03.018 Rapporto 2003 sulla cooperazione della Svizzera con l'Organizzazione delle Nazioni Unite e con le organizzazioni internazionali che hanno la loro sede in Svizzera del 26 febbraio 2003

Onorevoli presidenti e consiglieri, Vi sottoponiamo il rapporto 2003 sulla cooperazione della Svizzera con le Nazioni Unite e con le organizzazioni internazionali che hanno la loro sede in Svizzera.

In risposta ai postulati Zäch del 14 marzo 2002 (02.3063) e Müller-Hemmi del 21 marzo 2002 (02.3114), come pure all'interpellanza Frick dell'11 marzo 2002 (02.3042), vi presentiamo il rapporto sulle attività svolte dalla Svizzera dopo l'adesione all'ONU, in particolare sui primi mesi della 57a Assemblea generale.

Questo rapporto illustra inoltre le linee principali della politica che il nostro Paese intende difendere a medio termine in seno all'ONU. Conformemente al postulato Maury Pasquier del 18 ottobre 1998 (98.3482), il rapporto offre pure una veduta d'insieme sulle attività della Confederazione quale Stato ospite di organizzazioni internazionali. Propone, infine, un approccio globale volto a garantire il massimo di opportunità alle candidature svizzere e permettere, in tal modo, una presenza adeguata di cittadini svizzeri nei posti di responsabilità delle Nazioni Unite.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

26 febbraio 2003

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Pascal Couchepin La cancelliera della Confederazione, Annemarie Huber-Hotz

2002-2564

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Compendio Il 10 settembre 2002, la Svizzera è divenuta membro delle Nazioni Unite.

L'adesione del nostro Paese all'ONU figurava dal dicembre del 1998 tra le priorità del Consiglio federale per la legislatura 1999­2003.

Il Consiglio federale, che attribuisce molta importanza al fatto che gli impegni internazionali della Svizzera siano saldamente radicati nella politica interna del Paese, presenta qui il primo rapporto annuo sulla cooperazione della Svizzera con l'Organizzazione delle Nazioni Unite e con le organizzazioni internazionali che hanno la loro sede in Svizzera. Questo documento include il tradizionale «Rapporto sulle organizzazioni internazionali che hanno la loro sede in Svizzera». L'obiettivo del Consiglio federale è di informare i rappresentanti del popolo e dei Cantoni sui risultati e le esperienze fatte dal nostro Paese in seno alle Nazioni Unite dal momento dell'adesione come pure sulle priorità del nostro impegno a medio termine.

Il Consiglio federale trae un bilancio positivo della partecipazione svizzera ai lavori dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, di cui il nostro Paese è membro a pieno titolo. La 57a Assemblea generale, iniziata il 10 settembre 2002, ha concluso nel dicembre del 2002 la sessione principale dei suoi lavori permettendo in tal modo una prima valutazione delle nuove possibilità dischiuse dall'adesione.

La neutralità del nostro Paese, espressamente reiterata nella domanda di adesione, è stata accettata sia dal Consiglio di sicurezza sia dall'Assemblea generale e non è mai stata messa in discussione. Divenuta membro dell'Organizzazione, la Svizzera è stata in grado di far valere le proprie posizioni e difendere i propri interessi. Il suo nuovo statuto le ha permesso di assumere iniziative nel quadro dell'Assemblea generale, sovente nel prolungamento di attività condotte in settori prioritari. A proposito dell'Iraq, la Svizzera si è pronunciata a favore dell'attuazione delle risoluzioni dell'ONU in materia di disarmo e di ispezioni. Essa ha, nel contempo, sottolineato che un intervento del Consiglio di sicurezza è indispensabile nel caso in cui si preveda il ricorso alla forza e ha invitato a tenere conto delle conseguenze umanitarie e dei pericoli per le popolazioni civili in caso di conflitto.

Il Consiglio federale intende proseguire questo impegno in seno
alle Nazioni Unite concentrando gli sforzi sugli obiettivi individuati. Questi ultimi saranno regolarmente valutati e precisati in modo da tener conto degli sviluppi nazionali e internazionali.

Il Consiglio federale presta particolare attenzione alla politica del nostro Paese in quanto Stato ospitante, politica che costituisce un elemento significativo del ruolo del nostro Paese nel contesto dell'ONU. Esso intende far uso al meglio di questo nuovo statuto di membro per promuovere la Ginevra internazionale e far progredire gli interessi del nostro Paese.

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Rapporto 1

Introduzione

Il 10 settembre 2002, la Svizzera è divenuta membro dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. L'adesione del nostro Paese all'ONU figurava sin dal dicembre del 1998 tra le priorità del Consiglio federale per la legislatura 1999­20031. Nel nostro «Rapporto sulla politica esterna 2000»2, l'avevamo considerata il principale obiettivo della politica estera svizzera per questo periodo. L'adesione è il risultato congiunto della volontà manifestata da lunga data dal nostro Consiglio, dell'interesse attivo espresso dal Parlamento e di un'iniziativa popolare. Quest'ultima, varata l'8 settembre 1998 da un comitato interpartitico, è stata depositata nel marzo del 2000 e accettata il 3 marzo 2002 dalla maggioranza dei cittadini e dei Cantoni svizzeri.

Nel corso di questo processo, abbiamo portato avanti un dialogo molto ampio sul tema con il Parlamento, i partiti politici, le organizzazioni sociali ed economiche e tutti gli altri ambienti interessati. Nel 1998, rispondendo a una domanda del Parlamento, abbiamo presentato un «Rapporto sulle relazioni tra la Svizzera e l'Organizzazione delle Nazioni Unite»3. Questo documento è ancora attuale sotto molti aspetti.

La votazione del 3 marzo ha fatto seguito ad un intenso dibattito fra tutti gli attori della società sul ruolo delle Nazioni Unite, la posizione della Svizzera nel mondo, i nuovi diritti e possibilità offerte dall'adesione all'ONU, i cambiamenti intervenuti dopo la votazione del marzo del 1986, le conseguenze finanziarie di questa adesione e il mantenimento della neutralità svizzera.

In seguito alla presentazione dell'iniziativa, abbiamo proceduto, nel corso dell'estate e dell'autunno del 2000, a un'ampia consultazione al termine della quale abbiamo deciso di proporre l'obiettivo dell'adesione mediante l'iniziativa popolare raccomandandone l'approvazione.

Il «messaggio relativo all'iniziativa popolare per l'adesione della Svizzera all'Organizzazione delle Nazioni Unite», presentato al Parlamento nel dicembre del 2000, illustrava i vantaggi e le ragioni favorevoli di un'eventuale adesione4, mettendo in evidenza il fatto che gli obiettivi sanciti nello Statuto delle Nazioni Unite coincidevano con quelli della politica estera svizzera. Diventare membro dell'ONU permetteva dunque al nostro Paese di contribuire, nel quadro multilaterale globale,

1 2 3

4

Rapporto sul programma di legislatura 1999-2003 [FF 2000 2037].

Rapporto sulla politica estera 2000: «Presenza e cooperazione: tutela degli interessi in un contesto di crescente integrazione internazionale», del 15 novembre 2000.

Questo rapporto era la risposta al postulato 97.3320, depositato il 18 giugno 1997 dal consigliere nazionale Andreas Gross. In precedenza, il 5 giugno 1997, il consigliere nazionale Remo Gysin aveva depositato una mozione con la quale chiedeva al Consiglio federale di adottare disposizioni per preparare l'adesione della Svizzera all'ONU. Il Consiglio federale aveva accettato questa mozione, approvata dalle due Camere a larga maggioranza, nella sua forma vincolante.

Questo documento, come pure diversi testi relativi all'adesione, sono disponibili in versione elettronica all'indirizzo www.onu.admin.ch.

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alla realizzazione degli obiettivi della sua politica estera conferendogli a un tempo i mezzi per difendere i suoi interessi nella ricerca di soluzioni alle questioni globali.

Dopo il risultato positivo della votazione popolare del 3 marzo 2002, abbiamo preso nota di un documento preliminare alla 57a Assemblea generale dell'ONU nel quale si elencavano le priorità che la Svizzera intendeva sostenere in seno all'Organizzazione in occasione della sua prima partecipazione quale membro effettivo. Data l'importanza che accordiamo a un saldo radicamento degli affari esterni nella politica interna, ci siamo prodigati nell'informazione e nella consultazione del Parlamento e della società civile. Durante l'estate del 2002, le Commissioni della politica estera hanno così avuto l'occasione di discutere queste priorità. Una delegazione di alto livello del Parlamento, composta dal presidente del Consiglio nazionale e dal presidente del Consiglio degli Stati nonché dai presidenti delle due Commissioni della politica estera, ha partecipato il 10 settembre alla cerimonia di ammissione della Svizzera tenutasi nella sede delle Nazioni Unite a New York.

Inoltre, l'Associazione Svizzera Nazioni Unite (ASNU) ha organizzato, il 14 agosto 2002 a Berna, una conferenza con la società civile alla quale hanno partecipato numerose organizzazioni non governative operanti in tutti i settori nei quali è presente l'ONU. Dopo questa conferenza, l'ASNU ci ha trasmesso una piattaforma contenente i pareri e gli auspici inerenti la politica svizzera in seno all'ONU espressi dalle ONG partecipanti.

A metà ottobre, il capo del DFAE ha informato dettagliatamente le Commissioni della politica estera circa l'avanzamento dei lavori nel quadro dell'Assemblea generale e circa le prime esperienze della Svizzera nella sua nuova veste. Come era stato già annunciato nel corso della campagna per l'adesione, e conformemente alla richiesta formulata dopo il voto in diversi interventi parlamentari5, ci siamo impegnati a redigere annualmente il presente rapporto sulla Svizzera e l'ONU. Questo documento intende permettere ai rappresentanti del popolo e dei Cantoni di informarsi e di esprimere i loro pareri sull'impegno della Svizzera in seno alle Nazioni Unite dopo l'adesione.

Il presente rapporto stila al capitolo 2 un bilancio delle prime esperienze
fatte in materia di promozione degli interessi svizzeri nell'ambito dei lavori dell'Assemblea generale ma anche in altri fori dell'ONU. Sempre al capitolo 2, il rapporto offre un riassunto delle priorità che il nostro Paese intende far valere a medio termine in seno alle Nazioni Unite. Le attività delle organizzazioni internazionali che hanno la loro sede in Svizzera e l'impegno del nostro Paese quale Stato ospitante saranno oggetto del capitolo 3 quali elementi significativi del nostro ruolo nel quadro dell'ONU.

Infine, il rapporto dedica il capitolo 4 al metodo seguito in materia di candidature e di elezioni di nostri concittadini per funzioni in seno alle Nazioni Unite.

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Postulati Zäch del 14 marzo 2002 (02.3063) e Müller-Hemmi del 21 marzo 2002 (02.3114); interpellanza Frick dell'11 marzo 2002 (02.3042).

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Cooperazione della Svizzera con l'ONU

2.1

L'impegno della Svizzera all'ONU dalla sua adesione

2.1.1

L'ONU, piattaforma della cooperazione internazionale

Nel nostro messaggio del dicembre 2000 relativo all'iniziativa popolare «per l'adesione della Svizzera all'Organizzazione delle Nazioni unite», abbiamo sottolineato l'importanza dell'ONU quale unica organizzazione le cui decisioni rivestono legittimità in tutto il mondo e il suo ruolo fondamentale per la soluzione dei grandi problemi internazionali. Gli sviluppi intervenuti da allora sulla scena mondiale hanno evidenziato l'importanza dell'ONU quale piattaforma di negoziazione, quale strumento di pace e di sicurezza internazionali e quale foro centrale del dialogo Nord-Sud.

Nella «Dichiarazione del Millennio», approvata nel settembre del 2000 dai capi di Stato e di Governo in occasione della 55a Assemblea generale dell'ONU, in presenza del presidente della Confederazione in qualità di osservatore, i capi di Stato e di governo hanno riaffermato il ruolo essenziale che spetta all'organizzazione per la costruzione di un mondo più pacifico, più prospero e più giusto nel XXI secolo.

Grazie a questo documento, la comunità internazionale, riunita nel suo foro globale, ha assunto impegni concreti e quantificabili nei settori chiave della cooperazione multilaterale. Essa si è fissata obiettivi chiari, soprattutto in materia di pace, di sicurezza e di disarmo, di sviluppo sostenibile e di lotta contro la povertà, di protezione dell'ambiente, di diritti dell'uomo, di democrazia e buon governo, di tutela dei gruppi vulnerabili e di potenziamento dell'Organizzazione. Nel 2001, l'Assemblea generale ha approvato un piano esecutivo che deve guidare l'azione della comunità internazionale nella realizzazione di questi impegni. Sono state prese decisioni atte a ristrutturare l'ONU, in seguito alle quali gli Stati Uniti, che ritenevano queste riforme una premessa per il pagamento dei loro arretrati, hanno accettato di adempiere ai loro obblighi contributivi.

Gli sforzi intrapresi per colmare il fossato Nord-Sud ­ una delle sfide maggiori con le quali la comunità internazionale si deve confrontare ­ sono stati portati avanti, dal 18 al 22 marzo 2002, dalla Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo tenutasi a Monterrey. Ad essa è seguito il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, svoltosi a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre del 2002. Anche la 57a Assemblea generale, convocata il 10
settembre del 2002 e che si concluderà alla fine di settembre del 20036, rappresenta una tappa importante per la verifica dell'attuazione della Dichiarazione del Millennio e dei seguiti delle grandi conferenze. In occasione dei dibattiti dedicati a questo tema, tenutisi nell'ottobre del 2002, il segretario generale dell'ONU ha sottolineato in modo inequivocabile la necessità di sforzi ulteriori da parte degli Stati affinché la comunità internazionale possa realizzare gli obiettivi fissati. I progressi registrati finora sono troppo scarsi.

D'altronde, la comunità internazionale si è mobilitata per una lotta efficace contro le gravi minacce che incombono sulla pace e la sicurezza rappresentate dai movimenti estremisti e dagli atti terroristici. L'ONU è stata chiamata a svolgere un ruolo essen6

Ogni Assemblea generale si protrae per un anno completo, da settembre a settembre. La fase più intensa dei lavori si svolge dall'inizio di ottobre alla fine di dicembre.

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ziale in tal senso. Gli Stati membri sono unanimi nel sottolineare che soltanto le Nazioni Unite possono conferire legittimità internazionale al controllo del disarmo iracheno e ad ogni intervento armato. Gli intensi sforzi diplomatici hanno permesso il ritorno degli ispettori in Iraq, una tappa importante che dimostra il ruolo indispensabile dell'ONU.

2.1.2

La Svizzera membro dell'ONU: primo bilancio

Il 10 settembre 2002, la Svizzera è stata accolta calorosamente dall'Assemblea generale, quale nuovo (190°) membro dell'Organizzazione delle Nazioni Unite7. Il presidente del Consiglio di sicurezza, organo al quale spetta la responsabilità di raccomandare l'adesione di nuovi membri all'Assemblea generale, ha subito definito l'avvenimento un'«occasione storica».

Nel suo discorso pronunciato a New York il giorno dell'adesione, il presidente della Confederazione, Kaspar Villiger, ha affermato la volontà della Svizzera di partecipare in maniera costruttiva, ma anche critica, ai lavori dell'ONU. Egli ha ricordato, in particolare, che la Svizzera aderisce all'ONU quale Stato neutrale reiterando in tal modo il principio che il nostro Paese aveva già espresso nella sua domanda d'adesione. Sia il segretario generale sia il Consiglio di sicurezza e l'Assemblea generale avevano preso atto di questa volontà, peraltro pienamente capita e rispettata. La partecipazione fruttuosa della Svizzera ai lavori dell'Assemblea generale, così come la sua capacità di pronunciarsi su tutte le decisioni, hanno dimostrato che la neutralità è del tutto compatibile con l'appartenenza all'ONU.

La Svizzera è stata in grado di partecipare subito ai lavori dell'Assemblea generale.

La partecipazione del nostro Paese a questi lavori è stata accuratamente preparata al fine di permettere alla sua delegazione, sostenuta dall'insieme dei servizi interessati dell'Amministrazione federale, di rappresentare efficacemente il nostro Paese.

Durante il tradizionale dibattito generale al quale partecipano numerosi capi di Stato e ministri, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri, il consigliere federale Joseph Deiss, ha esposto le priorità della Svizzera alle Nazioni Unite, soprattutto in materia di pace e di sicurezza umana, di diritti dell'uomo, di rafforzamento del diritto internazionale e di cooperazione allo sviluppo. Egli ha pure avuto numerosi contatti bilaterali.

Sia nel corso della seduta plenaria sia in seno alle sei Commissioni dell'Assemblea generale, la Svizzera ha cercato di riassumere i 170 punti iscritti all'ordine del giorno della sessione e ha partecipato a tutte le votazioni. Su un totale di oltre 300 risoluzioni trattate dall'Assemblea generale, la maggioranza delle quali sono state approvate consensualmente,
la Svizzera ha patrocinato una sessantina di atti e ne ha presentati due8. La sua presenza attiva in seno all'Organizzazione mondiale le ha permesso di prendere la parola e fare conoscere le sue posizioni direttamente, senza dover ricorrere come in passato ai servigi di Paesi amici per far passare i suoi messaggi. Il nostro Paese ha fatto otto dichiarazioni nel corso della seduta plenaria

7 8

La risoluzione sull'«ammissione della Confederazione svizzera nell'Organizzazione delle Nazioni Unite» porta la referenza A/Res/57/1.

Il primo ha per tema le montagne, il secondo il Vertice mondiale sulla società dell'informazione.

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dell'Assemblea generale e venticinque davanti alle Commissioni. Ha, inoltre, fatto quattro interventi in occasione dei dibattiti pubblici del Consiglio di sicurezza su temi ai quali attribuisce particolare importanza.

Per settori ritenuti prioritari9, la delegazione svizzera ha svolto un ruolo attivo nei negoziati per far valere i propri argomenti e difendere i valori nei quali si identifica.

Essa ha contribuito, attraverso l'organizzazione delle sedute, con interventi formali o informali, e anche mettendo a disposizione mediatori, al successo di numerose risoluzioni. I meccanismi messi in atto, siano essi consultazioni, decisioni, trasmissione d'istruzioni o anche preliminari d'intervento, hanno funzionato bene. Essi saranno valutati e aggiornati costantemente permettendo così alla Svizzera di utilizzare pienamente le opportunità offerte dal nuovo statuto.

I delegati svizzeri hanno constatato, nell'ambito di dibattiti e negoziati, di essere diventati partner a pieno titolo molto ricercati dagli altri delegati desiderosi di promuovere le proprie posizioni e iniziative. I rappresentanti svizzeri hanno così potuto intensificare e approfondire i contatti con delegazioni di altri Paesi e con il Segretariato dell'ONU. Il bilancio di questi contatti è ritenuto da più parti positivo.

In generale, le sollecitazioni degli altri Stati membri verso il nostro Paese hanno superato le aspettative. È questa anche una forma di riconoscimento del fatto che la Svizzera conduce una politica estera ancorata a una tradizione ben salda e che essa difende con trasparenza i valori che le sono cari, facendosi apprezzare politicamente.

La Svizzera è ritenuta affidabile grazie alla costanza, alla prevedibilità e all'autonomia delle sue decisioni. La nostra adesione rappresenta un'opportunità e una sfida in tal senso, e questo è forse l'insegnamento più importante che questa prima Assemblea generale ci ha dato.

Sul piano finanziario, la Svizzera ha versato i suoi contributi quale osservatore dal 1° gennaio al 30 settembre; in seguito, quale membro, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2002. Se si tiene conto della diminuzione del bilancio delle operazioni di mantenimento della pace e della flessione del corso del dollaro, questi contributi sono inferiori di circa 6,7 milioni di franchi rispetto alle previsioni (per il calcolo
dettagliato si veda l'Allegato 1).

Il nostro Paese ha esordito in modo molto positivo per quanto attiene alle candidature a cariche in seno dell'Organizzazione. Il professor Walter Kälin è stato eletto membro del Comitato dei diritti dell'uomo preposto all'attuazione del Patto internazionale concernente i diritti civili e politici. La Svizzera è stata pure nominata per tre anni a membro del Comitato di pianificazione e coordinamento (CPC) delle Nazioni Unite, importante organo ausiliario del Consiglio economico e sociale (ECOSOC) e dell'Assemblea generale in materia di pianificazione, coordinamento ed esame delle attività delle Nazioni Unite. Inoltre, il nostro Paese è passato dallo statuto di osservatore a quello di membro a pieno diritto della Commissione per lo sviluppo sociale (CsocD) dell'ECOSOC fino al 2005. L'ambasciatore svizzero Jean-Jacques Elmiger è stato eletto alla presidenzia dell'ufficio di questa Commissione per l'anno 2004.

La Svizzera è stata eletta alla presidenza del Consiglio d'amministrazione del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) per il 2003. Essa è rappresentata in tale 9

Le priorità della Svizzera per la 57a Assemblea generale sono state illustrate in un opuscolo pubblicato dal Dipartimento federale degli affari esteri che può essere ordinato presso la Coordinazione ONU o consultato sul sito www.onu.admin.ch.

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carica dall'ambasciatore Jenö Staehelin. L'ambasciatore Jean-Marc Boulgaris è stato scelto quale vicepresidente del Comitato esecutivo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (HCR) per il 2003 e dovrebbe assumerne, nel 2004, la presidenza. Nel quadro della 57a sessione dell'Assemblea generale, un diplomatico svizzero, Valentin Zellweger, ha assunto, con un successo largamente riconosciuto, la vicepresidenza della sesta Commissione. Quest'ultima è incaricata della codifica e dello sviluppo del diritto internazionale pubblico. Nel gennaio del 2003, la Svizzera ha presieduto per la prima volta il Gruppo di Stati dell'Europa occidentale e altri (WEOG). La pianificazione delle candidature future è illustrata dettagliatamente nel numero 4.1 del presente rapporto.

Infine, conformandosi alla tradizione che vuole che un nuovo membro inauguri l'adesione con un dono all'Organizzazione, la Svizzera ha deciso di rinnovare e ristrutturare un blocco di uffici attigui all'Assemblea generale nei quali si svolgono riunioni di alto livello tra l'ONU e capi di Stato e di governo. Alcuni architetti e artisti svizzeri sono stati selezionati per la realizzazione di questi lavori.

2.1.3

Pace, sicurezza e disarmo

Il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, sancito dall'articolo 1 dello Statuto delle Nazioni Unite, è un obiettivo centrale del mandato dell'ONU. La Dichiarazione del Millennio, approvata nel settembre del 2000, riafferma il carattere essenziale di questo obiettivo per l'Organizzazione e ne illustra in dettaglio i diversi mezzi per la sua realizzazione futura. Essa sottolinea, in particolare, l'importanza del rispetto del diritto internazionale come pure l'applicazione dei trattati conclusi e invoca un potenziamento delle capacità operative dell'ONU, non solo nel mantenimento della pace ma anche nella prevenzione dei conflitti, nella composizione pacifica delle controversie e nelle fasi postconflittuali di consolidamento della pace e della ricostruzione.

I dibattiti sul ruolo e i mezzi dell'ONU nell'adempimento del suo mandato in materia di mantenimento della pace e della sicurezza hanno assunto una dimensione particolare nel corso della 57a sessione dell'Assemblea generale in rapporto alla crisi irachena. Così è stato nel corso del dibattito generale all'inizio di questa sessione e anche nei lavori del Consiglio di sicurezza. Dopo intense consultazioni, quest'ultimo ha approvato all'unanimità, l'8 novembre 2002, la risoluzione 1441 che ha fornito il quadro per una ripresa delle ispezioni dell'ONU per il disarmo dell'Iraq con maggiori garanzie per il lavoro degli ispettori in condizioni soddisfacenti. In questa fase del processo, è stato così riaffermato il ruolo del Consiglio di sicurezza nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionali rafforzando l'autorità delle Nazioni Unite.

La Svizzera ha preso posizione sulla crisi irachena nella dichiarazione del capo del DFAE davanti all'Assemblea generale e in un intervento nell'ambito di un dibattito sull'Iraq in seno al Consiglio di sicurezza, il 17 ottobre 2002. Essa si è schierata con fermezza contro ogni proliferazione delle armi di distruzione di massa e in favore delle risoluzioni dell'ONU in materia di disarmo e di ispezioni in Iraq. Nel contempo, essa ha sottolineato la necessità di esplorare tutte le vie diplomatiche per la prevenzione della guerra e ribadito che spetta al Consiglio di sicurezza decidere un

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eventuale intervento armato. Il nostro Paese ha, infine, invitato a considerare le conseguenze umanitarie e i pericoli per le popolazioni civili.

Conformemente a questa posizione, la Svizzera ha sostenuto con misure concrete gli sforzi tesi a una ripresa rapida delle ispezioni dell'ONU in Iraq. Lo ha fatto in quanto si è sempre espressa con fermezza contro la proliferazione di armi di distruzione di massa e nella speranza, condivisa da larga parte della comunità internazionale, che un'azione decisa dell'ONU riduca il rischio di una guerra in Iraq. Su richiesta dell'ONU, la Svizzera ha proceduto al ripristino dell'ex quartiere generale della Commissione d'ispezione dell'ONU a Baghdad. Una trentina di guardie delle fortificazioni ­ ripartite in due scaglioni ­ si sono recate a Baghdad per questo lavoro. Inoltre, un impiegato della Direzione generale delle dogane, membro del pool di esperti svizzero per la promozione della pace, si è unito alla squadra degli ispettori dell'ONU con il compito preminente di contribuire alle ispezioni relative ai beni a doppio uso e alle armi biologiche.

Anche il Vicino Oriente è stato al centro dell'attenzione internazionale nel corso della 57a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il segretario generale dell'ONU fa parte del «quartetto» (Stati Uniti, Russia, ONU, Unione europea) che svolge un ruolo importante negli sforzi della comunità internazionale per rilanciare il processo di pace. L'ONU è anche un elemento essenziale dell'aiuto umanitario in questa regione, soprattutto attraverso l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza e la ricostruzione a favore dei rifugiati di Palestina nel Vicino Oriente (UNRWA). Nel dibattito in seduta plenaria dell'Assemblea generale, la Svizzera ha formulato chiaramente le linee principali della sua posizione sul Vicino Oriente condannando gli attentati terroristici, l'uso indiscriminato della forza militare e la creazione e l'estensione degli insediamenti nei territori occupati. Essa ha riaffermato l'importanza del rispetto del diritto, sia del diritto internazionale umanitario sia delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza per una pace giusta e duratura nella regione.

La Svizzera ha profittato della sua adesione all'ONU per promuovere anche la sua iniziativa umanitaria nel Vicino Oriente.

In seno all'Assemblea
generale, il nostro Paese ha dovuto esprimere il proprio parere su una ventina di risoluzioni riguardanti il Vicino Oriente. Esso ha sostenuto i testi conformi alla sue posizioni, ad esempio quelli relativi alla protezione della popolazione civile nei territori occupati o il carattere illegale dell'annessione di Gerusalemme-Est. Per contro si è astenuto nei casi di risoluzioni di parte o non equilibrate.

La diplomazia multilaterale svolge un ruolo sempre maggiore nel campo della prevenzione e risoluzione dei conflitti. Il segretario generale dell'ONU è particolarmente attivo in materia di mediazione e di buoni uffici. Egli ha designato una quarantina di rappresentanti e di inviati speciali. L'adesione della Svizzera all'ONU offre l'occasione al nostro Paese per rivitalizzare la sua tradizione di buoni uffici in un contesto multilaterale. Poco dopo la votazione del 3 marzo, Kofi Annan ha nominato un diplomatico svizzero, l'ambasciatore Heidi Tagliavini, quale rappresentante speciale del segretario generale e capo della missione delle Nazioni Unite in Georgia. Il suo compito è di facilitare la ricerca di una soluzione politica alla questione dell'Abkhazia. Un altro diplomatico svizzero, Didier Pfirter, è stato messo a disposizione del rappresentante speciale del segretario generale dell'ONU incaricato di risolvere la questione cipriota. In qualità di consigliere giuridico principale, egli ha partecipato in prima persona all'elaborazione del piano di pace proposto alla 2293

metà di novembre del 2002. Questo piano prevede in particolare un modello di tipo confederale ispirato, in parte, alla Costituzione svizzera.

Nell'ottobre del 2002, la Svizzera ha finanziato e facilitato l'organizzazione a MontPèlerin (Vaud) del seminario annuale destinato ai diversi inviati e rappresentanti speciali del segretario generale dell'ONU. Questo incontro permette loro lo scambio di esperienze e un approfondimento delle conoscenze in materia di risoluzione dei conflitti. Grazie a questo tipo di collaborazione con l'ONU, che permette di annodare utili contatti, la Svizzera rafforza i mezzi d'intervento dell'Organizzazione.

