9.2.2

Messaggio concernente l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica di Macedonia del 10 gennaio 2001

9.2.2.1 9.2.2.1.1

Parte generale Compendio

Il presente Accordo si prefigge essenzialmente di istituire il libero scambio fra gli Stati dell'AELS e la Macedonia. L'accesso ai mercati dell'AELS ­ agevolato da una base contrattuale ­ aiuterà l'ex Repubblica jugoslava nella transizione verso l'economia di mercato. L'Accordo contribuirà inoltre a integrare la Macedonia nella cooperazione economica europea, obiettivo tanto più necessario dal momento che i negoziati fra la Macedonia e l'UE relativi a un accordo di stabilizzazione e di associazione hanno preso il via soltanto nel marzo 2000.

L'Accordo ­ che copre il settore industriale, i prodotti agricoli trasformati, nonché il pesce e gli altri prodotti del mare ­ è di tipo asimmetrico: mentre gli Stati dell'AELS rinunceranno completamente a prelevare dazi e altri tributi dal momento dell'entrata in vigore dell'Accordo, la Macedonia avrà dieci anni di tempo per smantellare gradualmente il sistema tariffale. Al momento dell'entrata in vigore, circa il 60 per cento delle esportazioni svizzere saranno esentate da qualsiasi dazio o tributo. Durante il periodo di transizione, gli altri prodotti d'esportazione fruiranno di riduzioni progressive dei dazi, sino al conseguimento del pieno regime di libero scambio. Un dispositivo speciale impedisce che con la futura entrata in vigore dell'Accordo d'associazione fra l'UE e la Macedonia, i Paesi dell'AELS siano subordinati a condizioni d'accesso al mercato macedone meno favorevoli di quelle offerte ai membri dell'UE. Attualmente, la Svizzera accorda autonomamente alla Macedonia i vantaggi concessi ai Paesi in sviluppo conformemente al nostro sistema generale di preferenze tariffali. Una parte delle concessioni tariffali svizzere corrisponde a un consolidamento di quelle esistenti, ma sulla base della reciprocità.

Nel settore agricolo, ogni Paese dell'AELS ha concluso un accordo bilaterale con la Macedonia. Le concessioni tariffali accordate dalla Svizzera non vanno oltre a quelle accordate in passato ad altri partner di libero scambio.

9.2.2.1.2

Situazione economica della Macedonia

La dissoluzione della Repubblica socialista di Jugoslavia, la guerra in Bosnia-Erzegovina nonché le sanzioni imposte alla Serbia hanno gravemente minato l'economia macedone. Aggiunti alle difficoltà tipiche delle economie in transizione, questi fattori destabilizzanti hanno determinato un forte calo del prodotto interno lordo fra il 1992 e il 1995, cui è seguita una lenta ripresa dal 1996. Per il momento, l'economia macedone dipende ancora fortemente dalla produzione agricola. Le riforme strutturali promesse dal Governo si fanno attendere. A livello macroeconomico, è stata consolidata la stabilizzazione in corso ormai da tre anni.

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2000-2781

In termini reali, nel 1999, la crescita economica ha raggiunto il 2,7 per cento. Nei settori della trasformazione dei metalli, della chimica e dei tessili, la produzione industriale ha conservato tutta la sua vitalità. Le esportazioni sono in costante aumento. Il tasso di disoccupazione ­ del 40 per cento circa ­ rimane estremamente elevato, anche per un'economia in transizione. Rispetto ad altri Paesi della regione, sono invece bene avanzati i processi di privatizzazione. Il Governo prevede di fatto di vendere le aziende statali ancora esistenti, ma la situazione sul mercato occupazionale è tutt'altro che favorevole a una simile iniziativa.

Rispetto all'anno precedente, nel 1999 la bilancia delle partite correnti è migliorata sensibilmente, facendo registrare il disavanzo più basso mai raggiunto, ossia 137 milioni di dollari (4% del PIL). La situazione dovrebbe migliorare ulteriormente nel 2000. Continua invece ad aumentare il debito estero, che raggiunge ora i 2 miliardi di dollari (57% del PIL). Il Governo macedone si adopera tuttavia per evitare ritardi nei pagamenti nei confronti dei creditori del Club di Parigi per non precludersi la possibilità di farsi convertire parte del debito in investimenti per l'ambiente («debt for nature-swaps»).

9.2.2.1.3

Relazioni economiche fra la Svizzera e la Macedonia

L'importanza della Macedonia rispetto al nostro commercio esterno globale è minima. Dal 1997 le esportazioni svizzere verso la Macedonia si sono stabilizzate attorno ai 100 milioni di franchi annui. Per quanto concerne invece le importazioni, i valori si situano fra i 5 e i 10 milioni di franchi annui.

