11.008 Rapporto sulla politica economica esterna 2010 Messaggi concernenti accordi economici internazionali e Rapporto concernente le misure tariffali adottate nel 2010 del 12 gennaio 2011

Onorevoli presidenti e consiglieri, visto l'articolo 10 della legge federale del 25 giugno 1982 sulle misure economiche esterne (RS 946.201; «legge»), vi sottoponiamo il presente rapporto e i suoi allegati (n. 11.1.1 e 11.1.2), di cui vi invitiamo a prendere atto (art. 10 cpv. 1 della legge).

Nel contempo, fondandoci sull'articolo 10 capoverso 3 della legge, vi sottoponiamo cinque messaggi e disegni di decreti federali concernenti sei accordi economici internazionali. Vi proponiamo di approvare: ­

l'accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e l'Ucraina e l'accordo agricolo tra la Svizzera e l'Ucraina (n. 11.2.1 e appendici);

­

l'accordo con l'Egitto concernente la promozione e la protezione reciproca degli investimenti (n. 11.2.2);

­

l'accordo internazionale del 2010 sul cacao (n. 11.2.3 e appendici);

­

l'accordo con la Russia concernente la protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine (n. 11.2.4 e appendici);

­

l'accordo con la Norvegia sulle misure veterinarie (n. 11.2.5 e appendici);

­

l'accordo con la Nuova Zelanda sulle misure veterinarie (n. 11.2.5 e appendici).

In applicazione dell'articolo 10 capoverso 4 della legge e fondandoci sull'articolo 13 capoversi 1 e 2 della legge del 9 ottobre 1986 sulla tariffa delle dogane (RS 632.10), sull'articolo 6a della legge federale del 13 dicembre 1974 sull'importazione e l'esportazione dei prodotti agricoli trasformati (RS 632.111.72) e sull'articolo 4 capoverso 2 della legge del 9 ottobre 1981 sulle preferenze tariffali (RS 632.91), vi sottoponiamo il rapporto e il disegno di decreto federale concernente le misure tariffali (n. 11.3), proponendovi di approvare le misure ivi enumerate.

Fondandoci sull'articolo 10 capoverso 3 della legge e sull'articolo 7b capoverso 2 della legge sull'organizzazione del Governo e dell'Amministrazione del 21 marzo 1997 (LOGA, RS 172.010; cfr. anche art. 9a della legge sulla tariffa delle dogane), vi sottoponiamo inoltre il messaggio e il disegno di decreto federale concernente l'approvazione delle modifiche della lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti farmaceutici, proponendovi di approvare le modifiche della lista.

2010-2162

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Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

12 gennaio 2011

In nome del Consiglio federale svizzero: La presidente della Confederazione, Micheline Calmy-Rey La cancelliera della Confederazione, Corina Casanova

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Compendio Obiettivi del Consiglio federale per il 2010 Dopo alcuni anni difficili sia per l'economia mondiale che per il settore svizzero dell'esportazione, alla fine del 2009 è iniziata una ripresa economica che è proseguita nel corso dell'anno in rassegna. Il commercio mondiale e le esportazioni svizzere di merci sono aumentati in maniera considerevole, senza tuttavia raggiungere il livello antecedente la crisi.

Sebbene le possibilità di esportazione di un'economia nazionale di medie dimensioni come quella svizzera dipendano in gran parte dalla domanda globale, la politica economica esterna, garantendo condizioni quadro coerenti e adeguate, può contribuire a far sì che le opportunità che si presentano possano essere sfruttate.

Anche in anni difficili come il 2008 e 2009, la strategia del Consiglio federale si è orientata a questo obiettivo (cfr. compendio dei rapporti di economia esterna 2008 e 2009). Nel capitolo introduttivo ( n. 1) il Consiglio federale giunge alla conclusione che la strategia incentrata in primo luogo sulla crescita e sulla stabilità nel medio e lungo termine piuttosto che sugli effetti a breve termine sulla congiuntura non solo ha consentito alla Svizzera di superare relativamente bene l'ultima crisi, ma ha anche agevolato la partecipazione della nostra economia all'avvio della ripresa. A titolo di esempio si può citare il fatto che le esportazioni svizzere verso il Canada e il Giappone ­ due Paesi con cui sono stati conclusi accordi di libero scambio, entrati in vigore nel 2009 ­ sono aumentate in misura superiore alla media nonostante la crisi.

Anche nell'anno in rassegna la politica economica esterna del Consiglio federale si è concentrata sulle relazioni con l'UE, sul dispositivo normativo multilaterale dell'OMC e sugli accordi di libero scambio con Stati non membri dell'UE. Mentre l'attuazione degli accordi esistenti in questi settori è proseguita senza problemi, le condizioni non erano propizie per un ulteriore sviluppo del dispositivo normativo. Il Ciclo di Doha non è stato concluso nemmeno nel 2010. L'avvio e il proseguimento dei negoziati con l'UE sono stati resi più difficili dalla richiesta di quest'ultima di chiarire alcune questioni giuridiche e istituzionali. Più positivo è invece il bilancio sul fronte degli accordi di libero scambio: sono stati firmati
due nuovi accordi (con Perù e Ucraina), altri due sono entrati in vigore (con Serbia e Albania) e sono proseguiti o sono stati preparati negoziati in vista della stipulazione di altri accordi.

Anche al di fuori di questi tre temi principali sono stati conclusi lavori importanti, tra cui il rafforzamento della vigilanza sui rischi sistemici nei mercati finanziari, l'approvazione da parte del Consiglio federale di tre messaggi concernenti la cooperazione economica allo sviluppo, la valutazione esterna delle attività dell'OSEC e dell'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE).

Il Consiglio federale riferirà in modo dettagliato e approfondito, nel suo rapporto annuale sulla sua gestione, in merito allo stato dei lavori relativi agli obiettivi per il 2010. Per quanto riguarda la politica economica esterna, si può affermare già ora che gli obiettivi posti per l'anno in rassegna sono stati raggiunti in diversi settori.

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Rapporto sulla politica economica esterna 2010 Capitolo introduttivo (cfr. n. 1) Il capitolo introduttivo dal titolo «Il commercio mondiale durante la crisi economica e finanziaria: effetti sulla piazza economica svizzera» illustra, con particolare riferimento al 2009, le conseguenze della crisi per il commercio mondiale e la Svizzera nonché per i suoi principali partner economici. In tale contesto è interessante rilevare che la recessione è stata molto meno marcata in Svizzera che non nella maggior parte degli altri Paesi industrializzati, grazie al contributo determinante della straordinaria solidità della domanda interna che, nel confronto internazionale, ha portato a un calo delle importazioni inferiore alla media. La Svizzera è stata pertanto uno dei Paesi che durante la crisi hanno sostenuto la congiuntura mondiale. Per quanto riguarda il calo delle esportazioni nel 2009, la Svizzera si colloca nella media mondiale. La flessione relativamente modesta è riconducibile in particolare alla specializzazione dei prodotti che caratterizza positivamente il settore svizzero dell'esportazione. La struttura geografica di sbocco delle esportazioni svizzere non ha invece influito in modo particolarmente vantaggioso sull'andamento delle esportazioni. Analizzando gli sviluppi intercorsi nell'anno in rassegna, il Consiglio federale trae dalla crisi alcune conclusioni e lezioni di politica economica: in particolare individua i settori in cui è necessario intervenire a livello strutturale affinché la Svizzera possa anche in futuro far fronte con successo alle crisi.

Collaborazione economica multilaterale (cfr. n. 2) Il bilancio tracciato in marzo dai capi negoziatori del Ciclo di Doha (n. 2.1) non è riuscito a dare nuovo slancio ai negoziati. Nell'anno in rassegna ci si è concentrati pertanto sui negoziati tecnici in diversi ambiti. Soltanto il G20 dei capi di Stato e di governo tenutosi a Seul in novembre ha portato nuovi stimoli a livello politico. Dal vertice è scaturito l'impegno per una conclusione rapida ed equilibrata dei cicli negoziali sulla base dei progressi compiuti, auspicando che ciò avvenga entro il prossimo anno. Al di fuori del Ciclo di Doha, sono proseguiti i negoziati di adesione con un totale di 30 candidati, sono state esaminate le politiche commerciali di 17 membri e nell'ambito della
procedura di composizione delle controversie sono state prese decisioni importanti. La procedura di vigilanza sulle misure commerciali adottate dai membri dell'OMC, decisa dopo la crisi finanziaria, è stata portata avanti. Il comitato responsabile ha constatato che, nonostante l'ampiezza della crisi, la maggior parte degli Stati non ha adottato nuove misure fortemente protezionistiche.

Un risultato eccellente nell'OCSE (n. 2.2) è stato l'adesione di quattro nuovi Stati (Cile, Estonia, Israele e Slovenia), in seguito alla quale il totale dei membri ha raggiunto le 34 unità. L'iter di adesione della Russia è proseguito invece più lentamente. In occasione della riunione annuale i ministri hanno approvato il rapporto finale sulla strategia dell'innovazione, la cui redazione è durata tre anni. Il prossimo anno verrà trattato il rapporto sulla «strategia di crescita verde». In diverse

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riunioni settoriali tra ministri la Svizzera è stata rappresentata a livello di Consiglio federale.

Temi importanti dell'UNCTAD (n. 2.3) sono stati il bilancio intermedio sull'attuazione delle decisioni della 12a conferenza ministeriale del 2008 ­ il cosiddetto «Accordo di Accra» (cfr. rapporto sulla politica economica esterna del 2008) ­ e sulle conseguenze della crisi finanziaria ed economica per i Paesi in sviluppo.

Anche nell'ambito dell'ONUDI (n. 2.4) la Svizzera si è impegnata in diversi progetti che promuovono le tecnologie ecologiche.

Nel quadro dell'Organizzazione internazionale del lavoro OIL (n. 2.5), gli sforzi si sono incentrati sul consolidamento di due atti importanti: la Dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione giusta del 2008 e il Patto globale per l'occupazione («Global Jobs Pact») del 2009. La Svizzera si è candidata per un seggio nel consiglio di amministrazione dell'OIL, una posizione che le consentirebbe di impegnarsi maggiormente a favore di temi quali una migliore coerenza all'interno dell'organizzazione e una più solida collaborazione con le altre organizzazioni internazionali.

La Svizzera persevera nella sua volontà di entrare a far parte del G20 (n. 2.6), ma utilizza altri canali per esprimere la sua posizione e per difendere i suoi interessi nel quadro dei lavori e delle decisioni del gruppo. Ciò risulta ancora più importante in quanto il G20 amplia continuamente i propri ambiti di attività e sempre più spesso coinvolge organizzazioni internazionali di cui la Svizzera è membro.

Integrazione economica europea (cfr. n. 3) Sebbene rispetto all'anno precedente le relazioni commerciali svizzere con il mercato interno europeo si siano sviluppate di meno di quelle con altre regioni, l'UE e i Paesi dello SEE sono rimasti il principale partner commerciale della Svizzera (78 % delle importazioni svizzere e 60 % delle esportazioni). Le difficoltà nella zona euro innescate in primavera dalla crisi debitoria in Grecia, che hanno portato al forte apprezzamento del franco, si sono ripercosse negativamente sul settore svizzero dell'esportazione. Per quanto riguarda le relazioni con l'UE, il Consiglio federale ha deciso nella sua seduta speciale di agosto di proseguire la via bilaterale. Gli accordi esistenti (bilaterali I e II) continuano a essere attuati e
adeguati laddove necessario. Le trattative e i colloqui esplorativi in altri ambiti (principalmente agricoltura, sicurezza alimentare, sicurezza dei prodotti e salute pubblica, elettricità e sicurezza dei prodotti chimici/REACH) sono proseguiti, ma hanno incontrato vari ostacoli, anche a causa di questioni istituzionali non chiarite. Per esaminare tali questioni è stato istituito a livello informale un gruppo bilaterale di esperti. Anche le questioni fiscali sono rimaste un tema importante nelle relazioni con l'UE. Oltre a eventuali adeguamenti dell'Accordo sulla fiscalità del risparmio, si tratta di avviare un dialogo sul codice di comportamento applicato nell'UE per l'imposizione fiscale delle imprese. Nell'anno in rassegna sono stati firmati gli accordi quadro bilaterali con la Bulgaria e la Romania; essi concernono l'impiego del contributo della Svizzera per la riduzione delle disparità economiche e sociali, che il Parlamento aveva approvato nel 2009. L'attuazione del contributo a favore dei dieci Stati che hanno

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aderito all'UE nel 2004 è stata portata avanti. Dal bilancio intermedio realizzato verso fine anno è emersa una valutazione positiva.

Al centro delle attività dell'AELS vi è stato il suo 50° anniversario, celebrato con seminari e altre manifestazioni negli Stati membri e in diversi Paesi partner. In luglio l'Islanda ha avviato i negoziati di adesione all'UE.

