 cpv. 2), emana disposizioni anche nel settore della formazione e dell'aggiornamento culturale o ancora istituisce, gestisce o sostiene università e altri centri superiori di formazione (art. 63 cpv. 2).

Grazie al miglioramento delle basi costituzionali la posizione delle istituzioni addette alla promozione culturale viene consolidata. Con le nuove basi costituzionali nei settori interessati occorre in parte procedere a nuovi accordi tra città e Comuni, Cantoni e Confederazione.

125

La suddivisione dei compiti nella promozione culturale della Confederazione

La promozione culturale della Confederazione in Svizzera è concertata sostanzialmente dall'UFC e dalla Fondazione Pro Helvetia. Per legge, Pro Helvetia ha il mandato di promuovere la cultura in senso lato. All'UFC competono da un lato le questioni fondamentali di politica culturale e la preparazione delle decisioni da sottoporre al Consiglio federale e al Parlamento; dall'altro gli vengono affidate mansioni esecutive, derivanti da leggi o decreti federali, e altri tipi di mansioni a carattere permanente. Vi si aggiungono infine quei settori nei quali l'UFC, forte di una competenza esplicita, sovvenziona autonomamente progetti singoli o fornisce servizi culturali. Questa suddivisione tra Pro Helvetia e l'UFC non segue una continuità logica, ma piuttosto si fonda sulla protostoria di entrambi gli organismi, sulle loro qualità differenti e sui decreti che devono applicare. Entrambi gli organismi sanno far fronte alle (parziali) sovrapposizioni che ne derivano ripartendosi, concertando o realizzando di comune accordo le proprie attività, a seconda della situazione.

Pro Helvetia, l'UFC e il DFAE si ripartiscono la responsabilità delle attività culturali all'estero. Per rappresentare la Svizzera presso le organizzazioni internazionali (UNESCO, Consiglio d'Europa ecc.), il DFAE si occupa principalmente dell'orientamento politico dei programmi, mentre l'UFC e la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) si dedicano alla realizzazione concreta delle decisioni; per preparare le singole sessioni e mettere a punto le posizioni vengono organizzati incontri di lavoro comuni. In qualità di ufficio preposto in materia, la DSC svolge in Svizzera e all'estero importanti lavori di natura politica, operativa e concettuale legati alla politica culturale quale elemento della strategia di sviluppo, alla partecipazione alla vita culturale, alla promozione della varietà culturale e alla conservazione del patrimonio culturale. La presenza culturale della Svizzera all'estero attraverso singoli progetti poggia su una complessa cooperazione degli esponenti della Confederazione. Per principio, Pro Helvetia, l'UFC e il DFAE, che sostengono o seguono i progetti all'estero a vario titolo, agiscono autonomamente, secondo i loro criteri e punti di vista; in alcuni casi si profilano forme di
collaborazione. Per coordinare la loro presenza culturale all'estero, le tre organizzazioni hanno dato vita ai Colloqui tripartiti, nell'ambito dei quali si incontrano da quattro a sei volte all'anno per dibattiti informali. A un livello diverso, la Commissione di coordinamento per la presenza della Svizzera all'estero (COCO) svolge importanti compiti, in quanto coordina i grandi interventi - principalmente di carattere economico - della Svizzera all'estero (tra cui la presenza alle esposizioni mondiali). Fanno

6686

parte della COCO, sotto la presidenza del DFAE, i maggiori partner della Confederazione nei settori dell'economia, del commercio, del turismo, delle scienze e della cultura, tra cui appunto la Fondazione Pro Helvetia e l'UFC.

Nei prossimi anni, per affrontare le sfide che verranno, i servizi della Confederazione dovranno concertare con maggiore coerenza le loro attività, suddividersi più chiaramente i compiti e potenziare le sinergie esistenti.

13

Le istituzioni di promozione culturale della Confederazione vogliono accettare le sfide

131

Introduzione

La Fondazione Pro Helvetia, l'UFC e il DFAE si assumeranno le proprie responsabilità e raccoglieranno le sfide appena descritte. Essi aspirano a miglioramenti nelle seguenti cinque direzioni: ­

promuovere maggiormente i progetti culturali mirati alla comprensione e allo scambio tra le regioni linguistiche e le culture in Svizzera;

­

potenziare in modo mirato la politica culturale all'estero;

­

migliorare la collaborazione tra la Confederazione e gli altri promotori;

­

ripensare la suddivisione dei compiti e la cooperazione tra Pro Helvetia, l'UFC e il DFAE;

­

sviluppare l'organizzazione e semplificare i meccanismi di Pro Helvetia e dell'UFC.

132

Il rafforzamento dei provvedimenti culturali per gli scambi e la comprensione in Svizzera

In applicazione del nuovo articolo 70 della Costituzione federale e del nostro programma di legislatura 1995-1999, l'amministrazione sta attualmente preparando una legge sulla comprensione, mirata appunto a incentivare la comprensione e gli scambi tra le regioni linguistiche svizzere. Per quanto ci interessa in questo contesto, è possibile estrapolarne tre elementi: la cultura, unitamente al settore della formazione, è uno dei campi più importanti in cui si possono svolgere, grazie a un rafforzamento dei progetti di scambio, mansioni rilevanti per migliorare la comprensione; le mansioni prettamente culturali in questo campo sono innanzitutto di competenza della Confederazione, ma è ovvio che occorre cercare la collaborazione con le altre istituzioni di promozione culturale; urge trasferire in primo luogo alla Fondazione Pro Helvetia questa promozione intensificata dei progetti di scambio a livello federale, perché essa dispone già di un mandato sancito per legge e di una solida esperienza.

Di conseguenza, l'incentivazione degli scambi e della comprensione tra le regioni linguistiche e le culture in Svizzera costituirà il punto focale di Pro Helvetia nel prossimo periodo di finanziamento; a tale riguardo nella sua richiesta suggerisce svariati provvedimenti (cfr. n. 144.1 e 146.23).

6687

133

Il potenziamento mirato della politica culturale all'estero

La nostra politica culturale all'estero, anziché confinare la nozione di cultura ai settori artistici classici deve promuovere maggiormente lo scambio, il dialogo e l'incontro tra persone di culture diverse. Detto questo, la presentazione tradizionale della creatività e della pluralità elvetica fuori dei confini nazionali resta del tutto giustificata. Il contributo della Svizzera deve essere dunque bifronte: da un lato si tratta di essere presenti all'estero con le nostre prestazioni culturali; dall'altro occorre incentivare maggiormente il dialogo interculturale per favorire la comprensione reciproca.

La Fondazione Pro Helvetia, l'UFC e la V Divisione politica (DP) del DFAE, competente in materia di affari culturali, hanno elaborato una strategia comune per rafforzare come descritto sopra la politica culturale della Svizzera all'estero, strategia di cui condividiamo l'impostazione e gli obiettivi. Questi i provvedimenti concreti che intendono realizzare: ­

dare a operatori culturali di tutti i settori la possibilità di mostrare all'estero la creatività, l'originalità e la varietà del nostro Paese;

­

promuovere il dialogo internazionale e interculturale con adeguati progetti di scambio;

­

garantire la continuità e il potenziamento mirato delle antenne esistenti all'estero con la loro presenza immediata della Svizzera all'estero;

­

potenziare gli scambi universitari;

­

incrementare il numero di addetti culturali e valorizzare il ruolo della diplomazia culturale in seno al DFAE;

­

sensibilizzare la diplomazia affinché adempia al meglio la sua funzione culturale. Pertanto è necessario potenziare la formazione culturale di tutto il personale diplomatico e consolare, oltre a facilitare lo scambio regolare di personale tra il DFAE, l'UFC e Pro Helvetia;

­

costituire un piccolo servizio di documentazione inerente alla politica culturale dell'UFC: la Svizzera interessa molto gli osservatori stranieri per la politica linguistica, la tutela delle minoranze, il decentramento delle competenze nel settore culturale e i diritti culturali. Tuttavia, in mancanza di un'infrastruttura documentaria adeguata, non è in misura di evadere come dovrebbe le numerose richieste provenienti da altri Stati o organizzazioni. Il servizio di documentazione punta a colmare tali lacune;

­

garantire la continuità della rappresentanza elvetica negli organi multilaterali del consiglio d'Europa e dell'UNESCO;

­

elaborare nuove forme di collaborazione di Pro Helvetia, dell'UFC e del DFAE con la CDPE, il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS), l'Accademia svizzera di scienze morali (ASSM), Radio Svizzera Internazionale (SRI) e la COCO.