Nel settore delle operazioni di mantenimento e di consolidamento della pace, la Svizzera ha fornito contributi civili e militari. Sul piano civile, il pool di esperti svizzero per la promozione civile della pace, istituito dal DFAE, ha coordinato l'attività di una trentina di esperti nel quadro dell'ONU. Sul piano militare, la Svizzera ha messo a disposizione dell'ONU una ventina di ufficiali impegnati per lo più quali osservatori militari. Nel 2002, sia gli effettivi messi a disposizione dalla Svizzera, circa 250 persone inclusa la Swisscoy, sia la quota di bilancio militare devoluta a queste operazioni (circa l'1 %) sono stati modesti rispetto ai contributi di Paesi paragonabili al nostro.

La Svizzera si è impegnata attivamente in questi ultimi anni in favore dell'elabo7razione di sanzioni più mirate, che devono colpire direttamente i responsabili interessati risparmiando nella misura del possibile le popolazioni civili e i Paesi terzi. Si tratta di ricorrere in particolare all'impiego di strumenti quali il congelamento di averi10, l'embargo limitato a certe categorie di beni (armi, diamanti, petrolio, altre risorse naturali) o anche le restrizioni in materia di visti e di viaggi. L'adesione all'ONU ha dato più credito e peso agli sforzi della Svizzera ­ accanto a quelli di altri Stati ­ per migliorare lo strumento delle sanzioni. Nel 2002, alcuni rappresentanti dei principali Paesi attivi in questo campo, tra cui la Svizzera, si sono riuniti a più riprese in Svezia per discutere un'applicazione migliore delle sanzioni mirate. I risultati di queste consultazioni sono stati presentati al Consiglio di sicurezza nel febbraio del 2003.

L'evoluzione contemporanea dei
conflitti armati è sovente caratterizzata da una criminalizzazione dell'economia di guerra e dallo sfruttamento illecito delle risorse naturali. I diamanti sono particolarmente ambiti, essendo minerali di grande valore e facili da trasportare. Le esperienze fatte nel conflitto in Angola hanno spinto il Consiglio di sicurezza a prendere in considerazione questa problematica imponendo restrizioni sul commercio dei diamanti provenienti da alcune zone di conflitto.

L'attuazione di queste sanzioni si è scontrata tuttavia con la difficoltà di individuare l'origine precisa dei diamanti. Su iniziativa del Sudafrica, e quale risposta a una richiesta dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sono stati avviati negoziati nel quadro del processo di Kimberley tra diversi Paesi particolarmente implicati nel commercio dei diamanti. Nel novembre del 2002, una conferenza ministeriale copresieduta da Svizzera e Sudafrica si è tenuta a Interlaken. I principali Paesi che producono o commerciano diamanti grezzi si sono accordati a Interlaken sul varo di un sistema internazionale di certificazione. Questo sistema, divenuto operativo a partire dal 1° gennaio 2003, prevede che ogni esportazione o importazione di diamanti debba essere accompagnata da un certificato a prova di falsificazione. Il Con10

Nel 1998 e 1999, la Svizzera aveva organizzato a Interlaken alcuni incontri internazionali volte a migliorare il meccanismo delle sanzioni finanziarie mirate.

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siglio di sicurezza è stato informato sui risultati di questo processo e ha approvato una risoluzione nella quale esprime il suo sostegno alle disposizioni sancite dalla conferenza di Interlaken11.

Le sfide che le nuove dimensioni assunte dalla minaccia terroristica pongono alla sicurezza internazionale hanno conferito un rilievo particolare ai dibattiti in seno alla prima Commissione dell'Assemblea generale sulle questioni della non-proliferazione, del controllo degli armamenti e del disarmo. La Svizzera ha approfittato del suo debutto quale membro a titolo pieno dell'ONU per esporre la sua politica sul controllo degli armamenti e del disarmo. In seguito, la Svizzera ha sistematicamente orientato il suo voto sulle risoluzioni in funzione di questa politica. Per quanto attiene al disarmo nucleare, essa si è impegnata a favore di una procedura graduale di disarmo mediante l'attuazione completa delle tredici misure pratiche decise nel 2000 dalla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione (TNP/NPT). La Svizzera ha contribuito all'introduzione di due risoluzioni relative agli armamenti nucleari che prevedono l'adesione di tutti gli Stati al Trattato per il bando completo della sperimentazione nucleare (CTBT) e all'avvio di negoziati per il divieto di produzione di materiale fissile a fini militari (FMCT). In merito, occorre aggiungere che la Svizzera ha avallato una dichiarazione ministeriale firmata da una cinquantina di ministri degli affari esteri che invita tutti gli Stati che non l'abbiano ancora fatto a firmare e a ratificare il CTBT.

La Svizzera ha apprezzato anche la conclusione del Trattato di Mosca sulla riduzione degli armamenti nucleari strategici americani e russi e l'adesione di Cuba al Trattato di non-proliferazione (TNP/NPT). Vi sono soltanto tre Stati al mondo che non hanno ancora aderito al TNP ossia l'India, il Pakistan e Israele. Su questi Stati, l'Assemblea generale esercita regolarmente pressioni affinché giustifichino il loro isolamento.

La Svizzera ha per contro accolto con grande inquietudine la decisione della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC), annunciata nel gennaio del 2003, di uscire dal TNP. Quale membro del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), la Svizzera ha sostenuto il 6 gennaio una risoluzione
di questo organo dell'ONU che deplora gli atti unilaterali della RPDC e la si invita a cooperare con l'Agenzia per trovare una soluzione pacifica al conflitto.

I controlli sulle esportazioni, con i quali gli Stati industrializzati (soprattutto occidentali) tentano di ostacolare la proliferazione delle armi di distruzione di massa, sono tuttora controversi. La maggioranza dei Paesi in sviluppo ha rivendicato nuovamente il diritto d'accesso alle tecnologie avanzate e ha espresso la sua diffidenza verso il regime di controllo esistente mediante una risoluzione che è stata approvata malgrado l'opposizione dei Paesi occidentali (tra cui la Svizzera). Per contro, unanime è stata l'accettazione di una risoluzione che propone lo scambio d'informazioni sulle basi legali dei controlli all'esportazione. Ciò potrebbe contribuire a una discussione più oggettiva e contemporaneamente premere con maggior vigore sui Paesi industrializzati ed emergenti che finora non hanno controllato le loro esportazioni o lo hanno fatto in maniera insufficiente.

L'ONU vuole maggior trasparenza anche nel settore del commercio delle armi; un numero crescente di Stati membri fornisce annualmente al segretario generale dati 11

S/Res/1459 (2003) del 28 gennaio 2003.

2295

circa le loro esportazioni di sette tipi di armamento (carri armati, blindati, sistemi d'artiglieria pesante, caccia ed elicotteri, navi da guerra, missili e lanciamissili), come pure sulle rispettive spese militari annue, dati che, in seguito, sono pubblicati nel registro delle armi convenzionali delle Nazioni Unite o nel rapporto relativo. La Svizzera si è regolarmente associata a questo scambio d'informazioni e ha partecipato alla presentazione di una risoluzione che apre la via all'estensione del registro delle armi convenzionali.

La Svizzera attribuisce molta importanza all'estensione del campo d'applicazione della Convenzione del 1980 sul divieto o la limitazione dell'impiego di determinate armi convenzionali (CCW). Essa ha sostenuto in seno all'Assemblea generale l'iniziativa varata dal CICR sui residui bellici esplosivi ponendo l'accento sulla sua proposta complementare relativa alle sotto-munizioni (bombe a frammentazione). La proposta svizzera, lanciata tre anni fa, prevede di migliorare l'affidabilità delle sottomunizioni mediante misure tecniche giuridicamente vincolanti (miglioramento del sistema di accensione mediante meccanismi di autodisattivazione e di autodistruzione). La Svizzera ha copatrocinato anche la risoluzione dell'ONU sulla CCW.

Quale membro della «Rete sulla sicurezza umana», la Svizzera si sforza di introdurre nei dibattiti dell'ONU le questioni relative a questo tema. L'iniziativa più recente della rete è stato un seminario sul tema «I bambini nei conflitti armati» tenutosi agli inizi di novembre del 2002 in margine alla riunione. Diplomatici, rappresentanti delle Organizzazioni dell'ONU, ONG, esperti ed ex-bambini soldato hanno elaborato congiuntamente raccomandazioni per tutelare meglio i bambini in caso di conflitti armati. La Svizzera sostiene pure l'attività del rappresentante speciale del segretario generale dell'ONU, Olara Ottunu, che si adopera per sensibilizzare la comunità internazionale su questo problema e che ha presentato, nel dicembre del 2002, un rapporto in tal senso.

La Svizzera è impegnata da anni per un divieto delle mine antiuomo, in particolare affinché il cosiddetto Trattato di Ottawa acquisti valore universale. Essa ha sostenuto la relativa risoluzione dell'Assemblea generale e sottolineato nelle trattative la minaccia dell'impiego delle mine
antiuomo da parte di attori non statali. Il Centro internazionale di Ginevra per lo sminamento a fini umanitari, finanziato in grande misura dalla Svizzera, è diventato un partner essenziale per l'ONU (in particolare del Servizio delle azioni di lotta contro le mine (UNMAS) delle Nazioni Unite) in campo operativo e nella ricerca. Nell'ambito dei programmi ONU vengono impiegati costantemente specialisti svizzeri di sminamento.

La Svizzera è fortemente impegnata in ambito ONU nella lotta contro la diffusione illegale di armi leggere e di piccolo calibro. Nel 2002, essa ha finanziato con un milione di franchi il Trust Fund dell'UNDP per le armi leggere. Sono stati finanziati in tal modo anche progetti nel quadro del Patto di stabilità per l'Europa del Sud-Est.

La Svizzera è anche membro di un gruppo peritale dell'ONU che esamina la fattibilità di un sistema di tracciabilità, vincolante a livello mondiale, per le armi leggere.

Nel corso dell'Assemblea generale essa ha proposto una risoluzione sulle armi leggere e nel quadro di un intervento nel dibattito sulle armi leggere del Consiglio di sicurezza ha sottolineato gli aspetti relativi alla caratterizzazione e tracciabilità delle armi leggere come pure l'importanza di tali armi per la prevenzione di conflitti e la cooperazione allo sviluppo.

2296

Il DFAE, nell'ambito della politica di pace, collabora a livello strategico con eminenti istituti di ricerca. La Svizzera, insieme al Segretariato dell'ONU, ha sostenuto la fondazione dell'istituto di ricerca Harvard Program on Humanitarian Policy and Conflict Research. L'ONU è il maggior beneficiario dell'attività di questo istituto in materia di sicurezza umana, prevenzione dei conflitti e protezione della popolazione civile. Altri partner strategici del DFAE, che con il loro lavoro hanno fornito importanti input a diversi organismi dell'ONU, sono l'International Crisis Group a Bruxelles, lo Small Arms Survey a Ginevra, l'International Peace Academy (IPA) a New York, l'Institute for Security Studies a Pretoria e il War-torn Society Project International a Ginevra. Occorre infine segnalare i tre centri di Ginevra che lavorano nel campo della sicurezza e del disarmo, finanziati preminentemente dal DDPS.

2.1.4

Politica dello sviluppo e lotta contro la povertà

Nel corso del 2002, la comunità internazionale aveva fissato due importanti appuntamenti per progredire nella realizzazione degli obiettivi fissati, soprattutto nella Dichiarazione del Millennio, in materia di sviluppo e di lotta contro la povertà.

Il primo appuntamento è stata la Conferenza internazionale sul finanziamento allo sviluppo, tenutasi nel marzo del 2002 a Monterrey in Messico, e alla quale la Svizzera ha partecipato attivamente. La Conferenza ha svolto soprattutto i temi relativi alla mobilitazione delle risorse nazionali, agli investimenti privati, al commercio, alla coerenza sistemica tra politiche finanziarie, fiscali, monetarie e commerciali, all'aiuto pubblico allo sviluppo, alla riduzione del debito dei Paesi più poveri.

Quando, in autunno, la 57a Assemblea generale ha affrontato la questione dei risvolti di questa conferenza, la Svizzera si è fermamente pronunciata per una cooperazione approfondita e sistematica fra tutte le istituzioni interessate, in particolare le Nazioni Unite, la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e l'Organizzazione mondiale del commercio, ma anche tra queste ultime e il settore privato. Essa ha inoltre accettato di facilitare il dialogo e il coordinamento tra il Forum economico mondiale (World Economic Forum) e le Nazioni Unite.

Un secondo evento di spicco del 2002 è stato il Vertice mondiale per lo sviluppo sostenibile tenutosi dal 26 agosto al 4 settembre 2002 a Johannesburg. La Svizzera era rappresentata da una delegazione di alto rango, guidata dal capo del Dipartimento federale degli affari esteri, che si è concentrata sui punti seguenti: sviluppo sostenibile delle regioni di montagna (tema prioritario), risorse di acqua dolce, temi ambientali internazionali, sviluppo sociale e lotta alla povertà, temi commerciali, «Governance» a livello globale e nazionale. Il nostro Paese è riuscito a sfruttare la propria posizione di Stato indipendente dai grandi raggruppamenti di Paesi e a svolgere un ruolo importante accanto agli attori principali. Ad esempio, grazie all'impegno profuso dalla delegazione svizzera è stata confermata l'equivalenza di principio tra diritto commerciale e diritto ambientale. All'impegno della Svizzera va pure ascritto l'inserimento nel piano d'attuazione dello sviluppo sostenibile nelle regioni di montagna, del
settore chimico e di questioni relative all'organizzazione del mondo del lavoro (tra l'altro, standard sociali minimi). La delegazione ha inoltre contribuito in maniera decisiva a una soluzione consensuale riguardante il principio di precauzione e a evitare regressioni pericolose per quanto attiene ai diritti dell'uomo in campo sanitario.

2297

Le due Conferenze rivestono, per più aspetti, un'importanza normativa per la cooperazione allo sviluppo e costituiscono impulsi rilevanti per tale cooperazione, in particolare nella direzione di aperture verso la società civile e l'economia privata.

In autunno, la 57a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU si è occupata dell'applicazione e delle prospettive integrate e coordinate dei risultati delle grandi conferenze ­ Monterrey, Johannesburg, ma anche tutte le grandi conferenze delle Nazioni Unite del decennio scorso che hanno riguardato temi strettamente collegati, quali lo sviluppo sostenibile, la popolazione, le donne, i bambini, i diritti dell'uomo e lo sviluppo sociale. Divenuta membro dell'ONU, la Svizzera ha partecipato attivamente a questi negoziati impegnandosi affinché ogni grande conferenza diventasse un elemento in seno all'attuazione della Dichiarazione del Millennio ­ segnatamente dei suoi otto obiettivi di sviluppo12. Tenendo conto dell'importanza e della complessità di questi problemi, l'Assemblea generale ha deciso di istituire un gruppo di lavoro incaricato di elaborare raccomandazioni che saranno esaminate nel corso del prossimo anno.

Il rafforzamento delle attività operative del Sistema ONU nel settore dello sviluppo, in particolare del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), è da anni un tema prioritario per la Svizzera. Il nostro Paese ha preso lo spunto dalle trattative svoltesi nel 2002 per avviare un dibattito politico circa la necessità e le vie per una migliore mobilitazione politica e finanziaria sufficiente a sostegno di queste attività. Quest'anno, l'Assemblea generale si è dedicata, tra l'altro, anche alla questione del futuro del rapporto annuale sullo sviluppo umano, redatto dall'UNDP e la cui pubblicazione è sostenuta dalla Svizzera.

Il nostro Paese auspica che questo rapporto conservi il suo ruolo quale strumento di riflessione e di dibattito e intende difenderne l'autonomia intellettuale e redazionale.

Nel dicembre del 2001 era stato lanciato a New York, sotto la presidenza dell'exconsigliere federale Adolf Ogi, l'Anno internazionale della montagna 2002. Una felice coincidenza ha fatto sì l'adesione della Svizzera all'ONU avesse
luogo nel corso di quest'anno tematico. Nel quadro della 57a Assemblea generale, la Svizzera, che si era vigorosamente battuta in favore dello sviluppo sostenibile delle regioni di montagna nel contesto del Vertice di Johannesburg, ha svolto un ruolo essenziale di mobilitazione e di coordinamento. Il suo impegno, ampiamente riconosciuto sulla scena internazionale, ha beneficiato di una vasta assise grazie al «Mountains Focus Group». Questa struttura riunisce, al di là delle sfaldature politiche abituali nel quadro delle Nazioni Unite, una ventina di Paesi industrializzati, in sviluppo e in transizione, che si sono associati per la tutela di un obiettivo comune: garantire che le regioni di montagna possano continuare a fornire le loro ricchezze a molte generazioni future. Il risultato di questo impegno è stata la risoluzione adottata dall'Assemblea generale che assicura d'ora in poi una visibilità politica a questa problematica. Questo documento garantisce nel contempo il riconoscimento del partenariato per lo sviluppo sostenibile delle regioni di montagna, varato in occasione del Vertice di Johannesburg dalla Svizzera, dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per 12

Gli otto obiettivi sono: riduzione delle povertà estrema, educazione primaria garantita per tutti, riduzione della mortalità infantile, miglioramento della salute della madre e del bambino e loro accesso ai servizi sociali, lotta contro l'HIV/AIDS e altre gravi malattie, promozione della parità tra i sessi, utilizzazione sostenibile delle risorse naturali e, infine, istituzione di un partenariato mondiale per lo sviluppo.

2298

l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente. Esso ha inoltre permesso la designazione di una giornata internazionale della montagna (l'11 dicembre).

Fuori dal quadro vero e proprio dell'Assemblea generale, la Svizzera ha inoltre portato il suo sostegno attivo a numerose attività organizzate nell'ambito dell'Anno internazionale, come quello offerto all'organizzazione dell'avvenimento principale costituito dal Vertice mondiale della montagna tenutosi alla fine di ottobre del 2002 a Bishkek nel Kirghizistan. Questo vertice, al quale hanno partecipato oltre 600 delegati di 60 Paesi, ha permesso di rilevare l'impegno profondo e duraturo di un numero notevole di organizzazioni affinché si ponga fine al degrado degli ecosistemi di montagna e siano migliorate le condizioni di vita delle comunità di montagna.

Dal 16 al 18 febbraio 2003, si è tenuta a Macolin la prima conferenza internazionale dedicata allo sport e allo sviluppo, organizzata su iniziativa dell'ex-consigliere federale Adolf Ogi13, della DSC e dell'Ufficio federale dello sport. Questa conferenza si è posta l'obiettivo di collegare a livello internazionale sport, sviluppo e promozione della pace in appoggio allo sviluppo sociale sostenibile. Nel quadro della conferenza, alcuni rappresentanti dell'ONU, esperti, ONG nonché atleti e rappresentanti di associazioni sportive nazionali e internazionali e del settore privato, hanno elaborato la Dichiarazione di Macolin sullo sport e lo sviluppo e una lista di raccomandazioni.

2.1.5

Diritti dell'uomo

L'impegno in favore dei diritti dell'uomo costituisce uno degli obiettivi principali della politica estera della Svizzera. Il nostro Paese è impegnato in particolare nella lotta contro le forme più gravi di violazione dei diritti dell'uomo, in primo luogo quelli perpetrati contro le persone private della libertà, ossia la tortura, la pena di morte, le esecuzioni sommarie, l'eliminazione di persone, i processi iniqui, ma anche gli attentati alla libertà di coscienza e di religione, di espressione, d'associazione e di riunione pacifica.

D'altro lato, la Svizzera si adopera in favore di gruppi di popolazioni particolarmente vulnerabili, quali le minoranze e i popoli autoctoni, le donne e i bambini, come pure i difensori dei diritti dell'uomo. La Svizzera è anche attiva sui temi nuovi, o su quelli d'importanza crescente, rappresentati dal ruolo dell'economia nella tutela dei diritti dell'uomo, e, ancora, dal rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti dell'uomo nella lotta contro il terrorismo. Infine, essa pone l'accento sul rafforzamento delle norme e dei meccanismi internazionali di protezione dei diritti dell'uomo.

In generale, il nostro Paese è rispettato per il suo approccio costruttivo fondato sul diritto internazionale e sul principio della buona fede nei negoziati multilaterali, in quanto esso rifugge dal servirsi dei diritti dell'uomo a fini politici. Il suo contributo alla ricerca del consenso senza compromessi è pure risaputo. Grazie alla sua adesione all'ONU, la Svizzera ha potuto partecipare attivamente ai negoziati sulle risoluzioni, in particolare nei settori prioritari.

13

Quale consigliere speciale del segretario generale dell'ONU per lo sport al servizio della pace e dello sviluppo.

2299

Uno dei punti più importanti della 57a Assemblea generale in materia di diritti dell'uomo è stata l'adozione di un Protocollo facoltativo alla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Questo documento innovatore prevede l'istituzione di un sistema di visite preventive dei luoghi di detenzione allo scopo di migliorarne le condizioni di vita e di ridurre i rischi di trattamenti scorretti. L'approvazione di questo Protocollo è un successo della Svizzera la quale, grazie allo statuto di membro, ha potuto finalizzare un processo lanciato 25 anni fa dal ginevrino Jean-Jacques Gautier. Questo risultato è pure frutto di una stretta collaborazione con il Costa Rica e dimostra l'efficacia dei partenariati puntuali in seno all'ONU fra Stati che si prefiggono gli stessi obiettivi. Nella prospettiva di una ratifica del Protocollo da parte della Svizzera, l'Amministrazione federale costituirà un gruppo di lavoro in seno all'Ufficio federale di giustizia che sarà incaricato di studiare, in stretta collaborazione con i Cantoni di cui sono in gioco le competenze, le possibilità di trasposizione delle sue disposizioni nel diritto interno, in particolare per ciò che concerne l'attivazione di meccanismi nazionali di prevenzione della tortura.

In una dichiarazione generale sui diritti dell'uomo, la Svizzera ha sottolineato l'importanza dei temi che ritiene prioritari quali i diritti dell'uomo e il settore privato e diritti dell'uomo e lotta contro il terrorismo. Essa ha ricordato l'importanza del rispetto delle norme e dei principi fondamentali del diritto internazionale in vigore. Esprimendo il suo sostegno al rapporto del segretario generale sulla riforma dell'ONU, essa ha insistito sulla necessità di una collaborazione accresciuta tra i diversi comitati di controllo dei trattati nel campo dei diritti dell'uomo ed è intervenuta a più riprese contro proposte suscettibili di provocare un'erosione degli standard internazionalmente riconosciuti. La Svizzera ha lavorato in collaborazione con altri Stati, che seguono una politica analoga in materia di diritti dell'uomo, quali il Canada, la Nuova Zelanda, il Liechtenstein e gli Stati membri dell'Unione europea e, in particolare, si è impegnata con fermezza contro ogni proposta volta a sopprimere nei testi delle risoluzioni i
riferimenti al ruolo essenziale della Corte penale internazionale. Essa ha inoltre seguito tutti i negoziati dedicati alle esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie, al rispetto dei diritti dell'uomo nella lotta contro il terrorismo, ai diritti dell'infanzia14 alla violenza verso le donne, alla lotta contro il razzismo e alla situazione dei diritti dell'uomo in Afghanistan.

Infine, la Svizzera ha colto l'occasione delle sessioni di dialogo con l'Alto commissario per i diritti dell'uomo, nonché con i rappresentanti speciali del segretario generale e con i relatori speciali, per sottolineare, all'occorrenza, il suo sostegno all'importante lavoro di testimonianza e di consulenza esercitato da queste personalità e per sottoporre loro domande specifiche.

2.1.6

Questioni umanitarie

Grazie all'adesione, la Svizzera, da sempre molto interessata alle questioni umanitarie, è stata, per la prima volta, in grado di far valere pienamente in seno all'Assemblea generale il suo impegno in questo campo. In occasione dei dibattiti sul coordi-

14

Tenendo conto delle conclusioni della sessione straordinaria dell'Assemblea generale dedicata ai bambini, del maggio 2002.

2300

namento dell'azione umanitaria, il nostro Paese ha sottolineato il carattere apolitico, neutrale e imparziale dell'aiuto umanitario. Essa ha invitato il Coordinatore delle Nazioni Unite per i soccorsi urgenti ad estendere il ruolo del Comitato permanente interistituzionale (IASC). Questa piattaforma comune degli attori umanitari (organizzazioni dell'ONU, Movimento internazionale delle Croce Rossa, della Mezzaluna Rossa e delle ONG) permette di accrescere la coerenza dei diversi attori coinvolti nelle situazioni urgenti.

Il processo degli appelli umanitari globali (CAP) è uno strumento importante del coordinamento umanitario internazionale che mira a ottenere dai donatori finanziamenti che permettano di coprire, per Paese o per regione, le necessità fondamentali delle persone colpite da una situazione di emergenza. Le agenzie umanitarie sul terreno pianificano i loro programmi sulla base di un piano d'azione comune, e l'Ufficio delle Nazioni Unite di coordinamento degli affari umanitari (OCHA) finalizza i documenti che vengono in seguito presentati alla comunità internazionale in occasione di un lancio, organizzato simultaneamente in diverse capitali del pianeta.

Per inaugurare l'adesione della Svizzera, l'ONU ha voluto organizzare il lancio di uno di questi appelli per la prima volta a Berna, a Palazzo federale, il 19 novembre 2002, in presenza della vicesegretaria generale dell'ONU, Louise Fréchette. La Svizzera, che ha sostenuto l'organizzazione di questo avvenimento, ne ha approfittato per sostenere il potenziamento del ruolo dell'OCHA in seno alle Nazioni Unite.

Essa ha inoltre avallato il miglioramento dei CAP quali strumenti di pianificazione e di coordinamento sul terreno.

La Svizzera si è battuta in diverse commissioni dell'ONU in favore di una migliore tutela delle popolazioni civili. Nel dicembre del 2002, in una dichiarazione davanti al Consiglio di sicurezza, l'organismo dell'ONU più competente in materia, il nostro Paese ha invitato le parti in conflitto anche al rispetto del diritto internazionale umanitario e richiamato gli Stati, nonché i protagonisti non statali, all'adempimento degli obblighi che vi sono sanciti quali il divieto di usare violenza ai civili o la garanzia dell'accesso alle vittime di guerra da parte delle organizzazioni umanitarie.

La Svizzera si è adoperata
per una migliore tutela del personale umanitario, premessa indispensabile per l'azione di soccorso, e nel contempo per la rigida ottemperanza alle regole comportamentali da parte del personale umanitario.

Un problema importante per la Svizzera è inoltre la tutela di gruppi svantaggiati, soprattutto profughi e sfollati all'interno delle frontiere. Il nostro Paese è stato co-fautore delle due risoluzioni dell'ONU sull'attività dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e del rinnovo del suo mandato per altri cinque anni. La Svizzera ha partecipato attivamente all'elaborazione dell'«Agenda per la protezione», approvata nell'autunno del 2002 dal Comitato esecutivo dell'UNHCR15. Nel corso della stessa seduta, l'ambasciatore Jean-Marc Boulgaris è stato eletto vicepresidente di questo importante organo.

Infine, rispondendo alle preoccupazioni espresse in numerose occasioni circa la situazione nel Vicino Oriente, la Svizzera ha reiterato il suo sostegno al manteni15

Questo piano d'azione è il risultato di consultazioni mondiali varate in occasione del cinquantesimo anniversario della Convenzione dell'ONU del 1951 sui rifugiati.

L'Agenda prevede in particolare misure per migliorare la protezione dei rifugiati e mira inoltre a un migliore coordinamento degli sforzi internazionali nei casi di afflusso massiccio.

2301

mento delle attività ­ ordinarie o di emergenza ­ dell'Agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza e la ricostruzione a favore dei rifugiati di Palestina nel Vicino Oriente (UNRWA).

2.1.7

Questioni economiche e sociali

La Svizzera ha accordato molta importanza ai temi della 57a Assemblea generale incentrati sull'accrescimento del benessere comune mediante la promozione della coesione sociale e l'apertura dei mercati. Il nostro Paese s'impegna sul piano nazionale e internazionale per l'integrazione coerente e duratura delle politiche sociali ed economiche volta a soluzioni flessibili fondate su un partenariato sociale forte e riconosciuto.

La Svizzera ha seguito con particolare attenzione i dibattiti dedicati al ruolo del settore privato nello sviluppo. Essa ha sostenuto il principio della responsabilità sociale delle imprese, sia a livello nazionale che internazionale. Importa, in tal senso, sottolineare che la Svizzera si impegna soprattutto a favore del Global Compact, iniziativa lanciata dal segretario generale dell'ONU nel 1999 in occasione del Forum economico mondiale di Davos. Questo patto mira a sensibilizzare le imprese per quanto attiene ai diritti sociali, ai diritti dell'uomo e alla protezione dell'ambiente.

Vi hanno aderito finora oltre 700 imprese, otto delle quali svizzere, che s'impegnano a rispettare nove principi universali tra i quali il rispetto dei diritti dell'uomo, la libertà d'associazione, l'eliminazione del lavoro infantile e la protezione dell'ambiente.

Convinta dell'utilità di un dialogo tra l'ONU e l'economia privata, la Svizzera appoggia finanziariamente l'ufficio del Global Compact e presiede a New York il gruppo informale dei donatori. In collaborazione con la UNCTAD, essa ha inoltre organizzato, il 29 ottobre 2002 a Ginevra, un'importante giornata informativa sul patto e sul ruolo delle imprese. Questo avvenimento importante ha riunito 400 partecipanti, tra i quali imprenditori, sindacalisti e rappresentanti di organizzazioni non governative beneficiando anche del sostegno di alcune grandi imprese svizzere le quali hanno fatto presente le possibili ricadute positive in materia di sviluppo sostenibile di un partenariato siffatto.

Nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, la Svizzera è stata molto presente nelle discussioni preliminari del Vertice mondiale sulla società dell'informazione (WSIS), del quale una prima fase si svolgerà dal 10 al 12 dicembre 2003 a Ginevra e la seconda a Tunisi nel 2005 (v. n. 2.2.7). Di concerto con la Tunisia, la Svizzera
ha presentato una risoluzione che rafforza il processo di preparazione del Vertice. Il testo rileva l'importanza di un approccio inclusivo sia per quanto riguarda i temi sia per la partecipazione coordinata di tutte le organizzazioni. La Svizzera si è pronunciata anche a favore dell'utilizzazione delle nuove tecnologie al servizio dello sviluppo. Per quanto riguarda la sicurezza su Internet (cybersicurezza), il nostro Paese ha perorato un approccio equilibrato che tenga conto del diritto di libera circolazione dell'informazione e, al tempo stesso, della protezione della sfera privata.

La Svizzera si è impegnata con vigore anche nei negoziati relativi all'applicazione delle decisioni approvate in occasione del Vertice mondiale sullo sviluppo sociale,

2302

tenutosi a Ginevra nel 2000. Nel corso dei negoziati, si è concentrata soprattutto sulle questioni inerenti l'impiego dei giovani, la famiglia, gli anziani e i disabili.

Infine, nel campo delle droghe, la Svizzera ha appoggiato una risoluzione per la collaborazione internazionale nella lotta contro la droga nel mondo che è stata rapidamente approvata dagli Stati membri per consenso unanime. La Svizzera persegue da tempo una politica innovativa nel campo delle droghe, la cosiddetta «Politica dei quattro pilastri» (prevenzione, terapia, riduzione dei danni e aiuto alla sopravvivenza, repressione) che intende fare accettare quanto più possibile a livello internazionale. Quale partner affidabile della comunità internazionale, la Svizzera ha ratificato le convenzioni dell'ONU in materia e ne applica le direttive ad eccezione della Convenzione delle Nazioni Unite del 1988 contro il traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope per la ratifica della quale il nostro Paese attende la fine del dibattito concernente la revisione della sua legge sugli stupefacenti. Tuttavia, per quanto attiene alla Convenzione ONU or ora citata, la Svizzera adempie già a tutte le prescrizioni internazionali (quali il controllo dei precursori e la lotta contro il riciclaggio di denaro).

2.1.8

Ambiente

Da anni la Svizzera è attivamente impegnata in dibattiti e negoziati relativi alla politica ambientale mondiale. Uno dei suoi obiettivi è pertanto quello di svolgere un ruolo di rilievo in campo ambientale anche nell'ambito dell'Assemblea generale dell'ONU mediante proposte e interventi concreti al fine di incidere sull'esito delle diverse trattative nell'interesse di un rafforzamento del progetto ambientale internazionale e di protezione degli ambienti naturali.

Nel quadro della sua prima partecipazione all'Assemblea generale in veste di membro, la Svizzera ha già affrontato in numerosi interventi la tematica relativa all'ambiente, in particolare l'applicazione delle disposizioni finali del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile e il rafforzamento dell'architettura ambientale globale. Il nostro Paese si è impegnato affinché il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), quale pilastro centrale del sistema ambientale globale, venga rafforzato e vengano applicate effettivamente le decisioni del Forum globale dei ministri dell'ambiente e del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile.

Ampio spazio è stato dedicato anche all'attività per la protezione della biodiversità e alla lotta contro l'impatto negativo dei cambiamenti climatici. Nell'ambito della biodiversità, il nostro Paese ha sottolineato l'importanza della biodiversità globale quale base per uno sviluppo sostenibile e la necessità dello sviluppo di una strategia fondata su un approccio globale a tutela della biodiversità. Essa si è pertanto adoperata affinché tutti i Paesi ratifichino la Convenzione sulla diversità biologica e del Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza.

Una lotta efficace contro gli impatti dannosi dei cambiamenti climatici esige un impegno comune di tutti gli Stati. In un suo intervento, la Svizzera ha perciò invitato tutti gli Stati alla ratifica e all'applicazione concreta del Protocollo di Kyoto.

L'invito alla ratifica era precipuamente rivolto agli Stati Uniti.

La Svizzera ha anche sottolineato che lo sviluppo sociale ed economico deve essere sempre sostenibile e che alcune catastrofi naturali sono dovute alla distruzione 2303

dell'ambiente e di ecosistemi; occorre, pertanto, intervenire non solo con provvedimenti di soccorso dopo le catastrofi ma anche con misure preventive.

Il nostro Paese ha perciò promosso l'implementazione della Strategia internazionale per la prevenzione delle catastrofi (ISDR), assumendo il ruolo di promotore dei negoziati. Questo programma intende offrire ai Paesi i mezzi per reagire meglio alle catastrofi naturali, e ad altri disastri di origine tecnologica e ambientale, con un dispendio minimo di perdite umane, economiche e sociali. La Svizzera, in particolare, ha assunto la presidenza di un gruppo informale di Stati che opera a favore dell'integrazione di misure di prevenzione nei programmi di sviluppo. Essa si è inoltre adoperata attivamente nella redazione e al patrocinio di una risoluzione che verte sulle operazioni di localizzazione e salvataggio di persone rimaste sepolte in occasione di terremoti.

Nell'ambito dell'Assemblea generale dell'ONU, il nostro Paese ha sostenuto la posizione secondo la quale non vi è alcuna gerarchia tra norme commerciali, sociali ed ambientali. È quindi opportuno che esse vengano poste sullo stesso piano e vicendevolmente integrate.

Riassumendo, possiamo dire che la Svizzera è riuscita ad affermare le sue idee in campo ambientale. Le sue posizioni sono molto simili a quelle della Norvegia e dei Paesi membri dell'Unione europea. Divergono sovente da quelle degli Stati Uniti e di alcuni Paesi in sviluppo, meno propensi alla tutela dell'ambiente e al rafforzamento del sistema ambientale globale. Data l'importanza dei documenti trattati nell'ambito dell'Assemblea generale dell'ONU, e che spesso servono quale base per le trattative dei diversi processi ambientali, è opportuno che la Svizzera e gli Stati che ne condividono le convinzioni affermino anche in futuro il loro atteggiamento attivo in questo campo.

2.1.9

Diritto internazionale

Lo sviluppo e la codificazione del diritto internazionale e la sua ulteriore evoluzione sono tra le priorità dell'attività dell'ONU. Quanto più gli Stati vedranno sancite le loro azioni nel diritto internazionale, tanto più prevedibili e stabili diventeranno i rapporti internazionali. Il tradizionale interesse della Svizzera nel diritto internazionale è fondato anche su questo suo aspetto importante che favorisce il mantenimento della pace.

Ai margini dell'Assemblea generale, si è riunita, dal 3 al 10 settembre 2002 ­ per la prima volta dall'entrata in vigore dello Statuto di Roma il 1° luglio 2002 ­ l'Assemblea degli Stati Parte della Corte penale internazionale. In tale occasione sono state poste tutte le basi affinché la Corte, nei mesi successivi, possa avviare la sua attività. Alla cerimonia di chiusura dell'Assemblea degli Stati Parte il 10 settembre 2002, lo stesso giorno in cui la Svizzera è stata ammessa all'ONU, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri ha rinnovato l'auspicio che la Corte penale sia universalmente riconosciuta e ha rigettato l'idea di introdurre regolamentazioni d'eccezione. Nel corso dei lavori preliminari, la Svizzera è intervenuta con successo nella negoziazione delle norme di procedura per l'elezione dei giudici e del procuratore. La Corte penale è stata in seguito argomento di dibattiti in seno alla stessa Assemblea generale, che ha approvato una serie di risoluzioni, talvolta controverse, che sottolineano l'importanza di questa nuova istituzione. La 2304

risoluzione principale relativa alla Corte penale internazionale è stata approvata consensualmente ma con l'astensione degli Stati Uniti. Malgrado la Corte penale internazionale rappresenti ormai, dopo l'entrata in vigore dello Statuto di Roma, un'organizzazione internazionale autonoma e fruisca della personalità giuridica di diritto internazionale, essa rimane vincolata all'ONU, per cui il segretariato generale delle Nazioni Unite continua ad essere, nel contempo, anche segretariato dell'Assemblea degli Stati contraenti della Corte penale internazionale.

Un altro tema al quale la Svizzera ha prestato particolare attenzione nell'ambito dell'Assemblea generale è quello della clonazione di esseri umani. La proposta presentata nel 2001 da Germania e Francia per l'elaborazione di una Convenzione contro la clonazione di essere umani ai fini di riproduzione si è scontrata con lo scetticismo di alcuni Stati favorevoli a un divieto più rigoroso che includesse tutte le forme di clonazione di esseri umani. La volontà espressa da alcuni di fare una distinzione tra la clonazione riproduttiva e la clonazione terapeutica è stata pure controversa. La Svizzera ha suggerito, per ragioni pratiche, di procedere per tappe: un divieto totale immediato per quanto attiene alla clonazione riproduttiva ­ sul quale si può sperare di giungere a un accordo rapido ­ e un dibattito successivo sul difficile tema della clonazione terapeutica. Grazie all'intervento dell'Ufficio della Commissione giuridica dell'Assemblea generale e, in particolare, all'impegno del suo vicepresidente svizzero, si è potuti giungere a un compromesso tra i due schieramenti per quanto riguarda il seguito della procedura. È stato in tal modo evitato uno scontro che non avrebbe giovato alla soluzione di questo problema essenziale per il futuro dell'umanità.

Nella sua risoluzione circa la lotta al terrorismo, l'Assemblea generale ha condannato tutte le forme di terrorismo e invitato la comunità internazionale a intensificare le misure destinate a lottare contro questo flagello, nel rispetto dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale nel suo complesso. Essa ha, inoltre, rinnovato il mandato alla commissione incaricata di preparare una convenzione globale contro il terrorismo e una convenzione per la repressione di atti terroristici nucleari. Restano
ancora da risolvere alcune questioni fondamentali: la definizione di terrorismo, il rapporto tra le nuove convenzioni e le dodici convenzioni settoriali esistenti, come pure l'applicabilità delle Convenzioni stesse alle forze armate. In queste trattative, la Svizzera ha proposto una soluzione che affronti questi problemi nel loro complesso, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e con l'obiettivo prioritario di proteggere le potenziali vittime.

È opportuno menzionare altresì il fatto che nel gennaio del 2002 sono stati avviati a Vienna i negoziati per una Convenzione internazionale contro la corruzione. Trattasi della prima volta che la comunità delle nazioni si impegna, sotto l'egida dell'ONU, ad elaborare un testo che affronti l'insieme dei problemi giuridici e socioeconomici legati a questo flagello. La Svizzera partecipa attivamente alla negoziazione di un progetto di testo che esamini questioni tanto delicate quali la criminalizzazione della corruzione, l'istituzione di misure preventive, la restituzione dei proventi del reato agli Stati d'origine o il traffico d'influenza.

Nella sua risoluzione relativa alle immunità giurisdizionali degli Stati, l'Assemblea generale ha preso atto con soddisfazione dell'imminenza di un accordo in seno alle trattative in corso dal 1999, e ha incaricato il gruppo di lavoro interessato a concludere i negoziati prima dell'inizio della prossima sessione dell'Assemblea generale.

Per le relazioni internazionali è essenziale che gli atti sovrani di uno Stato non siano 2305

sottomessi alla giurisdizione di altri Stati. Nella pratica internazionale, si sono sviluppate al riguardo numerose norme in questo campo, alcune delle quali nell'ambito del diritto consuetudinario. La Svizzera è particolarmente interessata a uno strumento siffatto che disciplini precipuamente le immunità delle numerose rappresentanze di Stati terzi in Svizzera ­ soprattutto a Ginevra.

Nell'ambito del diritto internazionale umanitario, particolarmente importante per la Svizzera, la risoluzione relativa allo statuto dei due Protocolli aggiuntivi delle Convenzioni di Ginevra ha consolidato gli importanti progressi raggiunti negli scorsi anni. Questa risoluzione vanta una solida base politica in quanto il numero dei cofirmatari, passato a ottanta, è raddoppiato rispetto allo scorso anno. Mentre le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 sono state riconosciute da quasi tutti gli Stati del mondo, ciò non è il caso dei due Protocolli aggiuntivi del 1977. La Svizzera è notoriamente lo Stato depositario di questi strumenti. L'Assemblea generale, nella sua risoluzione, ha invitato tutti gli Stati a ratificare i due Protocolli aggiuntivi.

Inoltre, ha chiesto loro di riconoscere la competenza della Commissione internazionale d'inchiesta in ambito umanitario. Questa Commissione, la cui segreteria è diretta dalla Svizzera, esamina, su richiesta degli Stati interessati, la presenza di fatti che rappresentino un'infrazione alle Convenzioni ginevrine o al primo Protocollo aggiuntivo e mette a disposizione delle parti interessate i suoi buoni uffici.

La Svizzera e l'Harvard Program on Humanitarian Policy and Conflict Research (cfr. n. 2.1.3) hanno organizzato, nel gennaio del 2003, una riunione di esperti per il consolidamento e l'evoluzione del diritto internazionale umanitario, alla quale hanno partecipato delegati di 23 Paesi, esperti accademici indipendenti e rappresentanti del CICR e dell'ONU.

La Svizzera, inoltre, ha seguito attentamente i lavori sulla sicurezza del personale dell'ONU e del personale associato. L'Assemblea generale ha approvato una risoluzione che si occupa delle misure a lungo termine per una migliore protezione giuridica del personale dell'ONU. Nel 2001, il segretario generale aveva illustrato in un rapporto le difficoltà sorte nell'applicazione della Convenzione del 1994 sulla sicurezza
del personale dell'ONU e del personale associato, e aveva proposto, nel contempo, misure a breve e a lungo termine per il miglioramento della loro protezione giuridica. Il gruppo di lavoro formato a tal fine ha potuto approvare, nella primavera scorsa, un certo numero di provvedimenti a breve termine. L'Assemblea generale, nella sua risoluzione, ha illustrato le direttive che dovranno guidare il prosieguo di questi lavori in vista dell'adozione di provvedimenti a lungo termine. La Svizzera propugna l'elaborazione di un protocollo aggiuntivo che permetterebbe di colmare le lacune esistenti, proposta che sembra trovare un ampio sostegno.

L'Assemblea generale ha inoltre discusso il voluminoso rapporto redatto dalla Commissione del diritto internazionale che si riunisce ogni anno a Ginevra. Il rapporto si occupa di diversi aspetti del diritto internazionale: protezione diplomatica, riserve, atti unilaterali, responsabilità per danni indotti da comportamenti non vietati dal diritto internazionale, responsabilità delle organizzazioni internazionali, risorse naturali comuni e «frammentazione» del diritto internazionale pubblico. La Svizzera, oltre ad aver formulato osservazioni di fondo, ha sottolineato, su un piano più generale, che i lavori della Commissione devono essere adeguati anche in futuro alle necessità effettive degli Stati. Solo così la Commissione potrà continuare a svolgere pienamente il suo ruolo importante di codificazione e sviluppo del diritto internazionale.

2306

Altri temi affrontati dalla Commissione giuridica dell'Assemblea generale sono stati i lavori della Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale (UNCITRAL), la protezione del personale diplomatico e consolare come pure di missioni e rappresentanze, senza dimenticare il rapporto della Commissione sulle relazioni con lo Stato ospite.

Il 26 giugno 2002, la Svizzera ha altresì ratificato il Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del fanciullo, riguardante il coinvolgimento dei fanciulli in conflitti armati, e ha firmato i due Protocolli aggiuntivi alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transfrontaliera, miranti, il primo, a prevenire, reprimere e punire la tratta degli esseri umani, in particolare donne e bambini, il secondo, dedicato alla lotta contro il traffico illegale di persone via terra, aria e mare.

2.1.10

Finanze e personale dell'ONU

Due punti importanti per la Svizzera all'ordine del giorno della prima sessione alla quale ha partecipato come membro dell'ONU sono stati la fissazione della sua quota di contribuzione al bilancio ordinario e al bilancio delle missioni per il mantenimento della pace. Nel primo caso, il tasso è calcolato sulla capacità finanziaria, ossia sul prodotto nazionale lordo del Paese membro; per la Svizzera esso è stato fissato, come previsto, all'1,274 per cento, che la colloca al 14° posto tra i contribuenti, davanti alla Russia e dietro la Cina. Per quanto riguarda il finanziamento delle missioni di mantenimento della pace, la Svizzera (come tutte le altre nazioni industrializzate che non sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza i quali invece pagano una quota maggiore) è stata inserita nella categoria B e la sua quota è uguale a quella calcolata per il bilancio ordinario, ossia l'1,274 per cento. Il nostro contributo per il 2002, calcolato prorata, è di circa l'8 per cento più basso di quanto previsto e, tenendo conto del cambio reale, addirittura del 20 per cento circa.

La situazione finanziaria dell'ONU è notevolmente migliorata a partire dall'autunno del 2001. Sono cresciuti, in particolare, la liquidità e la disciplina di pagamento dei contributi da parte dei membri. Si sta delineando, nel contempo, un'inversione di rotta nella composizione dei bilanci: per quanto riguarda il bilancio ordinario, che negli ultimi dieci anni aveva registrato una crescita zero, si riscontra la tendenza all'aumento delle spese dovuto in particolare agli impegni supplementari nel settore della sicurezza (conseguenza diretta dell'11.9.2001). Grazie all'evoluzione favorevole del cambio con il dollaro, si suppone che il contributo svizzero non subirà aumenti a medio termine. I preventivi per i due tribunali internazionali (per l'exJugoslavia e il Ruanda) sono proporzionalmente modesti e, in vista della prevedibile conclusione dei lavori, dovrebbero diminuire progressivamente nei prossimi anni. Il preventivo per le missioni di mantenimento della pace, che subisce in generale forti oscillazioni determinate dal numero e dall'intensità delle missioni, registra un contenimento tendenziale dopo la soglia massima raggiunta a metà degli anni Novanta.

Attualmente, non si intravedono nuove missioni importanti.

L'adesione
della Svizzera all'ONU e l'assunzione del contributo finanziario quale membro, rivestono importanza diretta per uno dei temi più controversi della sessione di quest'anno della quinta Commissione, delegata alle questioni finanziarie e del personale: la riduzione del contributo dell'Argentina. Questo Paese ha fatto presente 2307

che, a causa della persistente crisi economica, la sua capacità finanziaria è stata compromessa al punto da giustificare una riduzione immediata del contributo. Questa richiesta riveste carattere eccezionale in quanto il piano di ripartizione dei contributi viene aggiornato in base ai dati economici ogni tre anni. L'Argentina avrebbe dovuto perciò attendere la prossima sessione dell'Assemblea generale. Nella risoluzione approvata quest'anno, la quota argentina viene abbassata dall'1,149 per cento al 0,969, ma il testo prende atto della preoccupazione svizzera affinché sia mantenuto integro il metodo di calcolo del piano di ripartizione dei contributi esistente e la decisione concernente l'Argentina non crei un precedente.

La quinta Commissione dell'Assemblea generale dell'ONU si occupa negli anni pari (come il 2002) delle priorità in materia di personale non dovendo approvare alcun bilancio. Un tema delicato in merito è la politica salariale in seno al Sistema ONU.

Il sistema ONU dovrebbe, per principio, offrire condizioni di assunzione interessanti, come concordano i membri dell'Organizzazione. Il livello degli stipendi è, in generale, nettamente più basso di quello svizzero o di altri Paesi industrializzati. La metodologia stabilita dall'Assemblea generale, estremamente complessa, prevede che gli stipendi dell'ONU, per quanto attiene al potere d'acquisto, debbano essere più elevati del 10/20 per cento degli stipendi delle autorità federali statunitensi a Washington, mirando a raggiungere il valore medio del 115 per cento. Nel 2002, il valore corrispondente è stato tuttavia del 109,3 per cento e dovrebbe quindi essere adeguato, in media, del 5,7 per cento. Dato che il budget ordinario è già sottoposto a una pressione notevole, ci si è accordati su una soluzione politica che prevede, in una prima fase, un adeguamento medio del 2,2 per cento. Per la Svizzera era particolarmente importante che la metodologia adottata dall'Assemblea generale non venisse contestata. La nuova rimunerazione netta fissata al 112 per cento fa prevedere che il prossimo adeguamento avvenga entro due anni circa.

Come abbiamo già detto, la 57a sessione non ha proposto alcuna risoluzione in materia di bilancio in senso proprio. È stato invece approvato il primo rapporto esecutivo per il biennio in corso, nel quale il segretario
generale presenta una panoramica delle modifiche in campo monetario e inflazionistico, delle spese impreviste o di nuovi mandati. Per il resto dell'esercizio in corso, l'Assemblea generale ha approvato un aumento di 177 milioni di dollari. Circa la metà sono assegnati al conto relativo agli adeguamenti statutari (come i citati costi causati dalle fluttuazioni dei tassi di cambio e d'inflazione), il rimanente destinato a eventuali misure di sicurezza supplementari quali le missioni politiche decise dal Consiglio di sicurezza (ad esempio, in Afghanistan).

Nell'ambito dei lavori dell'Assemblea plenaria relativi al nuovo pacchetto di riforme proposto dal segretario generale dell'ONU (v. n. 2.1.11), accanto all'esame dei temi tradizionali sono state approvate diverse misure volte alla semplificazione, allo sgravio e consolidamento delle procedure di pianificazione e di bilancio.

2.1.11

Riforma dell'ONU

Dagli inizi degli anni Novanta, l'Organizzazione delle Nazioni Unite ha registrato una crescita sostanziale del proprio ruolo nella gestione degli affari internazionali.

Ne è risultato un aumento del volume di lavoro in seno all'Organizzazione. Al fine di permettere all'ONU di reagire meglio alle nuove sfide, è stato avviato un ampio 2308

processo di riforme che, dopo il 1997, sotto la guida attiva del segretario generale Kofi Annan, ha registrato un nuovo slancio.

La riforma dell'ONU, nella forma enunciata in seno alla «Dichiarazione del Millennio», adottata dai capi di Stato e di governo nel 2000, deve permettere di risanare l'organizzazione, renderla più presente ed efficace, più sensibile agli auspici e alle necessità dei membri e più realistica nei suoi obiettivi e impegni.

A partire dal 1998, nel campo di competenza del segretario generale dell'ONU, è stato attuato un primo pacchetto di riforme con numerose innovazioni e misure più efficienti per quanto riguarda il funzionamento. I progressi fatti sono stati considerevoli e la Svizzera li ha accolti con estremo favore. L'ONU lavora in base a priorità ben definite e, pur disponendo degli stessi mezzi finanziari e di un personale sostanzialmente ridotto rispetto a alcuni anni fa, ha incrementato i suoi obiettivi e, tra l'altro, esteso i suoi rapporti a organizzazioni non governative e al settore privato.

Questi sforzi si rispecchiano ad esempio nel «Geneva Business Dialogue» (1998) e nel «Global Compact» avviato da Kofi Annan a Davos nel gennaio del 1999.

In occasione della 57a sessione dell'Assemblea generale, il segretario generale dell'ONU ha presentato un nuovo pacchetto di riforme, la cosiddetta «Agenda for further change» («Rafforzare l'ONU: un programma per un cambiamento più esteso») fondata sulla sua prima iniziativa in materia di riforme. Questo nuovo programma permetterà all'organizzazione mondiale di fronteggiare meglio le attese e le sfide che le si porranno. Benché l'ONU di oggi sia più efficiente e funzionale che in passato, altre riforme la attendono. Il segretario generale, nel suo programma riformista, ha inserito una serie di miglioramenti pratici estesi a tutte le attività dell'ONU, sia nella sede principale che nelle sedi nazionali.

Assemblea generale: è necessario un esame approfondito del programma di lavoro di questo organismo affinché si orienti viepiù in base alle priorità e obiettivi definiti dalla Dichiarazione del Millennio e dalle Conferenze mondiali e non sprechi tempo e denaro per attività superate. Un'ulteriore diminuzione del numero delle sedute e dei rapporti eviterà accavallamenti e doppioni. L'attuale procedura di bilancio e di pianificazione
è inutilmente complicata e laboriosa. Essa occupa tre diverse commissioni, un'immane documentazione e centinaia di sedute. Una procedura di bilancio e di pianificazione migliore consente documenti di bilancio più succinti, più strategici e mirati, una procedura di verifica interstatale semplificata e maggiore flessibilità per il segretario generale nell'eventuale ridistribuzione delle risorse in corso d'esercizio. Anche la procedura di bilancio in materia di missioni di mantenimento della pace dev'essere semplificata, snellita e consolidata. La Svizzera ha sostenuto queste misure, che non sono state ciò malgrado incluse nella risoluzione approvata.

Segretariato: le proposte nel campo della sensibilizzazione dell'opinione pubblica prevedono, ad esempio, un coordinamento della rete dei centri informativi dell'ONU (che devono essere sostituiti dai centri d'informazione regionali) e un miglioramento della gestione delle biblioteche. La Svizzera è intervenuta a sostegno di questi tentativi di riforma premunendosi che queste ristrutturazioni non indebolissero le prerogative della sede ONU di Ginevra. Su questo punto, e su altri definiti nel presente rapporto, la Svizzera ha beneficiato direttamente delle ripercussioni positive della sua adesione. Le osservazioni di un membro dell'organizzazione hanno maggior peso di quelle di un osservatore, e la Svizzera ha così potuto ottenere risposte soddisfacenti da parte del segretariato dell'ONU circa la posizione e il ruolo di Ginevra.

2309

Società civile: la collaborazione con la società civile costituisce un settore d'interessi prioritario per la Svizzera. Dato che l'ONU, nell'ultimo decennio, ha sviluppato i suoi rapporti con la società civile, è stata decisa la costituzione di una commissione peritale indipendente che verifichi i rapporti tra le Nazioni Unite e la società civile. Anche le relazioni tra l'ONU e il settore privato si sono accresciute notevolmente nel corso dell'ultimo anno, in particolare grazie all'iniziativa del Global Compact e a una serie di partenariati con imprese e fondazioni. Al fine di riunire queste attività sotto lo stesso tetto è stato creato un ufficio per i partenariati.

Il ruolo crescente delle Nazioni Unite nella ricerca del consenso su importanti questioni sociali ed economiche di portata globale richiede un rafforzamento adeguato dell'organismo principale competente in materia, ossia del Consiglio economico e sociale (ECOSOC). La Svizzera incoraggia pertanto gli sforzi volti a ristrutturare i lavori in seno a questo organismo. Questi sviluppi, e un possibile accostamento alle istituzioni di Bretton Woods (Banca mondiale e Fondo monetario internazionale), dovrebbero permettere l'utilizzo di interessanti sinergie tra ambienti politici e ambienti economici, soprattutto nel campo della cooperazione allo sviluppo.

In materia di pace e di sicurezza, il Consiglio di sicurezza ha dimostrato la volontà di proseguire sulla via delle riforme anche se in misura modesta. Tenendo conto dell'esigenza formulata da numerosi Paesi per una migliore trasparenza e ampliamento delle possibilità di partecipazione di Paesi non membri, il Consiglio mantiene la consuetudine delle sedute pubbliche in occasione di dibattiti su diversi temi di grande importanza, quali la situazione in Iraq e nel Medio Oriente o la sicurezza del personale. Diverse sedute informative sono state organizzate dalla presidenza del Consiglio di sicurezza, in parallelo con l'Assemblea generale, sull'evoluzione delle consultazioni interne. Sono state tenute alcune riunioni regolari con i Paesi che mettono a disposizione contingenti di truppe. Il ricorso al diritto di veto è stato utilizzato una sola volta dal settembre del 200216.

L'ONU, nei settori nei quali ha avuto l'appoggio degli Stati membri, ha proseguito l'attuazione della riforma delle
operazioni di mantenimento della pace varata nell'agosto del 2000 con la pubblicazione del «Rapporto Brahimi»17. Questo documento, che porta il titolo ufficiale di «Rapport du Panel sur les opérations de maintien de la paix de l'ONU» (Rapporto del comitato sulle operazioni di mantenimento della pace dell'ONU), ha permesso di rilevare le debolezze dell'ONU in materia di operazioni di mantenimento della pace e di proporre miglioramenti. Finora, i progressi principali sono stati quelli rilevati nel campo delle capacità di spiegamento rapido. L'obiettivo è di fornire all'ONU i mezzi per organizzare una missione semplice in 30 giorni e una missione complessa in 90 giorni al massimo. Al fine di garantire un pool di ufficiali rapidamente disponibili, sono state approntate liste di personale pronti (On Call lists) nel quadro dell'UN Stand-by Arrangement System 16 17

Da parte degli Stati Uniti, il 20 dicembre 2002, a proposito della situazione in Medio Oriente.