Accordo di libero scambio con partner al di fuori dell'UE e dell'AELS (cfr. n. 4) Nel 2010 sono stati firmati, nel quadro dell'AELS, accordi di libero scambio con il Perù e l'Ucraina e sono entrati in vigore gli accordi con Albania e Serbia. Con l'India proseguono i negoziati, mentre quelli con Hong Kong-Cina hanno raggiunto uno stadio avanzato e nell'anno a venire verranno avviati i negoziati con altri Paesi (Unione doganale Russia­Bielorussia­Kazakistan, Indonesia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro). Con il Vietnam è iniziata l'elaborazione di uno studio di fattibilità in vista di un avvio dei negoziati e con altri Paesi si sono tenuti colloqui sull'approfondimento delle relazioni commerciali. Sul piano bilaterale è stato concluso uno studio congiunto di fattibilità su un accordo di libero scambio Svizzera­Cina; le trattative dovrebbero essere avviate all'inizio del 2011.

Politiche orizzontali (cfr. n. 5) La circolazione delle merci (industriali e agricole), gli ostacoli tecnici al commercio, i servizi, gli investimenti, il diritto in materia di concorrenza, gli appalti pubblici e gli aspetti della proprietà intellettuale rilevanti per il commercio costituiscono gli elementi cardine della politica economica esterna della Svizzera e di numerosi accordi economici. Tra i principali avvenimenti dell'anno in rassegna citiamo l'intesa di principio tra i partecipanti al sistema paneuromediterraneo delle norme di origine in merito al progetto di farne oggetto di una convenzione consolidata e di estenderla ai Paesi dei Balcani occidentali (n. 5.1), l'entrata in vigore della revisione della legge sugli ostacoli tecnici al commercio e dell'ordinanza corrispondente (n. 5.2), l'avvio in seno all'OCSE dei lavori di verifica delle linee guida per le imprese multinazionali (n. 5.4), l'approvazione da parte del Consiglio federale di un mandato negoziale per un accordo di cooperazione con l'UE in materia di concorrenza (n. 5.6) nonché la conclusione dei negoziati
per un accordo plurilaterale per la lotta alle contraffazioni e alla pirateria (n. 5.8). Gli sforzi tesi a porre le basi per una politica climatica mondiale sono proseguiti in dicembre a Cancun (Messico) ed è stata presa in considerazione una proroga della validità del protocollo di Kyoto.

Le parti firmatarie della Convenzione sulla diversità biologica hanno approvato un protocollo sull'accesso alle risorse genetiche e sulla ripartizione bilanciata dei vantaggi dati dal loro utilizzo (n. 5.5).

Sistema finanziario internazionale (cfr. n. 6) Il Fondo monetario internazionale (FMI) e il Financial Stability Board (FSB) hanno conseguito progressi importanti nel quadro delle loro riforme volte a rafforzare il sistema finanziario internazionale. Tra queste ultime rientrano il rafforzamento della vigilanza sui rischi sistemici nei mercati finanziari e l'adeguamento degli

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strumenti per la concessione di crediti del FMI. Il volume dei crediti impegnati ha fatto segnare un nuovo record. Il FSB valuta, nel quadro di una «peer review», la qualità delle misure nazionali di attuazione degli standard internazionali. Nel 2011 la Svizzera verrà sottoposta a una «peer review» di questo genere. Gli sviluppi internazionali hanno portato a riforme interne da parte del FMI, in particolare riguardo le quote dei membri e la rappresentanza nel Consiglio esecutivo. Il gruppo di lavoro per la lotta contro il riciclaggio di denaro ha proseguito la sua valutazione dei membri; finora ne sono stati esaminati 34. In seguito alla decisione del Consiglio federale di conformarsi agli standard dell'OCSE per lo scambio di informazioni in materia fiscale, la Svizzera ha adeguato le convenzioni di doppia imposizione con numerosi Stati. Sono stati firmati oltre venti accordi rivisti, di cui dieci sono stati approvati dal Parlamento in giugno. Essendo scaduto infruttuosamente il termine per il referendum facoltativo, gli accordi entreranno in vigore non appena saranno stati ratificati dai Paesi partner.

Cooperazione economica allo sviluppo (cfr. n. 7) Anche nel 2010 si sono fatte sentire le ripercussioni della crisi economicofinanziaria, che hanno continuato a influenzare l'orientamento delle misure bilaterali e delle attività multilaterali. Le prime si sono concentrate sul settore finanziario, la promozione degli standard di sostenibilità privati e dei marchi, il finanziamento di misure di rilevanza climatica, la promozione delle PMI e il finanziamento delle infrastrutture. Sul piano multilaterale, le banche di sviluppo hanno dovuto far fronte a richieste di finanziamento piuttosto elevate e hanno dovuto procedere ad aumenti di capitale. Anche la Svizzera vi partecipa, nei limiti della sua quota tradizionale e fatto salvo il consenso del Parlamento. Nel gruppo della Banca mondiale è stato inoltre deciso di ridistribuire i diritti di voto a favore di importanti Paesi in sviluppo. Il Kazakistan si è unito al gruppo di voto della Svizzera. Nella Banca africana di sviluppo la Svizzera ha migliorato la sua rappresentanza e ora ha un rappresentante permanente nell'Ufficio del direttore esecutivo. Tra le misure di sostegno a favore dei Paesi dell'Europa orientale e della Comunità di Stati indipendenti
(CSI), la parte maggiore è andata al finanziamento delle infrastrutture, mentre altre misure erano orientate al sostegno macroeconomico, alla promozione degli investimenti e alla collaborazione commerciale.

In settembre il Consiglio federale ha approvato tre messaggi: il primo concerne la proroga e l'aumento del credito quadro a favore dell'Europa orientale, il secondo concerne la partecipazione agli aumenti di capitale delle banche multilaterali di sviluppo e il terzo illustra come è possibile aumentare gli aiuti pubblici allo sviluppo allo 0,5 per cento del reddito nazionale lordo entro il 2015.

Relazioni economiche bilaterali (cfr. n. 8) Nella cura delle relazioni bilaterali il Consiglio federale deve attribuire particolare importanza all'ulteriore attuazione delle strategie per i mercati emergenti (Brasile, Russia, India, Cina (BRIC), Stati del CCG, Indonesia, Messico, Sudafrica e Turchia), senza tuttavia trascurare i partner tradizionali in Europa e in altre regioni.

Nell'anno in rassegna vanno messe in rilievo le visite di alto rango in diversi Paesi, talvolta accompagnate da delegazioni economiche, nonché le riunioni delle commis-

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sioni miste. Tali incontri hanno fornito anche l'occasione per avviare nuovi passi volti a sviluppare le relazioni economiche. In occasione di un incontro di lavoro della presidente della Confederazione con il ministro russo dell'economia, a margine della visita ufficiale al presidente russo a Soci, è stato firmato un nuovo piano d'azione per lo sviluppo della collaborazione economica tra i due Paesi. Un evento saliente è stato la celebrazione del 60° anniversario dell'avvio delle relazioni diplomatiche con la Cina in presenza della presidente della Confederazione e del presidente della Repubblica popolare di Cina.

Controllo delle esportazioni e misure di embargo (cfr. n. 9) La Svizzera ha partecipato attivamente anche nell'anno in rassegna allo sviluppo dei quattro regimi internazionali di controllo delle esportazioni e si è impegnata per l'adozione di misure di controllo mirate per i prodotti critici e rilevanti per la proliferazione di mezzi di distruzione di massa. Assumendo la presidenza plenaria dell'Intesa di Wassenaar, a cui aderiscono circa quaranta Stati, il nostro Paese ha avuto un'altra occasione per far conoscere a livello internazionale il controllo svizzero delle esportazioni. Rispetto all'anno precedente la SECO ha dovuto respingere un numero minore di domande di esportazione, il che potrebbe essere dovuto anche a una maggiore sensibilizzazione delle imprese sulle condizioni relative al controllo delle esportazioni. Il fatto invece che le sanzioni decise dalla Svizzera contro l'Iran sulla base delle corrispondenti risoluzioni dell'ONU risultino meno severe rispetto a quelle degli Stati Uniti, dell'UE e di altri Paesi ha provocato una certa insicurezza e numerose richieste alla SECO.

Nell'applicazione della legge sugli embarghi entrata in vigore il 1° gennaio 2003 è emersa recentemente una certa necessità di adeguamenti, ragion per cui è stato posto in consultazione un progetto di modifica. A livello internazionale il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha abrogato le sanzioni in vigore da tredici anni contro la Sierra Leone, ha emesso un embargo totale sugli armamenti e sanzioni contro l'Eritrea e ha disposto infine ulteriori sanzioni contro l'Iran. Il Consiglio federale ha inasprito inoltre le sanzioni contro la Guinea e ha adeguato, laddove necessario, altre misure di embargo.
Promozione della piazza economica (cfr. n. 10) La promozione della piazza economica si prefigge di assicurare nel lungo termine la competitività internazionale della Svizzera. A livello di politica economica esterna include gli strumenti della promozione delle esportazioni e della piazza economica, dell'assicurazione contro i rischi delle esportazioni e le misure di promozione nel settore del turismo. I mandati della Confederazione realizzati dall'OSEC nel settore della promozione delle esportazioni e della piazza economica sono stati sottoposti nell'anno in rassegna a una valutazione esterna. Il lavoro dell'OSEC è stato giudicato nel complesso utile ed efficiente. Il bilancio dell'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE) è positivo. Le garanzie cauzionali e le assicurazioni del credito di fabbricazione, due prodotti introdotti l'anno precedente, sono state molto richieste. Anche l'attività dell'ASRE è stata oggetto di una valutazione esterna nel 2010, dalla quale è scaturito che l'ASRE attua in modo efficiente ed efficace

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le disposizioni legali. I riscontri dei clienti sono stati positivi e l'offerta di prestazioni viene considerata competitiva nel confronto internazionale.

Dopo le perdite dell'anno precedente, nel 2010 la situazione per il settore svizzero del turismo è migliorata, soprattutto grazie all'afflusso di turisti provenienti dall'Asia e dal Medio Oriente. Il programma di sostegno al marketing del turismo deciso nel 2009 ha dato i suoi frutti. Nei prossimi mesi la SECO svilupperà, con gli ambienti interessati, un programma di attuazione per la politica del turismo del Consiglio federale per il periodo 2012­2015. La Svizzera ha continuato a partecipare alla collaborazione internazionale in materia di turismo.

Prospettive per l'anno prossimo Dato che nel 2010 la Svizzera ha recuperato il calo dei risultati economici susseguente alla crisi e le sue esportazioni hanno registrato una forte crescita, l'anno prossimo il Consiglio federale si concentrerà sull'obiettivo di una crescita economica sana e ampiamente consolidata. In materia di politica economica esterna darà vita a una vasta gamma di attività. Particolarmente intensi si annunciano gli sviluppi nella politica commerciale di apertura dei mercati. Si tratterà di concludere al più presto i negoziati di libero scambio con Hong Kong-Cina e di far progredire il più possibile quelli con l'India. Verranno avviate trattative con grandi Paesi quali Cina, Russia (insieme a Bielorussia e Kazakistan) e Indonesia, ma anche con partner più piccoli (Bosnia-Erzegovina, Montenegro). Per quanto riguarda l'avvio di negoziati con altri Stati (Malaysia, Vietnam, Stati dell'America centrale) si deciderà nel corso dell'anno. All'interno dell'OMC si vedrà se il nuovo slancio politico impresso nel novembre 2010 al G20 di Seul dai capi di Stato e di governo porterà a risultati concreti nell'anno a venire. La Svizzera continuerà a impegnarsi attivamente per la conclusione del Ciclo di Doha. Per quanto riguarda i rapporti con l'UE, sarà molto importante chiarire le questioni istituzionali. Il Consiglio federale si impegnerà per il proseguimento o l'avvio di negoziati nel settore della collaborazione tra le autorità della concorrenza, in materia di elettricità, agricoltura, sicurezza alimentare, sicurezza dei prodotti e salute, partecipazione al sistema di navigazione satellitare Galileo nonché a REACH e al commercio dei diritti di emissione.

Altre questioni importanti per la politica economica esterna del prossimo anno riguardano la redazione di un messaggio da sottoporre al Parlamento concernente la modifica della legge sugli embarghi, la partecipazione attiva della Svizzera ai negoziati sull'aggiornamento delle linee guida dell'OCSE per le imprese multinazionali e i lavori preparatori per i messaggi concernenti la cooperazione internazionale allo sviluppo per gli anni 2013­2016.

