08.008 Rapporto sulla politica economica esterna 2007 Messaggi concernenti accordi economici internazionali e Rapporto concernente le misure tariffali prese nel 2007 del 16 gennaio 2008

Onorevoli presidenti e consiglieri, visto l'articolo 10 della legge federale del 25 giugno 1982 sulle misure economiche esterne (RS 946.201; «legge») vi sottoponiamo il presente rapporto e i suoi allegati (n. 8.1.1 e 8.1.2). Vi proponiamo di prenderne atto (art. 10 cpv. 1 della legge).

Nel contempo, fondandoci sull'articolo 10 capoversi 2 e 3 della legge, vi sottoponiamo tre messaggi concernenti accordi economici internazionali. Vi proponiamo di adottare il decreto federale che approva l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica araba d'Egitto e l'Accordo agricolo tra la Svizzera e l'Egitto (n. 11.2.1 e allegati), i decreti federali che approvano l'Accordo sugli investimenti con il Kenya e quello con la Siria (n. 11.2.2), nonché il decreto federale che approva la modifica degli allegati 1 e 2 dell'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea relativo agli scambi di prodotti agricoli (Accordo agricolo) (n. 11.2.3 e allegati).

In applicazione dell'articolo 10 capoverso 4 della legge e fondandoci sull'articolo 13 capoversi 1 e 2 della legge sulla tariffa delle dogane (RS 632.10) e sull'articolo 4 capoverso 2 della legge sulle preferenze tariffali (RS 632.91), vi sottoponiamo il rapporto concernente le misure tariffali prese nel 2007 proponendovi di adottare il decreto federale che approva le misure tariffali (n. 11.3).

Nel contempo, fondandoci sull'articolo 13 capoversi 1 e 2 della legge sulla tariffa delle dogane vi proponiamo di adottare il decreto federale che approva le modifiche della lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti farmaceutici (n. 11.4 e allegati).

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

16 gennaio 2008

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Pascal Couchepin La cancelliera della Confederazione, Corina Casanova

2007-1752

685

Compendio Obiettivi del Consiglio federale Il Consiglio federale ha nuovamente incentrato i suoi obiettivi per l'anno 2007 in materia di politica economica esterna sull'attuazione degli elementi centrali della strategia definita nel rapporto 2004 sulla politica economica esterna. Il ciclo di Doha dell'OMC, l'estensione della rete di accordi di libero scambio, il rafforzamento e l'approfondimento della collaborazione con l'UE allargata e il proseguimento delle misure di politica economica e commerciale in materia di cooperazione allo sviluppo sono stati i temi prioritari dell'anno in rassegna. Tra gli altri obiettivi del Consiglio federale, ha avuto incidenze sulla politica economica esterna un elemento della politica di crescita, ossia la revisione della legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio (LOTC).

Il rapporto sulla politica economica esterna offre la possibilità di tracciare un bilancio provvisorio. Lo sviluppo della rete di accordi di libero scambio costituisce uno dei campi di attività principali nell'anno in rassegna. Questo sviluppo è stato completato dall'attuazione della strategia riguardante i Paesi del BRIC definita nel rapporto 2006. Benché non vi siano stati progressi decisivi nei negoziati del ciclo di Doha, l'OMC e il corpus di norme scaturite dai cicli di negoziati precedenti rimangono elementi determinanti nelle relazioni della Svizzera con numerosi Stati. Nel 2007, le relazioni con l'UE si sono svolte all'insegna del consolidamento; nello stesso tempo, sono state discusse nuove possibilità di cooperazione in diversi settori.

La concretizzazione del contributo destinato ai nuovi Stati membri avanza conformemente alle previsioni. Il Parlamento ha approvato i crediti quadro per il contributo e per il proseguimento della cooperazione con i Paesi dell'Est che non sono membri dell'UE e con quelli della CSI. Da ultimo, il Consiglio federale ha continuato i suoi sforzi volti a migliorare in modo autonomo la competitività della Svizzera.

In questa prospettiva, i lavori interni dell'amministrazione nel quadro della revisione della LOTC hanno rivestito un ruolo determinante. Sono state inoltre prese importanti decisioni nel settore della promozione delle esportazioni e della promozione della piazza economica.

Il rapporto sulla politica economica esterna 2007 Il capitolo introduttivo (cfr. n. 1) è dedicato alla competitività e all'apertura internazionale. Esso intende chiarire la nozione di competitività, definire la posizione della Svizzera in proposito nel confronto internazionale e trarre conclusioni per la politica economica esterna della Svizzera. A proposito di quest'ultimo punto, il rapporto giunge alla conclusione che la Svizzera dovrebbe stimolare l'apertura internazionale dei suoi i rami economici e, in questo modo, la sua competitività, a tutto vantaggio della prosperità dei suoi abitanti e delle sue imprese. Attuando le necessarie riforme, la Svizzera rimarrà nel novero dei Paesi più competitivi.

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Collaborazioni economiche multilaterali (cfr. n. 2) Gli sforzi profusi per far avanzare i negoziati del ciclo di Doha dell'OMC si sono concentrati, nel corso del primo semestre 2007, a livello politico e sui tentativi dei Paesi del G4 (Stati Uniti, Unione europea, Brasile, India) di definire una posizione comune nei negoziati sull'agricoltura e sui prodotti industriali. In seguito, le discussioni e i negoziati nel quadro multilaterale si sono spostati verso Ginevra. Sebbene l'anno in corso non abbia fatto segnare nessun avanzamento decisivo a livello politico del ciclo attuale, l'OMC rimane di grande importanza per gli esportatori svizzeri e per la nostra politica economica esterna, tenuto conto della liberalizzazione già realizzata e dell'insieme di norme esistenti. Gli accordi di libero scambio si fondano in gran parte sulle regole dell'OMC e rinviano frequentemente a disposizioni dell'OMC. Oltre al ciclo di Doha, la Svizzera attribuisce il massimo rilievo all'attuazione degli accordi dell'OMC esistenti.

Tra le altre organizzazioni economiche multilaterali, l'OCSE, nella sua veste di piattaforma per le economie più avanzate e laboratorio di idee, è di notevole importanza per la Svizzera. L'anno in rassegna è stato caratterizzato dall'annuale riunione a livello ministeriale dell'OCSE, dalla visita in Svizzera del nuovo Segretario generale e dal rapporto dell'OCSE sulla situazione economica della Svizzera.

L'UNCTAD, che funge da forum per la cooperazione tra i Paesi dell'OCSE e i Paesi in sviluppo o in transizione, ha proseguito i suoi programmi di promozione del commercio e degli investimenti. L'UNCTAD si occupa attualmente dei preparativi della dodicesima conferenza a livello ministeriale, che si svolgerà in Ghana nell'aprile del 2008.

Integrazione economica europea (cfr. n. 3) Le relazioni economiche con i Paesi membri dell'UE e dell'AELS sono essenziali per la Svizzera. L'Accordo di libero scambio del 1972 e i 16 accordi bilaterali firmati con l'UE da un lato, e le convenzioni dell'AELS, rivedute nel 2001, d'altro lato, costituiscono il fondamento legale delle relazioni della Svizzera con queste istituzioni.

Le relazioni con l'UE sono state definite nell'anno in rassegna dai principi del Rapporto Europa presentato nel 2006 dal Consiglio federale. L'accento è stato posto sugli accordi
bilaterali e sulla loro estensione ai due nuovi Stati membri, la Romania e la Bulgaria. Inoltre, i preparativi in vista dell'attuazione del contributo della Svizzera alla riduzione delle disparità economiche e sociali nell'Unione europea allargata sono stati conclusi con successo, di modo che sono già pervenute le prime proposte di progetti provenienti dai dieci Paesi partner che si sono aggiunti all'UE nel 2004. La Svizzera ha esaminato con la Commissione europea altri possibili settori, in particolare per quanto concerne la salute pubblica e il libero scambio nel settore agroalimentare. Le due parti hanno avviato negoziati sul mercato dell'elettricità e sulle modalità doganali («regola delle 24 ore»). Le divergenze concernenti le disposizioni fiscali cantonali sono state discusse in occasione di un primo incontro nel corso del quale il Consiglio federale ha ribadito l'infondatezza delle accuse di violazione dell'Accordo di libero scambio da parte della Svizzera. Il dialogo proseguirà nel 2008.

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Accordi di libero scambio con i Paesi terzi non membri dell'UE o dell'AELS (cfr. n. 4) Ovunque nel mondo la tendenza a stringere accordi bilaterali o multilaterali è molto accentuata. I Paesi asiatici e dell'America latina partecipano in modo crescente a quest'evoluzione e tendono sempre più a concludere accordi con Paesi partner di altre regioni del mondo. Dopo qualche esitazione passeggera, l'UE ha ripreso i negoziati di libero scambio.

La Svizzera non può né vuole rimanere ai margini di questi sviluppi. L'evoluzione profilatasi nel corso dell'anno in rassegna riflette il crescente interesse per i negoziati di libero scambio e questa tendenza continuerà ad affermarsi nel 2008.

L'obiettivo principale rimane quello di evitare le discriminazioni sui mercati esteri.

Gli accordi di libero scambio contribuiscono inoltre in modo significativo a intensificare le relazioni commerciali con partner importanti o fanno parte integrante delle corrispondenti strategie (p. es. nei confronti dei Paesi del BRIC). L'entrata in vigore dell'accordo con l'Egitto e la conclusione dei negoziati con il Canada, rimasti bloccati a lungo, sono due fatti particolarmente rallegranti dell'anno in esame.

La firma dell'accordo con il Canada dovrebbe aver luogo all'inizio del 2008. Anche se in generale conduce questo genere di negoziati nel quadro dell'AELS, la Svizzera non esclude la via bilaterale. Per esempio essa ha avviato negoziati con il Giappone, il nostro terzo partner commerciale, e nel corso dell'anno in rassegna si sono già svolti diversi cicli di negoziati.

Politiche orizzontali (cfr. n. 5) Definire una posizione consolidata nei settori che sono oggetto di diversi negoziati internazionali e di discussioni in seno a organizzazioni internazionali, e difenderli in modo coerente, è indispensabile a una politica economica esterna trasparente e credibile agli occhi dell'economia e dei partner internazionali. Per questo motivo della Svizzera sviluppa le sue relazioni con i partner e le organizzazioni importanti sulla base di politiche orizzontali concertate.

Le politiche orizzontali sono particolarmente significative nei settori dei servizi, degli investimenti, degli ostacoli tecnici al commercio, della politica internazionale in materia di concorrenza, degli acquisti pubblici e degli aspetti della proprietà intellettuale
legati al commercio. La negoziazione di accordi, in particolare gli accordi di libero scambio, costituisce una parte importante dell'azione intrapresa in questi settori. Tra le altre attività nell'ambito di settori specifici che hanno caratterizzato l'anno in rassegna, si possono citare la procedura di consultazione concernente la revisione della LOTC, l'esame approfondito delle divergenze tra le prescrizioni tecniche svizzere e il diritto comunitario, l'approvazione da parte del Parlamento di cinque accordi di protezione degli investimenti, la lotta contro la contraffazione e il pirataggio nonché la conclusione di convenzioni con la Cina e l'India volte a rafforzare la collaborazione nel campo della proprietà intellettuale.

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Sistema finanziario internazionale (cfr. n. 6) Un sistema finanziario internazionale stabile costituisce un elemento importante di un quadro propizio agli scambi transfrontalieri di beni, di servizi e di capitali. Il Fondo monetario internazionale (FMI) e il Financial Stability Forum (FSF) svolgono un ruolo chiave nel garantire la stabilità del sistema finanziario. Deve essere pertanto considerato un successo che la Svizzera sia stata ammessa quest'anno in seno al FSF. Per quanto concerne le attività del FMI, va menzionata l'analisi di cui è stata oggetto la Svizzera. Il FMI prosegue inoltre la riforma riguardante la ripartizione dei voti e la rappresentanza degli Stati membri. Un altro tema importante è quello dei fori internazionali di cooperazione tra gli organi di vigilanza (banche, commercio di valori mobiliari, assicurazioni, riciclaggio di denaro sporco). Questi consessi offrono alle autorità nazionali di vigilanza l'occasione di scambiarsi esperienze e informazioni, e di elaborare standard normativi. Da ultimo, in questo settore rientrano anche le questioni fiscali internazionali.

Cooperazione economica allo sviluppo (cfr. n. 7) Le misure prese in materia di cooperazione economica allo sviluppo rappresentano un elemento importante della politica di sviluppo della Svizzera. L'obiettivo consiste nel sostenere un'integrazione durevole dei Paesi in sviluppo, dei Paesi in transizione e dei nuovi Stati dell'UE nell'economia mondiale e di favorirne la crescita economica per ridurre la povertà.

Nel corso dell'anno in esame, tra i temi più importanti vanno menzionati i lavori di seguito della legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est. Il Parlamento ha adottato i due crediti quadro riguardanti il contributo della Svizzera alla riduzione delle disparità economiche nell'Unione europea allargata (cfr. n. 3) e al proseguimento della cooperazione con i Paesi dell'Europa dell'Est e della CSI.

All'inizio del mese di marzo, sono entrate in vigore la nuova legge e la nuova ordinanza sulle preferenze tariffali a favore delle importazioni provenienti dai Paesi più poveri. Il Consiglio federale ha inoltre prorogato di quattro anni la convenzione sulle prestazioni relativa alla promozione delle importazioni provenienti da taluni Paesi in sviluppo o in transizione (Swiss Import
Promotion Programme ­ SIPPO).

SIPPO sarà integrato all'Osec Business Network Switzerland e a un programma ridotto di promozione degli investimenti in Africa verso il Sahara meridionale. È stata inoltre elaborata una proposta di riorientamento strategico della cooperazione economica allo sviluppo, che sarà presentata nel messaggio a sostegno del nuovo credito quadro per le misure di politica economica e commerciale nell'ambito della cooperazione allo sviluppo sottoposto al Parlamento nel 2008.

Relazioni economiche bilaterali (cfr. n. 8) Uno sviluppo attivo e coerente delle relazioni economiche bilaterali che completino e sostengano gli sforzi profusi sul piano plurilaterale e multilaterale riveste una grande importanza per la Svizzera anche nell'era della mondializzazione. Le relazioni bilaterali permettono di affrontare i temi che non sono trattati negli accordi internazionali, di difendere in modo mirato gli interessi della Svizzera e di prepara-

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re il terreno affinché le imprese svizzere possano allacciare contatti diretti con i Paesi interessati.

Nel 2007 l'accento è stato posto sull'applicazione delle strategie per i Paesi del BRIC, che sono state presentate nel rapporto sulla politica economica esterna 2006.

È stato possibile mettere a punto strategie per altri importanti partner economici della Svizzera (Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), Messico e Sudafrica). I lavori riguardo a diversi strumenti economici bilaterali (in particolare con gli Stati Uniti) continuano a progredire ed è stato possibile concludere nuove convenzioni (p. es. con la Cina).

Controllo delle esportazioni e misure d'embargo (cfr. n. 9) Nel corso dell'anno in rassegna, Le misure prese dalla Svizzera in materia di controllo delle esportazioni e d'embargo sono state fortemente influenzate dagli sforzi messi in atto dalla comunità internazionale per trovare una risposta alla politica nucleare dell'Iran. Poiché le Svizzera si è sempre mostrata prudente in proposito, non è stato necessario nessun adeguamento di rilievo. Gli altri lavori in questo settore hanno riguardato l'attuazione delle prescrizioni legali in materia di (ordinanza sul controllo dei beni, ordinanza sul controllo dei prodotti chimici, ordinanza relative alle misure nei confronti di talune persone o di taluni Stati, ecc.).

Promozione delle esportazioni, promozione della piazza economica e turismo (cfr. n. 10) Questo settore comprende la promozione delle attività d'esportazione delle imprese ­ in particolare delle PMI ­, che è svolto dall'Osec su mandato della Confederazione. Tra i fatti che hanno contrassegnato il 2007, va menzionata la decisione del Parlamento di accordare un limite di spesa di 68 milioni di franchi in totale per il proseguimento delle attività negli anni 2008­2011. Con il lancio all'inizio del 2007 delle attività della nuova assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE), altro settore della promozione degli esportazioni, è stata scritta una nuova pagina nell'assicurazione contro i rischi delle esportazioni. Da ultimo, a questo tema appartiene anche il consolidamento del debito in seno al Club di Parigi, che nel 2007 è riuscito a concludere accordi bilaterali di sdebitamento o di riduzione del debito con svariati Paesi debitori.

La promozione
della piazza economica da parte della Confederazione si è incentrata sulle attività di LOCATION Switzerland. Nel quadro di questo programma, in diversi Paesi sono state in particolare svolte campagne di informazione sulla piazza di investimento Svizzera. È stata inoltre riveduta la legge federale che promuove l'informazione riguardante la piazza imprenditoriale svizzera. A seguito di questa revisione, LOCATION Switzerland è stata trasferita all'Osec a partire dal 2008. Nel quadro della promozione della piazza economica, il Parlamento ha inoltre approvato un programma a favore del turismo, che permetterà al Consiglio federale di continuare a sostenere finanziariamente, nel corso dei prossimi anni, le campagne pubblicitarie volte a promuovere il turismo in Svizzera.

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Prospettive Tra gli obiettivi di politica economica esterna stabiliti dal Consiglio federale per il prossimo anno, l'accento verrà posto in particolare sui negoziati condotti nel quadro del ciclo di Doha all'OMC, la cooperazione con l'UE e lo sviluppo della rete di accordi di libero scambio con partner al di fuori dell'UE e dell'AELS. Nel quadro del ciclo di Doha, la Svizzera proseguirà i suoi sforzi in vista di un progresso decisivo che faccia avanzare tutti i dossier. I negoziati di libero scambio con diversi partner (in particolare il CCG, il Giappone, la Colombia e il Perù) sono progrediti sufficientemente per sperare in una conclusione nel corso del 2008, mentre potranno essere avviati negoziati con altri Paesi (India, Indonesia, Paesi dell'Europa del Sud-Est). Per altri Paesi (in particolare la Cina, la Russia e diversi Stati dell'ASEAN), la precedenza verrà data a studi di fattibilità o a contatti esplorativi.

Tra le altre questioni che il Consiglio federale tratterà in modo prioritario nel 2008 figurano i messaggi sulla revisione della LOTC e sul proseguimento del finanziamento delle misure di politica economica e commerciale nel quadro della cooperazione allo sviluppo. Il Consiglio federale deciderà inoltre i prossimi passi in vista del coordinamento tra la politica economica esterna e la cooperazione allo sviluppo. Per quanto concerne l'UE, i temi di spicco saranno il messaggio sulla proroga dell'accordo sulla libera circolazione delle persone nonché l'estensione di tale accordo alla Bulgaria e alla Romania. I negoziati in materia di elettricità e di semplificazione dei controlli doganali («regola delle 24 ore») proseguiranno e se possibile saranno portati a termine.

691

Indice Compendio

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Elenco delle abbreviazioni

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1 Competitività e apertura internazionale 1.1 L'importanza della competitività 1.2 La nozione di competitività 1.3 La competitività della Svizzera nel confronto internazionale 1.3.1 La misura della competitività 1.3.2 Il Global Competitiveness Index del Forum economico mondiale (WEF) 1.3.3 Il World Competitiveness Scoreboard dell'IMD 1.3.4 Analisi della competitività della Svizzera da parte del KOF 1.3.5 Qualità di vita e ambiente al servizio del mantenimento durevole della competitività 1.3.6 Valutazione globale e conclusioni 1.4 La competitività e l'apertura internazionale dei settori dell'economia svizzera 1.5 Conseguenze in termini di politica economica

702 702 703 707 707 708 709 711

2 OMC e altri collaborazioni economiche multilaterali 2.1 Organizzazione mondiale del commercio (OMC) 2.1.1 Ciclo di Doha 2.1.2 Attuazione degli accordi dell'OMC al di fuori del ciclo di Doha 2.2 Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) 2.3 Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCTAD) 2.4 Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO)

724 724 724 726 727 729 730

3 Integrazione economica europea UE/AELS 3.1 Relazioni della Svizzera con l'UE 3.1.1 Applicazione e adeguamento degli accordi bilaterali esistenti 3.1.2 Nuovi temi in materia di relazioni bilaterali 3.1.3 Contributo all'UE allargata 3.2 Associazione europea di libero scambio (AELS) 3.3 Panorama dei fatti salienti concernenti ciascuno degli accordi

731 732 732 732 734 734 735

712 713 714 721

4 Accordi di libero scambio con i Paesi terzi non membri dell'UE o dell'AELS 4.1 Relazioni di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e i loro partner della zona euro-mediterranea 4.2 Relazioni di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e i loro partner al di fuori della zona euro-mediterranea 4.3 Relazioni bilaterali di libero scambio tra la Svizzera e gli Stati al di fuori dell'UE e dell'AELS

740

5 Politiche orizzontali 5.1 Servizi

741 741

692

736 738 739

5.2 5.3 5.4 5.5 5.6

Investimenti Ostacoli tecnici al commercio Diritto della concorrenza Appalti pubblici Protezione della proprietà intellettuale 5.6.1 TRIPS/OMC ­ Ciclo di Doha 5.6.2 Organizzazione mondiale della sanità (OMS) 5.6.3 Protezione della proprietà intellettuale negli accordi di libero scambio 5.6.4 Colloqui preliminari concernenti un accordo plurilaterale per la lotta contro la contraffazione e la pirateria 5.6.5 Gruppi di lavoro sulla proprietà intellettuale con la Cina e l'India

6 Sistema finanziario internazionale 6.1 Fondo monetario internazionale 6.1.1 Evoluzione dei mercati finanziari internazionali 6.1.2 Esame della Svizzera da parte del FMI 6.1.3 Principali dossier del FMI 6.1.4 Impegni finanziari della Svizzera nei confronti del FMI 6.2 Financial stability Forum (FSF) 6.3 Gruppo dei Dieci (G10) 6.4 Organi internazionali di sorveglianza 6.4.1 Comitato di Basilea per la supervisione bancaria 6.4.2 Organizzazione internazionale delle commissioni di valori (IOSCO) 6.4.3 Joint Forum 6.4.4 Associazione internazionale delle autorità di vigilanza in materia di assicurazioni (IAIS) 6.4.5 Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di capitali (GAFI) 6.5 Fiscalità internazionale 6.5.1 OCSE 6.5.2 Convenzioni di doppia imposizione 7 Cooperazione economica allo sviluppo 7.1 Misure di aiuto bilaterali 7.1.1 Misure di aiuto ai Paesi in sviluppo 7.1.1.1 Aiuto macroeconomico 7.1.1.2 Cooperazione allo sviluppo legata al commercio 7.1.1.3 Promozione degli investimenti 7.1.1.4 Finanziamento di infrastrutture 7.1.2 Misure di aiuto ai Paesi dell'Europa dell'Est e della Comunità degli Stati indipendenti (CSI) 7.1.2.1 Finanziamento di infrastrutture 7.1.2.2 Aiuto macroeconomico 7.1.2.3 Promozione degli investimenti e cooperazione commerciale 7.1.3 Contributo all'allargamento

742 744 745 746 747 747 748 748 749 749 750 750 750 751 752 753 754 754 755 755 755 756 756 757 758 758 758 759 760 760 760 761 763 764 764 764 765 765 766

693

7.2 Istituzioni multilaterali di finanziamento 7.2.1 Gruppo della Banca mondiale 7.2.1.1 Orientamento strategico a lungo termine 7.2.1.2 Attività relative al cambiamento climatico 7.2.1.3 Ricostituzione dei fondi dell'Agenzia internazionale per lo sviluppo (IDA-15) 7.2.2 Banche regionali di sviluppo 7.2.2.1 Banca africana di sviluppo 7.2.2.2 Banca asiatica di sviluppo 7.2.2.3 Banca interamericana di sviluppo 7.2.3 Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS)

766 766 767 767 768 768 769 769 770 770

8 Relazioni economiche bilaterali 8.1 Europa occidentale e sudorientale 8.2 Europa dell'Est e Comunità degli Stati indipendenti (CSI) 8.3 Stati Uniti e Canada 8.4 America latina 8.5 Asia/Oceania 8.6 Medio Oriente e Africa

771 771 772 773 774 774 775

9 Controllo delle esportazioni e misure d'embargo 9.1 Misure contro la proliferazione di beni utilizzabili per la produzione di armi di distruzione di massa, dei loro sistemi vettori e di armi convenzionali 9.1.1 Controllo dei beni soggetti ad autorizzazione 9.1.2 Controllo dei beni soggetti a dichiarazione 9.1.3 Dati di riferimento sulle esportazioni soggette alla legislazione sul controllo dei beni a duplice impiego 9.2 Misure di embargo 9.2.1 Misure di embargo dell'ONU 9.2.2 Misure di embargo dell'UE 9.2.3 Misure relative ai «diamanti della guerra»

777

10 Promozione delle esportazioni, promozione della piazza economica e turismo 10.1 Promozione delle esportazioni 10.1.1 Osec Business Network Switzerland (Osec) 10.1.2 Assicurazione contro i rischi delle esportazioni (GRE/ASRE) 10.1.3 Finanziamento delle esportazioni (OCSE) 10.1.4 Conversione del debito (Club di Parigi) 10.2 Promozione della piazza economica 10.3 Turismo 11 Allegati 11.1 Allegati 11.1.1­11.1.2 11.1.1 Impegno della Svizzera nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo nel 2007

694

778 778 778 779 780 780 782 783 783 783 783 784 785 786 786 787 789 789 790

11.1.2 Autorizzazioni per ispezioni pre-imbarco eseguite in Svizzera per conto di Stati esteri 11.2 Allegati 11.2.1­11.2.3 11.2.1

11.2.2

11.2.3

Messaggio concernente l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica araba d'Egitto e l'Accordo tra la Svizzera e l'Egitto sul commercio di prodotti agricoli Decreto federale che approva l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica araba d'Egitto e l'Accordo tra la Svizzera e l'Egitto sul commercio di prodotti agricoli (Disegno) Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica araba d'Egitto Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica araba d'Egitto relativo al commercio di prodotti agricoli Messaggio concernente gli accordi di promozione e protezione reciproca degli investimenti con il Kenya e la Siria Decreto federale che approva l'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica del Kenya concernente la promozione e la protezione reciproca degli investimenti (Disegno) Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica del Kenya concernente la promozione e la protezione reciproca degli investimenti Decreto federale che approva l'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Araba Siriana concernente la promozione e la protezione reciproca degli investimenti (Disegno) Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica Araba Siriana concernente la promozione e la protezione reciproca degli investimenti Messaggio concernente la modifica degli allegati 1 e 2 dell'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sul commercio di prodotti agricoli (Accordo agricolo) Decreto federale che approva la modifica degli allegati 1 e 2 dell'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea relativo agli scambi di prodotti agricoli (Disegno) Decision of the Joint Committee on Agriculture set up by the agreement between the European Community and the Swiss Confederation on trade in agricultural products concerning the adaptation of Annexes 1 and 2

792 794

795

807 809 827 857

865 867

875 877

885 893

895

695

11.3 11.4

696

Allegato 11.3 Rapporto concernente le misure tariffali prese nel 2007 Decreto federale che approva le misure tariffali (Disegno) Allegato 11.4 Messaggio concernente le modifiche della lista di concessioni LIX nel settore dei prodotti farmaceutici Decreto federale che approva le modifiche della lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti farmaceutici (Disegno)

909 911 927 929 931 937

Elenco delle abbreviazioni AELS

Associazione europea di libero scambio

AfDB

African Development Bank Banca africana di sviluppo

AFTA

Asian Free Trade Association Associazione asiatica di libero scambio

AIE

Agenzia internazionale dell'energia

AIEA

Agenzia internazionale dell'energia atomica

AGC

Accordi generali di credito del FMI

ALS

Accordo di libero scambio Svizzera-CEE

APEC

Asia Pacific Economic Cooperation Cooperazione economica dei Paesi del Bacino del Pacifico

AsDB

Asian Development Bank Banca asiatica di sviluppo

ASEAN

Association of Southeast Asian Nations Associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico

ASRE

Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni

BERS

Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo

BRIC

Brasile, Russia, India, Cina

CAC

Convenzione sulle armi chimiche (180 membri)

CAFTA

US-Central American Free Trade Agreement Accordo di libero scambio tra USA e Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Repubblica Dominicana

CAS

Comitato per l'aiuto allo sviluppo (OCSE)

CCG

Consiglio di cooperazione del Golfo (membri: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar)

CE

Comunità europea

CEEA (Euratom) Comunità europea dell'energia atomica CIME

Committee on International Investment and Multinational Enterprises Comitato per gli investimenti internazionali e le imprese multinazionali (OCSE)

CSI

Comunità degli Stati indipendenti

Cleaner Production Centers

Centri di tecnologie ambientali

Club di Parigi

Riunione degli Stati creditori più importanti

Comunità andina

Membri: Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù. Il Cile è membro associato 697

Corporate Governance

Governo societario

DSP

Diritti speciali di prelievo

ECOSOC

United Nations Economic and Social Council Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite

Equity Fund

Fondo equity

ERI

Educazione, ricerca e innovazione

Eureka

European Research Coordination Agency Agenzia europea di coordinamento della ricerca

FCAS

Facilitazione consolidata d'adeguamento strutturale

FMI

Fondo monetario internazionale

FTAA (ZLEA)

Free Trade Area of the Americas Zona panamericana di libero scambio

G10

Gruppo dei 10 (comitato informale che riunisce gli ora 11 principali Stati donatori del FMI)

G8

Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Russia

GAFI

Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di capitali

GATS

General Agreement on Trade in Services Accordo generale sul commercio di servizi

GATT

General Agreement on Tariffs and Trade Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio

GRE

Garanzia dei rischi delle esportazioni

GRI

Garanzia dei rischi degli investimenti

Gruppo di Cairns Membri: Argentina, Australia, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Indonesia, Malaysia, Nuova Zelanda, Paraguay, Filippine, Thailandia, Sudafrica e Uruguay HIPC

Heavily Indebted Poor Countries Iniziativa del FMI e della Banca mondiale per sgravare l'onere del servizio del debito dei Paesi poveri fortemente indebitati

IAIS

International Association of Insurance Supervisors Associazione internazionale delle autorità di vigilanza in materia di assicurazioni

IBRD (BIRS)

International Bank for Reconstruction and Development Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo

IDA

International Development Association Associazione internazionale per lo sviluppo

IDB

Interamerican Development Bank Banca interamericana di sviluppo

IMFC

International Monetary and Financial Committee Comitato internazionale monetario e finanziario del FMI

698

IOSCO

International Organisation of Securities Commissions Organizzazione internazionale delle commissioni di valori (OICV)

ITTO

International Tropical Timber Organization Organizzazione internazionale dei legni tropicali

Joint Implementation

Attuazione congiunta da parte dei Paesi in sviluppo e dei Paesi industrializzati di provvedimenti di protezione del clima

LOCATION Switzerland

Ente della Confederazione per la promozione della piazza economica e finanziaria svizzera

Mercosur

Mercado Común del Sur Mercato comune dell'America del Sud (membri: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Venezuela)

MIGA

Multilateral Investment Guarantee Agency Agenzia multilaterale di garanzia degli investimenti

MTCR

Missile Technology Control Regime Regime di controllo della tecnologia missilistica

NAC

Nuovi accordi di credito del FMI

NAFTA

North American Free Trade Agreement Accordo di libero scambio nordamericano (USA-Canada-Messico)

NSG

Nuclear Suppliers Group Gruppo di fornitori nucleari

OCSE

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico

OIL

Organizzazione internazionale del lavoro

OMC

Organizzazione mondiale del commercio

OMPI

Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale

OMS

Organizzazione mondiale della sanità

OMT

Organizzazione mondiale del turismo

ONG

Organizzazione non governativa

ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite

OPCW

Organization for the Prohibition of Chemical Weapons Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche

OPEP

Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio

Osec

Osec Business Network Switzerland Ufficio svizzero per l'espansione commerciale

Peer Review

Esame condotto da altri Stati membri delle prestazioni di un Stato membro in un settore determinato allo scopo di sostenerlo per migliorare la politica e la prassi applicate e rispettare le regole convenute

699

PIL

Prodotto interno lordo

PMI

Piccole e medie imprese

PRGF

Poverty Reduction and Growth Facility Fondo per la riduzione della povertà e per la crescita

Processo di Kimberley

Comitato consultivo (dal nome di una città mineraria del Sudafrica) istituito per lottare contro il commercio dei «diamanti della guerra»

SACU

Southern African Customs Union Unione doganale dell'Africa australe (Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica, Swaziland)

SDFC

Swiss Development Finance Corporation Società svizzera per il finanziamento dello sviluppo

SEE

Spazio economico europeo

SFI

Società finanziaria internazionale

Sifem AG

Swiss Investment Fund for Emerging Markets Società svizzera di finanziamento per lo sviluppo

SII

Società interamericana di investimenti

SIPPO

Swiss Import Promotion Program Programma svizzero per il promovimento delle importazioni dei Paesi in sviluppo o in transizione

SOFI

Swiss Organisation for Facilitating Investments Organizzazione svizzera per il promovimento degli investimenti dei Paesi in sviluppo o in transizione

SPG

Sistema delle preferenze generalizzate a favore dei Paesi in sviluppo (decreto sulle preferenze tariffali, RS 632.91)

SST

Swiss Solvency Test Test svizzero di solvibilità

TRIPS

Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights Accordo dell'OMC sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale relativi al commercio (ADPIC)

UE

Unione europea (primo pilastro: CE, CECA, CEEA; secondo pilastro: politica estera e in materia di sicurezza comune, terzo pilastro: collaborazione nei settori della giustizia e degli affari interni)

UNCED

United Nations Conference on Environment and Development Conferenza delle Nazioni Unite per l'ambiente e lo sviluppo

UNCTAD

United Nations Conference on Trade and Development Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo

UNDP

United Nations Development Program Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo

700

UNEP

United Nations Environment Program Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente

UNIDO

United Nations Industrial Development Organization Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale World Economic Forum Foro economico mondiale

WEF

701

Rapporto 1

Competitività e apertura internazionale La competitività internazionale è il risultato della capacità di un'economia di assicurare il successo delle sue imprese e migliorare il benessere dei suoi abitanti in modo durevole in un mondo sempre più strettamente interconnesso. Il presente rapporto intende chiarire la nozione di competitività, frequentemente usata ma spesso in modo poco uniforme, analizzare la situazione della Svizzera nel confronto internazionale e trarne conclusioni per la sua politica economica esterna.

La competitività è in parte conseguenza del dinamismo degli attori del mercato.

Vi è tuttavia un certo numero di condizioni quadro, definite da strategie politiche, e in particolare di politica economica esterna, che permettono a un'economia di essere competitiva. La Svizzera deve continuare a puntare sulla sua interconnessione nell'economia mondiale e cogliere le opportunità che le si presentano. In questo spirito, il presente rapporto analizza anche il grado di apertura dei diversi rami dell'economia nazionale.

1.1

L'importanza della competitività

In un'economia di piccole dimensioni e molto sviluppata come la Svizzera, l'apertura internazionale è una precondizione per stimolare la crescita e migliorare la competitività.

Il dinamismo delle economie nazionali si riflette nelle principali classifiche sulla competitività dei Paesi. Anche se a causa di problemi metodologici non possono essere prese come oro colato, tali classifiche forniscono nondimeno indicazioni sui punti di forza e le debolezze delle varie economie. Nella classifica dell'Istituto IMD di Losanna, l'Irlanda è per esempio passata dal 24esimo posto del 1992 al quinto posto nel 2000, prima di ricadere in 14esima posizione nel 2007. L'evoluzione della Svizzera è stata completamente diversa: essa occupava sempre il secondo o il terzo posto della classifica stilata dal World Economic Forum (WEF) negli anni Ottanta, ma è venuta a trovarsi in 15esima posizione nel 2001/2002. Nell'indice 2007/2008, la Svizzera è risalita al secondo posto1.

Le realtà economiche all'origine di queste variazioni della classifica sono le seguenti: nel caso dell'Irlanda, il prodotto interno lordo (PIL) per abitante ­ un indice del benessere degli individui ­ è aumentato del 6,75 per cento all'anno tra il 1992 e il 2002. La Svizzera, invece, ha registrato in questo periodo una fase di quasistagnazione economica, con una crescita annua del PIL per abitante del solo 0,75 per cento. L'Irlanda ha raggiunto la Svizzera in termini di reddito per abitante. Il quadro 1

702

Questo miglioramento dipende anche da cambiamenti metodologici. Le classifiche non sono sempre paragonabili da un anno all'altro perché la composizione e la ponderazione degli indici non sono sempre identiche ed è variabile il numero dei Paesi valutati.

rimane lo stesso se si estende il periodo d'osservazione agli anni dal 1990 al 2006, vale a dire includendo i due anni di alta congiuntura 2000 e 2006 (cfr. grafico 1.1).