Da sempre Pro Helvetia ha onorato la sua missione, sancita per legge, di curare le relazioni culturali con l'estero e al riguardo dispone di una solida esperienza. Pertanto, stando alla strategia citata, la Fondazione dovrebbe occuparsi in larga misura di tutto quanto attiene alla presenza all'estero degli operatori culturali svizzeri, ai progetti di scambio e alle antenne; si tratta di provvedimenti dalle massime ricadute 6688

finanziarie. Per Pro Helvetia, il potenziamento mirato delle attività all'estero costituisce il secondo punto focale del periodo di finanziamento 2000-2003; al riguardo ha proposto svariati provvedimenti nella sua richiesta (cfr. n. 144.2 e 146.24).

134

La collaborazione della Confederazione con gli altri organi di promozione culturale

L'UFC e la Fondazione Pro Helvetia hanno intensificato il dibattito su una suddivisione dei compiti e una collaborazione migliori tra i centri di promozione culturale pubblici e privati. Entrambe le istituzioni hanno posto, insieme alla Federazione delle cooperative Migros, le basi per una piattaforma culturale svizzera. Attualmente in fase costitutiva, quest'ultima si prefigge una promozione culturale elvetica coerente e vincolante. È previsto che vi partecipino i Cantoni, le città e i Comuni, i centri di promozione privati, nonché le associazioni degli operatori culturali e le società di gestione dei diritti d'autore.

Per preparare questa piattaforma culturale e spiegare le sue future attività alla luce della revisione della Costituzione, l'UFC sta lavorando alla stesura di un Rapporto sulla cultura, la cui pubblicazione è prevista per l'autunno del 1999. Il rapporto risponde anche a quanto chiesto dal postulato Duvoisin del 24 marzo 1995. Potrà anche servire ad avviare un dibattito di ampio respiro con i partner della cultura elvetica, rispondendo così alle domande sollevate.

135

La suddivisione dei compiti e la cooperazione tra Pro Helvetia, l'UFC e il DFAE

Parallelamente alle iniziative per una piattaforma culturale svizzera, l'UFC, Pro Helvetia e il DFAE intendono perfezionare la suddivisione dei compiti e la cooperazione a livello federale. A tale proposito, rivestono significato particolare soprattutto le iniziative comuni di Pro Helvetia e dell'UFC, talvolta con altri partecipanti, per rivedere da cima a fondo la suddivisione dei compiti. Attualmente i lavori riguardano i seguenti settori: ­

Attività cinematografiche all'estero. Mandato: revisione totale di compiti, competenze, organizzazione e finanziamento.

­

Promozione della letteratura e dell'editoria. Mandato: ottimizzare la collaborazione con l'Archivio svizzero di letteratura; esaminare nuove forme di sostegno delle case editrici.

­

Belle arti e arti applicate, architettura. Mandato: revisione totale di compiti (in particolare sussidi di lavoro, pubblicazioni, partecipazione a esposizioni internazionali, interventi artistici negli spazi pubblici), competenze, organizzazione e finanziamento.

­

Comprensione tra regioni linguistiche e culture. Mandato: coordinamento dei provvedimenti di Pro Helvetia con gli obiettivi della legge sulla comprensione preparata dall'UFC.

­

Rafforzamento delle relazioni culturali con l'estero. Mandato: verifica dei lavori preliminari del documento strategico dell'UFC, di Pro Helvetia e del

6689

DFAE; definizione dell'organizzazione e della sua attuazione; finanziamento dei punti che non riguardano Pro Helvetia.

­

La società dell'informazione in Svizzera. Mandato: definizione di provvedimenti per applicare la strategia del Consiglio federale del 18 febbraio 1998; competenze, organizzazione e finanziamento.

­

Scuole svizzere all'estero. Mandato: rafforzamento dell'irradiamento culturale delle scuole; incentivazione di singoli progetti culturali a seconda del profilo della scuola e del suo impegno culturale; laboratori con operatori culturali.

­

Promozione culturale indiretta. In base a un postulato del 9 giugno 1993 della consigliera agli Stati Rosmarie Simmen, è in fase di elaborazione un pacchetto di provvedimenti per sovvenzionare e dare garanzie agli operatori culturali, allo scopo di sgravare le istituzioni culturali e dare impulsi alla promozione privata. Vengono affrontate problematiche come il diritto d'autore, il diritto fiscale, le assicurazioni sociali, l'aiuto in casi di gravi difficoltà e una copertura dello Stato anziché prestazioni assicurative. È inoltre al vaglio l'idea di premi internazionali come riconoscimento di prestazioni culturali. A medio termine è previsto di migliorare le basi statistiche della promozione culturale e della valenza economica della cultura.

­

Formazione degli adulti. Mandato: revisione totale di compiti, competenze, organizzazione e finanziamento.

Una revisione totale di tale portata non può dare risultati immediati. Occorre piuttosto seguire un approccio differenziato e attenersi alle vie decisionali prescritte. Per questo motivo non è stato possibile far confluire le modifiche cui si tende già nell'impostazione concreta del programma della Fondazione Pro Helvetia per il periodo 2000-2003. Nel corso del 1999 dovrebbero tuttavia emergere almeno alcuni risultati parziali attuabili (cfr. in merito anche n. 136).

136

Lo sviluppo dell'organizzazione e lo snellimento dei meccanismi di Pro Helvetia e dell'UFC

Per vari motivi, nel 1999 la Fondazione Pro Helvetia e l'UFC intendono riesaminare le loro strutture organizzative e snellire i meccanismi interni.

L'autonomia e la struttura della Fondazione Pro Helvetia, con un Consiglio di fondazione ampiamente rappresentativo, qualificato settorialmente e affiancato operativamente dai dipartimenti specifici del Segretariato, possiede molti aspetti positivi.

Nella sua richiesta, Pro Helvetia rimanda, a giusto titolo, all'alta qualità artistica dei progetti sussidiati, all'autonomia politica e all'effetto unificatore di più regioni delle sue attività. Questo modello presenta però anche degli svantaggi. Nonostante svariate iniziative, non mancano infatti le voci che criticano il percorso lento e contorto delle vie decisionali di Pro Helvetia. Ecco perché la Fondazione sta vagliando ulteriori provvedimenti per semplificare i suoi meccanismi interni (cfr. n. 147).

Parallelamente l'UFC, nell'ambito della riforma del Governo e dell'amministrazione (Nove Due), ha l'incarico di ridurre del 2 per cento circa le spese per il personale nel preventivo 2001. Nel 1999 l'Ufficio intende prepararsi a questo obiettivo mediante

6690

una ridefinizione completa della sua organizzazione e un rinnovamento dei meccanismi, in modo tale da poterlo attuare con la dovuta accuratezza per l'inizio del 2001.

Per procedere a queste verifiche, Pro Helvetia e l'UFC hanno incaricato un'organizzazione di progetto ciascuno che, qualora risultasse necessario, elaboreranno soluzioni comuni. In questo processo confluiranno segnatamente anche le questioni legate alla ripartizione comune dei compiti (cfr. n. 135). I primi risultati concreti di questo progetto sono attesi già nel corso del 1999.

14

Commenti sulle richieste della Fondazione Pro Helvetia per gli anni 2000-2003

141

Osservazioni preliminari

La richiesta si suddivide in tre parti: nella prima parte la Fondazione si presenta, esprimendosi sul contesto politico-culturale e sul suo approccio; la seconda parte informa sulle priorità e sugli obiettivi di Pro Helvetia negli anni 2000-2003, presentando in dettaglio ­ seguendo l'ordine dei suoi dipartimenti ­ le attività previste e il relativo fabbisogno finanziario; infine, nella terza parte la Fondazione affronta alcune questioni critiche con cui deve ripetutamente confrontarsi.

La richiesta è chiara ed esauriente. Per evitare inutili ripetizioni, ci permettiamo pertanto di rimandare in sede di commento direttamente al testo, limitandoci ai punti che riteniamo particolarmente importanti.

142

Oggi a che punto è la Fondazione Pro Helvetia?