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Indice Compendio

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Elenco degli acronimi

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1 Il commercio mondiale durante la crisi economica e finanziaria: effetti sulla piazza economica svizzera 1.1 Un crollo senza precedenti del commercio mondiale 1.2 Evoluzione del commercio mondiale nel 2009 1.3 Possibili spiegazioni del crollo del commercio mondiale 1.4 Evoluzione del commercio estero della Svizzera e dei suoi principali partner commerciali 1.4.1 Evoluzione delle esportazioni 1.4.2 Evoluzione delle importazioni 1.5 Influenza del commercio estero sul PIL della Svizzera e di alcuni Paesi selezionati nel 2009 1.6 Sviluppi nel 2010 1.7 Sintesi 1.8 Conseguenze per la politica economica 1.8.1 Conseguenze per la politica commerciale 1.8.2 Prime lezioni economiche della crisi: prospettive

1290 1290 1291 1292 1294 1294 1298 1299 1300 1301 1302 1302 1303

2 OMC e altre cooperazioni economiche multilaterali 2.1 Organizzazione mondiale del commercio (OMC) 2.1.1 Ciclo di Doha 2.1.2 Attuazione degli accordi dell'OMC esistenti 2.2 Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) 2.2.1 Ampliamento dell'organizzazione 2.2.2 Riunione del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale 2.2.3 Le riunioni settoriali a livello ministeriale 2.3 Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (CNUCED) 2.4 Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO) 2.5 Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) 2.6 G20 2.6.1 Evoluzione dei metodi di lavoro del G20 2.6.2 La Svizzera e il G20

1311 1312 1314 1314 1315

3 Integrazione economica europea UE/AELS 3.1 Sviluppi all'interno dell'UE 3.2 Stato delle relazioni della Svizzera con l'UE 3.2.1 Applicazione e adeguamento degli accordi esistenti 3.2.2 Negoziati in corso e colloqui esplorativi 3.2.3 Questioni istituzionali

1316 1316 1317 1318 1321 1323

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1305 1305 1305 1306 1308 1308 1309 1309 1310

3.2.4 Questioni fiscali 3.2.5 Contributo all'allargamento dell'UE 3.3 Associazione europea di libero scambio (AELS) 4 Accordi di libero scambio con Stati terzi non membri dell'UE o dell'AELS 4.1 Relazioni di libero scambio fra gli Stati dell'AELS e i loro partner dell'area europea-mediterranea 4.2 Relazioni di libero scambio fra gli Stati dell'AELS e i loro partner al di fuori dell'area europea-mediterranea 4.3 Relazioni bilaterali di libero scambio fra la Svizzera e Stati non membri dell'UE o dell'AELS 4.3.1 Accordo di libero scambio e di partenariato economico Svizzera-Giappone 4.3.2 Negoziati Svizzera­Cina

1323 1324 1325 1325 1330 1330 1332 1332 1332

5 Politiche orizzontali 5.1 Circolazione delle merci industria/agricoltura 5.2 Ostacoli tecnici al commercio 5.3 Servizi 5.4 Investimenti e imprese multinazionali 5.5 Negoziati relativi alle convenzioni sul clima e la biodiversità 5.6 Diritto della concorrenza 5.7 Appalti pubblici 5.8 Protezione della proprietà intellettuale 5.8.1 Protezione della proprietà intellettuale negli accordi bilaterali e di libero scambio dell'AELS 5.8.2 Negoziati per un accordo plurilaterale contro la contraffazione e la pirateria (ACTA) 5.8.3 OMC/TRIPS ­ Ciclo di Doha 5.8.4 Organizzazione mondiale della sanità (OMS) 5.8.5 Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI) 5.8.6 Dialogo bilaterale sulla proprietà intellettuale e accordo bilaterale sul riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine

1332 1332 1335 1338 1338 1341 1342 1344 1344

6 Sistema finanziario internazionale 6.1 Fondo monetario internazionale (FMI) 6.2 Financial Stability Board (FSB) 6.3 Groupe d'action financière (GAFI) 6.4 Convenzioni di doppia imposizione (CDI)

1347 1348 1349 1350 1351

7 Cooperazione economica allo sviluppo 7.1 Misure di sostegno bilaterali 7.1.1 Misure di sostegno a favore dei Paesi in sviluppo 7.1.1.1 Sostegno macroeconomico 7.1.1.2 Cooperazione allo sviluppo rilevante per il commercio

1351 1353 1353 1353 1353

1345 1345 1346 1346 1346 1347

1285

7.1.1.3 Promozione degli investimenti 7.1.1.4 Finanziamento dell'infrastruttura 7.1.2 Misure di sostegno a favore dei Paesi dell'Europa dell'Est e della Comunità di Stati Indipendenti (CSI) 7.1.2.1 Finanziamento dell'infrastruttura 7.1.2.2 Sostegno macroeconomico 7.1.2.3 Promozione degli investimenti e cooperazione rilevante per il commercio 7.1.3 Contributo all'allargamento 7.2 Organizzazioni multilaterali per lo sviluppo 7.2.1 Gruppo della Banca mondiale 7.2.2 Banche regionali di sviluppo 7.2.2.1 Banca africana di sviluppo (BAfS) 7.2.2.2 Banca asiatica di sviluppo (BAsS) 7.2.2.3 Banca interamericana di sviluppo (BIS) 7.2.2.4 Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) 7.2.2.5 Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB)

1354 1355 1356 1356 1356 1357 1357 1358 1358 1359 1359 1360 1360 1361 1361

8 Relazioni economiche bilaterali 8.1 Europa occidentale e sudorientale 8.2 Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) 8.3 Nordamerica 8.4 America latina 8.5 Asia e Oceania 8.6 Medio Oriente e Africa 8.6.1 Medio Oriente e Africa del Nord (MENA) 8.6.2 Africa subsahariana (ASS)

1362 1362 1363 1364 1365 1366 1367 1367 1368

9 Misure di controllo delle esportazioni e di embargo 9.1 Misure di non proliferazione di beni per la fabbricazione di armi di distruzione di massa e dei loro sistemi vettori, come pure di armi convenzionali 9.1.1 Sviluppi politici internazionali e nazionali 9.1.2 Controllo dei beni soggetti ad autorizzazione e dichiarazione 9.1.3 Dati chiave sulle esportazioni soggette alla legge sul controllo dei beni a duplice impiego 9.2 Misure di embargo 9.2.1 Misure di embargo dell'ONU 9.2.2 Misure di embargo dell'UE 9.3 Misure relative ai «diamanti della guerra»

1369

10 Promozione della piazza economica 10.1 Promozione delle esportazioni e assicurazione contro i rischi delle esportazioni 10.1.1 OSEC Business Network Switzerland (OSEC) 10.1.2 Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE) 10.1.3 Finanziamento delle esportazioni (OCSE) 10.1.4 Conversione del debito (Club di Parigi) 1286

1370 1370 1371 1372 1373 1373 1375 1376 1376 1376 1377 1378 1379 1379

10.2 Promozione della piazza economica 10.3 Turismo 10.3.1 Strategia di crescita per la piazza turistica svizzera 10.3.2 Cooperazione internazionale 11 Allegati 11.1 Allegati 11.1.1­11.1.2 11.1.1 Impegno finanziario della Svizzera nel 2010 nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo 11.1.2 Autorizzazioni per ispezioni pre-imbarco per conto di Stati esteri 11.2 Allegati 11.2.1­11.2.5 11.2.1

11.2.2

11.2.3

11.2.4

Messaggio concernente l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e l'Ucraina e l'Accordo agricolo tra la Svizzera e l'Ucraina Decreto federale che approva l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e l'Ucraina e l'Accordo agricolo tra la Svizzera e l'Ucraina (Disegno) Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e l'Ucraina Accordo agricolo tra la Confederazione Svizzera e l'Ucraina Messaggio concernente l'Accordo di promozione e protezione reciproca degli investimenti con l'Egitto Decreto federale che approva l'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica araba d'Egitto concernente la promozione e la protezione reciproca degli investimenti (Disegno) Accordo tra la Confederazione svizzera e la Repubblica araba d'Egitto concernente la promozione e la protezione reciproca degli investimenti Messaggio concernente l'approvazione dell'Accordo internazionale del 2010 sul cacao Decreto federale concernente l'Accordo internazionale del 2010 sul cacao (Disegno) Accordo internazionale del 2010 sul cacao Messaggio concernente l'Accordo tra la Svizzera e la Russia sulla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine Decreto federale che approva l'Accordo tra la Svizzera e la Russia sulla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine (Disegno) Accordo tra il Consiglio federale della Confederazione svizzera e il Governo della Federazione Russa sulla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine

1380 1381 1381 1383 1384 1384 1385 1387 1389

1391 1417 1419 1455 1517

1525 1527 1537 1545 1547 1585 1595

1597

1287

11.2.5

11.3 Allegato 11.3

11.4 Allegato 11.4

1288

Messaggio concernente l'approvazione degli Accordi veterinari con la Norvegia e la Nuova Zelanda Decreto federale che approva l'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Norvegia sulle misure veterinarie applicabili al commercio di animali vivi, dei relativi sperma, ovuli ed embrioni e di prodotti animali e l'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Nuova Zelanda sulle misure veterinarie applicabili al commercio di animali vivi e di prodotti animali (Disegno) Accordo tra la Confederazione Svizzera e il Regno di Norvegia sulle misure veterinarie applicabili al commercio di animali vivi, dei relativi sperma, ovuli, embrioni e di prodotti animali Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Nuova Zelanda sulle misure veterinarie applicabili al commercio di animali vivi e di prodotti animali

1617

1623

1625 1637 1661

Rapporto concernente le misure tariffali prese nel 2010 Decreto federale che approva le misure tariffali (Disegno)

1663 1671 1673

Messaggio concernente l'approvazione delle modifiche della lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti farmaceutici Decreto federale che approva le modifiche della lista LIX-Svizzera-Liechtenstein nel settore dei prodotti farmaceutici (Disegno)

1675 1681

Elenco degli acronimi AELS

Associazione europea di libero scambio

AGCS

Accordo generale sul commercio dei servizi

ALS

Accordo di libero scambio

API

Accordo sulla protezione degli investimenti

CCG

Consiglio di cooperazione del Golfo Gulf Cooperation Council (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar)

CDI

Convenzione in materia di doppia imposizione

CNUCED

Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo

CSI

Comunità degli Stati indipendenti

FMI

Fondo monetario internazionale

FSB

Financial Stability Board

G20

Gruppo dei 20 Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Stati Uniti d'America, Sudafrica, Turchia, UE

GATT

General Agreement on Tariffs and Trade Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio

OCSE

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico

OIL

Organizzazione internazionale del lavoro

OMC

Organizzazione mondiale del commercio

ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite

OSEC

Osec Business Network Switzerland Ufficio svizzero per l'espansione commerciale

PIL

Prodotto interno lordo

PMI

Piccole e medie imprese

SEE

Spazio economico europeo

UNIDO

United Nations Industrial Development Organization Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale

1289

Rapporto 1

Il commercio mondiale durante la crisi economica e finanziaria: effetti sulla piazza economica svizzera A seguito della crisi finanziaria, il commercio mondiale ha registrato un crollo senza precedenti tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. La Svizzera, la cui economia è fortemente orientata verso l'estero, non è stata risparmiata, anche se rispetto ad altri Paesi ne è uscita relativamente bene.

Il presente capitolo introduttivo del rapporto sulla politica economica esterna della Svizzera nel 2010 illustra l'entità dello storico crollo del commercio mondiale nel 2008­2009, fornisce spiegazioni e presenta la situazione del commercio estero della Svizzera nel 2009. Fornisce inoltre un'analisi dei vantaggi e degli svantaggi della struttura settoriale e geografica dell'industria di esportazione svizzera. Viene in seguito illustrata brevemente l'evoluzione economica della Svizzera nel 2010. Il capitolo si conclude con un riassunto dei principali risultati e delle conclusioni di politica economica.

1.1

Un crollo senza precedenti del commercio mondiale

Lo scoppio, nell'estate del 2007, della bolla immobiliare sul mercato americano segna l'inizio della più grave crisi finanziaria dalla Grande depressione degli anni Trenta. A causa dell'interconnessione dei sistemi finanziari, la crisi ha assunto rapidamente un carattere mondiale. In particolare alla fine del 2008 e all'inizio del 2009 gli effetti della crisi hanno investito con violenza il commercio mondiale. In molti Paesi sviluppati, la significativa diminuzione delle esportazioni ha frenato la crescita in misura importante; globalmente, le economie avanzate hanno registrato il maggiore declino del PIL (­3,2 % in media) dalla Seconda guerra mondiale. Per questo motivo la maggior parte degli istituti internazionali e molti osservatori hanno parlato di «Grande recessione» per il 2009, analogamente alla Grande depressione degli anni Trenta.

La Svizzera ha registrato un calo del PIL dell'1,9 per cento, vale a dire la maggiore flessione dal 1975. Il crollo della performance economica è stato tuttavia molto meno marcato in Svizzera che in molti Paesi vicini. Anche se ha avuto origine nei Paesi industrializzati, la crisi finanziaria non ha risparmiato i Paesi in sviluppo. La loro dinamica di crescita è stata fortemente rallentata. La crescita media del PIL di questi Paesi è rimasta positiva (+2,5 %), ma le disparità regionali sono enormi. Molti Paesi in sviluppo dipendono fortemente dalla domanda dei Paesi industrializzati e alcuni Paesi emergenti devono affrontare importanti sfide macroeconomiche per dare una base solida alla loro gestione finanziaria.