Grafico 1.1 Crescita annuale del PIL reale per abitante, 1990­2006 6% 5% 4% 3% 2% 1%

IR L

ESP

AUS

GBR

F IN

N LD

DNK

SWE

USA

AUT

BEL

DEU

FRA

JP N

IT A

CHE

0%

Fonte: OCSE

Salta all'occhio come i Paesi che hanno guadagnato posti in classifica si sono anche fortemente integrati nell'economia mondiale nel corso dello stesso periodo. Nel caso dell'Irlanda, per esempio, il tasso d'apertura al commercio internazionale2 è passato dal 57 per cento nel 1992 all'86 per cento nel 2002. In Svizzera, l'aumento è stato comparativamente debole nel corso dello stesso periodo, poiché si è passati dal 33 per cento al 40 per cento3. Un'economia di piccole dimensioni e fortemente sviluppata come quella Svizzera ha tuttavia bisogno dell'apertura internazionale per migliorare la propria crescita e la propria competitività. Soltanto in questo modo essa può trarre vantaggio dalla divisione internazionale del lavoro. Il successo economico stimola a sua volta un atteggiamento disposto all'apertura.

1.2

La nozione di competitività

La competitività è definita come la capacità di un'economia di garantire in modo durevole la riuscita delle sue imprese in un ambiente di concorrenza internazionale e migliorare il benessere dei suoi abitanti.

La nozione di competitività è sempre stata vivacemente dibattuta in economia e in politica. La definizione preferita nel presente rapporto ha una componente eminentemente dinamica: le imprese, i rami economici e il contesto economico in generale 2 3

Espresso dalla media delle esportazioni e delle importazioni rispetto al PIL.

Calcoli SECO sulla base di dati dell'OCSE e dell'OMC

703

sono competitivi se vi è un continuo e sufficiente processo d'adattamento. Tale approccio permette, da un lato, a un Paese ricco di continuare a conseguire una forte produttività e dunque di garantire elevati salari e redditi da capitale nonostante l'affacciarsi di nuovi concorrenti sui mercati mondiali e, d'altro lato, a un Paese povero di raggiungere progressivamente il gruppo di testa.

L'OCSE definisce la competitività come «... la capacità delle imprese, dei rami dell'economia, delle regioni, delle nazioni o delle entità soprannazionali di generare livelli di reddito dei fattori di produzione e impiego relativamente elevati, pur essendo esposti alla concorrenza internazionale».4 Un'economia che accresce la propria produttività diventa più competitiva a livello di prezzi.

Quando si parla di riuscita delle imprese e delle quote che esse hanno nel mercato mondiale, si utilizza spesso la nozione di competitività-prezzo. La competitivitàprezzo si misura generalmente per mezzo dei costi salariali unitari. Questi ultimi sono il risultato del rapporto tra i costi di un'ora di lavoro divisi per il valore della prestazione fornita in un'ora di lavoro. Una piazza economica diventa un luogo di produzione interessante quando, rispetto ad altri luoghi, presenta costi salariali unitari poco elevati. Nel contesto internazionale, i costi salariali unitari dipendano dal costo del lavoro, dalla produttività del lavoro e dall'evoluzione dei tassi di cambio. Se un costo del lavoro troppo elevato e una produttività del lavoro troppo debole comportano una perdita di competitività-prezzo, quest'ultima viene ristabilita a più o meno a lungo termine mediante il deprezzamento della valuta che risulta dal gioco delle forze di mercato. Il deprezzamento della valuta non è tuttavia favorevole a un'economia, perchè si accompagna a fenomeni negativi quali l'inflazione importata; non costituisce dunque una soluzione valida a lungo termine per accrescere la propria competitività. La chiave per pervenire a tale scopo consiste nel migliorare la produttività del lavoro.

Se la produttività del lavoro si accresce, è possibile aumentare i salari reali senza perdere di competitività.

Migliorare la produttività del lavoro non permette soltanto di garantire sbocchi all'estero. L'aumento della produttività permette anche di migliorare
la competitività nel senso più ampio del termine, nel senso che non si tratta di quote di mercato mondiali bensì del benessere individuale. Salari elevati come quelli corrisposti in Svizzera non minacciano dunque la competitività di un Paese se sono giustificati da una produttività elevata. In altre parole, gli aumenti dei salari reali non pregiudicano la competitività se, parallelamente, la produttività progredisce a sufficienza.

L'economista americano Paul Krugman è giunto al punto di affermare che, per «competitività» s'intende in effetti la produttività.5 Il grafico 1.2 mostra che la produttività della Svizzera (termine sempre adoperato nel senso di produttività del lavoro nel presente rapporto) non è più eccellente nel confronto internazionale.

4 5

704

OCSE (1995): Competitiveness: an overview of reports issued in member countries.

Parigi: OCSE (trad.).

«... for an economy with very little international trade, would turn out to be a funny way of saying », Krugman Paul (1994): «Competitiveness: A Dangerous Obsession» in: Foreign Affairs March/April 1994, pag. 32.

Grafico 1.2 Produttività del lavoro per ora, indicizzato, a parità di potere d'acquisto, 2005, USA = 100 120 100 80 60 40 20

BEL

IR L

N LD

FRA

USA

GER

DNK

GBR

SWE

AUT

AUS

F IN

CHE

CDN

IT A

JP N

ESP

NZL

GRC

PRT

0

Fonte: OCSE

Assimilare la produttività alla competitività presenta sempre un inconveniente: una forte produttività non significa necessariamente che le imprese e i loro impiegati investano sufficientemente nel loro successo futuro. La competitività si distingue dalla produttività per il fatto d'includere le prospettive di sviluppo.

Paragonata agli altri Paesi, in Svizzera la produttività del lavoro è soltanto media. Le misure in favore della crescita volte a ottenere una maggiore produttività favoriscono sempre la crescita della competitività.

Il grafico 1.2 mostra che in termini di produttività del lavoro e tra i Paesi industrializzati la Svizzera si situa attualmente nel gruppo mediano. Essa riesce a compensare la sua moderata produttività oraria con un tasso elevato di attività e un elevato numero di ore di lavoro, ciò che le permette pur sempre di avere un alto reddito per abitante. Il Belgio, che in termini di PIL per abitante a parità di potere d'acquisto non si situa lontano dopo la Svizzera, è un esempio che va in senso contrario: la produttività oraria è elevata, mentre la durata del lavoro è relativamente breve e il tasso di attività basso.

Praticamente in Svizzera non è più possibile aumentare il tasso di attività o la durata del lavoro. La chiave della crescita economica e del miglioramento della competitività della Svizzera risiede dunque nei guadagni di produttività: la crescita della produttività oraria è il solo modo di aumentare durevolmente i redditi. Le misure in favore della crescita che tendono a guadagni di produttività sono sempre favorevoli alla crescita della competitività.

705

Vivere in Svizzera costa caro: nel confronto internazionale, la posizione della Svizzera peggiora se si considera la produttività e il reddito a parità di potere d'acquisto.

In materia di politica della crescita, la Svizzera ha posto l'accento sulle riforme dei rami economici rivolti verso l'economia interna, una scelta giudiziosa, come mostrano i paragoni di competitività con gli altri Paesi. Per quanto concerne il PIL per abitante, i valori nel caso della Svizzera differiscono enormemente a seconda che il confronto venga fatto al tasso di cambio côrrente o a parità di potere d'acquisto (cfr.

grafico 1.3). In quest'ultimo caso, il PIL per abitante è del 25 per cento inferiore a quello calcolato secondo il tasso di cambio corrente6. In particolare nei settori che non sono esposti o sono poco esposti agli scambi internazionali ­ per esempio il settore locativo, i settori statali o parastatali (p.es. il sistema sanitario) ­ gli scarti di prezzo con i Paesi vicini sono particolarmente sensibili.

Grafico 1.3 PIL per abitante a tasso di cambio corrente e a parità di potere d'acquisto (PPA) 2006 6 0'0 0 0

P IL /a b . in U S D , a P P A

5 0'0 0 0

P IL /a b . in U S D , a tas s o d i c a m b io c o rre n te

4 0'0 0 0 3 0'0 0 0 2 0'0 0 0 1 0'0 0 0

US A

IR L

CHE

NLD

A UT

DNK

A US

BEL

GBR

SWE

F IN

DE U

JPN

FRA

IT A

ESP

0

Fonte: OCSE

Se il livello elevato del PIL per abitante non corretto a parità di potere d'acquisto testimonia la grande competitività dei rami dell'economia svizzera esposta alla concorrenza internazionale, i valori a parità di potere d'acquisto dimostrano la necessità di riformare l'economia interna.

La Svizzera profitta ampiamente della crescita e dall'apertura dei Paesi terzi.

Occorre a questo punto precisare che non è corretto partire dall'idea che gli Stati si facciano concorrenza riguardo alle risorse limitate quali la manodopera. La concorrenza tra gli Stati non è un gioco a somma zero. Essa non funziona come la concorrenza tra imprese: 6

706

Il calcolo a parità di potere d'aquisto è controverso. Partiamo dal principio che i dati base di Eurostat, che sono completati dall'OCSE, tengono in debito conto le differenze di qualità.

­

quando un'impresa diventa più produttiva, guadagna quote di mercato a scapito dei suoi concorrenti. Se questi ultimi non reagiscono adeguatamente, a lungo termine rischiano il fallimento. Le imprese in crisi non traggono praticamente giovamento dalle spese supplementari effettuate dai collaboratori delle imprese concorrenti, che si arricchiscono;

­

un'economia che diventa più produttiva non lo fa generalmente a scapito delle altre economie; al contrario, anche queste ultime ne profittano. Se la Germania e la Cina diventano più produttive e la loro economia cresce, la Svizzera ne profitterà in quanto i redditi più elevati nei Paesi in crescita stimoleranno le esportazioni della Svizzera.

Osserviamo tuttavia che l'aumento delle esportazioni non avviene necessariamente nei rami economici che delocalizzano la propria attività. Le crescenti interconnessioni con altre aree economiche permettono di sfruttare meglio i nostri punti di forza e i vantaggi comparativi nella produzione nonché a diversificare i prodotti disponibili. A questi fenomeni si accompagna un cambiamento strutturale che causa costi a breve termine, ma è indispensabile a lungo termine per garantire uno sviluppo economico positivo.

Secondo gli studi in materia, si reputa generalmente che il commercio internazionale abbia effetti favorevoli per i due Stati implicati, ma non sia sempre favorevole a tutti gli attori nei due Stati. Nel caso della Svizzera, la cui economia è sviluppata e diversificata, non è necessario relativizzare i vantaggi che il commercio internazionale arreca all'economia nazionale.

1.3

La competitività della Svizzera nel confronto internazionale

1.3.1

La misura della competitività

È difficile esprimere la competitività come concetto con un solo indice.

Per questo motivo le principali classifiche internazionali non sono uniformi.

Essere competitivi significa accrescere la produttività e poter mantenere il benessere a un livello elevato nel confronto internazionale. È tuttavia impossibile misurare questa capacità di uno spazio economico per mezzo di un solo indice. Un Paese che migliora la sua posizione in termini relativi è giudicato competitivo come un Paese che occupa una posizione di vertice e si accontenta di mantenere il suo reddito. In realtà, quando il PIL per abitante della Cina aumenta del 10 per cento e quello della Svizzera del 2 per cento, uno Svizzero ha acquistato più o meno altrettanto potere di acquisto di un Cinese a causa del fatto che il livello di vita è nettamente più alto in Svizzera.

Invece di misurare il successo in funzione del risultato ­ e dunque del livello di produttività e della sua evoluzione ­ si può farlo a livello dei fattori che determinano la competitività. Diverse rinomate istituzioni ampliano il numero dei fattori quantitativi e qualitativi determinanti per le quote di mercato e lo sviluppo del benessere allo scopo di approntare indici di competitività paragonabili a livello internazionale. Esse hanno dunque un compito complesso: determinare come ponderare ognuno dei fattori di competitività in un indice globale che dia conto di tutti i risultati parziali. Il fatto che le classifiche delle istituzioni non siano uniformi dimostra che le opinioni 707

in merito all'importanza relativa dei fattori che determinano la competitività divergono, I capitoli seguenti presentano una sintesi dei principali paragoni internazionali.

1.3.2

Il Global Competitiveness Index del Forum economico mondiale (WEF)

Nella classifica del WEF, la Svizzera occupa il secondo posto grazie alla sua regolarità. Taluni punti deboli richiedono risposte a livello di politica economica esterna.

Per misurare la competitività, il Forum economico mondiale (WEF) utilizza il Global Competitiveness Index7. Esso si basa su più di cento fattori qualitativi e quantitativi fondati sulla teoria economica che, secondo lo specialista della crescita Xavier Sala-i-Martin esercitano un'influenza favorevole sulla produttività e la competitività.

I fattori, i cui dati sono tratti da statistiche accessibili liberamente e da un'inchiesta svolta presso i manager, sono raggruppati in dodici «pilastri della competitività» (cfr. tabella 1.1) prima che sia stilata la vera e propria classifica. Secondo il WEF, questi dodici pilastri sono interdipendenti: una crescita della competitività è dunque più probabile quando si applica una politica che tiene conto di tutti i pilastri. A titolo d'esempio, si sottolinea che una formazione scolastica di base ottima non può tradursi in un aumento di produttività se il mercato del lavoro non funziona.

Secondo la valutazione del WEF, la Svizzera ottiene un eccellente risultato: nell'ultima classifica (che esaminava 131 Paesi), essa si trova al secondo posto dei Paesi più competitivi, dietro agli Stati Uniti e davanti alla Danimarca e alla Svezia.

La Svizzera si distingue in particolare per la sua capacità d'innovazione e per un tasso di attività molto alto. La trasparenza e l'affidabilità delle istituzioni, la qualità delle infrastrutture e la flessibilità del mercato del lavoro sono altri fattori che meritano di essere sottolineati. Inoltre, la Svizzera non si lascia distanziare in nessun settore: per 11 dei 12 pilastri, essa si situa tra i 25 Stati con i migliori risultati.

La posizione della Svizzera soffre tuttavia del suo considerevole debito pubblico, più elevato di quello di altri Stati e che, secondo la metodologia applicata dal WEF, si ripercuote sull'indice «stabilità macroeconomica». Le disposizioni sulla «Corporate Governance» (p.es. i limitati diritti degli azionisti) penalizzano la posizione della Svizzera nell'indice «sviluppo dei mercati finanziari»8. Da un'analisi dettagliata risultano anche punti deboli che derivano dalla politica economica esterna della Svizzera: riguardo alla politica agricola e ai suoi costi, essa occupa infatti soltanto il 118esimo posto e, per quanto concerne le barriere commerciali, l'80esimo.

7 8

708

WEF (2007): The Global Competitiveness Report 2007­2008.

Questa valutazione non contraddice assolutamente il fatto che il settore bancario della Svizzera sia fortemente sviluppato.

Tabella 1.1 I pilastri della competitività secondo il WEF e la classifica della Svizzera nel confronto internazionale Pilastro

Classifica della Svizzera su 131 Stati

Contesto istituzionale Infrastrutture Stabilità macroeconomica Sistema sanitario e formazione scolastica di base Ciclo di studi superiori e formazione continua Efficienza dei mercati dei prodotti Efficienza del mercato del lavoro Sviluppo dei mercati finanziari Risultati tecnologici Grandezza del mercato Sviluppo delle attività economiche Innovazione Global Competitiveness Index

4 4 22 14 7 6 3 21 3 37 2 2 2

Fonte: WEF

1.3.3

Il World Competitiveness Scoreboard dell'IMD

In termini di competitività, l'IMD pone la Svizzera al sesto posto, ma reputa che debba intensificare la concorrenza.

L'IMD, con sede a Losanna, stila anch'esso classifiche sulla competitività dei Paesi9. Le misure del WEF e dell'IMD si fondano su dati paragonabili, ma aggregati secondo metodi diversi. L'IMD raggruppa più di 300 criteri in entità denominate «fattori di competitività» (cfr. tabella 1.2), mentre il WEF li ripartisce in 12 pilastri.

9

IMD (2007): The World Competitiveness Yearbook 2007.

709

Tabella 1.2 I fattori di competitività secondo l'IMD e la classifica della Svizzera nel confronto internazionale Fattore

Classifica della Svizzera su 55 Stati

Risultati economici Efficienza statale Efficienza delle attività economiche Infrastrutture World Competitiveness Scoreboard

14 3 9 2 6

Fonte: WEF Nella classifica generale dell'IMD, gli Stati Uniti occupano il primo posto davanti a Singapore e Hong Kong. Anche la Svizzera fa segnare un buon risultato e si classifica sesta su 55 Stati. Le valutazioni dell'IMD confermano la buona tenuta generale della Svizzera per i diversi fattori di competitività.

Tabella 1.3 Alcuni punti forti e debolezze della Svizzera in termini di competitività secondo l'IMD e posizione della Svizzera nel confronto internazionale Criterio

Punti di forza Salute e ambiente Politica fiscale Settore finanziario Debolezze Livello dei prezzi Investimenti diretti dell'estero Commercio internazionale

Classifica della Svizzera su 55 Stati

1 2 3 42 21 19

Fonte: IMD L'analisi dettagliata mostra che, secondo l'IMD, i punti di forza della Svizzera risiedono nella qualità di vita (salute e ambiente), nel buon funzionamento del settore finanziario e del sistema fiscale nonché nella ricerca e nel suo mercato del lavoro, attrattivo e flessibile, che favorisce un tasso di attività elevato. Tra le sue debolezze, spiccano una crescita economica piuttosto modesta, il livello elevato dei prezzi rispetto agli altri Paesi, espressione della mancanza di concorrenza nazionale e internazionale in determinati settori (cfr. livello di sovvenzionamento del settore agricolo).

710

1.3.4

Analisi della competitività della Svizzera da parte del KOF

Secondo l'analisi del KOF, la competitività dell'economia svizzera è fondamentalmente buona.

Oltre ai lavori del WEF e dell'IMD, che si rivolgono a un pubblico mondiale, esiste un'analisi empirica specificatamente incentrata sulla Svizzera realizzata dal Centro di ricerche congiunturali del PF di Zurigo (KOF)10. Anche questo istituto parte dal principio che la crescita della competitività procede di pari passo con gli aumenti di produttività.

Contrariamente all'approccio economico globale adottato dal WEF e dall'IMD, i lavori del KOF analizzano anche la competitività dei diversi rami dell'economia svizzera e tracciano il quadro dei punti di forza e delle debolezze della piazza economica svizzera (tabella 1.4). Il KOF conclude che la competitività dell'economia svizzera è globalmente alta. Secondo il KOF, sono state prese diverse misure che dovrebbero rafforzare la competitività dell'economia svizzera (p. es. la conclusione degli accordi bilaterali con l'UE e l'istituzione delle scuole universitarie professionali). Gli specialisti sono però del parere che sia necessario continuare a investire maggiormente nella formazione e nella ricerca. Occorrerà anche profondere maggiori sforzi per risanare durevolmente le finanze pubbliche.

Tabella 1.4 Profilo dei punti di forza e delle debolezze della piazza economica Svizzera secondo il KOF Criterio

Punti di forza

Produttività del lavoro Nel confronto internazionale, evoluzione positiva dei settori volti verso l'esterno, ovvero l'industria, il settore alberghiero e della ristorazione, le finanze e i servizi alle imprese.

Innovazione

La Svizzera è l'economia più innovativa d'Europa; le PMI e il settore terziario sono particolarmente forti.

Competitività-prezzo

Nel paragone internazionale, gli oneri salariali sono aumentati di poco.

10

Debolezze

Debole evoluzione dei settori rivolti verso l'economia interna.

L'evoluzione della produttività è stata particolarmente debole in Svizzera nel settore agricolo, che è protetto, e nel settore delle infrastrutture (trasporti, telecomunicazioni, energia), rami con un grado di liberalizzazione assai modesto rispetto ad altri Paesi.

L'evoluzione a lungo termine sembra indicare che il vantaggio raggiunto nel settore industriale si sta sgretolando: la parte di prodotti innovativi nella cifra d'affari non è più molto elevata.

Dipendenza relativamente importante dall'evoluzione dei tassi di cambio.

S. Arvanitis, H. Hollenstein e D. Marmet (2005): Internationale Wettbewerbsfähigkeit: Wo steht der Standort Schweiz? Eine Analyse auf sektoraler Ebene, vdf Hochschulverlag AG del PF di Zurigo, Zurigo.

711

Criterio

Punti di forza

Debolezze

Competitività qualitativa

La Svizzera si situa nei segmenti di mercato di punta, in particolare chimica, elettrotecnica, elettronica/strumenti, lavorazione dei metalli.

Debolezze quasi inesistenti (deterioramento della posizione del ramo dell'industria delle materie plastiche).

Competitività tecnologica

La Svizzera si situa nelle posizioni di testa nei settori farmaceutici, degli strumenti di ricerca (tecnica medica) e dei beni di media/alta tecnologia (costruzione di macchine). Essa occupa parimenti una buona posizione nei settori a forte coefficiente di conoscenze del settore terziario.

Internazionalizzazione Intensa attività di R-S di imprese della ricerca e dello svizzere all'estero, che vengono sviluppo considerate complementari e rafforzano la piazza svizzera.

Condizioni strutturali Debole regolamentazione del mercato del lavoro, le penurie di manodopera sono attenuate dalla libera circolazione delle persone.

Onere fiscale La Svizzera occupa una buona posizione per quanto concerne l'onere fiscale delle imprese e dei loro impiegati.

Posizione debole per quanto concerne le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

Nessuna debolezza particolare.

Mercati dei prodotti molto regolamentati rispetto ad altri Paesi, con effetti negativi sulla produttività.

La tendenza a ridurre l'onere fiscale delle imprese osservato all'estero ha un influenza negativa sulla posizione relativa della Svizzera.

Fonte: adattata da Arvanitis et al. (2005)

Secondo il KOF, una maggiore liberalizzazione dei mercati dei prodotti permetterebbe di realizzare importanti guadagni di produttività.

Secondo il KOF, la forte regolamentazione dei mercati dei prodotti nuoce alla competitività della Svizzera. Dal 1990, l'evoluzione della produttività nei rami fortemente regolamentati si situa al di sotto della media, ciò che indebolisce la competitività dei rami incentrati sull'esportazione. Secondo il KOF, sarebbe possibile accrescere considerevolmente la produttività intensificando le misure volte a liberalizzare i mercati dei prodotti. Esso cita in particolare i settori dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni nonché l'agricoltura.

1.3.5

Qualità di vita e ambiente al servizio del mantenimento durevole della competitività

La Svizzera offre una buona qualità di vita. Accompagnato da una politica di sostenibilità, questo punto di forza permette di influire positivamente sulla competitività.

I paragoni presentati qui sopra si concentrano principalmente su dati economici direttamente paragonabili. Il mantenimento sostenibile della qualità di vita è tuttavia anche un elemento importante della competitività. Il confronto internazionale in

712

materia si fonda in particolare su dati forniti dalle Nazioni Unite. L'indice di sviluppo umano (HDI) valuta la qualità di vita in 177 Paesi11. Oltre al PIL a parità di potere d'acquisto, l'indice prende in considerazione la speranza di vita e il livello di formazione della popolazione. La Svizzera si classifica al nono posto nel HDI delle Nazioni Unite. Si tratta di un buon risultato, che si riflette negli indici di competitività del WEF e dell'IMD i quali attestano che la Svizzera è un luogo attrattivo per la manodopera qualificata.

Anche in materia di ambiente ­ aspetto di cui l'HDI non tiene conto ­ la Svizzera ottiene un buon piazzamento. Secondo l'Environmental Performance Index (EPI) della Yale University di, realizzato in collaborazione con il WEF, la Svizzera occupava nel 2006 il 16esimo posto su 133 Stati12. Tra i trenta Paesi dell'OCSE, la Svizzera è quello che emette la minor quantità di gas con effetto serra per unità di PIL e le sue emissioni per abitante sono inferiori alla media. Anche in Svizzera vi è nondimeno un considerevole potenziale di riduzione dei gas con effetto serra, in particolare nell'ambito della mobilità e delle costruzioni. Questo potenziale può essere realizzato mediante adeguate misure di politica energetica, quali in particolare l'impiego di tecnologie innovative. Pertanto, la Svizzera ha buone opportunità di rimanere competitiva a lungo termine anche dal profilo ambientale.

1.3.6

Valutazione globale e conclusioni

Indipendentemente dai metodi adoperati e dalle valutazioni ottenute, le analisi presentate indicano nell'insieme che la Svizzera fa parte delle piazze più competitive del pianeta.

Vi è unanimità sul fatto che tra i punti di forza della piazza economica svizzera figurano gli elementi seguenti: ­

la stabilità e la trasparenza del quadro istituzionale;

­

la flessibilità del mercato del lavoro, che da quando è entrata in vigore la libera circolazione delle persone deve più raramente far fronte a strettoie, e l'attrattiva della Svizzera per i lavoratori esteri;

­

la politica fiscale, in particolare perchè le imposte sui redditi gravano debolmente le imprese;

­

la capacità d'innovazione delle imprese svizzere e il fatto che esse sono fortemente orientate alla qualità, ciò che si riflette sulla forte produttività dei rami rivolti all'esportazione;

­

la qualità e l'affidabilità delle infrastrutture.

Gli esperti concordano attualmente nell'indicare i seguenti elementi che penalizzano la competitività della Svizzera: ­

11 12

la forte regolamentazione dei mercati dei prodotti, in particolare nei rami relativamente protetti dalla concorrenza internazionale e sovvenzionati (agricoltura, settore delle infrastrutture), e

UNDP(2006): Human Development Report 2006/2007.

Yale Center for Environmental Law & Policy, Center for International Earth Science Information Network (CIESIN) (2006): Pilot 2006 Environmental Performance Index.

713

­

una concorrenza relativamente debole sul piano interno, la produttività mediocre dei settori rivolti verso il mercato interno e un costo della vita elevato.

Alla luce del consenso qui descritto, le politiche economiche volte a migliorare la competitività della Svizzera dovrebbero mirare, da un lato, ad aumentare la pressione concorrenziale nel nostro Paese riducendo gli ostacoli all'accesso al mercato e, d'altro alto, a stimolare l'apertura internazionale nei rami dell'economia che sono ancora abbastanza fortemente protetti (quest'ultimo elemento riveste un ruolo centrale per la politica economica esterna).

Il seguito del presente rapporto verte dunque sul grado di apertura dei rami economici svizzeri mettendolo in relazione con il livello di produttività del lavoro raggiunto in ciascuno di questi settori.

1.4

La competitività e l'apertura internazionale dei settori dell'economia svizzera

Se la Svizzera è nell'insieme ben integrata nell'economia mondiale, vi sono tuttavia importanti differenze tra un settore e l'altro. La protezione alla frontiera ostacola la competitività del settore agroalimentare.

Non è possibile valutare la competitività internazionale di un settore prescindendo dall'analisi della sua parte di esportazioni. Il tasso di esportazione (o propensione a esportare) misura in percento la parte della produzione che viene esportata.

Un Paese intergrato nell'economia mondiale e fortemente specializzato è caratterizzato da un livello di penetrazione delle importazioni elevato. Dato che non può specializzarsi in un gran numero di settori e sottosettori, esso diventa dipendente dalle importazioni. Il tasso di penetrazione delle importazioni misura per ciascun settore la parte delle importazione nella domanda interna13. Un valore vicino a 100 per un determinato settore indica che la domanda interna è principalmente soddisfatta dalle importazioni e che la produzione interna è destinata all'esportazioni.

Il grafico 1.4 mette in relazione questi due indici della situazione concorrenziale: uno si riferisce al mercato interno, l'altro al mercato esterno. Una posizione nel quadrato superiore destro testimonia lo sviluppo del commercio intra-industriale, la forma di scambio caratteristico per i Paesi sviluppati, nella quale prodotti relativamente simili sono nel medesimo tempo esportati e importati. Si tratta in generale di prodotti a forte intensità di capitali e di tecnologia, la cui fabbricazione richiede una manodopera altamente qualificata. Una tale divisione internazionale del lavoro è essenziale per una piccola economia come quella svizzera poiché permette di trarre profitto da un'accentuata specializzazione, da economie di scala e da una maggiore varietà di prodotti intermedi e finali.

Il grafico è diviso in due da una retta con angolo di 45 gradi. Uno scarto importante tra il tasso d'esportazione e il tasso di penetrazione delle importazioni rivela gli schemi di specializzazione della Svizzera, quali la forte vocazione esportatrice del settore degli strumenti di precisione, dei prodotti chimici e delle macchine. Inversamente, i settori degli apparecchi di comunicazione e dei tessili sono caratterizzati da 13

714

La domanda interna equivale alla produzione più le importazioni meno le esportazioni.

un grado di penetrazione delle importazioni più elevato rispetto al tasso d'esportazione. Questo rapporto è caratteristico dei settori in cui la Svizzera dispone di uno svantaggio comparativo.

Oltre ai settori menzionati, gli svantaggi comparativi della Svizzera si trovano nei settori dell'agricoltura e delle risorse naturali (che non figurano nel grafico), poiché la Svizzera deve importare l'energia fossile che utilizza.

Grafico 1.4 Propensione a esportare e penetrazione delle importazioni, merci, 200114 120

ve ic o li p ro d o tti c h im ic i

E s p o rta z io n i / P ro d u z io n e (% )

100 s tru m e n ti d i p re c is io n e

80

m a c c h in e te s s ili

60 a p p a re c c h i e le ttric i

a p p a re c c h i ra d io , te le vis o ri

40

20 p ro d o tti a lim e n ta ri a g ric o ltu ra

0 0

20

40

60

80

100

120

Im p o rta z io n i / D o m a n d a in te rn a (%)

Fonte: Indici STAN dell'OCSE per la Svizzera, 2001

Va osservato che l'agricoltura e i prodotti alimentari si distinguono chiaramente per la loro posizione nel quadrato inferiore sinistro, contrariamente a tutti gli altri settori merceologici.15 Un debole tasso di penetrazione delle importazioni riflette la forte protezione tariffale e non tariffale alle frontiere, che va di pari passo con una mancanza di competitività sui mercati esterni, espressa da un debole tasso d'esportazione. Benché essa si trovi ben lontana dalle altre merci, la categoria dei prodotti alimentari si avvicina tuttavia maggiormente alla retta con angolo di 45 gradi rispetto ai prodotti agricoli. Questa differenza riflette la forte competitività di alcune imprese specializzate nei prodotti agricoli trasformati. In modo generale, si osserva 14

15

Interpretando questi indici, è importante tener conto che i dati dell'esportazione possono essere superiori a quelli della produzione per le seguenti ragioni: le esportazioni includono le riesportazioni; si possono produrre divari quando i dati del commercio per prodotto vengono convertiti in dati per attività industriale.

I dati qui indicati si riferiscono a valori in franchi svizzeri. Il grafico di autosufficenza del 59 per cento (2005) per le derrate alimentari, quale menzionato nel Rapporto agricolo 2007, è calcolato in termini di calorie e non è dunque paragonabile.

715

che in ognuno dei settori nei quali la concorrenza da parte delle importazioni è potenzialmente rilevante, vi sono in Svizzera imprese di punta dal profilo dell'efficienza e del progresso tecnologico.

La specializzazione permette una migliore allocazione delle risorse naturali, industriali e finanziarie, nonché del capitale umano. A breve termine, essa può tuttavia comportare costi di aggiustamento.

Gli scambi consentono alle imprese non soltanto di beneficiare di economie di scala e di input meno cari, ma anche di trarre profitto dal trasferimento di conoscenze e di tecnologia. Se l'intensificazione della concorrenza induce le imprese più produttive a svilupparsi, le imprese meno produttive sono costrette a ritirarsi dal mercato o sono acquistate da un concorrente più competitivo.

Secondo l'OCSE, l'integrazione economica internazionale si accompagna a una riallocazione degli impieghi tra i rami e le professioni, ma non provoca un degrado generale dell'impiego16. Un mercato del lavoro flessibile come quello svizzero è un fattore chiave per assicurare una riallocazione morbida delle risorse dai settori meno produttivi verso i settori a maggior valore aggiunto. Nello stesso tempo, è probabile che l'espansione degli scambi con i Paesi a bassi salari e il progresso tecnologico abbiano contribuito in una certa misura ad accentuare le ineguaglianze salariali in diversi Paesi dell'OCSE17.

Vi è ancora un considerevole potenziale d'integrazione dei servizi nel commercio mondiale, ciò che è particolarmente importante per un'economia di servizi quale quella Svizzera.

Nonostante il dinamismo del settore terziario, gli scambi di servizi accusano un serio ritardo rispetto al commercio delle merci. Tale ritardo si spiega in parte con il fatto che i servizi sono tradizionalmente meno scambiabili rispetto ai beni industriali a causa della necessità di prossimità fisica tra il fornitore dei servizi e il consumatore.

Ma questa non è la sola spiegazione. Il grado di regolazione relativamente elevato nei settori dei servizi è un'altra possibile spiegazione (v. qui di seguito). Il grafico 1.5 mostra l'esistenza di considerevoli differenze d'apertura internazionale tra i vari settori di servizi.

La competitività del ramo delle banche e assicurazioni, della logistica e del turismo si riflette in un tasso d'esportazione
relativamente elevato. Il debole tasso di penetrazione nel settore banche e assicurazioni indica che questo ramo soddisfa da solo una buona parte della domanda interna. Inversamente, i tassi d'importazione e d'esportazione relativamente deboli nel settore delle infrastrutture, dell'educazione e della sanità sono soltanto in parte conseguenza del fatto che tali servizi sono meno scambiabili. L'altra causa risiede nel grado di regolazione relativamente elevato e nel finanziamento da parte dei poteri pubblici poco orientato alla concorrenza. Di conseguenza, la liberalizzazione e un finanziamento pubblico concentrato sulla concorrenza non mettono a rischio il servizio pubblico; al contrario, grazie ai loro effetti positivi sulla produttività contribuiscono a garantire un servizio pubblico più efficiente e di migliore qualità.

16

17

716

OCSE (2005), «Les coûts d'ajustement liés aux échanges sur les marchés du travail des pays de l'OCDE: quelle est leur ampleur véritable?», Capitolo 1: «Perspectives de l'emploi de l'OCDE», Parigi.

OCSE (2007): «Les travailleurs des pays de l'OCDE dans l'économie mondiale: de plus en plus vulnérables?», C/MIN(2007)2/ANN1.

Grafico 1.5 Propensione a esportare e penetrazione delle importazioni, servizi, 2001 40 35

lo g is tic a ec c .

E s p o rta z io n i / P ro d u z io n e (% )

30 a lb e rg h i e ris to ra n ti

25 20

banc he e a s s ic u ra z io n i

15

tra s p o rti te rre s tri c o m m e rc io

10 5

e le ttric ità p o s ta e te le c o m u n ic a z io n i

s a lu te e d u c a z io n e c o s tru z io n i

0 0

5

10

15

20

25

30

35

40

Im p o rta z io n i / D o m a n d a in te rn a (%)

Fonte: tabelle Input-Output dell'OCSE per la Svizzera, 2001, calcoli SECO

Benché le posizioni dei diversi rami di servizi siano influenzate dalle difficoltà legate alle statistiche concernenti gli scambi di servizi18, le conclusioni che risultano dal grafico 1.5 coincidono con quelle dell'analisi comparativa della liberalizzazione dei servizi in Svizzera e nell'UE19. Questo paragone ha mostrato che la Svizzera è uno dei Paesi con maggior grado di liberalizzazione nel campo dei servizi finanziari, dei servizi alle imprese e dei trasporti ferroviari delle merci. Essa accusa per contro un ritardo di liberalizzazione nei servizi infrastrutturali, ossia l'approvvigionamento in elettricità, il trasporto ferroviario dei passeggeri, le poste e le telecomunicazioni, che comportano una più debole interdipendenza internazionale. Per quanto riguarda i servizi della salute e della formazione, per i quali il commercio è ancora poco sviluppato, la Svizzera non è troppo staccata dai Paesi che sono attualmente più aperti.

I settori con un alto grado di apertura internazionale sono anche quelli in cui la produttività oraria è più elevata.

Le differenze d'esposizione alla concorrenza internazionale evidenziate sopra hanno implicazioni importanti sui risultati economici della Svizzera. Il grafico 1.6 indica il livello di produttività misurato nei vari settori. Anche qui spiccano i buoni risultati dei settori manifatturieri, dei servizi terziari e delle assicurazioni. I settori che fati18

19

I dati concernenti gli scambi di servizi devono essere interpretati con prudenza a causa delle lacune nel rilevamento. A titolo d'esempio, i dati concernenti gli scambi di servizi alle imprese sono lacunosi anche se si tratta di un settore la cui importanza si è accresciuta considerevolmente negli ultimi anni.

SECO 2005: Rapporto comparativo sulla liberlizzazione dei servizi in Svizzera e nell'UE.