In questi termini la Fondazione Pro Helvetia si interroga sulla sua situazione attuale.

La maggior parte delle constatazioni della Fondazione coincide con le nostre considerazioni; nel complesso, riteniamo siano coerenti e realistiche.

L'esperienza e le conoscenze acquisite dalla Fondazione Pro Helvetia le permettono, grazie alle sue competenze essenziali (cfr. n. 112.1), di fornire un contributo importante alla cultura elvetica. Pro Helvetia promuove la cultura in base a criteri di qualità, professionalità, innovazione, rilevanza sociale e durata. In tal modo la Fondazione ha reso possibili numerose e valide attività culturali, sicché per gli operatori culturali un sussidio di Pro Helvetia in Svizzera e all'estero equivale a un sigillo di garanzia o comunque a una referenza importante. La Fondazione non si considera, a giusto titolo, un semplice ufficio che evade le richieste inoltrate, ma dà molta importanza anche alle proprie iniziative: grazie a mandati diretti ad artisti di spicco, ad attività di comunicazione settoriali e intersettoriali, a progetti culturali propri, a offerte di servizio e di animazione (Culturamobile, centri e antenne all'estero) e alla sua funzione di centro di competenze, la Fondazione riesce a colmare con efficacia i vuoti nella promozione culturale svizzera.

Nonostante questo giudizio sostanzialmente positivo, occorre tuttavia ammettere che nell'ultimo periodo di finanziamento Pro Helvetia non è riuscita ad adempiere globalmente il suo mandato legale per mancanza di mezzi. Una constatazione che coincide essenzialmente con quella della Fondazione. Ora, non vi sono indicatori o unità di misura oggettive per valutare se Pro Helvetia onori il suo mandato. Ciò vale per la cultura esattamente come per altri settori. Ad esempio, anche nel settore dell'istru6691

zione è difficile giungere a valutazioni oggettive e stabilire se una scuola abbia onorato il suo mandato. Detto questo esistono indizi che permettono di tratteggiare alcune conclusioni. I seguenti punti mostrano la mancanza di mezzi e di opportunità: Negli ultimi tempi la Fondazione ha dovuto rifiutare molte richieste qualificate e rinunciare a importanti iniziative. Di conseguenza, non è stato possibile realizzare svariate e valide attività culturali. Tra i tanti esempi citiamo i seguenti: ­

La mostra `Hodler und Mondrian' presso il Kunsthaus di Aarau, che ha goduto di un forte richiamo internazionale, avrebbe potuto essere proposta nei maggiori musei del mondo. Il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, la Tate Gallery di Londra, il Musée d'Orsay a Parigi avevano manifestato grande interesse. Ma il mancato finanziamento da parte di Pro Helvetia ha impedito che la mostra desse - finalmente - a Ferndinand Hodler la posizione internazionale che gli spetta.

­

Lo spettacolo commemorativo Basilea 1798­1998, di Gruntz/Kutter/Hollmann non è stato allestito perché Pro Helvetia non ha potuto erogare i mezzi richiesti.

­

Salonicco, capitale europea della cultura nel 1997, ha dovuto disdire tre band di jazz svizzere e ridimensionare la tournée di una quarta. L'unico grande contributo per la capitale europea della cultura nel 1996, Copenaghen, è venuto meno e il coro che era stato previsto ha dovuto essere disdetto. Motivo? In entrambi i casi, il contributo di Pro Helvetia era troppo esiguo.

­

Contrechamps comprende solisti provenienti da tutta la Svizzera ed è il gruppo di riferimento in fatto di musica contemporanea. Dal punto di vista finanziario tuttavia, non regge il confronto con formazioni paragonabili dei Paesi limitrofi che ricevono sussidi statali all'incirca dieci volte superiori. Di conseguenza Contrechamps è costretto a chiedere un cachet più elevato agli enti organizzatori, con il risultato che viene invitato sempre di meno ai festival internazionali. Ad esempio, dato che Pro Helvetia non ha potuto stanziare un contributo più sostanzioso, il monodramma di Jarrel Cassandre, con Marthe Keller e Contrechamps, non ha potuto essere rappresentato a Bruxelles.

­

Numerose tournée di compagnie di teatro e di danza non vengono più organizzate perché manca persino una partecipazione minima di Pro Helvetia ai costi di viaggio e di trasporto. Ne sono colpite produzioni grandi e piccole.

Nello scambio internazionale, gli Stati ospitanti partono dal presupposto che il Paese d'origine si assuma una partecipazione finanziaria. I nostri Paesi limitrofi rappresentano mercati importanti per l'arte e la cultura, sui quali operano la concorrenza internazionale e i potenziali acquirenti. Ma dal momento che, sempre più spesso, le compagnie svizzere non riescono ad essere presenti, viene a mancare loro un potenziale e importante mercato di attività e di lavoro.

­

Per motivi finanziari, Pro Helvetia non ha potuto prendere in considerazione numerose richieste di sussidi da parte di musei locali e regionali.

Il fatto che in certi casi la mancanza di mezzi non abbia permesso a Pro Helvetia di adempiere il suo mandato legale si desume anche dalla situazione insoddisfacente in cui si trovano gli operatori culturali in Svizzera. Soltanto la continuità creativa si 6692

traduce in professionalità, dando così speranza alla qualità. Ma la necessaria continuità presuppone una certa sicurezza economica e sociale, di cui in genere in Svizzera gli operatori culturali non godono. Mancano inoltre una promozione continua della base come pure dell'élite culturale, nonché condizioni quadro d'accompagnamento. Per questi motivi il potenziale di creatività culturale elvetica resta spesso sottoutilizzato. Dal canto suo, Pro Helvetia non può, da sola, riunire i presupposti necessari. Occorrerebbe anche una concezione globale della promozione culturale svizzera e una ridefinizione dei compiti di altre istituzioni promotrici. Pro Helvetia, in quanto principale fautrice della promozione culturale diretta della Confederazione, dovrebbe tuttavia avere gli strumenti per fare di più, appunto in termini di continuità.

La Fondazione dispone delle conoscenze e della volontà necessarie. Nelle precedenti richieste, in particolare anche in quella relativa al periodo di finanziamento 1996-1999, Pro Helvetia ha sempre fatto presente di aver bisogno di mezzi supplementari per ottemperare al suo mandato. I contributi della Confederazione a favore di Pro Helvetia sono stati costantemente aumentati da un periodo di finanziamento a quello successivo: la Fondazione ha ottenuto complessivamente 19 milioni di franchi o il 22 per cento in più per gli anni 1992-1995 rispetto al periodo precedente e per i quattro anni successivi i contributi effettivi sono nuovamente saliti di 9,5 milioni di franchi ossia del 9 per cento. Tuttavia, dal 1992 i contributi della Confederazione per Pro Helvetia hanno conosciuto non soltanto un ristagno, più o meno marcato, ma persino un calo tangibile dei mezzi (tagli di bilancio, blocchi creditizi).

Non solo: il contrasto tra la realtà economica e i mezzi richiesti da Pro Helvetia risulta, anno dopo anno, ancor più forte. La seguente tavola illustra la relazione tra i mezzi richiesti, quelli assegnati nel credito quadro e quelli, infine, effettivamente ottenuti: Mezzi richiesti dalla Fondazione

1992 1993 1994 1995 Totale 1992-95 1996 1997 1998 1999 Totale 1996-99 Totale 1992-99 1 2 3

Mezzi assegnati dalle Camere federali (in mio di fr.)

Mezzi effettivamente ottenuti

(in mio di fr.)

Mezzi richiesti dal Consiglio federale (in mio di fr.)

37 41 44 46 168 36 36 36 36 144 312

28 30 32 34 124 28 29 30 31 118 242

28 31 34 37 130 28 29 30 31 118 248

28 25 26 26 105 28 27.931 29.252 29.3183 114,498 219,498

(in mio di fr.)

Taglio di bilancio: 0,5 milioni di franchi; blocco creditizio 2%: 0,57 milioni di franchi.

Blocco creditizio 2,5%: 0,75 milioni di franchi.

Blocco creditizio 2,5%: 0,775 milioni di franchi; blocco creditizio 3%: 0,907 milioni di franchi.