A seguito della crisi finanziaria, le entrate pubbliche sono diminuite e molti Paesi hanno aumentato la loro spesa pubblica per sostenere la congiuntura. I deficit di bilancio e i debiti di molti Stati sono rapidamente aumentati. In molti Paesi, vi è stata una crisi del debito pubblico, provocata dalla crisi finanziaria ma non imputa1290

bile integralmente a quest'ultima1. In molti Paesi, il deficit pubblico ha superato nel 2009 la soglia del 10 per cento del PIL. Le misure di risparmio messe in atto in seguito alla crisi del debito si faranno probabilmente sentire maggiormente nel 2011 e nel 2012 e avranno sicuramente un impatto sulla domanda mondiale e, di conseguenza, sulla dinamica del commercio mondiale nei prossimi anni.

Il presente capitolo è incentrato sulle conseguenze della crisi finanziaria sul commercio mondiale nel 2009. Nella prima parte, le conseguenze della crisi sul commercio mondiale sono presentate a livello aggregato. La seconda parte spiega le cause del crollo del commercio mondiale. La terza parte commenta l'evoluzione delle esportazioni e delle importazioni nel 2009 per una selezione di Paesi. Viene posto l'accento sul calo del commercio estero della Svizzera. In seguito sono esposti i vantaggi e gli svantaggi della composizione settoriale e geografica dell'industria d'esportazione svizzera nel 2009, con i commenti sulla competitività della Svizzera nel 2009. Segue una breve descrizione dell'evoluzione economica della Svizzera nel 2010. L'ultima parte riassume i risultati e traccia un bilancio nell'ottica della politica economica.

1.2

Evoluzione del commercio mondiale nel 2009

A seguito della crisi finanziaria, il commercio mondiale ha registrato un crollo senza precedenti tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. A livello mondiale, le esportazioni di merci sono scese del 22 per cento nel 2009. Nel primo semestre del 2009, gli scambi commerciali sono scesi di oltre il 30 per cento in pochi mesi rispetto all'anno precedente. Da quando esistono dati mensili sul commercio mondiale (inizio anni Sessanta), le diminuzioni più marcate in un periodo di pochi mesi sono state al massimo del 10 per cento. La contrazione del commercio mondiale è quindi stata tre volte maggiore rispetto alla principali riduzioni osservate e misurate in passato.

1

Cfr. FMI, «World Economic Outlook», aprile 2010, n. 1, pag. 9.

1291

Grafico 1 Evoluzione delle esportazioni mondiali di beni in termini nominali (in dollari, 1965­2010), livello (2000=100) e variazione (in %, annualizzata) 275

55%

250

45%

225

35%

200

25%

175

15%

150

5%

125

-5%

100

-15%

75

2009

2007

2005

2003

2001

1999

1997

1995

1993

1991

1989

1987

1985

1983

1981

1979

1977

1975

-45%

1973

0

1971

-35%

1969

25

1967

-25%

1965

50

Tassi di crescita rispetto allo stesso mese dell'anno precedente Valore delle esportazioni totali, a prezzi correnti

Fonte: FMI

1.3

Possibili spiegazioni del crollo del commercio mondiale

Il massiccio calo del commercio mondiale ha diverse cause. Si possono tuttavia individuare tre fattori principali all'origine della flessione2. Il primo e principale è la contrazione della domanda provocata dalla recessione di cui soffrono molti Paesi. La diminuzione delle spese per consumi e investimenti ha comportato un'importante riduzione della domanda di importazioni in molti Paesi, che a sua volta ha provocato un notevole calo delle esportazioni a livello mondiale.

La seconda causa del crollo del commercio mondiale è la crescente divisione dei processi di produzione a livello internazionale, che ha amplificato l'impatto del calo della domanda mondiale sul commercio mondiale. A causa della divisione dei processi di produzione a livello mondiale, il brusco calo della domanda di prodotti finiti ha in effetti comportato una riduzione degli ordini per i fabbricanti di prodotti intermedi con sede all'estero. Ha di conseguenza colpito gli esportatori a tutti i livelli di produzione in diversi Paesi. Prendiamo ad esempio il caso dell'industria automobilistica: se la domanda di nuove automobili ristagna, i produttori finali non sono i soli a subire i danni. Anche i fornitori di prodotti intermedi, che in buona parte hanno sede all'estero, devono ridurre la loro produzione e il commercio di prodotti intermedi diminuisce. Il calo della domanda delle economie domestiche

2

Cfr. p. es. OMC, «World Trade Report» 2010.

1292

comporta quindi una diminuzione delle esportazioni a diversi livelli della catena di trasformazione.

Oltre a queste due conseguenze generali della recessione sul commercio di beni e servizi, la crisi finanziaria dell'autunno 2008 ha comportato, come terzo elemento, una rarefazione dei crediti nel settore del finanziamento commerciale. Per molte operazioni d'esportazione, tra la produzione della merce nel Paese d'origine e il pagamento della merce da parte dell'importatore intercorre un certo lasso di tempo.

Per limitare il rischio di mancato pagamento, le banche fungono spesso da intermediario. La banca dell'importatore si impegna a pagare la banca dell'esportatore sotto forma di crediti. In seguito alla crisi finanziaria, la maggior parte delle banche non solo non avevano sufficiente liquidità, ma erano diventate diffidenti riguardo alla capacità della loro controparte di mantenere i propri impegni, e sono diventate caute nel concedere crediti. Le turbolenze sui mercati finanziari internazionali hanno quindi avuto un impatto diretto sul commercio mondiale nel senso che le condizioni di finanziamento sono diventate più severe per gli importatori e gli esportatori. I Paesi in sviluppo, che già prima della crisi avevano un accesso limitato ai mercati internazionali dei capitali, sono stati particolarmente colpiti da questo aspetto della crisi. Una parte delle misure contro la crisi messe in atto dalla Banca mondiale e dalle banche regionali di sviluppo consisteva nel sostenere gli scambi di beni e servizi con i loro strumenti di finanziamento commerciale. Le banche di sviluppo hanno così raggiunto i limiti di prestito imposti loro dagli statuti. Affinché possano continuare a svolgere il loro mandato anche in futuro, è necessario aumentarne il capitale.

La Svizzera non ha dovuto far fronte a una mancanza di credito nel settore del finanziamento delle esportazioni. La difficile situazione sul mercato interbancario3 ha tuttavia comportato che spesso agli esportatori svizzeri sono state chieste garanzie per ottenere crediti d'esportazione. Per contrastare questa tendenza negativa, la Confederazione ha domandato l'introduzione di misure supplementari nell'ambito dell'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE), a titolo temporaneo, dal maggio 2009 alla fine del 2011 per facilitare
l'accesso al finanziamento4.

Anche se durante la crisi sono state prese diverse misure protezionistiche a livello mondiale, la loro entità non è comparabile a quella delle misure prese per contrastare la crisi economica mondiale degli anni Trenta. Questo sporadico ricorso al protezionismo è dovuto da un lato agli insegnamenti tratti proprio negli anni Trenta e dall'altro ai limiti che il quadro giuridico multilaterale dell'OMC impone ai Paesi membri che intendono procedere a interventi protezionistici. Le conseguenze degli interventi statali sul commercio mondiale sono quindi state relativamente modeste.

3 4

Per mercato interbancario s'intende un mercato finanziario nel quale le banche si procurano tra di loro denaro a breve termine senza garanzie.

Si tratta di un'assicurazione del credito di fabbricazione, di una garanzia cauzionale («bonds»), di una garanzia di rifinanziamento e di un'assicurazione di conferma di accreditivo.

1293

1.4

Evoluzione del commercio estero della Svizzera e dei suoi principali partner commerciali

1.4.1

Evoluzione delle esportazioni

La contrazione degli scambi commerciali che ha caratterizzato l'anno di crisi 2009 si è fatta sentire in tutte le regioni del mondo, senza tuttavia colpire tutte le economie nella stessa misura. Tra i gruppi di Paesi esaminati nel presente capitolo, il Giappone (­23,4 %) e l'Italia (­18,9 %) hanno registrato il maggiore calo delle esportazioni.

Nella Corea del Sud e in Irlanda, l'industria d'esportazione ha invece superato la crisi senza troppi danni. La Svizzera, che ha registrato un calo delle esportazioni del 9,8 per cento, si situa nella media.

Grafico 2 Variazione reale delle esportazioni di beni e servizi della Svizzera e dei suoi principali partner commerciali (in %, 2009) 0%

-5%

-10%

-15%

-20%

Fonti: Eurostat, SECO

1294

Corea del Sud

Irlanda

Paesi Bassi

Russia

USA

Singapore

India

Svizzera

Brasile

UK

Belgio

Francia

Spagna

Austria

Canada

Germania

Italia

Giappone

-25%

Per diversi motivi, nel 2009 l'industria d'esportazione svizzera è uscita meglio dalla crisi rispetto a molti Paesi concorrenti. Per quanto concerne il commercio di beni, un'analisi della SECO5 rivela che per l'economia svizzera è stato un vantaggio decisivo il fatto di disporre di una vasta gamma di prodotti d'esportazione.

Dall'inizio del millennio aumenta nelle esportazioni svizzere la parte di prodotti dell'industria chimico-farmaceutica, che rappresenta oltre il 40 per cento dei prodotti esportati dalla Svizzera nel 2009. La tenuta delle vendite all'estero dei prodotti dell'industria chimico-farmaceutica svizzera a un livello vicino a quello dell'anno precedente (­2,7 %), unito alla composizione settoriale delle esportazioni svizzere, ha contribuito in ampia misura a limitare il calo delle esportazioni svizzere rispetto a quelle degli altri Paesi (cfr. tabella 1).

Come indica la tabella 1, anche le esportazioni svizzere di «prodotti agricoli trasformati» si sono mantenute, nonostante la crisi, a un livello vicino a quello del 2008 (­2 %). Questa tenuta è dovuta principalmente al continuo aumento delle esportazioni di capsule per macchine da caffè. Con una quota del 4,1 per cento sul totale delle esportazioni svizzere, i prodotti di questa categoria hanno tuttavia contribuito in misura ridotta a sostenere il commercio estero, contrariamente ai prodotti dell'industria chimico-farmaceutica.

Tabella 1 Crescita nominale delle esportazioni della Svizzera e del mondo, per gruppo di prodotti (in %, 2009) Gruppo di prodotti6

Prod. agric. non trasformati Prod. agricoli trasformati Energia Prodotti chimici e farmaceutici Metalli e macchine Strumenti di precisione Tessili, abbigliamento e calzature Altro

Quota (in %) sulle esportazioni svizzere nel 2009

Svizzera

Tasso di crescita nel 2009 (in %) Mondo

0,1 4,1 3,0 43,5 27,7 15,3 2,3 4,1

­3,6 ­2,0 ­21,6 ­2,7 ­24,9 ­15,6 ­18,8 ­19,8

­10,8 ­11,0 ­39,1 ­14,7 ­23,6 ­11,0 ­14,1 ­17,2

Fonte: calcoli della SECO in base ai dati Comtrade

La quota inferiore rispetto ad altri Paesi del gruppo di prodotti «metalli e macchine» e «energia» nelle esportazioni svizzere di beni ha influito positivamente. In effetti, gli esportatori svizzeri sono stati meno esposti rispetto ad alcuni concorrenti esteri alla violenta crisi che ha colpito i mercati dei componenti di metallo e dell'automobile e il settore dell'energia.

5

6

Per maggiori indicazioni cfr. lo studio «Die Constant Market Share­Analyse der Exportanteile der Schweiz» http://www.seco.admin.ch/themen/00374/00459/00462/index.html?lang=de.

Raggruppamento dei capitoli sulla tariffa doganale secondo l'analisi Constant market share.

1295

Rispetto alla ripartizione settoriale vantaggiosa, la ripartizione geografica dei mercati di sbocco delle esportazioni svizzere ha svolto un ruolo secondario nell'attenuare le conseguenze della crisi sull'economia svizzera.

L'UE è il principale cliente della Svizzera. Nel 2009 il 58,1 per cento delle esportazioni svizzere erano destinate ai Paesi UE-15 (cfr. grafico 3). La stretta interdipendenza commerciale della Svizzera con l'UE-15 non ha tuttavia niente di eccezionale. In effetti, gli scambi con i Paesi limitrofi sono in generale più intensi che con i Paesi lontani, tra l'altro perché i costi e la durata del trasporto delle merci sono inferiori.

Grafico 3 Ripartizione geografica delle esportazioni della Svizzera, dell'UE-15 e del mondo (in %, 2009) 60%

50%

40%

30%

20%

10%

0% Cina

Altri Paesi Area AELS anglofona

UE 15

Estremo Oriente

Giappone

America Latina

Resto d'Europa

Resto del mondo

Svizzera

-10% CH

Mondo

UE 15

Fonte: calcoli della SECO in base ai dati Comtrade

Anche se il commercio tra i Paesi della stessa regione tende a essere più intenso di quello tra regioni diverse, il confronto tra la ripartizione geografica delle esportazioni svizzere e quella delle esportazioni mondiali permette, tenuto conto della crescente interdipendenza economica, di trarre conclusioni convincenti. In particolare, il confronto consente di evidenziare in che misura le esportazioni svizzere sono orientate ai mercati in crescita.