717

cano sono nuovamente i settori che, anche mediante barriere tariffali o non tariffali, sono al riparo dalla concorrenza. È questo il caso dell'agricoltura, dei servizi personali, che sono scarsamente scambiabili, i servizi della salute e il settore della costruzione.

La forte produttività del settore della distribuzione d'energia e di acqua si spiega per esempio con la sua considerevole intensità di capitale, mentre la produttività relativamente debole del settore del turismo si spiega con l'utilizzo relativamente intenso di manodopera poco qualificata.

Grafico 1.6 Svizzera, produttività in equivalenti a tempo pieno, per settori, 2006 450 400

in m ig lia ia d i fr. s v iz z e ri

350 300 250 200 150 100 50 S e rv iz i fin a n z ia ri

A p p ro v v . id ric o e d 'e n e rg ia

A s s ic u ra z io n i

In d u s tria

A g g re g a to

T ra s p o rti e c o m u n ic a z io n i

A m m in is tra z io n e e in s e g n a m e n to

S e rv iz i a lle im p re s e

C o m m e rc io

C o s tru z io n i

S a lu te

S e rv iz i p e rs o n a li

A lb e rg h i e ris to ra n ti

A g ric o ltu ra

0

Fonte: UST, SECO

La Svizzera beneficia dei suoi investimenti diretti all'estero e rimane anche un luogo di produzione attrattivo.

Per ottenere un immagine completa dell'integrazione dell'economia svizzera nei mercati mondiali, non è sufficiente concentrarsi sugli scambi di beni e di servizi.

Occorre anche prendere in considerazione gli investimenti diretti all'estero. In particolare, una notevole parte degli scambi di servizi viene effettuata con stabilimenti commerciali20 ed è dunque strettamente connessa agli investimenti diretti nel settore dei servizi. Una prima constatazione in materia di investimenti diretti esteri: la Svizzera è esportatrice netta di capitali. I redditi che essa trae dai suoi investimenti diretti effettuati all'estero ­ che ammontano a 635 miliardi di franchi ­ hanno raggiunto 69 miliardi nel 200621. Nel confronto internazionale, la presenza delle impre20 21

718

Modo 3 secondo la definizione del GATS (Accordo generale sugli scambi di servizi).

BNS (2007). Evoluzione degli investimenti diretti nel 2006. Zurigo: BNS.

se svizzere all'estero è superiore alla media. Ciò non significa che per questo la Svizzera non sia attrattiva per gli investitori esteri, al contrario. Nel 2006, l'insieme degli investimenti diretti esteri in Svizzera ammontava a 266 miliardi di franchi (cfr.

tabella 1.5). Sempre nel 2006, 351 000 persone lavoravano in Svizzera in imprese in mani straniere.

Tabella 1.5 Investimenti diretti esteri in Svizzera, per settore, 2005, parte in percento (100 % = 222 mia. fr.)

Industria Chimica e plastica Metallurgia e macchine Elettronica, energia, ottica e orologeria Altre industrie e costruzioni

17,9 8,6 2,6 4,7 2,1

Servizi Commercio Società finanziarie e holding Banche Assicurazioni Trasporti e comunicazioni Altri servizi

82,1 13,2 45,3 12,1 6,3 2,7 2,5

Totale

100,0

Fonte: BNS

Secondo un'inchiesta sull'attrattiva della Svizzera22, attualmente la Svizzera occupa il primo posto in Europa nella scelta delle società internazionali come luogo d'insediamento del quartiere generale internazionale/europeo, di un centro di ricerca o di un centro di funzioni amministrative/contabili. Tra i fattori citati spesso figurano la stabilità macroeconomica della Svizzera, la sua grande diversità e tradizione interculturale, la qualità delle sue infrastrutture, la flessibilità della legislazione sul lavoro e un quadro fiscale favorevole.

Affinché la Svizzera rimanga competitiva nei settori ad alto valore aggiunto, è necessario che le imprese possano mettere a frutto il loro potenziale d'innovazione accedendo facilmente a specialisti e a personale altamente qualificato.

Dopo che le regioni di reclutamento della manodopera estera sono state limitate, negli anni Novanta, ai Paesi il cui livello dei salari reali è più elevato e che tutti i rami possono reclutare personale nell'UE grazie all'Accordo sulla libera circolazione delle persone entrato in vigore all'inizio del decennio, risulta chiaramente che la Svizzera si specializza nei rami che impiegano personale molto qualificato. Il grafico 1.7 mostra, con l'esempio della manodopera straniera impiegata in Svizzera 22

Ernst & Young (2006): Inchiesta sull'attrattiva della Svizzera ­ Che cosa ne dicono le società estere. Zurigo.

719

durante il secondo trimestre 2005, in quale misura le qualifiche dei migranti siano cambiate nel corso degli ultimi quindici anni.

Grafico 1.7 Livello di formazione della popolazione straniera, secondo trimestre 2005, secondo l'anno d'arrivo in Svizzera, in %23 90 80 70 60 50 40 30 20

A lm e no g ra d o s e c o nd a rio II

10

D ip lo m a d i s c uo la unive rs ita ria

0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Fonte: Ufficio federale di statistica, statistica della popolazione attiva occupata.

Se soltanto il 20 per cento delle persone arrivate in Svizzera nel 1992 (e ancora attive nel corso del secondo semestre 2005) avevano portato a termine una formazione a livello terziario, questa percentuale è ora di più della meta dei migranti.

Parallelamente, la parte di migranti senza formazione professionale superiore ha seguito l'andamento inverso. L'integrazione nell'economia internazionale si misura dunque anche con l'intensità degli scambi internazionali di manodopera, influenzati dalle restrizioni qualitative e quantitative derivanti dalle prescrizioni statali.

23

720

Sono stati presi in considerazione soltanto gli stranieri titolari di un'autorizzazione di soggiorno emigrati in Svizzera in età adulta (18 anni compiuti) e che esercitavano un'attività lucrativa nel 2005.

1.5

Conseguenze in termini di politica economica

Una maggiore apertura internazionale rafforza la crescita e la competitività della Svizzera.

Benché la nozione di competitività e la sua misurazione sollevino controversie, le indagini più affidabili sulla competitività della Svizzera portano a conclusioni simili, che presentano un legame diretto con la politica economica esterna: la Svizzera deve stimolare l'apertura internazionale dei suoi rami economici allo scopo di migliorare, grazie ai vantaggi del commercio internazionale, la produttività della sua economia e, in questo modo, la sua competitività, a tutto vantaggio della prosperità dei suoi abitanti e delle sue imprese. La Svizzera rimarrà tra i Paesi più competitivi se persevererà sulla strada delle riforme.

Nel settore delle merci, si impongono misure in particolare nel settore agricolo e, dunque, nell'industria agroalimentare. Nel settore dei servizi, che richiedono un alto grado di formazione del personale, taluni rami del settore delle infrastrutture devono ancora essere maggiormente esposti all'apertura internazionale. La Svizzera potrebbe anche far meglio valere i suoi punti di forza a livello internazionale nei settori della formazione e della salute. Nei settori parastatali, potrebbe essere lasciato uno spazio maggiore all'iniziativa privata e ai relativi investimenti in infrastrutture e risorse, creando un contesto concorrenziale che non discrimini i fornitori del settore pubblico già attivi rispetto ai nuovi arrivati sul mercato.

Il perseguimento della politica di crescita favorisce la competitività.

Un'ideale politica della crescita deve operare essenzialmente a livello intersettoriale.

A questo scopo, occorre: ­

ridurre la protezione alle frontiere;

­

perseguire la liberalizzazione del mercato interno;

­

migliorare le qualifiche della manodopera;

­

trarre profitto dalla libera circolazione delle persone.

Ridurre la protezione alla frontiera L'apertura dei mercati svizzeri alle importazioni, come prevista dalla revisione in corso della legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio, permetterà alle imprese di acquistare prodotti semifiniti al miglior prezzo. Al pari della riforma agricola (v. il capitolo seguente), questa revisione contribuisce a diminuire il costo elevato della vita per le famiglie.

721

Grafico 1.8 Tassi consolidati e applicati dalla Svizzera nel confronto internazionale, equivalenti ad valorem (%), media semplice 60 55 50 45 40 35

ta s s i c o n s olid ati

30 25

ta s s i ap p lic a ti

20 15 10 5

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0

Fonte: WTO tariffa database 2006

L'accesso ai mercati esteri è un fattore determinante per le imprese stabilite in Svizzera. Nell'ottica della futura liberalizzazione del settore agroalimentare, è necessario trovare soluzioni politiche interne che permettano di diminuire, in modo finanziariamente e socialmente accettabile, l'alto livello di protezione in vigore nel settore agricolo (cfr. grafico 1.8). Questa diminuzione del livello di protezione è indispensabile affinché la Svizzera possa raccogliere le grandi sfide economiche estere nel settore e si iscrive nel quadro dell'indispensabile sblocco del ciclo di Doha dell'OMC e della conclusione di nuovi accordi di libero scambio che coprano il maggior numero possibile di merci e si estendano sempre più ai servizi.

Perseguire la liberalizzazione del mercato interno La piazza economica svizzera viene considerevolmente rafforzata dalle misure di liberalizzazione interne. Il proseguimento delle riforme nel settore delle infrastrutture permetterà alle imprese e alle famiglie di beneficiare di un ampio ventaglio di servizi di alta qualità e a un prezzo migliore.

È necessario tener conto dell'accresciuta concorrenza fiscale tra le piazze economiche. Allo scopo di garantire un clima fiscale attrattivo, è indispensabile creare le condizioni necessarie alla stabilizzazione della parte destinata allo Stato prendendo decisioni che permettano di agire sulle spese. Parallelamente, i regimi fiscali cantonali devono essere riformati in modo corrispondente.

Migliorare le qualifiche della manodopera Lo sviluppo e lo scambio di conoscenze procedono di pari passo. L'incremento e una maggiore efficacia degli investimenti pubblici nel settore della formazione sosterrà la tendenza della Svizzera a specializzarsi nei settori economici a impiego intensivo di risorse umane. La mobilità internazionale del personale altamente 722

qualificato e specializzato è primordiale per le imprese e per i loro lavoratori, in particolare dal profilo del trasferimento delle conoscenze. L'accordo sulla libera circolazione delle persone concluso con l'UE svolge in merito un ruolo determinante.

Trarre profitto dalla libera circolazione delle persone Nella passata legislatura, l'attuazione dell'accordo sulla libera circolazione delle persone firmato con l'UE ha permesso di consolidare uno dei punti di forza della piazza economica svizzera, ovvero il suo flessibile mercato del lavoro, nel senso che la flessibilità interna ha potuto essere completata con l'apertura al mercato del lavoro europeo. È necessario preservare questo fattore indispensabile all'attrattiva della piazza economica svizzera confermando nel corso della prossima legislatura l'accordo sulla libera circolazione delle persone e gli altri accordi conclusi nel quadro dei Bilaterali I (v. n. 3.1.1), senza con ciò compromettere la flessibilità del mercato del lavoro.

Proseguire l'attuazione della strategia economica esterna.

Il Consiglio federale ha stabilito le linee direttive della politica economica esterna della Svizzera nel capitolo introduttivo del rapporto 2004 (FF 2005 949). Tale strategia è legata alla politica di crescita nel senso che essa punta sulla crescita del margine di manovra in materia di politica economica esterna attraverso la realizzazione tempestiva di riforme in settori economici finora incentrati sul mercato interno e protetti.

Per quanto concerne l'accesso ai mercati esteri, la priorità va alla conclusione di accordi multilaterali, visto che la via multilaterale è quella che meglio risponde alle esigenze delle economie aperte e di media dimensione (v. n. 1).

Tenuto conto del rapido aumento degli accordi preferenziali che vengono attualmente conclusi nel mondo, è necessario continuare ad ampliare la rete di accordi conclusi su base plurilaterale nel quadro dell'AELS e a livello bilaterale (v. n. 4).

Considerato il ruolo sempre più importante svolto dai settori dei servizi a livello nazionale e internazionale, la Svizzera si adopera a concludere accordi che coprano sia il commercio delle merci sia lo scambio dei servizi, ma anche l'accesso al mercato per gli investimenti e una migliore protezione dei diritti della proprietà intellettuale. La Svizzera
è uno dei principali procacciatori di investimenti diretti su scala mondiale e ha dunque un grande interesse a offrire disposizioni efficaci di protezione ai suoi investitori nei Paesi di destinazione degli investimenti (v. n. 5.2).

La Svizzera si adopera inoltre per consolidare la sua cooperazione internazionale nei settori delle scienze e dell'educazione (v. n. 3.1.1.). L'estensione degli accordi nel settore dell'educazione mostra il ruolo importante che gli accordi bilaterali tra Svizzera e UE svolgono nel loro insieme per la competitività della piazza economica svizzera. Pertanto, le relazioni bilaterali tra la Svizzera e l'UE devono regolarmente essere oggetto di una valutazione globale.

Un accordo di libero scambio di ampia portata tra la Svizzera e l'UE nel settore agroalimentare, attualmente in fase esplorativa, costituisce un progetto di grande importanza nelle relazioni economiche tra le due parti e presenta un grande interesse per i consumatori. Oltre all'eliminazione delle tasse doganali e degli aiuti all'esportazione, il testo mira all'eliminazione, se possibile totale, degli ostacoli non tariffali all'accesso al mercato per tutti gli anelli della catena agroalimentare. Dal punto di 723

vista dei produttori, questo accordo assicurerà un accesso per quanto possibile libero al mercato estero più ampio e più lucrativo per il settore agroalimentare svizzero, ossia l'UE. In modo generale, l'accordo permetterà di liberalizzare il settore delle merci che, secondo tutte le precitate analisi della competitività, è quello che maggiormente abbisogna di liberalizzazione ed apertura.

I capitoli seguenti presentano più in dettaglio le numerose iniziative e misure prese dalla Svizzera per consolidare la sua integrazione nell'economia mondiale.

2

OMC e altri collaborazioni economiche multilaterali

2.1

Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

In seguito alla riunione ministeriale informale dell'OMC organizzata a margine del World Economic Forum di Davos nel gennaio 2007, i negoziati del ciclo di Doha sono ripresi a livello tecnico. I membri dell'OMC non sono tuttavia giunti finora a un accordo sui principali punti di natura politica. Le attività dell'OMC al di fuori dei negoziati stessi si sono concentrate sull'attuazione degli accordi esistenti dell'OMC, sui negoziati di accesso, sull'esame di Paesi e sulla procedura di composizione delle controversie.

2.1.1

Ciclo di Doha

In seguito alla riunione ministeriale informale dell'OMC organizzata dalla Svizzera a margine del World Economic Forum di Davos nel gennaio 2007, le discussioni sono state riprese a livello tecnico nell'insieme dei settori di negoziazione del ciclo di Doha. Fino all'inizio dell'estate del 2007, i negoziati principali si sono svolti sopratutto tra gli Stati Uniti, l'Unione europea, il Brasile e l'India (i Paesi detti del G4). I Paesi del G4 non hanno tuttavia potuto trovare un'intesa su una posizione comune nei negoziati sull'agricoltura e sull'accesso al mercato dei prodotti industriali. Nella seconda metà del 2007 i negoziati si sono svolti nel quadro multilaterale di Ginevra.

Nel 2007 non sono stati possibili grandi avanzamenti nei negoziati. Se questi ultimi non dovessero concretizzarsi all'inizio del 2008, il ciclo potrebbe essere sospeso, almeno di fatto, fino alle elezioni presidenziali americane.

Nel corso dell'anno in rassegna, sono stati in particolare negoziati attivamente due dossier nel ciclo di Doha, ossia l'agricoltura e i prodotti industriali. Nell'agricoltura, a partire dall'estate del 2007 sono stati ottenuti progressi sostanziali nel quadro dei lavori tecnici. Tuttavia non si è ancora potuto trovare un compromesso sui grandi temi quali le riduzioni tariffali, il trattamento di prodotti sensibili e la riduzione del sostegno interno. Nei prodotti industriali, non vi erano più questioni tecniche da disciplinare e si trattava dunque soprattutto di prendere le decisioni necessarie in vista di stabilire definitivamente il quadro degli impegni individuali che i Membri sono tenuti a sottoscrivere. La volontà dei Paesi in sviluppo di giungere a un compromesso sull'accesso al mercato dei prodotti industriali è stata fortemente limitata

724

dalla primavera del 2007 ­ e in particolare a partire dall'inizio dell'ottobre 2007 ­ nell'intento di aumentare la pressione sui negoziati agricoli.

La Svizzera rimane molto interessata alla conclusione del ciclo di Doha e si adopera attivamente affinché i negoziati portino a un risultato. Per la Svizzera, la situazione che si presenta attualmente è però difficile in materia di accesso al mercato agricolo.

Nei prodotti industriali, partiamo dall'idea che l'accesso al mercato dei Paesi industrializzati (p.es. gli Stati Uniti) può essere migliorato per alcuni prodotti. Per le esportazioni svizzere verso i Paesi in sviluppo, ci si possono attendere riduzioni dei diritti doganali, ma la loro misura è ancora incerta. In questi Paesi, la conclusione del ciclo migliorerebbe almeno la certezza del diritto in quanto, anche in caso di riduzioni tariffali meno ambiziose, la differenza tra i diritti doganali consolidati nell'OMC e quelli effettivamente applicati alla frontiera verrebbe fortemente ridotta.

Nei settori dei servizi, sarà difficile giungere a liberalizzazioni di grande rilievo. Nel dossier della facilitazione degli scambi ­ importante per l'economia svizzera poiché contribuirebbe a semplificare tra l'altro le formalità doganali ­ i membri dell'OMC dovrebbero potersi giungere a un'intesa sull'istituzione di un nuovo accordo nel quadro dell'OMC. Questo passo avrebbe un impatto significativo sulla riduzione dei costi di transazione per il commercio. In materia di commercio e ambiente, si dovrebbe giungere a un'apertura per un numero ristretto di beni ambientali. I negoziati nel settore delle regole si limitano, conformemente al mandato di Doha, a una revisione degli accordi antidumping e sui sussidi nonché delle disposizioni dell'OMC vigenti per gli accordi commerciali regionali. I negoziati in materia di antidumping non sono progrediti molto nell'anno in rassegna. Per contro, va notato con soddisfazione che i membri dell'OMC sono già riusciti nel 2006 a stabilire un meccanismo di trasparenza per l'esame della compatibilità degli accordi commerciali regionali con le regole dell'OMC. L'estensione della protezione delle indicazioni geografiche a prodotti diversi dai vini e dalle bevande spiritose, come pure l'istituzione di un registro delle indicazioni geografiche, permangono controverse, ma continua
ad essere una richiesta importante della Svizzera. I progressi nei negoziati rimangono fortemente legati alle richieste dei Paesi in sviluppo per una migliore protezione delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali.

Un aspetto importante del ciclo di Doha è quello della migliore integrazione dei Paesi in sviluppo nel commercio mondiale per mezzo di liberalizzazioni nei settori che rivestono un considerevole interesse per tali Paesi (p. es. l'eliminazione dei sussidi alle esportazioni agricole entro il 2013, l'apertura dei mercati agricoli e industriali). Inoltre, il miglioramento del commercio Sud-Sud, vale a dire degli scambi tra Paesi in sviluppo, sarebbe un risultato tutt'altro che trascurabile del ciclo di Doha. Inoltre, l'aiuto allo sviluppo specificatamente rivolto al commercio («Aid for Trade») ne risulterebbe migliorato e l'accesso al mercato in franchigia di diritti e senza contingenti per i Paesi meno avanzati sarebbe esteso al minimo al 97 per cento delle linee tariffali (cfr. n. 7.1.1.2).

725

2.1.2

Attuazione degli accordi dell'OMC al di fuori del ciclo di Doha

L'OMC non è soltanto un foro di negoziazioni commerciali. Al centro del sistema vi sono gli accordi dell'OMC, negoziati e firmati dalla maggior parte delle potenze commerciali mondiali. Questi documenti contengono le norme giuridiche di base del commercio internazionale. Le norme in materia di composizione delle controversie in materia commerciale ne consentono un'efficace attuazione. Inoltre, i membri dell'OMC sono sottoposti regolarmente all'esame delle loro politiche commerciali da parte degli altri membri.

Procedure d'adesione Con l'adesione del Vietnam l'11 gennaio 2007 e di Tonga il 27 luglio 2007, l'OMC consta oggi di 151 membri. Sono attualmente in corso negoziati di adesione con 29 Paesi (tra cui l'Algeria, l'Azerbaigian, la Bielorussia, la Bosnia ed Erzegovina, il Kazakistan, il Libano, il Montenegro, la Russia, la Serbia e l'Ucraina). La Russia, che ha praticamente terminato la parte bilaterale dei suoi negoziati d'adesione, sta ancora negoziando la parte multilaterale della sua adesione all'OMC.

Procedura di composizione delle controversie La procedura di composizione delle controversie è stata, come negli anni precedenti, utilizzata abbondantemente dai membri dell'OMC. Svariati panel e l'Organo di appello (Appellate Body) sono stati chiamati a interpretare la legislazione dell'OMC.

Meritano di essere citati in proposito i casi seguenti: il 9 gennaio 2007 è stato approvato il rapporto dell'Organo d'appello nella controversia Stati Uniti ­ Misure relative alla riduzione a zero e ai riesami all'estinzione. In questo rapporto, l'Organo d'appello giudica inaccettabili talune pratiche degli Stati Uniti nel quadro di procedimenti antidumping. La giurisprudenza in proposito dovrebbe esercitare un influenza decisiva sui negoziati nel quadro del ciclo di Doha, nei quali gli Stati Uniti cercano di dare forma giuridica alle loro prassi nel quadro della revisione dell'Accordo antidumping. Il caso Brasile ­ Misure riguardanti l'importazione di pneumatici rigommati verteva sul divieto posto dal Brasile all'importazione di pneumatici rigommati. Il rapporto del panel pubblicato il 12 giugno 2007 ha giudicato che un simile divieto, che era stato in particolare giustificato con la protezione della salute della popolazione, era incompatibile con le regole dell'OMC. L'UE, in veste di attrice, riteneva
tuttavia che la sentenza del panel non andava sufficientemente lontano; l'Organo d'appello dovrà pertanto occuparsi ancora di questa causa.

Nella controversia Turchia ­ Riso, si trattava della limitazione dell'importazione di riso estero da parte della Turchia nonché dell'obbligo di ritiro della produzione interna. Il rapporto del panel del 21 settembre 2007 ha condannato queste misure. La decisione non è stata contestata dalle parti ed è dunque stata accettata. Va notato da ultimo che nel periodo in rassegna sono stati avviati numerosi procedimenti di composizione delle controversie. In tale contesto, va menzionato che gli Stati Uniti hanno, in particolare, avviato diversi procedimenti in relazione alla protezione e al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale in Cina. Dal canto suo, nel periodo in rassegna la Svizzera non è stata implicata né come parte né come terzo in un procedimento di composizione delle controversie dell'OMC.

726

Esami delle politiche commerciali Nel 2007 18 membri (tra cui l'Argentina, l'Australia, il Canada, il Giappone, l'India, l'Indonesia, il Perù, la Tailandia, la Turchia e l'Unione europea) sono stati oggetto all'OMC di esami delle loro politiche commerciali. Questi esami hanno lo scopo di mettere in luce la politica commerciale dei membri in questione permettendo ai membri dell'OMC di intervenire nel quadro di un dialogo aperto e critico, ciò che contribuisce positivamente a rafforzare il sistema commerciale multilaterale. In tale contesto, la Svizzera ha per esempio rivolto all'India domande critiche riguardo all'attuazione della nuova legislazione sulla proprietà intellettuale. Poiché i risultati dell'esame sono resi pubblici, una certa pressione politica incita i Paesi che ne sono stati oggetto a procedere alle riforme necessarie. Al termine dell'esame, vengono rivolte raccomandazioni al Paese esaminato. Queste ultime non sono tuttavia cogenti, al contrario di altri strumenti dell'OMC, e non possono dunque essere oggetto di cause sottoposte al tribunale arbitrale dell'Organizzazione. Nel 2008 saranno in particolare esaminate le politiche commerciali della Cina, della Corea, del Messico, della Norvegia, di Singapore e degli Stati Uniti.

2.2

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)

I lavori dell'OCSE sono stati caratterizzati nel 2007 in particolare da un possibile futuro allargamento e dalla cooperazione con i Paesi non membri. Tra le principali attività dell'Organizzazione, va in particolare rilevata la riunione del Consiglio a livello ministeriale dedicata all'innovazione, che ha definito un programma d'azione per la crescita e l'equità, la prima visita ufficiale del nuovo Segretario generale dell'OCSE in Svizzera, l'incontro annuale in Svizzera degli alti responsabili dei centri di governo dell'OCSE e il rapporto sulla situazione economica della Svizzera 2007.

Riunione annuale del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale Il Consiglio dell'OCSE si è riunito a livello ministeriale il 15 e il 16 maggio sotto la presidenza della Spagna a Parigi. Sotto il tema «Innovazione: programma d'azione dell'OCSE per la crescita e l'equità», si è discusso di mondializzazione, crescita ed equità, innovazione e crescita, economia politica della riforma, allargamento dell'OCSE e impegno rafforzato dell'OCSE.

Dopo l'adesione, tra il 1994 e il 2000, del Messico, della Corea, della Repubblica Ceca, dell'Ungheria, della Polonia e della Repubblica Slovacca, l'OCSE ha elaborato una strategia di allargamento e di cooperazione con i Paesi non membri. Riguardo all'allargamento dell'OCSE, i ministri hanno deciso in maggio di avviare discussioni in vista dell'adesione con cinque Paesi, ossia il Cile, l'Estonia, Israele, la Russia e la Slovenia. Questi Paesi saranno esaminati a livello tecnico dagli organi pertinenti dell'OCSE e saranno oggetto al momento opportuno di una valutazione politica da parte del Consiglio. Oltre a riprendere il patrimonio legislativo dell'OCSE e di altri accordi internazionali, secondo il parere della Svizzera bisogna che, prima di aderire all'OCSE, il Paese candidato all'adesione sia membro 727

dell'OMC, sia attivo nell'aiuto allo sviluppo e accetti lo spirito e le regole di funzionamento dei Paesi sviluppati («like-mindedness»). Inoltre, i ministri hanno deciso di avviare una cooperazione rafforzata con cinque attori emergenti importanti, ossia il Brasile, la Cina, l'India, l'Indonesia e il Sudafrica. I Paesi scelti devono essere interessati e motivati dal patrimonio legislativo, dai legami e dai lavori dell'OCSE e manifestare questo interesse per mezzo di una partecipazione finanziaria appropriata.

I ministri hanno affidato all'OCSE il mandato di elaborare una Strategia dell'OCSE per l'innovazione, volta a migliorare i risultati dei membri in materia d'innovazione e aiutare in questo modo i Paesi dell'OCSE a consolidare i loro vantaggi comparativi in un'economia globalizzata. Questa strategia conferirà all'OCSE la competenza di formulare raccomandazioni e principi in un settore in cui converge un grande numero di politiche e di legislazioni, quali le politiche della formazione e dell'educazione, della ricerca fondamentale e applicata, dell'imprenditoria, della proprietà intellettuale, della lotta contro la contraffazione e il pirataggio, dell'ambiente, della riforma regolamentare, del miglioramento dei risultati dei mercati finanziari. L'obbiettivo consiste nel sostenere i Paesi membri dell'OCSE affinché possano garantire la coerenza delle loro politiche in una prospettiva a lungo termine. In proposito, l'OCSE può appoggiarsi alle raccomandazioni e all'attuazione di strategie pertinenti volte a rafforzare le capacità d'innovazione e di crescita nei Paesi dell'OCSE (riforme strutturali, impiego, riforme dell'ordinamento legale, sviluppo sostenibile, ecc.).

La Svizzera è, secondo l'OCSE, uno dei Paesi più innovativi del mondo. Essa si spira d'altronde alle raccomandazioni dell'OCSE formulate nel suo esame del 2006 della politica dell'innovazione della Svizzera. Il 24 gennaio il Consiglio federale ha infatti adottato il messaggio relativo al promovimento dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione negli anni 2008­2011, che prevede una crescita del 3 per cento all'anno del volume dei crediti destinati alla formazione, alla ricerca e all'innovazione, ovvero un involucro globale di 21 205 miliardi di franchi svizzeri24.

Visita del segretario generale Gurría in Svizzera Angel Gurría,
il nuovo segretario generale dell'OCSE, ha effettuato il 6 e il 7 marzo 2007 la sua prima visita ufficiale in Svizzera su invito della consigliera federale Doris Leuthard. Egli è stato inoltre ricevuto dalla presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey e si è intrattenuto con il consigliere federale Pascal Couchepin su questioni riguardanti la riforma dei settori della sanità. Nelle sue discussioni con il DFE, il segretario generale Angel Gurría ha esposto le sue priorità per il futuro (acqua, sanità, migrazioni) e il ruolo dell'OCSE nel processo di globalizzazione. Egli ha discusso del recente studio dell'OCSE «Obiettivo crescita 2007», che elenca le mancanze in materia di riforme nei diversi Paesi membri. Angel Gurría ha sottolineato il bisogno di riforme in materia di approvvigionamento elettrico, di sussidi all'agricoltura e di imposizione delle imprese. Egli è stato inoltre ricevuto dal Presidente della direzione generale della Banca nazionale svizzera e si è intrattenuto con parlamentari e rappresentanti dell'economia.

24

728

FF 2007 1131

Incontro annuale in Svizzera degli alti responsabili di centri di governo dei Paesi dell'OCSE L'incontro annuale degli alti responsabili di centri di governo dei Paesi dell'OCSE si è tenuto su invito della cancelliera federale Annemarie Huber-Hotz il 4 e 5 ottobre 2007 a Berna. L'incontro aveva l'obiettivo di scambiare esperienze e discutere dell'efficacia di nuovi strumenti di lavoro ­ principalmente elettronici ­ degli stati maggiori di governo. Gli organi di stato maggiore fungono infatti da collegamento tra i governi e i parlamenti e spesso informano il pubblico in merito all'azione governativa. In questa occasione, il segretario generale Angel Gurría ha nuovamente incontrato la consigliera federale Doris Leuthard e il consigliere federale HansRudolf Merz.

Rapporto sulla situazione economica della Svizzera 2007 L'OCSE ha nuovamente esaminato la situazione economica della Svizzera. Il suo rapporto pubblicato in novembre sottolinea gli eccellenti risultati economici della Svizzera. Se l'espansione dell'industria beneficia della debolezza del franco svizzero, l'espansione dei mercati mondiali dei capitali ha sostenuto il contributo del settore finanziario al PIL. L'OCSE ritiene tuttavia che alcuni fattori all'origine dell'attuale ripresa siano soltanto temporanei. L'organizzazione di Parigi ha constatato che la Svizzera rimane ostacolata dalla debole concorrenza sul mercato interno e mantiene la produttività a un livello medio. Pur riconoscendo che la Svizzera ha preso a partire dal 2004 una serie di misure volte a eliminare gli ostacoli sul mercato dei prodotti, essa ritiene che il ritmo delle riformi continui a essere più lento rispetto a quello di altri Paesi dell'OCSE, ciò che potrebbe comportare un degrado continuo a medio termine del livello di vita relativo. Nelle industrie di rete ­ elettricità, ferrovie, posta, telecomunicazioni ­ l'OCSE constata in particolare che le condizioni attuali non garantiscono l'uguaglianza di opportunità tra i nuovi entrati e gli operatori storici. Da ultimo, essa reputa che la Svizzera dovrà tenere meglio sotto controllo le sue spese sociali affinché le finanze pubbliche possano, con un impiego più efficace delle risorse pubbliche, contribuire maggiormente all'accelerazione della crescita potenziale del Paese. Il rapporto rileva inoltre il positivo contributo
dell'immigrazione al benessere in Svizzera, contributo che occorrerebbe sostenere maggiormente migliorando in particolare il sistema di riconoscimento delle qualifiche e dell'esperienza lavorativa acquisita all'estero.

2.3

Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCTAD)

Al centro dell'attività dell'UNCTAD nel 2007 sono stati i preparativi della dodicesima Conferenza ministeriale, che si terrà nel 2008, e i lavori nei settori della concorrenza e della protezione dei consumatori e degli investimenti.

L'UNCTAD ha l'obiettivo di integrare i Paesi in sviluppo nell'economia mondiale mediante il rafforzamento del commercio. In seno al sistema delle Nazioni Unite, è l'istituzione specializzata nelle questioni che riguardano gli scambi e lo sviluppo.

729

Nel quadro dei lavori preparatori alla dodicesima Conferenza ministeriale dell'UNCTAD, che avrà luogo dal 20 al 25 aprile 2008 ad Accra in Ghana, i membri sono stati invitati ad adottare posizioni che possano raccogliere un consenso attorno al tema principale della Conferenza, «Le prospettive e le sfide della mondializzazione per lo sviluppo». Questi lavori poggiano su un rapporto di esperti interni e sul rapporto del Segretario generale, Supachai Panitchpakdi. La volontà di rafforzare l'istituzione è stata al centro delle discussioni. A tal scopo, l'UNCTAD deve sforzarsi di metter meglio a profitto le sinergie tra i settori della ricerca e dell'analisi, della formazione del consenso politico e della cooperazione tecnica. Per migliorare la sua efficacia, l'UNCTAD deve inoltre riorientare i suoi sforzi sulle sue competenze di base, in particolare per quanto concerne le analisi di fondo sui legami tra commercio, investimenti e sviluppo.

La Svizzera ha concluso un partenariato strategico con l'UNCTAD in materia di promozione degli scambi commerciali e di promozione degli investimenti. Nel settore della cooperazione in materia di commercio, essa sostiene in particolare il programma regionale COMPAL, volto a rafforzare la politica della concorrenza e la protezione dei consumatori in America latina (Bolivia, Costa Rica, El Salvador, Nicaragua e Perù), e il programma Bio Trade attuato nei Paesi andini, in Costa Rica e nell'Africa australe. Quest'ultimo contribuisce allo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali e alla conservazione della biodiversità per mezzo del commercio di prodotti rispettosi della biodiversità. Per quanto concerne gli investimenti, la Svizzera partecipa a lavori che si prefiggono di preparare i Paesi in sviluppo o in transizione a negoziare accordi di promozione degli investimenti e a espletare in modo adeguato con gli investitori privati i procedimenti di composizione delle controversie previsti in questi accordi.

2.4

Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO)

La visita in Svizzera del Direttore generale dell'UNIDO ha permesso di discutere temi di interesse comune. Anche nel 2007 la Svizzera ha partecipato attivamente a diversi programmi e conferenze dell'UNIDO.

L'obiettivo dell'UNIDO è quello di promuovere lo sviluppo industriale durevole nei Paesi in sviluppo o in transizione. Inoltre, l'UNIDO fa parte delle organizzazioni incaricate dell'attuazione del protocollo di Montreal per la protezione dello strato di ozono e dell'esecuzione dei progetti e dello strumento globale a favore dell'ambiente. La Svizzera siede nel Comitato di direzione (Industrial Development Board), nonché nel Comitato di programma e di bilancio (Programme and Budget Committee).

La Svizzera, che è uno dei partner principali dell'UNIDO per la realizzazione di progetti di cooperazione tecnica, ha ricevuto la visita del Direttore generale dell'organizzazione nella primavera del 2007. Il momento più importante di questa visita è stata la riunione di lavoro a cui hanno partecipato il Direttore generale e la consigliera federale Doris Leuthard sui temi della protezione dell'ambiente in relazione all'efficienza energetica e dell'accesso al mercato svizzero per i prodotti 730

provenienti dai Paesi in sviluppo. La Svizzera lavora in stretta collaborazione con l'UNIDO all'attuazione di modi di produzione rispettosi dell'ambiente e socialmente sostenibili nei Paesi in sviluppo o in transizione (per mezzo dell'implementazione di Cleaner Production Center). La nona conferenza internazionale sulla produzione pulita (cleaner production), organizzata dall'UNIDO, si è tenuta a Vienna nell'agosto del 2007. In tale occasione la Svizzera ha, da un lato, presentato le sue esperienze positive e, d'altro lato, ha attirato l'attenzione su questioni ancora in sospeso che devono essere risolte, in particolare nei settori dell'efficienza energetica (CDM), del trattamento sostenibile dei prodotti chimici (chemical leasing) e delle linee di finanziamento specializzate per gli investimenti nel settore ambientale.

Inoltre, la Svizzera sostiene programmi dell'organizzazione volti a consolidare le capacità dei Paesi in sviluppo nel settore della normalizzazione, in particolare per quanto riguarda gli enti di normazione, le norme industriali e gli attestati di conformità. Un programma di questo tipo è stato lanciato in Ghana nel corso dell'anno in rassegna. La Conferenza generale dell'UNIDO, che si tiene ogni due anni, ha avuto luogo all'inizio di dicembre del 2007. Da ultimo, sul piano della politica di sviluppo, la Svizzera ha svolto un ruolo attivo in seno all'importante piattaforma «Green Industry».