Ma la pressione finanziaria su Pro Helvetia è aumentata anche per altri motivi. Intanto, bisogna citare i tagli ai fondi culturali di numerosi Cantoni e città/Comuni: le 6693

ripercussioni negative sull'intero panorama culturale sono sotto gli occhi di tutti. La conseguenza di questi tagli per Pro Helvetia è stata un'impennata delle richieste inoltrate alla Fondazione: rispetto alle 2000 circa del 1991, nel 1997 Pro Helvetia ha dovuto occuparsi di 3166 richieste. Durante il medesimo arco di tempo la Fondazione ha dovuto assumersi nuovi ruoli, ad esempio l'amministrazione dei fondi culturali stanziati dalla Confederazione per i Paesi dell'Est, l'antenna di Ginevra e il Centro Culturale Svizzero di Milano. In definitiva la Fondazione si è vista confrontata con un compito che non poteva più assolvere interamente, ossia dover soddisfare sempre più esigenze con sempre meno soldi. La tavola sull'evoluzione delle richieste inoltrate in rapporto all'entità dei sussidi della Confederazione (cfr. il grafico nel capitolo «Pro Helvetia oggi» della richiesta) fornisce un quadro eloquente. Stando così le cose, è comprensibile che la Fondazione chieda importi nettamente superiori per gli anni a venire, tanto più che intende impiegare quei mezzi in base a un programma mirato e convincente.

143

Prospettive di politica culturale e approcci

La richiesta traccia un'analisi critica ed esauriente sul significato della promozione culturale in ambito socioeconomico presentando gli approcci della Fondazione che ne derivano. Sia l'analisi che gli approcci coincidono con le nostre considerazioni.

Anche qui pertanto ci permettiamo di rimandare al testo della richiesta. Riflessioni a nostro avviso importanti sul significato generale della cultura figurano inoltre al numero 13 del messaggio.

144

Priorità in materia di attività e linee di tendenza

La Fondazione Pro Helvetia è consapevole delle molteplici sfide del nostro tempo e della sua responsabilità in quanto importante fautrice della promozione culturale.

Per questo motivo intende improntare le sue attività su temi d'attualità, ponendo al riguardo accenti particolari.

144.1

Prima priorità: gli scambi e la comprensione in Svizzera

La comprensione e gli scambi in Svizzera sono compiti affidati per legge a Pro Helvetia, che da sempre li svolge in maniera trasversale attraverso i suoi dipartimenti specializzati. In questo campo Pro Helvetia dispone di notevoli conoscenze e ha dato - al di là della problematica del "Röstigraben" - un contributo prezioso alla migliore comprensione tra tutte le culture e le regioni linguistiche del nostro Paese. In applicazione dell'articolo costituzionale sulle lingue introdotto nel 1996 (art. 70 Cost.), del rapporto delle Commissioni della comprensione del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati e relative mozioni nonché delle nostre direttive per la legislatura in corso, negli anni 2000-2003 Pro Helvetia intende promuovere maggiormente i progetti mirati alla comprensione e agli scambi tra le regioni in Svizzera (cfr. n. 132). Per farlo la Fondazione punta sui seguenti strumenti, ormai sperimentati:

6694

­

scambio di progetti culturali tra le regioni;

­

assegnazione di incarichi e sussidi di lavoro allo scopo di promuovere cooperazioni fra artisti delle varie regioni;

­

trasmissione d'informazioni e contatti fra istituzioni e operatori culturali delle varie regioni del Paese.

Merita particolare attenzione l'intenzione della Fondazione di coinvolgere nei provvedimenti di comprensione e scambio gli esponenti di lingue e culture non svizzere.

La comprensione e lo scambio reciproci stanno alla base del buon funzionamento della nostra forma di Stato federalista, ma che non devono più essere confinati soltanto ai cittadini delle quattro regioni linguistiche. Alla luce dell'immigrazione e dell'apertura politica in genere, siamo tenuti molto più ad occuparci anche della comprensione e degli scambi tra la popolazione straniera e quella svizzera nel nostro Paese.

Parimenti ci felicitiamo del fatto che la Fondazione intenda incentivare gli scambi e la comprensione nelle regioni linguistiche stesse. Negli ultimi tempi, tra gli agglomerati urbani e le regioni rurali si sono create spaccature da non sottovalutare. Questa problematica che vede coinvolta le città e la campagna merita oggi altrettanta attenzione di quella del `Röstigraben'.

144.2

Seconda priorità: gli scambi culturali internazionali

Pro Helvetia, nell'applicazione del suo mandato legale, ha accumulato una considerevole esperienza anche nelle sue attività all'estero. In questo campo la Fondazione intende farsi garante della continuità e assumere nuovi compiti. In tal modo si avvicina agli obiettivi, da noi condivisi, della strategia elaborata con l'UFC e con il DFAE (cfr. n. 133).

Concretamente, Pro Helvetia prevede i seguenti provvedimenti: ­

dare agli operatori culturali di tutti i settori maggiori possibilità di esporre all'estero la creatività, l'originalità e la varietà culturale del nostro Paese;

­

intensificare il dialogo interculturale e internazionale mediante adeguati progetti di scambio;

­

assicurare la continuità della rete esistente di antenne all'estero;

­

intensificare gli scambi universitari nel settore della cultura e delle scienze umane;

­

potenziare il programma internazionale di pubblicazioni.

Siamo convinti che le attività all'estero previste da Pro Helvetia possano rivelarsi un ausilio prezioso sulla strada che la Svizzera sta percorrendo tra il mantenimento della sua autonomia e la partecipazione attiva al mondo, in particolare all'integrazione europea. Da un lato, il ventaglio di provvedimenti molteplici consente ad artisti, intellettuali e universitari svizzeri di far conoscere il proprio potenziale all'estero, contribuendo così a migliorare l'immagine della Svizzera. Dall'altro consolida il dialogo interculturale e dunque la comprensione e il rispetto tra noi e le altre culture del mondo. A tale riguardo è importante che lo scambio culturale non venga inteso come attività a sé stante, avulsa dalle riflessioni interne. Piuttosto l'uno e le altre si determinano e si completano a vicenda. Nella richiesta Pro Helvetia osserva 6695

giustamente che: «Gli scambi culturali con l'estero cominciano e terminano in Svizzera: solo la formazione della propria identità e la riflessione in questo campo creano il presupposto per lo scambio, e un Paese che non si ponga in rapporto vitale con le altre culture non può evolvere. Il lavoro con l'estero, del resto, non si svolge solo all'estero: l'apertura di una comunità verso altre culture si misura, non da ultimo, nel suo interagire con gli stranieri che risiedono al suo interno. E la nostra vita culturale riceve stimoli importanti anche da progetti interculturali realizzati in Svizzera con l'apporto di artisti stranieri».

144.3

La promozione e le sue linee di tendenza particolari

Contestualmente agli obiettivi che si è prefissa, la Fondazione Pro Helvetia insiste in particolare sui seguenti punti: ­

Intende tenere in maggiore considerazione la produzione culturale contemporanea, in quanto mira a «consentire le innovazioni artistiche e dare un'opportunità anche a progetti che non possano ancora contare su vasti consensi». Così facendo, da un lato la Fondazione riconosce che la cultura non è statica, ma che al contrario evolve e si rinnova continuamente; dall'altro questa linea di tendenza prepara il terreno a quegli artisti di qualità che, ancora sconosciuti, un giorno assurgeranno ai vertici. Da questo punto di vista la promozione della cultura da parte dei poteri pubblici è sempre più sollecitata, anche perché la promozione privata si è in parte ritirata da ciò che è poco spettacolare (cfr. n. 123).

­

Pro Helvetia pensa anche a un maggiore sostegno a progetti che consentano a vaste fasce della popolazione una partecipazione e un'attività propria in campo culturale. I progetti a carattere partecipativo possono contribuire a sensibilizzare meglio la popolazione alle problematiche culturali in generale e alle opere culturali in particolare. Per il singolo individuo si apre inoltre l'opportunità di capire meglio sé stesso e il proprio inserimento nell'ambiente immediato e nella società in generale.

­

Pro Helvetia intende incentivare maggiormente progetti rivolti a regioni con infrastruttura culturale limitata. Si tratta principalmente delle regioni rurali.

Ora, «portare la cultura nelle campagne» può avere una connotazione arrogante, ma più correttamente si tratta di agevolare, sul posto, la vita culturale delle regioni rurali. Il fatto di non dover prendere la macchina o salire sul treno per andare a teatro o a un concerto, stimola spesso ad andarci. E in definitiva tutte le parti coinvolte ne trarranno vantaggi.

