07.028 Messaggio concernente il finanziamento delle attività della fondazione Pro Helvetia dal 2008 al 2011 del 28 febbraio 2007

Onorevoli presidenti e consiglieri, con il presente messaggio vi sottoponiamo, per approvazione, il disegno di decreto federale concernente il finanziamento delle attività della fondazione Pro Helvetia dal 2008 al 2011.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

28 febbraio 2007

In nome del Consiglio federale svizzero: La presidente della Confederazione, Micheline Calmy-Rey La cancelliera della Confederazione, Annemarie Huber-Hotz

2006-2661

1767

Compendio Ai sensi dell'articolo 3 capoverso 1 della legge federale del 17 dicembre 1965 concernente la fondazione Pro Helvetia, la Confederazione aiuta la fondazione a svolgere la missione culturale affidatale sia in Svizzera sia all'estero accordandole contributi annui il cui importo in linea di principio viene fissato ogni quadriennio con un decreto federale semplice. L'attuale periodo di sovvenzionamento termina il 31 dicembre 2007. Con il presente messaggio, il Consiglio federale propone il disegno di decreto federale sul finanziamento della fondazione per il periodo dal 2008 al 2011.

Attualmente è in elaborazione una legge sulla promozione della cultura che permetterà di applicare l'articolo 69 della Costituzione federale. Contemporaneamente viene sottoposta a revisione l'attuale legge federale concernente la fondazione Pro Helvetia. Il presente messaggio si basa deliberatamente sulla legislazione in vigore.

Stando al calendario attuale, la legge federale sulla promozione della cultura e la legge federale sulla fondazione Pro Helvetia devono essere dibattute in Parlamento nella sessione autunnale 2007. A livello federale queste normative comportano una nuova suddivisione dei compiti e delle competenze che può influire notevolmente sull'attività della fondazione e sul finanziamento accordatole per il periodo di legislatura 2008­2011: in questo caso il Consiglio federale rimetterà in discussione gli importi concessi e proporrà un'altra ripartizione dei mezzi.

Le seguenti considerazioni e proposte si basano sulla richiesta della fondazione, nella quale è spiegato in dettaglio il fabbisogno finanziario per la prossima legislatura. Il testo della richiesta è allegato al presente messaggio.

Il presente messaggio fa il punto sulle attività della fondazione durante il precedente periodo di legislatura e sulla situazione attuale. Presenta e formula un parere sugli obiettivi che la fondazione si è prefissa per il prossimo quadriennio.

La fondazione ha svolto la propria attività conformemente alla missione affidatale per il periodo dal 2004 al 2007. Si è concentrata su tre settori prioritari: la danza, la comprensione tra le comunità culturali della Svizzera ed il dialogo interculturale, fornendo impulsi alla vita culturale svizzera. Nel settore internazionale, la fondazione ha riconsiderato la
rete estera chiudendo tre uffici di collegamento ed il Centro culturale di Milano le cui attività sono state trasferite all'Istituto svizzero di Roma. Inoltre ha proseguito con i lavori di ristrutturazione interna, riuscendo progressivamente a limitare le spese di gestione al 30 per cento del budget globale e rispondendo in questo modo alle esigenze formulate in merito dal Parlamento nell'ultimo periodo di finanziamento.

Per il prossimo periodo di finanziamento, Pro Helvetia ha determinato un certo numero di obiettivi globali per il mandato di base, che le permettono di dirigere le attività in maniera precisa. La fondazione d'altra parte ha fissato settori prioritari sui quali intende concentrarsi, cioè la mediazione culturale ed artistica, gli scambi con l'Asia, le traduzioni e le coproduzioni svizzere con operatori esteri.

1768

Il Consiglio federale appoggia la richiesta che ritiene fondata su considerazioni opportune, motivi plausibili e conclusioni logiche. Dichiara di condividerla a grandi linee, ma ritiene necessario un adeguamento in funzione delle condizioni budgetarie attuali. Per il periodo dal 2008 al 2011 la fondazione chiede un budget di 143,8 milioni di franchi per svolgere in maniera soddisfacente la propria missione. Questa somma rappresenta un aumento di 6,8 milioni in rapporto al credito quadro accordato per il periodo di legislatura precedente, che deve essere valutato nel contesto del rincaro del costo della vita. Il Consiglio federale propone di mettere a disposizione della fondazione Pro Helvetia 135 milioni di franchi in tutto per il prossimo periodo di legislatura, cioè 2 milioni in meno del credito quadro votato per il periodo 2004­2007. Il Consiglio federale si rende conto che questo budget obbliga la fondazione al risparmio in alcune sue attività. Mentre per il mandato di base Pro Helvetia ha fissato a 125,6 milioni la somma di cui ha bisogno e desidera consacrare a 18,2 milioni ai programmi prioritari di cui si occupa, il Consiglio federale raccomanda alla fondazione di adeguare gli obiettivi ad un budget ridotto che corrisponde al piano di finanziamento della Confederazione per gli anni dal 2007 al 2011. Il tetto di spese richiesto è conforme alle misure del programma di sgravio budgetario 2003.

1769

Indice Compendio

1768

1 Parte generale 1.1 Scopo del messaggio 1.2 Ruolo della cultura 1.3 L'impegno della Confederazione a favore della cultura 1.3.1 Cenni storici 1.3.2 Situazione dei lavori legislativi 1.4 Il finanziamento della cultura in Svizzera 1.5 Il mandato dell'Ufficio federale della cultura e di Pro Helvetia 1.5.1 L'Ufficio federale della cultura 1.5.2 Pro Helvetia

1771 1771 1771 1772 1772 1772 1773 1774 1774 1775

2 La situazione attuale della fondazione Pro Helvetia 2.1 Pro Helvetia in fase di riorientamento 2.2 Attività di Pro Helvetia tra il 2004 ed il 2007 2.2.1 Ridefinizione della politica internazionale 2.2.2 Settori prioritari 2.3 Conclusioni sull'attività di Pro Helvetia per gli anni 2004­2007

1776 1776 1777 1777 1778 1779

3 Richiesta di Pro Helvetia per il periodo finanziario 2008­2011 3.1 Struttura e contenuto 3.2 Valutazione della richiesta 3.2.1 Obiettivi generali 3.2.2 Settori prioritari 2008­2011

1779 1779 1780 1780 1781

4 Conseguenze 4.1 Conseguenze finanziarie 4.1.1 Per la Confederazione 4.1.2 Per i Cantoni ed i Comuni 4.2 Ripercussioni sul personale 4.3 Altre conseguenze

1783 1783 1783 1783 1783 1783

5 Programma di legislatura

1783

6 Conformità con il diritto internazionale

1784

7 Basi legali

1784

8 Freno alle spese

1784

Allegato: Richiesta della Fondazione Pro Helvetia per il periodo di finanziamento 2008­2011

1785

Decreto federale sul finanziamento delle attività della Fondazione Pro Helvetia negli anni 2008­2011 (Disegno)

1845

1770

Messaggio 1

Parte generale

1.1

Scopo del messaggio

Sin dagli inizi, le attività della fondazione Pro Helvetia vengono finanziate dalla Confederazione. A tale scopo ogni quattro anni il Consiglio federale presenta un messaggio al Parlamento.

Il presente messaggio espone la richiesta della fondazione al Dipartimento federale dell'interno per il periodo 2008­2011. Di questa domanda è stata redatta una valutazione, presentata nella prima parte del messaggio, che ne analizza la conformità con il mandato legale della fondazione in funzione del contesto sociale, economico e culturale attuale.

L'incoraggiamento della cultura da parte della Confederazione trova una base costituzionale nell'articolo 69 della nuova Costituzione federale entrata in vigore nel 2000. Il Consiglio federale intende sottoporre a primavera alle Camere la legge corrispondente, la legge sulla promozione della cultura (LPCu). Le basi di questo progetto di legge sono state elaborate dal gruppo di manovra «69 Cost.» che ha stilato un elenco dei settori in cui è necessario riformulare la collaborazione degli uffici federali, della fondazione Pro Helvetia, dei Cantoni e degli sponsor privati.

Contemporaneamente all'elaborazione della LPCu verrà rielaborata la legge sulla fondazione Pro Helvetia del 1965.

1.2

Ruolo della cultura

La cultura è parte della vita negli elementi essenziali. È fonte di piacere, gioia di vivere, permette alla società di riflettere su se stessa e di cercare nuove direzioni.

Cultura sono anche i modi di vivere e le convinzioni che costituiscono lo sfondo davanti al quale si muove la società.

Secondo il Consiglio d'Europa, la cultura comprende tutto ciò che permette all'individuo di posizionarsi in rapporto all'ambiente che lo circonda, alla società e in rapporto al patrimonio; tutto ciò che gli permette di comprendere meglio la propria situazione e di modificarla, se necessario. Vista sotto questo angolo, la cultura rappresenta un fattore sempre più importante nella vita politica e sociale. I compiti di politica culturale ne vengono precisati e diversificati. Oltre alla tutela dei beni culturali e alla promozione della creazione artistica, si tratta di trovare i mezzi di rendere partecipe tutta la popolazione alla vita culturale. La mediazione, intesa a favorire l'accesso alla cultura, è dunque divenuta una nozione chiave della politica culturale.

In Svizzera lo scambio tra le culture assume un'importanza fondamentale per la coesione nazionale. In un Paese costruito a cavallo tra tre regioni linguistiche, con quattro idiomi nazionali, è necessario considerare la cultura nella sua eterogeneità e permettere l'incontro delle sue molteplici espressioni. In un contesto caratterizzato dalla globalizzazione, la politica culturale contribuisce inoltre all'immagine che uno Stato presenta al mondo. I valori difesi dalla Svizzera in ambito culturale la prece1771

dono nelle relazioni con l'estero. Sono altrettanti aspetti da prendere in considerazione nelle nostre riflessioni sulla cultura.

1.3

L'impegno della Confederazione a favore della cultura

1.3.1

Cenni storici

In Svizzera il principio di sussidiarietà pone la cultura sotto la responsabilità primaria cantonale e comunale. L'incoraggiamento della cultura da parte della Confederazione risale alla fine del XIX secolo. Nel 1886, nel decreto federale concernente la protezione dei monumenti storici, e nel 1887, nel decreto federale concernente l'avanzamento e la promozione della arti in Svizzera, la Confederazione si attribuisce il ruolo di tutelare e proteggere il patrimonio, di sostenere l'arte svizzera con l'acquisto di opere contemporanee e di garantirne la diffusione organizzando esposizioni. Così inizia l'impegno della Confederazione a favore della cultura. Poco tempo dopo vengono istituite due grandi istituzioni culturali, il Museo nazionale svizzero nel 1890, e la Biblioteca nazionale svizzera nel 1894.

La fondazione Pro Helvetia è stata creata nel 1939, in tempi prebellici, con la missione di difendere i «valori spirituali» della Svizzera. Istituita dapprima come comunità di lavoro, il decreto federale del 28 settembre 19491 le conferisce lo statuto di fondazione di diritto pubblico. A partire dagli anni Cinquanta, la fondazione sviluppa attività di sostegno alla creazione e alla promozione di scambi, compito che mantiene tuttora. Nel 1965, la legge sulla fondazione Pro Helvetia2 sostituisce il decreto federale che la reggeva. Questa legge è tuttora in vigore.

Alla fine degli anni Sessanta, la politica culturale svizzera è al centro di animati dibattiti parlamentari. Nel 1969 viene creata una commissione incaricata di redigere una panoramica della situazione culturale del Paese. La Commissione Clottu, dal nome del presidente, presenta le conclusioni in un rapporto in cui si schiera a favore di un articolo costituzionale sulla cultura, come base legale delle attività della Confederazione in questo settore.

Nel 1975 viene creato l'Ufficio federale della cultura. Incaricato di gestire la politica culturale della Confederazione, riceve anche l'incarico di sorvegliare la fondazione Pro Helvetia.

1.3.2

Situazione dei lavori legislativi

La volontà di fornire un fondamento costituzionale all'impegno della Confederazione nel settore culturale si è concretizzato nella nuova Costituzione federale entrata in vigore nel 2000. L'articolo 69 della nuova Costituzione federale stabilisce i seguenti principi:

1 2

RU 1949 1375 RU 1966 685

1772

Art. 69 1

La cultura rientra nelle competenze cantonali.

La Confederazione può promuovere le attività culturali che presentano un interesse nazionale e incoraggiare l'espressione artistica e musicale, in particolare promuovendo la formazione.

2

Nello svolgere i propri compiti, la Confederazione tiene conto della diversità culturale e linguistica del Paese.

3

La legge sulla promozione della cultura (LPCu), in via di elaborazione, deve applicare l'articolo culturale della Costituzione federale. Questa legge verrà completata da una revisione parallela della legge sulla fondazione Pro Helvetia. La LPCu permetterà di regolamentare i settori dell'incoraggiamento della cultura che non godono di basi legislative, statuendo di definire gli elementi prioritari nella promozione della cultura, consolidando il partenariato della Confederazione nella sua attività culturale con i Cantoni ed i Comuni e differenziando i compiti delle varie istanze pubbliche incaricate della cultura a livello federale.

L'attuale legge federale del 1965 sulla fondazione Pro Helvetia verrà completarmente rielaborata e adeguata alle esigenze attuali. La fondazione potrà dunque basare le attività su un testo legislativo appropriato.

In vista della modifica del quadro legislativo e in seguito ai dibattiti provocati da alcune scelte di sovvenzionamento fatte da Pro Helvetia3, la Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio degli Stati (CSEC­S) ha affidato al Controllo parlamentare dell'amministrazione il mandato di allestire una valutazione della fondazione. Il rapporto, pubblicato a metà 2006, si esprime in maniera positiva per la fondazione in generale. Tuttavia ha permesso di individuare alcune imperfezioni nel modo di funzionare, di cui si è tenuto conto nella revisione della legge sulla fondazione Pro Helvetia.

1.4

Il finanziamento della cultura in Svizzera

I Comuni e i Cantoni rappresentano la fonte di finanziamento pubblico più importante per la cultura in Svizzera: circa la metà dei fondi (il 48 %) proviene dai Comuni e il 39 per cento dai Cantoni. La cultura d'altronde gode di consistenti finanziamenti privati. Nel 2001, il 22 per cento del totale accordato alla cultura in Svizzera proveniva dal settore privato, cioè 420 milioni di franchi. Per lo stesso anno, l'Ufficio federale della cultura aveva a disposizione un budget di 194,8 milioni di franchi, mentre quello della fondazione Pro Helvetia ammontava a 31,6 milioni4. La Confederazione contribuisce con il 13 per cento al finanziamento pubblico della cultura in Svizzera. La Confederazione accorda lo 0,3 per cento del suo budget globale alla cultura5.

3 4 5

Vedi anche il dibattito sull'esposizione dell'artista svizzero Thomas Hirschhorn «Swiss swiss democracy» a dicembre 2004 presso il Centre culturel suisse de Paris.

Vedi anche il rapporto annuale di Pro Helvetia 2001 ed il rapporto annuale dell'UFC 2001.

Importi ripresi dal piano finanziario della Confederazione 2008­2011.

1773

L'impegno della Confederazione viene realizzato soprattutto dall'Ufficio federale della cultura e da Pro Helvetia, ma il Dipartimento federale degli affari esteri appoggia anch'esso progetti culturali nell'ambito delle attività a favore dello sviluppo (Direzione dello sviluppo e della cooperazione, DSC), nell'ambito delle relazioni diplomatiche (Centro di competenza per la politica estera culturale, CCC), o di promozione dell'immagine della Svizzera all'estero (Presenza svizzera)6. Questi cinque organi garantiscono l'incoraggiamento alla cultura a livello federale, coordinando le attività per mezzo di un gruppo di lavoro denominato Pentapartite. Le attività di ogni istanza sono definite in funzione dei rispettivi obiettivi. Se attualmente si deplorano alcuni intersecamenti nell'assegnazione dei compiti ai vari operatori presenti a livello federale nel settore della cultura, i dibattiti sulla futura legge permetteranno di chiarirli7.

1.5

Il mandato dell'Ufficio federale della cultura e di Pro Helvetia

L'incoraggiamento della cultura in Svizzera basa essenzialmente sulla collaborazione tra l'Ufficio federale della cultura e Pro Helvetia. La loro attività è sussidiaria a quella dei Cantoni e dei Comuni.

1.5.1

L'Ufficio federale della cultura

L'Ufficio federale della cultura (UFC) è l'organo strategico responsabile di elaborare e applicare la politica culturale della Confederazione. Assume compiti statali in senso stretto, cioè quelli che concernono la sovranità dello Stato. È responsabile dell'elaborazione e della regolamentazione, delle condizioni quadro e delle relazioni e degli accordi internazionali nel settore della cultura.

L'UFC incentra le proprie attività su due elementi fondamentali:

6

7

8

­

la creatività e la diversità culturale, da una parte;

­

la tutela e la valorizzazione del patrimonio, dall'altra8.

La DSC dedica una percentuale del budget bilaterale all'incoraggiamento delle culture locali dei Paesi partner. Il Centro di competenza per la politica estera culturale (CCC) del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) può contare su un budget di 1,5 milioni di franchi. Presenza svizzera dispone di un budget di 10,3 milioni di franchi (nel 2005, vedi anche il rapporto annuale di Presenza svizzera) di cui una parte è destinata a progetti culturali. (Questi dati non comprendono spese di personale né costi di gestione).

Al capitolo 4.3 della richiesta, Pro Helvetia riporta alcune considerazioni al riguardo, in particolare sulle competenze proprie e quelle del Centro di competenza. Si tratta dell'opinione della fondazione. I dibattiti in merito sono condotti nel quadro della legge sulla promozione della cultura.

Il pilastro «creatività e diversità culturale» comprende il cinema, la promozione delle arti visive e del design, delle lingue minoritarie e dei popoli nomadi, la formazione culturale degli adulti e le scuole svizzere all'estero; il pilastro «Tutela e valorizzazione del patrimonio» comprende la protezione dei monumenti storici e la gestione di fondi ed archivi, le collezioni d'arte della Confederazione e l'ufficio per il trasferimento internazionale dei beni culturali e l'ente opere d'arte frutto di spoliazioni.

1774

Un certo numero di unità è collegato sul piano amministrativo e finanziario all'UFC: ­

la Biblioteca nazionale che comprende gli archivi letterari svizzeri, con un mandato di prestazione e budget globale (GEMAP), dal 1° gennaio 2006;

­

i musei nazionali, cioè il Museo nazionale di Zurigo, il Castello di Prangins, il Museo degli automi a musica di Seewen, il Forum della storia svizzera di Svitto, il castello di Wildegg, il Museo doganale di Gandria, il Museo delle corporazioni «Zur Meisen» ed il Museo della Bärengasse a Zurigo.

1.5.2

Pro Helvetia

Pro Helvetia, la fondazione svizzera per la cultura, è un organo indipendente il cui scopo è sostenere la cultura a livello nazionale. Attribuisce sussidi, promuove la diffusione e gli scambi culturali nei settori ­

arti visive,

­

musica,

­

letteratura,

­

teatro,

­

danza,

e nei progetti interdisciplinari che riuniscono due o più di queste discipline9.

Destinata a sostenere soprattutto la creazione svizzera privilegiando la cultura contemporanea, la fondazione assume al contempo il ruolo di centro di informazione e documentazione per la creazione artistica svizzera.

Pro Helvetia è composta di un consiglio di fondazione e di una segreteria. Il consiglio di fondazione rappresenta l'organo strategico della fondazione. I 25 membri che ne fanno parte rappresentano la molteplicità linguistica e culturale svizzera e vengono nominati ogni quattro anni dal Consiglio federale. Il consiglio di fondazione designa i membri del comitato direttivo che sorveglia l'applicazione delle linee direttrici. Inoltre designa il direttore e altri responsabili della fondazione. La segreteria della fondazione è l'organo operativo che applica le decisioni del consiglio di fondazione. Nel quadro degli obiettivi strategici può sostenere in maniera autonoma le domande che riguardano piccole somme di finanziamento10 e sviluppare e realizzare progetti della fondazione stessa. Dopo le ultime riorganizzazioni svolte nell'ambito di Visione 70, la segreteria è composta della direzione e dei servizi nonché dei tre settori Internazionale, Programmi e Promozione culturale. Quest'ultimo comprende cinque divisioni tematiche (oltre alla collaborazione con Swiss films) ed un gruppo di coordinamento trasversale.

9

10

Il cinema non fa parte dei settori sostenuti direttamente da Pro Helvetia, dato che dispone di un regime specifico. Swiss films, un organo comune al Centro svizzero del cinema (fondazione), all'Agenzia svizzera di cortometraggio (associazione) ed a Pro Helvetia, è stato creato nel 2004 per promuovere il cinema svizzero nel Paese e all'estero.

Le domande che superano i 20 000 franchi sono sottoposte ai gruppi di lavoro tematici del Consiglio di fondazione. L'88 per cento delle domande di sussidio vengono disbrigate direttamente dalla segreteria della fondazione.

1775

Pro Helvetia svolge le attività a due livelli: ­

da una parte, su domanda, accorda sovvenzioni a progetti culturali nei settori menzionati,

­

dall'altra, gestisce progetti propri in settori culturali che ritiene particolarmente importanti e sui quali intende attirare l'attenzione.

Svolge inoltre progetti all'estero, grazie alla rete di uffici di collegamento e alle varie sedi distaccate. Grazie a queste diramazioni Pro Helvetia garantisce la rappresentazione culturale della Svizzera a livello internazionale. Contribuisce alla diffusione della creazione svizzera, promuove gli scambi a livello internazionale e sviluppa progetti in collaborazione con altri Paesi.

La fondazione Pro Helvetia ha offerto nel 2007 56 posti a tempo pieno, di cui 13 all'estero11. Il budget per il periodo 2004­2007 ammontava a 133,8 milioni di franchi.

2

La situazione attuale della fondazione Pro Helvetia

In una società sempre più caratterizzata dal tempo libero e dallo svago, la cultura è diventata un argomento di dibattiti pubblici. Sorgono domande ricorrenti: quale cultura sovvenzionare, come sovvenzionarla, quali priorità stabilire in un contesto di tagli alle finanze pubbliche?

I ruoli ed il funzionamento della fondazione Pro Helvetia sono stati ampiamente discussi in questi ultimi anni. La fondazione sta passando una fase di riorientamento che dovrebbe concludersi con la nuova legge sui suoi compiti, in via di elaborazione.

2.1

Pro Helvetia in fase di riorientamento

Nel periodo 2004­2007 la fondazione ha continuato a portare avanti il vasto programma di riforme iniziato alla fine degli anni Novanta. Nel 2002 sono stati emanati un nuovo regolamento interno ed una nuova ordinanza sulle sovvenzioni accordate dalla fondazione. Nel 2003­2004 la fondazione si è impegnata, su esplicita domanda del Parlamento, ad attuare riforme strutturali al fine di ridurre i costi generali. Nel 2004 Pro Helvetia ha lanciato il piano speciale «Visione 70»: i crediti operativi veri e propri costituiranno il 70 per cento del budget globale della fondazione, mentre il restante 30 per cento deve bastare a coprire le spese generali. Anche queste ultime sono suddivise in costi di produzione e costi amministrativi, al fine di migliorare la trasparenza dei conti annui. I costi di produzione ricoprono le spese dei programmi culturali realizzati dalla fondazione stessa, gli oneri connessi al lavoro di informazione culturale, alle sedi distaccate ed agli uffici all'estero, mentre i costi amministrativi ricoprono tutti i costi connessi al disbrigo delle domande. Alla fine del 2006, il totale di questi costi ammontava al 31 per cento del budget globale della fondazione che tuttavia tra il 2003 ed il 2006 è riuscita a ridurre le spese generali di 2,5 milioni di franchi.

11

70 posti a tempo pieno di cui 25 all'estero includendo i collaboratori del Programma culturale svizzero per l'Europa del Sud-Est e l'Ucraina, finanziato dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC.

1776

Pro Helvetia ha analizzato le strutture della segreteria per semplificarle e imperniarle ancor più sul processo. L'amministrazione e la gestione finanziaria sono state professionalizzate e il disbrigo delle domande diverrà più rapido grazie ad una nuova banca dati ad hoc.

Durante il periodo in corso, la fondazione ha dovuto definire le priorità, come aveva dichiarato nella sua richiesta. Nel prossimo periodo di finanziamento proseguirà il programma «Visione 70». Apprezziamo l'impegno profuso dalla fondazione per migliorare la gestione delle proprie risorse, tanto da raggiungere progressivamente gli obiettivi prefissati. Dovrebbe seguire un periodo di consolidamento della sua situazione.

2.2

Attività di Pro Helvetia tra il 2004 ed il 2007

Per il periodo 2004­2007, la fondazione Pro Helvetia ha chiesto budget di 179,5 milioni di franchi per svolgere le attività che le competono. Il Parlamento le ha accordato un budget di 137 milioni. In seguito a tagli, può infine disporre di 133,8 milioni di franchi per il periodo in questione. Nel 2005 Pro Helvetia ha dedicato il 44 per cento del budget a progetti nazionali e il 56 per cento a progetti internazionali.

2.2.1

Ridefinizione della politica internazionale

Dal 2004 al 2007 la fondazione ha avviato una ridefinizione della propria presenza in ambito internazionale, riesaminando la rete di agenzie all'estero e rinunciando alle rappresentanze di Bratislava, Praga e Budapest al fine di garantire un ufficio di collegamento a Varsavia. La sede di Milano è diventata una filiale dell'Istituto svizzero di Roma (ISR) che ormai si occupa di tutta l'Italia. Questa riformulazione delle ramificazioni mondiali ha permesso di disporre delle risorse necessarie per prevedere l'apertura di nuovi sedi in luoghi particolarmente interessanti dal punto di vista culturale, ad esempio a Nuova Delhi nel 2007 e a Shanghai nel 2010.

Parallelamente a questa ridistribuzione geografica, Pro Helvetia intende garantire la propria presenza in determinati Paesi in via di sviluppo che ritiene importanti, sviluppando la collaborazione con la Segreteria di Stato per l'educazione e la ricerca (SER), sul modello dell'Istituto svizzero di Roma (ISR). Riaperto nell'ottobre 2005, l'ISR si basa su un accordo di partenariato tra l'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica (UFCL), l'UFC, Pro Helvetia e la SER, con il quale i vari organi s'impegnano a dotare l'Istituto di mezzi finanziari ed infrastrutturali in grado di permettergli di svolgere la missione affidatagli. Pro Helvetia e la SER prevedono già collaborazioni di questo tipo per le agenzie di Nuova Delhi e di Shanghai.