3

Integrazione economica europea UE/AELS La fonte principale e la destinazione primaria degli scambi commerciali tra la Svizzera e l'estero sono i 27 Stati membri dell'UE e gli altri tre Stati membri dell'AELS. Nel 2006 l'82 per cento delle importazioni della Svizzera provenivano da questa zona, che ha parimenti assorbito il 62,5 per cento delle sue esportazioni. Gli Stati membri dell'UE e dell'AELS sono inoltre i suoi principali partner quanto a scambi di servizi e investimenti diretti.

Le relazioni della Svizzera con questa area economica che conta 498 milioni di abitanti si fondano sugli accordi bilaterali conclusi con l'UE ­ segnatamente l'Accordo di libero scambio del 1972, i sette accordi settoriali del 1999 («Bilaterali I») e i nove accordi settoriali del 2004 («Bilaterali II») ­ e sulla Convenzione AELS.

Il Consiglio federale ha respinto la critica dell'UE relativa a talune disposizioni cantonali in materia di fiscalità delle imprese. Non avvierà negoziati in merito ma è disposto a condurre un dialogo costruttivo.

Contrariamente agli anni precedenti, segnati da importanti decisioni in materia di politica europea, il 2007 è stato caratterizzato in primo luogo dal consolidamento di quanto raggiunto. In altri settori sono state sondate possibilità di cooperazione future

731

3.1

Relazioni della Svizzera con l'UE

Nel Rapporto Europa presentato nel 2006 (FF 2006 6223), il Consiglio federale giunge alla conclusione che la rete di accordi bilaterali esistente tra la Svizzera e l'UE, insieme al suo adeguamento e ampliamento per soddisfare le nuove esigenze, costituisce attualmente il mezzo più efficace per tutelare gli interessi della Svizzera in Europa. Di conseguenza ha stabilito le priorità seguenti per la politica europea della Svizzera, valide a breve e medio termine: ­

applicare quanto più efficacemente possibile gli accordi bilaterali esistenti e adeguarli ai cambiamenti della situazione;

­

concludere nuovi accordi, se opportuno e fattibile;

­

contribuire all'eliminazione delle disparità economiche e sociali in Europa.

3.1.1

Applicazione e adeguamento degli accordi bilaterali esistenti

In materia di politica europea, l'obiettivo prioritario del Consiglio federale è di mantenere la rete di accordi bilaterali con l'UE. Nel 2007 sono stati quindi adeguati molti accordi bilaterali. È stato ad esempio necessario negoziare l'applicazione dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone (RS 0.142.112.681) a Bulgaria e Romania, divenute membri dell'UE il 1° gennaio 2007. I rinnovi dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica (RS 0.420.513.1) e dell'Accordo MEDIA (RS 0.784.405.226) hanno permesso di assicurare l'associazione della Svizzera al settimo programma quadro di ricerca e al programma comunitario MEDIA per gli anni 2007­2013. A livello di relazioni commerciali, la decisione politica presa nel 2004 secondo cui le riesportazioni dalla Svizzera all'UE di merci originarie dell'UE, e viceversa, soggiacciono alle disposizioni dell'Accordo di libero scambio (e dunque a franchigia di dazio), è stata trasformata in una decisione formale del Comitato misto. Infine, sono stati avviati il 19 maggio 2007 e proseguiti l'11 ottobre 2007 i negoziati sull'adeguamento delle procedure doganali (in cui è centrale l'obbligo di dichiarare previamente qualsiasi scambio di merci con Paesi terzi) resi necessari dalla revisione del codice doganale comunitario.

3.1.2

Nuovi temi in materia di relazioni bilaterali

In un contesto di rapida mondializzazione dei fenomeni economici e societari, le relazioni tra la Svizzera e i suoi vicini europei diventano sempre più complesse e rendono indispensabile un adeguamento costante della cooperazione bilaterale in un numero crescente di settori. A dipendenza dei temi e degli interessi delle Parti, si applicheranno forme di scambio differenziate in vista di un'eventuale collaborazione futura. Nel 2007 le discussioni vertevano principalmente sui nuovi temi seguenti.

732

Elettricità Il Consiglio federale ha approvato il 17 maggio 2006 (dando seguito a un'iniziativa della Commissione europea) un mandato negoziale concernente il commercio internazionale di energia elettrica. L'obiettivo è di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento delle due Parti in un mercato dell'energia elettrica liberalizzato. Una prima riunione negoziale si è tenuta l'8 novembre 2007.

Salute Nella prospettiva di una maggiore cooperazione in materia di tutela della salute pubblica, la Svizzera e l'UE hanno tenuto colloqui esplorativi con la Commissione europea per un'eventuale associazione della Svizzera al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), a diversi sistemi di allarme rapido e precoce e al programma d'azione comunitario nel settore della salute pubblica. Il Consiglio federale si baserà sui risultati di tali colloqui esplorativi per decidere se aprire i negoziati.

Libero scambio nel settore agroalimentare All'inizio del 2006 il Consiglio federale ha commissionato uno studio volto a determinare la fattibilità nonché i vantaggi e gli inconvenienti di un accordo di libero scambio con l'UE concernente i prodotti agricoli e le derrate alimentari. Un accordo di questo tipo permetterebbe, oltre a sopprimere gradualmente i dazi doganali sui prodotti agricoli e le derrate alimentari, di eliminare in gran parte gli ostacoli non tariffali nel settore agricolo e nei settori a monte e a valle di quest'ultimo. Il Consiglio federale ritiene che l'apertura integrale dei mercati agricoli all'UE comporterebbe a medio termine un forte miglioramento della competitività del settore agroalimentare svizzero e un aumento del PIL di almeno 0,5 punti percentuali. Dopo aver consultato le cerchie interessate, il Consiglio federale ha tenuto colloqui esplorativi con la Commissione europea. Le ripercussioni economiche e finanziarie di un accordo di questo tipo e i suoi provvedimenti collaterali sono stati parimenti esaminati nel dettaglio. Il Consiglio federale si baserà sui risultati di questi esami per decidere se avviare i negoziati.

Disposizioni cantonali in materia di fiscalità Il 13 febbraio 2007 la Commissione europea ha informato la Svizzera di aver preso una decisione unilaterale, secondo cui talune disposizioni
fiscali cantonali relative a determinate forme di imprese (società holding, società di gestione e società miste) vengono giudicate aiuti statali che ostacolano gli scambi bilaterali e sono quindi incompatibili con l'Accordo di libero scambio. Il Consiglio federale ritiene questa decisione infondata sotto più aspetti. Da un canto, le disposizioni fiscali criticate dalla Commissione europea non distorcono la concorrenza dato che non operano distinzioni di nazionalità o del ramo economico delle imprese. D'altro canto non possono ostacolare gli scambi bilaterali di merci poiché le imprese interessate non hanno il diritto ­ o, nel caso di società miste, beneficiano soltanto di un diritto limitato ­ di esercitare in Svizzera attività legate al commercio di merci. In questo ultimo caso, i redditi provenienti da un'attività commerciale accessoria esercitata in Svizzera soggiacciono all'imposizione ordinaria.

Il Consiglio federale ha dunque confermato la sua posizione: la Svizzera non contravviene all'Accordo di libero scambio, ragion per cui non verranno aperti negoziati. Il Consiglio federale è tuttavia disposto a condurre un dialogo con l'UE al fine di 733

chiarire le rispettive posizioni. Come spiegato nel capitolo introduttivo, l'imposizione delle società è uno dei numerosi fattori che influiscono sulla competitività di un Paese. Il Consiglio federale si prefigge di garantire e migliorare l'attrattiva della piazza economica Svizzera per le imprese, siano esse svizzere o straniere.

Un primo colloquio si è tenuto il 12 novembre 2007. L'argomento è stato parimenti affrontato il 15 novembre 2007 nel quadro del Comitato misto (accordo di libero scambio). Le due parti concordano sul fatto che il dialogo debba essere proseguito nel 2008.

3.1.3

Contributo all'UE allargata

In prospettiva dell'adesione all'UE di dieci nuovi Stati, la Svizzera si è impegnata nel maggio 2004 a stanziare un contributo di un miliardo di franchi alla riduzione delle disparità economiche e sociali nell'UE allargata. Il suo intento è stato fissato in un Protocollo d'intesa con l'UE il 27 febbraio 2006. L'approvazione della legge federale del 24 marzo 2006 sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est (RS 974.1), in occasione della votazione popolare del 26 novembre 2006, e lo stanziamento del corrispondente credito quadro da parte delle Camere federali il 14 giugno 2007, hanno istituito la base legale necessaria per concretizzare il contributo della Svizzera all'UE allargata. A tale scopo sono stati in seguito negoziati su base bilaterale accordi quadro di cooperazione con i dieci nuovi Stati membri (cfr.

n. 7.3.1).

Il 31 gennaio 2007 e il 21 novembre 2007 la Commissione europea e la presidenza del Consiglio europeo hanno annunciato ufficialmente di aspettarsi dalla Svizzera un contributo all'integrazione nelle strutture europee di Bulgaria e Romania, che hanno aderito all'UE il 1° gennaio 2007. Il Consiglio federale si sta occupando di questa richiesta nel quadro dell'estensione dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone ai due Stati surriferiti.

3.2

Associazione europea di libero scambio (AELS)

L'Associazione europea di libero scambio (AELS) è stata istituita dalla Convenzione di Stoccolma del 4 gennaio 1960. Oggi i suoi membri sono l'Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Svizzera. Il commercio esterno della Svizzera con i tre altri Paesi rappresenta circa lo 0,3 per cento del volume totale. La Convenzione AELS (RS 0.632.31) è stata ampiamente modificata dall'Accordo di Vaduz del 21 giugno 2001 (RU 2003 3685) e viene costantemente adeguata alle modifiche degli accordi bilaterali Svizzera­UE.

Nel corso dell'anno in rassegna, il Consiglio dell'AELS si è riunito due volte a livello ministeriale (a Vaduz il 28 e 29 giugno e a Ginevra il 3 dicembre). Esso ha deciso che nel 2008 alcuni specialisti esamineranno la possibilità di adottare misure di liberalizzazione supplementari nel quadro degli scambi di prodotti agricoli in seno all'AELS. Gli adeguamenti della Convenzione AELS alle modifiche degli accordi settoriali Svizzera­UE del 1999 concernevano i settori della libera circolazione delle persone (aggiornamento delle Appendici II e III dell'Allegato K concernenti il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e il riconoscimento reciproco delle 734

qualifiche professionali) e dei trasporti terrestri (liberalizzazione dei trasporti triangolari tra Svizzera, Paesi membri dell'AELS/SEE e Paesi membri dell'UE).

Le molteplici attività dell'AELS nel settore delle relazioni con i Paesi terzi sono presentate nel capitolo 4.

3.3

Panorama dei fatti salienti concernenti ciascuno degli accordi

La parte seguente illustra, in forma sinottica, i fatti salienti del 2007 per quanto riguarda gli accordi bilaterali Svizzera­UE. Le decisioni formali dei comitati misti (CM) sono presentate nel rapporto del Consiglio federale in materia di trattati internazionali.

Tabella Accordo

Avvenimenti nel 2007

Accordo di libero scambio (RS 0.632.401)

Applicazione formale dell'accordo amministrativo provvisorio del 22 aprile 2004 sulle riesportazioni (decisione del CM del 15 novembre 2007).

Protocollo n. 2 dell'ALS (riguardante taluni prodotti agricoli trasformati) (RS 0.632.401.2)

A causa delle forti fluttuazioni di prezzo sul mercato cerealicolo, oltre all'adeguamento ordinario i prezzi di riferimento di taluni cereali hanno subìto un secondo adattamento nel corso dell'anno.

Libera circolazione (RS 0.142.112.681)

Sono stati condotti e in gran parte conclusi i negoziati per l'estensione dell'Accordo a Romania e Bulgaria.

Trasporti terrestri (RS 0.740.72)

Fissazione delle modalità per l'aumento della TTPCP in media da 292,50 franchi a 325 franchi dal 1°gennaio 2008 per un tragitto di riferimento di 300 km effettuato da un veicolo di 40 tonnellate (CM del 22 giugno 2007).

Commercio di prodotti agricoli Entrata in vigore dell'Accordo aggiuntivo (RS 0.916.026.81) sull'estensione al Liechtenstein dell'Accordo sul commercio di prodotti agricoli (27 settembre 2007). Apertura dei negoziati nel settore DOC/IGP (4 ottobre 2007).

Trasporto aereo (RS 0.748.127.192.68)

Decisione di realizzare con l'UE uno studio di impatto volto a preparare l'apertura, non appena possibile, di negoziati sull'estensione dell'Accordo all'«8a libertà» (cabotaggio), prevista nell'articolo 15 paragrafo 3 dell'Accordo.

735

Accordo

Avvenimenti nel 2007

Collaborazione scientifica e tecnica (RS 0.420.513.1)

Firma dell'accordo sulla partecipazione della Svizzera al settimo programma quadro di ricerca dell'UE (25 giugno 2007).

Riconoscimento dei controlli di conformità (RS 0.946.526.81)

Preparazione della registrazione di un nuovo capitolo sui prodotti di costruzione (CM del 6 marzo 2007).

Appalti pubblici (RS 0.172.052.68)

Scambio di informazioni riguardanti lo svincolo degli aiuti ai Paesi terzi (CM del 15 marzo 2007).

Fiscalità del risparmio (RS 0.641.926.81)

Il rendimento lordo delle ritenute sui redditi da risparmio dei contribuenti dell'UE in Svizzera è aumentato a 536,7 milioni di franchi nell'anno fiscale 2006.

Schengen (FF 2004 5747)

Ratifica dell'UE in sospeso a causa delle riserve formulate da tre Stati membri. Dalla firma (ottobre 2004), alla Svizzera sono stati notificati 43 atti legislativi comunitari, di cui 13 implicheranno un adeguamento del diritto svizzero; sono in corso i preparativi. Prima della messa in vigore definitiva dell'Accordo di Schengen, nel 2008 l'UE effettuerà una valutazione preliminare di numerosi settori di cooperazione.

Dublino (FF 2004 5777)

Lotta contro la frode (FF 2004 5801)

La messa in vigore dell'Accordo necessita della ratifica di tutti gli Stati membri dell'UE; finora l'Accordo è stato ratificato da tredici Stati.

MEDIA (RS 0.784.405.226)

Firma dell'accordo che approva la partecipazione della Svizzera al programma comunitario «MEDIA 2007» (11 ottobre 2007). Applicazione provvisoria dal 1° settembre 2007.

4

Accordi di libero scambio con i Paesi terzi non membri dell'UE o dell'AELS Nel 2007 la Svizzera ha fatto notevoli progressi in materia di accordi di libero scambio sia a livello bilaterale sia nell'ambito dell'AELS. Sul piano bilaterale ha avviato negoziati con il Giappone in vista della conclusione di un accordo di partenariato economico e di libero scambio e ha iniziato ad analizzare la fattibilità di un accordo bilaterale di libero scambio con la Cina. Il gruppo di lavoro congiunto AELS-India, incaricato di esaminare la fattibilità di un accordo di ampia portata sul commercio e gli investimenti, ha presentato il suo rapporto in

736

novembre e si prevede di lanciare i negoziati a livello ministeriale all'inizio del 2008. I negoziati relativi a un accordo di libero scambio tra l'AELS e il Canada si sono conclusi. Un accordo di libero scambio tra l'AELS e l'Egitto è stato firmato in gennaio ed è entrato in vigore il 1° agosto. Sono stati avviati i negoziati in vista della conclusione di accordi di libero scambio con il Perù, la Colombia e l'Algeria. I negoziati in corso con gli Stati membri del CCG e, sul piano tecnico, con la Thailandia sono proseguiti. Il gruppo di lavoro istituito dall'AELS e dall'Indonesia sul commercio e gli investimenti si è riunito in ottobre.

Nell'ambito dell'AELS è stato istituito insieme alla Russia un gruppo di lavoro comune per esaminare la fattibilità di un accordo di libero scambio. Nel 2008, la Svizzera continuerà ad estendere in modo coerente la sua rete di accordi di libero scambio.

Il Consiglio federale ha presentato l'orientamento strategico della politica economica esterna della Svizzera il 12 gennaio 2005 nell'ambito del rapporto sulla politica economica esterna 2004 (FF 2005 949). Al riguardo, gli accordi di libero scambio con partner commerciali al di fuori dell'UE forniscono un contributo indispensabile per mantenere e migliorare la competitività e l'attrattiva della piazza economica Svizzera. Concludendo accordi di libero scambio, generalmente nell'ambito dell'AELS, la Svizzera si prefigge di assicurare alle proprie imprese un accesso a determinati mercati esteri equivalente a quello di cui godono i principali concorrenti esteri (in particolare quelli dell'UE, degli Stati Uniti e del Giappone). Nel contempo, questi accordi migliorano a livello generale la certezza del diritto e la stabilità delle condizioni quadro delle nostre relazioni economiche esterne con i corrispondenti Stati partner. Anche nei casi in cui non vi sono problemi importanti di discriminazione, gli accordi di libero scambio possono contribuire a diversificare e a rendere più dinamiche le nostre relazioni economiche esterne, in particolare per quanto concerne i Paesi con un potenziale di crescita superiore alla media (Paesi emergenti) o quelli che grazie all'estensione del loro mercato offrono prospettive di sbocco particolarmente interessanti. Per realizzare queste prospettive, è quindi importante che gli accordi di
libero scambio contribuiscano anche allo sviluppo durevole di questi Paesi.

Nel corso dell'anno in rassegna sono stati fatti notevoli progressi in materia di accordi di libero scambio. Nel 2008 la Svizzera intende estendere in modo coerente la sua rete di accordi di libero scambio nell'ambito dell'AELS ed eventualmente a livello bilaterale, completando gli sforzi profusi a livello multilaterale in particolare in seno all'OMC. Nei prossimi anni sarà data la priorità alla conclusione dei negoziati in corso o avviati recentemente, all'attuazione di basi decisionali concernenti nuovi progetti negoziali come pure alla preservazione e all'approfondimento degli accordi di libero scambio esistenti.

737

4.1

Relazioni di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e i loro partner della zona euro-mediterranea

Gli Stati membri dell'AELS intendono partecipare al progetto di grande zona di libero scambio euro-mediterranea che dovrebbe essere realizzata entro il 2010 nell'ambito del processo di Barcellona avviato dall'UE. Attualmente, i Paesi dell'AELS dispongono di dieci accordi di libero scambio in questa regione.25 L'Accordo firmato in gennaio con l'Egitto è entrato in vigore il 1° agosto. La Svizzera lo applica provvisoriamente in attesa dell'approvazione da parte del Parlamento (cfr. messaggio, n. 11.2.1). L'Accordo liberalizza il commercio di prodotti industriali e di prodotti della pesca e si prefigge di liberalizzare il commercio di prodotti agricoli trasformati. Contiene inoltre disposizioni concernenti la protezione della proprietà intellettuale, la concorrenza, i principi della cooperazione tecnica e finanziaria, nonché clausole evolutive concernenti i servizi, gli investimenti e il settore degli appalti pubblici. Le concessioni in materia di prodotti agricoli di base sono disciplinate in convenzioni bilaterali negoziate parallelamente tra l'Egitto e ogni Stato membro dell'AELS. L'applicazione provvisoria dell'Accordo permette all'economia svizzera di beneficiare immediatamente dei vantaggi previsti, in particolare nella prospettiva di eliminare gli svantaggi esistenti dal 2004 sul mercato egiziano e che derivano dall'Accordo preferenziale tra l'UE e l'Egitto. In vista dell'attuazione delle disposizioni in materia di cooperazione tecnica e finanziaria, gli Stati dell'AELS hanno approvato protocolli d'intesa bilaterali con l'Egitto. Questa cooperazione dovrebbe contribuire ad aumentare la capacità dell'Egitto di beneficiare in modo ottimale delle nuove opportunità offerte dall'Accordo di libero scambio e dall'Accordo bilaterale sui prodotti agricoli.

Dopo diversi rinvii, il Comitato misto AELS-Algeria si è riunito in luglio e ha deciso di avviare i negoziati relativi a un accordo di libero scambio. Un primo ciclo di negoziati si è svolto nel corso del mese di novembre. Negoziando un accordo di libero scambio con l'Algeria, i Paesi dell'AELS si prefiggono di sopprimere gli svantaggi che subiscono le loro imprese sul mercato algerino dopo l'entrata in vigore, nel settembre 2005, dell'accordo preferenziale tra l'UE e l'Algeria.

In novembre e dicembre si sono svolti incontri tra esperti con la Serbia
e l'Albania.

Questi due Stati hanno confermato il loro interesse ad avviare negoziati di libero scambio con i Paesi dell'AELS. Nel giugno 2006, l'Albania ha firmato con l'UE un accordo di stabilità e di associazione la cui parte commerciale è applicata dal settembre 2006. L'UE e la Serbia hanno concluso in novembre i negoziati concernenti un accordo dello stesso tipo. Il Montenegro, che in ottobre ha firmato un accordo di stabilità e di associazione con l'UE, ha preso contatto anche con gli Stati membri dell'AELS. In occasione dell'incontro ministeriale dell'AELS del 3 dicembre, è stato confermata l'intenzione di avviare i negoziati per un accordo di libero scambio con l'Albania e la Serbia e di intensificare le relazioni commerciali con il Montenegro.

25

738

Croazia (RS 0.632.312.911), Egitto (RS 0.632.313.211), Giordania (RS 0.632.314.671), Israele (RS 0.632.314.491), Libano (RS 0.632.314.891), Macedonia (RS 0.632.315.201.1), Marocco (RS 0.632.315.491), OLP/Autorità palestinese (RS 0.632.316.251), Tunisia (RS 0.632.317.581), Turchia (RS 0.632.317.613).

Il 4 dicembre, i Paesi dell'AELS e la Russia hanno istituito un gruppo di lavoro comune incaricato di esaminare la possibilità di liberalizzare le relazioni reciproche in materia di commercio e di investimenti e di avviare i negoziati in vista di un accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Russia. Tra l'AELS e l'Ucraina si sono svolti due incontri informali durante i quali l'Ucraina ha in particolare informato i rappresentanti dell'AELS sullo svolgimento del suo processo di adesione all'OMC e sulle sue relazioni con l'UE. L'opportunità di avviare i negoziati in vista di un accordo di libero scambio con la Russia e l'Ucraina sarà esaminata dopo la loro adesione all'OMC.

Per quanto concerne gli accordi di libero scambio vigenti, i comitati misti incaricati si sono riuniti con il Marocco, la Tunisia e la Giordania. Questi incontri hanno permesso di constatare il buon funzionamento degli accordi, di decidere gli adeguamenti tecnici di alcune disposizioni degli accordi e di esaminare le possibilità di proseguire il loro sviluppo e la cooperazione in diversi ambiti (regole d'origine, estensione della lista dei prodotti agricoli trasformati e dei prodotti della pesca, servizi e cooperazione tecnica).

4.2

Relazioni di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e i loro partner al di fuori della zona euro-mediterranea

La tendenza mondiale alla conclusione di accordi di libero scambio regionali e sovraregionali è proseguita, soprattutto in Asia, ma anche in America Latina.

Al di fuori della zona euro-mediterranea, i Paesi dell'AELS dispongono attualmente di accordi di libero scambio con il Messico (RS 0.632.316.631.1), il Cile (RS 0.632.312.141), Singapore (RS 0.632.316.891.1), la Corea (RS 0.632.312.811) e l'Unione doganale dell'Africa australe (SACU)26 (FF 2007 957).

All'inizio del mese di giugno, i Paesi dell'AELS e il Canada hanno annunciato la conclusione dei negoziati relativi a un accordo di libero scambio. L'accordo dovrebbe essere firmato ed entrare in vigore il più rapidamente possibile, non appena conclusa la verifica giuridica dei testi. In termini di valore delle merci scambiate, il Canada sarà dopo l'UE il partner di libero scambio più importante dell'AELS.

L'accordo permetterà di liberalizzare il commercio dei prodotti industriali, dei prodotti della pesca e altri prodotti del mare, nonché dei prodotti agricoli trasformati.

Contiene inoltre disposizioni relative alla concorrenza e clausole negoziali concernenti i servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici come pure una clausola evolutiva generale.

L'Accordo di libero scambio e gli Accordi agricoli bilaterali, firmati nel luglio 2006 tra i Paesi dell'AELS e gli Stati membri della SACU, entreranno in vigore nel 2008 dopo che tutte le Parti avranno depositato i relativi strumenti di ratifica.

I negoziati avviati nel giugno 2006 in vista della conclusione di un accordo di libero scambio di ampia portata tra i Paesi dell'AELS e gli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG)27 sono proseguiti e dovrebbero concludersi all'inizio del 2008. Nel corso del mese di giugno, i Paesi dell'AELS, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall'altra, hanno avviato i negoziati per concludere accordi di libero scam26 27

Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica e Swaziland.

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar.

739

bio di ampia portata che dovrebbero giungere a termine nel corso del primo semestre 2008. I negoziati avviati nell'ottobre 2005 con la Thailandia, sospesi dopo gli eventi politici della primavera 2006, sono poi proseguiti a livello tecnico. Si prevede di riprendere formalmente questi negoziati nella primavera del 2008.

Il gruppo di lavoro comune India-AELS incaricato di esaminare la fattibilità di un accordo di ampia portata sul commercio e gli investimenti ha presentato il suo rapporto in novembre, raccomandando di avviare i negoziati. È previsto che i competenti ministri dell'India e dei Paesi dell'AELS lancino i negoziati all'inizio del 2008. Il gruppo di lavoro comune AELS-Indonesia, incaricato di esaminare la fattibilità di un accordo commerciale preferenziale di ampia portata, ha concluso positivamente i suoi lavori in gennaio. Il gruppo di lavoro sul commercio e gli investimenti, costituito in gennaio dai ministri dei Paesi dell'AELS e dell'Indonesia si è riunito nel corso del mese di ottobre. Su domanda dell'Indonesia, ha approfondito lo studio del gruppo di lavoro comune concernente la fattibilità di un accordo di libero scambio. I Paesi dell'AELS sperano che sia possibile decidere rapidamente l'apertura dei negoziati.

Su domanda del Governo mongolo, i Paesi dell'AELS e la Mongolia hanno firmato in giugno una dichiarazione di cooperazione allo scopo di rafforzare le relazioni economiche e commerciali reciproche. A questo proposito, sono inoltre stati intrattenuti contatti con altri Stati come la Malaysia e il Pakistan.

Per quanto concerne gli accordi esistenti, il secondo incontro del Comitato misto dell'Accordo di libero scambio AELS-Singapore si è tenuto in febbraio. Il Comitato ha segnatamente deciso di modificare la cosiddetta norma del «trasporto diretto», che in futuro permetterà la suddivisione degli invii sotto sorveglianza doganale in uno Stato di transito, senza perdita dell'origine. Ha poi deciso di adeguare gli allegati concernenti i prodotti agricoli trasformati e il pesce. Le Parti si sono impegnate a proseguire i lavori volti a migliorare gli obblighi nel settore dei servizi. La Svizzera intende, inoltre, adoperarsi fattivamente affinché i lavori svolti nell'ambito della clausola evolutiva concernente i servizi dell'Accordo di libero scambio AELSMessico siano ben presto conclusi e affinché il Comitato misto AELS-Messico possa prendere una decisione nel corso del prossimo anno.

4.3

Relazioni bilaterali di libero scambio tra la Svizzera e gli Stati al di fuori dell'UE e dell'AELS

La Svizzera prosegue lo sviluppo dinamico della sua rete di accordi di libero scambio essenzialmente nell'ambito dell'AELS, che ha dato buoni risultati. Nel caso in cui tale ambito si rivelasse poco adeguato per difendere i suoi interessi economici, la Svizzera si riserva la possibilità dell'approccio bilaterale. Il Giappone, per esempio, non ha dimostrato alcun interesse a svolgere i negoziati nell'ambito dell'AELS a causa delle differenze esistenti tra le sue strutture commerciali e quelle dei membri dell'AELS. Anche la Cina ha preferito concludere accordi di libero scambio separati con i vari Paesi dell'AELS, al posto di un accordo unico sotto l'egida dell'AELS.

740

Il rapporto del Joint Governmental Study Group for strengthening economic relations between Switzerland and Japan, istituito nel 2005, è stato pubblicato in gennaio28. In seguito alla raccomandazione positiva del gruppo di lavoro, in maggio sono stati avviati i negoziati; finora si sono svolti quattro cicli di negoziati. Le due Parti sperano di concluderli nel 2008. L'obiettivo dichiarato è un accordo globale e ambizioso. Il Giappone è il terzo partner commerciale della Svizzera dopo l'UE e gli Stati Uniti. L'Accordo tra la Svizzera e il Giappone sarà il primo accordo economico preferenziale che questo Paese concluderà con un partner europeo.

In occasione della sua visita in Cina nel corso del mese di giugno, il capo del DFE ha convenuto con il ministro cinese del commercio una procedura volta a esaminare la possibilità di concludere un accordo di libero scambio tra i due Paesi. Nel contempo, la Svizzera ha riconosciuto la Cina come economia di mercato nel senso del diritto dell'OMC. Inizialmente, la Svizzera e la Cina svolgeranno studi di fattibilità sul piano interno, che fungeranno da base per decidere il seguito della procedura (elaborazione di uno studio di fattibilità comune cino-svizzero, apertura dei negoziati). Nel 2007 la Cina ha avviato negoziati per un accordo di libero scambio con l'Islanda e sta svolgendo uno studio di fattibilità comune con la Norvegia.

È opportuno menzionare anche gli Accordi bilaterali di libero scambio tra la Svizzera e la Comunità europea (RS 0.632.401) e tra la Svizzera e le Isole Faeröer.

(RS 0.632.313.144).

5

Politiche orizzontali

5.1

Servizi

Nell'ambito della politica dei servizi si constata uno spostamento delle attività verso le relazioni bilaterali a scapito di quelle multilaterali (OMC/GATS)29.

Durante l'anno in rassegna, non meno di tre negoziati relativi ad accordi di libero scambio includevano la preparazione di una sezione sugli scambi di servizi, segnatamente quelli con gli Stati del Golfo, la Colombia, il Perù e il Giappone. In seno all'OMC, il Consiglio per gli scambi di servizi prosegue i lavori sul piano tecnico nella speranza che si sblocchi la situazione nel settore dell'agricoltura e dell'Accesso al mercato per i prodotti non agricoli (AMNA) del ciclo di Doha.

Vista la crescente importanza del settore dei servizi per l'economia mondiale, la maggior parte degli accordi commerciali moderni copre non solo le merci ma anche i servizi. In Svizzera, la quota di valore aggiunto legata ai servizi supera già il 75 per cento e questo settore, che si distingue per il suo dinamismo, procura all'incirca l'80 per cento dei nuovi posti di lavoro. La bilancia commerciale svizzera in questo ambito (esportazioni meno importazioni) si aggira sui 30 miliardi di franchi. La Svizzera è quindi il secondo esportatore mondiale di servizi pro capite, dopo Hong Kong.

28 29

http://www.news-service.admin.ch/NSBSubscriber/message/attachments/6536.pdf Accordo generale sugli scambi di servizi, RS 0.632.20.

741

Gli obiettivi elevati della Svizzera nei negoziati sugli scambi di servizi non sono quindi sorprendenti. Essa ha ovviamente svolto un ruolo importante nei negoziati GATS del ciclo di Doha, che attualmente stanno attraversando una fase difficile. Pur mantenendo il suo forte impegno a favore del sistema commerciale multilaterale, la Svizzera prosegue parallelamente una politica volta a consolidare le sue relazioni in materia di commercio di servizi con partner di libero scambio selezionati, sia nell'ambito dell'AELS sia a livello bilaterale. Con i suoi partner dell'AELS, la Svizzera ha concluso accordi che coprono anche i servizi con il Messico, Singapore, il Cile e la Repubblica di Corea. Sempre nell'ambito dell'AELS, sta attualmente negoziando accordi di libero scambio di ampia portata con i Paesi del Golfo, la Thailandia, la Colombia e il Perù. Il negoziato in corso tra la Svizzera e il Giappone comprende anche una sezione sui servizi.

La strategia della Svizzera in materia di negoziati sui servizi è sempre la stessa, sia nell'ambito dell'AELS sia a livello bilaterale. Essa è disposta a negoziare con i partner che offrono un mercato importante per le esportazioni elvetiche e con i quali vi sono prospettive di ottenere un accordo di qualità elevata. Per quanto concerne il contenuto, la Svizzera insiste per negoziare i suoi accordi solo sulla base delle disposizioni del GATS. Ciò è importante per assicurare una certa omogeneità dei diversi obblighi contratti dalla Svizzera in materia di commercio di servizi. I negoziati bilaterali diventano interessanti solo nei casi in cui è possibile ottenere un plusvalore; per questo motivo la Svizzera si sforza di ottenere dai suoi partner il maggior numero possibile di miglioramenti rispetto agli obblighi GATS esistenti.

Oltre agli scambi di servizi in senso stretto, la Svizzera ha iniziato a esaminare con alcuni partner la possibilità di instaurare una cooperazione in materia di commercio elettronico. In effetti, non soltanto il commercio elettronico è diventato un vero e proprio settore economico, ma sempre più merci e servizi sono scambiati con questo mezzo. Per questo motivo la Svizzera e gli Stati Uniti hanno previsto di elaborare una convenzione sul commercio elettronico nell'ambito del Forum sul commercio e gli investimenti. La Svizzera esamina la possibilità di includere il commercio elettronico anche nell'ambito dei negoziati di libero scambio con il Giappone.

5.2

Investimenti

Per la prima volta negli ultimi 43 anni, il Parlamento ha esaminato e approvato accordi bilaterali di protezione degli investimenti. Le tendenze verso un nuovo protezionismo contro gli investitori stranieri sono esaminate approfonditamente in particolare nell'ambito dell'OCSE e del FMI.

Attualmente, nessun altro Paese al mondo, rispetto al suo PIL, investe all'estero più della Svizzera. Viceversa, anche gli investimenti diretti effettuati in Svizzera da imprese estere contribuiscono in modo rilevante alla competitività della nostra economia. Date queste condizioni, la Svizzera si è dotata di una delle più fitte reti di accordi bilaterali di protezione degli investimenti (APPI, oltre 120). Riconoscendo il ruolo crescente svolto da questi accordi, nel settembre del 2006 il Consiglio federale

742

ha sottoposto al Parlamento per approvazione, per la prima volta dopo 43 anni, cinque nuovi APPI30. Sino a quel momento la conclusione di tali accordi spettava all'Esecutivo in virtù di una delega di competenza. Il Consiglio federale ha proposto nel contempo di sottoporre all'approvazione del Parlamento i nuovi APPI nell'ambito del rapporto sull'economia esterna. Nel giugno del 2007 le Camere federali hanno approvato i summenzionati APPI, prendendo nel contempo atto della nuova procedura. Il messaggio allegato al presente rapporto (n. 11.2.2) che propone l'approvazione di due APPI firmati recentemente con il Kenya e la Siria inaugura questa nuova pratica.

Conformemente alla strategia generale e alle strategie per Paese del Consiglio federale in materia di politica economica esterna, la rete di APPI è costantemente ampliata e aggiornata. Nel 2007 sono stati avviati i negoziati con la Cina per sottoporre a revisione l'Accordo del 1986. Con importanti Paesi partner e nell'ambito di accordi bilaterali sarà progressivamente potenziata la garanzia giuridica dell'accesso al mercato per gli investitori, integrando così le norme già applicabili tra i Paesi membri dell'OCSE.

Dopo una tendenza al ribasso durata alcuni anni, dal 2004 i flussi mondiali degli investimenti presentano nuovamente una crescita vigorosa31. Tuttavia, la continua liberalizzazione dei regimi d'investimento osservata durante decenni nella maggior parte degli Stati sembra lasciare il posto a talune tendenze protezionistiche in diverse regioni del mondo. Soprattutto negli Stati del G7 (come gli Stati Uniti e la Francia) e in potenze economiche emergenti (come la Cina e la Russia) l'accesso al mercato per determinati investimenti esteri è stato sottoposto a nuovi controlli o restrizioni oppure sono in preparazione misure di questo genere. Da una parte, queste misure si prefiggono di acquisire imprese o partecipazioni a queste ultime in settori economici ritenuti essenziali per la sicurezza nazionale o, più in generale, ritenuti d'importanza strategica. D'altra parte, si attribuisce un'attenzione particolare agli investitori controllati da Stati esteri (imprese statali e fondi d'investimento statali che in taluni Paesi ricchi di risorse naturali sono diventati molto potenti negli ultimi tempi).