La Svizzera esporta in Macedonia soprattutto prodotti farmaceutici e chimici, macchine, apparecchi e vettori energetici. Le importazioni interessano invece tessili e prodotti agricoli e, in misura inferiore, macchine, veicoli e prodotti farmaceutici.

Gli investimenti diretti svizzeri in Macedonia si aggirano attualmente attorno ai 20 milioni di franchi, concentrati soprattutto nel settore del cemento.

Le relazioni economiche fra la Svizzera e la Macedonia sono attualmente rette dall'Accordo di commercio e di cooperazione economica del 1996 e dall'Accordo di protezione degli investimenti del 1997. Nell'aprile 2000 i due Paesi hanno inoltre firmato un Accordo di doppia imposizione.

9.2.2.2 9.2.2.2.1

Parte speciale Svolgimento dei negoziati

Il 29 marzo 1996 gli Stati dell'AELS e la Macedonia hanno firmato una dichiarazione di cooperazione, dando così il via alla cooperazione economica. La dichiarazione istituiva un Comitato misto AELS-Macedonia, incaricato di esaminare i provvedimenti atti a promuovere una cooperazione economica che potesse sfociare nell'istituzione di relazioni di libero scambio. In occasione della prima riunione nel novembre 1996, il Comitato misto ha deciso che, al momento opportuno, avrebbe intavolato negoziati allo scopo di giungere a un accordo di libero scambio. I negoziati hanno preso il via nel giugno 1999 e si sono conclusi con la firma dell'Accordo il 19 giugno 2000 a Zurigo.

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9.2.2.2.2

Contenuto dell'Accordo

L'Accordo di libero scambio con la Macedonia ricalca in gran parte quelli già conclusi fra l'AELS e Paesi terzi. Ne sono interessati i prodotti industriali, i prodotti agricoli trasformati, il pesce e altri prodotti del mare (art. 2).

È di tipo asimmetrico. Per quanto concerne i prodotti industriali, gli Stati dell'AELS si impegnano a sopprimere completamente i dazi e i gravami con effetto equivalente dall'entrata in vigore dell'Accordo. Dal canto suo, la Macedonia smantellerà progressivamente i dazi doganali durante un periodo transitorio di dieci anni.

Con l'entrata in vigore dell'Accordo, circa il 60 per cento delle esportazioni svizzere beneficeranno della soppressione di tutti i dazi doganali e gravami con effetto equivalente (art. 4). Per quanto concerne i prodotti agricoli trasformati provenienti dalla Macedonia, è previsto un trattamento essenzialmente analogo a quello istituito con gli accordi di libero scambio fra gli Stati dell'AELS e la CE. Di conseguenza, sarà revocata la protezione commerciale dei prodotti industriali macedoni. Disposizioni speciali garantiscono che al momento in cui la Macedonia concederà condizioni più favorevoli all'UE ­ segnatamente nell'ambito dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione ­ lo stesso trattamento sarà esteso ai Paesi dell'AELS.

Le regole d'origine e i metodi di cooperazione amministrativa (art. 3 e Prot. B) prevedono la possibilità di ottenere un'origine preferenziale con il cumulo dei prodotti semilavorati degli Stati dell'AELS e della Macedonia. Il rimborso dei dazi prelevati sulle importazioni di Paesi terzi («drawback») sarà vietato dal 1° gennaio 2004.

Analogamente agli Accordi conclusi in passato dagli Stati dell'AELS, l'Accordo con la Macedonia contiene disposizioni sui dazi e sulle restrizioni quantitative (art. 5-8), sui monopoli di Stato a carattere commerciale (art. 10), sui regolamenti tecnici (art. 11), sui prodotti agricoli (art. 12), sugli appalti pubblici (art. 15) e sulla protezione della proprietà intellettuale (art. 16).

L'Accordo contiene inoltre una serie di disposizioni quadro allo scopo di assicurarne il buon funzionamento: dazi interni (art. 13), pagamenti (art. 14), regole di concorrenza (art. 17), sovvenzioni (art. 18) e dumping (art. 19).

Sono inoltre previste clausole di salvaguardia e deroghe (art. 9 e
art. 20-26). Durante un periodo di transizione di nove anni al massimo, la Macedonia potrà segnatamente avvalersi di una clausola di salvaguardia speciale (art. 21) qualora gli adeguamenti strutturali minino gravemente determinati settori economici (industrie nascenti o settori in ristrutturazione). La stessa clausola è già contenuta negli Accordi di libero scambio conclusi dagli Stati dell'AELS con altri Paesi d'Europa centrale e orientale. L'adozione di provvedimenti eccezionali di durata limitata potrà inoltre essere motivata da difficoltà nella bilancia dei pagamenti (art. 23).

