8.2.2

Messaggio concernente l'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali del 10 gennaio 2007

8.2.2.1 8.2.2.1.1

Parte generale Compendio

L'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali intende proseguire l'impegno globale volto a raggiungere un equilibrio tra l'utilizzazione e la conservazione delle foreste tropicali. L'Accordo costituisce la base per gli ulteriori lavori multilaterali nell'ambito dell'Organizzazione internazionale dei legni tropicali (ITTO).

L'impegno svizzero nell'ITTO è per la Confederazione un elemento centrale per promuovere una produzione sostenibile e un commercio rintracciabile dei legni tropicali. Esso completa e promuove le attività della Confederazione a favore dell'impiego in Svizzera di legno tropicale prodotto in modo sostenibile.

La Svizzera ha aderito già al primo Accordo internazionale sui legni tropicali del 19831 ed è membro fondatore dell'ITTO, istituita nel 1986 con sede a Yokohama (Giappone), che amministra l'Accordo sui legni tropicali. Ha in seguito firmato l'Accordo internazionale del 19942 sui legni tropicali, che è stato prorogato due volte fino al 31 dicembre 2006 (RU 2003 2452 e 2004 3297) e una terza volta nel novembre 2006 sino all'entrata in vigore del nuovo Accordo internazionale sui legni tropicali, adottato il 27 gennaio 2006 in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite a Ginevra.

L'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali promuove esplicitamente il taglio legale di legname e la sua commercializzazione. In un accordo multilaterale vincolante, questo obiettivo è una novità. Il campo di applicazione è stato ampliato rispetto all'Accordo internazionale del 1994 sui legni tropicali e copre ora anche i prodotti forestali diversi dal legname commerciati a livello internazionale (p.es.

rattan e bambù) e i servizi ambientali della foresta tropicale (come regolazione del clima, pozzi di assorbimento di carbonio, molteplicità delle specie). Per quanto concerne il bilancio di previsione, la ripartizione degli oneri è stata riveduta. La durata massima di validità dell'Accordo è stata fissata a 18 anni.

8.2.2.1.2

L'importanza delle foreste tropicali

Le foreste tropicali hanno un'importanza ecologica ed economica di portata mondiale. Danno rifugio a una varietà di specie animali e vegetali e sono importanti per la regolazione del bilancio idrico e del sistema climatico mondiale. Costituiscono lo spazio vitale per gli abitanti delle aree forestali e sono fonte di materie prime rinnovabili come il legno e i prodotti forestali diversi dal legname (altri prodotti delle 1 2

RU 1991 1827 RS 0.921.11; RU 1998 1206

2006-3066

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foreste tropicali p.es. rattan e bambù). Conservare le foreste tropicali e gestirle in modo sostenibile corrisponde quindi a un interesse globale. La parziale separazione delle foreste sotto forma di riserve naturali è un provvedimento importante per proteggere la biodiversità. La maggior parte delle foreste tropicali può tuttavia essere conservata soltanto se viene sfruttata in modo sostenibile.

Per molti Paesi in sviluppo, e in particolare per i Paesi meno progrediti che possiedono foreste tropicali, le esportazioni di legni tropicali e l'attribuzione di concessioni forestali per il legno e i prodotti forestali diversi dal legname ad aziende che commerciano legname costituiscono un importante fonte di entrate. Grazie alla loro capacità di immagazzinare carbonio, le foreste influiscono positivamente sul clima.