Con il sostegno della Svizzera, l'OCSE in
particolare si è occupata di queste nuove tendenze protezionistiche e dei rischi connessi. Nel corso dell'anno in rassegna, gli sviluppi internazionali in questo settore sono stati rilevati ed esaminati sotto gli aspetti della proporzionalità, della trasparenza, della prevedibilità e della controllabilità. Il dialogo è stato intensificato con gli Stati, membri o non membri dell'OCSE, che hanno posto restrizioni all'ammissione di investimenti esteri o sono in procinto di farlo, nonché con i governi che utilizzano sempre più i fondi statali per gli investimenti diretti. Uno degli scopi di questo modo di procedere è quello di definire buone prassi per gli investimenti internazionali che potrebbero ledere gli interessi legittimi in materia di sicurezza nazionale, senza peraltro limitare inutilmente la libertà d'investimento. Anche il Fondo monetario internazionale (FMI) ha avviato il dialogo sul tema dei fondi statali. Grazie alla sua dimensione quasi universale, esso raccoglie l'insieme dei Paesi che dispongono di simili fondi. Esso si prefigge di fissare buone prassi in grado di ostacolare il protezionismo e di garantire la libertà dei flussi di capitali.

30 31

FF 2006 7767 Cfr. «World Investment Report, 2007» dell'UNCTAD.

743

5.3

Ostacoli tecnici al commercio

Nell'ambito della lotta contro i prezzi elevati in Svizzera, il diritto svizzero in materia è stato esaminato allo scopo di individuare le divergenze rispetto al diritto vigente nella CE. Il Consiglio federale ha deciso di rinunciare in gran parte a prescrizioni specifiche svizzere e di armonizzare il diritto svizzero con quello della CE. La revisione in corso della legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio (LOTC) si prefigge di rafforzare lo strumentario volto a eliminare gli ostacoli tecnici al commercio.

Per ostacoli tecnici al commercio si intendono gli ostacoli agli scambi internazionali di prodotti che derivano da prescrizioni o da norme tecniche diverse, dalla loro applicazione divergente o dalla ripetizione di prove o omologazioni già svolte all'estero. Il costo di questi ostacoli è considerevole per un Paese che, come la Svizzera, dipende fortemente dagli scambi internazionali.

Nel corso dell'anno in rassegna, il Consiglio federale ha mantenuto e sviluppato le strategie avviate negli anni Novanta in vista di eliminare gli ostacoli tecnici al commercio. Si tratta, da un lato, di armonizzare in modo autonomo le prescrizioni tecniche svizzere con il diritto della CE e, dall'altro, di concludere accordi internazionali che facilitino l'accesso al mercato.

Si è quindi proceduto a un esame esaustivo delle divergenze nelle prescrizioni tecniche svizzere rispetto al diritto della CE. Il 31 ottobre 2007 il Consiglio federale ha approvato il corrispondente rapporto32 e ha deciso la procedura ulteriore relativa a tali divergenze. Al riguardo si è ispirato al principio secondo cui le divergenze vanno mantenute solo se senza di esse un interesse pubblico preponderante è messo in pericolo. Ha di conseguenza deciso di rinunciare in gran parte a prescrizioni specifiche svizzere. I dipartimenti competenti sono stati incaricati di svolgere i lavori necessari che, tranne poche eccezioni, dovrebbero essere conclusi entro la fine del 2008.

Per quanto concerne la conclusione di accordi internazionali sull'accesso reciproco al mercato, i lavori per l'estensione del campo d'applicazione dell'Accordo con la CE sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (ARR) ad altri prodotti, in particolare ai materiali di costruzione e ai recipienti a pressione trasportabili sono
progrediti. D'altra parte, il 1° febbraio l'ARR è stato modificato per permettere il reciproco riconoscimento delle valutazioni di conformità indipendentemente dell'origine del prodotto. Il 23 aprile questa disposizione è stata estesa a tutto lo SEE mediante un'analoga revisione dell'allegato I della Convenzione AELS.

32

744

Esame delle divergenze tra le prescrizioni tecniche svizzere e il diritto vigente nella CE ­ rapporto in adempimento del postulato 05.3122 del gruppo socialista e 06.3151 Baumann.

Il rapporto è consultabile sulla pagina Internet seguente: http://www.seco.admin.ch/aktuell/00277/01164/01980/ index.html?lang=fr&msg-id=15377

La revisione della legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio (LOTC) attualmente in elaborazione si prefigge di integrare lo strumentario esistente teso a sopprimere gli ostacoli tecnici al commercio con un nuovo strumento, il principio «Cassis de Dijon»33.

Come nella CE, questo principio deve contribuire anche in Svizzera all'armonizzazione e al ravvicinamento delle prescrizioni nazionali al diritto comunitario e non a sostituire tali prescrizioni. Come già menzionato, il 31 ottobre 2007, il Consiglio federale ha deciso di sopprimere in diversi settori le divergenze esistenti tra le prescrizioni tecniche svizzere e quelle dell'UE. In tal modo si facilita lo sviluppo e l'estensione a nuovi settori di prodotti degli accordi con la CE volti ad eliminare gli ostacoli tecnici al commercio, parallelamente alla revisione in corso della LOTC.

La revisione della LOTC ha inoltre lo scopo di semplificare le procedure di autorizzazione per i prodotti già autorizzati all'estero in virtù di prescrizioni equivalenti.

La revisione della LOTC si prefigge di rendere più dinamica la concorrenza in Svizzera e di ridurre i costi per le imprese e i prezzi al consumo. È in questo senso che il Consiglio federale ha ripreso la revisione della LOTC nel pacchetto di misure a favore della crescita.

5.4

Diritto della concorrenza

Con la crescente internazionalizzazione delle attività delle imprese, la cooperazione internazionale in materia di concorrenza diventa sempre più importante.

Questo sviluppo si ripercuoterà sulla cooperazione prevista negli accordi di libero scambio della Svizzera. Tra i temi discussi in seno all'OCSE e all'UNCTAD in materia di concorrenza nel corso dell'anno in rassegna, il tema della valutazione dell'attività e delle risorse delle autorità della concorrenza, nonché le questioni della concorrenza nel settore energetico sono particolarmente importanti per la Svizzera.

Gli sforzi tesi a rafforzare la cooperazione internazionale in materia di concorrenza si intensificano. Questa cooperazione si fonda generalmente su accordi bilaterali o multilaterali nell'ambito della Raccomandazione dell'OCSE del 1995 sulla cooperazione tra Paesi membri nel settore delle pratiche anticoncorrenziali che pregiudicano gli scambi internazionali. Questi accordi prevedono diverse forme di cooperazione segnatamente la notificazione delle misure esecutive riguardanti gli interessi del Paese partner o lo scambio di informazioni. La trasmissione di informazioni confidenziali è normalmente esclusa, ma alcuni accordi (p. es. tra gli Stati Uniti e l'Australia) prevedono la possibilità di un simile scambio a determinate condizioni e 33

Questo principio risale a una decisione della Corte di giustizia delle Comunità europee (CGCE) del 1979 concernente la commercializzazione in Germania del liquore francese Cassis de Dijon e contribuisce alla realizzazione del mercato comune. In virtù di questo principio, i prodotti importati da un altro Stato membro che sono stati fabbricati secondo le prescrizioni di questo Stato possono essere messi in commercio su tutto il territorio della CE. Le restrizioni sono ammesse solo se motivate da un interesse pubblico preponderante.

745

su base reciproca. Contrariamente ad altri membri dell'OCSE, come l'Unione europea, il Giappone o gli Stati Uniti, la Svizzera non ha sinora concluso simili accordi di cooperazione in materia di concorrenza. Ciononostante, gli accordi di libero scambio firmati nell'ambito dell'AELS con Paesi terzi prevedono spesso una cooperazione in materia di concorrenza e questa tendenza andrà rafforzandosi.

La valutazione delle attività e delle risorse a disposizione delle autorità nazionali della concorrenza è stato un tema importante sia per il Comitato della concorrenza dell'OCSE sia per il Gruppo intergovernativo di esperti del diritto e della politica della concorrenza dell'UNCTAD. Per la Svizzera, questo tema è particolarmente pertinente poiché la legge sui cartelli prevede una valutazione cinque anni dopo l'entrata in vigore della revisione. Il Dipartimento federale dell'economia ha iniziato questa valutazione nel 2007. Attualmente, in particolare i Paesi dell'OCSE svolgono spesso valutazioni a livello nazionale per analizzare diversi aspetti quali l'efficacia delle misure, l'assegnazione delle risorse o la percezione da parte del pubblico. Vi è una gran varietà di metodi utilizzati per la valutazione che può essere svolta internamente dall'autorità della concorrenza o affidata a periti esterni. Queste valutazioni sono molto importanti per analizzare e migliorare il diritto della concorrenza e la sua applicazione.

Nel 2007 il Comitato della concorrenza dell'OCSE e il Gruppo intergovernativo di esperti dell'UNCTAD hanno affrontato le questioni della concorrenza nel settore energetico. Queste discussioni sono di rilievo anche per la Svizzera nel contesto dell'entrata in vigore della legge federale del 23 marzo 2007 sull'approvvigionamento elettrico (RS 734.7), il 1° gennaio 2008. Se la necessità di garantire l'approvvigionamento energetico richiede l'intervento dello Stato, il diritto della concorrenza è altrettanto importante per garantire la diversità dell'offerta. Al riguardo la separazione di proprietà dell'attività di produzione e di trasporto è un fattore essenziale per promuovere la concorrenza nel settore energetico.

5.5

Appalti pubblici

Nel 2007 sono proseguiti i negoziati relativi alla revisione dell'Accordo plurilaterale sugli appalti pubblici dell'OMC. Gli appalti pubblici diventano sempre più un tema di discussione nei negoziati di accordi di libero scambio.

Dopo la conclusione dei negoziati sul contenuto dell'Accordo plurilaterale sugli appalti pubblici dell'OMC alla fine del 2006 (RS 0.632.231.422), nel corso dell'anno in rassegna i Paesi membri hanno concluso anche i negoziati relativi alle disposizioni finali dell'Accordo emendato. Hanno in seguito elaborato le disposizioni esecutive relative alla procedura di composizione delle controversie e sviluppato i criteri in base ai quali gli enti aggiudicatori, che saranno sottoposti alla concorrenza, possono essere esclusi dal campo d'applicazione dell'Accordo.

Parallelamente, sono proseguiti i negoziati relativi all'accesso al mercato. Nel complesso, i seguenti Paesi hanno presentato un'offerta: Canada, Corea, Giappone, Islanda, Israele, Norvegia, Singapore, Stati Uniti, Svizzera e Unione europea. Nel corso dell'anno in rassegna si sono svolti numerosi negoziati per migliorare 746

l'accesso al mercato sulla base di queste offerte e delle domande scambiate tra i membri. Non ci si deve tuttavia attendere una maggiore estensione dell'accesso al mercato sulla base di questi negoziati poiché i membri dell'Accordo non sono disposti ad aprire in modo sostanziale l'accesso ai loro mercati pubblici.

I negoziati di adesione della Cina, del Tapei cinese e della Giordania a questo Accordo che attualmente comprende solo 40 membri34 sono stati un altro tema importante di discussione.

Inoltre i negoziati sugli appalti pubblici sono proseguiti anche nell'ambito di diversi negoziati di accordi di libero scambio ancora in corso (cfr. n. 4).

5.6

Protezione della proprietà intellettuale

Durante l'anno in rassegna, le attività della Svizzera legate al commercio nell'ambito della proprietà intellettuale a livello multilaterale si sono concentrate sull'OMC e l'OMS, nonché a livello plurilaterale sugli accordi di libero scambio e sugli sforzi di importanti Paesi industrializzati per combattere efficacemente la pirateria e la contraffazione. L'istituzione di gruppi di lavoro con la Cina e l'India rappresenta un'importante novità.

L'economia svizzera, innovativa e orientata verso le esportazioni, dipende fortemente da un'efficace protezione e da un'efficiente applicazione dei diritti di proprietà intellettuale nel commercio internazionale. Per questo motivo la Svizzera partecipa attivamente alle iniziative multilaterali e plurilaterali che perseguono questi obiettivi e intraprende anche azioni a livello bilaterale.

5.6.1

TRIPS/OMC ­ Ciclo di Doha

Per la Svizzera, uno dei capitoli del «pacchetto di Doha» è il miglioramento della protezione delle indicazioni geografiche, un tema che presenta uno stretto legame con i negoziati agricoli. Si chiede alla Svizzera di fare concessioni in vista di liberalizzare maggiormente la sua politica agricola. In cambio essa vuole segnatamente introdurre nell'Accordo TRIPS35 una migliore protezione delle sue indicazioni geografiche per poterle utilizzare in modo proficuo per i prodotti svizzeri di qualità, industriali e agricoli, in un commercio liberalizzato e vietare efficacemente gli usi abusivi. Vista la fase di stasi in cui si trovano i negoziati dell'OMC, parallelamente agli sforzi multilaterali la Svizzera ha iniziato a esplorare le possibilità di concludere con Paesi terzi interessati accordi di protezione delle indicazioni geografiche.

34

35

L'UE con i suoi 27 Stati membri (28), nonché 12 altri Stati soprattutto industrializzati, ossia Aruba, Canada, Corea, Giappone, Hong Kong Cina, Islanda, Israele, Liechtenstein, Norvegia, Singapore Stati Uniti, e Svizzera.

Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio dell'OMC.

747

I temi della biopirateria e della compatibilità dell'Accordo TRIPS con la Convenzione sulla diversità biologica occupano un posto importante nei lavori del Consiglio TRIPS. Alcuni Paesi in sviluppo auspicano in effetti di introdurre nuove disposizioni in materia nell'Accordo TRIPS. Mentre la maggior parte dei Paesi industrializzati respingono queste proposte, la Svizzera, che si impegna in modo costruttivo nei dibattiti, ha sottoposto una proposta concreta all'OMPI riguardo alle modalità di dichiarazione della fonte delle risorse genetiche e dei saperi tradizionali nelle domande di brevetto, che permetterebbero di garantire una maggiore trasparenza a livello internazionale.

In collaborazione con altri membri dell'OMC che condividono le stesse idee, la Svizzera ha iscritto all'ordine del giorno del Consiglio TRIPS due nuovi temi: quello dell'applicazione del diritto e quello della lotta contro la contraffazione e la pirateria.

Vista la dimensione mondiale di questo flagello, occorre intavolare al più presto un dibattito di fondo sui mezzi per far rispettare in modo efficace i diritti di proprietà intellettuale a livello nazionale mediante l'attuazione dell'Accordo TRIPS.

5.6.2

Organizzazione mondiale della sanità (OMS)

Sulla base del rapporto finale presentato nel 2006 dalla Commissione sui diritti di proprietà intellettuale, l'innovazione e la sanità pubblica (CIPIH), istituita dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e presieduta dall'ex consigliera federale Ruth Dreifuss, l'OMS ha costituito un gruppo di lavoro intergovernativo incaricato di definire una strategia mondiale e un piano d'azione. L'obiettivo è redigere un catalogo di provvedimenti per promuovere la ricerca e lo sviluppo di medicamenti e di vaccini contro le malattie che colpiscono in primo luogo i Paesi in sviluppo. Nel novembre 2007, gli Stati membri dell'OMS hanno trattato dettagliatamente la strategia e il piano d'azione che dovrebbero essere portati a termine e sottoposti, per approvazione, all'Assemblea generale dell'OMS nel 2008.

5.6.3

Protezione della proprietà intellettuale negli accordi di libero scambio

Il capitolo concernente la protezione della proprietà intellettuale è attualmente parte integrante di ogni accordo commerciale moderno e quindi anche degli accordi di libero scambio della Svizzera, sia quelli conclusi sotto l'egida dell'AELS sia quelli bilaterali. La piazza economica Svizzera dipende dalla solidità del sistema di protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Per questo motivo, negli accordi di libero scambio la Svizzera persegue non soltanto un livello di protezione di questi diritti basato sugli standard esistenti negli accordi internazionali, ma anche un livello superiore per alcuni aspetti importanti nell'ottica degli interessi economici del nostro Paese. Al riguardo, la Svizzera e gli altri Stati dell'AELS tengono conto del livello di sviluppo economico dei partner negoziali interessati. Si tratta essenzialmente di istituire, mediante disposizioni sulla proprietà intellettuale, condizioni quadro che contribuiscano a un clima favorevole al commercio, agli investimenti e all'innovazione nei Paesi che hanno aderito all'Accordo. Il capitolo 4 fornisce informazioni sullo stato dei negoziati di libero scambio.

748

5.6.4

Colloqui preliminari concernenti un accordo plurilaterale per la lotta contro la contraffazione e la pirateria

Il Giappone e gli Stati Uniti hanno lanciato già nel 2006 l'idea di un accordo plurilaterale per lottare contro la contraffazione e la pirateria (Anti-Counterfeiting and Trade Agreement ­ ACTA). Dopo essere stata contattata dagli Stati Uniti nell'ambito del forum svizzero-americano di cooperazione per il commercio e gli investimenti e dal Giappone nell'ambito dell'esame di un accordo bilaterale di libero scambio, la Svizzera ha partecipato insieme ai due Paesi promotori, all'UE e al Canada ai lavori preliminari concernenti la forma e il contenuto di un simile accordo.

L'iniziativa è motivata dall'incessante diffusione del flagello della contraffazione e della pirateria a livello mondiale. Queste attività illegali non soltanto causano notevoli danni finanziari ai titolari dei diritti e ai fabbricanti degli originali, ma compromettono anche lo sviluppo economico a lungo termine, la sicurezza e la salute dei consumatori.

L'obiettivo dell'iniziativa è di negoziare, in un gruppo di Paesi industrializzati e di Paesi in sviluppo che attribuiscono una grande importanza alla protezione della proprietà intellettuale, un accordo che preveda misure doganali ed esecutive efficaci per lottare contro la contraffazione e la pirateria. Questo accordo dovrebbe servire in futuro da standard di riferimento e incitare la comunità internazionale e gli Stati a potenziare gli sforzi in questa lotta.

Attualmente sono in corso colloqui con altri Paesi interessati a partecipare all'iniziativa. I negoziati formali saranno avviati nel corso del 2008.

5.6.5

Gruppi di lavoro sulla proprietà intellettuale con la Cina e l'India

Il 29 maggio 2007, in occasione della riunione della 17esima Commissione economica mista a Pechino, la Svizzera e la Cina hanno firmato un memorandum d'intesa36 che prevede la costituzione di un gruppo di lavoro bilaterale in materia di proprietà intellettuale. Il gruppo si è riunito per la prima volta il 14 settembre 2007 a Pechino.

Il 7 agosto 2007 la consigliera federale Doris Leuthard ha firmato a Nuova Dehli un memorandum analogo37 tra la Svizzera e l'India. Il primo incontro del gruppo di lavoro indo-svizzero si è svolto a Nuova Dehli il 14 dicembre 2007. Da parte svizzera, le riunioni sono dirette dall'Istituto federale della proprietà intellettuale (IPI).

L'istituzione di gruppi di lavoro bilaterali nell'ambito della proprietà intellettuale con due Paesi dal peso economico crescente nell'ambito del commercio mondiale rappresenta un successo e una novità per la Svizzera e i suoi sforzi a livello internazionale per incoraggiare la protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

I dialoghi bilaterali sono focalizzati su questioni e problemi legati alla protezione della proprietà intellettuale rilevanti per le imprese innovative svizzere attive in Cina e in India. In quest'ottica, la difesa e l'applicazione dei diritti a livello di diritto civile, penale e amministrativo sono un tema prioritario. Nel contempo, i gruppi di 36 37

Per il testo del MoU svizzero-cinese vedi: http://ige.ch/i/jurinfo/j131.shtm Per il testo del MoU svizzero-indiano vedi: http://ige.ch/I/jurinfo/j132.shtm

749

lavoro bilaterali contribuiranno a promuovere le relazioni e la cooperazione tra le competenti autorità dei due Paesi e lo scambio di esperienze a lungo termine.

Il Memorandum con l'India menziona inoltre esplicitamente la protezione delle indicazioni geografiche quale tema del dialogo bilaterale. Da anni, i due Paesi si impegnano nell'ambito dei negoziati multilaterali, in collaborazione con altri membri dell'OMC, a favore di un miglioramento coerente della protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

La conclusione delle dichiarazioni con la Cina e l'India e l'istituzionalizzazione di un dialogo bilaterale in materia di proprietà intellettuale vanno viste anche nell'ambito della strategia nei confronti dei Paesi del BRIC decisa dal Consiglio federale nel dicembre 2006 (cfr. n. 1 del Rapporto sulla politica economica esterna 2006, FF 2007 853).

6

Sistema finanziario internazionale Nonostante le turbolenze sui mercati finanziari che hanno aumentato i rischi e le incertezze, l'economia mondiale prosegue la sua espansione. I crediti in corso del Fondo monetario internazionale (FMI) continuano a diminuire e si assestano sui 12,6 miliardi di franchi. Il FMI ha nominato un nuovo direttore generale, ha rafforzato i suoi strumenti di vigilanza e ha proseguito la riforma delle condizioni di voto e delle quote degli Stati membri.

La Svizzera è diventata membro del Financial Stability Forum (FSF). Gli Accordi di «Basilea II» sono entrati in vigore. Il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente l'attuazione delle Raccomandazioni rivedute del Gruppo d'azione finanziaria (GAFI) e il relativo disegno di legge.

6.1

Fondo monetario internazionale

6.1.1

Evoluzione dei mercati finanziari internazionali

Nel 2007 si sono registrate gravi turbolenze sui mercati finanziari, originate dalle difficoltà intervenute sul mercato immobiliare statunitense che, vista la complessità del sistema finanziario, hanno generato una frenesia dei mercati interbancari, una riduzione delle liquidità, un'elevata volatilità e una rivalutazione dei rischi. Le banche centrali hanno reagito iniettando liquidità o modificando la loro politica dei tassi d'interesse. Queste turbolenze mostrano che sia l'incertezza sia i rischi che gravano sull'economia mondiale sono aumentati. È particolarmente difficile stimare l'impatto di questa situazione sull'economia reale. È importante evitare reazioni eccessive ed è in particolare sconsigliabile introdurre prematuramente nuove regolamentazioni.

750

6.1.2

Esame della Svizzera da parte del FMI

Il 4 giugno il FMI ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla situazione dell'economia svizzera conformemente all'articolo IV. Le prospettive economiche sono giudicate buone. Il rapporto sottolinea il forte consumo basato su un'elevata crescita dell'impiego e su una buona utilizzazione delle capacità di lavoro e la debole inflazione. Quest'ultima potrebbe significare che oggi il potenziale di crescita dell'economia svizzera superi l'1,5 per cento grazie a una maggiore apertura e a riforme strutturali durevoli. Diversi fattori sul piano internazionale sono responsabili della debolezza del franco svizzero rispetto all'euro, ad esempio il fatto che il franco svizzero sia sempre meno considerato un porto sicuro e il fenomeno detto dei «carry trades». Queste evoluzioni potrebbero tuttavia essere provvisorie. Gli strumenti monetari della Banca nazionale svizzera (BNS) e la sua strategia di comunicazione funzionano bene.

Nella sua valutazione della politica finanziaria, il FMI ha ancora una volta elogiato il freno all'indebitamento quale efficace strumento della politica fiscale. Ha inoltre rilevato che è stato possibile eliminare il deficit strutturale già nel 2006 e che il tasso d'indebitamento pubblico è stato ridotto per il terzo anno consecutivo. Il FMI ha invece criticato la gestione delle spese straordinarie. Accoglie favorevolmente il rapporto sullo sviluppo durevole delle finanze pubbliche, che sarà elaborato dal Dipartimento federale delle finanze e che analizzerà segnatamente i costi a lungo termine di diverse misure in ambito sociale.

Nel 2007 il FMI ha analizzato approfonditamente il settore finanziario svizzero nell'ambito di una valutazione complementare del Financial Sector Assestement Program (FSAP). Da questa analisi emerge che il sistema finanziario svizzero è in buona salute e in linea di massima dispone di strutture di sorveglianza efficaci. I principali rischi per la piazza finanziaria sono di origine esterna. I risultati dei test di stress indicano che il settore bancario è in grado di resistere a svariati choc, mentre alcuni assicuratori reagiscono in modo sensibile a una variazione dei prezzi delle azioni e dei prezzi immobiliari. Sebbene abbiano migliorato la loro situazione finanziaria, alcune casse pensioni non dispongono ancora di un appropriato grado di copertura aggregato.
Il FMI riconosce che la Svizzera sta adeguando il quadro normativo e il suo sistema di vigilanza sul settore finanziario alla nuova situazione in materia di rischi e agli standard riconosciuti a livello internazionale. Rileva problemi nell'ambito della vigilanza sui rischi di liquidità delle banche e degli hedge fund. Accoglie favorevolmente l'istituzione di un'autorità forte e indipendente in materia di vigilanza sui mercati finanziari (AUFIN). È importante che l'AUFIN disponga di risorse di personale e finanziarie appropriate. Con il Test svizzero di solvibilità (Swiss Solvency Test, SST), l'Ufficio federale delle assicurazioni private si è dotato di un sistema di vigilanza sulle assicurazioni moderno e basato sui rischi. Per contro, il FMI ritiene che la vigilanza sulle casse pensioni sia frammentaria, eterogenea e insufficientemente orientata alla sorveglianza prudenziale dei rischi e vada quindi migliorata.

751

6.1.3

Principali dossier del FMI

In giugno, il Direttore generale in carica Rodrigo de Rato ha annunciato la sua intenzione di lasciare l'istituzione. Il Consiglio di amministrazione del FMI ha esaminato le due candidature proposte e nel corso del mese di settembre ha nominato quale successore l'ex ministro delle finanze della Francia, Dominique StraussKahn, sostenuto anche dalla Svizzera. Il Direttore generale dirige i servizi del FMI e presiede il Consiglio di amministrazione. Inoltre alla testa del Comitato internazionale monetario e finanziario del FMI (IMFC) Gordon Brown è stato sostituito da Tommaso Padoa-Schioppa, ministro italiano dell'economia e delle finanze. L'IMFC è l'organo di gestione del FMI.

L'attuazione della strategia a medio termine del FMI prosegue. Nell'ambito della riforma della rappresentanza in seno al FMI, il dibattito si concentra anzitutto sulla definizione di una nuova formula di calcolo per assicurare un'adeguata rappresentanza dei Paesi membri. La nuova formula deve essere adottata al più tardi nella riunione della primavera 2008. In linea di principio, la Svizzera sostiene questa riforma poiché una rappresentanza adeguata di tutti i Paesi è importante per garantire la legittimazione dell'istituzione. Essa continua a impegnarsi energicamente affinché la nuova formula delle quote parti tenga adeguatamente conto dell'importanza e dell'apertura della piazza finanziaria dei singoli Paesi. La Svizzera sostiene inoltre l'idea di introdurre nella formula un fattore di compressione che ridistribuisca in modo più equilibrato i diritti di voto dai Paesi più grandi a quelli più piccoli. Allo stesso scopo, essa ritiene che la ponderazione del prodotto interno lordo (PIL) debba essere moderata. A suo avviso, è inoltre opportuno evitare che la pressione politica generi una ponderazione economicamente ingiustificata del PIL in funzione del potere d'acquisto. L'aumento del numero dei voti di base per permettere ai Paesi poveri di conservare la loro influenza è parte integrante della riforma. In linea generale è importante che la Svizzera trovi un equilibrio tra il suo sostegno alla riforma e la protezione della sua quota parte, che tendenzialmente è sotto pressione. La quota parte della Svizzera sarà ridotta del 10­15 per cento dopo l'aumento delle quote parti dei Paesi sottorappresentati che sarà deciso entro la
primavera 2008. A lungo termine, il mantenimento dei seggi svizzeri in seno al Consiglio di amministrazione del FMI e della Banca mondiale dipende da questa quota parte. Questi seggi sono notevolmente importanti per difendere gli interessi della Svizzera.

I dibattiti sulla vigilanza hanno portato alla revisione della decisione del 1977 sui tassi di cambio e all'introduzione, a partire dal 2008, di priorità in materia di vigilanza economica. La nuova decisione è una dichiarazione strategica globale sulla vigilanza e ha lo scopo di mettere in atto una vigilanza conforme all'articolo IV in base al quale i Paesi si impegnano ad adottare un codice di comportamento nelle politiche di cambio e nelle politiche economiche e finanziarie interne. D'altra parte, è stato convenuto di determinare in modo vincolante le priorità a medio termine per la vigilanza esercitata dal FMI. Queste priorità permetteranno di meglio valutare l'efficacia della vigilanza grazie alla definizione di obiettivi misurabili.

Visto che i Paesi emergenti non sono stati toccati in modo significativo dalle turbolenze finanziarie grazie alla loro maggiore stabilità macroeconomica, nel 2007 in seno al FMI non è stato proposto nessun credito straordinario e il volume dei crediti in corso del FMI si è ulteriormente ridotto. Gli interessi percepiti dal FMI, medianti i quali finanzia i suoi costi di gestione, sono quindi nuovamente diminuiti. Un gruppo di periti esterni di alto livello ha proposto un pacchetto di misure volte a ridurre la 752

dipendenza dalle entrate del Fondo rispetto all'evoluzione della situazione economica mondiale e quindi dalla concessione di crediti. Si tratta tra l'altro di accrescere la redditività degli investimenti delle riserve, di vendere una parte dell'oro e di aumentare le quote parti investite. Per rendere solida a lungo termine la situazione finanziaria del FMI, è necessario intervenire sia nel settore delle entrate sia in quello delle spese. Entro la fine di aprile 2008, dovranno pertanto essere presentate proposte per ridurre ulteriormente le spese.

I dibattiti sui Paesi in sviluppo si occupano dell'attuazione delle iniziative di sdebitamento e dell'impatto macroeconomico dell'aumento dell'aiuto. Per i Paesi con arretrati di pagamento presso il FMI ­ Liberia, Sudan e Somalia ­ non è prevista una soluzione uniforme. Nel caso della Liberia, il finanziamento dello sdebitamento pari a un miliardo di franchi sembra essere garantito. Secondo la chiave di ripartizione degli oneri, il contributo della Svizzera si aggira sugli 11,5 milioni di franchi. Questo importo sarà probabilmente proposto nell'ambito del contributo previsto dal credito quadro concernente la partecipazione della Svizzera al Fondo fiduciario PRGF-HIPC del FMI.

6.1.4

Impegni finanziari della Svizzera nei confronti del FMI

Nell'ottobre 2007 la somma delle quote parti nel FMI ammontava a 396 miliardi di franchi. La Svizzera vi contribuisce con 6,32 miliardi di franchi, cifra che corrisponde più o meno alla sua quota di voto in seno al FMI. Per il momento, sul contributo della Svizzera il FMI ha prelevato solo 425 milioni di franchi. L'importo è versato in diritti speciali di prelievo (DSP, unità di conto del FMI) e rimunerato dagli interessi.

Il contributo della Svizzera al capitale del FMI è versato dalla BNS. I contributi rimborsabili versati dalla Svizzera al FMI sono riassunti nella tavola seguente.

Impegni finanziari della Svizzera nei confronti del FMI, fine ottobre 2007 in milioni di franchi, arrotondati

Posizioni di riserva presso il FMI AGC e NAC Acquisizione e cessione di DSP Fondo per la riduzione della povertà e per la crescita (PRGF) Totale dei contributi finanziari

Importi utilizzati

Importi ancora a disposizione

Totale

425 ­ 408 218

5894 2814 323 292

6 319 2 814 731 510

1051

9322

10 373

Fonte: BNS

Nell'ambito del PRFG e della partecipazione del FMI all'iniziativa di sdebitamento a favore dei Paesi fortemente indebitati (HIPC) del 1999, la Svizzera accorda anche contributi a fondo perso per la riduzione dei tassi d'interesse. Nel 2007 la Svizzera ha versato 5,99 milioni di franchi al Fondo fiduciario PRGF-HIPC, erogando così

753

l'ottava quota delle dieci quote annue di 3,2 milioni di franchi di DSP. Questo contributo si basa sul decreto federale dell'11 marzo 1998.

6.2

Financial stability Forum (FSF)

All'inizio di gennaio 2007 la Svizzera è diventata membro del Financial Stability Forum (FSF). Il FSF promuove la stabilità finanziaria internazionale mediante lo scambio di informazioni e la cooperazione internazionale in materia di vigilanza e di regolazione dei mercati finanziari. Esso riunisce alti rappresentanti di autorità nazionali e di istituzioni finanziarie internazionali. L'adesione a questa istituzione permetterà alla Svizzera di partecipare attivamente al dialogo internazionale sull'individuazione precoce di problemi rilevanti per la stabilità e sulla regolazione e la vigilanza dei mercati finanziari. La possibilità di partecipare al dibattito tra le autorità delle principali piazze finanziarie su importanti questioni internazionali relative al sistema finanziario sarà particolarmente utile per la Svizzera.

Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) è responsabile delle relazioni che la Svizzera intrattiene in veste di membro del FSF. Il presidente della Direzione generale della BNS vi rappresenta la Svizzera.

Le recenti turbolenze sui mercati finanziari internazionali hanno dominato i dibattiti al FSF. Quest'ultimo ha constatato che, fatta eccezione per una certa flessibilità delle banche centrali, non occorrono misure correttive a breve termine. A lungo termine occorrerà tuttavia prevedere riforme, nell'ambito delle quali il FSF ha l'intenzione di svolgere un ruolo centrale. Un gruppo di lavoro internazionale formato da direttori di banche centrali, da autorità di regolazione e da autorità di vigilanza, tra cui un rappresentante svizzero, analizzerà la situazione in previsione dell'incontro dei ministri del G7 dell'aprile 2008. Il FSF ha inoltre pubblicato un rapporto intermedio sulle highly leveraged institutions (HLI) e ha esaminato le regole di comportamento degli hedge fund. Da ultimo ha approvato le raccomandazioni del gruppo di lavoro sui centri offshore. La supervisione di tali centri dovrà essere svolta nell'ambito del FSAP del FMI.

6.3

Gruppo dei Dieci (G10)

Le HLI sono state il tema principale della riunione di quest'anno dei ministri e dei governatori del G10. I partecipanti hanno convenuto che le HLI non sono all'origine delle turbolenze sui mercati finanziari. Ciononostante l'importanza sistemica delle HLI è tale che occorre continuare ad analizzarne le attività. Tuttavia, un'eccessiva regolamentazione limiterebbe la capacità di innovazione del settore. Gli Stati membri del G10 hanno inoltre deciso di prorogare di cinque anni gli Accordi generali di credito (AGC) sulla base dei quali sosterrebbero finanziariamente il FMI in caso di bisogno.

754

6.4

Organi internazionali di sorveglianza

6.4.1

Comitato di Basilea per la supervisione bancaria

Dopo la definitiva approvazione del progetto di riforma denominato «Basilea II», che per anni ha costituito la principale attività del Comitato di Basilea, nel 2007 le discussioni si sono concentrate sulla crisi americana dei mutui ipotecari con scarsa solvibilità (subprime), e in particolare sulle turbolenze che questa crisi ha provocato sui mercati finanziari. Il Comitato di Basilea ha effettuato una valutazione della situazione, ma si è pure impegnato attivamente nel cercare di risolvere il problema di fondo. Questa riflessione è avvenuta nell'ambito di nuovi potenziali progetti e di progetti avviati prima che scoppiasse la crisi (come la gestione dei rischi di liquidità).

Occorre anzitutto sottolineare che grazie all'entrata in vigore di «Basilea II», avvenuta all'inizio del 2007, è stato possibile apportare diversi miglioramenti nel settore della regolamentazione. In relazione a «Basilea II», il Comitato valuta tuttavia se e in che misura la copertura con mezzi propri richieda miglioramenti puntuali (p. es.

un miglioramento dei rischi legati alle operazioni di titolarizzazione).

Una solida gestione dei rischi di liquidità è altrettanto importante della questione concernente i mezzi propri. L'argomento verrà affrontato da un apposito gruppo di lavoro che il Comitato di Basilea ha istituito alla fine del 2006. Il suo compito principale consiste nell'aggiornare la lista delle buone pratiche, pubblicata nel febbraio 2000, intitolata «Sound practices for managing liquidity in banking organisations»; verrà tenuto conto dei «Principles of liquidity risk management», pubblicati nel marzo 2007 dall'Institute of international finance (IIF), e delle esperienze acquisite in occasione delle recenti turbolenze che hanno scosso i mercati finanziari.

Infine, il Comitato di Basilea ha lanciato un'iniziativa che permetterà da un lato di esaminare l'attendibilità e la verificabilità delle valutazioni al valore di mercato, dall'altro di valutare in che misura la liquidità del mercato viene tenuta in considerazione nei metodi di valutazione.

6.4.2

Organizzazione internazionale delle commissioni di valori (IOSCO)

Il Protocollo d'intesa sulla cooperazione e lo scambio di informazioni a livello mondiale tra le autorità preposte alla sorveglianza dei titoli di credito è una delle questioni centrali dell'attività della IOSCO. Entro il 2010 tutti gli Stati membri dovrebbero essere firmatari a pieno titolo (firmatari A) o almeno aver assunto l'impegno di intraprendere i passi necessari per diventare firmatari (firmatari B).