­

La promozione di progetti che utilizzano i nuovi media come forma espressiva risponde agli obiettivi della Strategia del Consiglio federale del 18 febbraio 1998 per una società dell'informazione in Svizzera. Sulle `nuove forme culturali' così si esprime la Strategia (punto 35): «Le nuove tecniche d'informazione e di comunicazione (NTIC) rendono possibili nuove forme di espressione artistica. La formazione e il perfezionamento per quanto concerne l'utilizzazione e l'applicazione delle stesse, nonché la loro produzione e diffusione, vanno promosse. Le possibilità multimediali e interattive devono essere utilizzate per la diffusione culturale. Tutti devono poter accedere attraverso la rete ai fondi delle biblioteche, degli archivi, dei musei e delle collezioni». Insieme con altri partner federali, la Fondazione Pro Helvetia e

6696

l'UFC (responsabile) hanno istituito un gruppo di lavoro che ha elaborato piani d'azione concreti sul tema delle `nuove forme culturali'. In una prima fase questi punteranno principalmente a rendere accessibili le collezioni e le raccolte della Confederazione grazie appunto alle NTIC. Quanto alla promozione della creazione artistica mediante le nuove tecnologie, il gruppo di lavoro ha suggerito di raccogliere esperienze concrete con progetti pilota, allo scopo di elaborare un piano di promozione. È inoltre previsto di sovvenzionare in modo mirato progetti socioculturali tali da favorire l'uso delle NTIC da parte del grande pubblico (sfatando i timori generati dalla novità ecc.).

Grazie alla maggior promozione in tal senso, Pro Helvetia potrà fornire un importante contributo per entrambi i piani d'azione.

­

145

Intensificare l'animazione culturale, mediante l'applicazione in forma mirata degli strumenti previsti, agevola l'incontro con la cultura. Senza un'animazione adeguata, vi è il rischio che la cultura diventi semplicemente `de l'art pour l'art', perdendo così le sue valenze sociopolitiche.

Il programma

Nella seconda parte della richiesta, Pro Helvetia illustra le attività previste per gli anni 2000-2003. Seguendo la suddivisione del Segretariato in dipartimenti, il testo presenta brevemente il settore in questione, ne contempla criticamente l'attività, dice che cosa la Fondazione non fa e perché, e spiega infine i singoli provvedimenti, definendo lo scopo e i mezzi necessari. Ne deriva un'esauriente visione d'insieme su ciò che Pro Helvetia intende continuare a fare o introdurre, e con quali mezzi.

Il programma illustra efficacemente la molteplicità delle attività promozionali di Pro Helvetia. Pur essendo ampio, non può essere tacciato di superficialità. Pro Helvetia intende piuttosto improntare con coerenza le attività sulle sue priorità. Questa volontà emerge anche dal programma. Da un lato gli approcci contenutistici dei principali provvedimenti ­ attuati trasversalmente da tutti i suoi dipartimenti specializzati ­ sono in linea con gli obiettivi previsti. In tal modo si dovrebbe poter rafforzare ulteriormente la comprensione e lo scambio tra regioni, così come gli scambi culturali internazionali. Dall'altro la Fondazione è anche disposta a impegnare i mezzi necessari: in termini di provvedimenti mirati per favorire la comprensione e lo scambio in Svizzera prevede di stanziare circa 23 milioni di franchi, pari al 18 per cento circa dei mezzi preventivati (senza spese generali). Gli scambi con l'estero dovrebbero assorbire circa 74 milioni di franchi (58%). I rimanenti 31 milioni di franchi circa, Pro Helvetia intende investirli nella promozione diretta della creazione e della difesa culturali (24%). Complessivamente dunque, la proporzione tra le attività in Svizzera e quelle all'estero è di circa 40 a 60, anche se ­ tenuto conto dell'interrelazione di entrambe le attività ­ un simile raffronto non è molto eloquente (cfr.

n. 144.2).

Il programma è davvero all'altezza delle ambizioni della Fondazione per quanto riguarda gli accenti particolari che intende dare? La risposta a questo interrogativo non è esauriente. Considerare maggiormente la produzione culturale contemporanea, i nuovi media, l'animazione culturale, i progetti mirati ad agevolare la partecipazione culturale del grande pubblico o rivolti alle regioni culturali periferiche, sono tutti criteri dipendenti anzitutto dalle richieste effettivamente inoltrate. Criteri con i quali Pro Helvetia verrà giudicata soprattutto in sede di valutazione concreta delle do6697

mande di sussidi. È vero comunque che la Fondazione intende applicare quegli stessi criteri in svariati suoi progetti autonomi. Si rammenta in tal senso il rafforzamento mirato della Culturamobile, progetto su scala svizzera che offre assistenza tecnica e infrastrutturale a larghe fasce della popolazione per progetti culturali.

146

Richieste finanziarie

146.1

Commenti generali sulle richieste della Fondazione

A monte delle richieste finanziarie vi sono i compiti che la Fondazione Pro Helvetia è tenuta ad assolvere per legge. Questi compiti ­ come illustrato nella richiesta ­ sono molteplici e, secondo i casi, rendono indispensabili anche nuove attività. Occorre partire da questo presupposto proprio perché la Fondazione non ha potuto assolvere interamente il suo mandato legale. Per Pro Helvetia il fabbisogno finanziario negli anni 2000-2003 equivale complessivamente a 163,398 milioni di franchi, suddiviso in rate annue di 39,52, 40,602, 41,012 e 42,262 milioni di franchi.

Concordiamo con Pro Helvetia quanto all'analisi delle esigenze che si pongono in termini di politica (di promozione) culturale al giorno d'oggi e siamo consapevoli del significato delle attività della Fondazione per la cultura svizzera. Tenuto conto dell'importanza della cultura nel nostro tempo, delle basi esaurienti che sono state elaborate e del programma mirato, riteniamo che l'aumento dei fondi nelle proporzioni richieste dalla Fondazione sia giustificato e sostenibile. Esso permetterebbe a Pro Helvetia di adempiere in modo ottimale il suo mandato sancito per legge. In considerazione della situazione delle finanze federali, siamo tuttavia costretti ad operare chiari contenimenti di spesa.

146.2

La richiesta del Consiglio federale

146.21

Visione d'insieme

In base alla richiesta di Pro Helvetia e alle nostre considerazioni sulla situazione politico-culturale, sulle esigenze della società in ambito culturale, sul ruolo della cultura nel promuovere la comprensione in Svizzera e sull'importanza della politica culturale all'estero, riteniamo che il finanziamento della Fondazione vada potenziato soprattutto in tre direzioni: ­

Pro Helvetia deve disporre degli strumenti che le permettono di assolvere il suo mandato legale - promuovere il patrimonio culturale, la creazione di opere culturali, lo scambio e la comprensione in Svizzera, curare i rapporti culturali con l'estero - in misura minima in tutti i settori;

­

particolare rilievo assumono i compiti nel settore degli scambi e della comprensione in Svizzera; per rafforzare le attività in tal senso, secondo le linee di tendenza da lei preconizzate, Pro Helvetia deve ricevere risorse particolari;

­

particolare rilievo va dato inoltre ai compiti deputati per legge alla Fondazione per curare i rapporti culturali con l'estero; anche qui, per potenziare in modo mirato le sue attività all'estero, occorre stanziare mezzi specifici a favore di Pro Helvetia.

6698

146.22

Come assolvere il mandato legale essenziale

Il fatto che negli ultimi tempi Pro Helvetia non sia riuscita a sovvenzionare numerosi progetti qualificati (cfr. n. 142), non ha sicuramente provocato a tutt'oggi danni irreparabili alla vita culturale svizzera. Sono però giustificati i timori che le ripercussioni negative assumano a medio termine proporzioni insostenibili. Il fitto intreccio della promozione culturale svizzera si basa su un fragile equilibrio tra privati, Cantoni, città e Comuni, e la Confederazione (cfr. n. 123). A breve termine è possibile far fronte al mancato impegno di una delle parti in causa. Ma a medio e lungo termine il sistema culturale della Svizzera non può permettersi che uno dei suoi partner più importanti non riesca ad adempiere i suoi compiti fondamentali. E non è nemmeno una soluzione che i servizi addetti alla promozione, adducendo a pretesto l'insufficienza altrui, aspettino ad attuare i propri provvedimenti. Siamo pertanto fermamente convinti che la Confederazione debba lasciare un segno tangibile aumentando la dotazione della Fondazione Pro Helvetia. Ciò tornerà a vantaggio della cultura del nostro Paese nel suo insieme.