La possibilità di considerare le foreste tropicali come pozzi di assorbimento di carbonio è stata sinora riconosciuta con il Protocollo di Kyoto (RS 0.814.011) e la Convenzione sui cambiamenti climatici (RS 0.814.01) in relazione alla forestazione e riforestazione. Il conteggio della conservazione delle foreste tropicali nelle riserve di carbonio è invece ancora una questione aperta, che viene trattata nell'ambito della Convenzione sui cambiamenti climatici. Le foreste tropicali costituiscono inoltre un'immensa riserva di risorse genetiche, ciò che è importante in relazione alla Convenzione sulla biodiversità (RS 0.451.43). Esse forniscono un contributo decisivo, in quanto elemento del paesaggio, alla sicurezza alimentare, dal momento che proteggono il suolo e hanno un effetto di regolazione del bilancio idrico. Costituiscono inoltre il fondamento economico e culturale delle popolazioni indigene che vi abitano. La deforestazione, promossa in parte da programmi governativi ma anche effettuata illegalmente, ha come conseguenza una perdita a lungo termine della biodiversità e dei potenziali redditi futuri. La deforestazione e il degrado della foresta danneggiano gli ecosistemi delle foreste tropicali con gravi conseguenze come cambiamenti climatici, desertificazione, frane, inondazioni, inquinamento delle acque, sradicamento delle popolazioni indigene e tensioni sociali. La deforestazione progredisce perché è la condizione per uno sfruttamento più lucrativo del terreno, in particolare per
piantagioni più redditizie di olio di palma, soia, caffè, cacao, cotone, frutta tropicale ecc. o per l'allevamento del bestiame, che comporta anch'esso proventi derivanti dall'esportazione.

Considerata la rapida distruzione delle foreste tropicali e nella convinzione che il commercio di legni tropicali e di altri prodotti delle foreste tropicali costituiscano un motore di sviluppo per i Paesi produttori, l'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali (ITTA 2006) costituisce il quadro per la cooperazione internazionale volta a una regolamentazione più trasparente del commercio mondiale di legni tropicali e di prodotti forestali diversi dal legname e rappresenta quindi la condizione per una gestione sostenibile della foresta tropicale come base di produzione.

8.2.2.1.3

Mercato del legno tropicale

Annualmente nelle aree tropicali vengono disboscati circa 11 milioni di ettari di foresta e ne vengono rimboscati circa 2 milioni di ettari. La perdita di foresta tropicale è dovuta a una serie di motivi, in particolare alla deforestazione per la sussistenza e per la trasformazione economica in uno sfruttamento economicamente più attrattivo del suolo, ma anche per l'utilizzazione di legname da ardere. Lo sfruttamento economico del legno porta raramente a un disboscamento diretto, ma comporta in parte un degrado della foresta; inoltre, le nuove strade forestali consentono di

1040

accedere alle superfici forestali per effettuare tagli rasi di riconversione e deforestazioni con il fuoco.

A livello mondiale, ogni anno vengono ricavati circa 200 milioni m3 di legni tropicali, di cui quasi 40 milioni di m³ vengono esportati3. Nel 2004 il consumo di legni tropicali in Svizzera è risultato di circa 26 000 m3 (0,065 % delle esportazioni mondiali di legni tropicali). L'importazione di legname tondo tropicale è aumentata nel 2004 di quasi il 50 per cento. Il quantitativo importato corrisponde tuttavia a circa un quinto della media importata negli anni Novanta. Le importazioni di legname da taglio tropicale, dopo un notevole calo nella metà degli anni Novanta, si situano ora nuovamente al livello della fine degli anni Ottanta e dell'inizio degli anni Novanta.

Nel 2004 le importazioni sono aumentate di quasi un quarto. I legni da taglio tropicali importati ammontano a circa il 5,6 per cento di tutte le importazioni di legni da taglio. Da anni la Germania (44 %) e la Francia (25 %) sono i nostri principali partner commerciali per il legno da taglio tropicale.4 I prodotti finiti non sono inclusi in questi calcoli perché è spesso difficile garantire la rintracciabilità del legno utilizzato. Da alcuni anni in Svizzera è possibile acquistare legno tropicale provvisto di certificati volontari, per esempio del «Forest Stewardship Council (FSC)», che attestano la provenienza da uno sfruttamento sostenibile.