1296

Nel 2009, al culmine della crisi, le importazioni totali dei Paesi dell'UE sono fortemente diminuite (­22,8 %; cfr. tabella 2). Nel frattempo altre regioni (Giappone, «Paesi anglofoni»7, America Latina e «resto dell'Europa»8), nei quali la Svizzera è sottorappresentata rispetto alla media mondiale, hanno ridotto ulteriormente le loro importazioni dall'estero. Per tale motivo, l'industria svizzera d'esportazione ha subito meno le crisi che hanno colpito queste regioni, nelle quali era meno presente.

Visto che rispetto alle esportazioni mondiali anche i mercati asiatici erano sottorappresentati come mercati di sbocco dei prodotti svizzeri, l'orientamento geografico dell'industria svizzera d'esportazione ha avuto globalmente un effetto leggermente negativo sull'evoluzione delle esportazioni della Svizzera, secondo i calcoli della SECO.

Va inoltre osservato che, rispetto all'UE-15, l'economia svizzera d'esportazione è meglio posizionata nell'area asiatica.

Tabella 2 Crescita nominale delle esportazioni della Svizzera e del mondo, per destinazione (in %, 2009) Destinazione

Cina Altri Paesi AELS9 Paesi anglofoni UE-15 Estremo Oriente10 Giappone America Latina Resto dell'Europa Svizzera Resto del mondo

Ripartizione geografica (in %) delle esportazioni della Svizzera nel 2009

Tasso di crescita nel 2009 (in %) Svizzera

Mondo

3,1 0,5 12,4 58,1 5,6 3,8 2,9 6,7 ­ 6,9

­4,6 ­23,6 ­9,7 ­15,0 ­9,6 9,3 ­14,2 ­24,5 ­ ­11,5

­8,0 ­21,2 ­25,5 ­22,8 ­17,0 ­23,5 ­26,1 ­35,5 ­18,1 ­17,8

Fonte: calcoli della SECO in base ai dati Comtrade

L'analisi della SECO mostra inoltre che le esportazioni svizzere hanno registrato, nel 2009, un'evoluzione migliore di quanto la composizione dell'industria svizzera d'esportazione non lasciasse prevedere. Tenuto conto dell'apprezzamento del franco nel periodo considerato, questa evoluzione è sorprendente. Occorre quindi dedurre che fattori diversi dal prezzo, come la qualità o i progressi tecnici, per i quali la domanda è in generale meno sensibile al prezzo, hanno contribuito nel 2009 ad 7 8 9 10

I «Paesi anglofoni» includono gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda.

Il «resto dell'Europa» include gli altri Paesi dell'Europa dei 27 e i Paesi europei non membri dell'UE.

Gli «altri Paesi AELS» sono la Norvegia e l'Islanda.

L'«Estremo Oriente» include i Paesi dell'ASEAN (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam), la Repubblica di Corea, Hong Kong-Cina, Taipei cinese e Macao.

1297

attenuare la diminuita competitività dei prezzi svizzeri in seguito all'evoluzione dei tassi di cambio, e di conseguenza a sostenere le attività d'esportazione.

Va infine sottolineato che i mezzi supplementari investiti a titolo di misura di stabilizzazione congiunturale nella promozione delle esportazioni, in particolare nel finanziamento commerciale e nelle prestazioni d'informazione e consulenza alle PMI, hanno contribuito a sostenere le attività d'esportazione. Le condizioni quadro per le vendite di prodotti svizzeri all'estero sono peraltro migliorate grazie all'entrata in vigore, nel 2009, dell'ALS e del partenariato economico con il Giappone e dell'ALS con il Canada. Dal profilo economico l'accordo con il Giappone rappresenta il principale ALS per la Svizzera dopo quello concluso nel 1972 con la Comunità europea.

1.4.2

Evoluzione delle importazioni

Per quanto concerne le importazioni, la Russia ha registrato il maggiore calo, con una riduzione del 35 per cento rispetto al 2008 (cfr. grafico 4). Anche le importazioni di Spagna e Giappone sono crollate. La Svizzera, con un calo di «solo» il 5,9 per cento, si è situata in testa ai Paesi che hanno sostenuto la congiuntura mondiale durante la crisi. La contrazione della domanda svizzera di beni e servizi esteri è stata in effetti nettamente meno pronunciata del crollo della domanda estera di prodotti svizzeri.

La domanda interna, rimasta robusta anche durante la crisi, che si è tra l'altro riflessa in una continua espansione dei consumi privati, ha svolto un ruolo determinante per la stabilità superiore alla media delle importazioni svizzere. Questa evoluzione è stata favorita in particolare dall'immigrazione in Svizzera di lavoratori altamente qualificati provenienti dall'UE, che hanno contribuito a sostenere i consumi. Inoltre, misure mirate sul mercato del lavoro (estensione della riduzione dell'orario di lavoro a 18 mesi, indennità di disoccupazione) hanno contribuito a stabilizzare il consumo privato. La tendenza all'apprezzamento del franco ha frenato la diminuzione delle importazioni, dal momento che più il franco svizzero è forte, più le merci estere sono convenienti.

1298

Grafico 4 Variazione reale delle importazioni di beni e servizi della Svizzera e dei suoi principali partner commerciali (in %, 2009) 0% -5% -10% -15% -20% -25% -30% -35%

India

Svizzera

Australia

Paesi Bassi

Corea del Sud

Irlanda

Germania

Belgio

Francia

Singapore

Brasile

Austria

UK

Canada

USA

Italia

Giappone

Russia

Spagna

-40%

Fonti: Eurostat, SECO

1.5

Influenza del commercio estero sul PIL della Svizzera e di alcuni Paesi selezionati nel 2009

Per valutare le ripercussioni del commercio estero sull'evoluzione congiunturale ci si può basare sui contributi del commercio estero (esportazioni meno importazioni) alla crescita del PIL. Secondo l'approccio della spesa, il PIL corrisponde alla somma delle spese di consumo delle economie domestiche e dello Stato, delle spese d'investimento (incluse le modifiche degli stock) e dei proventi delle esportazioni, dopo deduzione delle spese d'importazione. Il contributo del commercio estero alla crescita si ripercuote negativamente quanto più l'evoluzione delle esportazioni è negativa rispetto a quella delle importazioni. I contributi alla crescita del PIL della Svizzera e di diversi altri Paesi europei sono illustrati nel grafico 5. In Svizzera, dal momento che il calo delle importazioni è stato nettamente più debole di quello delle esportazioni, il contributo del commercio estero alla crescita del PIL è molto negativo. Questo risultato deve tuttavia essere relativizzato, dal momento che è dovuto essenzialmente al calo delle importazioni inferiore alla media. Come menzionato in precedenza, questo calo riflette innanzitutto la stabilità della domanda interna della Svizzera, che ha influito favorevolmente sulla congiuntura. Di conseguenza la Svizzera, nonostante l'evoluzione negativa del suo commercio estero, ha registrato solo una lieve diminuzione del PIL (­1,9 %) nel 2009.

1299

Grafico 5 Contributi alla crescita del PIL della bilancia commerciale di alcuni Paesi selezionati ( in %, 2009) 4% 2% 0% -2% -4% -6% -8%

Bilancia commerciale

Germania

Svizzera

Austria

Finlandia

Italia

Svezia

Paesi Bassi

Francia

Lussemburgo

Grecia

Portogallo

UK

Danimarca

Norvegia

Spagna

-10%

Crescita del PIL

Fonti: Eurostat, SECO

Dal grafico 5 risulta che per la maggioranza dei Paesi considerati l'evoluzione degli scambi commerciali non ha svolto un ruolo determinante nel calo della performance economica. Il calo è dovuto principalmente agli altri componenti del PIL (consumo e investimento). Alcuni Paesi, tra cui Spagna e Grecia, hanno addirittura registrato un contributo positivo del commercio estero alla crescita del PIL, anche se l'evoluzione delle esportazioni e delle importazioni di beni non è stata positiva nel confronto europeo. Il fattore decisivo è stato che Spagna e Grecia, che registrano tradizionalmente un forte deficit della bilancia commerciale, hanno registrato un calo della domanda di importazioni superiore alle esportazioni.

1.6

Sviluppi nel 2010

Nel corso del secondo semestre 2009 in molti Paesi è iniziata una ripresa economica che è proseguita nel primo semestre 2010. Le importanti misure economiche prese per lottare contro la crisi, in particolare la politica monetaria molto espansiva e i programmi congiunturali realizzati in molti Stati, vi hanno contribuito in misura determinante. Il commercio mondiale ha ripreso quota (aumento di circa il 25 % nel primo semestre del 2010 rispetto all'anno precedente) a seguito del miglioramento congiunturale, pur non raggiungendo il livello di prima della crisi.

Anche l'economia svizzera ha rapidamente superato la recessione dell'anno precedente. Nel corso dei tre primi trimestri del 2010, la crescita del PIL è stata importante. Contrariamente alla maggior parte dei Paesi dell'OCSE, la Svizzera ha ritrovato il suo livello di performance economica di prima della recessione a partire dall'estate 2010. Oltre alla robusta domanda interna, la vivace ripresa delle esporta1300

zioni, che avevano toccato il fondo nel secondo semestre 2009, ha stimolato positivamente la congiuntura.

Le esportazioni di merci svizzere sono aumentate del 7,5 per cento nei primi nove mesi del 2010 rispetto all'anno precedente. In questo periodo, per quanto riguarda i mercati di vendita, le esportazioni verso i Paesi emergenti dell'Asia e verso il Sudamerica e l'America del Nord sono risultate superiori alla media (aumenti compresi tra il 12 e il 15 %), mentre quelle verso il principale mercato d'esportazioni, l'UE, sono rimaste pressoché invariate (4 %). Questo fenomeno si spiega più con le differenze congiunturali esistenti a livello internazionale tra i Paesi emergenti in pieno sviluppo e i Paesi industrializzati meno dinamici che non con le variazioni dei corsi di cambio, il cui impatto si manifesta in generale solo in un secondo tempo.

Esaminando la ripartizione per settore, si constata che la maggior parte delle categorie di beni hanno registrato un'evoluzione favorevole nei primi nove mesi del 2010, ad eccezione delle esportazioni dell'industria dell'abbigliamento, in costante e rilevante contrazione. Le esportazioni dell'industria metallurgica e dell'industria orologiera sono particolarmente aumentate (di oltre il 20 % ciascuna). L'evoluzione dei due pesi massimi dell'esportazione, ovvero del settore dell'industria chimica e farmaceutica (7,5 %) e quello dell'industria meccanica (6,6 %) è stata considerevole, anche se meno spettacolare. La ripresa è tuttavia diversa a seconda dei settori: le esportazioni dell'industria chimica e farmaceutica hanno superato la crisi, oltrepassando addirittura il livello precedente alla crisi, mentre ciò non è il caso per l'industria meccanica, tenuto conto del calo molto più importante che ha registrato.

Nonostante i buoni risultati recenti, le prospettive economiche esterne non sono positive per i prossimi mesi e per il 2011. Le esperienze del passato hanno mostrato che la forza del franco svizzero (non solo rispetto all'euro, ma anche rispetto a molte monete) dovrebbe frenare seriamente la crescita delle esportazioni con alcuni trimestri di ritardo. Inoltre, le prospettive congiunturali dell'economia mondiale, altro fattore che influisce molto sulle esportazioni, rimangono relativamente modeste a causa degli effetti persistenti della crisi finanziaria
e della crisi del debito, in particolare nell'UE e negli Stati Uniti. Il calo delle esportazioni che si profila dovrebbe frenare notevolmente l'evoluzione del PIL, soprattutto nel 2011.

1.7

Sintesi

La crisi economica del 2008/2009 ha posto bruscamente termine a lunghi anni di espansione del commercio mondiale. Anche il settore d'esportazione svizzero è stato colpito in pieno dalla crisi, ma ne è uscito bene rispetto ad altri Paesi comparabili.

Questa riuscita è dovuta in buona parte alla struttura favorevole dell'economia d'esportazione. Le esportazioni dell'industria chimica e farmaceutica, in particolare, hanno sostenuto l'evoluzione delle esportazioni. La Svizzera ha inoltre saputo conservare la sua competitività nonostante l'apprezzamento del franco. Fattori estranei ai prezzi come la qualità e il progresso tecnico hanno ampiamente compensato la perdita di competitività a livello dei prezzi nel 2009. Allo stesso modo, le misure di promozione delle esportazioni attuate nell'ambito del pacchetto di stabilizzazione deciso dalla Confederazione hanno favorito le esportazioni svizzere. L'impatto delle misure di stabilizzazione potrà tuttavia essere misurato in modo più preciso solo al termine della loro valutazione completa prevista per la fine del 2011.

1301

Per quanto concerne le importazioni, la Svizzera ha registrato un calo del 5,9 per cento «soltanto», il che la rende uno dei Paesi che hanno sostenuto la congiuntura mondiale durante la crisi. La domanda interna, superiore alla media, ha fornito un contributo non trascurabile in questo senso. Anche la stabilità della domanda interna ha consentito alla Svizzera di registrare un calo moderato del PIL (­1,9 %) nel 2009.