I progetti sono stati elaborati in stretta collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Nel maggio 2005 è stato inoltre concluso un accordo tra il Dipartimento federale dell'interno ed il DFAE, che suddivide le competenze tra i due organi Pro Helvetia ed il Centro di competenza per la politica estera culturale del DFAE. Nella richiesta12 Pro Helvetia si esprime criticamente sull'efficacia di 12

Vedi anche la richiesta allegata, al capitolo 4.3 «Collaborazione con altre istanze federali».

1777

questo accordo e propone che le attività culturali all'estero rientrino nell'ambito di competenze della fondazione. Il nostro Consiglio non condivide questo punto di vista. La ripartizione dei compiti tra le diverse istanze federali attive nel settore della cultura verrà inserita tra i punti da trattare nelle leggi in preparazione sulla promozione della cultura e sulla fondazione. Se infatti si rende necessario proporre modifiche, queste devono essere dibattute nel contesto legislativo.

2.2.2

Settori prioritari

La fondazione Pro Helvetia ha messo l'accento su tre settori prioritari per il periodo 2004­2007.

Nel settore della danza, la fondazione ha sviluppato, in collaborazione con l'UFC, un progetto pilota con l'intento di migliorare la diffusione e la visibilità della danza svizzera a livello nazionale ed internazionale, di consolidare le infrastrutture attuali e di garantire la formazione continua in questa disciplina. È stata dunque creata una rete nazionale di sostegno alla danza nella quale collaborano le città, i Cantoni e la Confederazione e che sfrutta le sinergie già esistenti. In maniera concreta, tra i vari enti statali sono state concluse «convenzioni di sostegno congiunto» triennali in grado di permettere a compagnie indipendenti di assicurare il futuro dei progetti a medio termine. Il tipo di partenariato sviluppato nel settore della danza potrà essere applicato con successo ad altri settori culturali. A tale scopo il progetto danza ha aperto nuovi orizzonti per le strategie politiche di sostegno alla cultura in Svizzera.

Nel settore della comprensione tra le comunità culturali in Svizzera, Pro Helvetia ha due obiettivi: favorire lo scambio con le culture estere da una parte e allargare il campo culturale a nuove forme dall'altra, concentrandosi anche sulla richezza della cultura popolare. Questo obiettivo essenziale alla coesione nazionale svizzera è stato seguito con un lavoro attento e preciso su progetti specifici a questi ambiti. A buon fine è andato anche il programma swixx. Mondes culturels Suisse che ha dato spazio a numerose manifestazioni riguardanti gli scambi interculturali. Il programma echos, culture populaire pour demain, lanciato nel 2006 per un biennio, ha permesso di avviare una riflessione fondamentale sulla nozione di identità svizzera, atta ad interessare il largo pubblico. Il programma prioritario previsto per il periodo 2004­2007 ha permesso a Pro Helvetia di offrire una panoramica sulle diversità tra le culture in Svizzera. Questo argomento rimarrà fondamentale per la fondazione Pro Helvetia nei prossimi anni, senza essere comunque definito come settore prioritario.

La rappresentazione culturale della Sizzera all'estero è stata definita una priorità per il periodo 2004­2007, mentre il dialogo interculturale è stato definito un settore prioritario della fondazione
Pro Helvetia. Sono state portate avanti misure con lo scopo di accrescere la visibilità culturale della Svizzera all'estero, con il risultato di costituire partenariati durevoli con altri Paesi. Il programma L'autre Méditerranée ha creato ponti tra artisti, scrittori e giornalisti europei e arabi, contribuendo ad una migliore comprensione tra le due culture. Il maggiore impegno profuso nella traduzione di autori svizzeri ha permesso di diffondere la letteratura nazionale anche oltre le frontiere. Un cenno particolare va al festival 0406 Swiss Contemporary Arts in Japan. Grazie all'alto livello artistico, alla diffusione in dieci diverse città, ai quaranta e più progetti in discipline differenti, ha ricevuto un'ottima accoglienza da parte del pubblico ed ha beneficiato di un'ottima copertura mediatica in Giappone.

1778

Finanziato al 50 per cento dalle istituzioni giapponesi partner, il progetto ha permesso inoltre di sviluppare le prime basi di collaborazione per progetti culturali tra Pro Helvetia ed i suoi omologhi esteri. I partenariati su progetti culturali internazionali devono essere sviluppati in futuro dalla fondazione che ha designato le coproduzioni quale settore prioritario per il periodo 2008­2011.

2.3

Conclusioni sull'attività di Pro Helvetia per gli anni 2004­2007

Le conclusioni da trarre nella valutazione delle attività della fondazione nel periodo 2004­2007 sono positive. Pro Helvetia ha raggiunto gli obiettivi fissati per quanto lo permettevano i mezzi a disposizione. Ha il merito di aver attuato una profonda riforma dell'organizzazione. Si è avvicinata ancor più all'obiettivo «Visione 70» ed è riuscita a limitare le spese generali per il 2006 al 31 per cento del budget globale.

In generale, la fondazione ha svolto il mandato con coerenza, fornendo uno sforzo considerevole per adeguare i propri obiettivi alle limitazioni budgetarie imposte13.

Ha esaminato con spirito critico la propria presenza fuori dai confini nazionali riformulando la politica della rete di agenzie all'estero ed avviando collaborazioni su progetti internazionali, con il risultato di razionalizzare le proprie spese. Ha optato per sinergie con i partner dell'amministrazione federale, in particolare con la SER, al fine di essere più presente sul piano internazionale, progetto realizzato in stretta collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri. La riforma della fondazione è sulla buona strada, nel prossimo periodo dovrebbe esser possibile raggiungere gli obiettivi e consolidare la posizione, anche grazie alla legge sulla fondazione che potrà fornire il quadro giuridico necessario.

3

Richiesta di Pro Helvetia per il periodo finanziario 2008­2011

3.1

Struttura e contenuto

La richiesta è suddivisa in 5 parti.

La prima si esprime sui cambiamenti nel contesto sociale e culturale nel quale si svolge l'attività della fondazione.

La seconda si concentra sul periodo di finanziamento 2004­2007, esaminando le attività in corso ed i programmi prioritari.

La terza parte è dedicata agli obiettivi ed ai programmi prioritari che la fondazione si è posta per il periodo di finanziamento 2008­2011.

La quarta parte della richiesta affronta la questione dei costi e soprattutto della ristrutturazione della fondazione secondo il principio «Visione 70», cioè investire il 30 per cento nei costi di esercizio per permettere di ridistribuire il 70 per cento ai progetti. Anche la relazione della fondazione con le altre istanze attive nel settore della cultura a livello federale viene analizzata in questa parte.

13

In particolare nel periodo preso in considerazione la fondazione ha soppresso 13 posti a tempo pieno.

1779

Nella quinta parte, la fondazione formula la richiesta finanziaria in modo particolareggiato. Le esigenze finanziarie della fondazione, tra i programmi prioritari, i vari settori ed i costi di produzione e di amministrazione sono stimati a 143,8 milioni di franchi, di cui 18,2 destinati ai programmi prioritari e 125,6 all'attuazione del mandato di base della fondazione.

3.2

Valutazione della richiesta

Pro Helvetia stila un rapporto esaustivo ed approfondito degli obiettivi per il periodo 2008­2011, presentando un programma articolato con coerenza sulle sfide attuali della cultura per la Svizzera. Queste sono multiple e corrispondono anche alle esigenze degli ambienti artistici e culturali, alle aspettative del pubblico e del mondo politico.

Le scelte della fondazione nella politica di sovvenzionamento non rientrano nelle competenze dell'amministrazione. La fondazione Pro Helvetia, istituita nel 1939 come unità separata dell'amministrazione federale proprio per garantirne l'autonomia, ha ormai obiettivi e missione differenti da quelli originari. Le sfide che affronta oggi sono diverse da quelle di allora: più della difesa spirituale della Svizzera, è la difesa di una cultura libera ed indipendente nonché la sua diversità ad essere al centro dell'attenzione. Per il periodo 2008­2011, Pro Helvetia si è data obiettivi generali da una parte, su cui si basa l'attività globale, e settori prioritari dall'altra, su cui la fondazione intende concentrarsi.

Anche se riconosce che la richiesta è coerente e articolata in maniera opportuna in relazione alle esigenze della vita culturale svizzera, il nostro Consiglio ritiene comunque che debbano essere fatti sforzi per risparmiare, al fine di adeguarsi al piano di finanziamento della Confederazione per gli anni 2007­2011. Suggerisce dunque di mettere a disposizione della fondazione Pro Helvetia la somma di 135 milioni per finanziarne le attività, invece dei 143,8 milioni richiesti.

3.2.1

Obiettivi generali

Nella continuità dell'impegno prioritario nel settore della comprensione tra le comunità culturali svizzere, Pro Helvetia intende prestare una particolare attenzione alle questioni linguistiche poste dai progetti culturali. Questo obiettivo riguarda la traduzione, che la fondazione ha definito come settore prioritario, ma anche la comunicazione e la diffusione di progetti nelle diverse regioni linguistiche.

Pro Helvetia intende applicare il principio del partenariato che ha instaurato con i Cantoni e le città nell'ambito del progetto danza ad altri settori artistici, concludendo convenzioni di sostegno congiunto, in particolare al fine di ridurre i costi per tutti i partner e migliorare l'appoggio fornito agli artisti.

Pro Helvetia desidera intensificare la prassi di cofinanziamento di progetti culturali con i partner internazionali. Allo scopo di perfezionarne l'esercizio e di continuare la riflessione sulle missioni, Pro Helvetia intende inoltre intensificare le relazioni con

1780

altri enti omologhi all'estero e cercare di creare una vera e propria rete internazionale grazie alla collaborazione con la SER14.

La fondazione prevede anche di sviluppare gli strumenti di valutazione di progetti e di stabilizzare i costi amministrativi con strumenti più adeguati.

Pro Helvetia determina infine settori prioritari per il prossimo periodo.

3.2.2

Settori prioritari 2008­2011

Pro Helvetia determina per il periodo 2008­2011 quattro settori prioritari: la mediazione culturale ed artistica, gli scambi con l'Asia, le traduzioni e le coproduzioni tra la Svizzera e l'estero.

Mediazione e comunicazione culturale ed artistica Dando un significato globale alla propria missione, Pro Helvetia non si limita ad appoggiare progetti culturali, ma si impegna affinché vengano recepiti dal pubblico.

In termini di domanda e offerta, la cultura si distingue da altri prodotti per il fatto che spesso, il «consumatore» non conosce il prodotto propostogli: non ha la formazione, i riferimenti e neanche l'informazione di base che gli permettono di valutare l'offerta. Pro Helvetia ha dunque fissato per il periodo 2008­2011 una priorità nelle sue attività: sostenere misure di mediazione che si adattano ai vari tipi di pubblico ed ai modi di comunicazione attuali. Ogni tipo di pubblico deve essere avvicinato in maniera appropriata, in funzione delle proprie particolarità.

La fondazione intende promuovere un accesso migliore alla cultura per tutti i tipi di pubblico. In collaborazione con le città ed i Cantoni, vuole sviluppare modelli di mediazione analizzando quanto viene fatto all'estero. Questi modelli potrebbero essere applicati dagli stessi operatori culturali. In questo modo, tutta la scena culturale svizzera deve rendersi più visibile. Il nostro Consiglio approva l'intenzione di Pro Helvetia di concentrare gli sforzi sulla mediazione culturale e artistica.

Scambi con l'Asia L'incoraggiamento al dialogo con le altre culture fa parte della missione di Pro Helvetia. Grazie a questi scambi gli artisti svizzeri possono sviluppare le loro capacità e posizionarsi sulla scena internazionale. In un'economia mondializzata, gli scambi culturali sono anche un modo di prendere contatto con i Paesi emergenti con i quali è d'importanza fondamentale costruire una relazione di comprensione e rispetto. Gli scambi culturali servono a scopi diversi che non si contrappongono, ma si completano.

A causa delle nuove dinamiche in India ed in Cina, dello sviluppo sia sul piano culturale sia su quello economico, Pro Helvetia nel 2007 ha aperto un nuovo ufficio di collegamento a Nuova Delhi e progetta di aprirne un altro a Shanghai. Tali iniziative devono essere completate da un maggiore impegno negli scambi con questi due Paesi. Pro Helvetia propone giustamente di determinare quale programma prioritario per il 2008­2011 lo scambio con l'Asia15.

14 15

Tutti i progetti all'estero sono realizzati in stretta collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri.

Progetti realizzati in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri.

1781

Consapevole dell'importanza degli scambi per la cultura, dell'importanza delle reti a livello diplomatico e delle sfide rappresentate dalle regioni asiatiche per il futuro dell'Europa, il nostro Consiglio approva la scelta di questo programma prioritario.

La traduzione Gli scambi culturali con l'estero sono sicuramente fondamentali per lo sviluppo dei nostri operatori culturali, ma lo sono anche all'interno del nostro Paese. Il primo passo per favorire la comprensione e l'intesa tra le comunità culturali in Svizzera è il promovimento delle traduzioni che le rendano possibili.

Pro Helvetia assume una funzione fondamentale nel settore della traduzione in Svizzera e il suo contributo alla comprensione tra le regioni linguistiche è dunque essenziale. La domanda di sovvenzioni nel settore della traduzione a livello nazionale è in aumento, elemento che costituisce un segnale molto positivo per lo scambio tra le culture linguistiche del nostro Paese. Per rimanere all'altezza del ruolo attribuitole e favorire il dialogo tra le culture in Svizzera, Pro Helvetia ha deciso di fissare un programma prioritario Traduzione. Questo programma permetterà di operare a favore dello scambio con i Paesi con i quali la fondazione ha consolidato i contatti, cioè l'India, l'Europa dell'Est e l'Asia, coerentemente alla politica dello scambio culturale internazionale che porta avanti.

Il nostro Consiglio è convinto della necessità di favorire la comprensione tra le differenti entità culturali che costituiscono il nostro Paese, al fine di garantirne la coesione. Per far ciò, riconosce l'importanza primordiale della fondazione Pro Helvetia che ha permesso di estendere continuamente la fama degli autori in Svizzera al di là delle barriere linguistiche. Inoltre sostiene l'opinione secondo la quale lo scambio con altri Paesi ed altre culture è agevolato dal sostegno alla traduzione, primo passo verso la comprensione reciproca.

Coproduzioni Svizzera-estero Sull'onda del successo incontrato da manifestazioni come 0406 Contemporary Arts in Japan, Pro Helvetia si è prefissa l'obiettivo di sviluppare le coproduzioni con i Paesi stranieri per determinate manifestazioni. La riunione di risorse finanziarie, ma anche di conoscenze e di competenze, permette di rafforzare lo scambio con altri Paesi, contribuendo al contempo in maniera
immediata alla diffusione della cultura svizzera all'estero. D'altronde, le coproduzioni favoriscono lo scambio e la formazione continua degli artisti svizzeri e dunque alla fama internazionale degli operatori culturali svizzeri.

Il nostro Consiglio è convinto dell'opportunità di sviluppare le coproduzioni per progetti culturali all'estero. Approva la scelta di tale programma prioritario da parte della fondazione.

1782

4

Conseguenze

4.1

Conseguenze finanziarie

4.1.1

Per la Confederazione

Conformemente alla nostra proposta, nel periodo di sovvenzionamento 2008­2011 la fondazione riceve un tetto massimo per le spese di 135 milioni di franchi.

Proposta del Consiglio federale 2008

33 000 000

2009

34 000 000

2010

34 000 000

2011

34 000 000

Totale

135 000 000

In base all'articolo 20 capoverso 2 della legge del 7 ottobre 200516 sulle finanze della Confederazione può essere fissato un tetto massimo per le spese se i crediti sono assegnati e pagati lo stesso anno e se simultaneamente risulta opportuno orientare le spese e gli investimenti a lungo termine.

4.1.2

Per i Cantoni ed i Comuni

Il progetto non ha ripercussioni dirette per Cantoni, città e Comuni. Anche se la fondazione cerca di accordare i mezzi in modo complementare a quelli di altri enti, questo non comporta obblighi per gli altri enti pubblici di promozione della cultura.

4.2

Ripercussioni sul personale

Il progetto non ha conseguenze dirette sul personale della Confederazione.

4.3

Altre conseguenze

Il progetto non ha conseguenze dirette su altri servizi federali che si occupano di questioni culturali.

5

Programma di legislatura

Il progetto è riportato nel programma di legislatura 2003­2007 (FF 2004 969).

16

LFC, RS 611.0

1783

6

Conformità con il diritto internazionale

Il progetto non ha conseguenze per quanto riguarda il diritto internazionale.

7

Basi legali

Il finanziamento delle attività di Pro Helvetia si basa sull'articolo 69 capoverso 2 della Costituzione federale (Cost.)17.

La competenza dell'Assemblea federale si basa sull'articolo 167 Cost. (competenza budgetaria). Il credito è accordato in virtù dell'articolo 3 capoverso 1 della legge federale che concerne la fondazione Pro Helvetia18. Poiché il decreto di finanziamento non crea nuove norme di diritto, assume la forma di decreto federale semplice, non soggetto a referendum, ai sensi degli articoli 163 capoverso 2 Cost. e 25 capoverso 2 della legge del 13 dicembre 200219 sul Parlamento.

8

Freno alle spese

Il tetto massimo richiesto è sottoposto al freno alle spese (Art. 159 cpv. 3 lett. b Cost.).

17 18 19

RS 101 LF del 17 dic. 1965 concernente la fondazione Pro Helvetia, RS 447.1 LParl, RS 171.10

1784

Allegato

Richiesta della Fondazione Pro Helvetia per il periodo di finanziamento 2008­2011

1785

Riassunto Con questa richiesta alle Camere federali la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia dichiara per gli anni 2008­2011 un fabbisogno finanziario di 143,8 milioni di franchi, ossia 6,8 in più rispetto al credito quadro per il periodo 2004­2007.

Pro Helvetia presuppone un fabbisogno invariato per le sue attività di base, con cui provvede a importanti interventi di sostegno per tutte le regioni linguistiche e per ogni forma di espressione artistica o culturale: interventi che rafforzano l'orgoglio culturale del paese, il rispetto reciproco delle diverse culture in Svizzera e la loro mutua comprensione.

La maggior parte delle presentazioni di cultura svizzera all'estero sarebbe impensabile senza i sussidi di Pro Helvetia. Inoltre, la crescente interconnessione del globo rafforza il bisogno di scambi culturali, e qui la Fondazione può dare un contributo decisivo. Il peso della cultura come arma per richiamare l'attenzione, come mezzo di confronto e come campo di apprendimento è aumentato in misura enorme nel contesto internazionale. Tutti premono per calcare la scena culturale. La Svizzera non può restare indietro.

Per il programma essenziale sono preventivati 125,6 milioni di franchi.

Basandosi su una valutazione accurata, Pro Helvetia ottimizzerà ulteriormente i suoi processi amministrativi.

Nel prossimo periodo di finanziamento la Fondazione intende fissare quattro poli speciali d'intervento.

Il primo si chiama «Scambio con l'Asia». L'ascesa della Cina e dell'India ha destato possenti forze culturali e evidenziato potenzialità. Le sfide e opportunità risultanti dagli spostamenti di forze globali vanno affrontate anche dalla cultura, e ciò nell'interesse della politica, della società e dell'economia.

Un secondo polo riguarda la Svizzera ed è intitolato «Mediazione artistica e culturale». Pro Helvetia parte dall'osservazione che negli ultimi vent'anni l'offerta culturale è cresciuta moltissimo, grazie a una promozione diffusa, ma che vari gruppi di popolazione non ne approfittano. Nel prossimo quadriennio la Fondazione intende quindi sviluppare, d'intesa con cantoni e città, possibili modelli d'azione per conquistare nuove fasce di pubblico e trasporre bisogni nuovi in un prezioso lavoro culturale.

Quanto più saturo è il mercato librario, tanto più imponderabili sono i rischi
della traduzione di opere importanti delle nostre letterature in altre lingue. Fra i traguardi ambiziosi del polo d'intervento «Traduzione», uno consiste nel rimediare a questo stato di cose sviluppando con case editrici svizzere programmi di traduzione a lungo termine. Un secondo obiettivo concerne le traduzioni nelle lingue di altri paesi. Il crollo dei blocchi ha schiuso mercati nuovi in cui, con investimenti modesti, varrebbe la pena di entrare. Europa orientale e Asia, in quanto società di lettori, ci offrono possibilità straordinarie di diffondere nel mondo opere letterarie elvetiche.

Il quarto polo si chiama «Coproduzioni internazionali». Le esperienze fatte con progetti di un certo respiro indicano come la collaborazione transfrontaliera fra artisti o operatori culturali svizzeri e stranieri consenta ciò che in generale definiamo scambio, dialogo e apprendimento. Le coproduzioni sono anche possibilità ideali per riflettere in Svizzera i risultati del lavoro culturale compiuto all'estero. Con questo polo d'intervento Pro Helvetia non intende programmare coproduzioni direttamente: 1786

vuole invece incentivare artisti, operatori culturali e organizzatori a cercare una collaborazione paritetica con partner stranieri e a presentare i risultati sia in Svizzera sia nel paese estero.

Per i quattro poli sono previsti 18,2 milioni di franchi.

Dopo un periodo di riorganizzazione e di risparmi (con costi di amministrazione e di produzione ridotti di un sesto), dal 2008 la Fondazione intende tornare a concentrare in pieno le sue forze sul lavoro culturale e svolgere con personale motivato il proprio compito. Intende promuovere, cioè, una creazione culturale variegata in Svizzera, gli scambi fra le molte culture del paese e ­ in collaborazione produttiva sia con le nostre rappresentanze diplomatiche sia con la segreteria di Stato per l'educazione e la ricerca ­ gli scambi culturali con l'estero. La cultura forma il nostro Paese, la percezione di noi stessi e il modo in cui gli altri ci vedono. La cultura è apprendimento continuo.

Nota redazionale: Le forme maschili riferite a persone sottintendono sempre anche quelle femminili.

1787

Introduzione In questo documento di richiesta Pro Helvetia traccia un bilancio provvisorio del periodo corrente di finanziamento ­ provvisorio perché il testo va scritto nell'estate 2006, dopo una metà abbondante del periodo in esame ­ ed espone il proprio fabbisogno finanziario per gli anni 2008­2011. Come in passato, la Fondazione distingue fra ­

il programma di base, ossia i molti compiti per cui occorre un lavoro continuativo e il cui adempimento costituisce il minimo richiesto dalla legge (un programma con centinaia di elementi piccoli, che può apparire poco spettacolare ma che fra le attività di Pro Helvetia è la parte più efficace nel promuovere pluralismo ed effetti durevoli della cultura), e

­

i poli d'intervento, ossia i campi in cui agire è particolarmente urgente e in cui occorre impiegare più risorse. A determinare tali campi prioritari sono questioni di politica culturale oppure bisogni nuovi, dovuti a modifiche globali.

Basi di questo documento sono la legge del 1965 sulla Fondazione Pro Helvetia. La struttura ricalca quella dell'ultima richiesta di finanziamento, discussa dalle Camere nell'autunno 2003. Diversamente da allora, ai fini di una maggiore leggibilità, il testo procede ora in modo meramente lineare, rinunciando alla matrice di divisioni tematiche e poli d'intervento. Questi ultimi, trattati solo nei capitoli appositi, nelle parti sulle singole divisioni sono appena sfiorati. Più che un quadriennio fa, la Fondazione li considera progetti trasversali ove in primo piano non è la singola forma di espressione ­ musica, letteratura, fotografia ecc. ­ bensì l'effetto perseguito, risultante dalla sinergia delle singole parti. Poiché tale obiettivo richiede flessibilità, i progetti citati nei poli d'intervento hanno carattere propositivo; occorrerà convalidarli e affinarli di volta in volta con i rispettivi partner.

1 1.1

Contesto mutato L'offensiva culturale internazionale

Nel concerto delle nazioni la Svizzera è una voce fra le tante. Una voce non trascurabile, visti il suo peso economico e il suo ruolo nelle organizzazioni internazionali; ma per farla sentire occorre emetterla! E occorre ­ per restare in metafora ­ avere cura degli strumenti che la emettono.

La cultura è solo una nota del grande accordo, ma la sua mancanza rende la musica scialba e poco interessante da ascoltare per il mondo. La cultura, nella sua ricchezza e varietà, è la componente indispensabile dell'esistenza internazionale di un paese, è il fluido che rende profonde le relazioni. Perfino quando i nostri rapporti con altri Stati sono soprattutto dettati da fattori economici o politici, occorre la cultura per dare all'orientamento utilitario una dimensione umana, un'ispirazione sociale. A identificare i popoli, in ultima analisi, sono infatti non le merci ma i valori culturali.

Questo si lascia illustrare con tre esempi dell'ultimo mezzo secolo. Fino agli anni '60 gli Stati Uniti portavano avanti in Europa un'azione sistematica di diplomazia culturale: presentavano la propria cultura ­ dal jazz al pop, dalla letteratura al cinema ­ in un modo variato, scevro da interessi commerciali. Questa offensiva culturale, che dava un contributo essenziale alla buona immagine del paese come terra di 1788

innovazione e libertà, ebbe un ruolo notevole nel profondo mutamento culturale che coinvolse l'Europa nel 1968. La rinuncia a curare questo tipo di rapporti, seguita dalla crescita vertiginosa dell'industria culturale commerciale, portò il primo grande crollo nell'apprezzamento dell'America da parte delle nazioni europee. Stando all'Anholt-GMI Nation Brands Index dell'autunno 2005, basato su un'inchiesta fra 10 000 «opinion leaders» nei 25 principali paesi del mondo, gli Stati Uniti scendevano all'undicesimo posto e la Svizzera saliva al terzo! Fattore chiave di questa immagine dei paesi, secondo Simon Anholt, sarebbe la cultura in quanto valore «neutrale», cioè non appartenente alla politica. Non stupisce quindi che il dicastero degli esteri americano, nella primavera 2006, abbia inviato personale in Europa con lo scopo di appurare, presso gli istituti culturali del continente, come funzioni ai giorni nostri una «cultural diplomaci» efficace.

Il Giappone ha alle spalle, viceversa, un processo senza precedenti di trasformazione in potenza industriale. Tuttavia, solo dopo i primi investimenti giapponesi negli scambi culturali, agli altri paesi industrializzati quello sviluppo non parve più una minaccia ma un'opportunità; l'opportunità di scoprire terreni culturalmente vergini, di fecondare la propria cultura con idee e concetti nuovi. Del resto non è un caso se la Japan Foundation, corrispettivo nipponico di Pro Helvetia, fu creata in quel 1972 in cui il Giappone si avviava a un folgorante successo economico.