Questo rapporto è stato redatto da un gruppo di esperti indipendenti, scelti dal segretario generale dell'ONU, tra i quali l'ex-presidente del CICR, Cornelio Sommaruga. Esso espone lo stato della situazione e raccomandazioni specifiche che devono permettere all'organizzazione di portare a termine con successo la sue attività in favore della pace e della sicurezza. Esamina in particolare le strutture del Dipartimento delle operazioni per il mantenimento della pace, la formulazione dei mandati stabiliti dal Consiglio di sicurezza, il dialogo con i Paesi che forniscono contingenti e le capacità di spiegamento rapido dell'ONU.

2310

(UNSAS) (Sistema di predisposizioni delle Forze ONU in attesa); queste liste saranno prossimamente estese ai poliziotti civili.

2.2

Prospettive per il 2003 e oltre

2.2.1

Prospettive di sviluppo dell'ONU

La dimensione sempre più globale dei problemi che gli Stati dovranno affrontare ­ che si tratti della lotta contro la povertà, della sicurezza, della tutela sostenibile delle risorse naturali, delle migrazioni ­ fa dell'ONU un'organizzazione indispensabile.

Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla volontà politica degli Stati membri di mantenere e rafforzare metodi di lavoro e d'intervento adeguati alle sfide che sono in costante evoluzione. La capacità collettiva degli Stati membri e le prerogative del segretariato nell'assicurare un funzionamento soddisfacente dell'Organizzazione nelle sue diverse competenze saranno perciò gli elementi chiave per lo sviluppo dell'ONU.

In un periodo in cui il sistema internazionale è caratterizzato dalla presenza di una sola superpotenza e dall'emergenza di protagonisti non statali, l'ONU rimane l'unico luogo d'incontro e di definizione delle molteplici preoccupazioni di tutti gli attori internazionali per l'elaborazione di uno sforzo comune che miri allo sviluppo di politiche di cui ognuno possa beneficiare. La sfida è di grande portata, ma l'Organizzazione ha dimostrato, nel corso dell'ultimo decennio, la volontà di affrontarla. Le Nazioni Unite dovranno egualmente provare di essere in grado d'integrare nelle loro diverse funzioni ­ di foro globale per l'elaborazione di politiche e di strategie, di luogo di negoziazione e di organizzazione operativa mediante mezzi comuni ­ i nuovi e sempre più importanti attori (grandi aziende, forze attive della società) delle relazioni internazionali sempre più importanti che occorrerà associare agli sforzi dei governi al fine di progredire nella definizione e realizzazione di obiettivi comuni.

L'ONU dovrà dimostrare di saper affrontare queste sfide per continuare ad essere l'ambito operativo adeguato per tutti coloro che, come il nostro Paese, intendono promuovere, in un mondo globalizzato, i valori della democrazia, della libertà, del rispetto dei diritti dell'uomo, della salvaguardia della natura, della stabilità economica e finanziaria e della giustizia sociale.

2.2.2

La Svizzera e l'ONU: uno sguardo sul futuro

Divenuta membro dell'ONU, la Svizzera può utilizzare al meglio questa Organizzazione per la realizzazione dei propri obiettivi, fissati dalla Costituzione federale, e i punti prioritari della sua politica estera. L'adeguamento di questi ultimi agli obiettivi dello Statuto dell'ONU permetterà al nostro Paese di contribuire alle capacità d'intervento della comunità internazionale.

La Svizzera dispone di punti di forza importanti atti a potenziare, grazie all'adesione, il proprio statuto di attore significativo della cooperazione multilaterale. I fattori che concorrono a fare del nostro Paese un partner credibile, affidabile e rispettato sono molteplici:

2311

­

le prese di posizione della Svizzera sono sancite nel diritto internazionale e nel diritto svizzero, riguardanti in particolare la neutralità;

­

la sua tradizione umanitaria e il suo ruolo di depositario delle Convenzioni di Ginevra le conferiscono un profilo rilevante nel campo del diritto internazionale umanitario e una grande legittimità nei suoi contributi a una sua più ampia applicazione;

­

la prosperità economica della Svizzera, l'importanza della sua piazza finanziaria e la sua posizione sul mercato internazionale le permettono di intervenire positivamente nei grandi dibattiti in corso sulla globalizzazione, la responsabilità sociale del settore privato, la lotta contro la criminalità internazionale e lo sviluppo della società dell'informazione, per non citare che alcuni esempi; la sua cooperazione è altresì preziosa per l'attuazione delle misure decise in questi settori;

­

la coerenza e la chiarezza delle sue posizioni in materia di protezione dell'ambiente;

­

il sostegno agli sforzi relativi alla promozione e al mantenimento della molteplicità culturale;

­

l'importanza relativa del contributo della Svizzera al bilancio dell'ONU, in funzione del suo statuto di Paese con livello di vita elevato, ne fa un attore significativo della cooperazione multilaterale dell'ONU e un interlocutore privilegiato per il suo segretariato;

­

lo statuto di Stato ospite della sede principale europea dell'Organizzazione e di numerose organizzazioni specializzate rafforza il profilo della Svizzera;

­

la Svizzera fa parte degli Stati che si servono dell'ONU per presentarvi proposte e far progredire il diritto internazionale.

Tutti questi punti di forza daranno al nostro Paese la possibilità, nel corso dei prossimi anni, di migliorare e affinare la propria immagine di membro dell'ONU e gli strumenti di lavoro che gli permetteranno di far valere le proprie posizioni e iniziative.

Le priorità stabilite dalla Svizzera per la 57a Assemblea generale rimarranno probabilmente tali ancora a lungo. Esse saranno comunque sottoposte a esame prima di ogni Assemblea generale insieme ad eventuali nuove priorità che tengano conto degli sviluppi dell'attualità svizzera e internazionale. I grandi temi essenziali continuano ad essere: ­

la promozione della pace e della stabilità del sistema internazionale anche mediante misure preventive, il sostegno attivo al dialogo tra le diverse civiltà e un'assistenza che contribuisca al consolidamento della pace e alla riconciliazione sociale duratura dopo i conflitti;

­

la promozione dei diritti dell'uomo e della sicurezza umana, in particolare la lotta contro le mine anti-uomo, il commercio illegale delle armi leggere e la protezione dei civili, soprattutto donne e bambini, nei conflitti armati;

­

una migliore coerenza nel campo della cooperazione internazionale in favore dello sviluppo sostenibile e di un equilibrio più stabile delle relazioni NordSud nonché una lotta efficace contro la povertà;

2312

­

il proseguimento di una politica attiva in materia di protezione dell'ambiente, collocata a sua volta nella prospettiva dello sviluppo sostenibile;

­

la lotta contro l'HIV/Aids e le sue conseguenze nei settori sociale ed economico;

­

la ricerca di un approccio globale che integri le caratteristiche principali dei processi migratori;

­

il contributo allo sviluppo del diritto internazionale pubblico e alla sua applicazione effettiva con un'attenzione particolare al funzionamento della Corte penale internazionale e l'accettazione e implementazione del Protocollo facoltativo della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura;

­

la promozione dell'offerta svizzera quale Stato ospite, in particolare a beneficio della Ginevra internazionale e dell'Arco lemanico;

­

il proseguimento e l'approfondimento di riforme che permettano all'ONU di potenziare la sua efficacia e ovviare alle sue debolezze.

Sul piano politico, occorrerà coordinare maggiormente la salvaguardia degli interessi bilaterali e multilaterali. Un buon coordinamento è necessario soprattutto al fine della costituzione di coalizioni di Stati e dello sviluppo delle iniziative considerate prioritarie. Un dialogo bilaterale regolare sulle politiche seguite in seno all'ONU accresce l'influenza del nostro Paese in seno all'Organizzazione e fa risaltare l'attenzione che esso porta alle posizioni dei partner. È indispensabile procedere in tal modo affinché progetti particolari vadano in porto, come il Vertice mondiale sulla società dell'informazione, che si terrà a Ginevra nel dicembre del 2003.

All'interno, il proseguimento del dialogo con il Parlamento e con la società civile circa il ruolo che la Svizzera intende svolgere in seno all'ONU può avere, anche a nostro avviso, soltanto sbocchi positivi: prese di posizione svizzere più affidabili in seno alle Nazioni Unite, e, di conseguenza anche un'immagine positiva del nostro Paese; garanzia di un forte ancoraggio della nostra politica estera nella politica interna; sostegno alla politica di apertura e di partenariato con la società civile e con l'economia perseguita dall'ONU in questi ultimi anni.

2.2.3

Pace, sicurezza e disarmo

Nel corso dei prossimi anni, la Svizzera intende intensificare la propria cooperazione con l'ONU nel settore della pace, della sicurezza e del disarmo, rafforzando innanzitutto il dialogo e la cooperazione con il Consiglio di sicurezza e con le divisioni competenti del Segretariato dell'ONU.

La Svizzera prevede di aumentare progressivamente i propri contributi nel settore delle operazioni per il mantenimento della pace, in modo particolare per quanto attiene ai suoi aspetti civili. A questo scopo continuerà a fornire contributi a fondi scelti, individuando e sfruttando le sinergie fra le operazioni di pace dell'ONU e gli strumenti svizzeri della politica di pace. Il pool di personale civile e militare e la perizia tecnica presentata dal laboratorio di Spiez e dall'Aggruppamento dell'armamento del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport costituiscono risorse che consentono di continuare a fornire contributi 2313

pratici per assicurare la pace e il disarmo. A questi ultimi appartengono anche prestazioni di sostegno logistico e finanziario a favore d'attività internazionali sotto l'egida dell'ONU che mirano ad evitare i conflitti, a gestire le crisi e alla ricostruzione dopo i conflitti. Concretamente si fa riferimento ai seguenti settori: ­

mantenimento e, se possibile, estensione degli sforzi svizzeri e delle prestazioni di sostegno mediante personale, materiale e mezzi finanziari per attuare misure pratiche di disarmo, in particolare nel caso di armi chimiche, armi leggere, e nel quadro dello sminamento umanitario;

­

continuità nel sostegno e nella partecipazione ad attività di verifica dell'ONU (come le ispezioni ONU delle armi in Iraq nel quadro dell'UNMOVIC);

­

maggiore partecipazione alla dimensione civile delle operazioni di pace, in particolare nel quadro di un consolidamento del nostro contributo attraverso il corpo di periti civili. Per quanto riguarda la dimensione militare delle operazioni di mantenimento della pace, rafforzamento a medio termine della messa a disposizione di specialisti e di osservatori militari e di unità costituite sul modello della Swisscoy.

Per queste attività occorre naturalmente considerare le condizioni quadro finanziarie e le priorità politiche, oltre che i limiti dettati dal sistema di milizia svizzero per quanto riguarda l'impiego di personale. Occorre inoltre osservare che le possibilità d'impiego di civili sono limitate perché l'ONU (salvo eccezioni come per i poliziotti civili) non accetta distaccamenti nazionali.

La Svizzera manterrà pure il suo impegno nel settore delle sanzioni mirate, che non devono risultare più efficaci soltanto nei confronti dei responsabili interessati ma devono tener conto anche delle preoccupazioni umanitarie della Svizzera per le popolazioni civili e i Paesi terzi. Il nostro Paese fa parte di una ristretta cerchia di Stati particolarmente interessati dalla riforma delle sanzioni e che hanno elaborato in comune raccomandazioni in questo settore. Occorre ora approfondire e diffondere queste raccomandazioni. Un primo contributo in tal senso sarà costituito dall'organizzazione di un seminario, finanziato anche dalla Svizzera, che si terrà nei dintorni di New York nel corso del primo semestre 2003, destinato ai membri del Consiglio di sicurezza e ai responsabili del Segretariato dell'ONU. Lo scopo di questo seminario sarà di informare e di sensibilizzare gli attori direttamente implicati nell'elaborazione dei regimi di sanzioni.

L'attenzione sarà rivolta a temi concernenti la sicurezza umana come le mine e le armi leggere, i bambini nei conflitti armati, la protezione dei civili o il ruolo degli attori non statali nelle situazioni di conflitto. Uno spazio privilegiato sarà dedicato al ruolo e alle prospettive delle donne nella prevenzione e nella soluzione pacifica dei conflitti. Inoltre, la Svizzera continuerà a partecipare ai dibattiti tematici che il Consiglio di sicurezza organizza regolarmente per contribuire alla riflessione sulla promozione della pace.

Sempre allo scopo di migliorare il meccanismo delle sanzioni, la Svizzera continuerà a sostenere gli sforzi dell'Ufficio delle Nazioni Unite di coordinamento degli affari umanitari (OCHA) volti a elaborare uno strumento di valutazione dell'impatto umanitario delle sanzioni con l'obiettivo di tenerne meglio conto in occasione dell'elaborazione e dell'adeguamento periodico dei regimi di sanzioni. La Svizzera seguirà anche da vicino l'attuazione del sistema di certificazione dei diamanti, che 2314

essa ha contribuito ad elaborare nel quadro del processo di Kimberley e che rappresenta uno strumento importante per garantire l'efficacia degli embarghi sui diamanti provenienti da determinate zone in conflitto.

Nel settore del disarmo, la Svizzera si sforza di convincere gli Stati non contraenti ad aderire a trattati come quello per la messa al bando degli esperimenti nucleari, la Convenzione sulle armi chimiche e la Convenzione sul divieto delle mine antiuomo.

Si adopererà inoltre a favorire ulteriori progressi nella politica del disarmo con l'avvio, in primo luogo, di nuovi negoziati nel quadro della Conferenza di Ginevra sul disarmo. Le sue richieste potranno acquisire un peso maggiore se coopera più intensamente con Stati che condividono le stesse idee. La Svizzera s'impegnerà a livello istituzionale affinché la prima Commissione dell'Assemblea generale guadagni in efficienza e dedichi maggiore attenzione ai temi attuali senza tuttavia entrare in concorrenza con il Consiglio di sicurezza. Per guadagnare tempo da dedicare all'attualità, le risoluzioni ripetitive dovrebbero essere aggiornate soltanto ogni due anni e quelle ormai superate non dovrebbero essere presentate del tutto.

2.2.4

Politica di sviluppo e lotta alla povertà

Le future priorità della Svizzera in seno all'Assemblea generale dell'ONU nel settore della politica di sviluppo e della lotta alla povertà si riassumono negli otto obiettivi di sviluppo della Dichiarazione del Millennio18, anche perché questi obiettivi sono chiaramente riconosciuti quale criterio universale per stabilire l'efficacia della cooperazione internazionale allo sviluppo. La Svizzera sostiene questa tendenza in pieno. Gli obiettivi di sviluppo della Dichiarazione del Millennio focalizzano, da un lato, l'attenzione sugli sforzi internazionali di sviluppo dei Paesi più poveri e, dall'altro, contemplano tutti i settori essenziali per lo sviluppo sostenibile dell'umanità e del suo spazio vitale.

Occorre tuttavia superare ancora alcuni ostacoli tecnici affinché possa essere assicurata un'accettazione politica globale degli obiettivi di sviluppo della Dichiarazione del Millennio. Nell'ambito dell'organizzazione del monitoraggio dello sviluppo e del raggiungimento degli obiettivi a livello nazionale, in particolare, il lavoro non manca. La Svizzera parteciperà attivamente anche in futuro a questi lavori e agli sforzi d'applicazione della Dichiarazione del Millennio sia in seno all'Assemblea generale dell'ONU sia in altri fori come il Consiglio d'amministrazione del PNUD.

Il nostro Paese vuole operare, in particolare, affinché gli impegni assunti in occasione delle grandi conferenze vengano effettivamente attuati. È con questo spirito che la Svizzera parteciperà attivamente, nel quadro di un gruppo di lavoro istituito in occasione della 57a Assemblea generale, alla riflessione sui seguiti e sull'attuazione integrati delle grandi conferenze.

A tale proposito, i seguiti della Conferenza di Monterrey sul finanziamento dello sviluppo rientreranno pure nelle priorità. La Svizzera s'impegnerà in particolare a favore di un dialogo costruttivo fra tutte le istituzioni implicate nel finanziamento dello sviluppo. Al di là dell'appuntamento della Conferenza di Monterrey, occorre ora far progredire l'ampio processo internazionale di convergenza fra la politica d'aiuto allo sviluppo, quella finanziaria, quella fiscale, quella monetaria e quella 18

Elenco degli otto obiettivi: cfr. n. 2.1.4.

2315

commerciale. A tal fine, la Svizzera manterrà il proprio impegno nei settori chiave del finanziamento dello sviluppo, ossia la mobilitazione delle risorse nazionali, gli investimenti esteri diretti, il commercio, l'aiuto pubblico allo sviluppo e i beni pubblici mondiali, il debito e l'indebitamento e infine i problemi sistemici. La Svizzera prenderà parte anche a iniziative concrete per l'attuazione della Conferenza di Monterrey e per i relativi lavori successivi. Inoltre, il Consiglio federale mantiene la sua intenzione di aumentare l'aiuto pubblico allo sviluppo portandolo allo 0,4 per cento del prodotto interno lordo (PIL) entro il 2010.

Un altro tema d'attualità nel 2004 sarà il seguito dato alla Conferenza su popolazione e sviluppo, tenutasi al Cairo nel 1994, per verificare la trasposizione del programma d'azione concernente popolazione e sviluppo. A questo scopo la Svizzera ha messo a disposizione dell'UNFPA un contributo di 500.000 franchi e si adopererà, insieme con gli Stati che condividono le stesse idee, affinché il programma d'azione varato al Cairo e i suoi principi continuino ad essere onorati.

Affinché contribuisca al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo internazionali, il sistema di sviluppo dell'ONU deve sentire su di sé, d'ora in poi, la necessaria pressione affinché le attività operative siano svolte in modo ottimale ma anche il sostegno politico e finanziario necessario a tale scopo. In merito ai dibattiti del 2002, la Svizzera perciò continuerà a impegnarsi a favore delle attività operative, sia nei singoli consigli d'amministrazione di UNDP/UNFPA e UNICEF nonché in ECOSOC e nell'Assemblea generale. A questo proposito essa seguirà attentamente anche la trasposizione (a cui fornirà il proprio contributo) delle proposte di riforma nel settore dello sviluppo avanzate dal segretario generale dell'ONU. Fra di esse figura, ad esempio, la questione della forma che la presenza dell'ONU assume nei vari Paesi.

2.2.5

Diritti dell'uomo

Il nostro Paese continuerà ad impegnarsi a favore dei diritti dell'uomo sulle stesse basi sulle quali aveva operato in occasione della 57a sessione dell'Assemblea generale. La Svizzera si adopererà, inoltre, per far integrare pienamente i diritti dell'uomo in tutti i temi trattati dall'Assemblea generale e nelle attività operative dell'ONU (in particolare nei negoziati di pace). In merito, la Svizzera potrà far valere all'ONU la propria lunga esperienza concreta acquisita grazie al suo impegno a favore della promozione dei diritti dell'uomo. Per contro, essa s'ispirerà ai dibattiti dell'Assemblea generale per mettere a fuoco nuove attività. Proprio in quest'ottica abbiamo sottoposto al Parlamento un messaggio concernente l'apertura di un credito quadro per l'adozione di misure di gestione civile dei conflitti e di promozione dei diritti dell'uomo. Lo scopo di questo messaggio è di fornire alla Svizzera un fondamento giuridico e nuovi mezzi d'azione, consentendole di: ­

prolungare il proprio impegno politico mediante un sostegno finanziario a favore dell'applicazione delle norme internazionali;

­

avviare o patrocinare iniziative diplomatiche, eventualmente in collaborazione con altri Paesi che hanno una politica dei diritti dell'uomo simile alla nostra;

­

sostenere organizzazioni non governative ed esperti nei fori in cui essi possono accompagnare i negoziatori;

2316

­

stabilire legami con istituzioni scientifiche allo scopo di consolidare la posizione svizzera.

Senza trascurare l'obiettivo di diventare membro della Commissione dei diritti dell'uomo, la Svizzera continuerà a partecipare attivamente, in veste di osservatore, ai negoziati in merito alle risoluzioni e a patrocinare, con altri, quelle che corrispondono alle proprie priorità. Essa manifesterà pure la propria inquietudine di fronte alla polarizzazione crescente delle posizioni che da qualche tempo ostacola i lavori della Commissione. Da sempre fautrice del dialogo più che del confronto, la Svizzera si adopererà affinché vi s'instauri un clima di cooperazione ed apertura. Questo sarà il suo atteggiamento anche in occasione delle prossime sessioni nel 2004 e 2005.

Infine, continuerà a sostenere politicamente e finanziariamente le attività dell'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti dell'uomo che corrispondono alle proprie priorità.

2.2.6

Affari umanitari

Le linee principali della nostra azione tracciate in occasione della 57a sessione dell'Assemblea generale saranno mantenute per gli anni futuri e perseguite in seno ai differenti organismi delle Nazioni Unite.

La Svizzera riserverà, in effetti, un'attenzione particolare al coordinamento degli affari umanitari, al fine di rafforzare in particolare le sinergie e di evitare i doppioni fra attori interessati. Essa intende promuovere una migliore integrazione delle attività di sviluppo nella loro dimensione umanitaria nonché il rispetto dei principi umanitari.

Fra i temi prioritari della Svizzera rientra anche la protezione della popolazione civile nei conflitti armati e di gruppi vulnerabili come i rifugiati. Il nostro Paese si impegnerà a favore del consolidamento e del rispetto del diritto internazionale umanitario da parte delle parti in conflitto ­ Stati e attori non statali ­ e del diritto dei rifugiati. La Svizzera si adopererà così in particolare nel promuovere l'attuazione dell'«Agenda per la protezione» dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (HCR)19, concentrando inoltre la propria attenzione sulle questioni di funzionamento e di conduzione dell'HCR. Nel 2003 e nel 2004, eserciterà la vicepresidenza e in seguito la presidenza del comitato esecutivo di quest'organizzazione.

Il tema della protezione del personale umanitario manterrà la sua importanza perché mira, fra l'altro, a migliorare la comprensione delle implicazioni connesse al rispetto del personale umanitario, sia per quanto riguarda, ad esempio, le norme di comportamento, sia per quanto riguarda le relazioni tra civili e militari in caso di urgenza complessa (cfr. n. 2.2.9 per gli aspetti connessi alla firma da parte svizzera della Convenzione delle Nazioni Unite concernente la protezione del personale umanitario).

19

Questo piano d'azione è stato approvato in ottobre 2002 dal Comitato esecutivo dell'HCR. E' il risultato di consultazioni mondiali avviate due anni prima sulla Convenzione dell'ONU del 1951 sullo statuto di rifugiato. L'Agenda prevede, in particolare, misure per migliorare la protezione dei rifugiati nonché un miglior coordinamento degli sforzi internazionali in caso di afflussi massicci di rifugiati.

2317

La Svizzera, infine, continuerà a seguire da vicino i lavori del Consiglio di sicurezza sugli affari umanitari. Nel corso degli ultimi anni, l'ONU ha attribuito un'importanza crescente all'interdipendenza fra sicurezza collettiva e protezione degli individui, con grande soddisfazione della Svizzera che intende incoraggiare questa tendenza. Essa coglierà le occasioni per prendere la parola in occasione di dibattiti tematici al Consiglio di sicurezza, come quelli sulla protezione dei civili nei conflitti armati. In questo contesto, essa ricorderà agli Stati i loro obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario.

2.2.7

Questioni sociali ed economiche

Nel corso dei prossimi anni, si accorderà particolare attenzione alla tematica «economia privata e sviluppo», tenendo conto del «Global Compact» e dei lavori svolti in seno all'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e dell'OCSE in merito alla responsabilità sociale delle imprese. In questo senso, la Svizzera s'impegnerà in particolare in seno all'ECOSOC e alla Commissione per lo sviluppo sociale, i cui temi per gli anni futuri corrispondono alle sue priorità: «cooperazione nazionale e internazionale per lo sviluppo sociale» (2003) ed «esame dell'attuazione futura dei risultati del Vertice sociale e della 24a sessione straordinaria dell'Assemblea generale» (2005).

Nel 2003, la Svizzera sarà particolarmente attiva nei preparativi del Vertice mondiale sulla società dell'informazione, la cui prima parte si svolgerà dal 10 al 12 dicembre 2003 a Ginevra e la seconda a Tunisi nel 2005. Il Vertice si propone di gettare le basi di un'azione internazionale più decisa in vista di ridurre il divario digitale e di mettere le tecnologie dell'informazione al servizio dello sviluppo sostenibile. Riunirà al livello più alto i rappresentanti del settore pubblico, compresi i capi di Stato, i rappresentanti del settore privato, della società civile e delle organizzazioni non governative. Nella fase che seguirà il Vertice, la Svizzera s'impegnerà ad assicurare un lavoro costruttivo, contribuendo così alla realizzazione degli obiettivi della Dichiarazione del Millennio. Una delle sue priorità sarà l'utilizzazione delle nuove tecnologie nella lotta contro la povertà.

Consapevole che già attualmente nel mondo vi sono 42 milioni di persone infettate dal virus dell'Aids, la Svizzera continuerà ad accordare molta importanza alla lotta contro questa malattia. Nel 2002, essa ha raddoppiato il suo contributo all'UNAIDS, il più importante programma internazionale di lotta contro l'Aids, portandolo da due a quattro milioni di franchi. In base a una valutazione dei primi cinque anni d'attività, l'UNAIDS intende ridefinire le sue relazioni con gli sponsor e i partner in seno all'ONU. In questo contesto, la Svizzera esercita durante l'anno la copresidenza di un gruppo di lavoro del comitato di coordinamento dell'UNAIDS sul tema della conduzione e il cui scopo è quello di ottimizzare i meccanismi di coordinamento delle
attività di lotta contro l'Aids attivando, quindi, le necessarie sinergie sul campo.

Nella lotta internazionale contro le droghe illegali, la Svizzera continuerà a manifestare la propria solidarietà. È già stata a più riprese (l'ultima volta dal 1997 al 2001) membro della Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti (CND) che è stata istituita dalla Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 e che si riunisce generalmente una volta all'anno presso la sua sede a Vienna. La Svizzera intende 2318

candidarsi nuovamente nel 2004. Il nostro Paese, inoltre, appartiene finora al gruppo dei maggiori donatori (Major Donors) del programma delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe (UNDCP), che ha pure la sua sede a Vienna, dove la Svizzera è rappresentata da una missione presso l'ONU. La sua presenza in questo gruppo è importante, perché le consente di esercitarvi una certa influenza. È nell'interesse della Svizzera continuare a contribuire finanziariamente in questo settore, in modo da continuare a far parte dell'influente gruppo dei maggiori donatori quando verrà trattato il coordinamento delle misure delle Nazioni Unite nel campo delle droghe illegali.

2.2.8

Ambiente

La protezione delle basi vitali naturali manterrà per la Svizzera la sua importanza prioritaria anche nelle prossime assemblee generali dell'ONU. Le risoluzioni adottate dall'Assemblea generale dell'ONU costituiscono un'importante base per i negoziati di altri fori. Il nostro Paese continuerà, pertanto, a fornire il proprio contributo nei negoziati dell'Assemblea generale dell'ONU in materia d'ambiente e a difendere i punti di vista che proporrà coerentemente anche in altre istanze ­ come il Consiglio d'amministrazione del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP).

La Svizzera si adopererà in particolare per consolidare il ruolo centrale dell'UNEP nel sistema ambientale mondiale. Difenderà i principi fondamentali della politica ambientale (come il principio della prevenzione o il principio di causalità) e si sforzerà affinché le norme commerciali, sociali ed ambientali siano poste sullo stesso piano completandosi. La Svizzera appoggerà inoltre gli sforzi profusi per proteggere e utilizzare in modo sostenibile la biodiversità, nonché per lottare contro gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici. Si adopererà costantemente affinché le componenti sociale ed economica dello sviluppo sostenibile si armonizzino con le esigenze di un ambiente sano.

Per quanto riguarda la strategia internazionale di prevenzione delle catastrofi, la Svizzera continuerà ad operare per un'applicazione concreta ed effettiva delle misure adottate. S'impegnerà in particolare per un miglior coordinamento fra agenzie, governi e organizzazioni interessate.

In vista del futuro lavoro in seno all'Assemblea generale dell'ONU, la Svizzera intende approfondire ulteriormente la cooperazione con gli Stati che condividono le sue stesse idee individuando anche misure adeguate per far valere con efficacia i suoi convincimenti nell'ambito del sistema dell'ONU.

La politica internazionale nel settore dell'economia idrica occupa da anni un posto importante nella politica svizzera in materia di sviluppo e di ambiente. Il nostro Paese ha sostenuto la risoluzione dell'ONU grazie alla quale il Tagikistan ha dato avvio all'Anno internazionale dell'acqua dolce 2003. La Svizzera onorerà il proprio impegno mediante diverse azioni a livello nazionale e internazionale. Fra gli appuntamenti internazionali spiccano il Terzo forum mondiale
dell'acqua a Kyoto (marzo 2003) nonché i relativi incontri di preparazione. Il nostro Paese prevede di intervenire in particolare nei settori della promozione della valorizzazione dell'ecosistema, della responsabilità civile in materia di danni ambientali, della buona azione di governo, dei trasferimenti di sapere e di tecnologie nonché dell'istituzione di una piattaforma internazionale permanente sulle questioni idriche.