1.8

Conseguenze per la politica economica

1.8.1

Conseguenze per la politica commerciale

L'evoluzione delle esportazioni di una nazione commerciale di media dimensione come la Svizzera è essenzialmente determinata dalla domanda mondiale. Ne consegue che in caso di grave flessione di quest'ultima, come nel 2009, la Confederazione dispone di un margine di manovra limitato per sostenere, con misure di stabilizzazione di politica congiunturale, l'evoluzione delle esportazioni. La Svizzera non è in grado di stimolare direttamente la domanda estera di prodotti svizzeri. La politica monetaria condotta dalla Banca nazionale svizzera riveste un'importanza assai maggiore per la riuscita dell'industria di esportazione svizzera, poiché permette di influire sul corso del cambio, fattore cruciale per la competitività dei prezzi praticati dalle imprese svizzere sui mercati mondiali. Dato che la politica monetaria si prefigge di conseguire la stabilità dei prezzi all'interno del Paese e i corsi di cambio sono determinati anche da quanto succede all'estero, l'influenza della Svizzera su questi fattori è assai modesta.

L'estensione della rete di accordi di libero scambio (ALS) è un secondo fattore di miglioramento delle condizioni quadro per le imprese svizzere. Tuttavia, la negoziazione di ALS richiede tempo e questo strumento esplica i suoi effetti a medio o a lungo termine. Nondimeno l'ALS e il partenariato economico con il Giappone, entrato in vigore nel 2009, nonché l'ALS con il Canada hanno permesso di sostenere le esportazioni anche durante la crisi. Occorre sottolineare che le esportazioni svizzere verso il Giappone è il Canada sono progredite nel 2009 nonostante la crisi (rispettivamente del 9,3 % e dell'1,9 % rispetto all'anno precedente) mentre le importazioni globali di questi Paesi sono fortemente diminuite (rispettivamente del 3,5 % e del 21,7 %)11.

Gli accordi agricoli bilaterali sono parte integrante degli ALS. La Svizzera dispone di un margine ridotto di negoziazione in materia agricola a causa della sua politica attuale in questo settore. Per stipulare degli ALS ­ in particolare con Paesi che sono grandi potenze economiche ­ occorre trovare con il partner negoziale un giusto equilibrio tra gli impegni di accesso al mercato presi nell'insieme dei settori. È questo un principio che vale tanto a livello multilaterale, ossia nell'ambito dell'OMC, quanto a livello di negoziati bilaterali. In
funzione del partner negoziale, può verificarsi che la Svizzera, per ottenere un risultato negoziale atto a sopprimere le discriminazioni che colpiscono gli esportatori svizzeri, debba formulare un'offerta comprendente il settore agricolo per tener conto degli interessi degli esportatori dell'altra parte. La Svizzera è finora sempre riuscita a ottenere un simile risultato nei suoi negoziati. Per questa ragione, non è escluso che nei negoziati futuri con Paesi che fanno valere il peso economico delle loro esportazioni agricole e che rappre11

Fonte: Comtrade.

1302

sentano uno sbocco importante per la Svizzera (p. es. Cina, Russia o Paesi del MERCOSUR [Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay]), debba fare concessioni supplementari nel settore agricolo per ottenere un accesso al mercato soddisfacente nei settori industriale e dei servizi. L'assetto futuro e l'evoluzione della politica agricola svizzera dovranno di conseguenza tener conto del contesto internazionale, si tratti di negoziati bilaterali o di negoziati multilaterali condotti nell'ambito dell'OMC.

Anche lo sviluppo futuro del settore svizzero delle esportazioni è condizionato essenzialmente dall'evoluzione della situazione economica internazionale. Ci si può aspettare che gli effetti di stimolo dei programmi congiunturali si attenuino gradualmente e che numerosi Paesi decidano misure volte a ridurre i loro elevati deficit pubblici. Queste politiche rischiano di pesare sulla congiuntura mondiale. Anche le esportazioni svizzere dovrebbero soffrirne. L'apprezzamento del franco nei confronti dell'euro e di altre valute quali il dollaro, che è stato più accentuato nel 2010 rispetto al 2009, graverà sulla competitività delle esportazioni svizzere a livello dei prezzi. Dato che i prodotti chimici e farmaceutici rappresentano una categoria importante di beni, che, secondo le osservazioni, è relativamente poco reattiva alle variazioni dei corsi di cambio, la gamma dei prodotti proposti dall'industria svizzera di esportazione dovrebbe continuare a essere vantaggiosa.

Sotto l'aspetto della ripartizione geografica dei mercati di sbocco del settore svizzero delle esportazioni, l'analisi della SECO ha mostrato l'utilità di profilarsi maggiormente nei Paesi emergenti dinamici, in particolare in Asia. Questo posizionamento può non soltanto avere un impatto positivo sulla dinamica delle esportazioni svizzere, ma serve anche, grazie a una maggiore diversificazione, a rafforzare la resistenza dell'industria d'esportazione.

Per questo motivo, sembra opportuno che, dal profilo geografico, la Svizzera continui a puntare la sua politica di libero scambio su partner di regioni che conoscono una crescita dinamica. Sul piano multilaterale, la Svizzera partecipa in modo attivo agli sforzi volti a concludere con successo il Ciclo di Doha. Il nostro Paese si aspetta dalla maggiore liberalizzazione degli scambi nel quadro
dell'OMC un migliore accesso agli oltre cento mercati non coperti da un ALS. Tenuto conto delle incertezze riguardo alla conclusione del Ciclo di Doha, gli ALS svolgeranno ­ soprattutto nel futuro immediato ­ un ruolo cruciale nel mantenimento e miglioramento dell'accesso ai mercati esteri. Nel quadro dell'AELS, sono attualmente in corso negoziati con l'India e Hong Kong-Cina. Inoltre, l'AELS prepara negoziati di libero scambio con l'Indonesia e sta lavorando a uno studio di fattibilità riguardo a un ALS con il Vietnam. Parallelamente, la Svizzera prepara negoziati per un ALS bilaterale con la Cina. I due Paesi si attendono un effetto positivo sulla dinamica delle esportazioni e sulla crescita economica.

1.8.2

Prime lezioni economiche della crisi: prospettive

La recente crisi ha confermato che l'esercizio di un'azione permanente sulla congiuntura non può sostituire una politica di crescita e di stabilità a lungo termine. Le economie che beneficiano di un contesto macroeconomico stabile (bassa inflazione, bilancio equilibrato sul piano strutturale, debiti moderati e mercato immobiliare sano ecc.) sono state colpite molto meno severamente dalla recente crisi. Inoltre, le misure di sostegno della congiuntura degli anni 2008/2009 hanno posto problemi di 1303

solvibilità degli Stati e messo in evidenza il rischio che in caso di nuova crisi non si disponga più di un margine di manovra sufficiente in materia di politica monetaria e di bilancio.

La Svizzera rientra fortunatamente nel novero dei Paesi che nel confronto internazionale hanno superato positivamente l'ultima recessione. Un fattore importante a questo proposito è la libera circolazione delle persone: durante la crisi economica degli anni Settanta del secolo scorso il numero dei lavoratori stranieri in Svizzera diminuì fortemente, fenomeno che aggravò il calo della domanda. Inversamente, in questi ultimi anni la libera circolazione delle persone ha sostenuto la domanda economica generale e ha impedito l'aggravarsi della recessione.

Inoltre, la Svizzera ha saputo trarre insegnamenti essenziali dalle crisi passate.

Importanti riforme di fondo sono state attuate in seguito alle crisi degli anni Settanta e, soprattutto, degli anni Novanta. L'introduzione dell'assicurazione contro la disoccupazione a metà degli anni Settanta ha considerevolmente rafforzato gli stabilizzatori automatici della politica di bilancio, come dimostra l'evoluzione regolare fatta segnare dai consumi durante l'ultima crisi. Il meccanismo di finanziamento dell'assicurazione contro la disoccupazione va nello stesso senso. L'esperienza concreta accumulata nell'ambito della sua applicazione mostra come sia importante realizzare delle eccedenze negli anni di alta congiuntura, invece di perseguire meramente un risultato equilibrato. Tali eccedenze sono state conseguite nel bilancio della Confederazione dal 2006 in poi grazie al freno all'indebitamento deciso dal Popolo nel 2001 e introdotto nel 2003. Inversamente, era necessario un approccio coraggioso in materia di politica monetaria per far fronte a un evento eccezionale: il crollo del mercato interbancario. Tuttavia, la singolarità di questo evento e l'ampiezza degli interventi monetari resisi necessari fanno sì che sia particolarmente difficile trovare in campo monetario una strategia d'uscita per evitare che le misure monetarie provochino nuove turbolenze, quali derive del mercato immobiliare o distorsioni dei corsi di cambio.

Per fare in modo che la Svizzera disponga anche in futuro di tutti gli strumenti sul piano macroeconomico per fronteggiare una nuova recessione,
taluni settori dell'economia devono proseguire sulla via delle riforme. Occorre agire anche sul versante infrastrutturale. L'invecchiamento demografico e l'estensione delle prestazioni sanitarie costituiscono importanti sfide da affrontare nei prossimi anni. In seguito alla bocciatura dell'11a revisione dell'AVS da parte del Parlamento nell'ottobre 2010 dopo anni di lavori, si pone ora la questione del risanamento finanziario del sistema sociale. Queste problematiche dovranno in particolare essere esaminate nell'ambito della politica di crescita della Confederazione.

1304

2

OMC e altre cooperazioni economiche multilaterali

2.1

Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

Instaurando la trasparenza sulle misure restrittive del commercio, l'OMC ha contribuito in modo importante alla lotta contro il protezionismo commerciale seguito alla crisi economica e finanziaria. I negoziati di Doha proseguono ma progrediscono lentamente. Questa situazione è dovuta in primo luogo alle divergenze di punti di vista tra i membri dell'OMC, che non riescono ad intendersi sui risultati da raggiungere con i negoziati (ossia il livello di ambizione) e sul modo in cui conseguire un equilibrio tra i negoziati sull'agricoltura, quelli sui prodotti industriali e quelli sui servizi. Nel novembre 2010, i capi di Stato e di governo del G20 hanno riaffermato a Seul il loro forte impegno in vista di una prossima conclusione del Ciclo di Doha. L'ottava Conferenza ministeriale dell'OMC si terrà a Ginevra a fine 2011.

2.1.1

Ciclo di Doha

In marzo i capi negoziatori hanno proceduto a una verifica dell'avanzamento dei negoziati di Doha. La totalità dei membri dell'OMC ha dichiarato di rimanere impegnata nel Ciclo di Doha e di voler proseguire i negoziati. Non è stato fissato un termine concreto o una data per la conclusione dei negoziati. In considerazione della situazione di stallo a livello politico, i negoziati sono proseguiti anzitutto a livello tecnico su temi specifici. Sono state inoltre tenute sessioni più frequenti del comitato dei negoziati commerciali di Doha e vi sono stati contatti regolari a livello dei capi negoziatori per migliorare la trasparenza del processo di negoziazione. Dal punto di vista svizzero, la situazione è resa difficile dalla pressione esercitata sui negoziati agricoli, che aumenta con il protrarsi della durata del Ciclo di Doha.

In novembre, i capi di Stato e di governo del G20 hanno riaffermato a Seul il loro forte impegno per giungere rapidamente, fondandosi sui progressi già realizzati nei negoziati, a una conclusione del Ciclo di Doha che sia ambiziosa ed equilibrata.

Sono stati concordi nell'affermare che il 2011 è un'occasione unica e una finestra di opportunità da cogliere per concludere il Ciclo di Doha e hanno sottolineato la necessità di affrontare la fase finale dei negoziati.

Per trasformare questo messaggio in azione, bisognerebbe che i presidenti dei gruppi di negoziazione del Ciclo di Doha elaborino basi negoziali rivedute in tutti gli ambiti di negoziazione entro la fine del primo trimestre 2011. La Svizzera organizzerà in margine al World Economic Forum (WEF) di fine gennaio 2011 un incontro informale dell'OMC a livello ministeriale che, in un quadro di partecipanti ristretto, dovrebbe permettere di valutare il margine di manovra esistente nel 2011.

1305

2.1.2

Attuazione degli accordi dell'OMC esistenti

L'OMC non è soltanto un forum di negoziazione commerciale. Al contrario, il sistema si fonda anche sugli accordi esistenti dell'OMC. Essi contengono le norme giuridiche basilare del commercio internazionale. Il rispetto di queste norme è rafforzato da un esame regolare delle politiche commerciali nazionali dei membri dell'OMC da parte degli altri membri. Inoltre, il meccanismo di composizione delle controversie dell'OMC garantisce la possibilità di convenire in giudizio l'inadempiente in caso di inosservanza degli impegni assunti nei confronti dell'OMC.