La Cina, infine, sta vivendo in questi anni la sua ascesa a «global player». Anche qui si tratta di un'ascesa accompagnata da scambi culturali sempre più intensi. Un potere industriale senza potere culturale è inimmaginabile; in rapporto al suo peso economico, un paese come il Celeste Impero deve disporre di fonti abbondanti e profonde.

La Cina stessa stimola gli scambi culturali a tutti i livelli. Le sue autorità, fin troppo consapevoli che il miracolo industriale va tradotto in un dialogo culturale, fa di tutto per mettere in moto il processo, fra l'altro inviando regolarmente nei paesi europei delegazioni culturali d'alto rango. E a breve termine ha intenzione di aprire tre istituti culturali in Germania. Cultura europea in Cina e cultura cinese in Europa: completandosi così, la nostra
percezione del colosso e gli scambi creano lo sfondo che rende comprensibili e accettabili i grandi risultati raggiunti in altri campi. Affascinati dalla ricchezza della cultura cinese, sempre più artisti e operatori culturali elvetici partono per Shanghai e per Pechino. Se nel 2001 erano ancora 4 i progetti culturali svizzeri sostenuti da Pro Helvetia in Cina, nel 2005 la Fondazione ne contava già 17 e la mole complessiva dei suoi sussidi era salita da 40 000 a 200 000 franchi.

Cina e Giappone non sono i soli ad aver riconosciuto il valore della cultura come mezzo per stringere contatti internazionali: paesi asiatici, latinoamericani ed europei, ora divenuti attori di spicco sul palcoscenico della cultura, fanno a gara per riscuotere attenzione e apprezzamento. Perfino «esordienti» come Lituania e Romania gestiscono già fondi culturali per attività oltre confine e lavorano con zelo per creare centri culturali all'estero.

1.2

Utilità e strumentalizzazione

La «carriera» della cultura come strumento per coltivare rapporti internazionali ha sviluppi alterni, ma nel complesso impressionanti. La sua importanza come mezzo di contatti, di comprensione e rispetto reciproco è aumentata ulteriormente con il crollo del muro di Berlino e l'apertura dell'Asia. La cultura ­ da sempre, per sua natura, 1789

curiosa dell'alterità ­ serve alla difesa di interessi, alla cura dell'immagine, al marketing e alla promozione economica, perché è vantaggiosa, universale e duratura.

In Svizzera questo aumento d'importanza è attestato dal fatto che nel 2004, in seno al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), è stato creato il Centro di competenza per la politica estera culturale (CCC), col compito di assistere le iniziative culturali delle ambasciate svizzere all'estero. Lo attestano inoltre gli sforzi per una promozione coordinata dell'immagine nazionale, avviati da interventi parlamentari del 2004 e del 2006, e il peso notevole esercitato dalla cultura, fin dagli inizi, nelle attività di Presenza Svizzera (PRS).

Tutti questi sono compiti legittimi affidati alla cultura o forme legittime di un suo impiego a fini utili, ma la promozione culturale di Pro Helvetia va oltre. La Fondazione dà voce soprattutto alla cultura in sé, sia in Svizzera sia all'estero, e proprio in questi termini concepisce la componente essenziale del proprio ruolo. La cultura è libertà messa in atto; le opere d'arte raccontano la loro storia particolare dicendoci, nel confronto con altri modelli di vita, chi siamo noi e chi sono gli altri. Così la cultura appare credibile ­ e positiva per il nostro paese ­ perfino laddove assume accenti critici. Su questa base è anche possibile motivare i partner stranieri ad investire risorse negli scambi culturali. Uno dei principi su cui si fonda il lavoro di Pro Helvetia è proprio l'impegno di entrambe le parti.

1.3

Moltiplicazione dell'offerta, pubblico limitato

Oltre a svolgere un ruolo di protagonista in politica estera, la cultura ha rafforzato la sua presenza anche in Svizzera. La produzione artistica si è moltiplicata, il numero degli istituti culturali e delle manifestazioni ­ in sfere sovvenzionate oppure no ­ è salito ulteriormente: oggi il paese conta quasi un migliaio di musei, nascono nuovi festival ogni anno, le singole località si mettono in luce su quelle concorrenti utilizzando le nuove sedi culturali. In parallelo alla cultura sovvenzionata dalla mano pubblica fiorisce un settore ricreativo, paraculturale, che nella lotta per accaparrarsi l'attenzione e il tempo libero dei consumatori assume tratti sempre più aggressivi.

La ricca offerta e questa lotta inasprita per farsi notare dai cittadini, d'altra parte, non si sono ripercosse in una crescita percentuale proporzionale delle fasce interessate alla cultura. Stando alle statistiche sugli svaghi degli svizzeri nel 2003, pubblicate dall'Ufficio federale di statistica nel 2005, alle manifestazioni sovvenzionate continua a partecipare solo un terzo della popolazione; un altro terzo frequenta molto di rado musei e manifestazioni teatrali o concertistiche, l'ultimo terzo se ne astiene del tutto.

Si può dire perfino che nell'ultimo decennio gli sforzi per attirare nuove fasce in teatri, musei e sale da concerto siano diminuiti. Lo si è visto con grande chiarezza nel simposio organizzato nel 2005 da Pro Helvetia, dal Kunstmuseum del canton Turgovia e dall'università di Basilea sul tema «Professionalizzazione: un male o un bene?» (testi consultabili su http://kunstmuseum.backslash.ch/online/texte).

Da un lato la professionalizzazione, di cui già parlava la nostra scorsa richiesta di finanziamento (pag. 4928), concerne il management dei progetti e delle sedi culturali, che ha subito un netto miglioramento all'insegna di una maggiore razionalità della gestione e delle iniziative. D'altro canto sono emerse anche ripercussioni sulla qualità dei progetti sussidiati, che devono rispondere in misura crescente al criterio 1790

della professionalità. Oggi il lavoro socioculturale è di competenza dei dicasteri sociali mentre il dialogo fra operatori della cultura e nuove fasce di pubblico è poco sviluppato. Pro Helvetia ritiene invece che la partecipazione di fasce sociali il più possibile ampie alla vita culturale sia un vantaggio per la coesione del paese. Anche l'affermazione del pluralismo dei valori contribuisce a far sì che il confronto con il canone dei valori culturali attiri sempre meno.

La spoliticizzazione delle arti e la riabilitazione degli svaghi, a cui abbiamo assistito fin dal crollo del muro di Berlino, rendono però difficile anche attuare interventi a sfondo sociale. Lo scambio fra regioni linguistiche, necessità tuttora incontestata, richiede forme nuove e partner nuovi se vuole destare interesse nel pubblico e non ridursi a semplice obbligo imposto agli organizzatori. L'immagine di una cultura popolare rinnovata incontra resistenze dappertutto, fra i custodi della tradizione come fra quelli dell'avanguardia. Grandi gruppi sociali ­ comunità di immigrati, ambienti poco colti ­ restano tagliati fuori dalla vita culturale del paese perché il paese stesso, diversamente dal mercato merceologico e dal mondo del pop, non sembra avere pronte per loro offerte in grado di attirarli.

La politica culturale, se vuole contribuire a plasmare la società, se vuole utilizzare la cultura come contributo alla formazione della persona (alla sua educazione estetica, come diceva Schiller), si trova qui ad affrontare compiti importanti.

1.4

Il «nucleo» della Svizzera?

Questioni di atteggiamento

I flussi migratori dell'ultimo ventennio hanno mutato il paesaggio culturale svizzero e ammorbidito il concetto di identità elvetica. In misura anche molto maggiore, tuttavia, la globalizzazione economica e culturale ha reso di un'attualità imprevista la questione degli elementi costitutivi di una nazione come la Svizzera. È più svizzero lo jodel oppure il rap, da quando il paese conta più rapper che jodler e da quando sappiamo che altrove ci si dedica allo jodel con più zelo che non nelle nostre vallate alpine?

La stessa attualità è dimostrata anche dal dibattito sull'insegnamento delle lingue straniere. Qui la Svizzera stenta molto a trovare un consenso. Ampie cerchie di popolazione sono pronte ad abbandonare principi finora considerati basilari per lo Stato, rinunciando a imparare la lingua del vicino. Sul piano politico cresce invece la consapevolezza che la pluralità delle lingue ­ inglese compreso ­ rappresenta una ricchezza imprescindibile per la comunicazione, sia nel paese sia con l'estero.

La frase coniata da Ben Vauthier per l'Esposizione universale di Siviglia, «Suiza no existe», nel 1992 fece scandalo; oggi risulta una banalità. E di fatto in tempi d'interconnessione crescente, di frontiere aperte, di espansione del libero scambio, di potere economico addensato nelle mani di strutture private sovrannazionali, di Stati dal potere decisionale indebolito, di nuove potenze emergenti sulla scena economica e culturale, si fa incalzante un interrogativo: che cosa definisce una nazione come la Svizzera sul piano culturale, che cosa ne assicura la coesione? La risposta non può più consistere in singole tradizioni o forme espressive: il mercato mondiale le ha spinte da tempo, a mo' di relitti galleggianti, negli angoli più remoti del pianeta. La risposta consiste negli atteggiamenti: atteggiamenti di rispetto, di apprendimento e di collaborazione, che vanno ricollaudati di continuo. Qui finora il lavoro culturale

1791

svizzero si è messo in luce, negli altri paesi, non per il «che cosa» ma per il «come».

E proprio qui continuerà a svilupparsi!

1.5

Compiti della mano pubblica

Per la Svizzera vige invariato il principio per cui in cima all'elenco delle priorità restano la cultura e gli scambi culturali. Ancora oggi sono i grandi risultati raggiunti dalle menti migliori, in campo scientifico e culturale, a essere apprezzati nelle altre regioni linguistiche e a rendere fieri dell'appartenenza al nostro paese. Una collettività funzionante ha un'importanza straordinaria ai fini della creazione culturale, ma una cultura vitale e all'altezza del confronto internazionale è molto più importante per la collettività.

La cultura offre modelli di autoconservazione e di sviluppo invitando al dialogo dei ceti e dei gruppi sociali, elaborando differenze, incoraggiando una riflessione approfondita. E alla nostra memoria domanda di continuo: «Ci riconosciamo in quanto ci viene offerto? Desideriamo vivere così, essere così?» Quanto più artisticamente sono formulate queste domande, tanto più esse producono rispetto. Il palcoscenico rimane il luogo in cui si genera apprezzamento, a prescindere dalla provenienza degli attori.

Rafforzare queste funzioni della cultura è una missione di portata nazionale, come spetta appunto a una fondazione culturale su scala svizzera. Il compito di Pro Helvetia consiste nel badare a conciliare la tradizione con l'innovazione, la salvaguardia con il cambiamento, e nel porre in primo piano ­ come segni di un confronto vivace e come esempi utili ­ gli esiti culturali migliori.

Anche sulla scena culturale internazionale un impegno continuativo della mano pubblica è più che mai indispensabile. Le nazioni fanno a gara anche in ambito culturale, e qui la piccola Svizzera può giocare le carte migliori. Sussidiando gli scambi culturali, la Svizzera può posizionarsi sulla scena mondiale come un paese intellettualmente stimolante, culturalmente ricco e aperto.

L'impegno statale a favore degli scambi culturali apre anche nuovi mercati agli artisti e operatori culturali svizzeri, che a loro volta accedono così a fonti nuove di ispirazione e di reddito. Il programma realizzato in Giappone dal 2004 al 2006 ha reso partner di Pro Helvetia le migliori istituzioni culturali nipponiche, dando alla Svizzera la possibilità di presentarsi e venire ammirata in un paese industrializzato importante. Nel contempo ha procurato a dozzine di artisti e operatori culturali legami durevoli col Giappone e un ingresso definitivo nel suo mercato culturale. È un aiuto statale ad aiutarsi da sé!

2

Il periodo di finanziamento 2004­2007

Segue ora una retrospettiva sul periodo di finanziamento ancora in corso, con i risultati ottenuti e i traguardi mancati. Questa rassegna necessariamente incompleta, estesa anche alla seconda metà del periodo precedente, traccia le linee grossolane e definisce le conseguenze per il quadriennio 2008­2011.

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2.1

Impiego generale dei mezzi

L'attività della Fondazione gravita soprattutto sui sussidi alla creazione culturale (sostegno diretto agli artisti, sussidiario a quello di città e cantoni), sugli scambi all'interno del paese (coesione nazionale) e sugli scambi con l'estero (cura dei rapporti culturali). Negli ultimi anni il rapporto fra i mezzi spesi in Svizzera e quelli spesi oltre frontiera è stato relativamente costante: circa il 45 per cento contro il 55 per cento.

Il peso superiore dato all'estero nasce dal fatto oggettivo che artisti, operatori culturali ed enti organizzatori hanno a disposizione per attività in Svizzera molte altre fonti di finanziamento. Piuttosto spesso i progetti all'estero vedono invece Pro Helvetia nel ruolo ­ sempre più importante, viste le offensive culturali internazionali ­ di finanziatrice unica. Questa priorità risponde anche a una distinzione più chiara nei confronti di città e cantoni.

Uno sguardo alla ripartizione geografica rivela la predominanza dell'Europa, che assorbe quasi il 40 per cento di tutti i progetti culturali sussidiati dalla Fondazione.

Una quota quasi uguale di sussidi ricade sulla Svizzera (!), mentre il restante 20 per cento è suddiviso fra i continenti extraeuropei.

(Fonte di tutti i grafici: Rapporto annuale 2005)

Pro Helvetia lavora con quattro strumenti: richieste di sussidi, programmi, uffici all'estero e informazione culturale. La sfera d'azione di gran lunga più importante consiste nelle richieste; negli anni 2002­2005 il settore Promozione ne ha vagliate oltre 14 000. I «programmi» sono grandi progetti che, ideati dalla Fondazione stessa ­ spesso su suggerimento esterno, per lo più di PRS o delle ambasciate ­ e realizzati con altri partner, consentono di privilegiare temporaneamente certi poli d'intervento; fra il 2003 e il 2007 ne sono stati realizzati nove. Gli uffici all'estero, gestiti dal Servizio internazionale, operano non solo nelle città in cui hanno sede ma anche nelle rispettive fasce regionali (quello del Cairo, per esempio, si dedica all'Egitto e al Vicino Oriente, quello di Varsavia all'intera area dell'Europa nordorientale). Loro compito è diffondere la cultura svizzera e permettere incontri. L'informazione culturale abbraccia l'intero campo delle attività con cui Pro Helvetia attira l'attenzione di organizzatori e «decision makers» stranieri.

1793

Questi strumenti assumono, per loro natura, importanze specifiche molto diverse:

2.2

Una lacuna di 40 milioni

Per il periodo di finanziamento 2004­2007 Pro Helvetia aveva chiesto 179 milioni di franchi; il parlamento, su proposta del Consiglio federale, ha finito col concederne 137, che l'affare Hirschhorn, i due tagli legati al programma di sgravio 2004 e un blocco dei crediti hanno fatto scendere a 133,8. Questa decurtazione del 25 per cento non poteva restare senza conseguenze sull'attività della Fondazione. Costretta in molti campi a fare un passo indietro, Pro Helvetia non ha raggiunto taluni obiettivi: ­

Il potenziamento della rete all'estero si è ridotto all'inaugurazione dell'ufficio di collegamento in India (gennaio 2007). L'apertura ­ discussa a lungo con esperti del ramo ­ di uffici analoghi in Cina e America Latina è stata rinviata a un futuro più lontano. La scarsità dei mezzi ha invece accelerato il processo inverso in Europa orientale (chiusura degli uffici di Budapest, Bratislava e Praga).

­

È stato possibile attuare solo in parte il maggiore impegno a favore delle ambasciate. Specialmente il servizio previsto per assisterle (l'«agenzia interna» di cui alla scorsa richiesta di finanziamento, pag. 4942) è rimasto un sogno nel cassetto. Resta tuttora impossibile finanziare cospicui progetti culturali o economico-culturali delle rappresentanze diplomatiche, benché si tratti di iniziative utili alla salvaguardia di interessi generali. Esula dalle capacità operative del personale di Pro Helvetia anche l'assistenza ai progetti culturali, prevista invece dall'accordo del giugno 2005 fra il Dipartimento federale dell'interno (DFI) e il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

­

Per mancanza di mezzi la Fondazione non ha potuto avviare o ha sussidiato solo in misura simbolica molti grandi progetti proposti da PRS e dalle ambasciate (Russia 2006, Ungheria 2006, Gran Bretagna, Austria/Euro 2008 ecc.).

1794

­

Pro Helvetia ha sospeso la collana degli Opuscoli culturali, volumetti che, tradotti in 4­7 lingue, offrivano una panoramica su discipline artistiche e fenomeni culturali presenti in Svizzera. Proseguirla avrebbe richiesto una revisione del piano generale, un potenziamento della redazione e l'inserimento di altre lingue (soprattutto russo, cinese e arabo), cosa impossibile con i preventivi attuali.

­

Pro Helvetia ha potuto portare avanti soltanto in termini ridotti il Progetto Danza (cfr. capitolo 2.4.6, pag. 1802 sg.), mirante non solo a migliorare le attuali condizioni di lavoro della danza in Svizzera ma anche a conseguire maggiori sinergie armonizzando le politiche di sostegno varate da città, cantoni e Confederazione.

­

Per semplice mancanza di mezzi, solo di rado la Fondazione può sussidiare spettacoli all'estero di ensemble importanti (i gruppi «faro»), benché tutte le sedi teatrali o concertistiche di un certo peso infittiscano le richieste al riguardo. Una sola tournée statunitense dell'Orchestre Symphonique de la Suisse Romande non tarda ad assorbire 1,5 milioni di franchi, pari all'intero preventivo annuo di Pro Helvetia per la musica all'estero.

­

È stato cassato il progetto di un'«agenzia visite», benché per coltivare i rapporti internazionali risulti efficace invitare regolarmente in Svizzera moltiplicatori culturali di altri paesi.

­

Il sostegno all'arte mediale, basato sulle nuove tecnologie di comunicazione, resta di natura simbolica. La rinuncia al polo d'intervento «NTIC» era inevitabile.

­

La soppressione del polo d'intervento «Cinema» ha avuto conseguenze negative sul lavoro cinematografico in Svizzera. Gli sforzi per infittire le proiezioni di pellicole elvetiche ­ soprattutto nelle sale romande ­ sono stati messi da parte. È stato realizzato solo il progetta pilota Swiss Films (ininfluente ai fini del bilancio), ossia la fusione fra il Servizio cinema di Pro Helvetia, il Centro svizzero del cinema e l'Agenzia svizzera del cortometraggio.

­

Non è stato possibile sussidiare vari progetti singoli interessanti, che avrebbero richiesto fondi troppo cospicui (commemorazioni in onore del compositore Arthur Honegger, potenziamento dei premi all'editoria, programmi di traduzione ecc.).

Il divario di 40 milioni spiega anche perché, nelle singole aree d'intervento, Pro Helvetia sia rimasta nettamente al di sotto delle sue stesse previsioni. Lo si vedrà nelle parti specifiche sul lavoro delle divisioni tematiche (capitoli 2.4.1­2.4.7, pagg. 1798­1803).

2.3

Poli d'intervento

Sui cinque filoni prioritari o poli d'intervento proposti per il periodo 2004­2007, il Consiglio federale ne ha sottoposti tre ­ in forma finanziariamente compressa ­ all'approvazione delle Camere. Quello relativo alla danza sarà trattato nella parte sulla divisione omonima (cfr. capitolo 2.4.6, pag. 1802).

1795

2.3.1

Mutua comprensione in Svizzera

Compito. La mutua comprensione è fra i compiti di base della Fondazione, che dichiarandola prioritaria reagiva al crescente pluralismo culturale del paese, fatto scattare dai fenomeni migratori e dalla globalizzazione. Pro Helvetia si era prefissa non solo di rafforzare la circolazione di opere e progetti provenienti da diverse cerchie culturali, ma anche di promuovere forme di collaborazione e di scambio in termini di contenuti. In tal senso si trattava anche di studiare maggiormente il fenomeno della cultura popolare, i bisogni di quest'ultima e le implicazioni culturali della «sesta Svizzera».

Risultato. La Fondazione ha potuto realizzare alcuni degli obiettivi perseguiti. La rete dei musei regionali è in fase di sviluppo, in campo musicale le reti di organizzatori hanno allungato il passo. Il progetto .echanges ha rafforzato la collaborazione fra musei d'arte di regioni linguistiche diverse. È stato possibile concedere ancora robusti sussidi, benché in forma molto selettiva, ai programmi svizzeri di traduzione (collana ch). Le divisioni Danza e Teatro hanno sostenuto sia spettacoli in altre regioni elvetiche sia la traduzione di lavori teatrali.

Nel quadro del polo d'intervento «Mutua comprensione in Svizzera», Pro Helvetia ha svolto tre programmi. Il primo, Gallerie 34.7/54km, partendo dai grandi cantieri dei trafori per le nuove trasversali ferroviarie ha posto l'accento sulla questione dell'identità regionale dove i traffici di transito si accelerano. Il secondo, swixx ­ mondi culturali svizzeri, ha illustrato quanto la nostra odierna identità culturale sia una struttura composita di fattori autoctoni ed estranei, quanto la Svizzera abbia sempre tratto vita e ispirazione da influssi lontani. Infine il terzo, lanciato nel settembre 2006 (echos ­ cultura popolare per domani), esplora la fascia di transizione fra cultura popolare e produzione artistica contemporanea, cerca il potenziale innovativo e dimostra quanto possa essere prezioso il confronto con la cultura popolare (anche per la vitalità di quest'ultima).

Per il polo d'intervento erano stati chiesti 7,6 milioni, il parlamento ne ha concessi 4,5. Si sono quindi arenati i programmi cinematografici sul plurilinguismo e sulla cultura degli immigrati, i soggiorni di lavoro per artisti in altre regioni linguistiche e le borse per opere
teatrali concernenti problemi di comprensione. Pro Helvetia ha sì pubblicato un opuscolo sulla cultura quotidiana e festiva in Svizzera, ma non ha potuto provvedere all'informazione etnografica di base. Sono mancati i fondi anche per progetti interdisciplinari nell'ambito della cultura popolare.

Conclusione. Gli obiettivi perseguiti col polo d'intervento «Mutua comprensione in Svizzera» sono stati in parte raggiunti. Si tratta però, in generale, di un compito inesauribile: lo scopo di generare comprensione non si può conseguire in via definitiva, perché coi cambiamenti culturali il compito si ripropone in chiave sempre nuova. Per presentare i valori culturali come valori comuni, non basta farli circolare come prodotti convenzionali. Occorre lavorare sull'attenzione, occorre concentrare i mezzi e dare segnali chiari ­ leggibili per un vasto pubblico ­ di omaggio alla grandezza e al successo. Il polo d'intervento è stato utile per affinare l'attenzione ed evidenziare i problemi a cui Pro Helvetia, nell'ambito delle attività ordinarie, continuerà a dedicarsi.

1796

2.3.2

Dialogo interculturale

Compito. Col polo d'intervento «Dialogo interculturale» Pro Helvetia, nel periodo corrente di finanziamento, sta ponendo l'accento sul confronto con le culture extraeuropee. E ciò anche allo scopo di schiudere agli artisti e operatori culturali svizzeri nuove regioni del mondo. Si tratta di imparare, da entrambe le parti, come si «fabbrica» cultura su scala mondiale.

In concreto si prevedevano: attività in Oriente e in Asia; un chiarimento della collaborazione con la Divisione dello sviluppo e della cooperazione (DSC); un adeguamento della rete di uffici all'estero; una presenza sistematica alle fiere librarie; scambi di artisti in ogni disciplina; programmi di traduzione; attività rafforzate sull'asse Sud­Nord, mediante il sostegno a soggiorni di lavoro in Svizzera per artisti e operatori culturali di paesi emergenti.

Risultato. Per il polo d'intervento sono stati impiegati 8 milioni di franchi. Con questi mezzi la Fondazione è riuscita a raggiungere una buona metà degli obiettivi prefissati. Il programma di scambi culturali con l'area mediterranea (L'autre méditerranée) si è concluso con successo nel 2005, così come il ciclo prioritario di otto anni imperniato sulla Bolivia. 0406 Swiss Contemporary Arts in Japan, durato dal 2004 al 2006, è stato il programma più ampio mai svolto da Pro Helvetia. Una quarantina di progetti in tutte le discipline ha saputo conquistare alla cultura svizzera le principali istituzioni nipponiche; le varie centinaia di pagine della relativa rassegna stampa stanno a dimostrare l'ampio interesse del Giappone alla presenza culturale del nostro paese. Il primo ufficio della Fondazione in Asia è attivo a New Delhi dal 2007. La partecipazione elvetica a fiere librarie è stata estesa a quelle di Varsavia, Guadalajara, Teheran, Città del Capo e Lipsia.

Progetti singoli di spicco in materia di dialogo interculturale sono stati: ­

le manifestazioni dell'autunno 2006 su Ognissanti e sul giorno dei morti, realizzate d'intesa col dicastero messicano della cultura in Messico e a Basilea (Diesseits vom Jenseits)

­

coproduzioni musicali con artisti svizzeri ed egiziani

­

The Curtain, coproduzione teatrale elvetico-egiziana allestita per la prima volta ad Alessandria (2005)

­

il festival internazionale di arte drammatica europea in Cile, con regolare partecipazione svizzera

­

mostre con pittori/scultori locali e svizzeri in Argentina e Cile (Buenos Días Buenos Aires, Buenos Días Santiago).

­

il confronto fra le fotografie di Naoya Hatakeyama sulle Alpi svizzere e quelle di Balthasar Burkhard sul Giappone, nell'ambito di 0406 Swiss Contemporary Arts in Japan

­

i numeri di Passages sull'Europa orientale (Centrelyuropdriims), sull'Asia orientale (Shifting Perspectives on East Asia), su Stati Uniti e Svizzera (Swiss Roots), sull'India (Passage to India).

Nel contesto del suo riassetto generale, Pro Helvetia nel 2004 ha cessato di sussidiare artisti dell'Africa e dell'America Latina. Il sostegno ai progetti di una certa mole passa così alla DSC, che lo inserisce nella sua attività di pubbliche relazioni. Per le presentazioni e tournée minori di artisti e operatori culturali asiatici, africani o 1797

latinoamericani la Fondazione e la DSC hanno creato congiuntamente il Fondo culture meridionali, gestito a Berna dall'ufficio Cultura & Sviluppo.

Conclusione. Il polo d'intervento rispondeva a un autentico bisogno. La Fondazione, oltre a posizionare la Svizzera anche in paesi lontani come un partner affidabile, in Giappone è riuscita a presentare un ampio ventaglio di manifestazioni, che sono state seguite con rispetto (e per giunta cofinanziate da istituzioni nipponiche nella misura del 50 %).