2319

Sul piano nazionale, lancerà una campagna educativa con l'obiettivo di sensibilizzare l'intero Paese sull'importanza mondiale dell'acqua nel contesto dello sviluppo.

2.2.9

Diritto internazionale

Anche in futuro la Svizzera accorderà la massima importanza al consolidamento e allo sviluppo del diritto internazionale pubblico: il quadro ideale per perseguire questo obiettivo con successo sono le Nazioni Unite.

Essa continuerà così a partecipare attivamente ai negoziati su una convenzione globale contro il terrorismo. Nonostante i numerosi progressi sostanziali conseguiti, alcune divergenze fondamentali tra gli Stati Uniti, da una parte, e diversi Paesi musulmani, dall'altra, costituiscono ancora un ostacolo alla conclusione dei lavori.

Le principali divergenze riguardano la definizione di terrorismo (e gli elementi che lo distinguono dalla «lotta per l'indipendenza»), l'implicazione di forze armate nazionali e il rapporto della nuova convenzione con le dodici convenzioni settoriali esistenti in materia di lotta contro il terrorismo. La Svizzera continuerà a lavorare per il raggiungimento di un compromesso rispettoso del diritto internazionale umanitario, cercando inoltre di evitare che questo progetto di convenzione globale sconfini su questioni già disciplinate in maniera soddisfacente dalle convenzioni settoriali esistenti. Questa nuova convenzione dovrebbe quindi limitarsi a colmare le rimanenti lacune.

I negoziati destinati a migliorare la protezione del personale delle Nazioni Unite e del personale associato acquistano un'importanza crescente per la Svizzera a causa delle conseguenze che essi comportano sul diritto internazionale umanitario. La convenzione del 1994 evidenzia infatti alcune debolezze in merito alla sua applicazione. Al fine di porvi rimedio, la Svizzera promuove l'idea di un protocollo che migliori il disciplinamento della protezione giuridica del personale dell'ONU e definisca più chiaramente i limiti della sua azione, in particolare in relazione al diritto internazionale umanitario. In seno al pertinente gruppo di lavoro, la Svizzera difenderà un ampliamento della protezione giuridica a tutte le operazioni delle Nazioni Unite (e non unicamente alle missioni di pace). Contrariamente al sistema attuale, secondo il quale l'applicazione della convenzione è attivata da una dichiarazione di pericolo, la Svizzera auspicherebbe un'applicazione automatica. Nonostante le riserve espresse da alcuni Paesi del Sud, le possibilità di successo del negoziato in tempo utile rimangono
intatte.

Per quanto riguarda i negoziati condotti a Vienna presso la sede dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo degli stupefacenti e la prevenzione della criminalità in vista di elaborare una convenzione contro la corruzione, la Svizzera spera vivamente in una conclusione dei lavori entro la fine del 2003. Nel quadro della prossima tornata negoziale, essa intende in particolare promuovere l'introduzione di meccanismi adeguati per consentire la restituzione dei valori patrimoniali.

La Svizzera continuerà a prodigarsi con la massima attenzione per il divieto internazionale della clonazione di esseri umani. La sua strategia in questo ambito prevede un'azione a due riprese: ottenere rapidamente un divieto di clonazione a fini riproduttivi rimandando a un secondo momento il dibattito sulla tanto controversa clonazione «terapeutica». Alcuni Stati dubitano della pertinenza di questa distinzione ed esigono un divieto totale di questa tecnica. Altri Stati manifestano una posizione più 2320

sfumata non volendo rinunciare di primo acchito all'opzione della clonazione terapeutica. La Svizzera, dal canto suo, ritiene assolutamente deplorevole il fatto che non si riesca a raggiungere rapidamente un'intesa su una questione così fondamentale. Occorre, infatti, evitare a qualsiasi costo che la realtà dei laboratori evolva più rapidamente degli sforzi intrapresi per impedire a livello internazionale la clonazione.

La Corte penale internazionale continuerà a interessare direttamente l'ONU, sotto l'egida della quale è stata istituita. La Svizzera ritiene che la Corte penale sia uno strumento importante per migliorare l'applicazione del diritto internazionale umanitario e rendere più efficace la lotta contro le più gravi violazioni dei diritti dell'uomo. La Svizzera continuerà a fare il necessario in seno all'ONU affinché la Corte penale diventi operativa il più rapidamente possibile e il suo funzionamento sia assicurato a lungo termine.

2.2.10

Finanze e personale dell'ONU

Diversamente dalle altre Commissioni, la Commissione sulle questioni amministrative e di bilancio dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite prevede una sessione principale e due sessioni operative di quattro settimane l'una, in marzo e in maggio, nelle quali si occupa soprattutto del finanziamento delle missioni di mantenimento della pace, nonché di questioni che non hanno potuto essere affrontate o trattate nel corso della sessione principale.

In occasione della 58a sessione, l'Assemblea generale esaminerà il preventivo 2004­ 2005 dell'Organizzazione, oggetto la cui discussione occupa tradizionalmente la maggior parte del tempo a disposizione. Come ogni tre anni, l'ordine del giorno prevede pure la revisione della chiave di ripartizione dei contributi. Sulla scorta dell'esperienza di quest'anno (riduzione del contributo dell'Argentina), la discussione potrebbe oltrepassare gli aspetti strettamente tecnici della questione.

Un altro punto degno di attenzione per la Svizzera, nel suo ruolo di Paese ospitante di organizzazioni nel quadro della Ginevra internazionale, è rappresentato dalla ristrutturazione integrale della sede dell'ONU a New York, le cui grandi linee sono tracciate nel «Capital Master Plan». La città di New York offre un terreno per la costruzione di un nuovo immobile dell'ONU, a sud dell'edificio attuale, al fine di potervi trasferire provvisoriamente tutto il personale e permettere quindi una ristrutturazione più efficace e radicale del vecchio edificio. I lavori di costruzione e di ristrutturazione saranno effettuati fra il 2004 e 2009. Il progetto si concluderà all'inizio del 2010 con il trasferimento nell'edificio attuale rinnovato. Durante tale periodo, l'ONU sarà perfettamente operativa e non avrà bisogno di organizzare provvisoriamente conferenze o riunioni a Ginevra. Una gran parte dei servizi dell'ONU attualmente disseminati in diversi edifici presi in affitto sarà riunita nel nuovo immobile edificato. Il progetto deve essere finanziato da un prestito senza interessi degli Stati Uniti. Dopo che il Congresso avrà dato la sua approvazione, presumibilmente nella primavera del 2003 (le spese sopportate dagli Stati Uniti dovrebbero ammontare a 550 milioni di dollari), le modalità di rimborso saranno decise durante la 58a sessione.

Questa soluzione ricalca da vicino quanto si fa in Svizzera in questa materia. La Confederazione concede infatti prestiti senza interessi alla Fondazione degli immo2321

bili per le organizzazioni internazionali (FIPOI), il cui scopo è di mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali con sede a Ginevra immobili amministrativi. Il modello svizzero e le esperienze maturate in questo settore dal nostro Paese hanno suscitato un grande interesse negli altri Stati membri nonché nel Segretariato dell'ONU e si sono dimostrati molto utili nelle discussioni sul «Capital Master Plan».

Nell'ambito dei lavori della quinta Commissione, la Svizzera si sforzerà, anche nelle prossime sessioni, di far rispettare una rigorosa disciplina finanziaria e di domandare una trasparenza più grande e una migliore previsione dei costi per quanto attiene al finanziamento delle missioni di mantenimento della pace. Intensificherà ulteriormente il suo ruolo attivo nel promuovere il controllo finanziario e la sorveglianza e lavorerà al consolidamento dell'importanza della sede ginevrina dell'ONU.

2.2.11

Riforma dell'ONU

La risoluzione adottata lo scorso dicembre sul programma di riforme costituisce un passo importante verso un'ONU più efficace, più trasparente e più creativa. Altri cambiamenti sono sicuramente necessari, anche se occorre rilevare che diversi membri, in particolare fra i Paesi in sviluppo, fanno fatica a seguire il ritmo della riforma avviata dal segretario generale. L'Assemblea generale ne tratterà quindi ancora durante le prossime sessioni. La Svizzera promuoverà un'attuazione rapida di queste misure: lo farà, in generale, nel quadro delle sue attività di Stato membro delle Nazioni Unite e, in particolare, nel quadro delle relazioni che, in veste di Stato ospitante, intrattiene con l'Organizzazione.

La Svizzera auspica che la riforma del Consiglio di sicurezza possa continuare. È favorevole in particolare a una maggiore trasparenza dei metodi di lavoro di questo Consiglio e a un'estensione delle possibilità di partecipazione dei Paesi che non ne sono membri (dibattiti aperti agli Stati non membri; informazione costante sull'evoluzione delle consultazioni interne; riunioni fra i membri del Consiglio di sicurezza e i Paesi che contribuiscono con le loro truppe alle operazioni di mantenimento della pace). La Svizzera vedrebbe di buon occhio anche una riforma della composizione del Consiglio di sicurezza. Il numero di Stati membri dovrebbe essere aumentato, anche se in maniera limitata per non ostacolare la capacità del Consiglio di sicurezza d'agire in favore del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.

Per quanto riguarda il diritto di veto, occorre ricordare che indipendentemente da questo meccanismo, il sostegno delle grandi potenze e la loro disponibilità ad impegnarsi sono essenziali per la riuscita di un'operazione dell'ONU in materia di mantenimento della pace e della sicurezza internazionali. Inoltre, l'abolizione del diritto di veto e la sua sostituzione con un meccanismo di voto maggioritario potrebbero eventualmente, in determinate circostanze, essere contrari agli interessi della Svizzera. Pur essendo controverso, il diritto di veto garantisce di regola un largo sostegno internazionale alle decisioni del Consiglio di sicurezza. È tuttavia una forma di privilegio che andrebbe utilizzata con molta parsimonia. Anche la Svizzera è favorevole ad alcune proposte che domandano una limitazione dell'uso di questo strumento da parte dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza.

2322

La Svizzera sosterrà anche il proseguimento delle riforme raccomandate dal Rapporto Brahimi, volte a rafforzare la capacità d'intervento dell'ONU e in particolare la sua rapidità di spiegamento. Saranno evidenziate in particolare le misure che favoriscono una più grande efficacia economica, con riferimento all'acquisto di materiale e alla creazione di riserve. D'altro canto, la Svizzera sarà membro per la prima volta nel 2003 dello Special Committee on Peacekeeping Operations (Comitato speciale sulle operazioni per il mantenimento della pace), l'organo principale di riflessione sul miglioramento di tali operazioni. In questo ambito, il nostro Paese difenderà in particolare l'idea che i posti di grande responsabilità nelle missioni siano attribuiti anche in virtù dello sforzo finanziario profuso dagli Stati e non soltanto del numero di persone messe a disposizione, come auspicato dalla maggior parte dei Paesi del Sud.

2.2.12

Migrazioni

Il tema delle migrazioni è inserito nell'ordine del giorno della prossima Assemblea generale. Nel suo Rapporto sulla riforma dell'ONU presentato in occasione della 57a Assemblea generale, il segretario generale Kofi Annan ha designato il problema delle migrazioni come prioritario per l'Organizzazione. Ha anche affidato un mandato per l'elaborazione di un rapporto sulle migrazioni che sarà pubblicato quest'anno e presenterà l'orientamento delle attività dell'ONU in questo campo.

Le crescenti disparità tra Paesi poveri e Paesi ricchi, così come all'interno di ogni singolo Paese, nonché i conflitti e le gravi violazioni dei diritti dell'uomo causano flussi migratori sempre più intensi. L'ONU valuta attualmente in 175 milioni il numero di migranti in tutto il mondo. L'accentuarsi della migrazione illegale costituisce una sfida a diversi livelli, in particolare per i Paesi di destinazione. Finora si è cercato di raccogliere queste sfide prima di tutto a livello nazionale, anche perché il dibattito sulle migrazioni in seno alle istanze internazionali, di fatto, è stato ripreso solo recentemente. Data l'ampiezza del fenomeno delle migrazioni e la sua portata mondiale appare tuttavia indispensabile produrre sforzi maggiori a livello internazionale. Soluzioni durature dovranno essere cercate prima di tutto nel quadro di partenariati politici in materia di migrazioni in vista di riequilibrare gli interessi fra Paesi e fra regioni.

La Svizzera continuerà a partecipare attivamente al dibattito internazionale sulle migrazioni, impegnandosi in particolare in seno all'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e per il tramite della «Iniziativa di Berna» di cui è promotrice.

Questa iniziativa si propone l'elaborazione di direttive non vincolanti tra Stati (best practices) per garantire una gestione più efficace delle migrazioni. Nel quadro dell'ONU, la Svizzera si impegnerà in particolare nei settori della prevenzione delle migrazioni irregolari e della gestione delle migrazioni sostenendo le misure adottate per sradicare la tratta di esseri umani. A tale scopo, Michael Doyle, sottosegretario generale dell'ONU incaricato di elaborare un rapporto sulle migrazioni, è stato invitato a Berna per colloqui.

2323

3

Cooperazione con le organizzazioni internazionali che hanno sede in Svizzera

3.1

Introduzione

Negli ultimi tre anni abbiamo sottoposto alle Camere federali un rapporto separato sull'attività delle organizzazioni internazionali con sede in Svizzera. Sentite le Commissioni della politica estera delle due Camere, ci è parso opportuno trattare d'ora in poi questa tematica nell'ambito di un nuovo rapporto sulla cooperazione della Svizzera con le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali. Aderendo all'ONU la Svizzera ha in effetti acquisito nuove possibilità per tutelare i suoi interessi in quanto Stato ospite nel senso più vasto del termine. La maggior parte delle organizzazioni internazionali con sede in Svizzera fanno parte del sistema dell'ONU. Vi sono spesso interazioni tra gli importanti sviluppi e decisioni all'interno del cosiddetto nucleo dell'ONU (in particolare dell'Assemblea generale e del Consiglio economico e sociale ECOSOC) da un lato e le organizzazioni specializzate dell'ONU dall'altro.

Grazie alla sua dimensione storica e ai suoi legami con una ricca tradizione internazionale e umanitaria, la presenza in Svizzera di numerose e importanti organizzazioni internazionali, a Ginevra, nell'Arco lemanico e a Berna, conferisce al nostro Paese uno statuto particolare in qualità di Stato ospite, caratterizzato non solo dalle buone condizioni di accoglienza per queste organizzazioni e il loro personale, ma anche dal particolare interesse per un buon funzionamento di queste istituzioni, che contribuiscono a dare un'immagine positiva della Svizzera nel mondo.

L'elemento centrale della nostra politica di Stato ospite è la Ginevra internazionale.

Nessun'altra città europea è sinonimo d'incontro, di equilibrio internazionale e di pace quanto Ginevra. Al di là di questi elementi ideali, continuiamo a disporre di importanti oggettivi vantaggi di localizzazione. Tra di essi vi sono l'alta qualità di vita, l'eccellente situazione in materia di trasporti, il livello elevato di sicurezza interna nel raffronto internazionale, la disponibilità di manodopera altamente qualificata e le sinergie con le organizzazioni internazionali già insediate, le organizzazioni non governative e l'economia internazionale presente in Svizzera. Alcuni altri fattori che influiscono nella scelta della sede non sono favorevoli alla Svizzera. Tra di essi si annoverano ad esempio il livello relativamente elevato di
prezzi, pigioni e salari, che deve essere compensato con sforzi mirati in altri settori. Nel settore della sicurezza, la Confederazione e i Cantoni sono sollecitati a reagire adeguatamente alle nuove minacce.

La Ginevra internazionale continua a essere un luogo d'incontro apprezzato e frequentato. Attribuiamo un'attenzione particolare alla collaborazione con i Cantoni dell'Arco lemanico, ma anche con tutti i Cantoni interessati dalla politica svizzera di Stato ospite. Proseguirà inoltre il rafforzamento della stretta collaborazione con la vicina Francia.

Nella parte seguente del rapporto intendiamo da un lato dare una visione d'insieme sull'attività delle organizzazioni internazionali presenti in Svizzera nel 2002. D'altro lato intendiamo tuttavia soprattutto illustrare la politica del nostro Paese in quanto Stato sede di queste organizzazioni e ospite di conferenze.

2324

3.2

Cooperazione multilaterale

3.2.1

Affari umanitari

L'adozione nell'ottobre del 2002 della «Agenda per la protezione» da parte del Comitato esecutivo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) costituisce la conclusione sostanziale di un processo che la Svizzera aveva sostenuto attivamente sin dal suo lancio nel 2000. L'Agenda per la protezione stabilisce una serie di misure per coprire i bisogni specifici dei rifugiati e delle persone che necessitano della protezione internazionale. L'attuazione di questa Agenda ha caratterizzato anche i lavori della 57a Assemblea generale dell'ONU. Da parte sua, l'Ufficio delle Nazioni Unite di coordinamento degli affari umanitari (OCHA) a Ginevra ha proseguito i suoi sforzi di riorganizzazione e continua a sostenere il rafforzamento del coordinamento dell'aiuto umanitario sul territorio. Per rafforzare questo coordinamento all'interno del sistema delle Nazioni Unite, i fondi e programmi che hanno sede a New York (UNDP, UNICEF, UNFPA) hanno integrato nei loro uffici a Ginevra una parte della loro presenza umanitaria.

Nell'ambito dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM)20 si è svolto un dialogo approfondito sulle politiche internazionali in materia di migrazione. La Svizzera prosegue tra l'altro il suo impegno in questo settore e porta avanti i preparativi per una conferenza internazionale sotto l'egida dell'Iniziativa di Berna, il cui scopo è l'elaborazione di principi direttori per la gestione delle migrazioni.

Nell'anno in rassegna il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) si è dotato di una nuova struttura di direzione. Lo svizzero Angelo Gnädinger è stato nominato direttore generale. La Svizzera ha festeggiato con il CICR il 25° anno anniversario dei Protocolli aggiuntivi alle Convenzioni di Ginevra. In tale occasione il consigliere federale Deiss ha consegnato alla Fondazione del Museo internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa l'originale della prima Convenzione di Ginevra del 1864 come prestito permanente dell'Archivio federale. La Svizzera ha inoltre organizzato una tavola rotonda nella quale si è discusso sulle sfide e prospettive del diritto internazionale umanitario.

Nel settore delle attività operative delle organizzazioni umanitarie, nell'anno in rassegna l'Afghanistan ha occupato un ruolo di primo piano. Le crisi alimentari in
Africa, in particolare a Sud del continente, rappresentano una grande sfida per le organizzazioni umanitarie. In diverse regioni del mondo le possibilità di azione delle istituzioni umanitarie sono state fortemente limitate dai rischi per la sicurezza del personale. A Ginevra si sono svolte numerose attività di coordinamento e consulenze nel settore dell'aiuto umanitario.

3.2.2

Diritti umani

Oltre che dall'adozione del Protocollo facoltativo alla Convenzione contro la tortura, proposto da Costa Rica e Svizzera, la sessione annuale della Commissione per i diritti umani (cfr. 2.1.5) è stata caratterizzata da una forte contestazione ­ da parte di alcuni Stati del Sud, del mandato della Commissione relativo all'esame della situazione dei diritti umani nel mondo. Una nuova revisione dei metodi di lavoro della 20

L'OIM non fa parte del sistema dell'ONU.

2325

Commissione è stata lanciata per il 2003. Con i Paesi che condividono le sue preoccupazioni, la Svizzera si impegnerà a razionalizzare per Paese e per tema i meccanismi della Commissione al fine di garantire un approccio fondato sul rispetto del diritto internazionale.

Seguendo una rotazione regolare stabilita per tradizione tra i cinque gruppi regionali dell'ONU, e nonostante una votazione chiesta dagli Stati Uniti, la Libia è stata eletta presidente della 59a sessione della Commissione (2003). Non essendo membro della Commissione, la Svizzera non ha partecipato alla votazione. Il nostro Paese intende proporre prossimamente la sua candidatura per diventare membro della Commissione (cfr. n. 4.1.2.3).

Sergio Vieira de Mello è stato nominato a capo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, dove ha preso il posto di Mary Robinson, ex presidente della Repubblica d'Irlanda. Il nostro Paese collabora attivamente con l'Alto Commissariato e fornisce a questa organizzazione un importante sostegno finanziario, mettendo inoltre a disposizione giovani professionisti (Junior Professional Officers) di nazionalità svizzera. Nel 2003, il nostro Paese figurerà tra i dieci principali contribuenti dell'Alto Commissariato.

3.2.3

Politica internazionale di sicurezza e disarmo

Nel settore del disarmo, il 2002 è stato caratterizzato dal blocco continuo, per il quarto anno consecutivo, della Conferenza sul disarmo (CD). In compenso è stato trovato un accordo su un consenso minimo per proseguire i negoziati sulle armi biologiche. La Svizzera continua inoltre a sostenere gli sforzi dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel settore della lotta contro il bioterrorismo.

Le attività di disarmo a Ginevra hanno continuato a spostare l'accento verso nuovi settori come le mine antiuomo, le armi classiche o le armi leggere e di piccolo calibro. Nell'ambito della Convenzione sul divieto dell'impiego, del deposito, della fabbricazione e della fornitura di mine antiuomo e sulla loro distruzione (Trattato di Ottawa), la quarta riunione degli Stati parte ha avuto luogo a Ginevra. Il segretario generale della riunione è stato messo a disposizione dalla Svizzera, nella persona dell'ambasciatore Faessler, e il nostro Paese assume fino al settembre 2003 la copresidenza del Comitato permanente per la distruzione dei depositi di mine. Gli sforzi nel settore delle armi classiche si sono concentrati sui residui esplosivi di guerra e sulle mine antiveicolo. La Svizzera ha inoltre presieduto la quarta Conferenza annuale del Protocollo II (nella sua forma modificata nel 1996) sul divieto o la limitazione dell'impiego di mine, trappole e altri dispositivi, allegato alla Convenzione del 1980 su talune armi classiche. Nell'ambito del processo di attuazione del programma d'azione delle Nazioni Unite sul commercio illecito di armi leggere e di piccolo calibro, la Francia e la Svizzera hanno proseguito la loro iniziativa concernente la tracciabilità, la marcatura e la registrazione di queste armi.

Le possibilità di uno sblocco imminente della Conferenza del disarmo sembrano molto scarse. Gli sforzi nel settore del disarmo riguarderanno principalmente la ricerca di risultati sostanziali nei negoziati sulle armi biologiche e le armi classiche.

L'accento continuerà peraltro a essere posto sulle attività nell'ambito della cosiddetta «sicurezza umana», ovvero sulle mine antiuomo e sulle armi leggere e di piccolo calibro, settori che hanno un'importante componente umanitaria.

2326

3.2.4

Scienza e tecnologia

L'estensione dei compiti affidati all'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) è proseguita. L'Organizzazione tenta di far fronte alle nuove sfide a cui il settore della protezione della proprietà intellettuale si trova confrontato, in particolare a causa dei rapidi progressi tecnologici. Si impegna inoltre a sensibilizzare maggiormente il grande pubblico sul valore intrinseco della proprietà intellettuale nello sviluppo economico, sociale e culturale. Nell'aprile del 2003, l'OMPI organizzerà a Pechino un vertice sulle questioni di attualità in materia di proprietà intellettuale e di economia del sapere.

Sul piano logistico, gli Stati membri dell'OMPI hanno approvato la costruzione di un nuovo stabile amministrativo con una sala conferenze della capacità di 650 delegati, seguendo quindi le raccomandazioni formulate dal Controllo federale delle finanze (CFF) in una valutazione esterna di questo importante progetto. L'Organizzazione dispone di sufficienti risorse per poter finanziare il progetto esclusivamente con fondi propri, non viene impiegato alcun mutuo della Fondazione degli immobili per le organizzazioni internazionali (FIPOI; cfr. n. 3.3.2.5). I lavori di costruzione dovrebbero iniziare nel corso dell'estate del 2003. La Svizzera ha svolto un ruolo attivo nella preparazione del progetto di costruzione, non da ultimo facendo allestire una valutazione esterna da parte del CFF che è stata molto apprezzata dagli Stati membri dell'OMPI.

L'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) è tuttora confrontata con una crisi finanziaria legata all'eccedenza di costi nella costruzione del nuovo acceleratore LHC (grande anello di collisione per adroni). Il CERN affronterà con grande impegno il risanamento delle finanze, concentrando i suoi programmi principalmente sullo LHC, con una rigida pianificazione finanziaria (compresa l'istituzione di un nuovo organo di controllo interno), una politica del personale meglio adeguata alle circostanze attuali e una ristrutturazione della sua gestione interna. Un nuovo direttore generale, Robert Aymar (Francia), entrerà in carica a partire dal gennaio del 2004.

L'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) sta preparando l'organizzazione del prossimo «Vertice mondiale sulla società dell'informazione» (WSIS) la cui prima fase si
svolgerà a Ginevra dal 10 al 12 dicembre 2003 con la partecipazione del settore privato e di organizzazioni non governative. In qualità di Stato ospite la Svizzera svolge un ruolo attivo nel lavoro di preparazione dello WSIS. Nel settembre del 2002 il nostro Paese è stato nuovamente eletto nel Consiglio dell'organizzazione e si è quindi garantito un'importante possibilità per influire sulla preparazione e lo svolgimento del Vertice.

La globalizzazione e la liberazione dei mezzi di comunicazione pongono diverse sfide agli obiettivi fondamentali dell'UIT, ai suoi membri e ai suoi processi di funzionamento. Sforzi di riforma sono in atto e sono stati intensificati dall'organo supremo dell'Organizzazione, la Conferenza dei plenipotenziari che si è tenuta nell'autunno del 2002 a Marrakech. La situazione finanziaria dell'UIT è tuttavia fragile, in particolare in seguito alla decisione di diversi Paesi sviluppati di ridurre i loro contributi all'Organizzazione.

2327

3.2.5

Sanità pubblica e affari socioeconomici

L'Assemblea mondiale della sanità, organo supremo dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), si è occupata in maggio del rapporto di una commissione di esperti sulle interazioni tra macroeconomia e sanità, come pure della lotta contro l'HIV/Aids. I negoziati per una convenzione quadro internazionale per la lotta contro il tabagismo termineranno probabilmente nella primavera del 2003 con l'approvazione del testo della convenzione.

Nel maggio del 2002, la Svizzera ha terminato il suo mandato triennale di membro del Consiglio esecutivo dell'OMS. Il direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica, Thomas Zeltner, è stato nominato presidente di un gruppo di lavoro intergovernativo istituito dal Consiglio esecutivo in gennaio per esaminare i metodi di lavoro al suo interno. Dopo un rapporto intermedio al Consiglio esecutivo, i lavori nell'ambito di questo gruppo di lavoro continueranno nel 2003.

Dopo la rinuncia, per ragioni personali, a un secondo mandato da parte della direttrice generale Brundtland, nell'estate del 2003 ci sarà un cambio al vertice dell'Organizzazione. Nella sua seduta del gennaio 2003 il Consiglio esecutivo ha proposto Jong Woo Lee della Corea del Sud (capo del programma contro la tubercolosi presso l'OMS di Ginevra) come successore della signora Brundtland; la nomina dovrebbe essere confermata dall'Assemblea mondiale della sanità nel maggio del 2003.

La Svizzera ha concluso il suo mandato triennale di membro del Consiglio di amministrazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Nel giugno del 2002, l'ambasciatore Jean-Jacques Elmiger della Direzione del lavoro al Segretariato di Stato dell'economia (Seco) ha presieduto la Conferenza internazionale del lavoro. La Conferenza si è occupata tra l'altro del proseguimento delle misure ordinate nei confronti della Birmania per lottare contro il lavoro forzato e della situazione dei lavoratori nei territori occupati da Israele. Il nostro Paese si è impegnato particolarmente a favore del rafforzamento delle norme fondamentali del lavoro, dei diritti umani, della giustizia sociale e della lotta contro la povertà. È proseguita in particolare la cooperazione con l'OIL nell'ambito di due progetti in Africa australe e in Cina, che perseguono gli obiettivi summenzionati. La Svizzera ha inoltre firmato un accordo di
cooperazione con l'OIL, con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO) e con il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) al fine di garantire l'attuazione, sul piano nazionale e internazionale, di centri di produzione che rispettino le norme sociali e ambientali.

In agosto si è tenuta a Ginevra, sotto la presidenza del direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica, una conferenza internazionale sulla radioprotezione professionale coorganizzata dall'OIL, dall'OMS e dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA).

3.2.6

Ambiente

Tra i principali avvenimenti che hanno avuto luogo a Ginevra nel 2002 si annoverano il seminario sull'ambiente e i diritti umani sostenuto dalla Svizzera e organizzato dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e dall'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani, lo svolgimento della 19a Assemblea plenaria 2328

dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dal 17 al 20 aprile, il sesto round di negoziati per la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (Convenzione POP), che si è svolto dal 17 al 21 giugno, e la sesta Conferenza delle parti contraenti della Convenzione di Basilea (COP 6) sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione, che si è tenuta dal 9 al 13 dicembre. Nel settore dei prodotti chimici, prioritario per la politica ambientale svizzera, l'importanza di Ginevra dopo l'approvazione della strategia sui prodotti chimici al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD) è ulteriormente aumentata.