Con una clausola evolutiva (art. 26) le Parti si dichiarano disposte a approfondire le loro relazioni e a esaminare la possibilità di estendere la cooperazione a settori non coperti dall'Accordo. Le Parti riconoscono la crescente importanza dei servizi e degli investimenti (art. 27) e si impegnano a promuoverne una liberalizzazione graduale, nonché a migliorare reciprocamente l'apertura ai mercati. A tal fine, dovranno tenere conto dei lavori svolti dall'OMC in questo ambito.

La trasposizione dell'Accordo sarà retta dalle disposizioni sul Comitato misto (art.

29 e 30) sulle procedure d'applicazione dei provvedimenti di salvaguardia (art. 24) e sulla procedura di componimento delle controversie (art. 31), nonché da altre

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norme d'applicazione (art. 32-41). Il Comitato misto può decidere di modificare gli allegati e i protocolli dell'Accordo (art. 33 e 37).

Da ultimo, l'Accordo si differenzia in alcuni punti dagli altri Accordi di libero scambio conclusi con Paesi d'Europa centrale e orientale. In particolare, i pagamenti relativi agli investimenti non saranno oggetto di alcuna restrizione (art. 14) e le Parti contraenti dovranno convenire modalità di assistenza tecnica in materia di proprietà intellettuale, di dazi e di regolamenti tecnici (art. 28).

L'Accordo entrerà in vigore il 1° gennaio 2001 per gli Stati che avranno depositato lo strumento di ratifica entro tale data, a condizione che la Macedonia vi abbia già provveduto (art. 40). In seguito, l'entrata in vigore è prevista per il primo giorno del terzo mese successivo al giorno del deposito degli strumenti di ratifica. Per quanto concerne la Svizzera, il documento entrerà verosimilmente in vigore il 1° luglio 2001.

Con l'entrata in vigore dell'Accordo, la Macedonia sarà esclusa dal nostro sistema generale di preferenze tariffali di cui attualmente beneficia unitamente ad altri Paesi in sviluppo. Quanto alla Svizzera, l'Accordo di libero scambio costituisce soprattutto un consolidamento ­ nell'ambito di un accordo preferenziale fondato sulla reciprocità ­ delle preferenze sinora accordate unilateralmente conformemente all'SGP.

9.2.2.2.3

Protocollo d'intesa

Un protocollo d'intesa ­ che costituisce parte integrante dell'Accordo ­ disciplina questioni di natura essenzialmente tecnica e contiene dichiarazioni d'intenti relative a diverse disposizioni dell'Accordo.

9.2.2.2.4

Accordo bilaterale relativo al commercio dei prodotti agricoli

Per quanto concerne l'agricoltura, ogni Paese dell'AELS ha concluso un accordo bilaterale con la Macedonia al fine di tenere conto dei reciproci interessi specifici in questo ambito. L'articolo 12 dell'Accordo di libero scambio sancisce espressamente tale prassi.

Le concessioni accordate concernono esclusivamente la riduzione o la soppressione di dazi all'importazione di prodotti agricoli di particolare interesse per la Macedonia. La Macedonia non beneficia di alcun privilegio che non sia già accordato ad altri partner di libero scambio o di cui non abbia già fruito nell'ambito dell'SGP.

L'unica deroga concerne la specialità macedone «Ajvar», una conserva di pomodori e peperoni cotti. Dal canto suo, la Macedonia ha accordato alla Svizzera concessioni per il bestiame d'allevamento, il latte, il formaggio, le patate da semina, la pectina e l'estratto di caffè.

L'accordo agricolo ­ che contiene anche disposizioni relative alle regole d'origine per i prodotti interessati e i metodi di cooperazione amministrativa ­ entrerà in vigore contemporaneamente all'Accordo multilaterale di libero scambio e resterà in vigore sintanto che la Svizzera e la Macedonia ne saranno parti. Con la sua entrata in vigore, la Svizzera abbandonerà l'SGP anche per i prodotti agricoli.

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9.2.2.3 9.2.2.3.1

Ripercussioni per la Svizzera (finanze, economia, effettivi del personale) Ripercussioni finanziarie e sugli effettivi del personale della Confederazione e dei Cantoni

Le ripercussioni dell'Accordo di libero scambio sul preventivo della Confederazione sono minime. Nel 1998, i proventi dei dazi prelevati sulle importazioni di prodotti industriali e agricoli provenienti dalla Macedonia erano inferiori ai 400 000 franchi.

Sono pertanto attese minori entrate di tale ordine di grandezza. Quanto ai Cantoni, l'Accordo non avrà alcuna ripercussione né sul preventivo né sugli effettivi del personale.