Gli scopi del polo d'intervento sono stati raggiunti sul piano qualitativo, mentre su quello quantitativo sarebbero possibili aumenti notevoli; l'interesse di molti paesi emergenti agli scambi culturali con la Svizzera resta inappagato. L'eco positiva a progetti impostati in chiave simmetrica ha mostrato che il futuro non consiste solo nel presentare la Svizzera in paesi lontani ma anche nel collaborare davvero, cioè nelle coproduzioni internazionali (cfr. capitolo 3.2.4, pag. 1814 segg.).

2.4

Divisioni tematiche

Nell'ottica delle singole divisioni tematiche, il periodo 2004­2007 si presenta come segue.

2.4.1

Cinema

Compito. Per il quadriennio in esame Pro Helvetia si era prefissa di accorpare le organizzazioni attive nella promozione cinematografica, infittire la presenza di pellicole svizzere nel paese e valorizzare maggiormente il retaggio culturale dei nostri film in un mondo cinematografico improntato alle tendenze e alla novità. Nel contempo il Servizio cinema intendeva realizzare molti progetti con le rappresentanze diplomatiche elvetiche.

Risultato. La rinuncia alla «promozione accentuata» del cinema (Messaggio sul finanziamento delle attività di Pro Helvetia negli anni 2004­2007, comunicato stampa del 28.5.2003) ha fortemente ostacolato le attività della Fondazione in questo campo. È stato comunque messo in atto ­ essendo ininfluente ai fini del bilancio ­ il progetto di accorpamento. In data 1° gennaio 2004 Pro Helvetia, il Centro svizzero del cinema e l'Agenzia svizzera del cortometraggio hanno fondato congiuntamente l'agenzia nazionale di promozione cinematografica Swiss Films, che non solo promuove la distribuzione di pellicole ma si occupa anche di mediazione culturale a favore del cinema svizzero. Sul piano operativo la nuova struttura accorpa le risorse ­ in termini di fondi e di personale ­ delle strutture precedenti. Soprattutto nella Svizzera tedesca il cinema elvetico degli ultimi anni attira un pubblico in forte crescita, grazie naturalmente al fiorire della commedia, e in Romandia si girano pellicole dalle potenzialità internazionali. Swiss Films ha potuto sostenere o potenziare la presenza svizzera ai festival concedendo cospicui contributi, acquistando copie sottotitolate e rafforzando i contatti con i media, con distributori e con acquirenti televisivi. A ciò vanno aggiunti gli stand informativi in mercati cinematografici e fiere televisive nonché il lavoro con registi e con attori.

La sezione romanda di Swiss Films si prodiga con mezzi esigui per valorizzare di più il cinema svizzero nei cantoni francofoni, fra l'altro con un «trade-show» annuale per gestori di sale. Gli scambi fra regioni linguistiche sono sostenuti da Swiss 1798

Films con serate itineranti di cortometraggi e con sussidi a manifestazioni nazionali, come Roadmovie (in comuni minuscoli) o la serie Un po' di cinema svizzero (organizzata dai cineclub ticinesi).

Conclusione. Moltissimi sforzi sono stati assorbiti dall'organizzazione concreta di Swiss Films, struttura la cui veste diverrà definitiva già nel periodo corrente. Questa forte priorità politica non ha permesso di rafforzare in misura adeguata né la tutela del patrimonio filmico né l'attività in Svizzera (e ne sono scaturite critiche). Coltivare la cultura cinematografica sarà fra i compiti principali di Swiss Films fin dal 2007. La fusione fra Servizio cinema, Centro svizzero del cinema e Agenzia svizzera del cortometraggio ha semplificato la collaborazione con le ambasciate elvetiche.

Funzionalità ed efficienza di Swiss Films rispetto alla pluralità delle strutture precedenti sono state valutate, nell'inverno 2005/06, dall'IDHEAP di Losanna. Il periodo in esame è risultato troppo breve per osservare effetti misurabili sull'efficienza: di fatto la nuova organizzazione è alle prese con le aspettative forti, anzi eccessive, del cinema romando. Per quanto riguarda la struttura, l'IDHEAP consiglia di rafforzare l'indipendenza di Swiss Films dalla politica e dal settore cinematografico; gli adattamenti alla struttura di patronato sono previsti per il 2007. In merito al portfolio, inoltre, l'istituto propone misure semplificative che Swiss Films ha già realizzato. La collaborazione con la Sezione cinema dell'Ufficio federale della cultura (UFC) è stata regolata nella prima estate del 2006.

2.4.2

Arti visive

Compito. Nel campo delle arti visive Pro Helvetia si era prefissa di potenziare il proprio ruolo di mediatrice fra le regioni linguistiche, affinare gli strumenti promozionali e rafforzare la collaborazione fra musei. Altro obiettivo della Fondazione era creare un «pool di mostre», per agevolare la trasmissione di mostre esistenti a partner stranieri.

Risultato. Il progetto Cahiers d'artistes (prime pubblicazioni per giovani artisti) ha fatto registrare altre due serie. La mostra collettiva dei Cahiers d'Artistes 2004 a Lugano e la loro prima presentazione in una città estera (La Spezia) sono state pietre miliari di spicco per tutte le parti coinvolte.

Il secondo supporto importante per Pro Helvetia nel campo delle arti visive è costituito dalle mostre itineranti su CD-ROM. Le due più recenti, «La Svizzera, paese di fumetti» e «Architetture ticinesi nel mondo», erano già state presentate oltre 100 volte entro l'estate 2006. Facili da trasportare e legate a spese minime sul piano locale, queste esposizioni sono adatte soprattutto per le rappresentanze diplomatiche all'estero, che le trasmettono a sedi universitarie, biblioteche o fiere librarie.

Promette successo anche PHOTOsuisse, una mostra basata sulla serie televisiva quadrilingue e sulla pubblicazione di SRG SSR idée suisse. Esposta per la prima volta a Roma nell'inverno 2005, questa mostra itinerante ha poi raggiunto la Svizzera, la Francia, la Polonia e altri paesi.

Reprocessing Reality, esposizione sul rapporto fra arti visive e cinema, dopo una prima presentazione al festival di Nyon Visions du Réel è stata trasferita, nell'ambito di Swiss Roots, al PS1 di New York.

1799

Conclusione. L'arte svizzera è sempre più richiesta su scala mondiale, e Pro Helvetia ne ha promosso la diffusione a largo raggio. Con progetti come i Cahiers d'Artistes o PHOTOsuisse la Fondazione sfrutta la possibilità di porre accenti propri e di fornire alle nostre ambasciate supporti adatti alla loro attività culturale. Per un impiego efficiente dei mezzi, in futuro occorrerà seguire maggiormente reti e personaggi chiave della scena artistica.

2.4.3

Musica

Compito. Per il periodo 2004­2007 Pro Helvetia si era prefissa di promuovere la creazione musicale estranea al mainstream, intensificare gli scambi fra le regioni linguistiche, rafforzare strutture importanti per la diffusione di musica (unioni di enti organizzatori, case discografiche) e creare opportunità perché la musica svizzera sia eseguita anche in paesi poveri.

Risultato. Assegnando ogni anno 15 borse di composizione e una sessantina di sussidi per prime esecuzioni assolute, Pro Helvetia contribuisce a un panorama musicale vario, creativo e vivace. Per la comprensione fra le singole culture della Svizzera è stato essenziale il potenziamento delle principali reti di jazz e musica da camera. La Festa mondiale della musica 2004, svoltasi in forma decentrata, ha dimostrato a ospiti e delegati di oltre 50 paesi le possibilità di un federalismo culturale concreto, con la collaborazione su scala nazionale di oltre 20 enti organizzatori.

È stata ampliata la serie dei ritratti discografici di compositori, interpreti e gruppi musicali, edita d'intesa con partner privati e istituzionali. Per il jazz la Fondazione ha introdotto lo strumento del sostegno alle case discografiche; stando a una valutazione esterna, il suo obiettivo di una migliore distribuzione all'estero è stato raggiunto.

Per quanto riguarda l'estero, Pro Helvetia ha cambiato politica. La limitatezza dei mezzi costringe a focalizzarsi sui partner chiave, dotati di proprie risorse finanziarie.

Ne risultano alleanze a lungo termine, piuttosto che puntuali, che portano però a maggiore efficacia e minori spese amministrative. Pro Helvetia ha introdotto per la prima volta forme di sostegno a lungo termine per formazioni jazzistiche; sono previsti aggiustamenti nella seconda metà del periodo corrente.

La Fondazione è sempre più richiesta anche come centro di competenza e fonte informazioni in campo musicale. Per insufficienza di personale, tuttavia, l'apposito polo informativo basato su Internet si è fermato a metà strada.

Conclusione. L'ampia gamma dei compiti esige un'ampia gamma di interventi e una concentrazione su partner importanti. Gli strumenti più durevoli in tal senso sono risultati i soggiorni di lavoro per musicisti e i partenariati garantiti da contratti (Swiss Music Export) nonché i mandati di prestazione a medio termine
(sostegno a formazioni jazz e a case discografiche). Creazione e potenziamento di reti, coproduzioni, soggiorni di lavoro e alleanze stabili sono state le misure principali. Nel prossimo periodo si tratterà sia di proseguire il lavoro sia di accorpare le energie.

1800

2.4.4

Letteratura e società

Compito. Aumenta sempre più il numero dei libri pubblicati, benché il settore librario soffra i rapidissimi mutamenti strutturali in atto. Questa contraddizione va affrontata anche dagli organi finanziatori. Si possono ottenere risultati a medio termine laddove tutti i partner ­ promotori e beneficiari di sussidi ­ riuniscono le forze. La divisione tematica Letteratura e scienze umane si era proposta, fra i suoi obiettivi principali, di limitare l'ampio bacino d'intervento e di concentrare i mezzi su attività particolarmente efficaci.

Risultato. Con le borse letterarie agli scrittori, Pro Helvetia persegue una politica continuativa di promozione rivolta all'intera Svizzera, integrando così l'attività cantonale e comunale. In ambito drammaturgico pone l'accento sul sostegno agli esordienti. Ai progetti Dramenprozessor, MC6 e Textes-en-scènes ha dato il suo appoggio anche la divisione Teatro.

In una Svizzera che possiede diverse regioni linguistiche ma che dialoga anche con altre culture, il sostegno all'attività di traduzione consente la pubblicazione di opere svizzere importanti ­ Pro Helvetia sussidia tutte le traduzioni della collana ch ­ e di libri attuali su temi culturali elvetici, nel paese e all'estero. La partecipazione svizzera alla fiera libraria di Varsavia 2005 mostra i suoi effetti: case editrici polacche e russe hanno intensificato le traduzioni di letteratura elvetica. Un punto culminante si è avuto senz'altro con le attività svolte, in Svizzera e altrove, per commemorare il cinquantenario della morte di Robert Walser. Solo nel 2004 e nel 2005 la Fondazione ha sussidiato anche 15 dibattiti e congressi scientifici su temi svizzeri in campo culturale, con 10 pubblicazioni annesse.

Pro Helvetia promuove la diffusione di letteratura svizzera sussidiando manifestazioni letterarie, case editrici interessanti e programmi letterari nell'ambito di fiere librarie, ma anche distribuendo opere svizzere importanti a biblioteche e atenei di tutto il mondo (circa 15000 libri ogni anno, di letteratura svizzera o su temi culturali elvetici).

Il filone di sostegno «Cultura e società» si sforza di promuovere la mutua comprensione e la solidarietà fra le culture più disparate nel paese, utilizzando soprattutto mostre e manifestazioni tematiche. Ne è un esempio interessante «Glaubenssache», esposizione
del 2006 alla Stapferhaus di Lenzburg. All'interno del polo d'intervento «Mutua comprensione in Svizzera», echi favorevoli ha avuto il piano per promuovere la cooperazione e interconnessione fra musei locali e regionali.

Conclusione. La concentrazione degli sforzi sui compiti chiave della Fondazione ha dato buoni frutti: sostegno alla creazione culturale, progetti di mutua comprensione, sussidi per grandi progetti all'estero che attirano un vasto pubblico e rendono più visibile la letteratura elvetica. La ristrettezza delle finanze ha impedito a Pro Helvetia di svolgere un ruolo più attivo, che avrebbe permesso sia di rafforzare il sostegno alle traduzioni sia di conferire stabilità a case editrici e reti distributive.

2.4.5

Teatro

Compito. Per il periodo 2004­2007 la Fondazione ha posto l'accento sull'incoraggiamento della scrittura teatrale, sul teatro musicale, sulle coproduzioni fra regioni linguistiche e sul sostegno agli esordienti. Altri obiettivi erano collaudare i sottoti1801

toli per lavori teatrali in altre lingue, infittire gli inviti a enti organizzatori stranieri e rafforzare la collaborazione con l'Europa orientale. Primissimo scopo di Pro Helvetia era però un miglioramento della qualità.

Risultato. Spesso la qualità artistica richiede più mezzi. Per garantirli, la Fondazione ha puntato maggiormente sulla sussidiarietà con città e cantoni. Di qui il minor numero delle compagnie selezionate per tournée internazionali e, diversamente da quanto previsto, un maggiore distacco dai gruppi esordienti.

In Svizzera è stato possibile creare e consolidare piattaforme di scambio interlinguistiche (a Berna, Aarau, Thalwil, Nyon, Ginevra, Zurigo). Il forte aumento delle recite estese a più regioni linguistiche corrobora la politica di Pro Helvetia in materia di mutua comprensione. I sottotitoli stanno ormai per diventare uno standard negli spettacoli con gruppi di altre lingue.

Il sostegno alla scrittura teatrale ha un risultato positivo, che si manifesta nel successo strepitoso degli autori svizzeri: i tre premi principali dell'area germanofona nel 2005 sono andati a loro. Grazie soprattutto all'ufficio in Polonia, l'Europa orientale è divenuta un partner solido in ambito teatrale.

Conclusione. Pro Helvetia è sulla buona strada per quanto riguarda il sostegno alle compagnie indipendenti, mentre occorrerebbe aumentare ­ con partenariati duraturi e preventivi adeguati ­ la presenza all'estero dei teatri e gruppi istituzionali svizzeri.

Si sono sviluppati bene anche gli scambi sul piano elvetico. In campo teatrale gli aiuti a traduzioni, gli inviti a organizzatori e gli incentivi finanziari risultano efficaci sui responsabili delle offerte. Bisogna puntare a sfruttare di più il teatro come supporto di mutua comprensione.

2.4.6

Danza e polo d'intervento «Danza»

Compito. Per il periodo corrente Pro Helvetia si era proposta di creare le condizioni quadro, finanziarie e strutturali, per consentire produzioni di altissimo livello artistico internazionale e sfruttare meglio le potenzialità di pubblico. Obiettivo centrale era una promozione armonizzata dell'arte coreica nel contesto svizzero, per rendere la danza più professionale, aumentarne la competitività all'estero e ridurre gli squilibri fra regioni. A tale scopo la Fondazione ha stabilito un polo d'intervento.

Risultato. Grazie al suo grande potenziale artistico, la nostra danza è un'ospite gradita in tutti e cinque i continenti. Poiché in Svizzera ­ diversamente che all'estero ­ a lungo l'arte coreica è stata per gli enti promotori solo una cenerentola, le condizioni produttive nel ramo restano precarie, insufficienti a garantire una competitività internazionale. Il polo d'intervento ha contribuito a rendere meno pesanti queste lacune.

Punto centrale è stato il Progetto Danza. In vista della nuova legge sulla promozione della cultura, Pro Helvetia, l'UFC, i cantoni, le città e il settore coreico hanno elaborato congiuntamente un piano generale armonizzato di promozione della danza elvetica. Tale piano affronta tutti i livelli dell'arte coreica, prevedendo strumenti e misure in vari campi (formazione, creazione, diffusione, infrastrutture, mediazione, documentazione, riqualificazione professionale). Ecco le prime misure già attuate.

1802

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I «patti cooperativi di promozione» pluriennali fra le compagnie di danza da un lato e le città, i cantoni e Pro Helvetia dall'altro: questa forma di collaborazione ­ una novità nella politica culturale federalistica ­ migliora le condizioni di lavoro delle compagnie, garantendo continuità e una migliore valorizzazione.

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La creazione di Réseau Danse Suisse: questa rete, che a lungo termine svilupperà un centro di competenza per la promozione e diffusione di danza svizzera, congloba le attività dei propri membri in vari campi (infrastrutture, scambi, mediazione, salvaguardia, formazione), ai fini di un coordinamento migliore e di sinergie finanziarie.

­

Il Bachelor of Arts in danza contemporanea, coreografia e pedagogia della danza: questo titolo sarà ottenibile già nel 2010, grazie ai corsi postdiploma in cultura coreica e in pedagogia della danza introdotti a Berna (dall'università, che organizza anche un master in studi coreici) e a Zurigo (dalla Hochschule für Musik und Theater). Nel 2007 scatterà inoltre il progetto pilota del diploma professionale in danza scenica (maturità professionale compresa), con corsi nella Svizzera tedesca e in Romandia.

Per diffondere di più la danza svizzera nel paese e all'estero, Pro Helvetia ha partecipato a reti internazionali, pubblicato un numero di Passages sulla danza e prodotto, negli anni 2004 e 2006, il CD promozionale in 3000 copie Swiss Dance Selection (il prossimo uscirà nel 2008). Sono stati cofinanziati soggiorni in Svizzera per organizzatori stranieri e consolidati accordi con sedi estere. Nel 2006 le sole Giornate svizzere della danza, a Ginevra e a Losanna, hanno quindi visto affluire oltre 120 direttori di sedi coreiche svizzere o straniere.

Il polo d'intervento ha permesso di aumentare, fra l'altro, il sostegno a festival e progetti di mediazione in ambienti extraurbani (come éviDanse nel Giura, theater:now a Steckborn o Tage des Tanzes a Coira), per livellare le disparità fra le regioni.

Conclusione. Il polo stesso ha rappresentato una prima tappa verso la creazione delle condizioni quadro ­ finanziarie e strutturali ­ di cui ha bisogno la danza svizzera.

Altre tappe seguiranno nel prossimo periodo di bilancio. Segnali positivi sono gli aumenti di spesa per l'arte coreica decisi da diversi cantoni e città grazie al Progetto Danza. A livello nazionale resta compito primario della Fondazione rafforzare le reti e il transfer di know-how, allestire strumenti promozionali per il mercato internazionale e cofinanziare le tournée all'estero.

2.4.7

Progetti interdisciplinari

Se in un punto Pro Helvetia si è sbagliata nel formulare previsioni a fine 2003, l'errore riguardava i progetti interdisciplinari. La «grande ondata nuova» degli anni '90 non ha tardato a normalizzarsi: i progetti che uniscono in modo convincente le varie discipline non sono affatto molti. Anche la domanda di sostegno finanziario in questo campo è risultata quindi inferiore alle attese. Molti progetti, provenendo in fondo da una sola disciplina, sono stati conteggiati nel bilancio della divisione tematica corrispondente. In altri casi si trattava di festival polivalenti, sostenere i quali spetta invece alle città. La Fondazione intende perciò dedicare di più questa voce di bilancio a mandati interdisciplinari, come quelli conferiti alla Stapferhaus di 1803

Lenzburg o all'atp (Associazione per artisti ­ teatri ­ promozione, Svizzera).

Quest'ultima, che per conto di Pro Helvetia provvede a evadere le molte richieste concernenti le «arti della scena» svizzere, a tale scopo riceve dalla Fondazione 250 000 franchi. Il modello, funzionante già da 31 anni, contribuisce parecchio alla vitalità del settore specifico.

2.5

Servizio internazionale

Compito. Per il periodo 2004­2007 il Servizio internazionale si era prefisso di riorientare in termini strategici l'attività oltre frontiera e la rete degli uffici all'estero.

Il raggio d'azione di quelli minori andava esteso alla rispettiva fascia regionale, gli uffici in Italia (Milano, Roma) e nell'Europa orientale andavano rispettivamente ristrutturati e ridimensionati. Per stimolare gli scambi con importanti paesi fruitori, infine, si pensava di aprire uffici di collegamento all'estero.

Risultato. Alle previsioni della scorsa richiesta di finanziamento il Consiglio di fondazione ha sostituito, nell'autunno 2004, una strategia per l'estero riformulata.

Oggi Pro Helvetia parla di nove aree culturali, in ognuna delle quali a lungo termine ritiene necessario un proprio ufficio: grandi regioni in crescita, cioè, con un forte potere d'attrazione culturale sugli operatori svizzeri e con presupposti strutturali per scambi fecondi.

In tali aree ­ Europa occidentale, Europa orientale, Russia, India, Cina, mondo arabo, Africa meridionale, Nordamerica, America Latina ­ gli uffici di collegamento fungono da apripista, organizzano incontri e assistono gli scambi culturali nel senso di garantirne la qualità. Il modello dell'ufficio di collegamento privo di proprie sale per manifestazioni, conviene in termini di costo, si basa su partenariati in loco e si integra quindi nella realtà culturale del paese ospitante. In compenso, però, opera con un pubblico esistente davvero. Nel 2004, di conseguenza, il Consiglio di fondazione ha deciso di aprirne uno in India (a New Delhi) nel 2007, coinvolgendo così negli scambi con la Svizzera una delle nazioni culturali emergenti. In parallelo sono in corso sondaggi per un altro ufficio in Cina. Che sia questo il modello del futuro, lo deduciamo per esempio dalla trasformazione di quindici centri culturali europei in uffici di collegamento, avviata nel 2006 dal Goethe-Institut.

Il riorientamento della strategia per l'estero ha portato cambiamenti importanti.

­

Sistematizzazione: a lungo termine Pro Helvetia intende essere presente in tutte e nove le aree culturali. Dal 2008 ogni ufficio di collegamento avrà un budget di 500 000 franchi, di cui almeno 350 000 riservati a progetti. Di qui la chiusura coerente, già avvenuta, delle sedi di Budapest, Bratislava e Praga, per destinare risorse al potenziamento in altri continenti.

­

Il riassetto dell'Istituto Svizzero di Roma (ISR): insieme all'UFC e alla segreteria di Stato per l'educazione e la ricerca (SER), Pro Helvetia ha rilanciato l'ISR su nuove basi e gli ha aggregato il proprio centro culturale di Milano.

­

La Fondazione ha sostituito l'UFC come ente finanziatore dello Swiss Institute di New York, per conservare alla Svizzera un'istituzione culturale che gli abitanti della Grande Mela considerano fra le più affermate!

1804

Queste decisioni ricompariranno al capitolo 4.1 come misure 5, 6, 7 e 9. Altre considerazioni riguardano: ­

il modello del «centro culturale» come il Centre Culturel Suisse di Parigi (CCSP). Tale modello oggi viene rivisto con uno sguardo agli obiettivi di Pro Helvetia (per esempio negli scambi con le regioni francesi), al rapporto costi/benefici e alla forma di finanziamento. In questo senso entra in gioco anche un importante fattore esterno, ossia il fatto che il CCSP, violando la legge sul ripristino del quartiere Marais («legge Malraux» del 4.8.1962), è stato tollerato per vent'anni dal municipio parigino. Date le prese di posizioni ufficiali francesi, nel 1985 la Fondazione era consapevole senz'altro che l'edificio, iniziato appunto allora, avrebbe avuto carattere provvisorio. Nel 2002 il municipio ha deciso infine di attuare il relativo «piano di salvaguardia». I vent'anni sono scaduti nel 2005, e ora Pro Helvetia ha due opzioni possibili: chiudere a medio termine il CCSP o cercare di sostituirlo, cosa però divenuta impensabile ­ per motivi finanziari ­ in una zona centrale;

­

lo Swiss Cultural Programme South-Eastern Europe and Ucraine (SCP), su mandato della DSC. Si stanno negoziando una proroga del programma fino al 2010/11 e un suo ridimensionamento, visto che oggi alcuni dei paesi coinvolti fanno parte dell'Unione Europea.

Conclusione. La Fondazione, all'insegna di una strategia riformulata, oltre frontiera ha raggiunto obiettivi importanti. La rete degli uffici all'estero è interamente ristrutturata. Pro Helvetia intende rinunciare a ulteriori centri culturali: grazie alla collaborazione coi partner locali delle manifestazioni, gli uffici di collegamento danno ottimi risultati con costi minori. Vista la situazione finanziaria, l'ampliamento della rete procede comunque a ritmi contenuti.

2.6

Progetti in proprio della Fondazione (programmi)

Fin dalla sua nascita (1939), Pro Helvetia lancia progetti in proprio per porre accenti particolari. Oggi sono aumentate le esigenze di efficacia in sede di attuazione, mentre partenariati più ampi e un concetto aggressivo di sussidiarietà hanno aumentato anche il numero delle interfacce con altri enti. Di qui, nel 2005, la scelta di accorpare i progetti della Fondazione in un apposito «settore Programmi».

Nell'attività di Pro Helvetia i programmi sono uno strumento chiave, che consente interventi di politica culturale ed esibizioni convincenti all'estero. Utilizzati soprattutto nei poli d'intervento, per la Fondazione essi comportano un investimento finanziario oscillante fra 0,4 e 2,5 milioni di franchi. In genere un contributo ben più cospicuo, in termini di denaro e di servizi, è quello richiesto ai partner locali: nel caso di scene:schweiz, realizzato nel 2004, il dicastero culturale della Renania settentrionale-Vestfalia ha versato il quintuplo rispetto a noi, mentre in Giappone stimiamo che i contributi locali siano equivalsi ai nostri. Di fatto, perciò, il preventivo annuale del settore Programmi ­ circa 2,3 milioni nel 2005 ­ è risultato duplicato.

La Fondazione distingue fra i programmi tematici, che si svolgono in Svizzera, e quelli per fasce geografiche, realizzati all'estero in collaborazione con Presenza Svizzera (PRS), che si occupa della comunicazione, mentre Pro Helvetia è responsabile dei contenuti. Spesso i secondi vengono suggeriti dalle rappresentanze diplomatiche elvetiche, che sfruttano un'attualità locale come punto di partenza per un'espo1805

sizione condensata della Svizzera culturale. Questi i programmi per fasce geografiche relativi al periodo corrente di finanziamento: ­

Swiss Peaks (2003), festival di due mesi sulla Svizzera a New York, in collaborazione con il consolato generale e con PRS.

­

Mira Suiza (2003) in musei di Madrid, diciotto mostre collaterali alla maggiore fiera spagnola in campo artistico (ARCO 2003) come parte iniziale del programma prioritario di PRS.$$$

­

scene:schweiz (2004), programma culturale dedicato alla Svizzera, su invito del dicastero culturale della Renania settentrionale-Vestfalia.