A nostro parere, per ottemperare al suo mandato legale, Pro Helvetia deve ottenere mezzi particolari, superiori al minimo, per rafforzare i provvedimenti a favore dello scambio e della comprensione in Svizzera e curare i rapporti culturali con l'estero.

Da un lato, questa considerazione particolare risponde alla straordinaria valenza politica dei settori interessati (cfr. n. 122); dall'altro, Pro Helvetia rappresenta a livello svizzero l'unica istituzione competente per attuare provvedimenti intesi a favorire gli scambi culturali e la comprensione in Svizzera. Oltre a ciò, la cura dei rapporti culturali con l'estero è innanzitutto un compito della Confederazione che rientra prioritariamente nelle competenze di Pro Helvetia. Il contributo che la Fondazione può fornire in questi campi è dunque determinante.

Negli altri ambiti di competenza della Fondazione, la situazione si presenta in maniera leggermente diversa: trattandosi di preservare il nostro patrimonio culturale e di incentivare la creazione culturale elvetica, Pro Helvetia non agisce da sola. Assolve i suoi compiti in collaborazione con le città, i Comuni e i Cantoni e, a livello federale, con l'UFC. In quest'ambito dunque, oltre
a un aumento dei mezzi, anche accordi sulle modalità di suddivisione dei compiti e di collaborazione permettono di sfruttare al meglio ­ con grandi vantaggi per la cultura svizzera ­ il denaro complessivamente a disposizione. A tal riguardo la Fondazione dà prova di un forte impegno insieme con l'UFC (cfr. n. 134-136). Considerato che una sovvenzione da parte di Pro Helvetia a progetti culturali è di per sé una referenza e spesso incita altre istituzioni a stanziare fondi, un aumento dei crediti, seppur contenuto, esplica già grande efficacia.

Non è possibile quantificare in cifre esatte i mezzi che servono a Pro Helvetia per assolvere il suo mandato legale. Alla base delle nostre considerazioni vi sono da un lato i mezzi iscritti nel preventivo 1998, pari a circa 29,5 milioni di franchi, che nella sua richiesta la Fondazione cita come base di confronto; detratto il blocco creditizio l'importo ammontava effettivamente a 29,25 milioni di franchi. Inoltre Pro Helvetia, nel suo programma complessivamente convincente, illustra ciò che dovrebbe intraprendere a titolo supplementare per rispettare il suo mandato legale in modo ottimale. A nostro parere la Fondazione deve ricevere mezzi particolari per il rafforzamento mirato dei suoi compiti nella promozione della comprensione interna e nelle attività all'estero (cfr. i n. successivi). In questa sede ci limiteremo pertanto a

6699

ciò che la Fondazione ritiene debba essere rafforzato per preservare la cultura e incentivare la creazione culturale: ­

la Fondazione intende sovvenzionare la produzione musicale (punti di programma 2.2/2.4/2.7) e la promozione di autori e produzioni indipendenti nei campi del teatro e della danza (4.1/4.5/4.7) con un aumento complessivo dei contributi di circa 500 000 franchi all'anno;

­

per allentare la situazione nel settore librario, Pro Helvetia vuole introdurre premi diretti per un totale annuo di 500 000 franchi, da erogare a case editrici che si distinguono per iniziative che arricchiscono la vita culturale in Svizzera (3.8);

­

un nuovo «fondo soggiorni» di 200 000 franchi all'anno dovrebbe favorire il dialogo diretto fra scrittori e pubblico (3.9);

­

la formazione culturale degli adulti dovrebbe ottenere sovvenzioni supplementari per un totale di circa 90 000 franchi all'anno (5.2);

­

per l'istituzione e lo sviluppo di musei locali e regionali e altri provvedimenti nel settore della cultura popolare, Pro Helvetia intende stanziare circa 220 000 franchi in più all'anno (5.5).

Considerata questa situazione, riteniamo necessario un aumento di 0,75 milioni di franchi circa del contributo annuo per consentire alla Fondazione di adempiere adeguatamente il suo mandato legale. Pro Helvetia, per assolvere i suoi altri compiti al di là del minimo previsto, deve ottenere mezzi particolari (cfr. i capitoli successivi).

Per calcolare tale rialzo consideriamo anche il rincaro, la forte impennata delle richieste inoltrate e i costi amministrativi che il rilevamento di nuovi compiti farà necessariamente lievitare ma che la Fondazione cercherà di contrastare il più possibile mediante il miglioramento della sua struttura organizzativa e dei suoi iter (cfr. n. 136 e 147). A questo titolo vi chiediamo dunque di concedere alla Fondazione Pro Helvetia per il periodo di finanziamento 2000-2003 un contributo annuo di 30 milioni di franchi.

146.23

Il rafforzamento particolare degli scambi culturali e della comprensione in Svizzera

Abbiamo avuto modo di esprimerci in modo esauriente (n. 122.1, 132 e 144.1) sull'importanza che riveste il rafforzamento della nostra coesione nazionale e sul significato attribuito alla cultura in generale e alla Fondazione Pro Helvetia in particolare. Nella sua richiesta, Pro Helvetia ha suggerito provvedimenti convincenti per rafforzare gli scambi culturali e la comprensione nel Paese: ­

sull'intero arco del periodo di finanziamento, Pro Helvetia intende sovvenzionare lo scambio interregionale di esposizioni d'arte, concerti, spettacoli di teatro e di danza, e programmi sul cinema svizzero mediante un aumento di 2,5 milioni di franchi circa (punti di programma 1.2/2.3/4.2/4.8/8.2.1/ 8.2.3);

­

è previsto di stanziare un importo supplementare di 650 000 franchi per far tradurre opere letterarie svizzere nelle altre lingue nazionali (3.5);

6700

­

i mezzi per Culturamobile, che offre assistenza tecnica e infrastrutturale a larghe fasce della popolazione di tutte le regioni per progetti culturali propri, dovrebbero essere aumentati di circa 490 000 franchi (5.1);

­

Pro Helvetia intende anche incentrare le sue altre iniziative socioculturali principalmente sullo scambio e la comprensione in Svizzera e rafforzarle; il fabbisogno complessivo si aggira attorno a 1 milione di franchi (5.2/5.3/5.6);

­

Pro Helvetia intende sovvenzionare e diffondere riviste e opuscoli che illustrano i servizi culturali di tutte le regioni linguistiche svizzere; i costi addizionali ammontano a 580 000 franchi.

Tali provvedimenti si riveleranno preziosi per rafforzare la coesione e l'identità della Svizzera. Complessivamente, il fabbisogno supplementare ammonta a circa 5,1 milioni di franchi. Considerata la situazione precaria in cui versano le finanze della Confederazione, Pro Helvetia deve tuttavia accettare certi tagli. A tale titolo vi chiediamo dunque di concedere alla Fondazione per il periodo di finanziamento 20002003 un contributo complessivo specifico di 2,5 milioni di franchi ovvero di 0,625 milioni di franchi in media all'anno.

146.24

Il particolare rafforzamento delle relazioni culturali con l'estero

I mutamenti politici in Paesi vicini e lontani rispetto al nostro, il persistere della migrazione, l'erosione della coscienza collettiva, la nostra progressiva integrazione europea e la mutata immagine del nostro Paese, costituiscono sfide importanti per la politica estera della Svizzera. Per vincerle, la cultura può fare molto; anche a tale riguardo ci siamo espressi diffusamente (capitoli 122.2, 133 e 144.2). Per potenziare le sue attività all'estero, Pro Helvetia ha previsto molteplici provvedimenti, tra i quali si delineano in particolare i seguenti punti focali: ­

Gli operatori culturali svizzeri dovrebbero disporre maggiormente della possibilità di presentare all'estero le loro opere e la varietà della creazione culturale elvetica.