Come ogni anno, a giugno si sono svolti i festeggiamenti internazionali per la giornata dell'ambiente, mentre a dicembre l'UNEP ha festeggiato il suo 30° anniversario alla Casa internazionale dell'ambiente (IEH). Nell'ambito del Geneva Environment Network (GEN), una rete che racchiude le organizzazioni e istituzioni ambientali attive nel settore dell'ambiente e presenti a Ginevra, sempre alla Casa internazionale dell'ambiente si sono svolte numerose manifestazioni sul tema della politica ambientale. Diverse di esse si sono occupate della preparazione del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile. I risultati della manifestazione del GEN sul principio della prevenzione sono stati riassunti in una pubblicazione che è stata distribuita al WSSD durante le discussioni su questo tema. Si è fatta in tal modo una prestigiosa ed efficace pubblicità a Ginevra in quanto centro degli avvenimenti internazionali in materia di politica ambientale.

Per garantire anche in futuro l'attrattiva di Ginevra, è necessario un impegno attivo della Svizzera a suo favore che comprenda in particolare il sostegno alla rete GEN e la messa a disposizione di un'infrastruttura qualitativamente elevata a condizioni interessanti.

3.2.7

Economia, commercio e sviluppo

Dopo il lancio di un nuovo round sul commercio mondiale a Doha (Qatar) nel novembre del 2001, gli organi competenti dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) si sono accordati in pochi mesi sull'organizzazione dei negoziati, che sono stati avviati immediatamente. Sono stati suddivisi negli otto settori negoziali di agricoltura, accesso al mercato dei beni industriali, servizi, regole OMC, rapporto commercio-ambiente, registro delle denominazioni geografiche per vini e distillati, trattamento preferenziale dei Paesi in sviluppo e composizione delle controversie.

Parallelamente si sono svolti negoziati sui problemi dei Paesi in sviluppo nell'attuazione degli accordi OMC e sulla protezione dei brevetti di medicamenti.

Il 1° settembre, il tailandese Supachai Panitchpakdi ha sostituito il neozelandese Mike Moore come direttore generale dell'OMC. Per la prima volta un rappresentante di un Paese in sviluppo è a capo di questa Organizzazione. Il mandato del direttore generale Panitchpakdi scade nell'estate del 2005.

Nell'anno in rassegna l'avvenimento principale nell'ambito dell'Associazione europea di libero scambio (AELS) è stata l'entrata in vigore, simultaneamente ai sette accordi settoriali bilaterali tra la Svizzera e la Comunità europea, di un accordo che modifica la Convenzione dell'AELS del 1960. L'Accordo di emendamento della Convenzione AELS pone le relazioni contrattuali tra la Svizzera e gli altri Stati dell'AELS a un livello comparabile a quello istituito tra la Svizzera e la Comunità 2329

europea a seguito degli accordi settoriali bilaterali, fatto salvo l'accordo sulla cooperazione scientifica e tecnologica. L'Accordo completa inoltre la Convenzione AELS con disposizioni in nuovi settori come i servizi, i movimenti di capitali e la protezione della proprietà intellettuale.

L'AELS ha inoltre svolto numerosi negoziati nel settore della politica dei Paesi terzi che si sono tra l'altro conclusi con la stipulazione di un accordo di libero scambio con Singapore. Gli accordi di libero scambio conclusi nel 2001 con Croazia, Giordania e Macedonia sono entrati in vigore.

Nel corso del 2002, gli sforzi della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) si sono concentrati principalmente sull'esame intermedio del piano d'azione adottato a Bangkok in occasione della conferenza ministeriale del 2000 (UNCTAD X). L'esame è stato anche un'occasione per procedere a un'analisi del funzionamento dei meccanismi istituzionali (riunioni di esperti, commissioni, consiglio) che garantiscono il dialogo intergovernativo all'interno dell'Organizzazione. Le attività di cooperazione tecnica sono state oggetto di una valutazione approfondita. Dal nostro punto di vista, il bilancio di questo esame intermedio è positivo. L'attuazione del piano d'azione di Bangkok sta procedendo. Nello stesso tempo, l'analisi del funzionamento ha portato a risultati concreti che dovrebbero rendere più efficace il meccanismo intergovernativo. La prossima conferenza ministeriale dell'UNCTAD (UNCTAD XI) si terrà nel 2004 in Brasile. La Svizzera finanzia diversi progetti e programmi nell'ambito dell'UNCTAD. Tra di essi rientra un'iniziativa per la protezione della biodiversità che è stata lanciata in occasione del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD) di Johannesburg.

La Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite (ECE-ONU) si è occupata durante la sua assemblea annuale soprattutto della politica del mercato del lavoro. Il comitato per il commercio, l'industria e le imprese dell'ECE-ONU ha organizzato un seminario sulle agevolazioni commerciali, la cui seduta conclusiva è stata presieduta da uno Svizzero, il delegato agli accordi commerciali responsabile del commercio mondiale.

L'Unione postale universale (UPU), un'organizzazione interstatale del sistema dell'ONU che ha sede a Berna,
ha tenuto alla fine di ottobre una conferenza strategica a Ginevra che si è occupata prevalentemente dei cambiamenti strutturali nel settore postale, del disciplinamento del mercato e del ruolo della posta nella società dell'informazione.

L'Organizzazione intergovernativa per i trasporti internazionali per ferrovia (OTIF), diretta da un direttore generale svizzero e con sede a Berna, sta attraversando una fase di transizione. Una versione riveduta della Convenzione relativa ai trasporti internazionali per ferrovia (COTIF) entrerà presumibilmente in vigore nel corso del 2004 e porrà quindi le basi giuridiche per un nuovo orientamento dell'Organizzazione. La Svizzera ha già ratificato la Convenzione. Si presume che anche l'UE aderirà alla COTIF. L'importanza della Convenzione per una legislazione unitaria nel settore dei trasporti ferroviari aumenterebbe in tal caso notevolmente.

La Banca dei regolamenti internazionali (BRI) con sede a Basilea è un'organizzazione internazionale il cui mandato consiste nel promovimento della cooperazione tra le banche centrali e altre istituzioni, nell'interesse della stabilità monetaria e finanziaria. I presidenti delle banche centrali dei Paesi del G-10 e della Banca centrale europea (BCE) si riuniscono regolarmente alla BRI per uno scambio di infor-

2330

mazioni. Con l'ampliamento della cerchia dei membri, nell'ultimo anno il lavoro della BRI ha assunto un carattere più globale.

Nel 2002, i quattro comitati permanenti della BRI hanno fornito importanti contributi a favore della solidità degli istituti finanziari, di mercati efficienti e di un'infrastruttura stabile per il traffico dei pagamenti. Gli sforzi si sono concentrati sulla revisione delle raccomandazioni sui fondi propri per le banche attive a livello internazionale, sulla stabilità dei mercati finanziari internazionali, in particolare nei Paesi emergenti, sul mercato sempre più importante dei rischi di credito e sulle ripercussioni dell'avanzata degli investitori istituzionali. Nel 2002 un rappresentante della Banca nazionale svizzera ha assunto la presidenza del comitato dei mercati.

All'inizio del 2003, abbiamo concluso uno scambio di lettere con la BRI. Questo accordo modifica l'Accordo di sede stipulato il 10 febbraio 1987 con la Banca, nel senso che prevede un'immunità totale di giurisdizione e di esecuzione ed estende ai funzionari svizzeri l'esenzione fiscale, già accordata ai funzionari della Banca, a causa dell'introduzione di un'imposizione interna.

3.3

Le attività della Svizzera in quanto Stato ospite

3.3.1

Visione d'insieme sulla politica di Stato ospite della Svizzera

Nel 2002, l'evento eccezionale nel settore della politica di Stato ospite è stata la decisione di popolo e Cantoni di aderire all'ONU. Questa decisione rafforza la posizione della Svizzera. Con l'adesione all'ONU, il nostro Paese sancisce e consolida la sua posizione di sede di numerose organizzazioni intergovernative e come centro di conferenze e di incontri multilaterali.

Tale rafforzamento è ancor più importante per il fatto che la Svizzera deve mantenere la sua posizione in una situazione di concorrenza sempre molto intensa. Altre città europee, come Vienna, Bonn o L'Aia, possono offrire agli organismi internazionali uffici e strutture per conferenze e manifestazioni a condizioni attraenti. In questo clima concorrenziale la Svizzera può contare su vantaggi tradizionali di localizzazione ma deve anche affrontare in modo deciso le nuove sfide.

Nell'anno in rassegna in Svizzera si sono svolte diverse manifestazioni importanti della Francofonia. In luglio l'Assemblea parlamentare della Francofonia si è riunita per quattro giorni a Palazzo federale a Berna. In settembre si è svolto a Ginevra il congresso dell'Unione internazionale della stampa francofona. L'ultimo incontro prestigioso è stata la Conferenza ministeriale della Francofonia, che ha avuto luogo il 12 e 13 dicembre a Losanna.

Fuori dall'Arco lemanico, nel gennaio del 2002 si sono svolti al Bürgenstock (Cantone di Nidvaldo) negoziati tra rappresentanti del governo del Sudan e rappresentanti di gruppi ribelli su un armistizio sui Monti di Nuba. I negoziati si sono conclusi positivamente grazie alla mediazione congiunta di Svizzera e Stati Uniti.

La Ginevra internazionale ha rafforzato la sua posizione di polo della cooperazione internazionale in materia di ambiente, sia come sede delle istituzioni ambientali internazionali sia come centro di conferenze. La presenza di numerose istituzioni ambientali e il fatto che circa 150 Stati hanno una rappresentanza a Ginevra consentono grandi sinergie ed efficienza nella cooperazione tra i diversi organismi e 2331

Stati partecipanti. Un'importante fattore di questa attrattiva è però anche la disponibilità della Svizzera di proporre alle organizzazioni internazionali infrastrutture moderne a condizioni preferenziali.

Stiamo perseguendo la strategia di rafforzare in modo mirato e di ampliare ulteriormente il centro d'interesse ambientale nella regione del lago di Ginevra. Alla fine dell'anno, la Svizzera ha quindi depositato la sua offerta per accogliere a Ginevra il Segretariato permanente della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (Convenzione POP). Assieme a Roma, Ginevra è inoltre già candidata per la sede del Segretariato permanente della Convenzione di Rotterdam sulla procedura d'assenso preliminare con conoscenza di causa per determinati prodotti chimici e pesticidi pericolosi nel commercio internazionale (Convenzione PIC). Lo svolgimento di una campagna mirata e intesa per queste due candidature sarà una delle priorità della politica Svizzera di Stato ospite nel 2003.

3.3.2

La Ginevra internazionale

3.3.2.1

Alcuni dati

La Ginevra internazionale, con una ventina di organizzazioni intergovernative, circa 200 organizzazioni non governative (ONG) e 35 000 funzionari internazionali, membri di missioni, famiglie e personale domestico, rimane al centro della politica di accoglienza della Svizzera. Il numero delle missioni e delegazioni permanenti a Ginevra supera le 200 unità. Dal 2002, anche la Cambogia e il Mali hanno una missione permanente presso l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (UNOG). La Cina e il Pakistan hanno inoltre aperto una seconda missione separata presso l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). A Ginevra 149 Stati esteri sono quindi rappresentati da missioni.

3.3.2.2

Assistenza ai diplomatici e funzionari internazionali a Ginevra

La Missione permanente della Svizzera svolge un compito importante e variegato nell'assistenza ai membri delle missioni diplomatiche e delle organizzazioni internazionali a Ginevra, occupandosi oltre che di questioni amministrative (come la gestione delle tessere di legittimazione o il rilascio di visti) anche di aspetti concernenti la mediazione e l'integrazione. La Missione collabora strettamente con il «Centre d'accueil ­ Genève internationale» e la «Fondation pour Genève».

Nel corso degli ultimi 12 mesi, la Missione permanente della Svizzera ha allestito 18 324 tessere di legittimazione (nuovi arrivi, rinnovo o perdita di una tessera, ricongiungimento familiare, cambiamento di statuto), che costituiscono il titolo di soggiorno rilasciato dalle autorità federali. 3600 membri delle missioni (con 3500 familiari e 290 domestici privati) come pure 18 300 funzionari internazionali (accompagnati da 9000 familiari e 350 domestici privati) sono attualmente titolari di una tessera di legittimazione. Il 19 per cento di queste persone beneficia di uno statuto diplomatico, il 76 per cento dell'immunità di funzione, mentre il 5 per cento non beneficia di privilegi e immunità (ma solo del diritto di soggiorno). Il 68 per cento dei cittadini internazionali risiedono in Svizzera (80 % nel Cantone di Ginevra 2332

e 13 % nel Cantone di Vaud), mentre il 32 per cento sono domiciliati nella vicina Francia.

Per far conoscere meglio il sistema vigente in Svizzera dei privilegi e delle immunità di diritto internazionale ai membri delle missioni diplomatiche e delle organizzazioni internazionali sono stati sviluppati diversi nuovi strumenti. Su domanda di diverse amministrazioni cantonali ginevrine e vodesi come pure dei loro corpi di polizia, la Missione svizzera ha presentato questo sistema. Lo ha inoltre presentato ai nuovi diplomatici arrivati a Ginevra nell'ambito dell'Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UNITAR). Da alcuni mesi, sul sito Internet della Missione si può consultare una guida sui privilegi e le immunità. Dal 2003 si prevede di attuare una serie di corsi specifici per i diversi tipi di pubblico interessati (comunità internazionale, amministrazioni svizzere e settori privati) per rispondere alla crescente domanda di informazioni in materia.

La protezione dei domestici privati al servizio dei membri delle missioni permanenti o di funzionari internazionali riveste una grande importanza. Nel 1998 il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha emanato un'istruzione che stabilisce le condizioni per l'assunzione e l'impiego di domestici. Questa istruzione è stata inviata a tutte le missioni permanenti e organizzazioni internazionali. La posizione del personale domestico privato è da allora notevolmente migliorata e si è riusciti a raggiungere una situazione equilibrata. La procedura introdotta in Svizzera serve addirittura da modello ad altri Paesi soprattutto in Europa.

L'aiuto nella ricerca di un alloggio, offerto dal «Centre d'accueil ­ Genève internationale» (CAGI) con il sostegno della Confederazione, dei Cantoni di Ginevra e Vaud e di partner privati, è stato molto sollecitato dal personale internazionale anche nell'anno in rassegna. A causa della penuria in questo settore, il servizio che il CAGI offre alla comunità internazionale è molto apprezzato e risulta indispensabile.

I visitatori del Centro hanno inoltre spesso chiesto i suoi servizi per aiutarli a trovare posti nelle scuole private e negli asili nido, la cui offerta non è aumentata nonostante la domanda. Nell'anno in rassegna il CAGI ha organizzato anche numerose manifestazioni per i membri delle organizzazioni internazionali e delle missioni permanenti a Ginevra.

3.3.2.3

Organizzazioni non governative (ONG)

Negli ultimi anni, il ruolo svolto dalle organizzazioni non governative (ONG) nella cooperazione internazionale ha assunto sempre più importanza. Oggi sono un partner importante in numerosi organi multilaterali. La Svizzera tiene conto di questa circostanza e sostiene molti progetti delle ONG.

Nel 2002, l'evento principale nel settore della politica di Stato ospite è stato a questo proposito il Forum mondiale della società civile che si è svolto a Ginevra. Il Forum è stato organizzato dalla ONG ginevrina «Centre d'accueil pour les délégations et organisations non gouvernementales» (CADONG), il cui mandato consiste nell'offrire strutture di ricezione particolari per i partecipanti alle conferenze inviati dalle ONG. La Confederazione ha sostenuto il Forum mondiale con un importo complessivo di 250 000 franchi. I locali per le conferenze sono stati messi a disposizione del Forum gratuitamente dalla Fondazione degli immobili per le organizzazioni internazionali (FIPOI, cfr. n. 3.3.2.5).

2333

La DSC versa per il tramite della «Fédération genevoise de coopération» (FCG) importanti contributi alle ONG ginevrine, che sono cofinanziati anche dal Cantone di Ginevra e dalle autorità cittadine e comunali. Per il 2002­2004 questo contributo ammonta a circa 11 milioni di franchi.

Una decisione in materia di sede merita di essere sottolineata. All'inizio del 2002 è stato costituito formalmente il Fondo globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria (GF-ATM) come fondazione di diritto privato svizzero con sede a Ginevra. Il Fondo risale a un'iniziativa delle otto principali nazioni industrializzate (G-8) ed è sostenuto congiuntamente da partner pubblici e privati. Dispone di un nuovo meccanismo di finanziamento che dovrebbe mettere a disposizione ulteriori fondi per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria. Il Fondo ha sinora ricevuto promesse di finanziamento per un totale di 2,2 miliardi di dollari. Con l'insediamento del Fondo, Ginevra rafforza la sua posizione di centro della politica sanitaria internazionale.

La competenza dell'attuazione della politica di Stato ospite per le ONG spetta ai Cantoni. La Confederazione sostiene le ONG nell'ambito di progetti concreti. Può inoltre concedere un aiuto iniziale a una ONG di grande importanza per la Svizzera.

Recentemente, il Cantone di Ginevra ha nominato un coordinatore delle ONG, che svolge il ruolo di interlocutore delle organizzazioni non governative, in particolare su questioni come l'esenzione fiscale, il rilascio di permessi di lavoro o l'intermediazione per la concessione di uffici sussidiati.

3.3.2.4

Sicurezza

In quanto Stato ospite, la Svizzera è responsabile della sicurezza delle missioni diplomatiche, delle organizzazioni internazionali e delle conferenze sul suo territorio. Al riguardo un dispositivo di sicurezza adeguato riveste tuttora una grande importanza. I provvedimenti immediati da noi presi dopo l'11 settembre 2001 rimangono in vigore. Settanta appartenenti al corpo di guardia delle fortificazioni aiutano la polizia di Ginevra fino a nuovo avviso nella protezione delle istituzioni diplomatiche. Parallelamente, il reclutamento e la formazione di guardie di sicurezza diplomatica (GSD), finanziati dalla Confederazione, sono stati accelerati con lo svolgimento di due corsi di formazione nel 2002. Purtroppo molti dei nuovi collaboratori hanno abbandonato la loro attività nell'ambito della protezione delle missioni e delle ambasciate già dopo breve tempo. Dei 93 membri delle GSD formati dal 1997, alla fine del 2002 ne sono rimasti in servizio solo 56. Per contrastare questa tendenza, il settore di attività delle guardie di sicurezza diplomatica è stato ampliato e diversificato. Si intende raggiungere a medio termine un effettivo di 120 GSD.

Dopo gli attacchi terroristici negli Stati Uniti, per il biennio 2002/2003 l'Assemblea generale dell'ONU ha stanziato 21 milioni di franchi per rafforzare le misure di sicurezza alla sede di Ginevra dell'ONU. Gli uffici federali competenti collaborano nell'attuazione di queste misure svolgendo compiti di consulenza.

2334

3.3.2.5

Politica immobiliare e FIPOI

A Ginevra la Fondazione degli immobili per le organizzazioni internazionali (FIPOI) è il partner principale di Confederazione e Cantone nell'attuazione della politica immobiliare delle organizzazioni internazionali. In un futuro prossimo si intende estendere il mandato della Fondazione al Cantone di Vaud per aprire nuove prospettive tenendo conto della forte domanda sul mercato immobiliare di Ginevra.

I lavori di costruzione della nuova sede dell'Unione interparlamentare (UIP), svolti con la consulenza e l'assistenza della FIPOI, si sono conclusi alla fine di novembre 2002. La Confederazione sostiene la costruzione con un mutuo senza interessi di 9,5 milioni di franchi e un ulteriore contributo di 200 000 franchi.

L'ultimazione dell'edificio amministrativo Balexert (BAB), costruito a nome e per conto della FIPOI, è prevista per la fine dell'estate 2003. Con l'entrata in funzione del BAB, che si trova nelle immediate vicinanze della Casa internazionale dell'ambiente (IEH), anch'essa di proprietà della FIPOI, Ginevra diventa ancora più importante come polo della cooperazione internazionale nel settore dell'ambiente.

Il crescente fabbisogno di uffici delle organizzazioni intergovernative già insediate in Svizzera come pure di diversi segretariati di convenzioni e di programmi di cooperazione che vorrebbero stabilirvisi comportano una forte domanda di superfici in locazione vantaggiose come la Casa internazionale dell'ambiente (IEH), ma la concentrazione quasi inevitabile delle risorse finanziarie della Confederazione, necessariamente limitate, su progetti prioritari non consente di soddisfare tutti i bisogni.

3.3.3

Prospettive di sviluppo della politica di Stato ospite tenendo conto della dimensione regionale

Come membro dell'ONU, la Svizzera è ora in grado di difendere meglio la piazza di Ginevra in quanto principale centro dell'organizzazione delle Nazioni Unite fuori dalla sede di New York. A questo proposito, la politica svizzera di Stato ospite intende da un lato offrire eccellenti condizioni quadro e sfruttare le sinergie, soprattutto nei settori prioritari della nostra politica estera, e dall'altro offrire in modo mirato una piattaforma per gli interessi svizzeri.

Per approfondire e sviluppare una politica di Stato ospite coerente a livello nazionale ­ con una chiara priorità per la regione dell'Arco lemanico ­ nella seconda metà del 2002 è stato elaborato un programma in materia di politica di accoglienza.

Tutti i Cantoni direttamente interessati hanno avuto la possibilità di esprimersi al riguardo.

L'elaborazione di questo programma ha consentito di procedere a un'analisi precisa della situazione attuale. Ne è risultato che la politica svizzera di Stato ospite soddisfa ampiamente le esigenze degli organismi internazionali. Le condizioni offerte dal nostro Paese sono di alta qualità e concorrenziali a livello internazionale. Occorre tuttavia continuare a operare a diversi livelli (politico, diplomatico, giuridico, strutturale, in materia di sicurezza ecc.). Per quanto concerne in particolare la Ginevra internazionale, lo sviluppo della cooperazione nell'Arco lemanico e il rafforzamento della cooperazione transfrontaliera con la Francia costituiscono una sfida e un'opportunità da cogliere per la politica di accoglienza. In tal modo si potrà miglio2335

rare ulteriormente l'offerta di infrastrutture utili e necessarie per l'insediamento a lungo termine degli impiegati delle organizzazioni intergovernative e non governative così come per il soggiorno ottimale dei delegati che partecipano alle conferenze internazionali (alloggi a prezzi ragionevoli, scuole e collegi bilingui, trasporti pubblici e privati tra luogo di lavoro e luogo di domicilio).

Il 2003 sarà caratterizzato da una serie di importanti manifestazioni che si svolgeranno in Svizzera sotto l'egida della politica di Stato ospite, in particolare: All'inizio di giugno si svolge a Evian, sulla parte francese del lago Lemano, la Conferenza annuale dei capi di stato e di governo delle otto principali nazioni industrializzate (G-8). Questa conferenza comporta anche per la vicina Svizzera e la Ginevra internazionale un grande impegno in materia di sicurezza e di logistica.

I governi dei Cantoni di Vaud, Vallese e Ginevra, così come il Consiglio federale hanno affidato all'ex comandante della polizia del Cantone di Vaud, Pierre Aepli, il coordinamento delle relative attività svizzere. Per adempiere il suo mandato, il coordinatore collaborerà strettamente con tutti gli uffici federali competenti che lo sosterranno nella misura del possibile.

Un altro importante avvenimento per la Svizzera è la quadriennale Conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, che si svolge dal 2 al 6 dicembre a Ginevra ed è la conferenza dell'organo supremo del movimento internazionale della Croce Rossa. Come negli anni scorsi, la Svizzera contribuirà di nuovo finanziariamente e parteciperà attivamente al buon svolgimento della Conferenza.

Il nostro Consiglio ha inoltre messo a disposizione un diplomatico svizzero, affidandogli il ruolo di commissario della Conferenza.

Dal 10 al 12 dicembre 2003 si svolge infine a Ginevra il Vertice sulla società dell'informazione (WSIS), organizzato dall'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) su invito della Svizzera (cfr. 2.1.7 e 2.2.7).

Per quanto concerne i progetti di costruzione, la FIPOI segue due grandi progetti concernenti l'ampliamento di un edificio per l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e una nuova costruzione per l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), che entreranno nella fase operativa a partire dal 2003. Per
l'edificio dell'OMS, che comprende anche numerosi uffici per il programma HIV/Aids delle Nazioni Unite (UNAIDS), integrato nell'OMS dal profilo amministrativo, la pianificazione è quasi conclusa. Un messaggio alle Camere federali per la concessione di un mutuo FIPOI è attualmente in preparazione e sarà probabilmente presentato all'Assemblea federale nel secondo semestre del 2003. Assieme all'OMC, attualmente la FIPOI sta svolgendo un concorso internazionale di architettura per scegliere il progetto del nuovo edificio. La decisione a questo proposito dovrebbe essere presa nel primo semestre del 2003. Successivamente sottoporremo all'Assemblea federale un messaggio anche su questo argomento. Per entrambi i progetti di costruzione i mutui della FIPOI previsti si aggirano sui 60 milioni di franchi ciascuno.

Nel corso del 2003 dovrebbe concludersi anche la pianificazione della «Maison de la Paix» a Ginevra. Questo importante progetto diretto dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPPS) raggrupperà sotto lo stesso tetto diverse organizzazioni attive nel promovimento della pace. Fanno parte del nucleo centrale i tre centri attivi nel settore della politica di sicurezza e del disarmo che la Confederazione ha istituito a Ginevra in collaborazione con altri Stati: il Centro per la politica di sicurezza (GCSP), il Centro internazionale di smi2336

namento umanitario (GICHD) e il Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF). I tre Centri erano stati concepiti e fondati inizialmente come contributo svizzero al Partenariato per la pace («Partnership for Peace, PfP»). Al di là della dimensione del PfP, ognuno dei Centri ha ora stabilito numerosi contatti specifici e settori di cooperazione con le istituzioni dell'ONU che potrebbero essere notevolmente ampliati e rafforzati con l'istituzione della «Maison de la Paix».

Il progetto della «Maison de la Paix» prevede la costruzione di un complesso di edifici nella parte internazionale della città, su una superficie di circa 30 000 m2. I costi del progetto sono stimati a 100 milioni di franchi. Con la «Maison de la Paix» si potrà offrire una rete straordinaria di cooperazione a una serie di organismi che operano nel settore del promovimento della pace. Nel frattempo, la realizzazione di questo progetto rafforza e profila in modo significativo la posizione di Ginevra come luogo di composizione pacifica dei conflitti.

4

Candidature e personale svizzero nel sistema dell'ONU

4.1

Pianificazione delle candidature svizzere all'interno del sistema delle Nazioni Unite

4.1.1

Quadro generale

L'adesione della Svizzera all'ONU è un passo importante per quanto concerne la possibilità del nostro Paese di eleggere e di essere eletto in organi direttivi o posti elettivi di alto livello dell'Organizzazione21. Se riesce a essere rappresentata laddove si prendono le decisioni importanti, la Svizzera aumenta le sue possibilità di farsi sentire e di promuovere le sue idee.

Il nostro Paese ha sempre avuto un atteggiamento attivo nella presentazione di candidature nelle organizzazioni specializzate e nei programmi dell'ONU di cui era già membro prima del 10 settembre 2002. I nostri rappresentanti hanno così potuto occupare numerose funzioni dirigenti nell'ambito degli organi direttivi o della direzione di queste organizzazioni. L'adesione all'ONU ci offre tuttavia nuove possibilità e un più ampio margine di manovra per quanto riguarda le funzioni e i posti, come pure gli scambi di voti a vantaggio delle candidature svizzere.

Per quanto concerne le candidature, la Svizzera ha avuto un inizio molto positivo in quanto membro a pieno titolo dell'Organizzazione. Ciò nonostante, la concorrenza è sempre più ardua e il successo non è mai garantito, come ha dimostrato la mancata elezione di Barbara Ott alla carica di giudice della Corte penale internazionale, nonostante le qualifiche della candidata e una campagna dinamica dell'Amministrazione federale a suo favore.

È perciò necessaria una pianificazione delle candidature. A tal fine bisogna avere una visione d'insieme di tutte le candidature svizzere possibili nel sistema 21

Occorre distinguere da un lato tra le candidature a posti elettivi o a organi direttivi di organizzazioni internazionali che sono oggetto di una decisione ­ elezione o cooptazione ­ degli Stati membri, trattate nel presente capitolo, e d'altro lato le candidature di cittadini svizzeri a posti di funzionari in seno alle organizzazioni internazionali, nominati dall'amministrazione del personale o dalla Direzione dell'organizzazione, trattate invece nel numero 4.2. del presente rapporto «Gli Svizzeri nel sistema delle Nazioni Unite».

2337

dell'ONU, sia per gli organi direttivi sia per i posti elettivi di alto livello. Su questa base, occorre in seguito valutare e selezionare le candidature in base alla loro importanza per la politica estera della Svizzera e alle prospettive per ogni elezione.

Una volta presa la decisione di presentare una candidatura, bisogna cercare le migliori opportunità di successo.