­

0406 Swiss Contemporary Arts in Japan (2004­2006), programma culturale biennale imperniato sulla Svizzera nell'ambito dell'Expo di Aichi, in collaborazione con PRS e con l'ambasciata in Giappone.

­

Swiss Roots (2006), programma sulle «radici svizzere in America», diretto dal nostro consolato generale di New York.

­

La belle voisine (2007), con la Svizzera ospite a Lione e nella regione francese Rhône-Alpes.

Questi i programmi tematici: ­

Gallerie 54/34.7km (2002­2007), sui trafori alpini ma anche sulla problematica delle microculture e del transito (valli della Kander e della Reuss, Leventina e Vallese).

­

swixx ­ mondi culturali svizzeri (2004­2006), sul rapporto fra identità culturale e migrazione (intera Svizzera).

­

echos ­ cultura popolare per domani (2006­2008). Con quest'ultimo programma Pro Helvetia si domanda come potrebbe essere una futura politica di sostegno nell'ambito della cultura popolare. D'intesa con una dozzina di cantoni, la Fondazione sta sviluppando progetti nella fascia d'incrocio fra le tradizioni popolari e la creazione artistica contemporanea.

2.7

Comunicazione

Compito. Conferire profilo, interconnettere, posizionare i temi, questi gli obiettivi principali della Fondazione nel quadro della richiesta di finanziamento per gli anni 2004­2007. Pro Helvetia intendeva, in particolare, rendersi più visibile come centro di competenza in materia di cultura e di politica culturale.

Risultato. Il Servizio comunicazione ha sviluppato e impiegato strumenti nuovi, ma anche rinunciato a strumenti precedenti. Nel marzo 2005, per esempio, la Fondazione ha ristrutturato il suo sito web in cinque lingue (tedesco, francese, italiano, inglese, romancio), aggiungendogli una newsletter elettronica e un glossario online sui termini più frequenti del proprio lavoro culturale. In tutto il mondo gli interessati possono quindi tenersi aggiornati su Pro Helvetia e sui suoi progetti. Si è proceduto anche a semplificare la Guida per richiedenti e i connessi formulari per richieste di sussidi. All'insegna di una maggiore apertura verso i media, gli artisti e gli operatori culturali, dal 2005 i «salotti» della Fondazione offrono 2­3 dibattiti annui fra esperti specifici, su temi di politica culturale.

1806

Quanto al lavoro informativo basato su pubblicazioni a stampa, dal 2004 Pro Helvetia, attenta ai costi, punta sulla concentrazione e su una maggiore efficienza distributiva. A fine 2005 è stata quindi sospesa la collana degli Opuscoli culturali. In compenso la rivista culturale trilingue (Passages) è passata da 2 a 3 numeri annui e si orienta maggiormente ai programmi attuali della Fondazione, ai poli d'intervento e ad argomenti di politica culturale. Un nuovo tipo di pubblicazione con forti agganci all'attualità è stato il piccolo glossario sulla politica culturale svizzera, edito nel 2005 in tedesco, francese e italiano come contributo al dibattito concernente la legge sulla promozione della cultura. Già esaurito in breve tempo, l'opuscolo ha dimostrato come nelle città e nei cantoni ci sia la necessità di un'informazione coordinata e di strumenti efficaci; la Fondazione vuole approfondire anche questo aspetto.

Conclusione. È valsa la pena di concentrare l'attività comunicativa sulle competenze centrali della Fondazione e di rendere più trasparente la comunicazione. Pro Helvetia è sempre più percepita dagli artisti, dagli operatori culturali e dalla politica culturale come un partner attendibile.

3

Sguardo al prossimo periodo

Questo capitolo delinea il fabbisogno finanziario della Fondazione per il periodo 2008­2011, partendo dalle risorse effettive disponibili dal 2004 al 2007 e citando il fabbisogno aggiuntivo. La sua struttura rispecchia le divisioni tematiche che assolvono i veri e propri compiti di base, ossia le prestazioni minime di Pro Helvetia in certi ambiti (promozione della creazione artistica, scambi e mutua comprensione in Svizzera, cura dei rapporti culturali con l'estero). Dapprima il capitolo illustra gli obiettivi superiori e i poli d'intervento, ovvero i campi in cui la Fondazione riscontra una necessità di agire molto accresciuta. Dopo la parte sulle divisioni tematiche e un breve cenno ai contributi indispensabili che il settore Programmi e il Servizio comunicazione offriranno all'attività di Pro Helvetia, schizzeremo gli sviluppi della nostra struttura internazionale. I problemi di collaborazione a livello federale, così come i costi di amministrazione e produzione, saranno invece affrontati nel capitolo 4.

3.1

Obiettivi superiori

Alla luce di quanto esposto nel capitolo introduttivo e dei processi già impostati nel periodo corrente di finanziamento, indichiamo qui di seguito gli obiettivi superiori della Fondazione per il prossimo periodo, che in generale sarà all'insegna non dell'allargamento ma dell'approfondimento.

­

Rafforzare l'attività di mediazione in Svizzera, con uno sguardo ai giovani, alle fasce di orientamento tradizionale e alle comunità straniere. In questo senso verrà posto l'accento sul lavoro linguistico.

­

Utilizzare maggiormente, congiuntamente con città e cantoni, strumenti di sostegno efficaci a medio termine, come i contrats de confiance triennali.

­

Chiarire la ripartizione dei compiti con altri organi federali, puntando ad attribuzioni esclusive invece che a sovrapposizioni concordate (cfr. capitolo 4.3, pag. 1838). Si tratta soprattutto di semplificare la collaborazione con la rete delle missioni diplomatiche svizzere.

1807

­

Approntare know-how e strumenti per lo scambio con l'Asia (in collaborazione con PRS), creando uffici all'estero e sviluppando rapporti stabili con fruitori importanti di cultura svizzera.

­

Intensificare la cultura di partenariato: progetti cospicui con collaborazione approfondita sono preferibili a una miriade di progetti piccoli che non lascino tracce riconoscibili.

­

Unificare la politica di sostegno in tutte le divisioni (meno regole, maggiore accessibilità di Pro Helvetia per i richiedenti, requisiti confrontabili, selezione più rigorosa, soglie d'ingresso più elevate), puntare agli effetti.

­

Procedere a semplificazioni amministrative, per potere svolgere nuovi compiti con il personale già esistente.

Volendo riflettere criticamente sul proprio operato e renderlo più duraturo, la Fondazione intende inoltre ­

intensificare gli scambi di know-how con istituzioni affini di altri paesi. Il distacco dalla cultura d'impronta nazionale determina uno spostamento dai contenuti alle forme di lavoro e alle possibilità di apprendimento. Si ha così un incrocio d'interessi fra Goethe-Institut, Instituts Français, CulturesFrances, Dante Alighieri, Instituto Cervantes, British Council e Pro Helvetia;

­

perfezionare strumenti di valutazione per politiche e progetti culturali. In questo senso la Fondazione ha lanciato, all'inizio del 2006, un progetto volto a elaborare una «guida alla valutazione», d'intesa con il Percento culturale Migros e con la Deutsche Bundeskulturstiftung;

­

ampliare con costi contenuti la rete degli uffici all'estero, grazie a un partenariato con la SER.

3.2

Poli d'intervento

I quattro poli d'intervento per il periodo 2008­2011 si possono suddividere in due categorie: «tematici» (mediazione artistica e culturale, scambio con l'Asia) e «strumentali» (traduzione, coproduzioni internazionali).

I temi servono a focalizzare l'attività, gli strumenti a innalzare la qualità.

3.2.1

Mediazione artistica e culturale

Gli ultimi due decenni sono stati all'insegna di un ampliamento dell'offerta di cultura. Sia la produzione culturale sia il numero dei festival e delle sedi di manifestazioni si sono moltiplicati; è un'evoluzione positiva, che ha procurato alla cultura una posizione di forza in molte sfere della società. A un tale aumento dell'offerta non ha però fatto riscontro una crescita analoga del pubblico: per molti la paura del nuovo resta ancora alta (cfr. capitolo 1.3, pag. 1790 seg.). È tempo quindi di avviare un cambiamento di paradigmi, cioè d'incentivare non solo la produzione ma anche la ricezione. Il polo d'intervento «Mediazione artistica e culturale» intende promuovere progetti che rendano accessibili in modo semplice produzioni culturali d'alto livello. Simili progetti devono partire da entrambi i versanti: occorre ripensare sia l'offerta sia la comunicazione, porre quesiti sui bisogni, suscitare interesse, rendere 1808

visibili i vantaggi personali legati al confronto con l'arte. Nonostante l'indiscussa attualità del tema, il lavoro di mediazione resta infatti abbondantemente in secondo piano per molti organizzatori, artisti, operatori culturali ed enti promotori.

Target del polo d'intervento sono tutte le fasce d'età. Bambini e ragazzi costituiscono il pubblico di domani e possono beneficiare particolarmente a lungo di un'offerta di mediazione; gli adulti sarebbero il pubblico di oggi e un solido argomento per affinare l'offerta attuale di cultura. Di qui gli incentivi ad artisti e istituzioni, affinché sviluppino progetti e piani generali che ­

si rivolgano a bambini o ragazzi, assegnino un ruolo centrale alla loro partecipazione e da loro possano venire gestiti o proseguiti

­

mobilitino adulti non ancora consumatori di cultura

­

procurino al pubblico attuale una comprensione approfondita dei processi culturali

­

inducano gli anziani a una partecipazione culturale sia attiva sia passiva

­

formulino i bisogni culturali di fasce «lontane dalla cultura» e di regioni culturalmente povere

­

incoraggino gli amanti della cultura tradizionale al confronto con forme attuali (e viceversa)

­

rafforzino la coesione fra generazioni e fra ceti sociali.

I pochi spunti sottostanti possono dare un'idea del vasto ventaglio di forme possibili.

(Sarà importante orientarsi alla «best practice» di altri paesi e soprattutto del Regno Unito. Da sempre proprio i britannici insistono molto su tutte le forme dell'«audience development», cioè su come avvicinare nuovi fruitori all'offerta culturale.)

­

«Piccole attività passive» come discorsi pubblici, introduzioni a opere, progetti «attivi» di sensibilizzazione come quelli che consentono esperienze culturali personali in campi estivi o workshop.

­

Grandi eventi orientati alla comunicazione, come giornate nazionali di divulgazione, giornata svizzera della lettura, misure generali di formazione nell'ambito dei curricoli formativi.

­

Manifestazioni artistiche in luoghi adatti a sorprendere un pubblico nuovo o in cui la fruizione non può essere impedita da barriere finanziarie.

­

Creazione di piattaforme di perfezionamento per mediatori professionisti, d'intesa con paesi che praticano la mediazione in molti modi.

­

Ricorso a mezzi d'espressione popolari come veicoli di promozione culturale (giochi al computer, podcast, blog).

­

Dibattito sul concetto vigente di cultura, proiezioni nel futuro, sviluppo di direttive per una promozione culturale dinamica (in collaborazione con città e cantoni).

In Svizzera il peso attribuito alla mediazione culturale varia molto a seconda degli enti organizzatori. Dapprima si tratterà di accumulare «know-how», accertare la situazione attuale. In una seconda fase Pro Helvetia creerà, insieme a partner esterni, nuovi supporti di mediazione. L'efficacia di queste iniziative, impostate progetti modello, andrà valutata via via.

1809

Nell'ambito del polo d'intervento, la Fondazione agirà a quattro livelli: cofinanziando progetti esterni, mettendo a disposizione know-how, contribuendo a lanciare progetti pilota, continuando con città e cantoni a sistematizzare l'opera di mediazione e a inserirla nella promozione culturale. Questi gli obiettivi a lungo termine: ­

elaborare, in collaborazione coi cantoni, un piano generale che assegni alla cultura un posto adeguato nella scuola

­

sviluppare e trasmettere il sapere in ambito di mediazione, trasmetterlo a istituzioni e moltiplicatori

­

elaborare strumenti di mediazione

­

sostenere in forma durevole progetti di mediazione, adattare la politica di sostegno.

Il tutto contribuirà a far sì che le istituzioni divengano più permeabili a esigenze e ottiche nuove, che in Svizzera si guardi con più curiosità agli esiti raggiunti da artisti e operatori culturali. Con questo polo d'intervento Pro Helvetia intende consentire ad artisti e istituzioni di influire di più sulla società e utilizzare la forza emotiva della cultura, cioè contribuire a «formare il cuore» di chi abita in Svizzera, a «educarlo in senso estetico».

Fabbisogno finanziario: Misure «Mediazione artistica e culturale»

2009

2010

Analisi della situazione, piani generali e manuali (workshop, dibattiti, mandati, pubblicazioni) 0,20

0,30

0,20

Lancio, accompagnamento e valutazione di progetti pilota con partner esterni

0,60

0,60

0,60

0,40

2,20

Sostegno a progetti esistenti, iniziative di stimolo con carattere di progetto pilota

0,25

0,25

0,25

0,25

1,00

Giornata nazionale della mediazione (con valorizzazione mediatica)

0,10

0,60

0,20

0,60

1,50

Progetti speciali, collaborazione con città e cantoni

0,25

0,25

0,25

0,25

1,00

Totale per quattro anni

3.2.2

2008

2011

Periodo

0,70

6,40

Scambio con l'Asia

Un'economia e un commercio floridi destano la curiosità e il bisogno di comprendere l'altra cultura. Ciò è particolarmente interessante nel caso dell'Asia, sia perché le sue sono «culture d'alto rango» evolutesi nei secoli, molto consapevoli di sé e con codici differenziati, sia perché la sua produzione artistica attuale è in crescita rapidissima, sull'onda del boom economico, e preme verso l'esterno. Grandi mostre sull'arte contemporanea cinese (come nel 2005 Mahjong al Kunstmuseum di Berna), pellicole e spettacoli delle arti rappresentative suscitano vivace interesse ma anche

1810

scetticismo e cautela. Che cos'è soltanto boom, che cosa ha basi solide? Questi scambi che cosa possono insegnare, a noi o ai nostri artisti e operatori culturali?

L'infrastruttura culturale che si sta creando offre nuove piattaforme d'incontro e confronto nonché ­ particolare non sgradito ­ nuovi sbocchi di mercato per artisti e operatori culturali elvetici. Perfino a livello ufficiale cresce il desiderio di maggiore scambio culturale che accompagna gli intrecci economici. Lo attesta l'infittirsi delle visite a Pro Helvetia da parte di delegazioni culturali asiatiche. Presenza Svizzera ha già elevato la Cina e l'India a punti forti della propria attività fino al 2010.

Tutto sembra indicare che Pro Helvetia debba raccogliere la sfida dell'Asia e stabilirvi intensi scambi culturali. India, Cina, Taiwan, Corea, Giappone, Indonesia rappresentano il 40 per cento della popolazione mondiale. Oltre a formare complessivamente la manifattura più grande del pianeta, questo sestetto di paesi si proclama giustamente anche la culla di tecniche culturali fondamentali.

In sostituzione dell'attuale polo d'intervento «Dialogo interculturale», Pro Helvetia propone i seguenti accenti.

­

In stretta collaborazione con organizzatori locali, due programmi biennali ­ uno per l'India e uno per la Cina ­ fortemente improntati a progetti di scambio e a coproduzioni con artisti indiani/cinesi, da presentare sia in Svizzera sia nei paesi ospitanti.

­

Apertura di un ufficio in Cina per seguire progetti (garante di qualità), seguire coproduzioni, sviluppare partenariati qualificati e trasmettere know-how alla sede centrale.

­

Creazione progressiva di una rete di enti organizzatori competenti e affidabili.

­

Intensificazione del transfer reciproco di iniziative formative e di know-how.

(Nelle università professionali svizzere c'è un forte interesse a scambi con risvolti pratici: per esempio tra la facoltà di architettura dell'ateneo di Burgdorf e l'India, oppure fra la Hochschule für Kunst di Lucerna e la Cina.)

­

Potenziamento dei soggiorni di lavoro per artisti e curatori di varie discipline.

­

Discussioni e dibattiti culturali per un'analisi critica del fascino esercitato dall'Asia sull'Europa.

­

Tournée, partecipazioni a festival e mostre correlate a programmi formativi e altri elementi di divulgazione.

Nel contesto del polo d'intervento «Traduzione», Pro Helvetia intende lanciare una collaborazione con l'Istituto di lingue straniere a Pechino per traduzioni di letteratura elvetica e di libri sulla cultura della Svizzera. Anche opere scelte cinesi (fra cui storie della letteratura) meritano di venire tradotte nelle nostre lingue nazionali.

Per il polo d'intervento «Scambio con l'Asia» è necessario un modello a più fasi.

Dopo uno studio di situazione, si svilupperanno progetti pilota e si cercheranno nuovi partner istituzionali; l'ultima tappa consisterà in presentazioni qualificate della cultura svizzera e in coproduzioni.

Questi gli obiettivi perseguiti da Pro Helvetia: ­

rafforzare a lungo termine i rapporti fra artisti o operatori culturali svizzeri e produttori/organizzatori asiatici, conformemente all'obiettivo strategico della diffusione 1811

­

ampliare la competenza interculturale (sia della Fondazione sia degli artisti e operatori culturali) e allestire strumenti adeguati per una domanda crescente ad ampio raggio, conformemente all'obiettivo strategico dell'apprendimento

­

far percepire la Svizzera come nazione di cultura nel gruppo dei sei paesi citati, conformemente all'obiettivo strategico della rappresentazione

­

seguire meglio progetti di scambio, mostre e spettacoli in Asia all'insegna di un controllo più rigoroso della qualità, conformemente all'obiettivo ­ fissato per il periodo in esame ­ dell'approfondimento.

Fabbisogno finanziario: Misure «Scambio con l'Asia»

2008

2009

2010

2011

Periodo

5 soggiorni annui per artisti (nelle due direzioni)

0,10

0,10

0,10

0,10

0,40

Transfer di offerte formative

0,05

0,10

0,30

0,05

0,10

Programma per la Cina

1,10

1,10

Programma per l'India

0,90

Tournée, mostre, letture pubbliche

0,40

Dibattiti, pubblicazioni, supporti Iniziative straordinarie 2008 per i sessant'anni dei rapporti con l'India

2,20 0,90

0,40

0,40

0,40

1,60

0,10

0,10

0,10

0,30

0,30

0,30

Ufficio in India (fondi tratti dal bilancio regolare) Apertura e sviluppo di un ufficio in Cina, 2010 e 2011 Totale per quattro anni

3.2.3

0,60

0,60 6,60

Traduzione

Gli scambi fra regioni linguistiche e con altre cerchie culturali sono stati fra i compiti centrali di Pro Helvetia fin dalla sua nascita. Nel quadro di tali compiti, promuovere la traduzione era ed è uno strumento importante e irrinunciabile. Alla Fondazione, unico ente svizzero a farlo in via continuativa nel paese e oltre frontiera, spetta quindi un ruolo di rilievo sia per la mutua comprensione in Svizzera sia per il dialogo con l'estero. Implicito è il rafforzamento della collaborazione con i cantoni plurilingui.

La globalizzazione, l'apertura dell'Europa orientale e lo spostamento degli interessi politici, economici e culturali verso nuove regioni geopolitiche hanno determinato una crescita costante delle esigenze nel campo della traduzione. Né le misure varate finora né i mezzi attualmente disponibili sono in grado di coprire questo fabbisogno accresciuto.

1812

Nel 2005 Pro Helvetia ha speso circa 800 000 franchi per traduzioni, di cui 350 000 per progetti orientati all'interno (soprattutto da un lingua nazionale all'altra) e 450 000 per traduzioni di letteratura svizzera in altre lingue.

Titoli sussidiati: Traduzioni sussidiate da Pro Helvetia

2003

2004

2005

In Svizzera (fra lingue nazionali)

43

55

36

Nell'Europa occidentale

16

19

35

Nell'Europa orientale

29

38

53

6

3

4

94

115

128

In altri continenti Totale

Puntando prioritariamente sulla traduzione (compito trasversale per l'intera Fondazione), Pro Helvetia intende reagire a una domanda aumentata. Non è solo la diffusione di libri in altre lingue a dipendere dall'attività di traduzione e dai mezzi finanziari connessi. Anche in campo espositivo e teatrale le opportunità di realizzazione aumentano se si può finanziare la traduzione dei testi. Per poter raggiungere un pubblico più ampio, oggi i cataloghi nelle lingue nazionali e le recite sottotitolate sono una necessità.

Per tale motivo, Pro Helvetia intende esulare dall'ambito angusto del sostegno alla traduzione (narrativa di autori svizzeri, pubblicazioni su temi culturali elvetici).

Occorre sostenere anche la saggistica svizzera d'interesse culturale o sociopolitico, così come i libri editi in Svizzera che contribuiscano alla mutua comprensione fra le varie cerchie culturali del paese e con l'estero. Risulta comprovato, inoltre, che misure promozionali accorte si ripercuotono in un netto aumento dell'attività di traduzione.

Nell'ambito di tale polo, sono queste le misure prese in considerazione da Pro Helvetia: ­

ampliare la sfera prevista per il sostegno alla traduzione e stilare i relativi criteri

­

rafforzare le misure promozionali (opuscoli con opere nuove, partecipazione a fiere librarie e centri di traduzione), per incoraggiare le case editrici alle traduzioni

­

lanciare programmi di sostegno a lungo termine in paesi con uffici di Pro Helvetia (misura già in preparazione per l'Europa orientale e per l'India)

­

sussidiare case editrici che vantano programmi traduttivi di alto profilo

­

allargare le cooperazioni internazionali attuali, per promuovere la traduzione in Svizzera e all'estero

­

sussidiare workshop di traduttori, in collaborazione con partner professionali

­

assegnare borse di traduzione

­

organizzare dibattiti tematici in occasioni adatte.

1813

Questi invece gli obiettivi formulati dalla Fondazione: ­

assicurare in tutte le regioni linguistiche la fruizione delle principali opere di base nel campo della narrativa e delle scienze umane

­

coltivare una cultura della traduzione e la consapevolezza del plurilinguismo

­

garantire la sopravvivenza delle case editrici specializzate in opere tradotte

­

potenziare le reti editoriali internazionali come canali distributivi di letteratura svizzera

­

posizionare Pro Helvetia come istituzione principale e indispensabile in materia di mutua comprensione

­

raggiungere nuovi segmenti di pubblico.

Fabbisogno finanziario: Misure «Traduzione»

2008

2009

2010

2011

Periodo

Sostegno alla traduzione

0,20

0,30

0,20

0,30

1,00

Sostegno alle case editrici per traduzioni

0,15

0,15

0,15

0,05

0,50

Borse per traduttori

0,05

0,05

0,05

0,05

0,20

Potenziamento di reti internazionali

0,02

0,03

0,02

Dibattiti

0,40

Workshop, perfezionamento

0,05

0,05

Totale per quattro anni

3.2.4

0,05

0,03

0,10

0,40

0,80

0,05

0,20 2,80

Coproduzioni internazionali

Nell'aprile 2004 il Consiglio di fondazione ha ridefinito i cardini strategici del lavoro di Pro Helvetia all'estero. È stato posto l'accento sulla diffusione di cultura svizzera, sull'accesso a nuovi mercati e sullo sviluppo di reti per artisti e operatori culturali svizzeri: in altre parole, sull'export verso paesi provvisti di un'infrastruttura culturale funzionante e il cui interesse a partenariati con la Svizzera non si limiti al solo sostegno finanziario. È stato respinto, d'altronde, l'import di cultura da paesi stranieri: Pro Helvetia infatti, con tutta la sua buona volontà, non può rimediare alle carenze dei meccanismi esteri di sovvenzionamento.

La Fondazione ha invece espresso il desiderio di dedicarsi maggiormente al settore ­ rilevante per i nostri artisti e operatori culturali ­ delle coproduzioni internazionali, onorando così in misura maggiore gli sforzi compiuti in comune da musicisti, danzatori, pittori o registi svizzeri e stranieri.

Ne sono derivate alcune forme esemplari di collaborazione: per esempio «The Curtain» (produzione teatrale svizzero-egiziana, in cui un lavoro egiziano è stato recitato da attori di entrambi i paesi ­ in arabo e in inglese! ­ e allestito sotto regia elvetica) oppure la tournée «Enishi ­ Encounter» dell'Ensemble Classique basilese, che nel 2004, insieme a solisti giapponesi, ha eseguito in Giappone opere musicali svizzere e nipponiche.

1814

La comparsa dell'Asia sulla scena mondiale ha aumentato di colpo la richiesta di opportunità insite in un simile strumento e ne ha chiarito il potenziale in termini di «cura dei rapporti culturali». Diversamente dalla presentazione all'estero di opere d'arte, le coproduzioni richiedono l'impegno dei partner in materia di contenuti e consentono agli svizzeri coinvolti un confronto approfondito con le realtà di una cultura diversa. Si tratta, per entrambe le parti, di autentici laboratori di apprendimento nel campo artistico ma anche in quello della politica culturale o dell'economia culturale: i musicisti giapponesi imparano dai colleghi svizzeri, che a loro volta imparano da loro non soltanto certi contenuti artistici ma anche come muoversi sul mercato. Spesso ne derivano effetti durevoli, come mostra l'esempio del pianista svizzero che attualmente nel jazz ha più successo, Nik Bärtsch. La collaborazione con musicisti e danzatori giapponesi, finanziata da Pro Helvetia, ha cambiato in modo radicale il linguaggio musicale di questo artista. E l'ha aiutato ad affinare i suoi canoni estetici, tanto che in seguito Bärtsch è stato assunto a contratto dalla migliore label jazzistica mondiale.

Ma le coproduzioni offrono potenzialità ulteriori. Dando voce a entrambe le culture, esse si prestano ottimamente a una «circolazione a doppio senso». Oltre a destare curiosità sia in Svizzera sia nell'altro paese, le coproduzioni generano il medesimo rispetto: per la disponibilità al rischio delle parti coinvolte, per la cultura altrui, per il risultato. Il loro è un rispecchiare nella prassi un atteggiamento ­ apprezzato anche dalla Svizzera ufficiale ­ di partenariato, di dialogo e appunto di rispetto. Il polo d'intervento «Coproduzioni internazionali» crea lo spazio per passare dalle parole ai fatti, puntando non ad ampliare la produzione ma a qualità nuove e all'approfondimento. Il sostegno in via prioritaria alle coproduzioni permetterebbe di documentare periodicamente in Svizzera il lavoro degli uffici all'estero, nel solco di quanto avvenuto nel 2004 ­ rispettivamente a Berna e in diverse città ­ con il festival Sharp sharp! sul Sudafrica o con Centrelyuropdriims. Altre istituzioni, come CulturesFrances o il British Council, hanno scelto lo stesso principio.