Pro Helvetia intende rafforzare il suo impegno in tal senso con mostre d'arte svizzere all'estero (punto di programma 1.1), la diffusione mondiale di mostre digitalizzate su CD-ROM (1.7), spettacoli all'estero di compagnie di musica, danza e teatro (2.1/4.3), la distribuzione di compact disc e partiture (2.5), la fornitura a biblioteche estere di opere letterarie elvetiche (3.2) e l'intensificazione del programma internazionale di pubblicazioni (8.1). Si presenta particolarmente promettente la rinsaldata collaborazione all'estero con istituzioni culturali, interlocutori e organizzatori, che dà forte risonanza alle rappresentazioni culturali svizzere fuori dai confini nazionali.

­

Progetti di promozione del dialogo interculturale e internazionale; tra questi rientrano anche i progetti nel campo delle scienze e della ricerca, dove la Svizzera dispone di doti notevoli, da far confluire nel contesto internazionale rafforzando così il potenziale esistente.

Anche per quanto riguarda i progetti di scambio, Pro Helvetia prevede numerosi provvedimenti d'incentivazione: scambio continuo di curatori per

6701

conoscere e animare le rispettive realtà artistiche (1.6), simposi letterari transfrontalieri (3.9), coproduzioni internazionali nel campo del teatro e della danza (4.6), diffusione della cultura e della conoscenza storico-geografica della Svizzera all'estero (5.4), lancio di progetti culturali intersettoriali e internazionali (6.1.5), soggiorni di studio e informazione in Svizzera per artisti stranieri (6.2.1), convegni mirati per artisti e studiosi di scienze umane di tutto il mondo (6.2.2. e 6.2.3), docenze presso partner ospitanti e scambio di personale universitario in ambito culturale e umanistico (6.2.4), scambio culturale Sud-Nord (6.3), particolare attenzione agli scambi internazionali nel campo della cultura popolare (6.4) e presentazione di programmi di film stranieri in Svizzera (8.2.4). Anche qui la Fondazione intende porre un accento particolare sulla regolare collaborazione con le istituzioni all'estero.

­

Le antenne all'estero, grazie alla loro presenza immediata per intensificare i contatti internazionali e alle possibilità di interrelazione e animazione, svolgono un ruolo prezioso; qui Pro Helvetia vuole garantire la continuità.

Con le sue otto antenne all'estero, Pro Helvetia ha maturato esperienze positive. Nei prossimi quattro anni la Fondazione intende da un lato rilevare le quattro antenne nell'Europa centrorientale, che su richiesta del DFAE verranno finanziate ancora sino a fine 1999 da un credito speciale della DSC (7). Dall'altro desidera rafforzare le rimanenti antenne di Parigi, Milano, Il Cairo e Città del Capo (6.1.1-4). Considerato che proprio per le antenne all'estero la garanzia della continuità costituisce un requisito indispensabile per la loro sussistenza, Pro Helvetia ritiene prioritaria la prosecuzione delle antenne nell'Europa centrorientale. Prendiamo atto che Pro Helvetia intende adeguare l'infrastruttura modellandola sul mutato profilo d'attività e ridimensionarla per motivi di risparmio (niente biblioteche né centri di documentazione, incremento dei progetti di scambio con la Svizzera, gestione affidata a personale locale).

Rispetto al preventivo 1998 il fabbisogno supplementare per l'intero periodo di finanziamento ammonta a circa 28,5 milioni di franchi e supera pertanto il quadro di quanto finanziariamente fattibile, obbligandoci a effettuare tagli notevoli. Per consentirle di intensificare le sue attività all'estero nel periodo di finanziamento 20002003, chiediamo pertanto di concedere alla Fondazione Pro Helvetia mezzi specifici per un importo complessivo di 5,5 milioni di franchi ovvero di 1,375 milioni di franchi in media all'anno. Questa soluzione non eviterà rinunce dolorose; la situazione delle finanze federali ci obbliga tuttavia ad accettare in parte tali ripercussioni negative. Le risorse specifiche da noi richieste dovrebbero comunque consentire a Pro Helvetia di adempiere con priorità anche in questo caso il mandato che le è affidato per legge.

146.25

Sintesi

Stando alle nostre richieste, per il periodo di finanziamento 2000-2003 la Fondazione Pro Helvetia dovrebbe disporre di mezzi complessivi per un importo di 128 milioni di franchi. Si tratta di circa 35,4 milioni di franchi o del 21,5 per cento in meno rispetto a quanto richiesto dalla Fondazione. Cambiando angolazione, a fronte dei mezzi effettivamente ottenuti nel periodo di finanziamento 1996-1999 si tratta di circa 13,5 milioni di franchi in più (+11,8%). Rispetto al piano finanziario della 6702

Confederazione i contributi richiesti equivalgono ad un aumento di 12,76 milioni di franchi complessivamente (2000: 1,77 milioni; 2001: 1,77 milioni; 2002: 3,9 milioni; 2003: 5,32 milioni). La seguente tavola illustra il raffronto tra le nostre richieste finanziarie e quelle della Fondazione: Parte finanziata del programma della Fondazione 2000-2003 secondo il messaggio

Parte non finanziata del programma della Fondazione 2000-2003 secondo la richiesta

Assolvimento minimo dei compiti legali 120 000 000 Rafforzamento dei compiti legali per favorire lo scambio e la comprensione in Svizzera 2 500 000 Rafforzamento dei compiti legali per curare le relazioni culturali con l'estero 5 500 000

23 038 000

Totale

35 398 000

128 000 000

9 740 000

2 620 000

Siamo consapevoli del fatto che in tal modo Pro Helvetia non potrà attuare come auspicato una parte consistente del programma e dovrà rinunciare a realizzare varie misure; considerata la situazione finanziaria della Confederazione si tratta di una necessità. Nondimeno i mezzi da noi richiesti dovrebbero permettere alla Fondazione di assolvere in maniera sufficiente i compiti minimi che le spettano, particolarmente significativi dal punto di vista politico. Nell'ambito della sua autonomia, spetterà a Pro Helvetia decidere quali dei provvedimenti concretamente previsti attuare o tralasciare ­ o realizzare con mezzi inferiori.

146.26

Scaglionamento dei contributi

Nel fissare lo scaglionamento dei contributi alla Fondazione, da un lato occorre tenere presente l'obiettivo di bilancio 2001; fino al 2001 compreso non si dovrebbero, nella misura del possibile, autorizzare aumenti dei preventivi. Dall'altro Pro Helvetia deve essere in grado di assolvere i suoi compiti minimi in tempi brevi e ottenere a partire dal 2000 una certa entità di mezzi per assolvere compiti particolarmente importanti in termini politici. Lo scaglionamento potrebbe essere strutturato come segue: 2000 30 milioni di franchi; 2001 30 milioni di franchi; 2002 33 milioni di franchi; 2003 35 milioni di franchi.

Così facendo reputiamo di ottemperare non solo alle esigenze culturali e alle maggiori necessità poste a Pro Helvetia ma anche alla situazione delle finanze federali (cfr. anche n. 311).

6703

147

Costi amministrativi e richieste in materia di personale

La gestione oculata dei mezzi concessi a Pro Helvetia implica altrettanti oneri amministrativi. La Fondazione fa fronte ai suoi compiti con un Consiglio di fondazione ampiamente rappresentativo, qualificato settorialmente e affiancato operativamente dai dipartimenti specifici del Segretariato. Questa struttura organizzativa presenta molti aspetti positivi. A giusto titolo Pro Helvetia rammenta l'autonomia politica e l'effetto unificatore di più regioni delle sue attività. Al tempo stesso garantisce un'elevata qualità artistica dei progetti sussidiati e di conseguenza l'utilizzazione accurata dei fondi messi a disposizione ai fini della promozione culturale grazie all'esame approfondito delle domande presentate.

A prima vista, Pro Helvetia presenta spese generali elevate (1998: 7,98 milioni di franchi). Ma una congrua parte di esse è imputabile alla valutazione e all'accompagnamento di progetti culturali (spese di produzione) e si traduce direttamente o indirettamente in attività culturali. Per contro, la quota assorbita dai costi amministrativi veri e propri (spese di amministrazione) si attesta ad appena 1,5 milioni di franchi, ovvero al 5 per cento del bilancio di Pro Helvetia. Con ciò i costi amministrativi effettivi, come giustamente osserva Pro Helvetia nella richiesta, risultano nettamente inferiori a quelli di istituti culturali stranieri comparabili (Institut Français, Goethe Institut) oppure, se si considerano i costi del Consiglio di fondazione, inferiori alle tariffe della Confederazione per esperti esterni (cfr. il n. 10 della richiesta e il capitolo «Pro Helvetia non dovrebbe ...?»).