In alcuni casi, i posti sono distribuiti secondo un sistema di ripartizione prestabilito che accorda ai gruppi regionali determinate quote per le quali essi possono decidere di adottare un sistema interno di rotazione negoziato in precedenza. Il numero di candidati può a volte corrispondere a quello dei seggi disponibili; in tal caso si parla di una situazione di «clean slate».

La Svizzera fa parte del Gruppo degli Stati dell'Europa occidentale e altri, il WEOG, di cui ha assunto la presidenza nel gennaio del 2003. Questo gruppo comprende attualmente 29 membri22. Ciò nonostante, l'ampliamento dell'Unione europea nel maggio del 2004, che dovrebbe contare 12 membri supplementari, rischia di aprire una discussione sul sistema attuale dei gruppi regionali e delle rotazioni pianificate. Per la Svizzera è più difficile integrarsi in eventuali sistemi di rotazione del WEOG se questo è in costante espansione. A ciò si aggiungono diverse proposte di riformulare la composizione dei gruppi regionali. Per affrontare il problema, la Svizzera dovrà adottare il seguente atteggiamento: ­

da un lato continuare a cercare di integrarsi negli schemi e sistemi di rotazione esistenti o in discussione per difendervi l'interesse del nostro Paese ad alcune candidature importanti;

­

parallelamente, svolgere un ruolo attivo nelle discussioni sulla composizione e le rotazioni dei gruppi regionali che sono già in corso e che subiranno un'accelerazione in particolare in vista dell'ampliamento dell'Unione europea;

­

nei casi in cui non esiste o non può essere elaborato uno schema di rotazione soddisfacente e se non è possibile una situazione di «clean slate», la Svizzera potrà presentare in ogni caso la sua candidatura dopo un'analisi approfondita della situazione.

Sovente è necessaria una campagna attiva di promozione della candidatura svizzera.

Anche se la qualità e la motivazione dei candidati sono elementi essenziali della campagna, non bastano in generale per ottenere un voto. Ogni campagna deve quindi essere elaborata in modo dettagliato e specifico in funzione del posto previsto e del candidato proposto. Misure diplomatiche adeguate, completate a volta da visite dei candidati svizzeri presso gli interlocutori interessati, devono convincere i nostri partner a sostenere le nostre candidature. Le rappresentanze svizzere all'estero, che saranno sempre più utilizzate per la difesa delle candidature svizzere, sono uno strumento centrale di questo approccio.

Gli scambi di voti con altri Paesi, sotto forma di un sostegno reciproco diretto o indiretto, consente di completare tale dispositivo. A tal fine, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha elaborato una banca dati informatica denominata

22

Sono membri del WEOG: Andorra, Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, San Marino, Spagna, Svezia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Svizzera.

2338

«EDA-IO-Elect». Essa comprende tutte le candidature di tutti i Paesi membri delle organizzazioni internazionali, così come le proposte di scambi di voti con le candidature svizzere, accettate o meno. Questo strumento consente di ricordare costantemente ai nostri interlocutori esteri quando, dove e per chi la Svizzera ha votato e inversamente.

4.1.2

Prospettive

4.1.2.1

Segretariato

Diversi cittadini svizzeri occupano posti importanti al Segretariato dell'ONU. Questi posti non sono però elettivi nel senso stretto del termine, dal momento che la decisione di nomina compete normalmente al segretario generale il quale, vista la loro grande importanza politica, li attribuisce solo dopo intense consultazioni e d'intesa con la maggior parte degli Stati membri. Il potenziale per collocare esperti svizzeri in tali funzioni è ancora considerevole, ma evidentemente è legato alla disponibilità di candidati di qualità e alla valutazione del segretario generale o dell'organo di nomina.

4.1.2.2

Assemblea generale

In base alle rotazioni esistenti tra i gruppi regionali e alla disponibilità di candidati riconosciuti per il ruolo che svolgono a New York nell'ambito dei lavori dell'Assemblea, nei prossimi anni il nostro Paese dovrebbe poter occupare determinate funzioni nell'ambito dell'Assemblea generale e delle sue Commissioni (presidenza, vicepresidenza, relatori ecc.).

Nel quadro dell'ampliamento del numero dei membri della Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale (UNCITRAL), la Svizzera ha depositato la sua candidatura a membro di questa Commissione nel 2003. Il nostro Paese, anche in qualità di osservatore, ha sempre seguito attentamente i lavori della Commissione e ha ampiamente contribuito alle sue spese.

Nel prossimo futuro sono possibili candidature svizzere al Comitato degli investimenti, che gestisce gli investimenti della cassa pensioni del personale dell'ONU, come pure alla Commissione per il servizio civile internazionale (ICSC), al Corpo degli ispettori (JIU) e al Comitato consultivo per i problemi amministrativi e di bilancio (ACABQ). Questi organi svolgono un ruolo centrale in materia di pianificazione e di controllo dei bilanci e dei programmi dell'Organizzazione e del sistema dell'ONU.

2339

4.1.2.3

Consiglio economico e sociale (ECOSOC)

Il Consiglio economico e sociale (ECOSOC) si riunisce ogni due anni in Svizzera23, a conferma dell'importanza del ruolo della Ginevra internazionale. Al suo interno si discutono questioni essenziali e si svolgono tra l'altro la maggior parte delle elezioni a organi sussidiari dell'ONU, come la Commissione per i diritti umani. Una partecipazione attiva della Svizzera all'ECOSOC si giustifica quindi pienamente. Ciò nonostante, le regole di rotazione tra i Paesi e gruppi regionali sono messe in discussione e a questo stadio il nostro Paese non può ambire al seggio per diversi anni.

La difesa e il promovimento dei diritti umani sono una delle priorità della politica estera della Svizzera e una candidatura alla Commissione per i diritti umani (CHR) dell'ONU a partire dal 2007 rientra nel posizionamento del nostro Paese negli organi delle Nazioni Unite. L'introduzione di regole di rotazione all'interno della CHR è in discussione.

Dei sei meccanismi convenzionali dell'ONU in materia di diritti umani, la Svizzera è già rappresentata in due di essi, in particolare nel Comitato dei diritti dell'uomo (fino al 2006) e nel Comitato dei diritti economici, sociali e culturali (fino alla fine del 2004). Il nostro Paese è quindi già ben rappresentato in seno a questi organi, ma si potrebbe depositare una candidatura nel 2005 per il Comitato dei diritti del fanciullo, in base alla nostra rappresentanza a quel momento in questi Comitati.

In termini relativi, la Svizzera è tra i maggiori contribuenti dell'Istituto di ricerca delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale (UNRISD) a Ginevra, ma non è mai stata rappresentata nel suo Consiglio (Board). Il nostro Paese ha un potenziale candidato a un seggio ad personam all'interno del Consiglio dell'UNRISD, che sarà vacante nel 2005 e dovrà di principio essere occupato da un rappresentante del Gruppo occidentale.

Vi sono inoltre possibilità di occupare un seggio in futuro in seno a diverse commissioni dell'ONU, come la Commissione della statistica nella quale l'Ufficio federale di statistica è stato molto attivo in questi ultimi anni, nonostante il suo statuto di osservatore, e la Commissione degli stupefacenti, di cui la Svizzera, in quanto Stato parte ai trattati internazionali di controllo delle droghe, è stata spesso membro e per la quale intende ripresentare la sua
candidatura nel 2004. Sono possibili anche candidature alla Commissione della condizione femminile e alla Commissione per la prevenzione del crimine e la giustizia penale.

4.1.2.4

Consiglio di sicurezza

Dei dieci seggi non permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU, l'organo che ha la principale responsabilità del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, due sono attribuiti al Gruppo degli Stati occidentali (WEOG) e sono rinnovati ogni due anni per un periodo di altri due anni. I membri del WEOG hanno già annunciato candidature per tutti i posti disponibili fino al 2012. In effetti, questi seggi sono molto ambiti e i Paesi candidati preparano con molto anticipo le loro candidature, che sono oggetto di una campagna e di un lobbying molto intensi.

L'accordo sul «clean slate» può tuttavia essere modificato perché a volte i membri 23

L'ECOSOC si riunirà a Ginevra nel 2003 e nuovamente nel 2005.

2340

del gruppo non lo rispettano. Per la Svizzera, nuovo membro dell'Organizzazione, una candidatura al Consiglio di sicurezza è possibile a medio termine, anche se una decisione di principio su una nostra eventuale candidatura dovrebbe essere presa entro termini ragionevoli se si vuole avere l'opportunità di inserirsi nell'elenco dei «clean slates» entro il 2020. Considerato il carattere prevalentemente politico di questa candidatura, le Commissioni della politica estera del Parlamento saranno consultate prima di depositare una candidatura svizzera al Consiglio di sicurezza, come ha garantito il capo del DFAE in occasione delle audizioni del 3 e 4 aprile 2001 sull'adesione della Svizzera all'ONU davanti a queste stesse Commissioni.

4.1.2.5

Fondi e programmi, organizzazioni specializzate, Corte internazionale di giustizia

La Svizzera è membro del Consiglio di amministrazione del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) per il periodo 2002-2004 ed è stata eletta presidente per il 2003. È inoltre membro del Consiglio di amministrazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNDP/FPA) per il 2002-2003. Il nostro Paese è attualmente membro del Consiglio di amministrazione del Programma alimentare mondiale (WFP) sino alla fine del 2003. Conformemente al programma di rotazione esistente, la Svizzera sarà nuovamente candidata a un seggio nel Consiglio di amministrazione del WFP nel 2005.

Pur ospitando l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), che ha sede a Ginevra, il nostro Paese è molto raramente membro del Consiglio di questa organizzazione (l'ultima volta nel 1975). La Svizzera ha presentato la candidatura del direttore di Météosuisse a un posto di membro, ad personam, nel Consiglio della OMM, in vista delle elezioni che avranno luogo durante il Congresso dell'Organizzazione nel maggio del 2003.

È possibile una candidatura al Consiglio esecutivo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) per il 2003 o il 2005.

La Svizzera è molto attiva nei diversi campi di attività di questa organizzazione, dove figura tra i principali contribuenti.

La Svizzera è candidata a un seggio nel Consiglio esecutivo dell'Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) per il periodo 2006­ 2008. La candidatura dovrebbe essere di routine perché è stato istituito un sistema di rotazione di piccoli gruppi di Paesi.

Brillantemente rieletta per quattro anni al Consiglio di amministrazione dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) nel 2002, la Svizzera, Stato ospite di questa Organizzazione e tradizionalmente membro del Consiglio, dovrebbe essere ricandidata al seggio nel 2006.

La questione di una candidatura al Consiglio di amministrazione dell'Ufficio internazionale del lavoro (UIL/OIL), di cui la Svizzera è stata membro dal 1999 al 2002 e presidente nel 1999-2000, rimane aperta, dal momento che le regole di rotazione in seno al gruppo europeo devono essere oggetto di nuove discussioni entro il 2005.

Il nostro Paese è attualmente membro del Consiglio dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) fino alla fine del 2004.

2341

Infine, la Svizzera, che dispone di eminenti giuristi, potrebbe prendere in considerazione una candidatura di uno dei suoi cittadini come giudice alla Corte internazionale di giustizia (CIG).

4.2

Gli Svizzeri nel sistema delle Nazioni Unite

4.2.1

Visione d'insieme

Tutto il sistema delle Nazioni Unite, comprese le istituzioni specializzate, dà lavoro a oltre 200 000 persone nel mondo intero. Per una buona parte il personale logistico è reclutato sul territorio, come gli insegnanti e gli infermieri nei campi profughi, gli autisti di autocarri o il personale di segreteria. Il rimanente è composto di specialisti reclutati su base internazionale, come agronomi, medici, giuristi, economisti, statistici, interpreti, eccetera.

Gli Svizzeri sono impiegati in entrambe le categorie. Alla metà del 2002, i servizi centrali delle Nazioni Unite ne impiegavano 172 di cui 130 appartenenti al primo gruppo e in molti casi reclutati a Ginevra e 42 specialisti in servizio in tutto il mondo. Altri 114 specialisti svizzeri erano impiegati da 24 altre istituzioni e agenzie delle Nazioni Unite24.

A metà 2002, tutto il sistema delle Nazioni Unite dava lavoro a un totale di 156 specialisti svizzeri in 46 Paesi e a circa 200 persone appartenenti ai servizi logistici, di principio reclutati sul posto e sovente a Ginevra.

4.2.2

Impatto dell'adesione all'ONU sul reclutamento degli Svizzeri

Contrariamente a ciò che molti credono, pochi posti sottostanno a quote geografiche: la maggior parte delle agenzie dell'ONU vogliono avere i migliori specialisti che possono reclutare sul mercato mondiale. La formazione e l'esperienza professionale sono determinanti. Anche la conoscenza di diverse delle sei lingue ufficiali (inglese, arabo, cinese, spagnolo, francese e russo) svolge un ruolo importante. Solo in seguito entrano in considerazione la nazionalità, il sesso e altri elementi per garantire un equilibrio tra i cittadini dei Paesi industrializzati e dei Paesi in sviluppo o tra i sessi. La maggior parte dei posti messi a concorso seguono quindi questi criteri. Per i candidati svizzeri, fino all'adesione, il fatto di essere cittadini di uno Stato non membro costituiva uno svantaggio quando erano in competizione con candidati di altri Paesi che dimostravano competenze ed esperienze equivalenti.

I posti dei servizi centrali delle Nazioni Unite che sottostanno alla ripartizione geografica sono circa 2700. Sono destinati agli organi politici come il Consiglio di sicurezza, l'Assemblea generale, l'UNCTAD e le cinque Commissioni economiche regionali. La quota svizzera ammonta a circa l'1 per cento. Questa cifra corrisponde alla nostra quota parte di finanziamento al preventivo dell'ONU e dà diritto a 25­30

24

Le istituzioni finanziarie internazionali come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e le banche regionali non sono incluse.

2342

posti. Prima dell'adesione, 11 di questi posti erano già occupati da cittadini svizzeri, principalmente all'UNCTAD. Con l'adesione, una quindicina di nuovi posti dovrebbe spettare a cittadini svizzeri.

Non appena l'adesione della Svizzera è stata approvata dall'Assemblea generale dell'ONU, i cittadini svizzeri hanno potuto presentare la loro candidatura agli esami del concorso di ammissione ai posti sottostanti alla ripartizione geografica, rivolto ai cittadini di Paesi non sufficientemente rappresentanti tra il personale dell'ONU. Il numero di candidati svizzeri non è noto, ma si sa che in totale sono state depositate 18 000 candidature entro i termini previsti.

L'impatto qualitativo dell'adesione della Svizzera sulle possibilità di impiego all'ONU è notevole: i candidati svizzeri non saranno più scartati, con qualifiche professionali uguali, in base alla loro nazionalità.

4.2.3

Aumentare il numero di Svizzeri nelle organizzazioni intergovernative

La Svizzera è membro di un centinaio di organizzazioni intergovernative. Tenuto conto della sua solida situazione economica, versa contributi statutari e volontari che su scala mondiale la collocano all'incirca al 14° posto. Questa posizione le dà un indubbio peso nelle decisioni ma a questa forza finanziaria non corrisponde una proporzione adeguata di personale. Il ruolo internazionale che la Svizzera può svolgere grazie alla sua buona presenza finanziaria è quindi indebolito dalla sua modesta presenza di personale.

Inoltre, le inchieste svolte hanno mostrato che all'ONU, come nelle altre organizzazioni internazionali, la maggioranza degli impiegati svizzeri è in una classe di età elevata, spesso vicino alla pensione. Il ricambio è insufficiente. Senza misure correttive, la presenza svizzera, già modesta, si indebolirebbe ulteriormente nei prossimi anni. Per tentare di contrastare questa evoluzione sfavorevole, è stata istituita una sezione specifica all'interno del DFAE al fine di promuovere il ricambio svizzero nelle organizzazioni internazionali.

La presenza della Svizzera tra il personale delle organizzazioni internazionali tende a diminuire, in particolare a causa dell'invecchiamento e del progressivo pensionamento delle persone attualmente in carica, ma anche dell'esitazione di molti Svizzeri ad accettare lavori in ambienti geografici a volte poco privilegiati. È importante stimolare e favorire l'impegno dei giovani universitari svizzeri all'ONU e nelle altre organizzazioni internazionali.

4.2.4

Informazione e consulenza

Abbiamo constatato che le organizzazioni internazionali erano poco conosciute al pubblico, in particolare ai principali interessati ovvero gli ambienti universitari. È stata quindi effettuata una campagna di corsi e conferenze mirata in modo particolare a questi ambienti che ha riscontrato un grande successo e, come menzionato in precedenza, ha portato un numero crescente di studenti al termine della formazione a considerare una carriera all'ONU o in altre organizzazioni. Questo impegno sarà

2343

rinnovato nel 2003. In seguito a diversi interventi dell'Amministrazione federale, le organizzazioni internazionali hanno inoltre iniziato a interessarsi attivamente al mercato del lavoro svizzero.

Ciò nonostante, i posti messi a concorso a livello internazionale attirano sovente centinaia e a volte migliaia di candidature. Inoltre, il livello mondiale della formazione universitaria è molto migliorato nel corso degli ultimi due decenni. Anche se le università svizzere, così come quelle europee e statunitensi, mantengono la loro eccellente reputazione, Paesi come Cina, India, Pakistan, Egitto, Messico, Brasile o Cile ­ per citarne solo alcuni ­ consegnano diplomi il cui valore regge il confronto con il nostro Paese. Occorre aggiungere la comparsa sul mercato del lavoro internazionale di persone molto qualificate provenienti dall'Europa dell'Est e dalla Russia, che sino a dieci anni fa erano molto rare. Questa evoluzione è di per sé positiva ma accresce la concorrenza.

Per i giovani svizzeri, la concorrenza internazionale per un posto di lavoro all'ONU o in altre organizzazioni internazionali è diventata molto aspra. Intendiamo pertanto rafforzare l'impegno in materia d'informazione e di consulenza ai giovani universitari svizzeri interessati.

4.2.5

Programma per i giovani professionisti

Come accade sovente nel settore privato, le organizzazioni richiedono anche per i posti di inizio carriera un'esperienza professionale preliminare di due o tre anni. Pur avendo un diploma in tasca, un giovane universitario svizzero si trova quindi nella situazione in cui i suoi studi da soli, anche se eccellenti, non gli consentono di trovare un impiego corrispondente alla sua formazione. In mancanza d'altro, alcuni finiscono con l'accettare lavori temporanei, a volte ben pagati ma senza alcun rapporto con gli studi svolti. Perdono quindi a poco a poco le loro competenze. Altri espatriano, in particolare verso gli Stati Uniti, e non ritornano sempre in patria25.

L'investimento della Confederazione e dei Cantoni per la loro formazione è male utilizzato o addirittura perso per l'economia nazionale.

Per rispondere alla domanda, occorre quindi istituire un ponte tra il mondo accademico e le organizzazioni internazionali che dovrebbe consentire di acquisire l'esperienza pratica per iniziare una vera e propria carriera professionale.

Le prassi adottate da diversi Paesi occidentali evidenziano due approcci generali: In alcuni Paesi, spesso anglosassoni, il sostegno all'avvio della carriera professionale ha luogo mediante mutui bancari preferenziali. Si tratta di una sorta di venture capital investito nel futuro professionale del giovane universitario e che gli consente di «farsi valere» con un salario minimo. Questo approccio ha il vantaggio di responsabilizzare il giovane. Presenta tuttavia l'inconveniente di far cominciare una vita professionale in condizioni delicate.

25

È stato calcolato che, negli anni Novanta, il flusso migratorio netto tra gli Stati Uniti e la Svizzera di persone con una formazione accademica era di circa 400 persone all'anno a favore degli Stati Uniti e che ognuna di queste persone aveva generato tra 3 e 5 posti di lavoro negli USA.

2344

Altri Paesi, in genere dell'Europa continentale, utilizzano le organizzazioni internazionali a tal fine26. Vi collocano per due o tre anni giovani universitari mediante programmi finanziati dallo Stato, in modo da rafforzare i settori di attività delle organizzazioni internazionali che sono prioritari per il Paese. L'ONU forma in tal senso molti giovani, così come le altre organizzazioni internazionali. Al termine del suo impiego, con l'esperienza internazionale accumulata, la persona può rimanere nell'organizzazione, entrare nei servizi del governo che l'ha collocata o fornire la sua esperienza al settore privato.

Il nostro Consiglio intende proseguire la sua azione a favore del reclutamento di Svizzeri competenti da parte dell'ONU e di altre organizzazioni internazionali e proporre al Parlamento l'attuazione di un programma federale di giovani professionisti svizzeri in vista del loro collocamento all'ONU e in altre organizzazioni internazionali.

26

Da una recente inchiesta svolta in 16 Paesi risulta che 14 di essi svolgono simili programmi.

2345

Lista allegati: 1a Evoluzione del contributo obbligatorio della Svizzera all'ONU 2001­2003 1b Panoramica dei contributi versati dalla Svizzera al sistema ONU nel 2001 2

Elenco delle dichiarazioni della Svizzera durante la 57a Assemblea generale dell'ONU

3

La Fondazione degli immobili per le organizzazioni internazionali (FIPOI) in cifre

4

«La Ginevra internazionale in cifre»

5

Gli Svizzeri all'ONU

6

Elenco delle abbreviazioni

2346

Allegato 1a

Evoluzione del contributo obbligatorio della Svizzera all'ONU 2001­2003 (importi in franchi svizzeri) 2001

2002

come osservatore 1.1.­31.12.2001

pro rata come osservatore

6 522 504 1. Budget regolare 2. Tribunali dell'ONU ­ Tribunale penale internaz. per l'ex Jugoslavia ­ Tribunale penale internaz. per il Ruanda 3. Operazioni per il mantenimento della pace

5 570 392

Contributi a fondi per il biennio 2002­2003: ­ Fondi di esercizio ­ Fondi di riserva per operazioni per il mantenimento della pace Totale

2003 pro rata come (anteprima) membro effettivo

6 189 325

25 800 897

596 598

2 455 635

481 992

2 027 571

13 075 043

42 980 784

2 229 500 3 344 250 6 522 504

5 570 392

25 916 708

73 264 887

Tassi di conversione USD-CHF 2001 = 1.65 2002 = 1.75 2003 = 1.50

2347

Allegato 1b

Panoramica dei contributi versati dalla Svizzera al sistema ONU nel 2001 (in franchi svizzeri) 1 1.1 1.2 1.3

Nucleo ONU ONU (cfr. allegato 1a) Contributi volontari per operazioni di mantenimento della pace Organi sussidiari, istituti e commissioni*

6 522 504 7 811 902 199 209 085

Totale nucleo ONU 2 Organizzazioni speciali** 3 Banca mondiale e Fondo monetario internazionale (Bretton Woods) e istituzioni associate***

213 543 491 63 551 919 239 269 318

Totale 1+2+3 (sistema ONU)

516 364 728

* ** ***

2348

nei settori sviluppo, aiuto umanitario, diritti umani, ambiente, ricerca, formazione FAO, AIEA, IFAD, ICAO, OIL, UIT, IMO, UNESCO, UNIDO, UPU, OMS, OMPI, OMM CGIAR, GEF, IDA, IFC, MIGA

Allegato 2

Dichiarazioni della Svizzera durante la 57a sessione dell'Assemblea generale I testi sono disponibili su Internet all'indirizzo:www.eda.admin.ch/newyork_miss/f/home.html Assemblea generale plenaria: 10.09.2002: Discorso del presidente della Confederazione, Kaspar Villiger, in occasione dell'adesione della Svizzera all'ONU 13.09.2002: Discorso del consigliere federale Joseph Deiss alla 57a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU, dibattito generale 16.09.2002: Riunione plenaria di alto livello dell'Assemblea generale per esaminare il tipo di sostegno più adatto al Nuovo Partenariato per lo Sviluppo Africano: dichiarazione del consigliere federale Joseph Deiss, capo del Dipartimento federale degli affari esteri della Svizzera, 57a sessione 07.10.2002: Seguito da dare ai risultati del vertice del Millenario: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C. A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite a New York (punto 44 dell'ordine del giorno) 31.10.2002: Rafforzamento del sistema delle Nazioni Unite: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C. A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 52 dell'ordine del giorno) 19.11.2002: Assistenza all'iniziativa antimine: dichiarazione di Marc-Alain Stritt, consigliere militare, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 28 dell'ordine del giorno) 25.11.2002: Rafforzamento del coordinamento dell'aiuto umanitario: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C.A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 21 dell'ordine del giorno) 02.12.2002: La situazione in Medio Oriente: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C.A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 36 dell'ordine del giorno) Assemblea generale: Prima Commissione: 02.10.2002: Dichiarazione dell'ambasciatore Christian Faessler, rappresentante permanente della Svizzera presso la Conferenza per il disarmo (dibattito generale) 16.10.2002: Armi convenzionali: dichiarazione dell'ambasciatore Christian Faessler, rappresentante permanente della Svizzera presso la Conferenza per il disarmo

2349

Assemblea generale: Seconda Commissione: 03.10.2002: Questioni di politica macroeconomica: dichiarazione di Olivier Chave, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 84 (b) (d) (e) (f) dell'ordine del giorno) 16.10.2002: Questioni di politica macroeconomica: scienza e tecnologia per lo sviluppo: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C.A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 84 c) 21.10.2002: Ambiente e sviluppo sostenibile: dichiarazione di Stefano Toscano, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 87 (b) (c) (d) (e) (f) dell'ordine del giorno) 28.10.2002: Attività operative per lo sviluppo: dichiarazione di Olivier Chave, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 88 dell'ordine del giorno) 04.11.2002: Terza Conferenza delle Nazioni Unite sui Paesi meno progrediti: dichiarazione di Olivier Chave, Missione permanente della Svizzera Presso le Nazioni Unite (punto 96: 3e dell'ordine del giorno) 07.11.2002: Formazione e ricerca: dichiarazione di Ariane Waldvogel, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 90 dell'ordine del giorno) 08.11.2002: Riunione internazionale di alto livello incaricata di esaminare la questione del finanziamento dello sviluppo: dichiarazione di Olivier Chave, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 93 dell'ordine del giorno) 13.11.2002: Ambiente e sviluppo sostenibile: dichiarazione dell'ambasciatore Beat Nobs, Ufficio federale dell'ambiante, delle foreste e del paesaggio (punto 87 a) 14.11.2002: Ambiente e sviluppo sostenibile ­ Clima: dichiarazione dell'ambasciatore Beat Nobs, Ufficio federale dell'ambiante, delle foreste e del paesaggio (punto 87 (c) dell'ordine del giorno) 14.11.2002: Questioni di politica settoriale: «Business Development»: dichiarazione di Olivier Chave, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 85(b) dell'ordine del giorno) 15.11.2002: Sviluppo sostenibile e cooperazione economica internazionale: anno internazionale della montagna: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C.A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 86) Assemblea generale: Terza Commissione: 14.10.2002: Promozione e protezione dei diritti del fanciullo: dichiarazione della delegazione svizzera nella Terza Commissione (punti 105 e 43 dell'ordine del giorno)

2350

30.10.2002: Progetto di protocollo facoltativo alla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 109 (a) dell'ordine del giorno) 05.11.2002: Questioni relative ai diritti umani: dichiarazione della delegazione svizzera nella Terza Commissione (punto 109 (b) dell'ordine del giorno) Assemblea generale: Quarta Commissione: 30.10.2002: Questioni relative all'informazione: dichiarazione di Pierre Helg, rappresentante permanente aggiunto della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 79 dell'ordine del giorno) 04.11.2002: Agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza e la ricostruzione a favore dei rifugiati di Palestina nel Vicino Oriente (UNRWA): dichiarazione della delegazione svizzera nella Quarta Commissione (punto 76 dell'ordine del giorno) Assemblea generale: Quinta Commissione: 25.10.2002: Migliorare la situazione finanziaria delle Nazioni Unite: dichiarazione di Julius Anderegg, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 114 dell'ordine del giorno) 29.10.2002: Programma di budget 2002-2003 ­ «Capital Master Plan»: dichiarazione di Julius Anderegg, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 112 dell'ordine del giorno) Assemblea generale: Sesta Commissione: 23.09.2002: Convenzione internazionale contro la clonazione di esseri umani a fini riproduttivi: dichiarazione di Claude-Georges Ducret, capo della Sezione «Presenza svizzera nelle organizzazioni internazionali» della Divisione politica III del DFAE (punto 162 dell'ordine del giorno) 02.10.2002: Stato di ratifica del Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 1949 relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali: dichiarazione di Valentin Zellweger, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 152 dell'ordine del giorno) 14.10.2002: Istituzione della Corte penale internazionale: dichiarazione di Valentin Zellweger, Missione permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite (punto 158 dell'ordine del giorno) 28.10.2002: Rapporto della Commissione di diritto internazionale: Protezione diplomatica: dichiarazione dell'ambasciatore Nicolas Michel, giureconsulto, Direzione del diritto internazionale pubblico del DFAE (punto 156 dell'ordine del giorno)

2351

04.11.2002: Rapporto della Commissione di diritto internazionale (capitoli IV, VII, VIII e IX): dichiarazione di Jürg Lindenmann, supplente del giureconsulto, Direzione del diritto internazionale pubblico del DFAE (punto 156 dell'ordine del giorno) Consiglio di Sicurezza: 11.10.2002: «Armi leggere»: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C.A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite 17.10.2002: «La situazione tra l'Iraq e il Kuwait»: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C.A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite 10.12.2002: «Protezione dei civili nei conflitti armati»: dichiarazione di Pierre Helg, rappresentante permanente aggiunto della Svizzera presso le Nazioni Unite 14.01.2003: «I bambini nei conflitti armati»: dichiarazione dell'ambasciatore Jenö C.A. Staehelin, rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite

2352

Allegato 3

La Fondazione degli immobili per le organizzazioni internazionali (FIPOI) in cifre27 1. Mutui della Confederazione (A) Saldo dei mutui rimborsabili alla Confederazione (al 31.12.2002) a titolo di sostegno alla costruzione di immobili per le organizzazioni internazionali Oggetti

Importi

Edifici di proprietà della FIPOI:

73 561 900

­ Parcheggio Piazza della Nazioni ­ Centro internazionale di conferenze di Ginevra (CICG)

10 563 300 62 998 600

Edifici di proprietà di organizzazioni internazionali: ­ Organizzazione meteorologica mondiale (OMM): sede 1995 ­ Ufficio internazionale del lavoro (UIL): sede 1975 ­ Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT): ampliamento della sede 1975 ­ Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT): ampliamento della sede 1986 ­ Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT): ampliamento della sede 1996 ­ Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI): sede ­ Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI): trasformazione 1987 ­ Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM): sede 1983 ­ Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN): edificio amministrativo 1984 ­ Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN): edificio dei fisici 1993 ­ Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FISCR): sede 1994 ­ Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR): Centro di formazione Ecogia / Versoix 2000 Totale mutui rimborsabili al 31 dicembre 2002

27

323 053 489 69 633 800 85 152 610 1 837 400 16 383 800 44 518 750 30 769 745 6 465 630 11 426 628 6 943 220 30 111 115 10 219 291 9 591 500 396 615 389

Tutti gli importi sono espressi in franchi svizzeri.