Un indicatore è il numero annuo delle coproduzioni,
attualmente modesto (quattro), che grazie al polo d'intervento si intende raddoppiare. Ognuna delle coproduzioni deve avere una location geografica diversa e va eseguita o presentata in Svizzera.

L'iniziativa spetta agli artisti e operatori culturali; il credito previsto intende solo sottolineare l'importanza dello strumento.

Fabbisogno finanziario: Misure «Coproduzioni internazionali»

2008

2009

2010

2011

Periodo

4 produzioni chiave da 150 000 franchi ogni anno

050

060

060

050

220

010

010

Valutazione, strumenti Totale per quattro anni

020 240

1815

3.3 3.3.1

Divisioni tematiche Cinema

Situazione. In Svizzera il settore cinematografico vive una fase di risveglio. Varie pellicole popolari conquistano i cuori degli spettatori. Con una quota di mercato superiore al 10 per cento nel 2006, il cinema elvetico ha ritrovato quella fiducia in sé stesso che gli mancava dall'epoca dei suoi grandi registi, cioè dagli anni '70. Anche all'estero si osserva una netta ripresa dell'interesse nei suoi confronti. Lo si vede nel continuo aumento numerico dei nostri film che partecipano a festival cinematografici internazionali, benché ancora non abbiano preso piede nei concorsi delle rassegne più importanti (Berlino, Cannes, Venezia).

L'era digitale da un lato pone nuove sfide al cinema nazionale, dall'altro gli apre anche prospettive. La proiezione classica nelle sale cede sempre più il passo alla distribuzione di film su DVD e al downloading da Internet. Nel contempo le tecnologie digitali permettono di fare a meno delle costose copie in 35 mm, e le opere possono passare direttamente dal produttore allo spettatore. I film si infittiscono, ma paradossalmente quelli che vengono notati sono sempre meno numerosi.

Occorre quindi una promozione intelligente per far sì che l'opinione pubblica si accorga delle novità. Uno studio edito nell'estate del 2006 dall'UFC («Das Schweizer Filmpublikum») dimostra che i nostri film godono, in generale, di una buona immagine. Questo dato di partenza si conferma anche nelle regioni linguistiche latine, ove la situazione del cinema svizzero è meno favorevole. Per una promozione riuscita dei nostri film all'interno del paese, insomma, il punto non sta nelle premesse.

Anche all'estero, ove da decenni la nostra creazione nel settore è associata sempre agli stessi registi, occorrono sforzi notevoli per attirare gli sguardi sugli esponenti della nuova generazione.

Conclusioni per Swiss Films e Pro Helvetia. L'accorpamento in Swiss Films di tutte le organizzazioni attive nella promozione cinematografica, risalente al 1° gennaio 2004, consente di affrontare con spirito innovativo le sfide dell'industria cinematografica globalizzata e la sua rivoluzione tecnologica. Per far sì che le nostre opere vengano percepite a lungo dal pubblico svizzero in modo positivo, aumentandone nel contempo la notorietà internazionale, bisogna intervenire a tutto campo: sussidiando cortometraggi
e lavori di esordienti, sostenendo la distribuzione di singoli film cinematografici e televisivi, promovendo il cinema elvetico di ieri e di oggi, informando e documentando su registi e pellicole, insomma agendo sull'intera catena della valorizzazione. In questo senso, Swiss Films assume dei compiti che in passato erano svolti da Pro Helvetia; per questo la Fondazione interde, attraverso un mandato di prestazione, che questi trovino continuità e che il film rimanga parte degli scambi culturali e dei suoi programmi internazionali.

In questo senso è inevitabile focalizzare i risultati e rendere più trasparenti i processi di scelta. Nell'ottica di Pro Helvetia sono in primo piano soprattutto le manifestazioni che trasmettono un'immagine variata del nostro cinema (opere attuali e pregresse, fiction e documentari, cortometraggi), il sostegno a iniziative di terzi, la preparazione e la diffusione di informazioni rilevanti sui film e sulla loro storia.

Tale mandato è integrato da un secondo, assegnato dall'UFC, che copre sia gli strumenti orientati soprattutto al mercato sia la promozione di nuovi film selezionati in vista di festival e di altri utilizzi internazionali (partecipazioni a festival, lavora1816

zione del mercato, stand, fondo copie, Premio del cinema svizzero, Giornata del cinema svizzero a Locarno ecc.). Il duplice mandato è stato concordato nell'autunno 2006 da Pro Helvetia e l'UFC e entra in vigore per il gennaio 2007.

Misure. Per promuovere opere attuali, in via prioritaria Swiss Films prevede le misure seguenti: ­

consulenza a registi e produttori nella fase di produzione

­

lavorazione sistematica del mercato per opere selezionate

­

sostegno alla distribuzione internazionale

­

fondo copie per proiezioni nel corso di festival e di manifestazioni all'estero

­

potenziamento del Premio del cinema svizzero e della Giornata del cinema svizzero al festival di Locarno.

Queste invece le misure ai fini informativi e comunicativi (rilevanti per il mandato della Fondazione): ­

fulcri tematici sulla Svizzera nel contesto di festival cinematografici importanti

­

manifestazioni in proprio (specie nell'ambito dei programmi di Pro Helvetia) in occasione di punti focali cinematografici

­

stretta collaborazione con le rappresentanze diplomatiche

­

serate di cortometraggi nell'intera Svizzera

­

sostegno a enti organizzatori per la divulgazione del cinema svizzero in Romandia e nella Svizzera italiana

­

allestimento e diffusione di informazioni (Cinéportraits, Cinébulletin, pagine Internet, altri strumenti di lavoro).

Fabbisogno finanziario (concernente il solo mandato di Pro Helvetia a Swiss Films): Misure «Cinema»

Promozione di singoli film in Svizzera* Promozione di singoli film all'estero* Sostegno per partecipazioni a festival* Pubblicazioni, informazione Eventi in Svizzera Premio del cinema svizzero* Giornata del cinema svizzero a Locarno Eventi imperniati su cortometraggi Manifestazioni all'estero Manifestazioni in Svizzera Fondo copie Gestione dati* Contributo totale di Pro Helvetia per quattro anni *

04­07

2008

2009

2010

2011

Periodo * * *

0,93

0,20

0,20

0,20

0,20

0,80 * * *

2,00 0,70 1,20

0,10 0,90 0,20 0,10

0,10 0,80 0,20 0,10

0,10 0,90 0,20 0,10

0,10 0,80 0,20 0,10

0,40 3,40 0,80 0,40 *

4,83

5,80

Finanziamento mediante patto di prestazioni con l'UFC o grazie a fondi terzi.

1817

3.3.2

Arti visive

Situazione. La domanda mondiale di arte svizzera cresce, il numero degli artisti elvetici apprezzati su scala internazionale è superiore alla media. Una promozione accorta ha fatto crescere anche l'offerta di manifestazioni artistiche rilevanti. Sono aumentate, in parallelo, la concorrenza e le pressioni finanziarie. Le istituzioni artistiche cercano quindi nuove forme organizzative.

Sul piano sovrarregionale, sedi di media e minore importanza hanno creato una piattaforma informale per discutere le loro specifiche esigenze. Cooperazioni e scambi di progetti espositivi o editoriali (anche con l'estero) sono imprescindibili, ma spesso simili iniziative falliscono per indisponibilità d'informazioni o per carenza di personale.

Alla Fondazione pervengono sempre più richieste di sussidi legate all'architettura, al design e alle biennali d'arte; cresce così il fabbisogno di mezzi.

Conclusioni per Pro Helvetia. La necessità di scambi e cooperazioni fra le singole sedi espositive, in Svizzera e all'estero, corrisponde alla politica di sostegno adottata dalla Fondazione. Spesso mancano forum adatti per tradurre in pratica gli sforzi già esistenti. Qui Pro Helvetia può intervenire contribuendo alla formazione di reti e rendendo possibili certi progetti pilota.

La divisione Arti visive opera già con strumenti che si possono ampliare e variare alla luce di queste tendenze. La collana di prime pubblicazioni Cahiers d'artistes, per esempio, risponde ai bisogni sia dei giovani artisti sia dei curatori.

In materia di architettura e design, la Fondazione deve approntare risorse aggiuntive e stipulare nuovi partenariati. Vista la quantità delle domande e la qualità della produzione aritstica, la Fondazione ha bisogno di ulteriori mezzi le attività a livello internazionale.

Misure. Nel campo delle arti visive gli strumenti sono orientati a promuovere cooperazioni fra istituzioni e a diffondere mostre (in Svizzera e all'estero).

­

Piattaforme per curatori: in occasione di eventi importanti (per esempio Art Basel), la Fondazione organizza in Svizzera convegni di curatori con dibattiti specifici. Lo scopo è la mediazione. Pro Helvetia invita anche direttori di musei medi e minori a seminari in Svizzera, che permettono di approfondire temi attuali, legati alla pratica, e di prevedere eventuali cooperazioni.

­

Collection Cahiers d'artistes: agli artisti pubblicati viene anche data la possibilità di soggiornare per 3­6 mesi in un paese straniero, purché Pro Helvetia vi disponga di un suo ufficio.

­

Pool di mostre: la Fondazione invita le istituzioni d'arte a farle pervenire progetti per il suo pool di mostre. Le offerte di spicco vengono poi pubblicate sulla sua homepage, e i musei interessati ­ svizzeri o stranieri ­ possono contattare direttamente gli offerenti. Pro Helvetia si concentra sulle case medie e minori, dotate di mezzi e di personale insufficienti per trasmettere ad altri i propri progetti. Si creano sinergie col settore delle richieste di sussidi, con le mostre (itineranti e su CD-ROM) e coi programmi.

1818

­

Pubblicazioni: il sostegno in questo campo sarà intensificato. In Svizzera la Fondazione intende assumersi, in futuro, anche i costi di traduzione (nelle lingue nazionali e in inglese) per cataloghi di mostre che abbiano importanza nazionale/internazionale o siano impostati come opere di riferimento.

­

Con risorse supplementari si possono sviluppare strumenti di sostegno specifici per l'architettura e il design.

­

Biennali d'arte: mentre prima alla selezione provvedevano i paesi invitati, oggi le biennali sono curate sempre più spesso dai paesi organizzatori, che quindi rivolgono richieste di sussidi non più all'UFC ma a Pro Helvetia. La Fondazione ha perciò bisogno di più mezzi.

Fabbisogno finanziario: Misure «Arti visive»

04­07

2008

2009

2010

2011

Periodo

Mostre e biennali Mostre itineranti, pool di mostre Pubblicazioni d'arte Arte digitale Mediazione in campo artistico Cahiers d'artistes Soggiorni di lavoro per curatori

4,95 1,12 1,12 0,40 0,18 0,60

1,20 0,30 0,20

1,40 0,40 0,20

1,40 0,40 0,20

1,40 0,50 0,20

5,40 1,60 0,80

0,10 0,10

0,40 0,10

0,10 0,10

0,40 0,10

1,00 0,40

Totale per quattro anni

8,37

3.3.3

9,20

Musica

Situazione. In Svizzera le realtà musicali continuano a crescere: il ricco paesaggio orchestrale e la fitta gamma dei teatri musicali, gli enti organizzatori grandi o piccoli per ogni tipo di musica, il numero di cori amatoriali, bande, gruppi di musica popolare e fortunatamente anche i molti centri di formazione rappresentano, grazie al federalismo elvetico, un fatto unico al mondo. I nuovi curricoli formativi per manager culturali danno frutti: gli organizzatori si professionalizzano ulteriormente, sanno strutturare le proprie attività e gestire razionalmente i mezzi disponibili.

Un'eccellente formazione nel settore ­ oggi estesa anche al jazz, al pop e al genere popolare ­ e l'immigrazione di musicisti stranieri fanno sì che la Svizzera disponga di artisti richiesti sul piano internazionale. L'Opera zurighese, l'orchestra della Tonhalle, l'Orchestre Symphonique de la Suisse Romande, le orchestre da camere di Losanna, Basilea, Berna, Zurigo e Lucerna, vari gruppi di musica antica (per lo più legati alla Schola Cantorum Basiliensis), il coro e l'orchestra della Svizzera italiana, parecchi solisti, compositori, formazioni cameristiche e di musica contemporanea nonché molti esponenti del filone elettronico si situano ai massimi livelli su scala europea. Nel jazz e nel pop qualche musicista e qualche band hanno ottenuto di recente successi internazionali.

1819

Questa vita musicale florida ha anche un rovescio della medaglia: la produzione è cresciuta più rapidamente della domanda. Il pubblico inoltre si segmenta sempre più in ambienti di matrice sociomusicale, che si allontanano l'uno dall'altro. Nei cartelloni la parte del leone resta attribuita al mainstream. Mentre i programmi contemporanei sono fenomeni marginali e lottano contro il calo numerico dei fruitori, tanto più impressionante è l'affluenza ai grandi festival o eventi musicali e ai club gestiti con criteri professionali. L'offerta regolare di concerti si concentra, per giunta, nei maggiori centri urbani (salvo per i sodalizi amatoriali, che arricchiscono la vita musicale soprattutto in zone d'impronta rurale). La tendenza a rinnovare di continuo fa sì che molte produzioni vengano sfruttate solo in forma circoscritta, senza quindi un ammortamento delle spese. Urgono come non mai misure per raggiungere fasce più ampie di pubblico, divulgare le opere piuttosto difficili e far eseguire più a lungo le singole produzioni: occorre insomma stabilire priorità e promuovere lo sviluppo duraturo.

La forte pressione dell'offerta rende particolarmente difficile per i musicisti esordienti raggiungere la scena internazionale. È quindi ancor più importante colmare il divario tra formazione e carriera aiutando i talenti promettenti, per un lasso di tempo limitato, ad aiutarsi da sé.

Segmentazione e saturazione connotano anche il mercato discografico: il numero delle produzioni resta alto, ma la caduta dei prezzi e il crollo numerico delle vendite, causato dal passaggio alla distribuzione digitale e a una concorrenza spietata, ostacolano notevolmente l'attività distributiva. Qui la promozione deve attrezzarsi per affrontare una realtà del tutto nuova. Un discorso analogo vale per la comunicazione: le informazioni sulla musica svizzera abbondano, le banche dati e le strutture informative nel settore si espandono, ma queste fonti sono molto disperse e, non essendo coordinate o interconnesse, perdono la loro rilevanza, restano irreperibili.

Misure. Nel contesto della politica musicale odierna, la Fondazione ritiene indispensabile intervenire nei campi sottoindicati.

In primo luogo è necessaria un'integrazione reciproca fra creazione culturale e diffusione.

­

Per impedire che la creazione musicale resti senza ascoltatori, Pro Helvetia assegna borse di composizione esclusivamente in collaborazione con festival e con cicli di concerti importanti, procura ai compositori ulteriori commesse, case editrici, ritratti discografici, partecipazioni a festival internazionali e soggiorni di lavoro presso orchestre.

­

Le nuove produzioni costose si possono valorizzare meglio sia con una collaborazione rafforzata fra gli organizzatori sia con un potenziamento delle reti che allestiscono anche concerti importanti in zone lontane dai grandi centri, livellando quindi le disparità fra le regioni. In Svizzera la Fondazione si basa sulla cooperazione degli organizzatori e sussidia reti come Suisse Diagonales Jazz, Swiss Chamber Concerts e altre, attive nell'ambito della musica contemporanea.

­

Pro Helvetia sostiene in via prioritaria formazioni di punta, in tutti i generi musicali, e concede aiuti all'export per mantenerle competitive su scala internazionale. I gruppi jazz sussidiati con contratti triennali beneficiano di una programmazione sicura, che permette loro di svolgere attività di tournée e di agenzia, di produrre dischi e di comporre. Vengono inoltre segnalati ai

1820

festival importanti e godono di un trattamento privilegiato nei programmi varati dai nostri uffici all'estero. Lo stesso vale per le giovani formazioni cameristiche, talora in collaborazione col Percento culturale Migros. In ambito pop un sodalizio cofinanziato dalla Fondazione, Swiss Music Export, organizza show-case alle fiere del settore.

In secondo luogo occorrono offerte formative individuali per compositori e musicisti.

­

Ai giovani compositori va data la possibilità di cooperare con formazioni ridotte e con orchestre. Il programma degli Ateliers des compositeurs (per esempio a Blonay, Boswil, Romainmôtier) va ampliato. Sul modello del «forum per direttori d'orchestra» istituito dal Deutscher Musikrat, Pro Helvetia sviluppa un programma d'incoraggiamento che consenta a direttori esordienti di compiere cicli di prove e di concerti con varie orchestre professionali.

In terzo luogo occorrono ponti tra la formazione e la vita professionale dei musicisti.

­

Pro Helvetia funge da stampella assistendo le nuove leve promettenti nel periodo tra la formazione e la carriera. Li aiuta provvisoriamente, cioè, ad aiutarsi da sé e promuove il coaching, d'intesa con atenei o con corsi di management culturale.

In quarto luogo ci sono gli interventi promozionali.

­

Qui Pro Helvetia intende proseguire la partnership pubblico-privata dei Grammont-Portraits di compositori, interpreti e gruppi. Vanno dati anche aiuti strutturali alle case indipendenti, potenziando il sostegno alle etichette in tutti i filoni musicali e sussidiando piattaforme digitali che distribuiscono musica svizzera. Altri strumenti promozionali da potenziare sono le Rencontres musicales, in cui organizzatori di festival internazionali sono invitati a colloqui e show-case con gruppi svizzeri. I progetti pilota di Lucerna, Cully e Sciaffusa hanno dimostrato l'utilità di questi «incontri».

­

A lungo termine la promozione degli artisti e compositori svizzeri può continuare ad avere successo solo con un ente svizzero di export musicale che sia al servizio di tutti i filoni. O con un centro elvetico d'informazione musicale sul modello di quelli australiano, finlandese o norvegese, che riunisca in un'unica sede informazioni, documentazioni e banche date sulla nostra vita musicale. A questo obiettivo lontano sono orientate tutte le misure nell'ambito dell'export.

In quinto luogo è indispensabile un impegno maggiore di Pro Helvetia a favore delle grandi formazioni (orchestre).

­

Piuttosto spesso i «gruppi faro» della produzione musicale svizzera fungono da apripista per formazioni minori. Già questo è un motivo importante per cui la Fondazione dovrebbe sostenere in misura maggiore ­ anzi in misura giusta, per la prima volta ­ i concerti delle grandi orchestre all'estero. Altri due motivi sono la loro attrattività mediatica e la loro funzione di guida.

Come rappresentanti di particolare spicco della nostra musica, le grandi orchestre sono sempre più ricercate: nel solo periodo 2001­2005 le richieste annue (respinte) di sussidi in tal senso sono passate da 3 (per un totale di 300 000 franchi) a 8 (per 1,5 milioni di franchi). Questa lacuna merita attenzione, nell'interesse delle nostre esibizioni oltre frontiera. Nel 2006 il budget 1821

della divisione Musica per impegni all'estero era pari a 1,2 milioni di franchi.

In sesto luogo c'è il risveglio attuale della musica popolare.

­

Certi festival ambientati in zone extraurbane, come quelli di Altdorf, Stans e Obvaldo, conferiscono nuovi impulsi alla musica popolare. All'insegna del motto «Conservare rinnovando», la Fondazione sussidia progetti sulla musica popolare svizzera (nuove creazioni in cui la cultura popolare è reinterpretata con mezzi attuali). È importante valorizzare collezioni preziose come quella di Hanny Christen, la cui documentazione è stata cofinanziata da Pro Helvetia.

Fabbisogno finanziario: Misure «Musica»

04­07

2008

2009

2010

2011

5,34

0,90 0,30 0,30 0,10 0,30 0,20 0,05 0,20

0,90 0,40 0,40 0,20 0,30 0,10 0,05 0,20

0,90 0,40 0,40 0,30 0,30

0,90 0,40 0,40 0,30 0,40

0,05 0,20

0,05 0,20

Concerti all'estero di gruppi indipendenti Concerti all'estero dei «gruppi faro» Sostegno prioritario al jazz Sostegno all'export Scambi in Svizzera Borse di composizione Scambi Dischi e partiture Mediazione

1,67 0,68 0,45 0,86 0,13

Totale per quattro anni

9,63

3.3.4

0,50

Periodo

3,60 1,50 1,50 0,90 1,30 0,30 0,20 0,80 10,10

Letteratura e società

Situazione. La realtà letteraria svizzera è in movimento, nel settore librario il cambiamento strutturale e il processo di concentrazione sono divenuti inarrestabili. Le case editrici indipendenti lottano per sopravvivere e possono resistere solo scovando nicchie programmatiche ancora vuote o piazzando bestseller. Le piccole librerie vengono scalzate dalle grandi catene librarie (in Romandia, nei mesi scorsi, tredici hanno dovuto chiudere), le condizioni distributive diventano sempre più dure. E il pubblico è sempre più difficile da raggiungere: c'è chi non può e chi non vuole più leggere. Gli studi PISA preoccupano sia gli esperti di formazione sia l'ambiente letterario.

Ai cambiamenti del mercato librario si affiancano quelli imminenti nella politica culturale. Oltre che col dibattito sui prezzi vincolati dei libri e sulla nuova legge del diritto d'autore, l'ambiente letterario si confronta con la legge sulla promozione della cultura e con la nuova legge su Pro Helvetia. Hearing e procedure di consultazione preliminari a queste leggi hanno dato ai vari sodalizi e gruppi d'interesse lo spunto per segnalare i loro specifici problemi settoriali. Mentre una rivendicazione centrale degli scrittori è la sicurezza sociale, gli editori si attendono un sostegno 1822

attivo alle loro aziende e in tal senso si rifanno al modello dei premi all'editoria, lanciati a suo tempo da Pro Helvetia d'intesa col Percento culturale Migros. Il loro elenco di bisogni ha attirato l'attenzione del parlamento, che ha ordinato uno studio sulla situazione editoriale svizzera, pubblicato nell'autunno 2006 (Rapporto Trappel).

In Svizzera si invoca sempre più spesso anche una politica superiore in materia di libri.

Conclusioni per Pro Helvetia. Il mandato legislativo di Pro Helvetia ­ la cura delle relazioni fra regioni linguistiche e gli scambi con l'estero ­ richiede un netto rafforzamento del sostegno alla traduzione, cui soltanto Pro Helvetia provvede su scala svizzera. Le difficoltà dell'editoria richiedono inoltre una politica accentuata di sostegno per animare la diffusione e la mediazione di letteratura, sia in Svizzera sia all'estero, e per aprire nuove vie d'accesso al pubblico.

Misure. La Fondazione prevede le seguenti misure nell'ambito letteratura e società: ­

l'incoraggiamento della traduzione è uno strumento irrinunciabile per consentire l'accesso ad altre regioni linguistiche e cerchie culturali. Da anni, pertanto, la Fondazione si sforza appunto di ampliare questa sfera e di adattarla ai mutamenti sociali. Un polo d'intervento permette di allargare il raggio d'azione e di perseguire una politica attiva della traduzione. Misure di sostegno mirate, volte a diffondere letteratura svizzera e testi rilevanti ai fini culturali oppure sociopolitici, sarebbero vantaggiose sia per gli scrittori sia per gli editori (cfr. 3.2.3, pag. 1812 seg.).

­

Si sa che gli autori non possono vivere solo scrivendo (a meno di azzeccare proprio il gusto del mercato), ma forse si sa troppo poco che svolgono un ruolo centrale nella vita culturale e politica. È quindi importante procurare agli autori, mediante borse letterarie, spazi liberi da dedicare alla scrittura. Il sostegno alla categoria è accompagnato da una serie di misure che agevola l'accesso al pubblico e la diffusione delle opere: tournée di letture, manifestazioni letterarie, distribuzione di libri a biblioteche estere.

­

Pro Helvetia, che da tempo pratica il sostegno indiretto alle case editrici, in futuro intende accentuarlo. Invece di concedere sussidi di stampa circoscritti a progetti singoli, in genere finanziabili anche da città e cantoni, la Fondazione si concentra su progetti di edizione importanti e programmi speciali.

Due premi annui sono conferiti a case editrici il cui programma sia impegnato e originale. Viene sostenuta maggiormente la partecipazione degli editori elvetici alle fiere librarie, sempre più importanti come piattaforme di scambi fra nazioni e fra culture; a tale scopo Pro Helvetia introduce una programmazione a medio termine della presenza svizzera alle fiere.

­

Il secondo pilastro della promozione letteraria di Pro Helvetia consiste nella diffusione delle opere all'estero. In questo senso occorre creare reti e stabilire poli geopolitici per le tournée di scrittori svizzeri oltre frontiera, per il Servizio libri e per i programmi internazionali di traduzione.

Dal 1° gennaio 2005 la divisione tematica «Letteratura e società» comprende il filone d'intervento battezzato «Cultura e società». Perno di quest'ultimo è il sostegno ai progetti che, esulando da classificazioni circoscritte, si confrontano con questioni culturali più ampie.

1823

Spesso la cultura fornisce agganci per interpretare il passato e supporti orientativi in vista del futuro. Nell'ambito «Cultura e società» Pro Helvetia sussidia progetti tematici che rispondono a questo fabbisogno di comprensione.

I progetti convincenti di mediazione culturale o nel campo della cultura quotidiana e popolare contribuiscono alla collaborazione fra regioni linguistiche, generazioni, gruppi etnici e altre fasce di popolazione. La gamma comprende anche iniziative che migliorino la situazione delle istituzioni operanti in questo ambito.

Fabbisogno finanziario: Misure «Letteratura e società»

2008

2009

2010

2011

Letteratura Borse letterarie e sostegno agli esordienti 3,00 Manifestazioni letterarie 2,10 Sostegno all'editoria 0,40

0,80 0,60 0,25

0,80 0,50 0,25

0,80 0,60 0,25

0,80 0,50 0,25

3,20 2,20 1,00

Studi scientifici e mediazione Servizio libri Sostegno generale alla traduzione Pubblicazioni Dibattiti

1,55 2,40 2,00 0,24

0,40 0,50 0,40 0,08

0,40 0,50 0,40 0,10

0,40 0,50 0,30 0,11

0,30 0,50 0,30 0,11

1,50 2,00 1,40 0,40

Cultura e società Mostre tematiche Progetti di mutua comprensione

1,00 1,04

0,25 0,25

0,30 0,25

0,30 0,25

0,35 0,25

1,20 1,00

Totale per quattro anni

13,73

3.3.5

04­07

Periodo

13,90

Teatro

Situazione. Il panorama teatrale svizzero è vario, vivace e di livello qualitativo elevato. Questo rigoglio è frutto indubbio di una promozione sistematica. Il peso maggiore dato dai promotori al teatro indipendente l'ha professionalizzato e ne ha aumentato la permeabilità rispetto alle sedi teatrali istituzionali (e viceversa), con profitto di entrambe le parti.