Questa scadenza induce la IOSCO a seguire con attenzione i progressi compiuti dai suoi membri nel campo della cooperazione. Nel 2007 la Commissione federale delle banche (firmatario B) ha avviato la procedura che la porterà a diventare firmatario A. Il 1° febbraio 2006 è entrata in vigore la modifica dell'articolo 38 della legge sulle borse (RS 954.1), che permette di colmare le lacune rilevate. La Commissione federale delle banche ritiene che il diritto svizzero soddisfi ora le esigenze dell'accordo multilaterale.

755

La IOSCO sta inoltre studiando i mezzi e le strategie che le permetteranno di migliorare la comunicazione con i partecipanti al mercato. In particolare, si prevede di adottare una procedura che permetta di dialogare in modo più strutturato con il mondo finanziario, migliorando in tal modo la qualità delle consultazioni riguardanti i diversi progetti e le iniziative della IOSCO. Essa sarebbe oltremodo utile nella definizione delle priorità. Nell'ambito di questa procedura, il comitato tecnico ha pubblicato il suo programma di lavoro sul sito Internet della IOSCO. Inoltre, nel 2007 si è incontrato a due riprese con esponenti del mondo finanziario.

6.4.3

Joint Forum

Il Joint Forum è composto in parti uguali da rappresentanti delle istituzioni di vigilanza delle banche, del commercio di valori mobiliari e delle assicurazioni. La Svizzera vi è rappresentata dalla Commissione federale delle banche. Nel corso dell'anno si sono svolte tre assemblee, l'ultima delle quali a Berna il 19 e 20 novembre 2007.

Molto probabilmente, i tre attuali gruppi di lavoro non pubblicheranno alcun altro rapporto prima del 2008. Uno di questi è tuttavia atteso con impazienza: si tratta di un confronto dei doveri degli intermediari finanziari ­ in particolare delle prescrizioni vigenti in materia di vigilanza ­ per quel che concerne la cosiddetta customer suitability nei tre settori dei mercati finanziari soggetti a regolamentazione. Si tratta di stabilire quali sono i doveri d'informazione che un operatore finanziario ha nei confronti dei propri clienti, affinché le transazioni effettuate corrispondano al profilo di rischio dei clienti e alla loro esperienza nell'impiego degli strumenti finanziari.

6.4.4

Associazione internazionale delle autorità di vigilanza in materia di assicurazioni (IAIS)

Nel 2007 l'IAIS ha proseguito gli sforzi volti ad istituire un approccio coerente, affidabile e trasparente, oltre che valido a livello mondiale, per la valutazione della solvibilità degli assicuratori. I rappresentanti dell'Ufficio federale delle assicurazioni private hanno fornito in merito numerosi contributi. L'IAIS ha concluso i lavori per la Common structure for the assessment of insurance solvency, un metodo comune, basato sul rischio, per la definizione delle esigenze finanziarie di affidabilità e solvibilità degli assicuratori. Il documento illustra anche le esigenze qualitative di solvibilità, quali il governo delle imprese e il loro comportamento sul mercato. Infine, esso serve da base per le norme di valutazione della solvibilità degli assicuratori da parte delle autorità di vigilanza. Per queste norme l'IAIS ha adottato tre gruppi di direttive. Esse concernono la struttura delle esigenze normative relative al capitale proprio, la gestione dei rischi a scopo di capitalizzazione e solvibilità, e l'impiego di modelli nella gestione del capitale da parte degli assicuratori.

L'IAIS si è inoltre adoperata per promuovere la comunicazione e la cooperazione internazionali nell'ambito della vigilanza in materia di assicurazioni. Ha adottato un memorandum d'intesa che fissa i principi e le procedure per la comunicazione di informazioni e valutazioni concernenti gli assicuratori. Molti membri hanno manifestato il loro interesse di aderire al memorandum, la cui entrata in vigore è prevista nel 2008.

756

Infine, la Corporate Governance Task Force ha completato l'inventario delle esigenze in materia di regolamentazione per quel che riguarda il governo delle imprese, in particolare per gli assicuratori. La Task Force on the Revision of Insurance Core Principles and Methodology dovrà accertare che questi principi siano sempre pertinenti, completi e attuali, in quanto costituiscono la base per l'elaborazione di standard da parte dell'IAIS.

6.4.5

Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di capitali (GAFI)

Il 15 giugno 2007 il Consiglio federale ha approvato il messaggio concernente l'attuazione delle Raccomandazioni rivedute del GAFI e il relativo disegno di legge (FF 2007 5687). Quest'ultimo contiene un pacchetto di misure volte a completare le prescrizioni svizzere in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo; l'obiettivo è rendere queste prescrizioni maggiormente compatibili con gli standard internazionali più recenti. Queste nuove misure miglioreranno l'efficacia globale del dispositivo approntato dalla Svizzera per lottare contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo; verranno mantenute tuttavia le condizioni quadro che rendono competitiva la sua piazza finanziaria.

Nell'ottobre 2007, nel quadro della procedura biennale di controllo, la Svizzera ha informato il GAFI sullo stato dell'attuazione di tutte le misure adottate a livello nazionale per rispondere alle raccomandazioni formulate dallo stesso GAFI.

Nell'ottobre 2008 il GAFI esaminerà queste misure, fra le quali figura la trattazione da parte del Parlamento del disegno di legge del 15 giugno 2007.

Nel giugno 2007 la Cina è entrata a far parte del GAFI. In futuro l'organizzazione potrebbe venire ulteriormente ampliata con l'adesione di India e Corea del Sud. Il GAFI ha proseguito le valutazioni dei suoi Paesi membri nel quadro del terzo ciclo di valutazioni, avviato nel 2005 e ormai realizzato per metà. Alla fine del 2007 erano stati valutati diciassette Paesi, fra cui nel 2007 la Turchia, la Grecia, la Repubblica Popolare di Cina, il Regno Unito e la Finlandia.

Anche su pressione della Svizzera, il GAFI ha intensificato il dialogo con il settore privato. Ad esempio, ha esteso la portata dei propri contatti e consultazioni con diversi settori del mondo finanziario. In giugno il GAFI ha adottato le linee direttive per un intervento basato sui rischi. Frutto di un'iniziativa congiunta fra esponenti del settore privato e del GAFI, questo documento deve il suo successo al particolare impegno della Svizzera. Esso contiene principi e procedure che orientano gli istituti finanziari e le autorità nell'attuazione di un approccio basato sui rischi. In tal modo, è stata incoraggiata l'accettazione dell'approccio basato sui rischi nella lotta contro il riciclaggio di denaro a livello
internazionale. In questo contesto ha cominciato a concretizzarsi il concetto di una valutazione nazionale dei rischi nel settore del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. In futuro questo concetto sarà ulteriormente sviluppato dal GAFI.

Per quanto riguarda i lavori del GAFI sui metodi e le tendenze nei settori del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, nel 2007 sono stati adottati e pubblicati diversi rapporti. Essi riguardano in particolare il riciclaggio dei proventi delle frodi sull'IVA o del traffico di stupefacenti, e i rischi di riciclaggio nel settore immobiliare.

757

Nel giugno 2007 il GAFI ha pubblicato linee direttive sull'attuazione delle disposizioni finanziarie riguardanti le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla proliferazione delle armi di distruzione di massa. Queste linee direttive saranno utili ai tribunali nell'applicazione delle sanzioni finanziarie e dei divieti di assistere finanziariamente talune attività contenute nelle risoluzioni ONU.

Quest'ultimo argomento è stato oggetto di linee direttive più specifiche, pubblicate nell'ottobre 2007.

Il GAFI ha proseguito i lavori sulla direzione strategica del gruppo in vista del bilancio intermedio del mandato (2004­2008), che si concluderà l'anno prossimo con l'adozione di un mandato riveduto. In questo senso si stanno attualmente esaminando le linee fondamentali del mandato. All'esame vi sono diverse questioni: gli standard del GAFI, la promozione dell'applicazione globale di tali standard, l'individuazione di nuove minacce e la lotta per prevenirle, i rapporti con i partner (settore privato, organizzazioni internazionali), le questioni di governance istituzionale e l'estensione dell'organizzazione. La Svizzera è favorevole a un mandato imperniato essenzialmente sulle attività principali del GAFI: lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Essa si impegna anche per un'analisi del rapporto costi-benefici delle misure esistenti e di quelle previste, nonché per la valutazione dell'efficacia degli standard e per la consultazione del settore privato prima dell'adozione di nuovi standard.

6.5

Fiscalità internazionale38

6.5.1

OCSE

L'OCSE ha proseguito i lavori del Global Forum on Taxation. Questo forum si occupa di questioni riguardanti lo scambio internazionale di informazioni (bancarie o di altro genere) e la trasparenza del diritto fiscale. Si tratta di un organo ad hoc che riunisce sia Stati membri sia Stati non membri dell'OCSE. Fra questi ultimi figurano enti territoriali che nel frattempo sono diventati cooperanti (ex «paradisi fiscali»). Lo scopo dei lavori del forum è introdurre uno standard internazionale in materia di trasparenza e di cooperazione fiscale internazionale, secondo cui l'assistenza amministrativa fiscale venga concessa senza alcuna esigenza di doppia incriminazione e con un accesso illimitato ai documenti bancari, finanziari o di altro tipo. L'assistenza amministrativa deve estendersi inoltre a tutti i dati pertinenti che sono in possesso delle autorità o che lo devono essere in un modo o in un altro. Dato che i lavori in seno al Global Forum sono progrediti in modo più lento del previsto, l'organizzazione di un nuovo incontro è stata rinviata al 2008.

6.5.2

Convenzioni di doppia imposizione

Nel 2007 la Svizzera ha firmato nuove convenzioni di doppia imposizione, oppure ha approvato revisioni delle convenzioni, con i Paesi seguenti: Sudafrica (FF 2007 6001), Regno Unito (protocollo), Colombia, Bangladesh, Indonesia (protocollo), Cile (imprese di trasporti aerei) e Oman (imprese di trasporti aerei).

38

758

Dialogo fiscale UE-Svizzera, cfr. n. 3.1.2.

7

Cooperazione economica allo sviluppo Nel 2007 la Svizzera ha versato un totale di 202,5 milioni di franchi sotto forma di misure di aiuto nell'ambito della cooperazione bilaterale con i Paesi in sviluppo (150 milioni) e con i Paesi dell'Europa dell'Est e della CSI (52,5 milioni).

Nell'anno in rassegna la SECO era attiva in 20 Paesi prioritari (12 Paesi in sviluppo e 8 Paesi dell'Europa dell'Est e della CSI), due in meno che nel 2006.

La cooperazione con Bulgaria e Romania si limita alla conclusione dei progetti in corso.

Il 14 giugno il Parlamento ha approvato i crediti quadro per il contributo della Svizzera alla riduzione delle disparità economiche e sociali nell'Unione europea allargata e per la continuazione della cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est e della CSI. Questi crediti sono entrati in vigore il 1° luglio, rispettivamente l'11 settembre 2007. Per quel che concerne il contributo all'allargamento versato per i nuovi Stati membri dell'UE, gli accordi quadro negoziati con tutti i Paesi partner sono stati finalizzati ed è stato possibile effettuare importanti lavori preparatori per l'attuazione dei relativi progetti.

La legge39 e la nuova ordinanza40 sulle preferenze tariffali sono entrate in vigore il 1° marzo, rispettivamente il 1° aprile 2007. Le concessioni tariffali iscritte nell'ordinanza offrono ai prodotti dei Paesi in sviluppo meno avanzati un accesso al mercato svizzero esente da dazi e da contingentamenti. In dieci anni d'esistenza, la Swiss Organisation for Facilitating Investments (SOFI) ha raggiunto i propri obiettivi e cesserà l'attività. Il Programma svizzero per il promovimento delle importazioni dei Paesi in sviluppo o in transizione (Swiss Import Promotion Program, SIPPO) sarà integrato nell'Osec Business Network Switzerland, unitamente a un programma ridotto di promozione degli investimenti nell'Africa subsahariana.

Nell'anno in rassegna, le istituzioni multilaterali di finanziamento hanno ricevuto contributi dell'ordine di 294 milioni di franchi. I negoziati riguardanti la ricostituzione dell'Agenzia internazionale per lo sviluppo (IDA) e dei Fondi africano e asiatico di sviluppo sono stati al centro dell'attività svolta. I crescenti fondi finanziari di cui necessitano queste istituzioni multilaterali per conseguire gli Obiettivi del Millennio per lo
sviluppo e quelli dell'Iniziativa multilaterale di riduzione del debito (MDRI) pongono grosse sfide alla comunità internazionale, Svizzera compresa.

Nell'anno in rassegna è stata elaborata una proposta volta a riorientare la cooperazione economica allo sviluppo. Secondo questa proposta, le attività dovranno perseguire principi comprovati di politica dello sviluppo, concentrandosi sui Paesi in sviluppo maggiormente avanzati, ormai prossimi a essere integrati nei mercati mondiali. Questo riorientamento sarà presentato nel messaggio che accompagnerà il nuovo credito quadro per le misure di politica economica e commerciale nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, che sarà sottoposto al Parlamento nel 2008.

39 40

RS 632.91 RS 632.911

759

7.1

Misure di aiuto bilaterali

7.1.1

Misure di aiuto ai Paesi in sviluppo

7.1.1.1

Aiuto macroeconomico

I programmi di aiuto macroeconomico si prefiggono di migliorare le condizioni quadro dei Paesi partner, in modo da favorire la loro integrazione nell'economia mondiale. I programmi della SECO sostengono l'attuazione di politiche economiche che perseguono lo sviluppo dei mercati in un quadro finanziario stabile. Gli strumenti impiegati sono di natura finanziaria (aiuto al bilancio e riduzione del debito) o tecnica (trasferimento di conoscenze, sviluppo delle capacità locali e rafforzamento istituzionale). Grazie ai programmi di aiuto al bilancio, inoltre, la Svizzera può partecipare attivamente al dialogo di politica economica con i Paesi partner.

Nel settore del sostegno alle politiche economiche, la tendenza generalmente positiva nell'attuazione dei programmi di riforma economica ha permesso alla Svizzera di versare integralmente i contributi previsti per il 2007 nel quadro dell'aiuto al bilancio ai sei Paesi partner in cui questo strumento è attuato: Ghana (9 milioni di franchi), Mozambico (8), Burkina Faso (8), Nicaragua (6,5), Tanzania (6) e Benin (1,5). I risultati più probanti si sono avuti con il miglioramento dell'efficacia della spesa pubblica, il rafforzamento della disciplina di bilancio e l'apertura e liberalizzazione dei mercati interni. Conformemente alla strategia adottata dalla SECO in materia di aiuto al bilancio, questi stanziamenti sono stati liberati dopo che in ogni Paese si è proceduto a un esame approfondito degli indici di prestazione precedentemente concordati. Così, per esempio, nel 2007 la quota parte delle spese pubbliche destinate ai settori prioritari per la lotta contro la povertà è aumentata. Nei Paesi beneficiari, un'attuazione più efficace dei programmi pubblici influisce positivamente sul livello di povertà o su altri indicatori dello sviluppo economico e sociale (p. es.

la scolarizzazione dei fanciulli o la riduzione del tasso di mortalità infantile); allo stesso tempo vengono rispettati i limiti delle spese di bilancio compatibili con gli obiettivi di stabilità finanziaria. Inoltre, da valutazioni diagnostiche commissionate nel 2007 dalla SECO assieme ad altri donatori risulta che i Paesi partner hanno compiuto progressi nella gestione delle loro finanze pubbliche, nel senso di una maggior efficacia e una miglior trasparenza nell'impiego del denaro pubblico41. La
Svizzera ha continuato a svolgere un ruolo di primo piano nei gruppi di coordinamento dei donatori. Essa ha fornito un impulso decisivo su temi di particolare importanza, in particolare quello della governance, in un quadro di concertazione conforme agli impegni assunti nella Dichiarazione di Parigi sull'efficacia dell'aiuto.

Per dare continuità alle riforme, gli aiuti al bilancio sono accompagnati da progetti di assistenza tecnica o di rafforzamento istituzionale, per esempio nel settore della definizione delle politiche economiche e finanziarie (Tanzania, Mozambico) o in quello del sostegno delle riforme fiscali (Ghana, Mozambico), con l'obiettivo a medio termine di rendere questi Paesi sempre meno dipendenti dall'aiuto estero.

41

760

Queste valutazioni diagnostiche utilizzano la metodologia del programma internazionale PEFA (Public Expenditure and Financial Accountability), che la Svizzera sostiene e promuove sin dall'inizio. PEFA è oggi riconosciuto internazionalmente come uno strumento standard per l'esame dei sistemi di gestione delle finanze pubbliche nei Paesi in sviluppo ed emergenti.

Per quel che riguarda la riduzione del debito, l'attività della Svizzera è proseguita, articolandosi in tre settori: lo sdebitamento multilaterale, quello bilaterale e il rafforzamento delle capacità di gestione del debito estero. Sul piano multilaterale, il Consiglio federale ha approvato il finanziamento della prima fase (2007­2008) dell'Iniziativa multilaterale per la cancellazione del debito (Multilateral Debt Relief Initiative, MDRI). L'iniziativa, lanciata nel 2005 dai Paesi del G8 e via via sostenuta da altri Paesi donatori dell'OCSE, si propone di annullare i debiti contratti fino al 2005 da quei Paesi più poveri che hanno dimostrato una capacità di attuare riforme economiche e finanziarie e che soddisfano le condizioni dello sdebitamento parziale che ha preceduto il MDRI (ossia l'iniziativa in favore della riduzione del debito dei Paesi poveri fortemente indebitati, HIPC). La Svizzera si è inoltre impegnata per la normalizzazione delle relazioni finanziarie internazionali di taluni Paesi reduci da crisi o conflitti di lunga durata, che hanno dato prova di saper instaurare sistemi di governo democratici. Sul piano bilaterale, il programma di sdebitamento della Confederazione è attuato nel quadro del meccanismo di concertazione fra creditori ufficiali del Club di Parigi. In tal modo, nel 2007 è stato possibile sottoscrivere accordi per la riduzione del debito con il Camerun e la Sierra Leone, che soddisfano le condizioni richieste dall'Iniziativa HIPC. Oltre allo sdebitamento, il rafforzamento delle capacità dei Paesi poveri di gestire a lungo termine il loro debito estero costituisce la migliore strategia per evitare che ricadano in situazioni finanziarie insostenibili. È con questo obiettivo che nel 2007 sono stati rinnovati alcuni programmi di sostegno tecnico e istituzionale, in particolare per far fronte a nuove sfide in materia di politica finanziaria (accesso al finanziamento privato o al mercato dei capitali, finanziamento da parte di donatori «non tradizionali» ecc.).

Nel settore finanziario i programmi di sostegno macroeconomico perseguono infine il rafforzamento dell'infrastruttura dei mercati finanziari, tra l'altro attraverso il sostegno alle banche centrali e agli enti di regolamentazione. Dopo il soddisfacente avvio dei negoziati, nel 2006, nell'anno in rassegna è stata
lanciata la seconda fase del programma FIRST (Financial Sector Reform and Strengthening Initiative), che promuove la regolamentazione e la sorveglianza dei mercati finanziari in conformità con le norme internazionali riconosciute nel settore. La Svizzera ha deciso di partecipare a questa seconda fase con un importo di 12,5 milioni di franchi per il periodo 2007­2010. La cooperazione tecnica bilaterale con le banche centrali è proseguita, in particolare con il lancio in Perù di un nuovo programma. Infine, in Vietnam sono stati avviati programmi per il rafforzamento delle capacità: essi vengono attuati con le autorità di sorveglianza delle borse e delle istituzioni di formazione nel settore bancario.

7.1.1.2

Cooperazione allo sviluppo legata al commercio

Per quanto riguarda la promozione commerciale, il 2007 è stato contrassegnato dai dibattiti internazionali riguardanti il finanziamento della cooperazione allo sviluppo legata al commercio, dall'entrata in vigore del sistema di preferenza tariffale in favore dei Paesi in sviluppo e dal riorientamento del Swiss Import Promotion Programme (SIPPO), esternalizzato dalla SECO.

761

La legge42 e l'ordinanza43 sulle preferenze tariffali, entrate in vigore il 1° marzo rispettivamente il 1° aprile 2007, costituiscono la base del sistema generale delle preferenze tariffali. Le concessioni tariffali iscritte nell'ordinanza offrono ai prodotti dei Paesi in sviluppo meno avanzati un accesso al mercato svizzero esente da dazi e da contingentamenti.

Le preferenze tariffali per l'importazione di zucchero sono di nuovo state sospese dal 1° settembre al 31 dicembre 2007. I Paesi più poveri non sono stati toccati da questa misura. Il Consiglio federale ha reagito in tal modo al sensibile aumento delle importazioni registrato nel corso del primo semestre del 2007: rispetto agli anni precedenti, quantità più ingenti di zucchero sono state importate alla tariffa preferenziale, di 22 franchi più bassa di quella normale. A seguito di queste importazioni a buon mercato, il prezzo dello zucchero in Svizzera rischiava di scendere molto al di sotto di quello praticato nell'UE. Il protocollo n. 2 dell'accordo di libero scambio tra la Svizzera e la CEE prevede tuttavia un prezzo equivalente dello zucchero per entrambi i partner, in base alla cosiddetta soluzione doppio zero. Dal 1° gennaio 2008, per i Paesi in sviluppo verrà applicata una nuova tariffa doganale. Le importazioni preferenziali sono state contingentate. In tal modo sarà possibile garantire sia il rispetto del protocollo n. 2, sia l'applicazione del sistema generale delle preferenze tariffali.

Nel dicembre dell'anno in rassegna il Consiglio federale ha approvato il rinnovo della convenzione sulle prestazioni concernente la promozione delle importazioni di determinati Paesi in sviluppo o in transizione (Swiss Import Promotion Programm, SIPPO). La convenzione così aggiornata si applicherà nei prossimi quattro anni. Il SIPPO si concentrerà sulla messa in relazione di produttori di Paesi in sviluppo o in transizione con importatori o rivenditori svizzeri o dell'UE. Nell'intento di migliorare la cooperazione con l'economia svizzera nell'attuazione di questa convenzione, il SIPPO sarà integrato all'Osec Business Network Switzerland, conformemente al decreto del Consiglio federale del 28 febbraio 2007 sulla promozione della piazza economica (FF 2007 2029). Questo nuovo ente è incaricato di attuare convenzioni di prestazioni concernenti la
promozione svizzera delle esportazioni, la promozione economica e la promozione degli investimenti nell'Africa subsahariana. Essa è destinata a diventare un centro di competenze in materia di commercio estero al servizio delle piccole e medie imprese (PMI).

Sul piano internazionale, nel 2007 la Svizzera ha partecipato alle discussioni sull'iniziativa «Aid for Trade», lanciata nel dicembre 2005 in occasione della Conferenza ministeriale dell'OMC a Hong Kong. L'iniziativa si propone di aumentare le risorse destinate a rafforzare le capacità commerciali dei Paesi in sviluppo e di accrescere l'efficacia della cooperazione allo sviluppo in generale. La Svizzera sostiene questa iniziativa; essa non deve tuttavia sostituirsi nel conseguimento di risultati positivi per le questioni riguardanti lo sviluppo ai negoziati condotti nell'ambito del ciclo di Doha dell'OMC. Il miglioramento delle capacità commerciali dei Paesi in sviluppo più poveri verrà perseguito nel quadro dell'Enhanced Integrated Framework (EIF), un processo multilaterale che beneficia di un ampio sostegno e nel quale anche la Svizzera è particolarmente coinvolta a livello politico e finanziario. Nell'ambito dei negoziati intavolati con la Colombia e il Perù per la

42 43

762

RS 632.91 RS 632.911

conclusione di un accordo di libero scambio sono stati preparati programmi di assistenza tecnica a entrambi i Paesi.

Oltre che con l'UNCTAD, l'UNIDO, l'OMC e la Banca mondiale, la Svizzera ha svolto attività di cooperazione nei settori del commercio e dello sviluppo. La Svizzera ha infatti partecipato attivamente alla valutazione e al riorientamento del Centro per il commercio internazionale (International Trade Center, CCI). Nel settore delle materie prime, nel 2007 è stato negoziato un nuovo accordo sul caffé (Accordo internazionale del 2007 sul caffé), che dovrà sostituire quello del 2001.

7.1.1.3

Promozione degli investimenti

Nel settore della promozione degli investimenti, le attività della SECO si orientano sul miglioramento delle condizioni quadro per gli investimenti e sulla promozione delle PMI nei Paesi partner. Uno dei cardini di questa attività ruota attorno al finanziamento di aziende attraverso intermediari finanziari, messo a punto su mandato della SECO dalla società di finanziamento dello sviluppo Sifem SA (Swiss Investment Fund for Emerging Markets). Nell'anno in rassegna sono state approvate nove partecipazioni per un totale di 50 milioni di franchi, rafforzando così ulteriormente l'impegno della SECO per la mobilitazione di investimenti privati in Africa, Asia e America Latina. Nuovi fondi destinati alle PMI sono stati stanziati in Ghana, Sudafrica, Pakistan, India e America latina. Inoltre, sono stati concessi prestiti a istituzioni finanziarie in Ghana, nonché per operazioni di rifinanziamento d'istituzioni di microfinanza nell'America latina e a due fondi su scala mondiale. Viste le favorevoli condizioni dei mercati emergenti, quest'anno i ritorni sugli investimenti hanno oltrepassato di gran lunga le attese. Questo risultato è legato in particolare alla vendita riuscita di un investimento sul mercato borsistico indiano. Non appena sarà istituito il quadro legale necessario, si prevede di integrare tutti questi finanziamenti in una società di finanziamento. Ciò dovrebbe avvenire l'anno prossimo, una volta conclusi i lavori attualmente in corso.

Per quanto riguarda il miglioramento del contesto di attività, è stata lanciata una serie di nuovi progetti volti a riformare le condizioni quadro economiche e a rafforzare i mercati finanziari locali in Africa e in America latina. Il programma Green Credit Trust Fund, già sperimentato con successo in Colombia e in Perù, è stato esteso al Vietnam. Si tratta di un innovativo strumento di garanzia destinato a promuovere gli investimenti delle PMI locali nelle tecnologie rispettose dell'ambiente.

Dopo una decina d'anni di esistenza, la Swiss Organisation for Facilitating Investments (SOFI) ha raggiunto i propri obiettivi e cesserà la propria attività. Sarà sostituita da un nuovo progetto di promozione degli investimenti, di portata molto più ridotta, che si concentrerà su pochi Stati partner dell'Africa. Nel quadro della riorganizzazione della promozione economica,
questo nuovo mandato sarà amministrato dall'ente incaricato del promovimento delle importazioni (SIPPO), finanziato anche dalla cooperazione allo sviluppo, e del mandato di promozione delle esportazioni dell'Osec.

763

7.1.1.4

Finanziamento di infrastrutture

Nell'ambito del finanziamento delle infrastrutture è stata data priorità all'ampliamento e all'attuazione del programma di partenariati pubblico-privato nei Paesi in sviluppo. Nel corso dell'anno è stato lanciato un progetto di trattamento dell'acqua in due città di medie dimensioni della Tanzania. L'appianamento di alcuni ostacoli ha permesso la partecipazione d'investimenti privati in un impianto di approvvigionamento di acqua potabile, nonché la partecipazione finanziaria di banche locali.

Due progetti di approvvigionamento idrico in poli di crescita urbana del Perù sono stati sviluppati in collaborazione con un istituto tedesco, la Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW). Il progetto nel settore idrico di El Alto, in Bolivia, è invece stato interrotto, dopo una prima fase che ha permesso l'allacciamento di un quartiere alla rete di distribuzione dell'acqua potabile. I partner locali non hanno onorato i loro impegni contrattuali per quanto riguarda l'acquisto di terreni. Inoltre, le nuove strutture istituzionali, intervenute dopo la rottura del contratto di concessione stipulato con una ditta privata, non erano in grado di garantire un'adeguata continuazione del progetto.

Oltre alle sovvenzioni, la realizzazione di progetti è stata accelerata nel quadro delle ultime linee di finanziamento misto ancora aperte. Si tratta di Egitto, Giordania, Vietnam, Cina, Tunisia e Guatemala. In Guatemala e in Cina sono in corso di realizzazione gli ultimi progetti, mentre in ciascuno degli altri Paesi devono ancora essere definiti uno o due progetti. Nell'anno in rassegna, in Tunisia è stata realizzata gran parte dei due progetti destinati a migliorare lo stato e la sicurezza della rete ferroviaria regionale. In Egitto il progetto di radiologia è entrato nella sua seconda fase.

Grazie alla consulenza e ad attrezzature svizzere, a progetto concluso 180 ospedali regionali disporranno di reparti di radiologia operanti secondo criteri di sicurezza e professionalità.

7.1.2

Misure di aiuto ai Paesi dell'Europa dell'Est e della Comunità degli Stati indipendenti (CSI)

7.1.2.1

Finanziamento di infrastrutture

Il finanziamento di infrastrutture è lo strumento più importante della cooperazione economica con l'Europa dell'Est e la CSI. Il ripristino, la modernizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture di base permettono di migliorare sia le condizioni quadro della crescita economica sia le condizioni di vita della popolazione. Il programma di aiuto si concentra in primo luogo sui settori energetico e idrico, ma contiene anche specifici progetti nei settori dello smaltimento dei rifiuti e dei trasporti pubblici. Per quanto riguarda i progetti nel settore dell'energia (elettricità e riscaldamento a distanza) si tratta prevalentemente di migliorare l'efficienza energetica, contribuendo non solo alla sostenibilità dell'approvvigionamento e alla salute finanziaria delle imprese di energia, ma anche alla riduzione delle emissioni di CO2. Anche il rinnovamento delle infrastrutture idroelettriche persegue quest'ultimo obiettivo. In tal senso, va menzionata soprattutto la conclusione della fase preparatoria di un progetto di efficienza energetica in Kosovo, il quale prevede la costruzione della nuova sottostazione elettrica Gjilan V. Questa infrastruttura permetterà di evitare le numerose interruzioni di corrente prodottesi a Gjilan, regione in piena crescita, riducendo nel contempo le gravi perdite causate dal sovraccarico della rete elettrica.

764

Anche il progetto della centrale termica Tent B, in Serbia, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente le emissioni e le perdite, grazie all'istallazione di un nuovo sistema di controllo. Il finanziamento di questi progetti energetici si inserisce nella strategia della SECO, volta a rafforzare le misure riguardanti la politica energetica e climatica nell'ambito della cooperazione con i Paesi in sviluppo o in transizione.

Gli aiuti finanziari accordati per migliorare l'approvvigionamento di acqua potabile e l'evacuazione delle acque di scarico comprendono sia investimenti nelle reti e negli impianti di produzione e di depurazione, sia misure di assistenza tecnica volte a migliorare la gestione delle infrastrutture e delle risorse idriche. Gli interventi sul piano della costruzione e dell'equipaggiamento tecnico delle infrastrutture sono completati con un aiuto alla gestione dei servizi di approvvigionamento idrico, nonché da consulenze su questioni di politica settoriale. Infatti, la qualità delle prestazioni fornite dalle società di approvvigionamento e le condizioni quadro giuridiche e di regolamentazione sono fattori decisivi per la sostenibilità delle infrastrutture. Il dialogo politico necessario viene condotto con vari partner locali e coordinato nel Paese con gli altri donatori. Per l'anno in rassegna si può citare, a titolo esemplificativo, un nuovo progetto idrico sviluppato a Shkodra, in Albania, in collaborazione con due altre istituzioni: una tedesca (Kreditanstalt für Wiederaufbau, KfW) e l'altra austriaca (Entwicklungsagentur, ADA). L'obiettivo è migliorare le capacità della società di approvvigionamento idrico in modo che sia in grado di assicurare un reale servizio alla clientela e di coprire in tal modo le proprie spese correnti. Un altro progetto importante nello stesso settore è stato lanciato alla fine del 2007 a Prijedor, in Bosnia, nell'intento di migliorare la gestione del servizio municipale di approvvigionamento idrico e di collegare ad esso i villaggi circostanti.

7.1.2.2

Aiuto macroeconomico

Nel settore dell'aiuto macroeconomico, la cooperazione con i Paesi dell'Est si è concentrata sull'assistenza tecnica alla gestione macroeconomica (politica monetaria, debito e finanze pubbliche) e al settore finanziario. In quest'ultimo sono stati avviati in particolare programmi di sostegno alle politiche di lotta contro il riciclaggio di denaro. I Paesi del gruppo di voto presieduto dalla Svizzera presso le istituzioni di Bretton Woods rimangono i beneficiari prioritari di questi programmi.

7.1.2.3

Promozione degli investimenti e cooperazione commerciale

L'impegno per mobilizzare capitali a lungo termine destinati alle PMI e ai piccoli imprenditori dell'Europa dell'Est è stato ulteriormente rafforzato mediante la partecipazione, dell'ordine di 18,5 milioni di franchi, a un fondo regionale di capitali di rischio, a una società di leasing e a istituti di microfinanza certificati. Gli investimenti sono stati effettuati dalla Sifem SA su mandato della SECO. Nell'ambito del partenariato strategico con la Società finanziaria internazionale (SFI) è stato approvato un progetto in Bosnia ed Erzegovina e in Serbia che permetterà di eliminare le barriere amministrative cui sono confrontate le imprese di determinate città, accrescendo in tal modo la formalizzazione e l'attrattiva in materia d'investimenti. Con la cessazione dell'attività della SOFI, la gestione del Start-up Fund della SECO, che 765

prevede la concessione di prestiti a investitori svizzeri nei Paesi partner, è stata ripresa da Financecontact Sarl, una società che ha sede presso la Fondazione svizzera per la cooperazione tecnica (Swisscontact).

La SECO si è pure occupata dei fondi inviati dai migranti (rimesse). Uno studio pubblicato dalla SECO dedicato alla circolazione di tali fondi tra la Svizzera e la Serbia ha mostrato che questi trasferimenti, il cui ammontare totale (stimato a 60 milioni di franchi l'anno) è relativamente elevato, avvenivano perlopiù attraverso canali informali e servivano a coprire i bisogni essenziali. I risultati di questo studio sono stati presentati a Belgrado nell'ambito di una conferenza, alla quale ha fatto seguito un dibattito fra rappresentanti della Banca centrale, delle banche commerciali e di altre organizzazioni donatrici. Si è discusso sulle possibili soluzioni che potrebbero migliorare l'efficacia di questi trasferimenti e il loro apporto allo sviluppo. Misure concrete volte a migliorare la trasparenza dei canali esistenti in Svizzera e a integrare meglio i destinatari di queste rimesse nel settore finanziario in Serbia sono in preparazione.

Nell'ambito della cooperazione commerciale, è stato lanciato un programma in Azerbaigian per preparare l'adesione di questo Paese all'OMC, imperniato su questioni riguardanti la protezione della proprietà intellettuale.

7.1.3

Contributo all'allargamento

Il 14 giugno 2007 le Camere federali hanno approvato il credito quadro per il contributo svizzero all'allargamento dell'UE (cfr. n. 3.1.3). Contemporaneamente è iniziato il periodo di cinque anni durante il quale i progetti possono venir sottoposti alla SECO e alla DSC per esame e approvazione. I dieci Stati partner potranno tuttavia sottoporre le loro proposte solo una volta che i relativi accordi bilaterali saranno firmati e posti in vigore. Questi accordi stabiliscono, per ciascun Paese, i diversi settori che possono beneficiare di un finanziamento, definiscono le esigenze che si applicano alle proposte di progetto e garantiscono la sorveglianza di un corretto impiego dei fondi. Nella definizione dei settori oggetto di finanziamento sono stati presi in considerazione gli interessi economici della Svizzera, benché il contributo all'allargamento non sia, in linea di principio, legato ad essi. È stato possibile finalizzare tutti gli accordi quadro bilaterali entro l'autunno 2007. Sono state inoltre definite le diverse procedure di approvazione dei progetti. I quattro uffici aperti dalla Svizzera nei Paesi partner, ai quali è affidata l'applicazione in loco del contributo all'allargamento, sono operativi dal novembre 2007. Le condizioni per la realizzazione nel 2008 dei primi progetti sono dunque soddisfatte.

7.2

Istituzioni multilaterali di finanziamento

7.2.1

Gruppo della Banca mondiale

Il gruppo della Banca mondiale è composto dalla Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRD), dall'Agenzia internazionale per lo sviluppo (IDA), dalla Società finanziaria internazionale (SFI) e dall'Agenzia multilaterale di garanzia degli investimenti (MIGA). Oltre alla ricostituzione dei fondi dell'IDA, l'accento è stato posto sull'elaborazione di una nuova strategia a lungo termine della Banca 766

mondiale. Inoltre, è proseguito lo sviluppo del programma d'azione per la promozione degli investimenti nel settore delle energie pulite e dell'efficienza energetica.