Trattative di adesione L'OMC consta attualmente di 153 membri. Nel corso dell'anno in esame non vi sono state nuove adesioni. Attualmente trenta Paesi stanno negoziando la loro adesione (tra gli altri, Algeria, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Kazakistan, Libano, Montenegro, Russia e Serbia). I negoziati di adesione della Russia sono progrediti positivamente nel secondo semestre, in particolare perché in giugno i presidenti di Russia e Stati Uniti, Medvedev e Obama, hanno chiesto che la Russia aderisca quanto prima all'OMC, domanda che è stata appoggiata anche dall'UE.

Tuttavia, l'istituzione durante l'anno in esame di un'unione doganale ancora in fase d'organizzazione tra la Russia, il Kazakistan e la Bielorussia complica i negoziati di adesione di questi tre candidati.

Composizione delle controversie Nel periodo in esame, la Svizzera non è stata implicata direttamente come parte o come parte terza in un procedimento di composizione delle controversie. Questa procedura è stata tuttavia utilizzata intensamente da altri membri dell'OMC. I seguenti casi meritano di essere menzionati: l'Organo d'appello («Appellate Body», OA) ha confermato il 21 dicembre 2009 la decisione del panel nella vertenza Cina ­ Misure riguardanti i diritti di commercializzazione e i servizi di distribuzione per talune pubblicazioni e prodotti audiovisivi di svago (DS363), secondo cui diverse restrizioni all'importazione per i media (pubblicazione e film) emanate dalla Cina costituivano altrettante violazioni delle disposizioni di adesione della Cina all'OMC.

L'Organo per la composizione delle controversie ha adottato il 19 gennaio 2010 le relazioni del panel e dell'OA. In una relazione pubblicata il 30 giugno 2010, il panel ha deciso nel caso Comunità europee
­ Misure riguardanti il commercio di aeromobili civili di grandi dimensioni (DS316) che alcune misure dell'UE e di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito a favore di Airbus, in particolare la concessione di aiuti iniziali e di prestiti nonché gli aiuti nel settore dell'infrastruttura, rappresentavano, a seconda del tipo di misura, sussidi vietati che potevano essere oggetto di un'azione ai sensi dell'accordo sulle sovvenzioni e le misure compensative dell'OMC e pregiudicare dunque la competitività di Boeing. Sia l'UE sia gli Stati Uniti hanno impugnato la decisione del panel. Nel caso Australia ­ Misure riguardanti l'importazione di mele in provenienza dalla Nuova Zelanda (DS367), il panel ha deciso il 9 agosto 2010 che diverse misure fitosanitarie a cui erano state sottoposte in Australia le importazioni di mele dalla Nuova Zelanda non si fondavano su un'adeguata valutazione dei rischi, limitavano in parte gli scambi più di quanto fosse necessario e di conseguenza contravvenivano all'accordo sull'applicazione delle misure sanitarie e fitosanitarie dell'OMC. L'Australia ha fatto appello contro questa decisione. Il 16 agosto 2010, nel caso Comunità europee e loro Stati membri ­ Trattamento tariffale di taluni prodotti delle tecnologie dell'informazione (DS375, 1306

DS376 e DS377) il panel è giunto alla conclusione che con l'imposizione di dazi doganali su taluni prodotti della tecnologia dell'informazione l'UE contravveniva a disposizioni del GATT. L'UE aveva argomentato che, a causa dello sviluppo tecnologico, taluni prodotti delle tecnologie dell'informazione dovevano essere considerati come prodotti completamente nuovi e, di conseguenza, non sottostanti agli impegni presi dall'UE nel 1996 di esentarli dai dazi doganali. Il panel ha tuttavia ritenuto che il fatto che oggi degli apparecchi delle tecnologie dell'informazione siano in grado di svolgere funzioni che non erano ancora possibili 15 anni fa non giustifica la riscossione di un dazio doganale. Poiché contro di essa non è stato interposto appello, la decisione è stata adottata dall'Organo per la composizione delle controversie il 21 settembre 2010. Da ultimo, nel caso Stati Uniti ­ Misure riguardanti le importazioni di pollame in provenienza dalla Cina (DS392) il panel ha accertato il 29 settembre 2010 che il divieto di importare pollame dalla Cina applicato dagli Stati Uniti fino al 30 settembre 2009 sulla base della «Section 743» dell'«Agriculture, Rural Development, Food and Drug Administration, and Related Agencies Appropriations Act 2009» contravveniva a disposizioni dell'accordo sull'applicazione delle misure sanitarie e fitosanitarie dell'OMC e a disposizioni del GATT.

Esame delle politiche commerciali Nell'anno in esame, 17 membri (tra cui Cina, Hong Kong-Cina, Malaysia, Stati Uniti e Taipei cinese) sono stati oggetto di esami della politica commerciale nell'ambito dell'OMC. Questo meccanismo di esame delle politiche commerciali («Trade Policy Review Mechanism») ha lo scopo di analizzare la politica commerciale dei singoli membri offrendo ai membri dell'OMC la possibilità di chiedere informazioni nell'ambito di un dialogo aperto e critico e contribuendo in tal modo a rafforzare il sistema commerciale multilaterale. In questo contesto, la Svizzera ha in particolare sollevato questioni relative alla proprietà intellettuale, alle tasse e ai dazi all'esportazione nonché agli investimenti esteri in Cina. Le domande poste agli Stati Uniti concernevano in particolare il pericolo di un aumento del protezionismo, l'utilizzo più intenso di misure antidumping, le misure di compensazione e talune misure
non tariffali nonché i controlli più rigidi effettuati alla frontiera e il divieto di importare determinate specialità di carne svizzere. Visto che i risultati dell'esame sono pubblicati, viene esercitata una certa pressione politica sul Paese in questione, che lo incita a porre mano alle necessarie riforme. Al termine dell'esame, vengono rivolte raccomandazioni al Paese esaminato. Nel 2011 saranno in particolare esaminate le politiche commerciali dell'UE, del Giappone, dell'Australia, del Canada, dell'India, dell'Arabia Saudita e della Thailandia.

Lo scoppio della crisi economica e finanziaria nel settembre 2008 ha indotto l'OMC a lanciare un processo di sorveglianza delle misure commerciali prese dai membri allo scopo, da un lato, di garantire la trasparenza e, d'altro lato, di operare una certa pressione sui membri dell'OMC per spingerli a rinunciare a misure di natura protezionistica. L'Organo di esame delle politiche commerciali, preposto a questa sorveglianza, ha proseguito i suoi lavori nell'anno in esame e ha presentato due rapporti su questo tema. Ha in particolare constatato che in questo contesto, nonostante la gravità della crisi economica e finanziaria e il suo impatto sull'economia mondiale, i governi hanno in larga parte resistito alla tentazione di introdurre misure protezionistiche dure. Nondimeno, sono stati osservati alcuni casi in cui sono state prese misure che ostacolano il commercio. Tra le nuove misure di questo tipo prese nel corso dell'anno, è stata notata una recrudescenza delle misure correttive commerciali 1307

(antidumping, misure di compensazione e di salvaguardia) suscettibili di pregiudicare direttamente o indirettamente il commercio, oltre ad aumenti dei dazi doganali all'importazione, divieti di importare e all'introduzione di licenze all'importazione.

Analogamente, è stato notato un accresciuto utilizzo di misure sanitarie e fitosanitarie che ostacolano l'accesso al mercato e una tendenza crescente a livello mondiale all'uso di restrizioni all'esportazione, segnatamente nei settori dei prodotti alimentari e delle materie prime, per mezzo di dazi all'esportazione, divieti di esportare o di contingentamenti all'esportazione. Questo strumento di sorveglianza delle politiche commerciali è ormai parte integrante dell'OMC. L'OMC ha dunque contribuito ad arginare gli effetti protezionistici della crisi.

2.2

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)

Nel corso dell'anno in esame quattro nuovi Paesi ­ Cile, Estonia, Israele e Slovenia ­ hanno aderito all'OCSE, che conta ora 34 Paesi membri. Dopo i contrasti in ordine alla politica Svizzera nel settore della trasparenza e dello scambio di informazioni in materia fiscale, le relazioni tra la Svizzera e l'OCSE sono buone. Il Segretario generale dell'OCSE, Angel Gurría, è stato rieletto per consenso dei membri dell'OCSE per un secondo mandato di cinque anni. Prima dell'elezione, la Svizzera ha potuto rendere partecipe il Segretario generale Gurría delle sue priorità e preoccupazioni per i prossimi anni.

L'OCSE ha organizzato diverse conferenze settoriali a livello ministeriale nei campi dell'agricoltura, della sanità, dell'educazione e del «buon governo».

2.2.1

Ampliamento dell'organizzazione

L'OCSE ha accolto nel suo seno quattro nuovi Paesi ­ Cile, Estonia, Israele e Slovenia ­, che hanno concluso il loro processo d'adesione durato tre anni. L'OCSE conta ora 34 Paesi membri. Per quanto concerne la Russia, che aveva iniziato anch'essa la procedura di adesione nel 2007, il processo d'adesione progredisce molto lentamente a causa dei numerosi adeguamenti che devono essere apportati alla legislazione russa perché raggiunga il livello degli standard dell'OCSE. Per accompagnare il processo di adesione della Russia, l'Amministrazione federale ha messo in atto un coordinamento specifico. Vi partecipano i delegati svizzeri nel comitato dell'OCSE, che esaminano la compatibilità delle diverse politiche russe con i corrispondenti standard dell'OCSE. Inoltre, l'OCSE prosegue il suo programma di impegno rafforzato con Brasile, Cina, India, Indonesia e Sudafrica.

1308

2.2.2

Riunione del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale

La riunione del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale, che si è tenuta il 27 e 28 maggio 2010 a Parigi sotto la presidenza dell'Italia, è stata dedicata al tema «Dalla ripresa a una crescita duratura». La Svizzera era rappresentata dalla presidente della Confederazione Doris Leuthard. I ministri hanno trattato i diversi mezzi per porre fine alle misure d'urgenza prese allo scopo di lottare contro la crisi e procedere al risanamento delle finanze pubbliche, senza però rinunciare alle misure che attenuano gli effetti nefasti della crisi economica e finanziaria sull'impiego e la crescita.

La discussione sul consolidamento dei bilanci pubblici e sul mercato del lavoro ha posto in evidenza come i Paesi dell'OCSE e i cinque Paesi dell'impegno rafforzato menzionati nel numero 2.2.1 siano chiamati ad agire in situazioni finanziarie ed economiche assai diverse. Tutti i ministri hanno convenuto della necessità di proseguire l'attuazione delle riforme strutturali. Il dibattito sulle riforme è servito alla Svizzera come piattaforma per presentare lo strumento del freno all'indebitamento, che serve a prevenire gli squilibri strutturali o cronici delle finanze federali e che ha dato buoni risultati fin dalla sua introduzione.

Dopo tre anni di lavori multidisciplinari, i ministri hanno adottato il rapporto finale sulla strategia per l'innovazione. Questa strategia individua i campi d'azione e i principi prioritari. Chiarisce il ruolo dello Stato, ma richiama al tempo stesso l'attenzione sul fatto che l'economia rimane il motore dell'innovazione. Gli investimenti, l'apertura dei mercati e un capitale umano qualificato rivestono un'importanza considerevole per una piazza economica innovativa. La Svizzera organizzerà nel gennaio 2011 una tavola rotonda nazionale per trarre il massimo profitto dagli insegnamenti di questi lavori.

L'OCSE ha inoltre pubblicato il rapporto intermedio sulla «Strategia di crescita verde», che ne illustra i primi risultati e tratta dell'eliminazione delle barriere, della promozione e del sostegno alla transizione verso una «crescita verde», del rafforzamento della collaborazione internazionale e dell'elaborazione di indicatori. Il rapporto si concentra sull'analisi delle esperienze fatte dai Paesi membri in questi settori e sugli ostacoli che possono presentarsi nell'attuazione di
strategie di crescita verde. Il rapporto finale, che conterrà raccomandazioni pratiche e applicabili, sarà presentato in occasione della riunione 2011 del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale.

I ministri hanno discusso sul significato dell'OCSE e del suo posizionamento nel nuovo ordine economico mondiale. La nuova ripartizione dei mandati e delle responsabilità tra le organizzazioni internazionali, in particolare dopo l'istituzione del G20, è diventata per l'OCSE una sfida importante.

2.2.3

Le riunioni settoriali a livello ministeriale

La presidente della Confederazione Doris Leuthard ha partecipato il 25 e 26 febbraio alla riunione a livello ministeriale dell'OCSE sull'agricoltura, che aveva per tema «Le politiche agricole e agroalimentari per un futuro sostenibile». I ministri hanno discusso sulle sfide e le opportunità del futuro sistema agroalimentare mondiale. I temi centrali erano la sicurezza alimentare globale, i mutamenti climatici e l'utiliz1309

zazione sostenibile delle risorse, nonché lo sviluppo delle politiche e dei mercati agricoli. I ministri sono stati concordi nell'affermare che la sicurezza alimentare esige un approccio integrato che tenga conto della produzione nazionale, del commercio internazionale, delle capacità di stoccaggio e delle reti di sicurezza sociale.