Punti di validità generale sono il forte miglioramento registrato dalle condizioni produttive in Svizzera e il grande potenziale artistico del settore, attestato dal buon nome di cui gode il teatro elvetico nel paese e all'estero. Negli ultimi anni molti gruppi indipendenti hanno vinto premi prestigiosi in festival stranieri. Anche allestimenti di compagnie teatrali con sovvenzioni fisse partecipano regolarmente a festival internazionali. I premi, gli inviti ai festival e i successi ottenuti sono una realtà positiva.

Conclusioni per Pro Helvetia. Dato il miglioramento delle condizioni produttive, in futuro occorre promuovere il campo ­ oggi chiaramente lacunoso ­ della valorizzazione. I deficit gestionali o la mancanza di contatti portano spesso a delle difficoltà nel trovare gli ingaggi nei teatri. Su questo punto si concentra la promozione futura 1824

di Pro Helvetia, focalizzandosi nettamente su gruppi e istituzioni potenzialmente presentabili all'estero.

Misure. Seguono i principali strumenti di promozione.

­

Sussidi di produzione a gruppi indipendenti: diversamente da città e cantoni, che spesso per tali sussidi dispongono di somme superiori a quelle di Pro Helvetia per l'intera Svizzera, la Fondazione intende concentrarsi di più sui gruppi rinomati a livello nazionale e potenzialmente in grado di compiere tournée all'estero. Obiettivo a medio termine sono i «patti cooperativi di promozione» con città e cantoni a favore di gruppi prioritari, strumento oggi già applicato con le compagnie di danza.

­

Sostegno per tournée in Svizzera (fra più regioni linguistiche): la realtà mostra che gli scambi, proprio in campo teatrale, non sono semplici da realizzare. In genere i gruppi hanno collegamenti reciproci solo in seno alla propria regione linguistica; qui la Fondazione potrebbe svolgere un ruolo più attivo, con una mediazione che intensifichi gli scambi e lanci segnali culturali. Quanto alla diffusione in una stessa regione linguistica, in Romandia ne è responsabile la Corodis (Commission Romande pour la Diffusion), per anni sviluppata con l'aiuto di Pro Helvetia ma ora finanziata da città e cantoni.

Oggi la Fondazione sta negoziando coi cantoni germanofoni un modello analogo, che migliorerebbe la circolazione del teatro indipendente nell'ambito della Svizzera tedesca.

­

Sostegno per tournée all'estero: il sostegno di Pro Helvetia è volto a sviluppare e gestire attivamente reti di collegamento fra teatri svizzeri e stranieri.

Analogamente a quanto avvenuto per la danza, come nuovi strumenti promozionali la Fondazione ha in progetto un CD-ROM e la piattaforma online «Swiss Theatre Selection» (presentazione agile delle produzioni attuali). La rosa comprende anche inviti a organizzatori esteri, piattaforme per esordienti e una collaborazione attiva con l'«Informal European Theatre Meeting». Nel novembre 2008 quest'ultimo terrà a Zurigo il suo plenum semestrale, che vedrà intervenire 500 fra organizzatori o gruppi teatrali di tutta l'Europa e sarà organizzato da Pro Helvetia, d'intesa con la città e con il cantone.

­

Talvolta gli spettacoli fanno dimenticare chi è all'origine dell'arte teatrale, cioè il drammaturgo. Qui la Fondazione prosegue i suoi programmi pluriennali per promuovere gli autori esordienti di opere teatrali («Dramenprozessor», «MC6», «Textes-en-scènes»). Un maggiore sostegno alle traduzioni è il presupposto per diffondere i lavori teatrali anche in aree linguistiche diverse; un primo passo in tal senso è la pubblicazione delle versioni in tedesco nell'«Internetbibliothek» del Goethe-Institut.

1825

Fabbisogno finanziario: Misure «Teatro»

04­07

2008

2009

2010

2011

Periodo

Sussidi di produzione Spettacoli in Svizzera Spettacoli all'estero Strumenti promozionali Sostegno ad autori di opere teatrali

4,10 0,80 3,30

0,60 0,25 1,10

0,60 0,25 1,20 0,10 0,10

0,60 0,25 1,20 0,10 0,10

0,60 0,25 1,30 0,10

2,40 1,00 4,80 0,30 0,30

Totale per quattro anni

8,20

3.3.6

0,10

8,80

Danza

Situazione. La danza svizzera si muove. Negli ultimi anni si è sviluppato un settore coreico multiforme, con le forme stilistiche ed espressive più disparate, che ha trovato un pubblico ben al di là delle cerchie specialistiche e che miete cospicui successi, nel paese e altrove. Compagnie di danza elvetiche si esibiscono in teatri e festival internazionali di prestigio, sono ospiti gradite in tutti i continenti (da Praga a San Diego, da New Delhi ad Amsterdam, da Johannesburg a Tokyo). La presenza internazionale conferisce agli operatori coreici svizzeri un ruolo importante di ambasciatori della cultura elvetica all'estero.

Questo rigoglio è anche un esito del Progetto Danza, lanciato nel periodo corrente di finanziamento da Pro Helvetia e dall'UFC. D'intesa con città e cantoni è stata quindi superata una prima fase volta a creare le condizioni quadro necessarie, sul piano finanziario e strutturale, per un'incentivazione ad ampio raggio del settore (cfr.

capitolo 2.4.6, pag. 1802). La domanda di danza elvetica si espanderà anche nei prossimi anni, fra l'altro perché l'arte coreica è in voga e non legata a confini linguistici.

Il Progetto Danza è consistito anzitutto in un'analisi della situazione e in un elenco di misure a tutti i livelli dello Stato federale. Il rapporto conclusivo era pronto alla fine di giugno del 2006. Le misure in qualche caso sono già state messe in atto, ma per la maggior parte rimangono ancora nel cassetto. Riassumendo i risultati, si può affermare che le infrastrutture, l'inserimento nella realtà istituzionale e le opportunità di valorizzazione sono di gran lunga inferiori alla creatività del settore coreico.

Conclusioni per Pro Helvetia. Il bisogno di recupero incomincia già con il sostegno alla creazione. La danza è costosa. I suoi spettacoli in linea di massima vengono prodotti ex novo e non possono rifarsi a elementi finiti già esistenti, quindi elaborarli può richiedere anche un semestre. Per poter resistere a livello internazionale, la danza di alto livello va integrata da piani convincenti delle luci e delle scelte musicali. Poiché nella promozione culturale svizzera l'arte coreica è ancora una disciplina relativamente giovane, in molte località i sussidi di produzione non bastano perché le compagnie possano sfoggiare il loro potenziale.

La professionalizzazione
del mercato internazionale pone nuove sfide alle compagnie di successo. Queste ultime non tardano a vedersi confrontate coi requisiti di una piccola impresa e devono attrezzarsi di conseguenza: hanno bisogno di una propria infrastruttura produttiva (ufficio, studio di danza), di un'amministrazione professio1826

nale e di un management, e ciò per tutto l'anno. In questo senso occorrono strumenti di sostegno a medio termine, che consentano stabilità, programmabilità e una struttura aziendale professionale.

Il successo ha il suo prezzo. Col Progetto Danza si è elaborato ­ ed è una primizia in Svizzera ­ un vasto piano generale di promozione per una disciplina artistica.

Volendo sfruttare questa situazione straordinaria, occorre consolidare e attuare le misure che sono ancora in fase di elaborazione. Qualche cantone e città ha già aumentato i propri fondi per la danza. Pro Helvetia, coiniziatrice del progetto, è chiamata a proseguire le attività avviate nell'ambito del polo d'intervento. Ogni altra scelta significherebbe una partenza oltremodo sbagliata per la collaborazione più stretta ­ prevista nella nuova legge sulla promozione della cultura ­ fra Confederazione, cantoni e città.

Misure. Il prossimo periodo di finanziamento sarà imperniato sulla realizzazione del «Progetto danza» con un promozione accresciuta alla danza svizzera, sia nel paese sia all'estero, e sul potenziamento di strutture solide per promuovere a lungo termine le nostre compagnie più importanti. La ricezione e il posizionamento della danza nella coscienza della collettività meritano di venire rafforzati. Ecco gli strumenti in dettaglio.

­

Sostegno alla creazione e alle coproduzioni internazionali: i sussidi di Pro Helvetia alle creazioni vanno a colmare la mancanza di mezzi quando i fondi locali e regionali non bastano per un pieno sviluppo del potenziale artistico.

Questo vale in modo particolare per le coproduzioni internazionali.

­

Diffusione: data la ripartizione dei compiti fra la Confederazione, i cantoni e le città, in materia di diffusione a Pro Helvetia spetta un ruolo essenziale. Gli interventi in primo piano sono, segnatamente: ­ potenziamento dei «patti cooperativi di promozione» e dei crediti annuali, per sostenere a medio termine le tournée delle compagnie indipendenti ­ crediti annuali per gruppi di danza istituzionali ­ nuova pubblicazione del CD-ROM promozionale Swiss Dance Selection ­ sviluppo delle piattaforme coreiche con enti organizzatori invitati, come le Giornate svizzere della danza o i Gipfelstürmer (per esordienti), ma anche degli inviti individuali a organizzatori per rappresentazioni ­ potenziamento delle offerte di soggiorni di lavoro, sia in Svizzera sia all'estero, ­ cura delle reti internazionali (Informal European Theatre Meeting) ­ sostegno a festival anche lontani dai centri urbani ­ fulcri tematici sulla Svizzera in occasione di festival coreici all'estero, partecipazioni a fiere di danza ­ potenziamento del modello «Corodis» di sostegno alle tournée (per la Svizzera tedesca) e di Réseau Danse Suisse.

­

Apprezzamento per la danza: vanno sostenute piattaforme di riflessione per confronti di merito sull'arte coreica e sulla politica nel settore, allo scopo di promuovere la ricezione.

1827

Fabbisogno finanziario: Misure «Danza»

04­07

2008

2009

2010

2011

Periodo

Sostegno alla creazione Scambi con l'estero Scambi in Svizzera Gruppi prioritari* Piattaforne coreiche in Svizzera e all'estero* Spettacoli di corpi di ballo* Progetti/strumenti interdisciplinari Progetto Danza*

2,00 2,54 0,40 1,39

0,40 1,00 0,20

0,40 1,00 0,30

0,30 1,00 0,30

0,30 1,00 0,30

1,40 4,00 1,10

0,80 0,50 0,40 0,36

0,20 0,25 0,10

0,20 0,25 0,10

0,20 0,25 0,10

0,10 0,25 0,10

0,70 1,00 0,40

Totale per quattro anni

8,39

*

8,60

Continuazione polo d'intervento «Danza» per il periodo 2004­2007.

Le spese per attività svolte nell'ambito dei poli d'intervento ­ in particolare della mediazione ­ sono indicate in tali sedi.

3.3.7

Progetti interdisciplinari

La Fondazione calcola che il fabbisogno previsto per i progetti interdisciplinari si assesti su un livello più basso. Le cifre si collocano, di conseguenza, nell'ordine di grandezza degli anni scorsi. Nella voce «interdisciplinare» vengono conteggiati soprattutto il sostegno al «piccolo teatro» (per gli scambi all'interno del paese), come i sussidi per grandi festival multidisciplinari.

Fabbisogno finanziario: Misure «Progetti interdisciplinari»

04­07

2008

2009

2010

2011

Periodo

Sostegno alle arti della scena

1,11

0,25

0,25

0,25

0,25

1,00

Progetti interdisciplinari

2,28

0,40

0,40

0,40

0,40

1,60

Totale per quattro anni

3,39

3.4

2,60

Programmi

Nel prossimo periodo la Fondazione lancerà cospicui programmi nei poli d'intervento «Mediazione artistica e culturale» e «Scambio con l'Asia». Il programma di mediazione affronterà i fenomeni della segregazione culturale, del distacco di ampie fasce dalle offerte culturali e della rinuncia a riconquistarle, ispirandosi anche a modelli stranieri e lanciando progetti pilota con istituzioni chiave della vita culturale svizzera. Alla fine dovrebbero emergerne sia un know-how sistematico sia un cam-

1828

biamento di paradigmi della politica culturale, con conseguente importanza centrale del sostegno dato alla ricezione (d'intesa con città e cantoni).

Il polo d'intervento «Scambio con l'Asia» dà l'opportunità di realizzare due grandi programmi per fasce geografiche, il primo dei quali in Cina. Proseguendo la collaudata collaborazione con PRS, Pro Helvetia lancerà una serie di iniziative culturali prima dell'Expo 2010 di Shanghai; se i frutti saranno adeguati, seguirà l'apertura di un ufficio su suolo cinese (stavolta d'intesa con la SER, cfr. pag. 1840).

Il secondo programma concerne l'India, ove un ufficio della Fondazione sarà attivo già all'inizio del 2007. Entrambi i programmi perseguono vari scopi: mostrare la cultura svizzera a nazioni in crescita, aprire nuovi mercati ai nostri artisti e operatori culturali, stabilire partenariati con le principali istituzioni dei paesi in esame, integrare le attività delle ambasciate.

Oltre ai programmi derivati dai poli d'intervento, Pro Helvetia realizzerà programmi minori per fasce geografiche europee. In cima all'elenco dei desiderata ce n'è uno sul fenomeno delle regioni di frontiera e dei loro canali di scambio. Ai primi esperimenti della Fondazione, riguardanti Lione e Ginevra (inizio 2007), dovrebbero seguire indagini anche su altre aree binazionali (Basilea/Alsazia, Chiasso/Como). Vi sono poi i programmi per fasce geografiche di tipo classico, in genere innescati da richieste della diplomazia svizzera; per il 2009 potrebbe trattarsi dell'Austria o di Linz, più tardi della Gran Bretagna o della Scandinavia. Il fabbisogno finanziario indicato si riferisce soltanto a programmi per fasce geografiche estranei ai poli d'intervento, ossia a progetti attuati su suggerimento del DFAE.

Fabbisogno finanziario: Misure «Programmi»

04­07

Programmi compresi nei poli d'intervento («Scambio con l'Asia», «Mediazione culturale») Programmi per fasce geografiche estranei ai poli d'intervento (Linz09, Italia, regioni di confine e altri)

Dai budget per i poli d'intervento

Totale per quattro anni

1,40

*

3.5

1,40*

2008

0,60

2009

0,70

2010

0,70

2011

0,70

Periodo

2,70

2,70

Il settore Programmi risale solo al 1° gennaio 2005.

Comunicazione

Al suo compito classico ­ informare su Pro Helvetia e sulla sua azione di sostegno ­ il Servizio comunicazione intende affiancare in misura maggiore anche attività anticipatrici e interattive. In quanto istituzione che guarda alla realtà culturale dell'intero paese ed è vicinissima alla vita artistica, la Fondazione vuole dare impulsi, fissare temi, incoraggiare di più alla controversia e quindi richiamare l'attenzione su argomenti attuali di politica culturale. La sua rivista culturale «Passages», la homepage e la newsletter saranno utilizzate in misura anche maggiore come supporti di dibattiti attuali.

1829

Il servizio accompagnerà con misure specifiche adeguate il maggiore impegno di Pro Helvetia a favore degli scambi culturali con altri paesi. Da un lato, cioè, per ogni questione comunicativa verranno seguiti da vicino i nuovi uffici all'estero e i programmi per fasce geografiche. La Fondazione creerà, d'altro canto, una piattaforma informativa elettronica che consenta alle nostre rappresentanze diplomatiche, ai critici e agli enti organizzatori stranieri di accedere rapidamente, tramite Internet, a prodotti culturali selezionati di ogni disciplina. La «materia prima» per il prototipo è fornita dalla danza e dal suo CD-ROM Swiss Dance Selection 2006.

Un ulteriore obiettivo consiste nel facilitare le richieste di sussidi rivolte a Pro Helvetia. In primo piano c'è il progetto di un invio elettronico della richiesta che porterà ad un calo della mole di lavoro legata alle richieste, sia per i richiedenti che per Pro Helvetia.

La Fondazione ritiene chiaramente lacunose le sue attività comunicative per le regioni linguistiche non germanofone. Benché alla sede di Zurigo i dipendenti del servizio rappresentino tutte le regioni, le risorse attuali non bastano a garantire un dialogo intenso coi media e i contatti necessari in loco. Nell'interesse della mutua comprensione, Pro Helvetia ha bisogno di ulteriore personale per l'attività mediatica (un posto al 50 % per la Romandia, uno al 20 % per la Svizzera italiana).

Fabbisogno finanziario: Misure «Comunicazione»

04­07

2008

2009

2010

2011

Periodo

Informazione culturale Informazione su Pro Helvetia Comunicazione relativa a progetti Internet, strumenti per i richiedenti e missioni diplomatiche

3,00 0,80 0,40

0,75 0,20 0,30

0,80 0,20 0,20

0,80 0,20 0,20

0,85 0,20 0,20

3,20 0,80 0,90

0,75

0,15

0,15

0,15

0,15

0,60

Totale per quattro anni

4,95

3.6

5,50

Servizio internazionale

Situazione. Negli ultimi 10­20 anni i fulcri geopolitici e i rapporti fra i vari paesi sono mutati in modo quasi imprevedibile; nuove regioni si sono imposte all'attenzione degli artisti, operatori culturali e organizzatori svizzeri; il clima che osserviamo è quello di un autentico risveglio. Centrale è la qualità dei rapporti, tanto migliore quanto più intensamente si dialoga. Le coproduzioni internazionali, che consentono di imparare a entrambe le parti coinvolte, sono lo strumento più avanzato. La dinamica globale richiede continui adattamenti. Nel periodo di finanziamento 2004­2007 Pro Helvetia ha ristrutturato la sua rete di uffici all'estero (cfr.

capitolo 2.5, pag 1804 seg.).

Spesso ci viene domandato se sia davvero possibile, con un ufficio dotato di 1­2 dipendenti, seguire un intero subcontinente come quello indiano o cinese. La nostra risposta è affermativa, e per questo motivo: la Fondazione non persegue affatto attività a tappeto, né in India né in Cina, ma pone solo accenti ben circoscritti. Il primo e maggiore obiettivo consiste nel creare partenariati stabili fra i nostri artisti o 1830

operatori culturali e gli organizzatori locali, aprendo inoltre i contatti con organi ufficiali. Il modello dell'ufficio di collegamento si è rivelato uno strumento a tutto campo, flessibile ed efficiente. Con soli 150 000 franchi annui per spese di gestione e altri 350 000 da destinare a programmi, gli uffici della Fondazione riescono a lasciare tracce durature, rafforzando il buon nome della Svizzera come paese di grandi tradizioni culturali e con il senso dei valori culturali reali, del dialogo, della collaborazione.

Non solo nei paesi ospiti, ma in particolare in Germania e Austria gli Uffici all'estero di Pro Helvetia godono di rispetto per la loro efficienza.

Sviluppo della rete di uffici all'estero. Nel periodo 2008­2011 Pro Helvetia, conformemente alle linee guida strategiche, intende creare la parte asiatica della rete.

Una volta aperto l'ufficio in India, nel 2010 è previsto il via ai lavori preliminari per quello di Shanghai, cui seguirebbe (probabilmente non prima del 2013) una struttura anche a Mosca. Entrambi i progetti sono frutto del partenariato con la SER, avviato con la trasformazione dell'ISR in istituto sia culturale sia scientifico. Sulle esperienze positive fatte a Roma si fonda l'accordo con cui la Fondazione e la SER rendono accessibili le loro reti all'estero, concepite in modi analoghi. Poiché le nuove strutture vengono progettate e create in comune, in entrambe le organizzazioni la rete all'estero si amplia di colpo mentre cala, in parallelo, la spesa unitaria per posto di lavoro.

Da sempre i vicini della Svizzera godono di un trattamento di favore a Pro Helvetia.

Negli anni '80 era perfino opinione diffusa che in ognuno dei paesi confinanti occorresse gestire un centro culturale elvetico. Al primo, inaugurato a Parigi nel 1985, ne seguì un secondo ­ già più piccolo per motivi finanziari ­ a Milano, mentre quello di Berlino restò un semplice studio nel cassetto. Nel 2004, dopo discussioni circostanziate, la visione delle sedi staccate di Pro Helvetia disposte ad anello intorno alla Svizzera è stata bocciata dal Consiglio di fondazione, secondo cui il modello dei centri culturali definiti in chiave nazionale non ha più un avvenire. Una sede che presenti unicamente cultura svizzera, infatti, è sempre sospettata di impostare la programmazione su criteri di politica
interna invece che artistici. Per evitarlo, essa deve internazionalizzare il suo programma; così facendo, tuttavia, non si distingue più da altre sedi culturali finanziate in loco.

Ciò vale anche per il CCSP, che negli ultimi anni solo con un programma provocante è riuscito a resistere nell'ambiente competitivo di Parigi. In futuro, stando ai piani di Pro Helvetia, questa struttura dovrebbe assumersi anche il lavoro regionale e divenire un culture hub per la Francia (come l'ISR per l'Italia). La sua futura forma giuridica, in parallelo, oggi è al vaglio della Fondazione; un modello adeguato sembra consistere in una maggiore autonomia, garantita da un mandato di prestazioni e da una rosa allargata di finanziatori.

Fin dall'estate 2005 l'intero lavoro culturale in Italia è svolto dall'ISR nel quadro di un mandato di prestazioni finanziato da Pro Helvetia. La sua natura ibrida, scientifico-culturale, si è rivelata feconda in termini di contenuti, ma sul piano strutturale l'ISR resta penalizzato da un sottofinanziamento dei costi di gestione (in seguito al termine del finanziamento di transizione dell'UFC). Per ampliare i margini di manovra della sua direzione scientifica e culturale, così come per rispondere almeno in parte alla grande domanda italiana di cultura svizzera, sia Pro Helvetia (per la cultura) sia la SER (per la scienza) devono assolutamente aumentare i crediti per l'istituto. A beneficiarne sarà un esperimento che finora costituisce un fatto unico.

1831

Quanto agli uffici di collegamento a Varsavia, al Cairo, a Città del Capo e a New Delhi, per il prossimo periodo di finanziamento vige il principio di rafforzare il loro orientamento regionale e di potenziarli, a tale scopo, in misura quantitativamente identica (con un credito globale di 500 000 franchi).

Nonostante le tensioni macropolitiche, gli Stati Uniti restano un terreno interessante per la cultura svizzera. Nel 2004 la Fondazione ha deciso quindi di assumersi il sovvenzionamento dello Swiss Institute di New York: in mancanza di basi legali, l'UFC doveva infatti cessare il suo finanziamento temporaneo. Ai 415 000 franchi annui versati da Pro Helvetia vanno aggiunti i circa 600 000 che la struttura si procura da sé con iniziative di fund raising a New York. Una rinuncia della Confederazione a sovvenzionarla avrebbe messo in serio pericolo una piattaforma culturale svizzera in una delle metropoli culturali più attive del mondo: senza la sovvenzione concessa da Zurigo, la struttura non sarebbe in grado di sopravvivere e i suoi fondi privati andrebbero perduti. Negli ultimi anni lo Swiss Institute si è procurato un'ottima fama di luogo innovativo delle arti visive, di place to go come pochi nella Grande Mela: è quanto si legge regolarmente sul New York Times, su Village Vanguard e su TimeOut. Della sua notorietà è entusiasta anche il nostro consolato generale a New York.

Pro Helvetia, grazie al partenariato con la SER, nell'ambito di SwissNex ha la possibilità di aprire un secondo ufficio sulla costa occidentale degli Stati Uniti. È perciò sua intenzione sfruttare questa chance poco costosa per facilitare ai nostri artisti e operatori culturali l'accesso a San Francisco, Los Angeles e altre metropoli.

Il lavoro con l'Europa orientale è integrato dal mandato conferito alla Fondazione dalla DSC: un mandato avviato nel 1991 in tre paesi (Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia) e dal 1999 proseguito in Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia (Montenegro compreso), Kossovo, Macedonia, Bulgaria, Romania e Ucraina col nome di Swiss Cultural Programme South-Eastern Europe and Ucraine (SCP). Alimentato dalla DSC con 3,5 milioni di franchi l'anno, il programma punta a un capacity building, ossia a creare e consolidare strutture indipendenti nella vita culturale dei paesi coinvolti. Per Pro Helvetia ne risulta un plusvalore sotto varie forme: conoscenze in termini metodologici e di contenuto, contatti e partenariati per il suo lavoro culturale regolare.

1832

Fabbisogno finanziario: Misure «Servizio internazionale»

04­07

2008

2009

2010

2011

Periodo

Gestione del CCSP* come centro culturale

2,70

0,70

0,70

0,70

0,70

2,80

Mandato di prestazioni all'ISR (Roma, Milano, Venezia)

3,01**

1,08

1,07

1,08

1,07

4,30

Trasformazione dell'ufficio a Varsavia* in struttura di collegamento regionale per Polonia, paesi baltici, Bielorussia e Ucraina

1,05***

0,30

0,30

0,35

0,35

1,30

Ufficio al Cairo*, struttura di collegamento per il Vicino Oriente

1,50

0,35

0,35

0,35

0,35

1,40

Ufficio a Città del Capo*, struttura di collegamento per l'Africa meridionale

1,40

0,35

0,35

0,35

0,35

1,40

Ufficio a New Delhi*, struttura di collegamento per l'India

0,35**** 0,30

0,30

0,35

0,35

1,30

#

#

0,50

0,50

1,90

0,20

0,20

Creazione di un ufficio di collegamento a Shanghai*, d'intesa con la SER (dal 2010) Swiss Institute di New York, in base a un patto di prestazioni

1,20***** 0,45

SwissNex (San Francisco), ufficio in comune con la SER Totale per quattro anni

11,21

0,45

#

14,60

* **

Costi per il personale esclusi.

Fino al 30.6.2005 presente nel portfolio di Pro Helvetia solo come Centro Culturale Svizzero.

*** Fino a tutto il 2005 solo come quota parte accanto agli ex uffici di Praga, Bratislava e Budapest.

**** Sviluppo a tappe dal 2006.

***** Passaggio graduale dall'UFC fra 2004 e 2006, quindi senza un credito quadriennale completo.

# Finanziamento mediante il polo d'intervento «Scambio con l'Asia».

4

Costi e strutture

L'organizzazione di Pro Helvetia riflette la struttura federalistica del nostro paese. Il coinvolgimento delle minoranze e il forte accento sul pluralismo culturale ­ sia di contenuti sia di forme espressive ­ determinano un portfolio ben differenziato e una promozione capillare. Le richieste di sussidi vagliate dalla Fondazione (216 nel 1972, ma ben più di 3000 nel 2005) provengono da tutte le discipline e da tutte le regioni linguistiche, attestando così l'ampio radicamento di Pro Helvetia. Il grafico sottostante mostra gli ordini di grandezza delle richieste, partendo da quelle approvate dalla Fondazione nel 2005.