8.2.2.1.4

Interessi della Svizzera

Il valore politico del legname tropicale supera in Svizzera la sua importanza economica. Anche se l'accesso al mercato per il legno tropicale in Svizzera è aperto e non ci sono dazi o limitazioni quantitative, l'importazione di legno grezzo tropicale è modesta. La pressione politica per la conservazione delle foreste tropicali è tuttavia notevole. Diverse associazioni ambientali, in particolare il Fondo Bruno Manser, il WWF, Greenpeace e l'Associazione per i popoli minacciati fanno pressione su aziende, privati e collettività pubbliche affinché rinuncino al legno proveniente da coltivazioni abusive; grazie all'introduzione di marchi come lo FSC sono invece diminuite notevolmente le richieste di vietare totalmente le importazioni di legni tropicali. Le associazioni ambientali continuano tuttavia a denunciare anche lo sfruttamento selvaggio in foreste fuori dai Tropici. Sebbene in altre regioni del mondo, in particolare in Russia e nell'America del Nord, ma anche nell'Europa orientale, le foreste siano minacciate da uno sfruttamento non sostenibile, lo sfruttamento selvaggio nelle regioni delle foreste tropicali suscita in generale maggiore attenzione nei media e nell'opinione pubblica.

Negli ultimi anni in Parlamento sono stati presentati diversi interventi inerenti all'ITTO, all'introduzione di un obbligo di dichiarazione per il legno e i prodotti del legno e ad altre attività a sostegno della foresta tropicale; questi interventi dimostrano una grande sensibilità politica del Parlamento per le questioni inerenti alla foresta tropicale. Nella nostra risposta a un'interpellanza del consigliere nazionale Remo Gysin del 2002 concernente l'appartenenza della Svizzera all'ITTO5, abbiamo 3 4 5

ITTO (2005) Annual review and assessment of the world timber situation 2005. International Tropical Timber Organization (ITTO), Yokohama. 226 pagg.

UFAFP (ed.) 2005: Annuario Il bosco e il legno 2005. Scritti sull'ambiente n. 386.

Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio, Berna. 164 pagg.

02.3250 Ip. L'Organizzazione internazionale dei legni tropicali e l'«Obiettivo 2000» (Gysin Remo, CN 13.06.2002).

1041

messo in evidenza la capacità dell'ITTO di unire il dialogo politico multilaterale al lavoro diretto sui progetti nei Paesi delle principali regioni delle foreste tropicali.

L'ultimo intervento parlamentare è stato presentato dalla Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio degli Stati e ci chiede di elaborare un progetto per introdurre e attuare un obbligo di dichiarazione in base al tipo di legno e alla provenienza del legno. Nella nostra risposta del 13 settembre 2006 abbiamo proposto di respingere la mozione; abbiamo tuttavia nuovamente evidenziato la nostra disponibilità a sostenere l'applicazione di standard e codici volontari e a perseguire una maggiore cooperazione in questo settore a livello internazionale e con la CE6. Il Consiglio degli Stati, Camera prioritaria, non ha dato seguito alle nostre considerazioni e il 21 settembre 2006 ha approvato la mozione.

L'impegno della Svizzera nell'ambito dell'ITTO completa e promuove le attività della Confederazione a favore dell'impiego in Svizzera di legno tropicale prodotto in modo sostenibile. La Svizzera si impegna quindi non solo a favore di obiettivi ecologici e in materia di politica dello sviluppo, ma contribuisce anche affinché vengano considerate le esigenze economiche del settore svizzero del legno a favore di una produzione e di una ammissione di legno tropicale di alta qualità, ecologico e prodotto rispettando gli standard sociali internazionali. Invece di introdurre possibili barriere commerciali e boicottaggi, grazie al lavoro di base e di realizzazione dell'ITTO si garantisce un impiego del legno tropicale che tenga conto delle esigenze ambientali e sociali e che non venga messo in discussione dai consumatori in Svizzera. Di questo approfittano anche i Cantoni e i Comuni che nell'ambito dei loro appalti pubblici impiegano solo legno tropicale prodotto in modo sostenibile, come pure l'edilizia svizzera, i mercati della costruzione e degli hobby e il settore dei mobili. I lavori dell'ITTO hanno costituito anche la base dell'accordo per l'acquisto di legno e prodotti del legno derivanti da una produzione sostenibile concluso alla metà del 2004, con la mediazione della Confederazione, tra l'Associazione svizzera ramo porte (ASRP) e le organizzazioni ambientali WWF e Greenpeace. Il settore delle porte ha una quota di mercato
nell'importazione svizzera di legno tondo tropicale pari a circa il 50 per cento.