Il 1° luglio lo statunitense Robert B. Zoellick ha assunto la funzione di nuovo presidente del gruppo della Banca mondiale. Il suo predecessore Paul Wolfowitz ha rimesso anticipatamente il suo mandato in seguito alle forti pressioni interne e pubbliche di cui è stato oggetto per aver avvantaggiato la sua compagna.

7.2.1.1

Orientamento strategico a lungo termine

L'orientamento strategico a lungo termine della Banca mondiale è stato presentato dal suo nuovo presidente, Robert B. Zoellick, nell'ambito della conferenza annuale delle istituzioni di Bretton Woods tenutasi in ottobre. Con il nuovo orientamento strategico, s'intende dare maggior peso agli obiettivi di riduzione della povertà e di crescita sostenibile ed equa in un contesto economico globale confrontato a numerose sfide. La strategia è imperniata su un certo numero di temi, come l'assistenza agli Stati fragili, il sostegno ai Paesi a reddito medio e la fornitura di beni pubblici globali. Per gli Stati fragili che patiscono la debolezza delle loro istituzioni e sono vulnerabili ai conflitti, la Banca ha proposto di sviluppare un modello di assistenza che le permetta di prestare un aiuto rapido in periodi di crisi e di necessità e di rafforzare la propria presenza sul terreno. La Banca prevede anche di proseguire il proprio impegno nei Paesi a reddito medio. Questi Paesi beneficiano di una crescita economica importante, anche se nella maggior parte di essi si ravvisa una crescente disuguaglianza interna. La Banca intende offrire servizi finanziari più flessibili e a prezzi più convenienti. Per quel che riguarda i beni pubblici globali e regionali, la Banca si propone di essere maggiormente attiva nel settore dei cambiamenti climatici e di lavorare in stretta collaborazione con le altre istituzioni internazionali coinvolte.

La Svizzera ha accolto con favore l'approccio proposto dal presidente e lo ha sostenuto. Ha tuttavia precisato che, nello stabilire le sue priorità, la Banca dovrà concentrarsi sul suo valore aggiunto, sui suoi vantaggi comparativi e sulla coerenza delle sue attività con il suo mandato principale, ossia la riduzione della povertà e la crescita economica durevole ed equa.

7.2.1.2

Attività relative al cambiamento climatico

Oltre alla normativa quadro introdotta nella primavera del 2006 per promuovere gli investimenti nel settore dell'energia pulita e dell'efficienza energetica, quest'anno la Banca mondiale ha proposto di estendere il proprio campo d'azione ad altri settori legati al cambiamento climatico quali i trasporti, l'agricoltura, le foreste e lo sviluppo urbano. Considerati gli effetti disastrosi che il cambiamento climatico potrebbe produrre nei Paesi in sviluppo, la banca ha proposto un approccio multisettoriale che consideri l'insieme dei fattori che influenzano i cambiamenti climatici. In quest'ambito, la Banca ha proposto l'introduzione di due nuovi strumenti (Carbon Partnership Facility e Carbon Forest Partnership Facility) che hanno lo scopo di promuovere gli investimenti nei progetti che limitano le emissioni di gas a effetto serra.

767

La Svizzera ha approvato globalmente le misure proposte dalla Banca mondiale. Ha tuttavia insistito sulla necessità che la Banca sviluppi sinergie con le altre banche regionali di sviluppo, in modo che l'aiuto sia davvero efficace. La Svizzera ha inoltre sottolineato il fatto che, per assicurare le risorse finanziarie necessarie alla sua attività, la Banca doveva ricorrere agli strumenti finanziari esistenti e promuovere l'impegno del settore privato.

7.2.1.3

Ricostituzione dei fondi dell'Agenzia internazionale per lo sviluppo (IDA-15)

L'Agenzia internazionale per lo sviluppo (IDA) ha un ruolo centrale nella lotta alla povertà nei Paesi più poveri. Nell'anno in rassegna si sono svolti per la quindicesima volta i negoziati triennali per la ricostituzione dei suoi fondi. In tale occasione, gli Stati donatori hanno aggiornato l'orientamento strategico e le direttive in ambito operativo. Si è deciso che l'IDA, nell'ambito del sistema internazionale delle organizzazioni di finanziamento e di aiuto alo sviluppo, orienti il proprio ruolo sui propri vantaggi comparativi. L'agenzia dovrà inoltre continuare ad attribuire fondi sulla base delle prestazioni fornite dai singoli Paesi in sviluppo e delle loro capacità d'indebitamento, e non solo in funzione dei loro bisogni. La necessità di adottare misure particolari in favore dei cosiddetti Stati fragili è d'altronde riconosciuta.

Inoltre, gli effetti del cambiamento climatico e i relativi sforzi di adattamento richiesti ai Paesi più poveri saranno presi in maggior considerazione a livello operativo.

Per far fronte agli sforzi supplementari necessari alla realizzazione, entro il 2015, degli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo, si prevede di aumentare considerevolmente i mezzi finanziari rispetto all'ultima ricostituzione dei fondi. Questa dotazione supplementare è pure motivata dalle prestazioni soddisfacenti registrate da numerosi Paesi beneficiari, nonché dalla stessa IDA. Ulteriori fondi dovranno inoltre essere messi a disposizione per attuare l'Iniziativa multilaterale di sdebitamento (MDRI), lanciata nel 2005. In considerazione del fatto che i Paesi in sviluppo fortemente indebitati, che si trovano sulla via delle riforme, beneficeranno di una riduzione del loro debito, i rimborsi all'IDA da parte dei Paesi creditori subiranno una diminuzione. I Paesi donatori hanno concordato che questi ammanchi saranno compensati attraverso contributi straordinari.

7.2.2

Banche regionali di sviluppo

I compiti principali delle tre banche regionali di sviluppo sono la riduzione della povertà e la promozione dell'integrazione regionale e della cooperazione interregionale. Nell'anno in rassegna ci si è occupati soprattutto dei negoziati concernenti la ricostituzione dei Fondi africano e asiatico di sviluppo e dell'azione di riduzione del debito della Banca interamericana di sviluppo.

768

7.2.2.1

Banca africana di sviluppo

La Banca africana di sviluppo ha proseguito gli sforzi volti ad accrescere la propria efficienza. La nuova struttura organizzativa della Banca, entrata in vigore il 1° luglio, prevede una maggior decentralizzazione. Inoltre, nell'ambito di un vasto programma di reclutamento sono stati assunti molti nuovi collaboratori, altamente qualificati.

In marzo è stata lanciata l'undicesima ricostituzione del Fondo africano di sviluppo (FAS). Il FAS, sportello per i crediti concessionali della Banca, concede prestiti a condizioni vantaggiose ed eroga sovvenzioni ai Paesi più poveri dell'Africa. Nel periodo 2008­2010 il fondo sarà finanziato con i contributi dei Paesi donatori. In occasione dei negoziati si è anche discusso della necessità di concentrare meglio i mezzi nei settori in cui il Fondo gode di un vantaggio comparativo: impegno rafforzato nei confronti degli Stati fragili, progetti regionali, progetti nei settori delle infrastrutture e della governance. I Paesi donatori, in particolare quelli europei, auspicano un sostanziale aumento dei mezzi per rapporto all'ultima ricostituzione.

La loro posizione è motivata dalla realizzazione, entro il 2015, degli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo, per la quale sono necessari molti più fondi. In principio, la Svizzera è favorevole a una ricostituzione sostanziale del fondo; a causa delle restrizioni di bilancio non è tuttavia sicura di poter mantenere la sua attuale quota di partecipazione.

Dal 1° settembre la Banca, che ha sede a Tunisi, ha un direttore esecutivo svizzero nella persona di Laurent Guye. Nei prossimi tre anni la Svizzera presiederà il suo gruppo.

7.2.2.2

Banca asiatica di sviluppo

Nel quadro degli sforzi volti ad adeguare l'istituto alle mutate condizioni quadro della regione, la Banca asiatica di sviluppo ha iniziato ad elaborare una nuova strategia a lungo termine per il periodo fino al 2020. Il presidente ha riunito un gruppo di esperti di alto livello che in marzo hanno un presentato un rapporto sul riorientamento della Banca. Nel rapporto si consiglia alla Banca di orientarsi verso tre obiettivi strategici: una crescita che coinvolga tutti i ceti sociali, una crescita rispettosa dell'ambiente e un'integrazione regionale.

I negoziati per la decima ricostituzione del Fondo asiatico di sviluppo (FAsS-10) hanno preso avvio in settembre. I contributi dei donatori permetteranno al fondo di finanziare il suo lavoro nei Paesi più poveri dell'Asia e del Pacifico nel periodo 2009­2012. In considerazione della buona situazione finanziaria della Banca asiatica di sviluppo, i donatori si attendono che essa partecipi alla ricostituzione con un contributo sostanzioso.

769

7.2.2.3

Banca interamericana di sviluppo

Il 2007 è stato contraddistinto dalla riorganizzazione della Banca interamericana di sviluppo (IDB). Con questa ristrutturazione si mira soprattutto ad aumentare l'efficacia dell'aiuto allo sviluppo accordato dalla Banca, attraverso una decentralizzazione su vasta scala e una miglior selezione dei Paesi. Dovrebbe migliorare anche l'efficienza interna alla Banca.

Dopo lunghi negoziati, gli Stati membri della IDB hanno approvato una riduzione del debito a favore di quattro Paesi HIPC dell'America latina (Bolivia, Guyana, Honduras, Nicaragua) e di Haiti. Questo condono ammonta a 4,4 miliardi di dollari americani. A differenza di quel che è avvenuto nell'ambito dell'Iniziativa multilaterale di sdebitamento (MDRI), non è prevista alcuna compensazione da parte dei Paesi donatori. La Svizzera si è astenuta al momento del voto finale, ritenendo poco convincenti le modalità di attuazione dell'iniziativa.

7.2.3

Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS)

Il piano strategico della BERS per il periodo 2006­2010 prevede il potenziamento delle attività dell'istituto nei Balcani e negli Stati della CSI e il suo ritiro dall'Europa centrale. Nel corso del 2007 i dibattiti in seno al consiglio esecutivo della Banca sono stati intensi: da un lato riguardavano il volume d'affari della banca e i suoi obiettivi strategici, dall'altro il suo orientamento geografico. Il volume d'affari realizzato dalla BERS in Russia è risultato superiore alle attese, mentre nei Paesi meno avanzati i risultati sono rimasti al di sotto degli obiettivi. La Svizzera si è sempre impegnata per una ripartizione geografica equilibrata del volume d'affari, chiedendo nel contempo che la BERS accresca il proprio impegno nei Paesi più poveri che si trovano a uno stadio iniziale della transizione. L'utilizzo degli utili della Banca è stato pure oggetto di discussioni. In merito si profilano varie opzioni: attribuzione alle riserve, distribuzione di dividendi agli azionisti oppure finanziamento delle attività della Banca nel settore dell'assistenza tecnica. La Svizzera ritiene che gli utili debbano essere utilizzati in primo luogo per la formazione di riserve e per il finanziamento della cooperazione tecnica.

Nel settore della sicurezza nucleare la Svizzera partecipa a cinque fondi gestiti dalla BERS: il Nuclear Safety Account (NSA), il Chernobyl Shelter Fund (CSF) e tre Decomissioning Fonds (IDSF). Finora la Svizzera ha versato complessivamente 41,5 milioni di franchi. L'IDSF finanzia progetti per lo smantellamento delle centrali nucleari di Kozloduy (Bulgaria), Ignalina (Lituania) e Bohunice (Slovacchia), i cui lavori procedono come da programma. Il NSA sostiene ancora due progetti per il deposito provvisorio delle scorie radioattive. A causa di problemi tecnici si sono accumulati grossi ritardi, per rimediare ai quali il consorzio americano Holtec ha presentato nel 2007 una soluzione tecnica. La priorità del CSF è la costruzione di un nuovo sarcofago a protezione del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl, distrutto nel 1986. La sua costruzione dovrebbe iniziare nel 2008.

770

8

Relazioni economiche bilaterali Nel dicembre del 2006 il Consiglio federale ha adottato strategie di politica economica esterna per i cosiddetti Stati BRIC, ossia Brasile, Russia, India e Cina, la cui attuazione è iniziata durante l'anno in rassegna. Nel 2007 sono state inoltre elaborate tre strategie per il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), il Messico e il Sudafrica, adottate dal Consiglio federale.

La collaborazione con importanti Paesi partner nel quadro di organismi comuni e commissioni economiche miste e varie missioni economiche all'estero hanno permesso di difendere gli interessi dell'economia svizzera e di rafforzare le relazioni economiche bilaterali della Svizzera. Nel 2007 sono poi stati conclusi accordi economici bilaterali con diversi Stati.

8.1

Europa occidentale e sudorientale

L'UE è per la Svizzera di gran lunga il principale partner commerciale. L'importanza economica dell'Unione si è ulteriormente consolidata con l'adesione di Bulgaria e Romania. Nel frattempo, il 71 per cento del commercio estero svizzero è riconducibile all'UE e, grazie al buon andamento congiunturale, il totale degli scambi commerciali svizzeri con i 27 Stati membri è cresciuto del 12,4 per cento nei primi nove mesi dell'anno.

Dall'adesione dei nuovi Paesi membri dell'UE nel 2004, gli scambi commerciali tra i Paesi dell'Europa dei Quindici (UE 15) con i nuovi membri hanno conosciuto una forte accelerazione: i tassi di crescita annui del commercio dell'UE 15 con detti Paesi sono oggi nettamente superiori a quelli con la Svizzera, che negli ultimi anni ha dunque perso parti di mercato nei nuovi Paesi membri dell'UE.

Nell'anno in rassegna è proseguito l'intensificarsi dei contatti bilaterali con i Paesi dell'UE, cui hanno contribuito anche i negoziati sugli accordi quadro con i Paesi beneficiari del contributo svizzero alla riduzione delle disparità economiche e sociali in seno all'UE allargata. La consigliera federale Doris Leuthard, capo del DFE, ha ricevuto in gennaio a Berna il ministro dell'economia polacco Piotr Wozniak e ha incontrato in febbraio a Vienna il ministro dell'economia austriaco Martin Bartenstein, il vicecancelliere e il ministro delle finanze Wilhelm Molterer.

In maggio la signora Leuthard si è recata in Norvegia per incontrare il ministro dell'economia Dag Terje Andersen, il ministro degli esteri Jonas Gahr Støre e il ministro dell'agricoltura Terje Riis-Johansen.

L'incontro annuale dei ministri dell'economia tedesco, austriaco e svizzero si è tenuto in luglio a Heiligendamm. In novembre, la consigliera federale Leuthard ha aperto a Bari la conferenza regionale italo-svizzera «Bari 07 ­ The Meeting», incentrata sullo sviluppo delle relazioni economiche con l'Italia del Sud, prima di incontrare a Roma il ministro dell'economia Pier Luigi Bersani. Da parte sua, il Segretario di Stato all'economia si è recato in visita ufficiale in Lussemburgo (gennaio), a Londra (marzo), in Portogallo (maggio), nella Repubblica Ceca e nella Repubblica Slovacca (ottobre). Tutte queste visite hanno mostrato quanto sia importante per le relazioni della Svizzera con Bruxelles curare le relazioni con i singoli Paesi dell'UE.

771

Nell'Europa sudorientale si sono avuti nuovi sviluppi. Con l'adesione all'UE di Bulgaria e Romania, gli accordi Svizzera-UE hanno preso il posto degli accordi economici e commerciali bilaterali e degli accordi di libero scambio dell'AELS con i due Paesi, fino ad allora in vigore. Al fine di intensificare le relazioni economiche con la Serbia in giugno vi si è svolta una missione SECO con rappresentanti dell'economia. La Serbia è importante per il nostro Paese perché fa parte del gruppo di voto svizzero nelle istituzioni di Bretton Woods. Durante l'anno, riprendendo i trattati conclusi in passato con la Serbia-Montenegro, è stato possibile regolamentare definitivamente le relazioni convenzionali bilaterali con il Montenegro. In luglio sono poi entrati in vigore gli accordi sulla protezione degli investimenti con Serbia e Montenegro. Sforzi sono stati intrapresi con la Turchia per dare impulso alle relazioni economiche ufficiali; tuttavia, a causa di elezioni in entrambi i Paesi, non si sono tenute visite ad alto livello. Le relazioni con questo nostro importante partner economico in rapida crescita vanno curate in maniera mirata.

8.2

Europa dell'Est e Comunità degli Stati indipendenti (CSI)

Nell'anno in rassegna, la maggior parte dei Paesi dell'Europa dell'Est e della CSI ha registrato notevoli tassi di crescita economica grazie, tra l'altro, agli alti prezzi delle materie prime sul mercato mondiale. La buona situazione finanziaria si è ripercossa favorevolmente sugli investimenti, incoraggiando il consumo privato. Nondimeno, si sono intensificati nel contempo gli interventi dello Stato in settori economici (principalmente l'energia) considerati di importanza strategica, suscitando una certa insicurezza negli investitori esteri. I tassi di crescita del traffico di merci bilaterale con questi Paesi, nella fattispecie con la Russia, l'Ucraina e il Kazakistan, e il loro potenziale economico in rapido aumento, testimoniano la crescente importanza di questi Paesi per la Svizzera. La Russia è un Paese prioritario della nostre politica economica estera.

È stata portata avanti l'attuazione delle misure previste nella strategia del DFE per la Russia, che puntano a migliorare le condizioni quadro economiche tra i due Paesi, intensificando i contatti bilaterali ufficiali e ottimizzando il quadro contrattuale per le imprese (per es. accertamenti sulle possibilità di un accordo di libero scambio, migliore protezione della proprietà intellettuale, miglioramenti nello sdoganamento).

Le principali misure sono contenute in un «piano d'azione» negoziato tra il DFE e il Ministero dell'economia russo, la cui firma era prevista in occasione della visita del ministro dell'economia russo, German Gref, in agenda per il mese di novembre a Berna, e che però, a causa del rimpasto di governo dell'ottobre scorso in Russia, è stata rinviata al 2008. Le riunioni delle commissioni economiche miste bilaterali, svoltesi in febbraio con la Bielorussia, in aprile con la Russia e la Moldova e in novembre con l'Azerbaigian e l'Uzbekistan, avevano l'obiettivo di migliorare le condizioni quadro economiche per le imprese svizzere in questi Paesi

772

8.3

Stati Uniti e Canada

Gli Stati Uniti, uno dei principali partner economici della Svizzera, sono di gran lunga la principale destinazione degli investimenti diretti svizzeri e nel contempo il maggiore investitore diretto in Svizzera. Anche per il traffico commerciale della Svizzera, essi sono uno dei principali mercati di esportazione e di importazione.

Fondato nel maggio del 2006, il Forum di cooperazione Svizzera-Stati Uniti per il commercio e gli investimenti ha proseguito i suoi lavori nell'anno in rassegna.

Continua così a fungere da piattaforma attenta a trovare soluzioni alle preoccupazioni concrete dell'economia e delle amministrazioni di entrambi i Paesi. In giugno, durante l'incontro di lavoro annuale del Forum svoltosi a Washington, è stato tracciato un bilancio dei suoi attuali dossier chiave, ovvero commercio elettronico, proprietà intellettuale, agevolazione degli scambi e commercio di prodotti carnei. Un secondo incontro ha avuto luogo in settembre a Berna.

In luglio, a Washington, si è riunita per la sesta volta un'ulteriore piattaforma della cooperazione, la Commissione economica bilaterale (Joint Economic Commission).

Diversamente dal Forum, operativo in permanenza, la Commissione si incontra una volta all'anno, dibattendo importanti questioni economiche di interesse reciproco. I temi di quest'anno sono stati: finanziamento del terrorismo, proliferazione delle armi di distruzione di massa, ciclo di Doha, allargamento dell'OCSE, questioni energetiche e l'Open Skies Agreement (accordo cieli aperti) Svizzera-Stati Uniti.

Costituito nel 2006, il Framework for Intensified Cooperation Svizzera-Stati Uniti ha offerto l'occasione di consolidare il dialogo politico ad alto livello e di interessarsi a vari temi di portata orizzontale, tra cui si possono citare la lotta al terrorismo e la sicurezza umana.

Anche in futuro le relazioni con gli Stati Uniti andranno ulteriormente intensificate mediante la prossima conclusione di un accordo nel settore della scienza e della tecnologia e di un accordo di assistenza amministrativa in materia doganale che contribuirà ad approfondire lo scambio di informazioni tra uffici doganali e ad accrescere la sicurezza nel traffico merci.

Grazie al Visa Waiver Program, i cittadini svizzeri continuano a profittare di un ingresso negli Stati Uniti esente da visto, sempre che
il loro passaporto adempia i requisiti conosciuti. Per potere continuare a beneficiare del suddetto programma, gli Stati Uniti esigono, entro la fine del 2008, la conclusione di un accordo di riammissione e il rinnovo della convenzione concernente la trasmissione di dati relativi ai passeggeri aerei.

La sicurezza rimane un tema prioritario per gli Stati Uniti. All'inizio di agosto, il Congresso degli Stati Uniti ha tra l'altro approvato un inasprimento delle disposizioni di ingresso sul territorio statunitense secondo cui i passeggeri aerei provenienti da oltreoceano dovranno compilare un formulario di registrazione elettronica al più tardi 48 ore prima della partenza. Tale misura potrebbe diventare realtà già a partire dal secondo semestre 2008 e riguardare anche i viaggiatori svizzeri. Con un'ulteriore misura di sicurezza si intende sottoporre a un esame di sicurezza completo i trasporti di merci a destinazione degli Stati Uniti (dal 2010 trasporto aereo e dal 2012 trasporto marittimo). Questi sviluppi sono seguiti nel quadro del Forum.

Nel 2007 gli Stati dell'AELS hanno concluso un accordo di libero scambio (cfr.

n. 4.2) con il Canada, il secondo partner commerciale per importanza della Svizzera sul continente americano 773

8.4

America latina

Nel 2007, ormai per la quarta volta consecutiva, l'America latina ha registrato una crescita economica in generale assai soddisfacente. Di conseguenza, con oltre il 30 per cento nel 2007, anche gli scambi commerciali tra la Svizzera e l'America latina hanno progredito ben oltre la media nel raffronto regionale.

I principali partner economici della Svizzera in America latina sono il Brasile e il Messico. Per il primo, alla fine del 2006 il Consiglio federale ha adottato una strategia di politica economica esterna da mettere in atto durante l'anno in rassegna. In febbraio, la consigliera federale Leuthard, capo del DFE, si è recata in Brasile assieme a una delegazione economica. Oltre a incontri con il presidente brasiliano Lula da Silva e diversi ministri, in occasione di questa missione è stato anche firmato un memorandum mirante a costituire una commissione economica mista, la cui prima seduta (alla quale hanno partecipato anche esponenti dell'economia) si è svolta a Berna alla fine di ottobre del 2007 ed è stata formalmente aperta dalla consigliera federale Doris Leuthard e dal ministro degli esteri brasiliano Celso Amorim.

Analogamente a quella per il Brasile, il DFE ha elaborato una strategia di politica economica esterna per il Messico, adottata dal Consiglio federale nel dicembre 2007, che, mediante misure su scala multilaterale, plurilaterale e bilaterale, prevede di affrontare gli ostacoli al commercio e agli investimenti esistenti su questo mercato emergente e di intensificare le relazioni economiche della Svizzera con questo importante partner.

Inoltre, nel 2007, sono stati avviati nel quadro dell'AELS negoziati di libero scambio con Colombia e Perù (cfr. n. 4.2): in ottobre è stata firmata con la Colombia una convenzione per evitare le doppie imposizioni. Per finire, nel corso del 2007, la consigliera federale Leuthard ha incontrato ministri dell'Ecuador, della Colombia e dell'Uruguay.

8.5

Asia/Oceania

La storia economica più recente è caratterizzata dall'ascesa dell'Asia/Oceania a terzo centro intorno a cui gravita l'economia mondiale. Questo processo si è ulteriormente consolidato nel 2007 con una crescita media dell'8,3 per cento nei Paesi emergenti o in sviluppo della regione: con una crescita impressionante dell'11,2 per cento la Cina continua a condurre tale evoluzione, seguita dall'India. Ma anche l'Indonesia ha conosciuto uno sviluppo assai dinamico e l'economia filippina ha registrato il maggiore tasso di crescita da 20 anni a questa parte. Nel 2007 si è conclusa in Giappone la fase di ripresa economica più lunga del dopoguerra, durata sette anni.

Nel 2006 le nostre relazioni economiche bilaterali con l'Asia/Oceania hanno visto una crescita del 7,8 per cento delle importazioni e una crescita del 15,5 per cento delle esportazioni. Con un volume commerciale complessivo di 40 miliardi di franchi, la regione rappresenta oramai l'11,3 per cento del commercio estero svizzero ed è assurta a secondo partner commerciale più importante dopo l'UE.

774

Le relazioni economiche bilaterali con i principali Paesi della regione sono estese e ben strutturate. Gli sforzi svizzeri per un ulteriore sviluppo della collaborazione con il Giappone hanno portato all'avvio di negoziati su un accordo di libero scambio bilaterale (cfr. n. 4.3). L'attuazione delle strategie di economia esterna per India e Cina adottate dal Consiglio federale nel dicembre del 2006 consentirà di migliorare nei prossimi anni le condizioni quadro per le relazioni economiche con i due Paesi.

Nell'anno in rassegna si è nettamente sviluppato il dialogo con l'India: in occasione della decima riunione della Commissione mista Svizzera-India, tenutasi in marzo in Svizzera, si è deciso di organizzare in futuro incontri annuali. Nel marzo del 2007, nell'ambito del forum di economia esterna dell'Osec a Zurigo, la consigliera federale Doris Leuthard, capo del DFE, ha incontrato il suo omologo indiano, il ministro dell'economia e dell'industria Kamal Nath. La manifestazione, il cui tema prioritario era quest'anno l'India, ha contribuito ad attirare l'attenzione delle imprese svizzere, in particolare delle PMI, sul potenziale di questo Paese. In agosto, la consigliera federale Leuthard e il ministro Nath hanno firmato in India un memorandum d'intesa relativo alla protezione della proprietà intellettuale, sulla base del quale si è tenuta in dicembre la prima seduta di un gruppo di lavoro bilaterale.

Nel 2007 è stata anche avviata una nuova fase di cooperazione con la Cina: in occasione della sua missione assieme a rappresentanti dell'economia svizzeri, la consigliera federale Leuthard ha firmato con il suo omologo cinese Bo Xilai un protocollo d'intesa che funge da base per intensificare la cooperazione bilaterale in diversi settori, in particolare nella protezione della proprietà intellettuale e nella promozione degli investimenti. Si sono inoltre conclusi i negoziati sulla revisione di un accordo di protezione degli investimenti con questo Paese. In occasione della 17esima riunione della Commissione mista Svizzera-Cina, tenutasi in maggio a Pechino, si è deciso di organizzare in futuro incontri annuali a livello di alti funzionari e di ministri.

L'apertura di un consolato generale a Canton costituisce un ulteriore rafforzamento della nostra presenza in Cina.

Nel 2007 ci si è anche concentrati
in particolare a intensificare le relazioni con il Vietnam: nell'ambito della sua missione assieme a esponenti delle imprese private svizzere, la consigliera federale Leuthard ha potuto firmare vari accordi di cooperazione economica. La visita della vicepresidente vietnamita in Svizzera ha contribuito a un ulteriore approfondimento delle relazioni con questo Paese.

Numerose altre missioni all'estero (spesso con delegazioni dell'economia privata) e visite di rappresentanti di governi stranieri in Svizzera hanno offerto l'opportunità di preparare ulteriori misure atte a intensificare le relazioni con Paesi della regione quali la Corea del Sud, le Filippine, l'Australia, la Nuova Zelanda, la Malaysia e il Pakistan.

8.6

Medio Oriente e Africa

I sei Paesi estrattori di greggio del CCGe il Sudafrica sono mercati emergenti che aprono promettenti opportunità in termini di affari e di investimenti per l'economia privata svizzera. Entrambi i mercati sono significativi dal profilo della politica regionale. Gli Stati del CCG e in particolare l'Arabia Saudita svolgono un ruolo di stabilizzatori in Medio Oriente. Al Sudafrica spetta una funzione di snodo economico e politico sul continente africano.

775

Le riforme avviate dai governi dei Paesi del CCG per diversificare e liberalizzare le loro economie hanno nettamente migliorato le condizioni quadro propizie allo sviluppo delle relazioni economiche bilaterali. Una stabilità politica duratura, elevati tassi di crescita del PIL di circa il 6,5 per cento annuo e l'esistenza di un'unione doganale aumentano l'attrattiva della regione per gli attori economici esterni. Tra il 2002 e il 2006, le esportazioni di merci svizzere verso i Paesi del CCG sono cresciute del 28 per cento, raggiungendo alla fine un valore di circa 3,9 miliardi di franchi.

Un'evoluzione positiva simile si è avuta nelle esportazioni di servizi, misurabile indirettamente con un aumento delle succursali svizzere nella regione del CCG. Alla fine del 2005, gli investimenti diretti svizzeri ammontavano a 810 milioni di franchi.

Anche la Svizzera è diventata decisamente una piazza di investimenti interessante per gli investitori dei Paesi del Golfo. Meritano particolare attenzione le società di investimento statali che cercano di collocare sempre più all'estero le elevate eccedenze provenienti dal commercio di petrolio e di gas44.

Per sfruttare in maniera ottimale i vantaggi comparativi di questa piazza economica, la Svizzera ha adottato diverse misure per i Paesi del CCG. È stata così elaborata una strategia di politica economica esterna allo scopo di migliorare l'accesso al mercato per le imprese svizzere e di abolire le discriminazioni ancora esistenti nei confronti delle imprese estere. La consigliera federale Leuthard, capo del DFE, ha anche effettuato una missione nella regione del Golfo (EAU e Oman) accompagnata da eminenti rappresentanti dell'economia svizzeri. Nel quadro dell'AELS, sono a buon punto i negoziati con i CCG relativi a un accordo di libero scambio (ALS) globale (cfr. n. 4.2).

Con un PIL di 255 miliardi di dollari (2006), il Sudafrica realizza poco meno di un terzo del PIL di tutta l'Africa. Quale Paese emergente, ha un grave ritardo da colmare nello sviluppo delle infrastrutture (settore dell'energia, trasporti, telecomunicazioni, sanità ecc.), anche nell'ottica dei Campionati del mondo di calcio del 2010.

Per la Svizzera, il Sudafrica è il principale mercato d'esportazione sul continente africano, a maggior ragione visto che rappresenta un'interessante piattaforma
produttiva e commerciale nell'Africa australe. Sul piano regionale, il Sudafrica è inserito nella SACU45 e nella SADC46. Tra il 2002 e il 2006 le esportazioni di merci svizzere verso il Sudafrica sono aumentate del 40 per cento, attestandosi infine a circa 730 milioni di franchi. Nel 2005 il volume degli investimenti diretti svizzeri in Sudafrica è aumentato fino a raggiungere 1,8 miliardi di franchi.

Per tale motivo la Svizzera ha definito anche per il Sudafrica una strategia di politica economica esterna la cui attuazione è iniziata già in maggio con una missione economica a Pretoria della consigliera federale Leuthard, accompagnata da una delegazione mista. La Svizzera ha concluso un accordo di libero scambio con i Paesi della SACU nell'ambito dell'AELS (cfr. n. 4.2).

44 45 46

776

Alcuni dei più importanti fondi statali dei Paesi del CCG: Abu Dhabi Investment Authority (ADIA), Kuwait Investment Authority (KIA), Qatar Investment Authority.

Membri della SACU (Southern African Customs Union, Unione doganale dell'Africa australe) sono il Sudafrica, il Botswana, il Lesotho, la Namibia e lo Swaziland.

SADC: Southern African Development Community (Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe).

Per rafforzare le relazioni economiche con l'Algeria, lo scorso mese di giugno, nell'ambito di una missione economica ad Algeri con una delegazione mista, il direttore della SECO ha annunciato l'apertura di negoziati su un accordo di libero scambio con l'AELS (cfr. n. 4). In occasione di una visita ufficiale in Libano egli ha inaugurato lo Swiss Business Council Lebanon e ha firmato a Damasco un accordo bilaterale di protezione degli investimenti con la Siria. Assieme a una delegazione rappresentativa di imprenditori svizzeri si è poi recato in visita in Israele, terzo mercato di sbocco della Svizzera in Medio Oriente. Nonostante le operazioni militari dell'estate 2006, l'economia israeliana ha registrato notevoli tassi di crescita.

9

Controllo delle esportazioni e misure d'embargo Nell'anno in rassegna, le misure di controllo delle esportazioni e le misure di embargo si sono più che mai concentrate negli sforzi per trovare una risposta adeguata alla politica nucleare iraniana. Le risoluzioni 1737 e 1747 del Consiglio di sicurezza dell'ONU vietano del tutto o autorizzano solamente dopo rigorose verifiche le esportazioni in Iran di beni che possono essere utilizzati per la produzione di armi nucleari o di missili balistici. Nel contempo, per la prima volta imprese e persone implicate nella proliferazione di armi di distruzione di massa sono state oggetto di sanzioni da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Poiché anche l'anno scorso l'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) non è stata in grado di rilasciare all'Iran un attestato che dia atto senza riserve di una cooperazione con essa, la politica di controllo delle esportazioni svizzera rimane caratterizzata da grande prudenza anche riguardo alla fornitura all'Iran di beni non sottoposti a controllo.

Il 27 luglio 2007, dopo duri negoziati, gli Stati Uniti e l'India hanno concluso un accordo di cooperazione nel settore nucleare civile. In virtù dell'accordo, che dev'essere ancora approvato dal Congresso americano e dal Governo indiano, l'India si impegna a procedere a una separazione tra i suoi impianti nucleari militari e civili e ad assoggettare questi ultimi a un accordo di garanzia («safeguard») con l'AIEA. Gli Stati Uniti si impegnano al tempo stesso a conseguire un'intesa nel quadro del Gruppo dei fornitori nucleari (NSG) in base alla quale possano essere forniti all'India beni nucleari specifici controllati da tale regime, sebbene quest'ultima non abbia aderito al Trattato di non proliferazione (TNP/NPT) e non soddisfi la condizione di fornitura NSG in materia di garanzie generalizzate («Full-scope safeguards»). Non è chiaro quando entrerà in vigore l'accordo tra gli Stati Uniti e l'India, poiché in questo Paese vi è una forte opposizione contro questa collaborazione con gli Stati Uniti.

777

9.1

Misure contro la proliferazione di beni utilizzabili per la produzione di armi di distruzione di massa, dei loro sistemi vettori e di armi convenzionali

9.1.1

Controllo dei beni soggetti ad autorizzazione

Sono soggetti ad autorizzazione i beni menzionati negli allegati dell'ordinanza del 25 giugno 1997 sul controllo dei beni a duplice impiego (OBDI; RS 946.202.1), che elencano i beni soggetti ai quattro regimi di controllo delle esportazioni47 e i prodotti chimici che ricadono sotto l'ordinanza del 3 settembre 1997 sul controllo dei composti chimici (OCCC; RS 946.202.21). Gli aggiornamenti degli elenchi di controllo deciso nel quadro dei regimi di controllo delle esportazioni sono regolarmente ripresi negli allegati dell'OBDI.

Nell'anno in rassegna, il valore dei beni autorizzati individualmente conformemente alla tabella qui di seguito (cfr. n. 9.1.3) è più che raddoppiato toccando 1,3 miliardi di franchi, risultato riconducibile all'ottima situazione congiunturale. Il valore complessivo di tutti i beni esportati con autorizzazione è molto più elevato del suddetto importo, poiché esso non tiene conto dei beni che sono stati esportati verso i 29 Stati dell'allegato 4 OBDI 940 in base a un permesso generale di esportazione ordinario (PGO). Questi Stati assorbono l'80 per cento circa delle esportazioni svizzere.

Nel periodo in rassegna, sono state respinte sei domande d'esportazione, che riguardavano in particolare forniture destinate al Vicino e Medio Oriente.

Nel quadro dell'attuazione della CAC, hanno luogo in Svizzera a intervalli regolari ispezioni da parte di rappresentanti dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC). Alla fine di ottobre dell'anno in rassegna erano state effettuate cinque ispezioni di questo tipo. Complessivamente, circa 50 imprese svizzere e il laboratorio di Spiez sono stati sottoposti alle ispezioni dell'OPAC e all'obbligo di dichiarare conformemente alla CAC la fabbricazione, lo stoccaggio, il trattamento, l'importazione e l'esportazione di prodotti chimici soggetti a controllo.