Da parecchio tempo Pro Helvetia si adopera per snellire i propri meccanismi amministrativi. Negli ultimi anni, procedendo per tappe e avvalendosi in parte di consulenti esterni, ha rinnovato le sue basi (Guida per i richiedenti, documento sul lavoro compiuto all'estero, linee-guida per il lavoro informativo ecc.), e riordinato le competenze nel trattamento delle richieste. Il regolamento sui contributi, che disciplina il nuovo ordinamento delle competenze, è stato approvato dal Consiglio federale il 7 dicembre 1998. Grazie a queste misure, Pro Helvetia è riuscita ad aumentare la propria efficienza lavorativa. Oltre a ciò Pro Helvetia intende riesaminare radicalmente le strutture della Fondazione. Al riguardo ha costituito un gruppo di lavoro incaricato di studiare i seguenti settori: ­

compito e posizione della Fondazione in una politica nazionale della promozione culturale;

­

collaborazione di Pro Helvetia con altre istituzioni;

­

dimensioni e compiti del Consiglio di fondazione;

­

competenze del Comitato direttivo, dei gruppi di lavoro del Consiglio di fondazione, della direzione e dei dipartimenti del Segretariato;

­

struttura organizzativa a livello operativo;

­

vigilanza e controllo, quality management.

Occorre esaminare con attenzione i miglioramenti cui ambisce la Fondazione e inquadrarli in relazione con i mutamenti intervenuti a livello generale nella politica culturale (cfr. n. 134 e 135). Essi non possono tradursi concretamente dall'oggi al domani e tantomeno è stato possibile fare confluire risultati tangibili nella richiesta.

Pro Helvetia è confrontata con una forte impennata delle richieste di sussidi e nel prossimo periodo di finanziamento rileverà compiti supplementari. Ciò spiega perché la Fondazione abbia preventivato ­ in termini assoluti ­ spese generali più ele6704

vate; di conseguenza, pur non essendovi espressamente richieste in materia di personale, ciò indurrà maggiori oneri di personale. Tuttavia, in rapporto al bilancio della Fondazione, la quota delle spese generali dovrebbe diminuire: se nel 1998 si attestava ancora al 27 per cento circa, sull'intero arco del periodo di finanziamento 2000-2003 dovrebbe attestarsi al 21,5 per cento. La dotazione da noi richiesta per Pro Helvetia prevede un certo aumento delle spese generali e tiene conto della situazione descritta. Grazie alle migliorie annunciate, la Fondazione dovrebbe essere in grado di gestire oculatamente i prossimi costi amministrativi e nel contempo ridurre la quota delle spese generali sul bilancio.

Il 5 febbraio 1998, anche la Delegazione delle finanze delle Camere federali ha risposto alle domande sollevate in questi capitoli. Pro Helvetia e il Capo del DFI si sono espressi al riguardo nella presa di posizione del 9 giugno 1998, rammentando tra l'altro i miglioramenti avviati dalla Fondazione. È previsto di approfondire ulteriormente la tematica durante un incontro tra la Delegazione delle finanze, l'UFC e la Fondazione.

2

Parte speciale: Commento del disegno di decreto

Formalmente il decreto non ricalca in tutte le sue parti quello vigente del 26 settembre 1995 (FF 1995 IV 560). In particolare i mezzi finanziari assegnati alla Fondazione non verranno più suddivisi per i singoli anni del periodo di finanziamento, ma erogati sotto forma di pacchetto finanziario per l'intero periodo 2000-2003.

L'articolo 1 stabilisce l'involucro finanziario destinato alla Fondazione Pro Helvetia per gli anni 2000-2003. Le spiegazioni si trovano nel numero 146 del presente messaggio e nella seconda parte della richiesta della Fondazione.

Secondo l'articolo 2 il decreto non è di obbligatorietà generale e non sottostà pertanto al referendum (cfr. art. 3 cpv. 1 della legge federale del 17 dicembre 1965 concernente la Fondazione Pro Helvetia). Esso sancisce anche la durata di validità del decreto.

3

Ripercussioni

31

Ripercussioni finanziarie

311

Per la Confederazione

Stando alle nostre richieste, per il periodo di finanziamento 2000-2003 la Fondazione Pro Helvetia otterrà mezzi complessivi per un importo di 128 milioni di franchi.

Tenuto conto di tagli di bilancio e blocchi creditizi, si tratta di circa 13,5 milioni di franchi in più (+11.8%) rispetto a quanto effettivamente versato per il periodo precedente. Suddividendo l'importo per i singoli anni, gli incrementi rispetto al piano finanziario della Confederazione per gli anni 2000-2003 sono i seguenti: 2000 1,77 milioni di franchi 6,27% 2001 1,77 milioni di franchi 6,27% 2002 3,90 milioni di franchi 13,4 % 2003 (2002+2%) 5,32 milioni di franchi 17,9 %

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Come si vede, la nostra richiesta non è interamente conforme all'obiettivo di bilancio 2001. L'aumento richiesto è tuttavia inserito in una pianificazione globale del fabbisogno finanziario supplementare dei due principali fautori della promozione culturale federale ­ l'UFC e Pro Helvetia ­ per gli anni 2000-2003 e tiene conto, nel migliore dei modi, dell'obiettivo di bilancio 2001 (cfr. n. 113). Siamo inoltre convinti che, vista la situazione particolare della Fondazione Pro Helvetia e considerati i modesti importi in questione, ciò sia giustificabile. Il mancato assolvimento dei compiti minimi sanciti per legge, la necessità di rafforzare in particolare la comprensione in Svizzera e potenziare le attività all'estero, rendono imprescindibile un moderato incremento dei contributi. La dotazione della Fondazione Pro Helvetia costituisce una voce di spesa della Confederazione relativamente contenuta. Siamo altresì convinti che la situazione delle finanze federali non consenta di soddisfare interamente le richieste avanzate dalla Fondazione.

I mezzi necessari verranno iscritti nel piano finanziario ed erogati a scadenze annuali nel quadro del preventivo ordinario. In virtù dell'articolo 32 della legge federale del 6 ottobre 1989 sulle finanze della Confederazione (RS 611.0) i limiti di spesa costituiscono importi massimi entro cui il Parlamento è disposto a concedere mezzi finanziari per determinati compiti. Il nostro Consiglio sbloccherà tali crediti unicamento se le condizioni delle finanze federali lo permetteranno e a condizione che il conseguimento degli obiettivi di bilancio fissati dalla Costituzione non ne saranno compromessi.

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Per i Cantoni e i Comuni

Il progetto non ha ripercussioni dirette sui Cantoni e sulle città o i Comuni. Anche se la Fondazione cerca di concedere sussidi complementari a quelli accordati da altri finanziatori, ciò non comporta vincoli per i servizi di promozione culturale ad altri livelli dello Stato.

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Conseguenze sull'effettivo del personale

In proposito ci permettiamo di rimandare alle nostre considerazioni del numero 157.

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Altre conseguenze

La richiesta non ha ripercussioni dirette su altri servizi federali che si occupano di questioni culturali. Vi saranno per contro, nel quadro delle verifiche annunciate, eventuali trasferimenti rispetto alla ripartizione dei compiti tra i servizi federali coinvolti (cfr. n. 143 e 144).

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Programma di legislatura

Il presente progetto è annunciato nel rapporto sul programma di legislatura 19951999 (FF 1996 II 281, appendice A2).

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Relazioni con il diritto internazionale

Il progetto non ha alcuna ripercussione sulle relazioni con il diritto internazionale.

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Basi giuridiche

La competenza dell'Assemblea federale scaturisce dall'articolo 85 numero 10 della Costituzione federale (competenza per il preventivo). La base giuridica per l'utilizzazione del credito è costituita dall'articolo 3 della legge federale concernente la Fondazione Pro Helvetia. In conformità all'articolo 8 della legge sui rapporti fra i Consigli (RS 171.11), il decreto sul credito è emanato in forma di decreto federale semplice, in quanto non è un atto legislativo. Come tale non sottostà al referendum.

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