L'ITTO è l'unica organizzazione internazionale che raggruppa i principali attori nel settore del commercio del legno tropicale. Il segretariato dell'organizzazione con sede a Yokohama, composto di 32 collaboratori, si è occupato dell'attuazione dell'accordo sul commercio di legni tropicali. L'Accordo internazionale del 1994 sui legni tropicali (ITTA 1994) è stato firmato e ratificato da 33 Paesi produttori e da 25 Paesi consumatori e dall'UE. I primi controllano oltre l'80 per cento del legno tropicale prodotto a livello mondiale e oltre il 90 per cento delle esportazioni di legno tropicale. L'ITTO costituisce quindi un importante forum di discussione delle questioni inerenti al commercio nel settore del legno tropicale. Nel frattempo l'ITTO funge da organizzazione di sviluppo che avvia e coordina la preparazione, l'elaborazione e il finanziamento di progetti nel settore della gestione sostenibile dei legni tropicali, dell'industria del legno e delle informazioni inerenti al commercio.

L'ITTO realizza progetti innovativi e di alta qualità che vengono proposti dai Paesi produttori. Si tratta in generale di progetti nel settore delle foreste e della lotta contro la povertà e in particolare per promuovere la gestione sostenibile delle foreste tropicali, favorire il commercio di legno tropicale e di altri prodotti del legno tropicale derivanti da una produzione sostenibile e per rafforzare le catene di valore aggiunto.

6

06.3415 Mo. Dichiarazione obbligatoria per il legno e i prodotti lignei (Commissione dell'economia e dei tributi CS (06.2010), CS 07.07.2006).

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Nell'ambito della sua cooperazione allo sviluppo, la Svizzera sostiene il miglioramento delle condizioni quadro e dell'informazione sui mercati per gli esportatori di legno prodotto legalmente e in modo sostenibile e per aumentare le capacità locali nei settori della gestione delle foreste e della protezione della biodiversità. A questo proposito vengono coinvolte in modo specifico anche le popolazioni indigene della foresta tropicale. Rafforziamo le capacità nel settore dei pozzi di assorbimento nell'ambito dell'attuazione della Convenzione sui cambiamenti climatici e promuoviamo la modernizzazione delle condizioni di produzione forestali e inerenti a prodotti forestali diversi dal legname nei territori delle foreste tropicali. Questo impegno è abbinato in alcuni Paesi a provvedimenti macroeconomici nel settore della promozione del commercio ed è rafforzato dal dialogo politico nell'ambito dei processi delle organizzazioni internazionali e in particolare dell'ITTO.

La partecipazione della Svizzera all'Accordo è necessaria per continuare a collaborare con i Paesi produttori nell'ambito dell'ITTO a favore di una gestione sostenibile delle foreste tropicali.

8.2.2.2 8.2.2.2.1

Parte speciale Svolgimento dei negoziati

Dopo quattro cicli ufficiali di negoziazione, i negoziati concernenti l'ITTA 2006 sono stati conclusi alla fine di gennaio del 2006 tra circa 60 Paesi sotto la direzione dell'ambasciatore brasiliano Carlos Antonio da Rocha Paranhos, coadiuvato dal vicepresidente in carica, lo Svizzero Jürgen Blaser7.

I punti principali dei negoziati hanno riguardato l'orientamento materiale dell'Accordo e le questioni finanziarie concernenti il conto amministrativo dell'Organizzazione. Si è discusso in particolare del finanziamento di ulteriori compiti generali dell'ITTO e dello stanziamento di mezzi per la cooperazione tecnica. Riguardo a questi punti sono state trovate soluzioni costruttive.

Oltre agli oggetti di negoziazione importanti del profilo sostanziale e formale, hanno avuto luogo discussioni molto accese su aspetti dell'ITTO meno centrali per il suo lavoro (appartenenza dei membri produttori e consumatori a due gruppi di voto; nome e sede dell'ITTO, numero di sedute annue del Consiglio). Su questi temi si è per ora imposto il minimo comune denominatore, ovvero lo status quo.