9.2.2.3.2

Ripercussioni economiche per la Svizzera

Lo smantellamento di tutti i dazi prelevati sui prodotti industriali e di una parte di quelli gravanti sui prodotti agricoli avrà ricadute positive sulle imprese svizzere e sui consumatori. Miglioreranno inoltre le possibilità di sbocco sul mercato macedone per l'industria e l'agricoltura svizzera. Nel 1999, il valore delle esportazioni svizzere verso la Macedonia ammontava a 93,2 milioni di franchi per i prodotti industriali e a 3,5 milioni di franchi per i prodotti agricoli. Dato che nel settore agricolo accordiamo soltanto le concessioni già attribuite in passato nell'ambito dell'SGP o ad altri partner di libero scambio, non sono attese ricadute significative sulla nostra agricoltura.

È nell'interesse della Svizzera sviluppare una rete propria di accordi di libero scambio in Europa centrale e orientale, soprattutto nell'eventualità che il sistema cumulativo paneuropeo sia esteso.

9.2.2.4

Programma di legislatura

L'Accordo è conforme all'obiettivo 2 (Sviluppare la presenza svizzera nella politica estera e di sicurezza nei settori del promovimento della pace, della difesa dei diritti umani e della cooperazione allo sviluppo - Migliorare la posizione e la percezione della Svizzera all'estero) e dell'obiettivo 3 (Adoperarsi a favore di un ordine economico mondiale aperto e durevole) del Rapporto sul programma di legislatura 1999-2003 (FF 2000 2037). L'obiettivo 2 prevede espressamente la cooperazione della Svizzera allo sviluppo di economie in grado di funzionare secondo le regole dell'economia di mercato nei Paesi dell'Europa dell'Est.

9.2.2.5

Relazione con gli altri strumenti della politica commerciale e con il diritto europeo

Secondo la Svizzera e gli altri Paesi dell'AELS il presente Accordo è conforme ­ analogamente agli altri accordi di libero scambio già conclusi ­ agli impegni assunti nell'ambito del GATT/OMC. I competenti organi dell'OMC stanno peraltro esaminando tali strumenti che potranno altresì essere oggetto di una procedura di composizione delle controversie. Gli Stati dell'AELS sono membri dell'OMC, mentre la Macedonia ha avviato la procedura di adesione.

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L'Accordo è compatibile con la nostra politica di integrazione europea, poiché si ispira ampiamente alle disposizioni sul libero scambio previste dagli accordi d'associazione conclusi dalla CE con i Paesi d'Europa centrale e orientale. La Macedonia ha siglato un accordo di questo tipo nel novembre 2000. L'intesa bilaterale relativa ai prodotti agricoli rispecchia le differenze di trattamento commerciale riservato ai prodotti agricoli nella CE e in Svizzera.

9.2.2.6

Validità per il Principato del Liechtenstein

Il Liechtenstein è uno Stato firmatario. Sulla base del Trattato del 29 marzo 1923 fra la Svizzera e il Principato del Liechtenstein (RS 0.631.112.514), la Svizzera applica pertanto anche nei confronti del Principato le disposizioni relative alla legislazione in materia doganale previste dall'Accordo di libero scambio con la Macedonia.

Per quanto concerne l'Accordo bilaterale fra la Svizzera e la Macedonia relativo ai prodotti agricoli, il Liechtenstein ne sarà vincolato sintanto che sarà legato alla Svizzera da un trattato di unione doganale.

9.2.2.7

Pubblicazione degli allegati dell'Accordo tra gli Stati dell'AELS e la Macedonia

Gli allegati dell'Accordo ­ comprendenti diverse centinaia di pagine relative soprattutto a questioni tecniche ­ possono essere richiesti all'Ufficio centrale federale degli stampati e del materiale. In virtù degli articoli 4 e 14 capoverso 4 della legge sulle pubblicazioni ufficiali (RS 170.512), è di fatto possibile ometterne la pubblicazione nel Foglio federale e nella Raccolta ufficiale. Il Protocollo B deve invece essere pubblicato: dal momento che prescrive le regole d'origine e i metodi di cooperazione amministrativa, contiene norme determinanti per l'applicazione del sistema generale di preferenze tariffali.

9.2.2.8

Costituzionalità

Conformemente all'articolo 54 capoverso 1 della Costituzione, gli affari esteri competono alla Confederazione. La competenza dell'Assemblea federale di approvare i trattati internazionali scaturisce dall'articolo 166 capoverso 2 della Costituzione. Il presente Accordo può essere denunciato in qualsiasi momento mediante preavviso di sei mesi. L'accordo bilaterale relativo ai prodotti agricoli non contiene alcuna disposizione relativa alla denuncia ma, costituendo un tutt'uno con l'Accordo di libero scambio, può essere denunciato alle stesse condizioni applicabili a quest'ultimo (cfr.

art. 56 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati; RS 0.111). L'Accordo non comporta né l'adesione a un'organizzazione internazionale, né un'unificazione multilaterale del diritto. Il decreto federale sottoposto all'approvazione delle vostre Camere non sottostà pertanto al referendum facoltativo secondo l'articolo 141 capoverso 1 lettera d della Costituzione.

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