1833

Il Consiglio di fondazione provvede solo al 12 per cento delle decisioni favorevoli, corrispondente però al 53 per cento dei fondi versati. L'88 per cento delle richieste accolte, non superando i 20 000 franchi, è evaso direttamente dal segretariato. Quote approssimativamente analoghe valgono anche per le richieste respinte.

Il forte aumento delle richieste ha portato, per forza di cose, a un potenziamento dell'organizzazione. La crescita è dovuta anche alla volontà di migliorare la consulenza alle rappresentanze diplomatiche e di seguire i progetti interessanti, per tenerne alta la qualità. A ciò vanno aggiunte le strutture della Fondazione all'estero: dal primo centro culturale, aperto a Parigi nel 1985, si è passati ai due centri culturali e ai sei uffici di collegamento attivi nel 2003. I costi di produzione e di amministrazione erano saliti a quasi il 40 per cento. Per attrezzare Pro Helvetia in vista del futuro e frenare la crescita dell'apparato, nella primavera 2004 il Comitato direttore ha deciso interventi rigorosi. Per la prima volta nella sua storia la Fondazione ha ridotto il personale, snellito le strutture e cancellato prestazioni.

1834

4.1

«Visione 70»: il 70 per cento dei fondi alla cultura

Dall'ultima discussione delle Camere federali sul finanziamento di Pro Helvetia, svoltasi nell'autunno 2003, emergeva un messaggio particolarmente chiaro: la Fondazione doveva ridurre i suoi costi, pari in quell'anno a una quota tonda del 37 per cento. In quella quota però ­ e va ribadito in questa sede ­ erano compresi tutti i costi per il personale e altre spese di esercizio a carico di Pro Helvetia, sia in Svizzera sia all'estero. Definire i costi del personale di un centro culturale come spese amministrative sarebbe come addossare l'organico di un teatro civico ai costi per il personale di un dicastero culturale e poi stupirsi se tali costi sono alti.

D'intesa con il Controllo federale delle finanze (CDF), è stata quindi modificata la presentazione dei conti annuali: dal 2005 Pro Helvetia indica separatamente, accanto ai fondi operativi, i costi di amministrazione e quelli di produzione. Da allora sono considerati spese amministrative il processo di gestione delle richieste, la consulenza e la mediazione, il lavoro informativo in merito alla Fondazione, le pubbliche relazioni e le relative quote delle spese generali. Sono invece considerati «di produzione» tutti i costi legati a contesti in cui è Pro Helvetia stessa a creare valore aggiunto: nei programmi lanciati in proprio dalla Fondazione, nell'informazione culturale per l'estero e nel Servizio internazionale (cui fanno capo centri culturali e uffici di collegamento, analoghi ad agenzie, che non amministrano bensì coproducono e trasmettono ad altri cultura svizzera).

Nell'autunno 2003, molto prima che i conti annuali fossero presentati in questa veste nuova, il Comitato direttore aveva incaricato la direzione di elaborare un programma di risparmi, che passerà negli annali di Pro Helvetia come «Visione 70». Il numero nel titolo indicava l'obiettivo: far sì che il 70 per cento del denaro speso dalla Fondazione finisse direttamente alla cultura. La prima fase del pacchetto è stata messa in atto fra l'autunno dello stesso anno e l'autunno del 2005. Queste le misure: 1.

accorpare le attività in proprio di Pro Helvetia in un unico «settore Programmi», per poter gestire meglio grandi progetti legati anche a PRS, al DFAE, alle ambasciate e a organi stranieri

2.

sopprimere il progetto Culturamobile, rinunciare all'azione socioculturale

3.

accorpare in un unico «settore Promozione», dotato di strumenti adeguati, tutte le divisioni che vagliano richieste

4.

creare un «settore Amministrazione» comprendente tutti i servizi centrali

5.

ridurre l'ufficio zurighese del Servizio internazionale, chiudere tre uffici della Fondazione nell'Europa orientale e spostare a Varsavia quello di Cracovia

6.

trasferire il Centro Culturale Svizzero di Milano all'ISR, stipulando con quest'ultimo un patto di prestazioni

7.

sostituire l'UFC come ente sovvenzionatore dello Swiss Institute di New York, inserire quest'ultima struttura nei processi operativi di Pro Helvetia

8.

trasferire il Servizio cinema a Swiss Films, struttura finanziata congiuntamente dalla Fondazione, dal Centro svizzero del cinema e dall'Agenzia svizzera del cortometraggio

9.

ristrutturare il management finanziario con una maggiore autonomia degli uffici all'estero, maggiori responsabilità di controllo in tutti i settori e un reporting periodico 1835

10. mettere in esercizio la banca dati centrale Absidion, per pilotare i processi in maniera ottimale 11. sopprimere 10 posti di lavoro a tempo pieno (specie nell'amministrazione e nella gestione delle richieste) e trasferirne altri 6.

La seconda fase (2007, 2008) è considerata quella delle ottimizzazioni conclusive.

1.

Introducendo l'invio elettronico delle richieste, dal 2008 si otterranno risparmi nel settore Promozione. Qui Pro Helvetia svilupperebbe volentieri una soluzione congiunta per città e cantoni. A quanto si sta delineando, tuttavia, c'è l'ostacolo del federalismo amministrativo.

2.

Il settore Programmi sarà riposizionato in termini strategici, rimpicciolito e addestrato a un'organizzazione flessibile.

3.

Per le rappresentanze diplomatiche la Fondazione intende creare nuovi mezzi di informazione.

Entro la fine del 2005 le misure suaccennate hanno fatto scendere i costi di amministrazione dal 17,6 per cento del 2001 al 15,8 per cento, quelli di produzione dal 21,1 per cento al 17,3 per cento. Per il 2006 le quote preventivate sono rispettivamente del 14,3 e del 17,4 per cento; per gli anni a venire ci si possono aspettare solo miglioramenti minimi, a meno che Pro Helvetia riduca certe prestazioni. Il rapporto del Controllo dell'amministrazione ha valutato queste cifre in modo positivo (cfr.

capitolo 4.2, pag. 1837).

Schema evolutivo dei costi di amministrazione e di produzione dal 2001 al 2007: Anno

Costi di amministrazione, in %

Costi di produzione, in %

Spese dirette per progetti, in %

Spese totali, in migliaia di franchi***

2001 2002 2003 2004 2005 2006* 2007* 2007**

17,6 16,3 15,7 14,7 15,8 14,3 15,0 14,7

21,1 20,8 20,5 19,9 17,3 17,4 17,0 17,0

61,3 62,9 63,8 65,4 66,9 68,3 68,0 68,3

31 295 32 305 35 020 34 931 32 838 32 898 32 961 33 064

* **

Valori preventivati.

Senza la compensazione del 2 % per aumenti salariali non percepiti dal personale federale negli anni 2005 e 2006.

*** Senza eccedenze di ricavi per ridurre il deficit di bilancio.

Nella tabella la riduzione appare piuttosto modesta in termini percentuali, ma acquista importanza alla luce delle spese totali. La colonna di destra, cioè, mostra che nel 2003 Pro Helvetia ha ricevuto dalla Confederazione la sovvenzione annua diretta più cospicua (circa 35 milioni, cui ne va aggiunta una indiretta di 300 000 franchi come rimborso di costi di spedizione). Da allora non solo la sovvenzione federale è scesa a 33 milioni annui ma, all'insegna di una contabilità dei costi totali, la Fondazione si è dovuta accollare anche oneri aggiuntivi, prima non monetarizzati. Oggi infatti essa 1836

finanzia fra l'altro un impiego a tempo parziale nell'Archivio federale (perché quest'ultimo non è più in grado di provvedere coi propri mezzi all'archiviazione dei materiali di Pro Helvetia), paga da sé le spedizioni (300 000 franchi), deve pagare le spese di corriere per invii a rappresentanze diplomatiche e dal 2005 deve anche remunerare a prezzi correnti di mercato la revisione dei suoi conti annuali da parte del CDF (50 000 franchi).

«Visione 70» ha consentito sia di compensare il calo della sovvenzione federale e gli oneri aggiuntivi sia di aumentare percentualmente ­ o di mantenere in termini assoluti ­ la quota delle spese operative. Se nel 2003 a richieste e programmi andavano 22,3 milioni di franchi, per gli anni 2006 e 2007 i milioni in preventivo, nonostante la sovvenzione più bassa, sono perfino 22,4. In cifre assolute, fra il 2003 e il 2006 i costi di amministrazione e di produzione sono stati ridotti da 12,7 a poco più di 10 milioni.

Pro Helvetia non ha ancora raggiunto in pieno l'obiettivo di «Visione 70», cioè non ha ancora portato la quota delle risorse operative sopra la soglia del 70 per cento. La scarsa visibilità dei risparmi effettivi ottenuti in termini percentuali dipende dal fatto che gran parte delle riduzioni di costi è stata inghiottita dal calo parallelo dell'8 per cento nelle sovvenzioni federali. Ulteriori semplificazioni saranno possibili solo se muterà il contesto esterno (cioè se diminuiranno le interfacce con altri organi federali) e se verranno modificate le basi legali (con un nuovo ordinamento delle competenze, che preveda procedure più semplici).

4.2

Il rapporto del Controllo parlamentare dell'amministrazione

In seguito all'affare Hirschhorn (dicembre 2004), nella Camera Alta la commissione della scienza, dell'educazione e della cultura ha incaricato il Controllo parlamentare dell'amministrazione di stilare un rapporto che analizzasse, alla luce della legislazione vigente, l'organizzazione, i processi decisionali e il portfolio di Pro Helvetia.

Tale rapporto è stato consegnato alla commissione committente a fine giugno 2006.

Nell'analisi si evidenziano il ruolo importante ricoperto da Pro Helvetia, la sua competenza specifica, la sua rete internazionale di contatti come i suoi sforzi degli ultimi anni per organizzare i processi interni in modo razionale e sfocia in due serie di raccomandazioni. La prima, rivolta al legislatore, indica come andrebbe strutturata la legge riveduta sulla Fondazione affinché quest'ultima abbia l'opportunità di risolvere una parte dei suoi problemi. La seconda, rivolta al Consiglio di fondazione, segnala invece misure possibili fin d'ora per dare a Pro Helvetia un profilo più netto e creare, grazie a processi chiari, una maggiore trasparenza. Le raccomandazioni ­ qui rese in forma molto succinta ­ sottolineano che ­

occorre formulare una strategia semplice di promozione

­

urge impostare la sussidiarietà rispetto a città e cantoni in termini esclusivi (cioè non con sovrapposizioni coordinate ma con chiare delimitazioni)

­

sarebbe plausibile un segretariato suddiviso non per discipline ma per processi (o per prodotti)

­

occorre standardizzare i processi decisionali (fra l'altro con l'invio elettronico delle richieste)

­

sarebbero funzionali procedure analoghe a concorsi 1837

­

occorre fissare più poli prioritari nell'attività di promozione

­

è opportuna una collaborazione sistematica con altri partner statali.

Il Consiglio di fondazione, discusse le proposte, ha conferito al segretariato ampi mandati perché in vista della nuova legge elabori i modelli di organizzazione e le griglie di criteri corrispondenti.

4.3

Collaborazione con altri organi federali

Un tema ha dominato come nessun altro il periodo 2004­2007: la legittimità dei cinque organi federali che si occupano di cultura, i loro modi di collaborare e le possibili semplificazioni, all'insegna di quella promozione coordinata dell'immagine nazionale cui mira anche l'accordo tra DFI e DFAE dell'estate 2005.

Da una valutazione sommaria della cooperazione emerge, nell'ottica della Fondazione, il quadro seguente.

­

UFC: la collaborazione di Pro Helvetia con questo ufficio federale è una prassi cresciuta nel tempo. Le discussioni del 2007 su una futura ripartizione sistematica del lavoro, parallele al processo legislativo, verteranno soprattutto sulla promozione cinematografica, sulle arti visive e sulla presenza della letteratura all'estero.

­

PRS: la Fondazione siede nella commissione di PRS e quindi sta cooperando a coordinare la promozione della nostra immagine nazionale. Sul piano dei progetti, PRS e Pro Helvetia praticano una collaborazione professionale (fissata per iscritto), con chiara attribuzione delle responsabilità. PRS funge anche da cerniera con Svizzera Turismo.

Nel caso PRS dovesse confluire in una futura organizzazione responsabile per la promozione della Svizzera, Pro Helvetia continuerà collaborare con piacere ammesso che disponga anche in questo contesto di una voce per le questioni culturali.

­

DSC: per la DSC la Fondazione continua a svolgere due mandati di «capacity building», l'uno nell'Africa meridionale e l'altro nell'Europa sudorientale (Swiss Cultural Programme South-Eastern Europe and Ucraine, SCP).

Questi mandati finanziati dalla DSC hanno contorni precisi; non vi sono sovrapposizioni con altre attività. In Svizzera la Fondazione rinuncia alle sue attività sull'asse Sud­Nord dal 2007.

­

DFAE e CCC: continua e intensa è la collaborazione con le rappresentanze diplomatiche svizzere, benché talvolta le diversità di approccio fra la cultura che tutela interessi e la cultura come frutto di partenariati internazionali conducano a conflitti. Quando il CCC ha cominciato a esibire un nuovo stile di robusto dinamismo (2004), molti hanno temuto che nel DFAE nascesse una struttura parallela a Pro Helvetia. Per dissipare tali timori, nel giugno 2005 la ministra degli affari esteri e il ministro dell'interno hanno firmato un accordo sul lavoro culturale. Il testo prevede che le iniziative culturali delle ambasciate per importi fino a 10 000 franchi siano vagliate e finanziate dal CCC, quelle per importi superiori da Pro Helvetia.

1838

Entrambe le parti si sforzano di attuare l'accordo, ma al chiarimento auspicato non si è ancora giunti. Oltre al suddetto criterio dell'importo, il DFAE applica alle attività culturali delle ambasciate anche i criteri politici, conformemente agli assiomi della politica estera, e ciò è causa di notevoli complicazioni. La presenza concomitante di messaggi politici è un ostacolo al lavoro culturale delle ambasciate. Queste ultime tornano quindi a chiedere l'intervento della Fondazione anche per progetti piccoli, oppure si vanno sviluppando costosi processi di armonizzazione fra Pro Helvetia e CCC, tramite finanziamenti parziali e paralleli. Nei dieci mesi fra il settembre 2005 e il giugno 2006 è stato necessario vagliare parecchie dozzine di richieste, sia a Berna sia a Zurigo, per trovare soluzioni conformi agli accordi.

Nonostante simili doppioni amministrativi, per la Fondazione le ambasciate continuano a svolgere un ruolo chiave nel mediare, nel creare contatti, nel sostenere in loco gli artisti e operatori culturali svizzeri. Non solo gli scambi sono intensi e regolari, ma Pro Helvetia compie anche sforzi continui per informare meglio le rappresentanze svizzere e partecipa, nel quadro dei seminari culturali del DFAE o degli scambi di collaboratori, alla formazione del personale in missione. È inoltre sua intenzione liberalizzare diffusamente la propria politica nei rapporti con le ambasciate.

­

Segreteria di Stato per l'educazione e la ricerca (SER). Nuovo e promettente si presenta il partenariato con il SER, iniziato con la formulazione del mandato all'ISR nel 2005. La collaborazione oltre i confini delle discipline si è dimostrata tanto produttiva da portare Pro Helvetia e la SER ad utilizzare in comune le strutture esistenti e future, rispettivamente a pianificare delle attività comuni. Cultura e scienza vivono dello stesso spirito di innovazione e possono spiegarsi a vicenda. I due partner intendono proseguire la collaborazione ­ inaugurata a Roma ­ a Shanghai, New Delhi e Città del Capo.

Prospettiva. Nel complesso si è venuto creando un modus vivendi accettabile. Poiché la cultura non si presta alla propaganda, in avvenire la Fondazione collaborerà volentieri con le organizzazioni che promuovono l'immagine nazionale della Svizzera ma si opporrà a un'integrazione. Spetterà al dibattito concernente la legge sulla promozione della cultura e la revisione totale della legge su Pro Helvetia mostrare da un lato come vadano definite le interfacce fra i vari attori del lavoro culturale all'estero, dall'altro se sia razionale ­ particolarmente per il lavoro all'estero ­ un eventuale accorpamento sotto il tetto unico della Fondazione. Promettente è la collaborazione con la SER.

4.4

Evoluzione dei costi fra il 2008 e il 2011

Con «Visione 70», la Fondazione è giunta a raschiare il fondo del barile. I costi amministrativi pari al 15 per cento (2007) la collocano in una buona media europea.

Per esempio le fondazioni statali olandesi per il teatro, le arti figurative, la musica e simili, tutte basate su richieste di sussidi paragonabili a quelle di Pro Helvetia, registrano costi medi di gestione del 15 per cento. Fra le poche istituzioni europee confrontabili, la nostra risulta perfino in testa. Fondazioni culturali pubbliche più piccole, come quella del canton Turgovia, presentano costi amministrativi superiori al 30 per cento, mentre in altre (per esempio nel Kuratorium del canton Argovia) 1839

non esiste una contabilità dei costi totali perché spese di gestione e costo del personale vengono addossati all'amministrazione cantonale.

Uno sguardo al prossimo periodo di finanziamento mostra che le spese per il personale saliranno leggermente, non soltanto a causa del rincaro. La prevedibile apertura di un ufficio della Fondazione in Cina e la collaborazione con la SER, unita a un maggiore utilizzo culturale delle sedi scientifiche, rendono necessario potenziare le unità di personale all'estero. Sta diventando più importante anche una comunicazione su misura. È un compito ovvio, per Pro Helvetia, accompagnare i progetti principali e i suoi programmi con attività comunicative di livello professionale. A tale scopo occorrerà, dopo la riduzione dal 2004 al 2005, tornare a potenziare il Servizio comunicazione. Nel vaglio delle richieste e nei programmi calcoliamo che, grazie a strumenti nuovi, a fine 2007 sarà possibile gestire compiti aggiuntivi senza incrementi di organico.

Dal 2008 al 2011, con queste premesse, i costi dell'organizzazione evolveranno come segue: Modifiche amministrazione

Preventivo 2007* 4,90 2008 ­0,10 0,11

Totale 2008

Totale 2009 2010

0,10 5,01 ­0,10 0,10 5,01

Modifiche produzione

5,60

­0,06 0,12 5,66 ­0,08 0,11 5,69 0,15 ­0,06

Totale 2010 2011

0,10 5,11

0,11 Totale 2011 5,22 Totale periodo 20,35 (arrotondato) Quota sulla spesa 14,1 % complessiva *

Motivo

0,12 5,90 0,15 0,15 6,20 23,45 16,3 %

Razionalizzazione amministrativa Rafforzamento comunicazione (estero e Romandia) Ristrutturazione programmi (2006) Incremento costi, rincaro 2 % Razionalizzazione amministrativa Ristrutturazione programmi (2006) Incremento costi, rincaro 2 % Apertura ufficio a Shanghai (con la SER) Ristrutturazione programmi (2006), chiusura Incremento costi, rincaro 2 % Partecipazione di Pro Helvetia a Swissnex (San Francisco) Incremento costi, rincaro 2 %

Credito quadro richiesto: 143,8 milioni di franchi

Punto iniziale: calcoli per il 2007 compiuti nella prima estate 2006 (approssimazione del 2 % circa).

1840

Gli aumenti generali dei costi sono preventivati in misura bassa (2 %), sulla base di un calcolo misto che combina il rincaro con misure di rallentamento in campo salariale. Tali misure comprendono anche il passaggio dal primato delle prestazioni a quello dei contributi nella cassa pensione della Confederazione Publica, passaggio il cui completamento è previsto entro il 2008.

Alla fine del 2008 la Fondazione avrà ridotto di un quarto il suo personale del 2003.

Senza massicci tagli di «portfolio», non vi sono altri spazi potenziali per abbassare i costi. Con il vaglio delle richieste di sussidi, coi programmi, con gli uffici all'estero e con una concisa informazione culturale Pro Helvetia contribuisce in misura essenziale a favorire il rigoglio della creazione elvetica e a presentare la cultura svizzera in altri paesi.

In questo calcolo di spesa non sono compresi i mandati realizzati dalla Fondazione per conto della DSC, che si finanziano autonomamente.

4.5

Valutazione

Dal 2002 Pro Helvetia possiede un servizio interno di valutazione, che con analisi e studi persegue tre obiettivi: ­

supportare le decisioni su questioni strategiche e organizzative

­

migliorare il management dei progetti e l'articolazione dei processi operativi, contribuendo così a una maggiore efficienza

­

sviluppare il know-how metodologico nei responsabili dei progetti e in quelli degli uffici all'estero.

Finora il servizio ha fatto svolgere 13 valutazioni di una certa mole e provveduto al coaching di molti collaboratori. Le valutazioni sono state determinanti ai fini di «Visione 70» (fra l'altro per decidere la chiusura di tre uffici nell'Europa orientale, per riorganizzare il management degli uffici all'estero, per raggruppare diversamente il Consiglio di fondazione e per la creazione del settore Programmi). Il loro è stato quindi un netto contributo all'abbassamento dei costi di amministrazione.

Svolgendo un ruolo pionieristico nel valutare i progetti e la politica culturale, Pro Helvetia ha destato l'interesse di molti altri enti. Con alcuni di essi ­ il Percento culturale Migros, la Deutsche Bundeskulturstiftung, il Goethe Institut ­ la Fondazione sta appunto elaborando una guida alla valutazione per il settore culturale. In questo campo, effettivamente, uno strumento semplice di lavoro non c'è ancora.

Effetti. In sintesi si può dire che le valutazioni compiute da Pro Helvetia fra il 2002 e il 2006 abbiano sortito gli effetti seguenti.

­

La strategie di promozione si sono chiarite; la loro portata è migliorata, i processi della Fondazione sono più chiari.

­

I progetti in proprio di Pro Helvetia (programmi) vengono sviluppati professionalmente e puntano a ottenere effetti misurabili. Ognuno dei rispettivi piani comprende anche un'apposita valutazione.

­

Gli obiettivi degli uffici all'estero e la programmazione a lungo termine derivano dalle valutazioni svolte.

1841

­

Il settore Programmi, centro di competenza per grandi progetti in collaborazione con altri organi federali, risale a una proposta contenuta in una valutazione.

­

La futura organizzazione di Swiss Films è stata individuata per mezzo di una valutazione.

­

I processi decisionali sono stati semplificati, specialmente per progetti concernenti più divisioni, e i gruppi del Consiglio di fondazione sono stati ristrutturati di conseguenza.

Una volta indagati e migliorati molti processi chiave di Pro Helvetia, il servizio ha ridotto un po' l'attività. Attualmente vengono compiute ancora, su richiesta del segretariato, 2­3 valutazioni annue di progetti o di processi. Oggi in seno alla Fondazione il principio che le iniziative importanti vadano valutate con cura è divenuto un'ovvietà.

1842

5 5.1

Preventivo schematico e proposta Preventivo schematico

Da quanto esposto nei capitoli 3 e 4 risulta questo fabbisogno finanziario per il periodo 2008­2011: Poli d'intervento

2004­2007

Mediazione artistica e culturale Scambio con l'Asia Traduzione Coproduzioni internazionali Danza (2004­2007) Mutua comprensione in Svizzera (2004­2007) Dialogo interculturale (2004­2007)

­ ­ ­ ­

2008­2011

6,40 6,60 2,80 2,40 3,45 4,93 8,08

Totale intermedio Programma di base Cinema Arti visive Musica Letteratura e società Teatro Danza Progetti interdisciplinari Programmi Servizio internazionale Comunicazione Costi di amministrazione Costi di produzione

16,46

18,20

4,83 8,37 9,63 13,73 8,20 4,.94 3,39 1,40 11,21 4,95 20,72 25,00

5,80 9,20 10,10 13,90 8,80 8,60* 2,60 2,70 14,60** 5,50 20,35 23,45

Riduzione deficit di bilancio**** Introiti accessori

1,40 ­0,43

Totale intermedio

117,34

125,60

Proposta

133,80***

143,80

*

Aumento dovuto al rilevamento di molte attività sviluppate in seno al polo d'intervento «Danza».

** Aumento dovuto ai partenariati con Roma (ISR) e New York (Swiss Institute) nonché all'apertura dell'ufficio di Shanghai. Questa voce non contiene esborsi di Pro Helvetia per spese di gestione e costi del personale.

*** Credito quadro originario di 137 milioni, con le seguenti decurtazioni (in milioni): ­1,75 (programma di sgravio 2004); ­1 (affare Hirschhorn); ­0,15 (taglio da parte dell'UFC); ­0,30 (blocco dei crediti 2004).

**** Il nuovo assetto dei resoconti contabili, richiesto dal CDF nel 1995, ha fatto emergere un deficit di bilancio che la Fondazione sta smaltendo a tappe.

1843

5.2

Proposta

Per poter adempiere il proprio mandato legale, la Fondazione Pro Helvetia chiede al Consiglio federale e alle due Camere dell'Assemblea federale che dal 2008 al 2011 vengano autorizzati, a carico del conto finanziario della Confederazione, questi crediti: Programma di base: Poli d'intervento: per il polo «Mediazione artistica e culturale» per il polo «Scambio con l'Asia» per il polo «Traduzione» per il polo «Cooperazioni internazionali» Totale

125,60 18,20 6,40 6,60 2,80 2,40 143,80

Questo importo supera di 10 milioni quello effettivamente versato per il periodo 2004­2007 e di 7 milioni il credito quadro per tale periodo approvato nel dicembre 2003. L'incremento ha soprattutto questi scopi: rafforzare l'ISR come centro scientifico-culturale; garantire la sopravvivenza dello Swiss Institute di New York; rispettare il partenariato con la SER; rendere operativo il modello nazionale di promozione della danza, sviluppato nell'ambito del relativo polo d'intervento; soddisfare in una certa misura le rappresentanze diplomatiche svizzere, che chiedono interventi precisi nei rispettivi bacini geografici; rispondere alla forte domanda asiatica di cultura svizzera.

Ripartizione annua auspicata: 35,4 milioni nel 2008 35,8 milioni nel 2009 36,2 milioni nel 2010 36,4 milioni nel 2011.

Zurigo, 20 ottobre 2006

A nome del Consiglio di fondazione: Mario Annoni, presidente

1844