8.2.2.2.2

Risultato dei negoziati

Per la prima volta in un accordo multilaterale vincolante, il taglio legale di legname e il commercio che ne deriva sono al centro dell'impegno internazionale, con una distinzione implicita rispetto al taglio e al commercio illegali di legno, ampiamente discussi a livello internazionale. Il nuovo orientamento dell'ITTO, in parte già attuato negli ultimi anni nella prassi, che l'ha portata ad allontanarsi dall'essere una pura e semplice organizzazione delle materie prime orientata unicamente al commercio del legno e a muoversi nella direzione dello sviluppo e del commercio sostenibile, si è ripercosso sul nuovo Accordo. Nell'Accordo sono ora considerati anche i 7

Vicedirettore della Fondazione Intercooperazione e consulente tecnico per il commercio di legni tropicali della Segreteria di Stato dell'economia (SECO).

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prodotti forestali diversi dal legname e i servizi ambientali della foresta (regolazione del clima, assorbimento di CO2, protezione delle fonti idriche e del suolo, conservazione della molteplicità delle specie), che possono essere compensati finanziariamente con meccanismi innovativi. L'ITTA 2006 completa quindi altri processi multilaterali come la Convenzione sui cambiamenti climatici e la Convenzione sulla biodiversità, attuandone in modo specifico le indicazioni politiche nel settore delle foreste tropicali e del commercio sostenibile di legno tropicale. La valorizzazione dei servizi ambientali della foresta tropicale ha costituito un'esigenza centrale della delegazione svizzera nell'ambito dei negoziati. Inoltre, nel nuovo Accordo la certificazione è menzionata per la prima volta in modo specifico come uno dei mezzi per raggiungere una gestione sostenibile delle foreste tropicali.

Sinora, il bilancio dell'ITTO era insufficiente per coprire le attività centrali previste nell'ITTA 1994 con i contributi regolari dei membri. Diversi partner contrattuali, in particolare il Giappone, ma a tratti anche la Svizzera e gli Stati Uniti, hanno assicurato con contributi volontari la realizzazione di attività dell'ITTO come la messa a disposizione di informazioni sui mercati concernenti il commercio di legno tropicale, riunioni di esperti per valutare le politiche attuate e le proposte di progetti, il finanziamento di provvedimenti di perfezionamento e la partecipazione del segretariato dell'ITTO a processi internazionali affini. Basandosi sulle proposte di negoziazione della Svizzera, sostenute dagli Stati Uniti e dall'UE, con il nuovo Accordo il finanziamento di una parte di queste attività avverrà mediante contributi obbligatori di tutti i membri. I costi di questi compiti devono ammontare al massimo a un terzo del conto amministrativo. Sono coperti per l'80 per cento dai membri consumatori e per il 20 per cento dai membri produttori (art. 19 ITTA). Il conto amministrativo viene riscosso ancora con una chiave di ripartizione pari al 50 per cento ciascuno tra i membri consumatori e i membri produttori. Per quanto riguarda i contributi ai progetti, i rappresentanti dei Paesi in sviluppo volevano introdurre pagamenti obbligatori da parte dei membri più ricchi anche per il vero e proprio lavoro sui progetti
dell'ITTO. Non è stato dato seguito a questa richiesta. Il finanziamento volontario dei progetti viene tuttavia impostato in modo più attrattivo anche per i nuovi donatori semplificando il relativo onere amministrativo. Vengono così introdotti fondi tematici, su proposta della Svizzera, sotto la vigilanza del direttore esecutivo (p.es.

per progetti di lotta contro il taglio e il commercio illegale di legno) per facilitare la partecipazione dei nuovi donatori. L'istituzione dei nuovi fondi tematici completa, ma non sostituisce, il finanziamento dell'assistenza tecnica inerente ai progetti, come quello fornito attualmente dalla Svizzera.

Le parti contraenti hanno inoltre concordato una proroga della durata dell'Accordo sui legni tropicali. Invece degli attuali 10 anni, l'ITTA 2006 potrà rimanere in vigore fino a un massimo di 18 anni. Secondo l'articolo 44 ITTA, questo Accordo viene concluso per una durata di 10 anni, con la possibilità di prorogarlo per due periodi.

La prima proroga può essere decisa per una durata di cinque anni e la seconda per tre anni.