9.1.2

Controllo dei beni soggetti a dichiarazione

Secondo l'ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego, gli esportatori hanno tra l'altro l'obbligo di dichiarare alla SECO la prevista esportazione di beni non soggetti al regime d'autorizzazione, se sanno che tali beni sono destinati ­ o potrebbero esserlo ­ allo sviluppo, alla fabbricazione o all'utilizzazione di armi di distruzione di massa o di loro sistemi vettori. Questa clausola, detta «catch all» (obbligo di dichiarazione secondo l'art. 4 OBDI) è applicabile anche quando la SECO segnala all'esportatore che i beni potrebbero essere utilizzati agli scopi menzionati. Il numero di beni che sono stati denunciati alle autorità che accordano le autorizzazioni in virtù di questa disposizione è aumentato negli ultimi anni e anche nell'anno in rassegna poiché per una parte sempre più elevata dei beni in questione sorgono domande sull'utilizzo da parte del destinatario finale. Si osserva un'analoga evoluzione anche negli Stati partner. Nel periodo dal 1° ottobre 2006 al 30 settembre 2007 sono giunte complessivamente 32 dichiarazioni «catch all». In seguito la SECO ha 47

778

Gruppo Australia/AG, Regime di non proliferazione nel settore nucleare/NSG, Regime di non proliferazione nel settore missilistico/MTCR e intesa di Wassenaar/WA.

rifiutato 17 esportazioni i cui destinatari erano situati nei Paesi del Vicino e Medio Oriente. Al pari di altri partner di differenti regimi di controllo delle esportazioni, la Svizzera rifiuta più esportazioni sulla base della clausola «catch all» di quante ne respinga sulla base di domande per beni soggetti ad autorizzazione. Evidentemente i servizi di approvvigionamento dei Paesi sospettati di proliferazione ripiegano sempre più su beni non sottoposti a controllo. Si potrà contrastare questa evoluzione soltanto informando le cerchie economiche interessate in Svizzera e rafforzando la collaborazione tra le altre autorità federali, in particolare con l'Amministrazione delle dogane e i servizi informazioni.

Nell'anno in rassegna, la SECO ha denunciato un'impresa svizzera al Ministero pubblico della Confederazione per violazione della normativa sul controllo dei beni.

9.1.3

Dati di riferimento sulle esportazioni soggette alla legislazione sul controllo dei beni a duplice impiego

Dal 1° ottobre 2006 al 30 settembre 2007 le domande di esportazione e le esportazioni soggette all'obbligo di dichiarazione, autorizzate o rifiutate in base all'OBDI e all'OCCC, sono state le seguenti: Autorizzazioni1

Numero

Valore (in mio. fr.)

­ Settore nucleare (NSG): ­ beni nucleari propriamente detti ­ beni a duplice impiego

113 463

7,5 248,1

­ Beni a duplice impiego del settore delle armi chimiche e biologiche (AG)

280

49,5

49

146,1

­ Settore delle armi convenzionali (WA) ­ beni a duplice impiego ­ beni militari specifici

618 178

312,5 534,8

­ Armi (conformemente all'allegato 5 OBDI)2

153

5,5

­ Esplosivi (conformemente all'allegato 5 OBDI)3

12

1,2

­ Beni autorizzati in conformità con l'OCCC

23

1,9

1 889

1 307,1

­ Beni a duplice impiego del settore missilistico (MTCR)

Totale

779

Domande respinte

Numero

Valore (in fr.)

5

1 691 776

1

146 130

17

4 994 572

Totale

23

6 832 478

Dichiarazioni secondo l'art. 4 OBDI («catch all»)

32

­

­ ­ ­ ­ ­

nel quadro NSG nel quadro AG nel quadro MTCR nel quadro WA nel quadro della clausola «catch all»

Numero di autorizzazioni generali per l'esportazione4 ­ Permesso generale ordinario (PGO secondo l'OBDI) ­ Permessi generali straordinari per l'esportazione (PGS secondo l'OBDI) ­ Autorizzazioni generali per l'esportazione (secondo l'OCCC)

211 14 12

Totale

237

Certificati d'importazione

640

1 2 3 4

Talune autorizzazioni figurano due volte perché rientrano in due diversi regimi di controllo delle esportazioni.

Armi la cui esportazione è soggetta a un controllo nazionale (legge del 20 giugno 1997 sulle armi; RS 514.54), ma non a un controllo internazionale.

Esplosivi la cui esportazione è soggetta a un controllo nazionale (legge del 25 marzo 1997 sugli esplosivi; RS 941.41), ma non a un controllo internazionale.

Si tratta di tutte le autorizzazioni generali per l'esportazione valide. La loro durata di validità è di due anni.

9.2

Misure di embargo

9.2.1

Misure di embargo dell'ONU

Alla fine dell'anno in rassegna il DFE aveva aggiornato a dieci riprese (RU 2007 171, 2381, 2951, 3261, 3787, 4139, 4389, 4727, 5181, 6473) l'allegato 2 dell'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti delle persone e delle organizzazioni legate a Osama bin Laden, al gruppo «Al-Qaïda» o ai Taliban (RS 946.203). Le persone, i gruppi e gli enti che vi sono menzionati non devono essere riforniti di armamenti; i loro averi e le loro risorse economiche sono bloccati. Alla fine del 2007, in virtù di questa misura si trovavano congelati 36 conti di un valore complessivo di circa 20 milioni di franchi. Alle persone menzionate nell'allegato è inoltre vietato entrare in Svizzera e transitarvi. In base alla risoluzione 1730 (2006) del Consiglio di sicurezza dell'ONU, le persone colpite dalle sanzioni possono fare pervenire una domanda di cancellazione dalla lista direttamente a un «focal point» 780

istituito presso il Segretariato ONU. In Svizzera sono state trasmesse al Tribunale federale due procedure giudiziarie miranti alla cancellazione di nomi nell'allegato 2 dell'ordinanza. Uno di questi ricorsi di diritto amministrativo è stato respinto il 14 novembre. Il Tribunale ha motivato la sua decisione spiegando che la Svizzera violerebbe gli obblighi previsti dallo Statuto dell'ONU se cancellasse arbitrariamente dall'allegato 2 dell'ordinanza il nome del ricorrente. Unicamente il comitato responsabile del Consiglio di sicurezza dell'ONU può decidere l'abrogazione delle sanzioni.

Il 14 febbraio il Consiglio federale ha approvato misure coercitive nei confronti dell'Iran. L'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica dell'Iran (RS 946.231.143.6) attua le sanzioni decise dal Consiglio di sicurezza dell'ONU il 23 dicembre 2006 con la risoluzione 1737 e nella quale quest'ultimo esige dall'Iran che sospenda immediatamente tutte le attività in relazione con l'arricchimento dell'uranio e con la ripresa della preparazione di combustibile nucleare, nonché tutti i progetti concernenti l'acqua pesante. L'Iran potrebbe fare un uso illecito di tali attività per fabbricare armi nucleari.

L'ordinanza contiene un divieto di esportazione di beni e tecnologie specifici che potrebbero favorire il programma nucleare e missilistico iraniano. È altresì vietata l'acquisizione di simili prodotti o tecnologie in provenienza dalla Repubblica Islamica dell'Iran. Conformemente alla risoluzione 1737, non è vietata la fornitura di beni a duplice impiego nel settore nucleare, purché essi non siano destinati ad attività nei settori dell'arricchimento dell'uranio e della ripresa della preparazione o connesse a progetti concernenti l'acqua pesante. La fornitura di simili beni deve tuttavia essere notificata al comitato delle sanzioni dell'ONU e all'AIEA, ciò che la Svizzera ha fatto nel caso di una macchina utensile. Sono stati inoltre bloccati gli averi e le risorse economiche di dodici persone e dodici enti di nazionalità iraniana.

Il 24 marzo il Consiglio di sicurezza ha inasprito le sanzioni nei confronti dell'Iran con la risoluzione 1747 (2007). Il 3 maggio 2007 il DFE ha perciò applicato restrizioni finanziarie nei confronti di 15 persone e 13 enti di nazionalità iraniana, tra cui
la Bank Sepah e la Bank Sepah International (RU 2007 2047). Secondo la risoluzione 1737, possono essere accordate deroghe alle sanzioni finanziarie per i contratti conclusi o gli impegni assunti prima del 24 marzo. Per consentire pagamenti pendenti della Bank Sepah, la SECO ha rilasciato circa 90 autorizzazioni a varie banche svizzere per un ammontare di circa 100 milioni di franchi.

Il 16 maggio il Consiglio federale ha prorogato di tre anni, sino al 30 giugno 2010 (RU 2007 2789), la durata di validità dell'ordinanza del 18 maggio 2004 concernente la confisca degli averi e delle risorse economiche iracheni congelati e il loro trasferimento al Development Fund for Iraq (RS 946.206.1). In virtù di tale ordinanza, sono stati finora confiscati e trasferiti al Development Fund for Iraq circa 9 milioni di franchi. Sono pendenti al Tribunale federale ricorsi inerenti diverse procedure di confisca.

Conformemente alle istruzioni del comitato del Consiglio di sicurezza dell'ONU incaricato delle sanzioni nei confronti della Repubblica democratica del Congo, il 24 aprile 2007 (RU 2007 1807) il DFE ha inserito nell'allegato dell'ordinanza del 22 giugno 2005 che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica democratica del Congo (RS 946.231.12) i nomi di due persone fisiche e di sei imprese i cui averi e le cui risorse economiche devono così essere bloccati; le due persone non devono più entrare in Svizzera. L'allegato è stato inoltre aggiornato a due riprese nel periodo in rassegna (RU 2007 511, 4757).

781

In applicazione delle pertinenti decisioni dell'ONU, dagli allegati dell'ordinanza del 19 gennaio 2005 che istituisce provvedimenti nei confronti della Liberia (RS 946.231.16) sono stati cancellati i nomi di due persone (RU 2007 237).

L'allegato 1 contiene sanzioni finanziarie, l'allegato 2 un divieto di entrata e di transito. Il 30 maggio, in applicazione della risoluzione 1753 (2007) del Consiglio di sicurezza dell'ONU, il Consiglio federale ha tolto il divieto di importazione e transito per i diamanti grezzi in provenienza dalla Liberia (RU 2007 2425).

In applicazione di decisioni dei competenti comitati dell'ONU incaricati delle sanzioni, sono stati aggiornati gli allegati dell'ordinanza del 25 maggio 2005 che istituisce provvedimenti nei confronti del Sudan (RU 2007 4769; RS 946.231.18) e dell'ordinanza del 19 gennaio 2005 che istituisce provvedimenti nei confronti della Costa d'Avorio (RU 2007 233; RS 946.231.13).

Sono state mantenute senza modifiche l'ordinanza dell'8 dicembre 1997 che istituisce provvedimenti nei confronti della Sierra Leone (RS 946.209), l'ordinanza del 21 dicembre 2005 concernente le misure contro determinate persone in relazione all'attentato a Rafik Hariri (RS 946.231.10), l'ordinanza del 25 ottobre 2006 che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica popolare democratica di Corea (RS 946.231.127.6) e l'ordinanza del 1° novembre 2006 che istituisce misure riguardanti il Libano (RS 946.231.148.9).

9.2.2

Misure di embargo dell'UE

Il 24 maggio il DFE ha cancellato i nomi di quattro persone dall'allegato 2 dell'ordinanza del 18 gennaio 2006 che istituisce provvedimenti nei confronti dell'Uzbekistan (RU 2007 2427). Le persone elencate nell'allegato 2 non devono più entrare in Svizzera né transitarvi. Il 6 novembre sono state stralciate dall'allegato anche le rimanenti otto iscrizioni (RU 2007 5191). L'attenuamento delle sanzioni è avvenuto in conformità con le relative decisioni dell'UE.

Il 2 agosto il DFE ha aggiornato l'allegato 2 dell'ordinanza del 19 marzo 2002 che istituisce provvedimenti nei confronti dello Zimbabwe (RS 946.209.2), aumentando le iscrizioni da 126 a 131 (RU 2007 3797). Nell'allegato 2 sono elencati i nomi di membri del governo, del partito ZANU (PF) e delle forze di sicurezza dello Zimbabwe. Gli averi e i valori patrimoniali di queste persone sono bloccati e a esse è vietato entrare in Svizzera. In virtù della suddetta ordinanza, in Svizzera sono attualmente bloccati due conti per circa 680 000 franchi.

Sempre il 2 agosto, il DFE ha aggiornato l'allegato 2 dell'ordinanza del 28 giugno 2006 che istituisce provvedimenti nei confronti del Myanmar (RS 946.231.157.5), con conseguente riduzione dell'elenco da 392 a 382 nomi (RU 2007 3813). Gli averi e i valori patrimoniali di queste persone sono bloccati e a esse è vietato entrare in Svizzera. In applicazione dell'ordinanza è bloccato un conto bancario per circa 730 000 franchi.

Nell'anno in rassegna, non hanno subito modifiche né l'ordinanza del 30 giugno 1999 che istituisce provvedimenti nei confronti di determinate persone dell'ex Repubblica federale di Jugoslavia (RS 946.207), né l'ordinanza del 28 giugno 2006 che istituisce provvedimenti nei confronti della Bielorussia (RS 946.231.116.9).

782

9.2.3

Misure relative ai «diamanti della guerra»

Sono state mantenute le misure in conformità con l'ordinanza del 29 novembre 2002 sul commercio internazionale di diamanti grezzi (Ordinanza sui diamanti, RS 946.231.11). La Svizzera attua così il sistema di certificazione del cosiddetto «processo di Kimberley», che si prefigge di impedire che i «diamanti della guerra» giungano sui mercati internazionali.

L'importazione e l'esportazione, l'immissione in depositi doganali e l'asportazione da depositi doganali di diamanti grezzi sono autorizzate soltanto se tali diamanti sono accompagnati dal certificato di un Paese partecipante al processo di Kimberley.

Dopo che il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha tolto l'embargo per i diamanti grezzi nei confronti della Liberia, il 4 maggio 2007 il Paese ha aderito al processo di Kimberley. Così oramai unicamente i diamanti grezzi provenienti dalla Costa d'Avorio sono toccati dalle sanzioni dell'ONU. In seguito all'adesione della Liberia e della Turchia e al reintegro della Repubblica del Congo, sono ora 74 gli Stati (tra i quali gli Stati membri della Comunità europea) che partecipano al processo di Kimberley, che in pratica controlla la totalità della produzione mondiale e del commercio di diamanti grezzi.

Tra il 1° ottobre 2006 e il 30 settembre 2007 la Svizzera ha rilasciato 727 certificati per diamanti grezzi. Nello stesso periodo, il valore dei diamanti grezzi importati o immessi in depositi doganali ammontava a 1,39 miliardi di dollari (10,69 milioni di carati), mentre quella dei diamanti grezzi esportati o usciti dai depositi doganali ha raggiunto il valore di 1,65 miliardi di dollari (10,60 milioni di carati). In Svizzera, più del 95 per cento del commercio di diamanti grezzi passa dai depositi doganali.

10

Promozione delle esportazioni, promozione della piazza economica e turismo

10.1

Promozione delle esportazioni

Le attività svolte dalla Confederazione nell'ambito della promozione delle esportazioni si basano essenzialmente su due strumenti complementari: l'Osec Business Network Switzerland, organizzazione attiva nella promozione delle esportazioni, e l'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE), che assicura i rischi non negoziabili nelle operazioni di esportazione. Il 2007 è stato contrassegnato dall'adozione del decreto federale concernente la continuazione della promozione delle esportazioni negli anni 2008­2011, dal passaggio dal fondo GRE all'ASRE e dalla prosecuzione delle conversioni dei debiti nel quadro del Club di Parigi.

10.1.1

Osec Business Network Switzerland (Osec)

Su mandato della SECO, l'Osec Business Network Switzerland (Osec) sostiene aziende svizzere e del Liechtenstein, segnatamente PMI, nelle loro attività di esportazione. A complemento dell'iniziativa privata, l'Osec fornisce alle imprese infor783

mazioni generali sui mercati, i rami economici e su alcuni aspetti riguardanti gli affari economici esterni; offre inoltre consulenze su questioni legate all'esportazione e sostegno a livello di commercializzazione all'estero (partecipazione a fiere ed esposizioni).

La base legale per la promozione delle esportazioni da parte dello Stato è costituita dalla legge del 6 ottobre 2000 sulla promozione delle esportazioni (RS 946.14).

Secondo l'articolo 7, l'Assemblea federale è competente a decidere sul finanziamento delle misure riguardanti la promozione delle esportazioni. Nell'anno in rassegna il Parlamento ha accolto la proposta del Consiglio federale di proseguire l'attività di promozione delle esportazioni negli anni 2008­2011, con un limite di spesa complessivo di 68 milioni di franchi.

Da parte sua, l'Osec, per il quale l'anno in esame era l'ultimo di un periodo di finanziamento, ha continuato il suo impegno per migliorare l'utilità dei suoi servizi alla clientela, integrare meglio i suoi partner privati nel senso del principio di sussidiarietà e rafforzare il coordinamento delle reti. Questo obiettivo è stato perseguito soprattutto con una maggior concentrazione della propria offerta di servizi sui nuovi mercati emergenti, dove le PMI svizzere necessitano di un sostegno maggiore di quello sui mercati tradizionali. Le rete esterna dell'Osec si è ulteriormente ampliata grazie all'apertura in Sudafrica di uno Swiss Business Hub. Parallelamente all'attività operativa, l'Osec ha avviato i lavori in vista del riorientamento, dal 1° gennaio 2008, della promozione economica esterna. Il progetto prevede di riunire sotto lo stesso tetto i mandati nei settori della promozione delle esportazioni e della promozione della piazza economica con i mandati della promozione degli investimenti e delle importazioni, finora pertinenti alla cooperazione economica allo sviluppo.

L'Osec si trasformerà quindi in «casa della promozione economica esterna»; questo raggruppamento permetterà di sfruttare le sinergie che verranno a crearsi fra la promozione delle esportazioni e della piazza economica e la promozione degli investimenti e delle importazioni a favore dei Paesi in sviluppo e in transizione. I maggiori beneficiari di questo accorpamento saranno le PMI svizzere, che potranno ormai avviare e sviluppare le loro
attività internazionali in modo più ampio e coordinato.

Approvando il finanziamento della promozione delle esportazioni, il Parlamento ha riconosciuto i progressi compiuti dall'Osec e dalla SECO lungo la via attualmente intrapresa. Nel contempo ha però espresso la propria soddisfazione per il riorientamento avviato nella promozione economica esterna, che considera un ulteriore passo verso una promozione efficace e razionale della nostra economia.

10.1.2

Assicurazione contro i rischi delle esportazioni (GRE/ASRE)

Il 1° gennaio 2007 sono entrate in vigore la legge federale del 16 dicembre 2005 concernente l'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (LARE, RS 946.10) e la relativa ordinanza del 25 ottobre 2006 (OARE, RS 946.101).

L'istituto di diritto pubblico indipendente ASRE ha sostituito il fondo GRE. Gli esportatori dispongono in tal modo di un'offerta di prodotti paragonabile a quella dei loro concorrenti esteri.

784

Nel 2007 l'ASRE ha assicurato operazioni di esportazioni per un importo complessivo di circa 4 miliardi di franchi, contro i 2,5 miliardi dell'anno precedente. Questo aumento è dovuto in particolare al fatto che da quest'anno l'ASRE può coprire i rischi dell'acquirente privato. Come negli anni precedenti la domanda di assicurazioni per l'Iran è rimasta molto elevata (ca. 300 mio. di fr.); è cresciuta nettamente per la Turchia (ca. 700 mio. di fr.) e la Russia (ca. 400 mio. di fr.).

Nel 2007 il volume totale delle assicurazioni che coprono i rischi dell'acquirente privato è stato di circa 800 milioni di franchi, 300 milioni dei quali per operazioni con acquirenti puramente privati, ossia forniture non garantite a imprese private, incluse società che svolgono compiti di diritto pubblico (service public); per gli altri 500 milioni di franchi si tratta di assicurazioni con imprese private che beneficiano di garanzie bancarie.

Rispetto all'anno precedente l'impegno massimo è cresciuto leggermente, attestandosi a circa 9 miliardi di franchi. Oltre la metà dell'impegno riguarda sei Paesi: Turchia, Iran, Bahrein, Cina, Russia e Messico.

L'anno scorso l'ASRE ha dovuto indennizzare esportatori e banche svizzere per circa 15 milioni di franchi (contro i 19 mio. dell'anno precedente) a causa di pagamenti in sofferenza soprattutto in Cina e Pakistan. Per esperienza si sa che gli indennizzi versati possono spesso essere recuperati in un secondo tempo grazie ad accordi bilaterali di conversione con i Paesi interessati.

10.1.3

Finanziamento delle esportazioni (OCSE)

Dopo che la Dichiarazione contro la corruzione, riveduta dal Gruppo dei crediti per l'esportazione, è stata adottata alla fine del 2006 dal Consiglio dei ministri dell'OCSE a titolo di raccomandazione formale, nell'anno in rassegna le agenzie di credito all'esportazione hanno iniziato ad attuare le nuove prescrizioni. Negli anni a venire lo scambio di conoscenze riguardo all'applicazione pratica delle nuove regole e procedure rivestirà grande importanza. Il 2007 è stato contrassegnato anche dalla rielaborazione delle direttive ambientali. Tra l'altro, è stato inasprito l'obbligo d'informare su progetti che potrebbero comportare un particolare rischio ecologico e sono stati chiariti aspetti riguardanti l'applicabilità dei vari standard internazionali.

L'attuazione della pertinente raccomandazione del Consiglio dei ministri dell'OCSE verrà ora portata avanti dal Gruppo dei crediti per l'esportazione e dal suo gruppo di esperti ambientali.

Gli effetti che i finanziamenti delle esportazioni provocano sull'indebitamento dei Paesi più poveri è un argomento che nell'anno in rassegna è stato sempre più al centro dell'attenzione del Gruppo dei crediti per l'esportazione. In tal senso, occorre evitare che la concessione incontrollata di crediti all'esportazione vanifichi i notevoli sforzi profusi negli anni scorsi nell'ambito della cooperazione internazionale per ridurre o annullare del tutto il debito contratto da Paesi in sviluppo e in transizione indebitati.

Inoltre, sono stati intensificati gli sforzi per sensibilizzare i Paesi non membri dell'OCSE che dispongono di programmi sui crediti all'esportazione sugli obiettivi perseguiti nel quadro dell'accordo sui crediti all'esportazione e dal Gruppo dei crediti per l'esportazione, e per integrarli a medio termine nell'apparato normativo dell'OCSE. Questa strategia d'apertura è fondata sul convincimento che i mercati 785

all'esportazione non falsati da distorsioni della concorrenza costituiscano alla lunga un vantaggio per tutte le parti. Un passo importante in tal senso è la partecipazione, l'estate scorsa, del Brasile alla revisione dell'accordo settoriale aereo. La pratica, inaugurata l'anno precedente e che consiste nell'invitare rappresentanti di Paesi non membri agli incontri del gruppo di lavoro, è continuata.

10.1.4

Conversione del debito (Club di Parigi)

Approfittando della situazione favorevole sui mercati finanziari e delle materie prime, nell'anno in rassegna la Macedonia ha potuto rimborsare in anticipo i suoi debiti nei confronti dei creditori del Club di Parigi. In aprile l'ASRE e gli enti fornitori di garanzie hanno dunque ricevuto anticipatamente 7,3 milioni di franchi. Per Gabon e Giordania il Club di Parigi ha inoltre accettato il principio di un rimborso anticipato dei debiti; la Svizzera parteciperà all'operazione, che si svolgerà all'inizio del 2008.

La Svizzera ha inoltre attuato operazioni multilaterali di sdebitamento convenute in seno al Club di Parigi nel quadro dell'iniziativa HIPC, e ha concluso in tal senso quattro accordi bilaterali per la cancellazione o la riduzione del debito con l'Honduras, (riduzione del debito per un importo di 5,7 mio. di fr.; debito residuo: 2,2 mio. di fr.), la Sierra Leone (annullamento del debito per un importo di 27,8 mio.

di fr.), il Congo Brazzaville (riduzione del debito per un importo di 0,21 mio. di fr.)

e il Camerun (riduzione del debito per un importo di 34 mio. di fr.; debito residuo: 7,9 mio. di fr.). È in preparazione un ulteriore accordo con la Repubblica centrafricana, che dovrebbe essere concluso prossimamente.

Infine, il Club di Parigi ha concluso accordi di conversione del debito a favore del Perù e di São Tomé e Principe, ai quali la Svizzera non è direttamente parte perché non vi sono crediti in corso riguardanti questi Paesi.

10.2

Promozione della piazza economica

A LOCATION Switzerland è stato affidato il mandato di far conoscere la piazza economica svizzera. Dopo che nell'ottobre 2007 il Parlamento ha dato il via libera alla revisione della legge che promuove l'informazione riguardante la piazza imprenditoriale svizzera, dal 1° gennaio 2008 LOCATION Switzerland verrà trasferito dall'Amministrazione federale all'Osec.

Per mezzo del programma LOCATION Switzerland, la promozione economica della Confederazione promuove l'insediamento di imprese estere in Svizzera. I potenziali investitori vengono informati sui vantaggi della piazza economica svizzera attraverso pubblicazioni, internet, mass media e manifestazioni. La promozione economica della Confederazione è coordinata con i Cantoni; ai promotori economici cantonali o intercantonali LOCATION Switzerland offre la possibilità di partecipare a una serie di attività orientate sugli investitori. In tal modo funge pure da piatta-

786

forma che permette la diffusione all'estero di un'immagine coerente della piazza economica svizzera.

Nell'anno in rassegna, il programma LOCATION Switzerland era presente in Europa (Germania, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Russia), in America, in Giappone, in Cina e in India. Su questi mercati, oltre agli apprezzati seminari per investitori e alla partecipazione a fiere e conferenze, sono stati organizzati viaggi di giornalisti e, per la prima volta, una Fact Finding Mission per imprenditori stranieri: tutto ciò ha permesso di allacciare nuovi preziosi contatti con gli investitori. Il coordinamento degli organi cantonali di promozione economica si fonda su partenariati di programmi nei mercati interessati. Nelle 2006 le attività di promozione economica della Confederazione e dei Cantoni hanno permesso complessivamente l'insediamento di 414 nuove imprese e la creazione di 2412 nuovi impieghi.

Il fondamento giuridico della promozione della piazza economica è la legge federale del 16 dicembre 2005 che promuove l'informazione riguardante la piazza imprenditoriale svizzera (RS 194.2). Nell'ambito del nuovo messaggio sulla promozione economica, il 5 ottobre 2007 il Parlamento ha adottato una revisione totale della legge. Il nuovo testo prevede la possibilità di affidare la promozione economica a un mandatario esterno alla Confederazione. Il 1° gennaio 2008 LOCATION Switzerland sarà perciò trasferito all'Osec mediante una convenzione di prestazioni (cfr.

n. 10.1.1).

Nel 2007 il finanziamento di LOCATION Switzerland si fondava sul decreto federale del 30 novembre 2005 sul finanziamento del promovimento dell'informazione riguardante la piazza economica svizzera per il periodo 2006­2007 (FF 2006 3677).

Il tetto di spesa ammontava a 4,9 milioni di franchi, 1,5 milioni dei quali costituiti da entrate di terzi. Il 18 settembre 2007 il Parlamento ha adottato il nuovo decreto federale sul finanziamento della promozione dell'informazione riguardante la piazza economica svizzera negli anni 2008­2011 (FF 2008 537). A partire dal 2008 il contributo annuo della Confederazione ammonterà a 3,4 milioni di franchi.

10.3

Turismo

La ripresa del turismo in Svizzera è dovuta essenzialmente al costante forte aumento della domanda estera. Con la concessione a Svizzera Turismo di un aiuto finanziario dell'ordine di 191 milioni di franchi per il periodo 2008­2011, le Camere federali hanno creato condizioni favorevoli affinché la crescita della domanda di servizi turistici svizzeri si consolidi.

Grazie alla favorevole congiuntura e a un'analoga situazione sul fronte dei cambi, il turismo svizzero è in fase di ripresa per il terzo anno consecutivo. Per la prima volta il suo ritmo di crescita coincide con quello del turismo mondiale, in rapida e continua espansione. Nel 2007 si è registrata una crescita dei pernottamenti di circa il 4 per cento, dovuta soprattutto agli ospiti stranieri, mentre il mercato indigeno è cresciuto in modo più moderato. Nell'anno in rassegna le spese degli ospiti stranieri, contabilizzate come esportazioni, sono aumentate di 900 milioni di franchi, per un importo complessivo di 14 miliardi di franchi.

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Grazie al suo programma in favore del turismo, presentato e adottato dalle Camere federali con il messaggio sulla promozione economica per gli anni 2008­2011, il Consiglio federale contribuisce a consolidare la crescita del turismo internazionale.

Il finanziamento degli sforzi pubblicitari profusi da Svizzera Turismo, orientati verso i mercati internazionali, è in tal modo garantito per i prossimi quattro anni. La proroga della legge federale del 10 ottobre 1997 che promuove l'innovazione e la collaborazione nel turismo (RS 935.22) porterà a un miglioramento strutturale e qualitativo dell'offerta, oltre che alla sua internazionalizzazione.

Il turismo è un settore economico fortemente internazionalizzato. Il mercato turistico mondiale è largamente liberalizzato. La crescita esponenziale del turismo transfrontaliero e la relativa interconnessione mondiale dei mercati turistici comporta problemi che richiedono sempre più l'adozione di un quadro coordinato a livello intergovernativo. Paese tradizionalmente a vocazione turistica, la Svizzera difende nei forum di cooperazione multilaterale la libertà di viaggiare e una gestione sostenibile del turismo.

Il nostro Paese è membro fondatore dell'Organizzazione mondiale del turismo (OMT). Fino a data recente la Svizzera ha presieduto la Commissione per l'Europa di questo organismo istituito dall'ONU, contribuendo a integrare i Paesi in transizione nel mercato mondiale del turismo. Su invito della Svizzera, e grazie alla collaborazione del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, dell'Organizzazione meteorologica mondiale e del World Economic Forum, nell'ottobre del 2007 l'OMT ha organizzato la seconda conferenza internazionale sui mutamenti climatici e il turismo, e ha adottato la «Dichiarazione di Davos». Questo documento, accettato da tutti i gruppi d'interesse turistici, verrà adottato come base di lavoro nei negoziati internazionali riguardanti la protezione del clima.

Dal 1999 la Svizzera presiede il Comitato per il turismo dell'OCSE. Questo ente è impegnato a ridurre gli ostacoli ai viaggi, tenendo conto però delle esigenze in materia di sicurezza, a promuovere politiche turistiche che siano il meno possibile interventiste e discriminatorie, nonché a sviluppare il rilevamento statistico nel campo del turismo. Nel 2007 il consiglio dell'organizzazione
ha assegnato al Comitato un nuovo mandato, che consiste nell'individuare nuove vie per migliorare la competitività internazionale dei Paesi sviluppati, sottoposti alla forte pressione delle nuove destinazioni.

788

11

Allegati

11.1

Allegati 11.1.1­11.1.2 Parte I:

Allegati secondo l'articolo 10 capoverso 1 della legge federale sulle misure economiche esterne (per conoscenza)

789

11.1.1

Impegno della Svizzera nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo nel 2007

Versamenti della Svizzera alla Banca mondiale (in mio. di fr.)

Impegni istituzionali BIRS, quota di capitale SFI, quota di capitale MIGA, quota di capitale IDA, contributi IDA-MDRI Iniziative speciali Fondo mondiale per l'ambiente1 Fondo mondiale per l'AIDS, la tubercolosi e la malaria1 Fondo per consulenti e persone distaccate1 Totale dei versamenti della Svizzera 1

2006

2007

159,0 0,0 0,0 0,0 159,0 0,0

177,6 0,0 0,0 0,0 166,0 11,6

28,1 19,3 6,0 2,8

39,7 31,1 7,0 1,6

187,1

217,3

2006

2007

55,5

60,7

1,7 53,8 0,0

1,6 56,3 2,8

0,0 0,0

0,0 0,0

55,5

60,7

Fondi gestiti dalla Banca mondiale.

Versamenti della Svizzera alla Banca africana di sviluppo (in mio. di fr.)

Impegni istituzionali AfDB, quota di capitale AfDF, contributi AfDF-MDRI Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate Totale dei versamenti della Svizzera

790

Versamenti della Svizzera alla Banca asiatica di sviluppo (in mio. di fr.)

Impegni istituzionali AsDB, quota di capitale AsDF, contributi Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate Totale dei versamenti della Svizzera

2006

2007

15,4

15,0

0,0 15,4

0,0 15,0

0,0 0,0

0,0 0,0

15,4

15,0

Versamenti della Svizzera alla Banca interamericana di sviluppo (in mio. di fr.)

2006

2007

Impegni istituzionali IDB, quota di capitale SII, quota di capitale FOS, contributi

1,2

1,2

0,0 1,2 0,0

0,0 1,2 0,0

Iniziative speciali Contributi al FIM Fondo per consulenti e persone distaccate

0,0 0,0 0,0

0,0 0,0 0,0

Totale dei versamenti della Svizzera

1,2

1,2

791

11.1.2

Autorizzazioni per ispezioni pre-imbarco eseguite in Svizzera per conto di Stati esteri

L'ordinanza del 17 maggio 1995 sull'esecuzione di ispezioni pre-imbarco (RS 946.202.8), emanata in relazione con l'Accordo dell'OMC sulle ispezioni preimbarco (RS 0.632.20, Allegato 1A.10), disciplina l'autorizzazione, l'esecuzione e la sorveglianza di tali ispezioni (essenzialmente la verifica di qualità, quantità e prezzo) effettuate in Svizzera per conto di Stati esteri da società specializzate. Tali società necessitano di un'autorizzazione del DFE per ogni Stato mandatario.

Secondo l'articolo 15 dell'ordinanza, ogni anno è pubblicata una lista su cui figurano gli enti che dispongono di un'autorizzazione a eseguire in Svizzera ispezioni preimbarco e i Paesi ai quali essa si riferisce.

Attualmente, sono cinque le società d'ispezione che dispongono di simili autorizzazioni: la Société Générale de Surveillance SA (SGS), a Ginevra, la Cotecna Inspection SA (Cotecna), a Ginevra, il Bureau Véritas/BIVAC (Switzerland) AG (Véritas), a Weiningen, la Inspectorate (Suisse) SA (Inspectorate), a Prilly, e l'Intertek Testing Services Switzerland Ltd (ITS), a Attiswil. Le rispettive autorizzazioni si riferiscono a 32 Paesi, quattro dei quali non sono membri dell'OMC. I Paesi e gli enti per le ispezioni pre-imbarco sono elencati qui di seguito in ordine alfabetico48 (stato il 1° dicembre 2007)49.

Paese e appartenenza all'OMC (*) = non membro

Ente per le ispezioni pre-imbarco

Autorizzazione valida dal:

Angola

Véritas Cotecna SGS ITS Véritas Cotecna SGS Véritas SGS Véritas Cotecna Cotecna Véritas Véritas SGS Cotecna Véritas ITS

28.02.2002 25.10.2006 31.10.2006 07.06.2000 21.06.2000 10.08.2004 01.09.1996 22.05.2006 01.09.1996 02.01.2004 15.08.1996 22.08.2006 24.03.2006 15.09.2000 01.09.1996 01.09.1996 01.09.1996 27.03.2001

Bangladesh Benin Burkina Faso Burundi Cambogia Camerun Ciad Comore (*) Congo (Brazzaville) Congo (Kinshasa) Costa d'Avorio Ecuador

48 49

792

Questo elenco può altresì contenere autorizzazioni i cui mandati di ispezione sono semplicemente sospesi, ma non rescissi.

Questo elenco si trova anche su Internet: http://www.seco.admin.ch/themen/00513/00514/index.html?lang=fr

Paese e appartenenza all'OMC (*) = non membro

Ente per le ispezioni pre-imbarco

Autorizzazione valida dal:

Georgia Haiti Indonesia Iran (*)

ITS SGS SGS SGS Véritas ITS Véritas ITS Véritas SGS ITS Cotecna SGS Véritas ITS Cotecna ITS Cotecna SGS Cotecna ITS ITS SGS

15.02.2001 12.09.2003 09.04.2003 01.03.2000 06.03.2001 02.12.2002 08.12.1997 22.08.2003 20.02.2007 01.09.1996 27.03.2001 08.12.1997 01.09.1999 02.01.2004 02.12.2002 22.08.2001 14.02.2007 18.02.1999 01.04.1999 01.09.1996 27.03.2001 07.06.2000 10.04.2001

Liberia (*) Malawi Mali Mauritania Mozambico Niger Nigeria Repubblica centrafricana Ruanda Senegal Sierra Leone Tanzania (senza Zanzibar) Tanzania (solo Zanzibar) Togo Uganda Uzbekistan (*)

793

11.2

Allegati 11.2.1­11.2.3 Parte II:

794

Allegati secondo l'articolo 10 capoversi 2 e 3 della legge federale sulle misure economiche esterne (per conoscenza)