2353

(B) Mutui rimborsati alla Confederazione (per esempio al 31.12.2002) a titolo di sostegno alla costruzione di immobili per le organizzazioni internazionali: organizzazione

di data

ultimo rimborso

6 500 000

19.12.1967

1999

Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN)

48 700 000

30.05.1973

1995

Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT)

21 000 000

19.12.1967

1999

Organizzazione meteorologica mondiale (OMM)

mutuo

(C) Nel corso del 2002 la Confederazione ha versato alla FIPOI, a titolo di crediti di costruzione (senza interesse, rimborsabili in 50 anni) e a favore delle organizzazioni internazionali con sede a Ginevra, un importo totale di 6 500 000 franchi di cui ­

1 500 000 franchi per i progetti dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS)/Programma HIV/Aids delle Nazioni Unite (UNAIDS)

­

5 000 000 franchi per costruire la nuova sede dell'Unione interparlamentare (UIP)

(D) A loro volta le organizzazioni internazionali e la FIPOI hanno rimborsato alla Confederazione, a titolo di ammortamento dei crediti di costruzione per il 2002, importi per un totale di 10 039 300 franchi.

2. Aiuti finanziari della Confederazione alla FIPOI (a fondo perso) Nel 2002 la Confederazione ha versato alla FIPOI per gestire, mantenere e rinnovare i suoi edifici: 6 581 900 franchi di cui ­

5 141 000 franchi a copertura del deficit del Centro internazionale di conferenze di Ginevra (CICG), che viene messo gratuitamente a disposizione delle organizzazioni internazionali e delle ONG

­

500 000 franchi per le spese di gestione e di manutenzione della sala di conferenze William Rappard nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

­

940 900 franchi per la manutenzione del Centro William Rappard, sede dell'OMC

2354

3. Patrimonio della FIPOI Al 31 dicembre 2001 il patrimonio immobiliare della Fondazione, stimato al suo valore di assicurazione contro l'incendio, ammontava a 549 000 000 franchi.

Il valore dei fondi per i quali il Cantone Ginevra concede un diritto di superficie a titolo gratuito è stimato a 210 milioni di franchi.

Al 31 dicembre 2001 il fondo di riserva della FIPOI ammontava a 52 400 000 franchi. Il fondo è destinato a pagare i lavori periodici di rinnovamento degli immobili.

4. Investimenti della FIPOI Nel corso del 2002 la FIPOI ha sottoposto i suoi immobili a lavori di rinnovamento per un totale di circa 7 000 000 franchi.

Ha impegnato anche 5 000 000 franchi circa per costruire l'edificio amministrativo Balexert BAB (ampliamento della Casa internazionale dell'ambiente IEH), il cui costo totale (terreno, costruzione e spese di natura finanziaria) dovrebbe ammontare a 26 000 000 franchi per 6500 m2 di uffici e sale conferenze.

5. Attività nel settore della Confederazione Nel 2002 il Centro internazionale di conferenze di Ginevra (CICG) ha ospitato 24 540 partecipanti alle conferenze e congressi internazionali che vi hanno avuto luogo. Vi si sono svolte 36 conferenze a cui hanno partecipato dalle 200 alle 500 persone, 11 conferenze di oltre 500 partecipanti e una di oltre 1000 partecipanti. Nel 2002 gli ospiti del CICG hanno totalizzato 64 000 pernottamenti a Ginevra.

6. Effettivi Alla fine del 2002 la Fondazione impiegava 38 collaboratori.

7. Dati finanziari Il volume d'attività della FIPOI nel 2001 / 2002 (esclusi gli investimenti di cui al n. 4) è il seguente: Attività

FIPOI 2001

Budget 2002

Conferenze Edifici (manutenzione) Gestione di immobili

5 800 000 6 000 000 10 300 000

6 000 000 5 800 000 10 300 000

2355

Allegato 4

La GINEVRA internazionale in cifre Fonte: Missione permanente della Svizzera presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e delle altre organizzazioni internazionali a Ginevra (http://www.dfae.admin.ch/geneve)

Organizzazioni internazionali ­ Organizzazioni internazionali presenti in Svizzera (con accordo di sede) di cui 20 con sede a Ginevra.

­ Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (ONUG)28 composto di un Segretariato e di organismi dell'ONU quali: ­ Organismi con sede principale a Ginevra: ECE-ONU, CCI (UNCTAD/OMC), UNCC, UNCTAD, UNHCR, UNHCHR, UNIDIR, UNRISD, UNITAR ecc.

­ Organismi con ufficio regionale per l'Europa a Ginevra: BCAH (New York), UNCHS (HABITAT) (Nairobi), PNUD (New York), PNUE (Nairobi), UNICEF (New York) ecc.

­ Organismi con ufficio di collegamento a Ginevra: UNFPA (New York), PAM (Roma), UNV (Bonn) ecc.

23 1

­ Casi particolari: ­ La Conferenza per il disarmo (CD) a Ginevra non è un organo delle Nazioni Unite, bensì un organo autonomo che riceve il sostegno del sistema delle Nazioni Unite. Il suo segretariato è assicurato dal Dipartimento per gli affari del disarmo dell'ONU (Ufficio di Ginevra).

­ Il Programma comune HIV/Aids delle Nazioni Unite (UNAIDS) a Ginevra è un programma istituito nel 1996 copatrocinato da Banca mondiale, UNFPA, OIL (2001), OMS, UNDCP (1999), UNPD, UNESCO e UNICEF.

­ Istituzioni specializzate del sistema ONU: IBE/UNESCO, OIL/UIL, OMM, OMPI, OMS, UIT e UPU (Berna).

­ Istituzioni specializzate (con sede al di fuori della Svizzera) con ufficio di collegamento a Ginevra: FAO (Roma), FMI (Washington), UNIDO (Vienna) e UNESCO (Parigi).

28

7

Anche l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) à Vienna ha un ufficio di collegamento a Ginevra (fondata sotto l'egida dell'ONU, l'AIEA non è propriamente un'agenzia specializzata dell'ONU).

A seguito dell'adesione della Svizzera il 10.09.2002 e della Repubblica Democratica di Timor Est il 27.09.2002, l'ONU conta 191 Stati membri di cui 149 rappresentati a Ginevra (Svizzera compresa).

2356

­ Organizzazioni internazionali al di fuori del sistema ONU: ACWL, AELS, BITH, BRI (Basilea), CERN, CICR, Corte di conciliazione e d'arbitrato OSCE, CS, FISCR, OIM, OIPC, OMC, OTIF (Berna), UIP e UPOV.

15

­ Organizzazioni non governative a carattere spiccatamente intergovernativo presenti in Svizzera (con accordo di natura fiscale): ACI, IATA e SITA (Ginevra), AMA (Ufficio europeo a Losanna, sede a Montreal) e UICN (Gland/Vaud).

5

Stati esteri, missioni, rappresentanze e delegazioni permanenti Stati esteri rappresentati a Ginevra da una missione/rappresentanza presso l'UNOG, l'OMC o la CD29

149

­ Missioni permanenti presso l'UNOG (e presso altre organizzazioni internazionali)30

150 21

­ Missioni permanenti (separate) presso l'OMC31 ­ Rappresentanze permanenti (separate) presso la

CD32

­ Missioni speciali33

16 10

­ Delegazioni permanenti di organizzazioni internazionali (uffici di osservatori)34

9

­ Altre entità (con statuto d'osservatore presso l'UNOG)35

2

Totale delle missioni, rappresentanze e delegazioni a Ginevra

29

30 31

32

33 34

35

208

Tutti questi Stati dispongono di una missione presso l'UNOG e presso altre organizzazioni internazionali. Alcuni Stati dispongono inoltre di una missione/rappresentanza separata presso l'OMC e/o la CD.

La Santa Sede dispone di una missione di osservazione presso l'UNOG.

21 membri dell'Organizzazione mondiale del commercio dispongono di una missione separata presso l'OMC: Australia, Cile, Cina, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Haiti, Honduras, Hong Kong (Cina), India, Malesia, Messico, Norvegia, Panama, Pakistan, Svizzera, Stati Uniti d'America, Territorio doganale separato di Taiwan, Penghu, Kinmen e Matsu, Tailandia, Turchia e Ungheria.

16 membri della Conferenza per il disarmo dispongono di una rappresentanza separata presso la CD: Australia, Belgio Canada, Cile, Cina, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Stati Uniti d'America.

Missioni speciali: cfr. elenco a p. 74.

Delegazioni permanenti delle organizzazioni internazionali (uffici di osservatori): Banca mondiale, Gruppo ACP, LEA, OAT, OCI, OIF, UA e UE. A Ginevra l'UE è rappresentata dalla delegazione permanente della Commissione europea e dall'Ufficio di collegamento del Segretariato generale del Consiglio dell'Unione europea. Queste delegazioni rappresentano le loro organizzazioni presso l'UNOG e/o l'OMC come pure presso altre organizzazioni internazionali.

Altre entità (osservatori): Autorità palestinese e G15. Anche il Sovrano Militare Ordine di Malta possiede uno statuto di osservatore presso l'UNOG.

2357

­ Missioni permanenti presso l'UNOG (e presso altre organizzazioni internazionali) con sede fuori Ginevra (all'estero)36

6

Rappresentanze dello stato ospite ­ Missione permanente della Svizzera presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e presso altre organizzazioni internazionali a Ginevra ­ Divisione multilaterale ­ Rappresentanza permanente della Svizzera presso la CD ­ Divisione Stato ospite ­ Missione permanente della Svizzera presso l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e l'Associazione europea di libero scambio (ONU) (ECE-ONU, UNCTAD, CCI)

Missioni speciali (10) ­ Delegazione della Federazione Russa alla Commissione speciale di verifica (CSV) ­ Delegazione degli Stati Uniti d'America alla Commissione speciale di verifica (CSV) ­ Delegazione dell'Ucraina alla Commissione speciale di verifica (CSV) ­ Delegazione della Repubblica di Bielorussia alla Commissione comune del rispetto e delle ispezioni (CCRI) ­ Delegazione della Repubblica del Kazakistan alla Commissione comune del rispetto e delle ispezioni (CCRI) ­ Delegazione della Federazione Russa alla Commissione comune del rispetto e delle ispezioni (CCRI) ­ Delegazione degli Stati Uniti d'America alla Commissione comune del rispetto e delle ispezioni (CCRI) ­ Delegazione dell'Ucraina alla Commissione comune del rispetto e delle ispezioni (CCRI) ­ Delegazione della Federazione Russa alla Commissione consultiva permanente ­ Delegazione degli Stati Uniti d'America alla Commissione consultiva permanente

36

Missioni permanenti presso l'UNOG con sede fuori Ginevra (all'estero): Antigua-eBarbuda (Londra), Dominica (Londra), Guinea equatoriale (Parigi), Guinea Bissau (Bruxelles), Nigeria (Bruxelles) e Togo (Paris).

2358

Organizzazioni non governative (ONG) ONG con statuto consultivo presso le Nazioni Unite: ONG presenti a Ginevra (con sede principale o rappresentanza) ONG presenti in Svizzera fuori Ginevra

ca. 170 ca. 60

Totale ONG presenti in Svizzera

ca. 230

Riunioni, delegati e visite ufficiali (cifre arrotondate) Nel 200037

Riunioni e conferenze organizzate ogni anno

OI a Ginevra

OI ONG in Svizzera a Ginevra (compresa Ginevra)

2 055

2 190

1 500

Riunioni e conferenze di mezza giornata

17 170

17 579

3 312

Delegati/esperti che assistono a riunioni e conferenze

89 000

94 165

22 000

Visite a Ginevra di capi di Stato/di governo, di ministri e di altre personalità ufficiali (VIP) all'anno38

3000

Indicazioni finanziarie (in franchi svizzeri)39 ­ Spese sostenute nel 2000 dalle organizzazioni internazionali presenti a Ginevra

3,991 miliardi

4,253 miliardi ­ Spese sostenute nel 2000 dalle organizzazioni internazionali presenti in Svizzera ­ di cui 2,4 miliardi spesi sotto forma di salari versati a persone residenti in Svizzera o di importi versati per l'acquisto di beni o servizi a imprese stabilite nel Paese

37

38

39

Fonte: «Enquête sur les organisations internationales» pubblicata dall'Ufficio cantonale di statistica di Ginevra (OCSTAT: www.geneve.ch/statistique) (marzo 2002, dati relativi al 2000). Una riunione si svolge in linea di massima sull'arco di più giorni, mentre ogni seduta dura in media tre ore.

Per fare un esempio, il direttore generale dell'UNOG ha ricevuto nel 2001 oltre 190 visite ufficiali (segretario generale delle Nazioni Unite, capi di Stato, capi di governo, ministri, segretari di Stato e altri dignitari).

Fonte: «Enquête sur les organisations internationales» pubblicata dall'Ufficio cantonale di statistica di Ginevra (OCSTAT : www.geneve.ch/statistique) (marzo 2002, dati relativi al 2000).

2359

Posti di lavoro e comunità internazionale (cifre arrotondate) ­ Posti di lavoro nelle organizzazioni internazionali (OI) in Svizzera40

25 000

­ Funzionari internazionali in Svizzera titolari di una tessera di le gittimazione rilasciata dalla Missione svizzera

17 900

­ Posti di lavoro nelle organizzazioni internazionali (OI) a Ginevra

23 000

(13)

­ Funzionari internazionali a Ginevra titolari di una tessera di le gittimazione rilasciata dalla Missione svizzera

17 100

­ Membri del personale delle Missioni permanenti (MP) a Ginevra, compresi gli uffici di osservatori

3 800

­ Comunità internazionale in Svizzera (OI/MP) compresi i famigliari e il personale domestico privato (titolari di una tessera di legittimazione rilasciata dalla Missione svizzera)

33 000

­ Posti di lavoro nelle organizzazioni internazionali che hanno concluso un accordo di natura fiscale con la Svizzera (ACI, AMA, IATA, SITA e UICN)

2 200

­ Posti di lavoro nelle ONG a Ginevra (stima) ­ Posti di lavoro generati dalla Ginevra internazionale

40

41

900

(stima)41

14 000

Fonte: «Enquête sur les organisations internationales» pubblicata dall'Ufficio cantonale di statistica di Ginevra (OCSTAT : www.geneve.ch/statistique) (marzo 2002, dati relativi al 2000).

La cifra comprende i posti di lavoro del settore privato generati a Ginevra grazie alla presenza delle organizzazioni e delle missioni.

2360

Allegato 5

Gli Svizzeri all'ONU

16

109 23 25

4 0

A metà del 2002 circa 180 Svizzeri lavoravano nel sistema ONU.

2361

Allegato 6

Elenco delle abbreviazioni ACABQ ACI ACP ACWL AELS AG AID AIEA AMA art.

ASNU AU BAB BITH BRI BWI CADONG CAGI CAP CBD CCD CCI CCW CD CERN CESCR CFF CGIAR CHF CHR CICG CICR CIG CITES CIVPOL CND 2362

Comitato consultivo per le questioni amministrative e di bilancio Airport Council International Gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Convenzione di Lomè) Advisory Centre on WTO Law Associazione europea di libero scambio Assemblea generale Associazione internazionale di sviluppo Agenzia internazionale per l'energia atomica Agenzia mondiale anti-doping articolo Associazione Svizzera ­ Nazioni Unite Unione africana edificio amministrativo «Balexert» Ufficio internazionale del tessile e dell'abbigliamento Banca dei regolamenti internazionali Istituzioni di Bretton Woods Centro di accoglienza per le delegazioni e le ONG Centro di accoglienza Ginevra Internazionale Processo d'appello consolidato Convenzione sulla biodiversità Convenzione contro la desertificazione Centro del commercio internazionale (CNUCED/OMC) Convenzione su alcune armi convenzionali Conferenza per il disarmo Centro europeo di ricerca nucleare Comitato per i diritti economici, sociali e culturali Controllo federale delle finanze Gruppo consultivo per la ricerca agraria internazionale Franchi svizzeri Commissione per i diritti umani Centro internazionale di conferenze di Ginevra Comitato internazionale della Croce Rossa Corte internazionale di giustizia Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvagge minacciate d'estinzione Polizia civile delle Nazioni Unite Commissione per gli stupefacenti (Commission on Narcotic Drugs)

CNUCED COHRED COTIF CPC CPD cpv.

CS CSD CsocD CSW CTBT DCAF DDPS DFAE DHA DPKO DSC ECA ECE ECE-ONU ECLAC ECOSOC ECOWAS ESCAP ESCWA FAO FCG FF FIPOI FISCR FMCT FMI fr.

G77 G8 GCSP

Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e sullo sviluppo Council on Health Research and Development Convenzione relativa ai trasporti internazionali per ferrovia Comitato di pianificazione e coordinamento Commissione per la popolazione e lo sviluppo capoverso Centro sud Commissione per lo sviluppo sostenibile Commissione per lo sviluppo sociale (Commission on Social Developmnet) Commissione dell'ONU per i diritti della donna (Commission on the Status of Women) Trattato per il bando completo della sperimentazione nucleare Centro per il controllo democratico delle Forze armate di Ginevra Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport Dipartimento federale degli affari esteri Dipartimento per gli affari umanitari Dipartimento delle operazioni di pace dell'ONU (Department of Peacekeeping Operations) Direzione dello sviluppo e della cooperazione Commissione economica per l'Africa Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi Consiglio economico e sociale Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale Commissione economica e sociale per l'Asia e il Pacifico Commissione economica e sociale per l'Asia occidentale Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Food and Agriculture Organisation) Federazione ginevrina di cooperazione Foglio federale Fondazione per gli immobili delle organizzazioni internazionali Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa Trattato sul bando di produzione del materiale fissile Fondo monetario internazionale franchi Gruppo dei 77 Gruppo degli 8 Paesi più industrializzati Centro di politica di sicurezza di Ginevra 2363

GEF GEN GF ATM GICHID GSD HABITAT IASC IATA ICAO ICC ICSC ICTY IDA IDP IEH IFAD IFC IFOR ILC IMO incl.

INSTRAW

IOM IPA IPCC ISDR ITC ITCB JIU KFOR LHC loc. cit.

LSA mia.

MIE MIGA MINURSO mio.

2364

Fondo per l'ambiente globale Rete per l'ambiente di Ginevra Fondo globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria Centro ginevrino per lo sminamento umanitario Guardia di sicurezza diplomatica della Polizia di Ginevra Centro delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani Comitato permanente interistituzionale Associazione internazionale die trasporti aerei Organizzazione internazionale dell'aviazione civile Camera di commercio internazionale Commissione per il servizio civile internazionale International Tribunal for Former Yugoslavia Organizzazione internazionale di sviluppo Persone perseguitate nel proprio Paese Casa internazionale dell'ambiente Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo Corporazione internazionale della finanza Implementation Force Commissione del diritto internazionale Organizzazione marittima internazionale incluso Istituto internazionale di ricerca e di formazione per il promovimento della donna (International Research and Training Institute for the Advancement of Women) Organizzazione internazionale per le migrazioni Accademia internazionale della pace Gruppo intergovernativo di esperti dei cambiamenti climatici Strategia internazionale per la prevenzione delle catastrofi Centro internazionale per il commercio International Textiles and Clothing Bureau Corpo comune d'ispezione (Joint Inspection Unit) Kosovo Force (forza internazionale di pace in Kossovo) Large Hadron Collider (grande anello di collisione) loco citato Lega degli Stati Arabi miliardi Casa internazionale dell'ambiente Agenzia multilaterale di garanzie sugli investimenti Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara occidentale milioni

MONUC NNSC NPT OAT OAU OCHA OCHA OCI OCSE ODCCP OHCHR OIF OIL OIM OIPC OMC OMM OMPI OMS ONG ONU OPCW OTIF PEV PIC

PIL PNUD POP RPDC SEE SFOR SG SITA UE UICN

Missione dell'organizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo Commissione di supervisione delle nazioni neutrali in Corea Trattato di non proliferazione delle armi nucleari Organizzazione araba del lavoro Organizzazione per l'unità africana Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) Ufficio di coordinamento degli affari umanitari Organizzazione della Conferenza islamica Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico Ufficio per il controllo delle droghe e la prevenzione della criminalità Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani Organizzazione internazionale della Francofonia Organizzazione internazionale del lavoro Organizzazione internazionale per le migrazioni Organizzazione internazionale della protezione civile Organizzazione mondiale del commercio Organizzazione meteorologica mondiale Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale Organizzazione mondiale della sanità Organizzazioni non governative Organizzazione delle Nazioni Unite Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche Organizzazione dei trasporti internazionali per ferrovia Partito evangelico svizzero Procedura d'assenso preliminare conoscenza con causa per determinati prodotti chimici e pesticidi pericolosi nel commercio internazionale Prodotto interno lordo Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (vedasi anche UNDP) Sostanze inquinanti organiche persistenti Repubblica Popolare Democratica di Corea Spazio economico europeo Stabilisationforce / Forza di stabilizzazione Segretariato generale Società internazionale di telecomunicazioni aeronautiche Unione europea Unione internazionale per la conservazione della natura e delle sue risorse

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UIL UIT UNAIDS UNCC UNCCD UNCDF UNCHS UNCITRAL UNCIVPOL UNCTAD UNDCP UNDP UNEP UNESCO UNFCCC UNFPA UNHCHR UNHCR UNHS (HABITAT) UNICEF UNICRI UNIDIR UNIDO UNIFEM UNITA UNITAR UNMAS UNMEE UNMIBH UNMIK UNMOP UNMOT UNMOVIC UNOG UNOMIG

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Ufficio internazionale del lavoro Unione internazionale delle telecomunicazioni Programma comune delle Nazioni Unite contro l'Aids Commissione delle Nazioni Unite per i risarcimenti Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla siccità e/o alla desertificazione Fondo delle Nazioni Unite per il finanziamento dell'attrezzatura capitale Centro delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (Habitat) Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale Polizia civile delle Nazioni Unite Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo Programma delle Nazioni Unite per il controllo internazionale delle droghe Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Fondo delle Nazioni Unite per l'attività delle popolazioni Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati Centro delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia Istituto interregionale di ricerca delle Nazioni Unite sulla criminalità e la giustizia Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul disarmo Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per la donna Unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca Servizio delle azioni di lotta contro le mine delle Nazioni Unite Missione delle Nazioni Unite in Etiopia ed Eritrea Missione delle Nazioni Unite in Bosnia ed Erzegovina Missione delle Nazioni Unite in Kossovo Missione degli osservatori delle Nazioni Unite a Prevlaka Missione degli osservatori delle Nazioni Unite Tagikistan Commissione di controllo, verifica e ispezione delle Nazioni Unite Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra Missione degli osservatori delle Nazioni Unite in Georgia

UNRISD UNRWA UNSAS UNSCOM UNSG UNSSC UNTSO UNU UNV UPOV UPU USD VIP WADA WEOG WFP WSIS WSSD

Istituto di ricerca delle Nazioni Unite per lo sviluppo sociale Agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza e la ricostruzione a favore dei rifugiati di Palestina nel Vicino Oriente Sistema di predisposizioni delle Forze ONU in attesa Commissione speciale delle Nazioni Unite Segretariato delle Nazioni Unite Staff college del sistema delle Nazioni Unite Organizzazione delle Nazioni Unite per la supervisione dell'armistizio (Medio Oriente) Università delle Nazioni Unite Volontari delle Nazioni Unite Unione internazionale per la protezione delle nuove specie vegetali Unione postale universale dollaro statunitense Very Important Person Agenzia mondiale antidoping Gruppo di Stati dell'Europa occidentale ed altri (Western European and Others Group) Programma alimentare mondiale Vertice mondiale sulla società dell'informazione Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile

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Indice Compendio

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1 Introduzione

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2 Cooperazione della Svizzera con l'ONU 2.1 L'impegno della Svizzera all'ONU dalla sua adesione 2.1.1 L'ONU, piattaforma della cooperazione internazionale 2.1.2 La Svizzera membro dell'ONU: primo bilancio 2.1.3 Pace, sicurezza e disarmo 2.1.4 Politica dello sviluppo e lotta contro la povertà 2.1.5 Diritti dell'uomo 2.1.6 Questioni umanitarie 2.1.7 Questioni economiche e sociali 2.1.8 Ambiente 2.1.9 Diritto internazionale 2.1.10 Finanze e personale dell'ONU 2.1.11 Riforma dell'ONU 2.2 Prospettive per il 2003 e oltre 2.2.1 Prospettive di sviluppo dell'ONU 2.2.2 La Svizzera e l'ONU: uno sguardo sul futuro 2.2.3 Pace, sicurezza e disarmo 2.2.4 Politica di sviluppo e lotta alla povertà 2.2.5 Diritti dell'uomo 2.2.6 Affari umanitari 2.2.7 Questioni sociali ed economiche 2.2.8 Ambiente 2.2.9 Diritto internazionale 2.2.10 Finanze e personale dell'ONU 2.2.11 Riforma dell'ONU 2.2.12 Migrazioni

2289 2289 2289 2290 2292 2297 2299 2300 2302 2303 2304 2307 2308 2311 2311 2311 2313 2315 2316 2317 2318 2319 2320 2321 2322 2323

3 Cooperazione con le organizzazioni internazionali che hanno sede in Svizzera 3.1 Introduzione 3.2 Cooperazione multilaterale 3.2.1 Affari umanitari 3.2.2 Diritti umani 3.2.3 Politica internazionale di sicurezza e disarmo 3.2.4 Scienza e tecnologia 3.2.5 Sanità pubblica e affari socioeconomici 3.2.6 Ambiente 3.2.7 Economia, commercio e sviluppo 3.3 Le attività della Svizzera in quanto Stato ospite 3.3.1 Visione d'insieme sulla politica di Stato ospite della Svizzera 3.3.2 La Ginevra internazionale 3.3.2.1 Alcuni dati

2324 2324 2325 2325 2325 2326 2327 2328 2328 2329 2331 2331 2332 2332

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3.3.2.2 Assistenza ai diplomatici e funzionari internazionali a Ginevra 3.3.2.3 Organizzazioni non governative (ONG) 3.3.2.4 Sicurezza 3.3.2.5 Politica immobiliare e FIPOI 3.3.3 Prospettive di sviluppo della politica di Stato ospite tenendo conto della dimensione regionale 4 Candidature e personale svizzero nel sistema dell'ONU 4.1 Pianificazione delle candidature svizzere all'interno del sistema delle Nazioni Unite 4.1.1 Quadro generale 4.1.2 Prospettive 4.1.2.1 Segretariato 4.1.2.2 Assemblea generale 4.1.2.3 Consiglio economico e sociale (ECOSOC) 4.1.2.4 Consiglio di sicurezza 4.1.2.5 Fondi e programmi, organizzazioni specializzate, Corte internazionale di giustizia 4.2 Gli Svizzeri nel sistema delle Nazioni Unite 4.2.1 Visione d'insieme 4.2.2 Impatto dell'adesione all'ONU sul reclutamento degli Svizzeri 4.2.3 Aumentare il numero di Svizzeri nelle organizzazioni intergovernative 4.2.4 Informazione e consulenza 4.2.5 Programma per i giovani professionisti Lista allegati

2332 2333 2334 2335 2335 2337 2337 2337 2339 2339 2339 2340 2340 2341 2342 2342 2342 2343 2343 2344 2346

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