8.2.2.2.3

Valutazione

Nel complesso si è riusciti a concludere un accordo vincolante che va oltre il quadro attuale. Grazie al suo impegno costruttivo degli ultimi anni nell'ITTO e a una partecipazione attiva del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e

1044

delle comunicazioni (UFAM), del Dipartimento federale degli affari esteri (Divisione politica III) e del dipartimento federale competente ­ Dipartimento federale dell'economia (SECO) ­, la Svizzera ha potuto svolgere un ruolo importante nei negoziati in rappresentanza dei Paesi consumatori ma anche nel dialogo con i principali Paesi delle foreste tropicali.

8.2.2.2.4

Contenuto dell'Accordo

Il nuovo Accordo segue le linee direttrici dell'Accordo del 1994. Il campo d'applicazione dell'Accordo è tuttavia più ampio rispetto all'ITTA 1994. Contrariamente all'attuale Accordo sui legni tropicali, che nel preambolo postulava il principio della sovranità dei membri dell'ITTO sulle loro risorse naturali, ora viene data la priorità all'espansione e alla diversificazione del commercio internazionale di legni tropicali provenienti da foreste gestite in modo sostenibile e tagliate legalmente e alla gestione sostenibile delle foreste produttrici di legni tropicali (art. 1 ITTA).

Gli obiettivi menzionati nell'Accordo possono essere suddivisi in quattro settori: ­

in primo luogo l'Accordo offre una sede adeguata per la consultazione e la cooperazione degli Stati per quanto riguarda tutti gli aspetti pertinenti dell'economia mondiale del legname (art. 1 ITTA) e vieta le discriminazioni nel commercio internazionale del legno (art. 34 ITTA);

­

in secondo luogo, l'Accordo persegue la promozione dello sviluppo sostenibile e, innovando, si prefigge esplicitamente la lotta contro la povertà. I Paesi produttori devono per quanto possibile esportare solo legno tropicale proveniente da fonti gestite in modo sostenibile; il commercio di legni tropicali provenienti da queste fonti deve essere promosso adeguatamente.

Occorre inoltre potenziare le capacità dei Paesi produttori di imporre il diritto e una buona gestione del governo («good governance») nella lotta contro il taglio illegale di legname. Nel preambolo si fa riferimento all'impegno assunto dai membri consumatori nel 1994, secondo il quale anch'essi si impegnano a gestire le loro foreste in modo sostenibile;

­

in terzo luogo si persegue l'aumento delle esportazioni di legno prodotto in modo sostenibile e tagliato legalmente e, per la prima volta nella storia dell'ITTO, sono stati introdotti nell'Accordo la valorizzazione dei prodotti forestali diversi dal legname e l'indennizzo dei servizi ambientali della foresta tropicale. In questo modo si tiene conto di uno sviluppo già realizzato nei lavori e nei finanziamenti dei progetti dell'ITTO nel corso degli ultimi anni;

­

in quarto luogo si continua a promuovere la messa a disposizione di mezzi finanziari e il trasferimento di tecnologie per consentire o facilitare una gestione sostenibile delle foreste nei Paesi produttori. L'esecuzione e la sorveglianza dei progetti dell'ITTO sono sottoposti a tre comitati: il Comitato per l'industria forestale, il Comitato per le questioni economiche, statistiche e i mercati, il Comitato per il rimboschimento e la gestione forestale (art. 26 ITTA).

1045

8.2.2.2.5

Entrata in vigore

Secondo l'articolo 39 capoverso 1 ITTA, l'ITTA 2006 entra in vigore definitivamente il 1° febbraio 2008 se è firmato definitivamente, ratificato, accettato o approvato da 12 Paesi produttori con una quota di voto pari almeno al 60 per cento dei voti dei Paesi produttori e da 10 Paesi consumatori con una quota di importazione pari almeno al 60 per cento. Entro ottobre 2006, l'ITTA 2006 era stato firmato da quattro Paesi produttori (Guatemala, Indonesia, Togo, Madagascar) e da un Paese consumatore (Norvegia).

Nel caso in cui l'ITTA 2006 non possa essere posto definitivamente in vigore il 1° febbraio 2008, l'articolo 39 capoverso 2 ITTA prevede un'entrata in vigore provvisoria se 10 Paesi produttori con una quota di voto pari al 50 per cento dei voti dei Paesi produttori e sette Paesi consumatori con una quota d'importazione pari al 50 per cento hanno firmato definitivamente l'Accordo, oppure l'hanno ratificato, accettato o approvato. Se entro il 1° settembre 2008 l'Accordo non è entrato in vigore né definitivamente né provvisoriamente, il segretario generale delle Nazioni Unite, secondo l'articolo 39 capoverso 3 ITTA, invita i governi che entro quella data hanno firmato definitivamente l'Accordo oppure l'hanno ratificato, accettato o approvato o che applicano l'Accordo provvisoriamente secondo l'articolo 38 ITTA a decidere se intendono porre in vigore l'ITTA 2006 a titolo provvisorio o definitivo, interamente o in parte, nei loro reciproci rapporti.

In principio, la durata di validità dell'ITTA 2006 è fissata a dieci anni. Come per l'ITTA 1994, anche in questo caso abbiamo delegato la competenza decisionale riguardo la proroga, la rinegoziazione o la sua risoluzione (art. 44 ITTA) a livello di dipartimento (art. 48a cpv. 1 LOGA; RS 172.010).

8.2.2.3

Ripercussioni finanziarie e per il personale

I costi di partecipazione all'Accordo sui legni tropicali sono modesti per la Svizzera.

Il nostro contributo annuale alle spese amministrative dell'ITTO è risultato negli ultimi anni di appena 40 000 franchi (2006: 28 077 US-$/36 500 fr.; 2005: 30 700 US-$/38 400 fr.; 2004: 27 700 US-$/37 400 fr.). Queste spese sono coperte dal budget corrente. Oltre a questi pagamenti ordinari, la Svizzera sostiene i lavori sui progetti dell'ITTO su base volontaria con un importo di 2­3 milioni di franchi l'anno. Questi finanziamenti provengono dal credito quadro per i provvedimenti di politica economica e commerciale nell'ambito della cooperazione allo sviluppo8.

In base alla chiave di ripartizione elaborata per finanziare il bilancio dell'ITTO, il modesto contributo della Svizzera viene aumentato. Attualmente l'importo dell'aumento può solo essere stimato e sarà stabilito nei futuri dibattiti sul bilancio dell'ITTO ­ alla fine del 2007 al più presto ­ (cfr. art. 19 ITTA). Presupponiamo un aumento dei contributi obbligatori per i Paesi consumatori di circa il 50 per cento, perché nel nuovo bilancio aumentato dell'ITTO in futuro almeno il 75 per cento (il conto amministrativo menzionato nel numero 2 (a) dell'art. 19 ITTA) verrà ancora 8

Cfr. messaggio del 20 novembre 2002 concernente la continuazione del finanziamento dei provvedimenti di politica economica e commerciale nell'ambito della cooperazione allo sviluppo (FF 2003 149) e decreto federale del 4 giugno 2003 concernente la continuazione del finanziamento delle misure di politica economica e commerciale a titolo della cooperazione allo sviluppo (FF 2003 4194).

1046

pagato a metà dai membri consumatori e dai membri produttori (il contributo della Svizzera al conto amministrativo corrisponderà circa all'attuale contributo di quasi 40 000 fr.). Il rimanente 25 per cento (n. 2 (b) dell'art. 19 ITTA) è assunto per 4/5 dai membri consumatori. Per la Svizzera questo significa un importo annuale supplementare di circa 20 000 franchi. Si prevede quindi che il contributo della Svizzera aumenterà dagli attuali 40 000 franchi ai corsi di cambio odierni a 60 000 franchi l'anno (o 40 000 US-$ ­ 45 000 US-$). In compenso la Svizzera potrà eventualmente ridurre i contributi volontari al conto amministrativo dal momento che non dovrà più garantire versamenti per il finanziamento dei compiti centrali dell'ITTO poiché questi saranno in futuro assunti da tutti gli Stati membri e in particolare in misura maggiore dall'UE. Il sostegno ai Paesi in sviluppo per la produzione sostenibile di legno tropicale continuerà. Questo impegno non solo corrisponde a un obiettivo della nostra politica estera a sostegno dello sviluppo economico nei Paesi del Sud, ma anche alle esigenze dei consumatori svizzeri, della nostra industria della costruzione e dei mobili e delle organizzazioni non governative che si impegnano a favore dell'ambiente, della socialità e dello sviluppo. Con l'ITTA 2006 la Svizzera potrà proseguire il suo impegno nell'ambito dell'ITTO probabilmente senza costi supplementari complessivi rispetto ad oggi. Per l'attuazione del nuovo Accordo non è necessario un aumento del personale.

Per i Cantoni e i comuni, l'ITTA non ha ripercussioni finanziarie e per il personale.

8.2.2.4

Rapporto con il programma di legislatura

Il progetto costituisce una parte dell'obiettivo 8 «Assumere le responsabilità internazionali» nel programma di legislatura 2003­2007 (FF 2004 969).

8.2.2.5

Rapporto con gli altri strumenti della politica commerciale e con il diritto europeo

L'Accordo è compatibile sia con le regole dell'OMC sia con il diritto europeo e la nostra politica d'integrazione europea. L'UE ha affermato che intende aderire all'Accordo.

8.2.2.6 8.2.2.6.1

Aspetti giuridici Costituzionalità

Secondo l'articolo 54 capoverso 1 della Costituzione federale (Cost.; RS 101) gli affari esteri competono alla Confederazione. La competenza dell'Assemblea federale di approvare i trattati internazionali deriva dall'articolo 166 capoverso 2 Cost.

L'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali (ITTA 2006) è stato firmato dal Consiglio federale (art. 184 cpv. 2 Cost.) con riserva di ratifica. La Svizzera ha firmato l'Accordo il 13 dicembre 2006.

1047

8.2.2.6.2

Consultazione

Dal momento che il presente Accordo non è di ampia portata secondo l'articolo 3 capoverso 2 della legge sulla consultazione (RS 172.061), non è stata organizzata una consultazione.

8.2.2.6.3

Forma dell'atto

L'Accordo è limitato nel tempo (art. 44 ITTA) e può essere denunciato con un termine di 90 giorni (art. 41 ITTA).

L'Accordo è amministrato dall'Organizzazione internazionale dei legni tropicali (ITTO) alla quale è riconosciuta espressamente una personalità giuridica ed è costituita da organi nei quali le decisioni vengono prese in parte a maggioranza qualificata (art. 3 segg. ITTA). L'Organizzazione ha inoltre la competenza di concludere accordi e di assumere impegni internazionali (art. 17 ITTA). Si tratta quindi di un'organizzazione internazionale secondo l'articolo 141 capoverso 1 lettera d numero 2 Cost.. La Svizzera è membro fondatore dell'Organizzazione internazionale dei legni tropicali istituita già nel 1986 ed è ininterrottamente membro della stessa sin dal primo Accordo internazionale sui legni tropicali del 1983. Il presente Accordo non modifica gli obiettivi originari né le attività dell'Organizzazione in modo che si possa parlare di nuova adesione.

Secondo l'articolo 141 capoverso 1 lettera d numero 3 Cost., sottostanno a referendum facoltativo i trattati internazionali comprendenti disposizioni importanti che contengono norme di diritto o per l'attuazione dei quali è necessaria l'emanazione di leggi federali. Secondo l'articolo 22 capoverso 4 della legge sul Parlamento (RS 171.10), contengono norme di diritto le disposizioni che, in forma direttamente vincolante e in termini generali ed astratti, impongono obblighi, conferiscono diritti o determinano competenze. Queste disposizioni sono importanti se il loro oggetto di regolamentazione ha valore di disposizione fondamentale nel diritto nazionale. Il presente Accordo non va oltre l'Accordo precedente per quanto concerne gli obblighi concordati per la Svizzera.

Il decreto di approvazione dell'Assemblea federale non sottostà quindi a referendum facoltativo secondo l'articolo 141 capoverso 1 lettera d (n. 1­3) Cost.

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