Il consigliere federale Didier Burkhalter ha partecipato il 7 e 8 ottobre 2010 alla riunione a livello ministeriale dell'OCSE sulla sanità. Nella conferenza, che aveva per tema «Le priorità dei sistemi sanitari all'indomani della crisi», i ministri hanno dibattuto sui mezzi per migliorare la qualità delle cure, contenere le spese sanitarie e promuovere stili di vita più sani. I vincoli di bilancio provocati dalla crisi economica incitano chi è chiamato a decidere a trovare nuovi modelli per aumentare l'efficienza dei fondi investiti nella sanità pubblica.

La riunione a livello ministeriale dell'OCSE sull'educazione si è svolta il 4 e 5 novembre con la partecipazione del segretario generale della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione, Hans Ambühl. Il tema centrale verteva sul ruolo essenziale svolto dai sistemi nazionali di istruzione e formazione nella costruzione delle nostre economie e società future nonché per la ripresa economica. Le quattro grandi sfide future sono la lotta contro gli effetti della crisi nel settore dell'educazione, l'adeguamento delle competenze ai nuovi bisogni, la formazione di un corpo insegnante più efficace per il ventunesimo secolo e l'ottimizzazione delle ricadute sociali dell'educazione.

In occasione della riunione a livello ministeriale dell'OCSE sul «buon governo», tenutasi il 15 novembre a Venezia, la cancelliere della Confederazione Corina Casanova ha partecipato ai dibattiti sul tema «Verso la ripresa e il partenariato con i cittadini: un appello a favore di un'amministrazione innovativa e aperta». I ministri hanno in particolare concluso che occorre stimolare la produttività del settore pubblico e ottenere un rendimento massimo degli investimenti tecnologici affinché i governi possono svolgere il loro ruolo per la ripresa della crescita economica.

2.3

Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (CNUCED)

L'esame intermedio sull'attuazione del programma di lavoro quadriennale in corso (Accordo di Accra) e le discussioni sulle conseguenze della crisi economica e finanziaria internazionale e dei cambiamenti climatici sui Paesi in sviluppo sono stati al centro delle attività della CNUCED. La Svizzera ha appoggiato in particolare i programmi e i lavori nei settori della concorrenza, della protezione dei consumatori, della biodiversità e degli investimenti; ha inoltre lanciato un programma nel campo della gestione del debito.

La CNUCED, che ha sede a Ginevra, ha l'obiettivo di integrare i Paesi in sviluppo nell'economia mondiale mediante il rafforzamento degli scambi commerciali.

Nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite, è l'istituzione specializzata nelle questioni che riguardano il commercio e lo sviluppo. La Conferenza ministeriale, istanza suprema della CNUCED, ha luogo ogni quattro anni per decidere le priorità e i principi d'azione dell'organizzazione. L'Accordo di Accra, approvato in occasione 1310

dell'ultima Conferenza ministeriale tenutasi nel 2008 nella capitale del Ghana, contiene il programma di lavoro fino al 2012.

Durante l'anno in esame, è stato eseguita una verifica intermedia dell'Accordo di Accra. Si trattava di esaminare lo stato di realizzazione dei compiti formulati dalla CNUCED nel 2008 e l'efficacia delle decisioni prese in materia di riforme. Il risultato è nel complesso positivo per quanto concerne l'esecuzione del programma di lavoro, anche se devono essere fatti ancora sforzi in alcuni settori (p. es. strategie di comunicazione e di pubblicazione, ottimizzazione delle procedure). Come nel 2009, sono state al centro delle discussioni le conseguenze della crisi economica e finanziaria internazionale e dei cambiamenti climatici sui Paesi in sviluppo. Per quanto concerne i cambiamenti climatici, la Svizzera si è impegnato soprattutto a favore di un rafforzamento delle condizioni quadro locali nei Paesi in sviluppo per permettere un trasferimento mirato delle tecnologie ambientali.

Nell'anno in rassegna, la Svizzera ha rafforzato la sua cooperazione tecnica con la CNUCED in materia di gestione del debito mediante una nuova partecipazione al programma di gestione e analisi del debito (SYGADE). La Svizzera sostiene anche altri programmi, in particolare il programma COMPAL12 volto a rafforzare la politica in materia di concorrenza e la protezione dei consumatori in America latina e il programma globale «BioTrade Facilitation Programme» (BTFB), che contribuisce allo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali e alla conservazione della biodiversità. Nel settore degli investimenti, la Svizzera partecipa ai lavori che hanno lo scopo di preparare i Paesi in sviluppo o in transizione a negoziare accordi di promozione degli investimenti e a svolgere adeguatamente con gli investitori privati le procedure di risoluzione delle controversie previste in questi accordi. Da ultimo, la cooperazione rafforzata tra le diverse istituzioni specializzate dell'ONU che si occupano di questioni commerciali è stata oggetto di un'attenzione particolare nell'ambito del gruppo interistituzionale per il coordinamento dei settori commerciale e produttivo («UN-Interagency Cluster on Trade and Productive Capacity»), sotto l'egida della CNUCED. Per il tramite di questo gruppo, la Svizzera aiuterà alcuni Paesi in sviluppo tra i più poveri a integrarsi nel mercato mondiale. Nel corso dell'anno in rassegna è stato lanciato nel Laos un primo programma per Paese.

2.4

Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO)

La Svizzera ha partecipato attivamente all'elaborazione del «Programma globale per una produzione pulita che garantisca un uso efficace delle risorse».

Quest'iniziativa, volta a promuovere i modi di produzione rispettosi dell'ambiente e il trasferimento delle tecnologie pulite, favorisce una collaborazione armoniosa ed efficace tra l'UNIDO, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (PNUA) e i donatori bilaterali.

12

«Fortalecimiento de instituciones y capacidades en el área de la competencia y protección del consumidor en América Latina».

1311

L'UNIDO, con sede a Vienna, ha lo scopo di promuovere lo sviluppo industriale sostenibile nei Paesi in sviluppo e in transizione. L'UNIDO fa parte delle organizzazioni incaricate dell'attuazione del Protocollo di Montreal per la protezione dello strato d'ozono e dell'esecuzione dei progetti del Fondo mondiale per l'ambiente. La Svizzera siede nel Consiglio dello sviluppo industriale («Industrial Development Board») e nel Comitato di programma e bilancio («Programme and Budget Committee»).

La Svizzera è tra i principali donatori dell'UNIDO e lavora in stretta collaborazione con questa organizzazione per l'introduzione di sistemi di produzione rispettosi dell'ambiente e socialmente sostenibili nei Paesi in sviluppo e in transizione (mediante l'insediamento di Centri di tecnologie ambientali). La Svizzera ha contribuito in modo determinante all'elaborazione del piano di finanziamento comune di tutti i Paesi donatori nell'ambito del programma per una produzione pulita e un'utilizzazione efficace delle risorse, nel quale i centri di tecnologie ambientali affrontano temi comuni e scambiano conoscenze, segnatamente sull'efficienza energetica e l'utilizzazione dei rifiuti organici (p. es. per la produzione di biogas), sul trattamento sostenibile dei prodotti chimici («chemical leasing») o sulle linee di finanziamento per investimenti nel settore ambientale. Il programma è stato presentato in occasione della conferenza annuale della CDD a New York e a diversi Paesi donatori interessati.

La Svizzera sostiene inoltre programmi volti a consolidare le capacità dei Paesi in sviluppo nel settore della normalizzazione, in particolare riguardo agli organismi di normalizzazione, alle norme industriali e agli attestati di conformità. Il piano convenuto tra la Svizzera, la Norvegia e l'UE per mettere in pratica le raccomandazioni formulate nella valutazione settoriale globale del 2009 è in fase di attuazione dal 2010. Nel corso dell'anno in rassegna, la Svizzera ha inoltre concluso in questo settore di lavoro un programma quadriennale con l'UNIDO. Questo programma, per un importo di 3 milioni di dollari americani, intende migliorare la qualità delle piante medicinali e delle essenze esportate dall'Egitto. Inoltre, è stato lanciato in Vietnam un progetto di riforma del registro di commercio («Business registration
reform»). Sostenuto dalla Svizzera fino a 5 milioni di dollari americani, il progetto mira a promuovere l'innovazione, l'intrapresa e gli investimenti nel settore privato, allestendo un registro di commercio armonizzato a livello nazionale («National business registration system»), con l'idea di rendere pubblicamente accessibili per mezzo di Internet i dati giuridicamente rilevanti delle imprese.

2.5

Organizzazione internazionale del lavoro (OIL)

Nell'anno in esame, l'OIL si è dedicata per l'essenziale al consolidamento dei risultati acquisiti. I due ultimi anni sono stati contrassegnati da tappe fondamentali: l'adozione della Dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa (2008) e il Patto mondiale per l'impiego («Global Jobs Pact», 2009), due documenti che hanno suscitato interesse anche fuori dall'OIL.

1312

Adottando nel giugno 2008 la Dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa, la Conferenza internazionale del lavoro (CIL) ha enunciato l'interpretazione che intende dare al mandato dell'OIL in quest'epoca di globalizzazione. La Dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa, invece, istituzionalizza il concetto di «lavoro decente», sviluppato dal 1999, e definisce l'attività dell'OIL attorno a quattro obiettivi strategici, ossia l'impiego, la protezione sociale, il dialogo sociale e i diritti fondamentali nel lavoro.

Il Patto globale per l'occupazione («Global Jobs Pact»), adottato nel 2010 come reazione al drastico aumento della disoccupazione in seguito alla crisi economica e finanziaria, propone un pacchetto di misure che offre la possibilità di porre l'occupazione e la protezione sociale al centro delle disposizioni volte a lottare contro la crisi. Ogni Paese membro può scegliere tra le misure quelle che gli sembrano più adeguate e adattarle al proprio contesto. Adottando il Patto globale per l'occupazione, l'OIL e la sua struttura tripartita hanno adempiuto il mandato che era stato affidato loro dal G20 nell'aprile 2009.

La Svizzera ha partecipato attivamente alla preparazione di questi due strumenti e sostiene il ruolo attivo svolto dall'OIL per superare la crisi economica.

La CIL 2010 è stata aperta dalla presidente della Confederazione Doris Leuthard in veste di invitata d'onore. Nel suo discorso, ha chiesto una maggiore coerenza tra le norme che regolano l'attività economica, il settore sociale e la difesa dell'ambiente, nonché una collaborazione più stretta tra le organizzazioni internazionali che si occupano di questi temi. Ha confermato la volontà della Svizzera di rafforzare il sistema normativo dell'OIL e di promuovere la ratifica a livello universale delle norme fondamentali in materia di lavoro definite dall'OIL, in particolare per ostacolare le manovre protezionistiche.

In occasione della sua seduta del 2010, la CIL ha adottato una raccomandazione sul tema del HIV/AIDS nel mondo del lavoro. Inoltre ha avviato una prima discussione sull'introduzione di norme per il personale del lavoro domestico e ha analizzato la situazione in merito agli standard applicati nel settore del lavoro nei diversi Stati membri. Va in particolare segnalata la
prima discussione sull'obiettivo strategico dell'occupazione come misura concreta di applicazione della dichiarazione dell'OIL sulla giustizia sociale. In quest'ambito la Svizzera ha difeso con successo un'iniziativa tesa a rafforzare la collaborazione e gli scambi dell'OIL con altre organizzazioni internazionali. Questo sforzo dovrebbe contribuire a instaurare una maggiore coerenza tra politica economica, politica dell'occupazione e politica sociale.

Conformemente al «memorandum of understanding» (MoU) firmato nel giugno 2009 con l'OIL, la Svizzera ha sostenuto anche nel corso dell'anno in esame progetti di collaborazione sul piano tecnico sviluppati dall'OIL in vista di migliorare le condizioni di lavoro e di attuare, a livello di imprese, le convenzioni fondamentali dell'OIL (cfr. n. 7.1.1.2).

La Svizzera si è candidata a un seggio nel Consiglio di amministrazione dell'OIL per il periodo 2011­2014. Essa considera il rinnovo della sua presenza in seno a quest'organo come un'occasione che le si presenta per lottare in modo ancor più risoluto per la realizzazione degli obiettivi che reputa essenziali. Al centro dell'impegno della Svizzera figurano in particolare il miglioramento della coerenza nell'organizzazione stessa mediante il rafforzamento del sistema normativo e l'esigenza di un'accresciuta collaborazione con altri organismi internazionali.

1313

A livello di politica interna, la strategia mirata a un maggior impegno della Svizzera in seno all'OIL, annunciata nel capitolo introduttivo del rapporto 2009 sulla politica economica esterna, è stata attuata. Un primo progetto riguardante questa strategia è stato sottoposto in ottobre alla commissione federale tripartita per le questioni dell'OIL. Le discussioni in merito proseguiranno nel 2011.

2.6

G20

Dopo il vertice dei capi di Stato e di governo del G20 di Washington nel novembre 2008, i vertici di Londra e di Pittsburgh nel 2009, e di Toronto nel giugno 2010 hanno portato a un cambiamento dell'approccio strategico, sia nella sostanza sia nella relazione del G20 con le organizzazioni internazionali. Benché le questioni di regolamentazione finanziaria e bancaria permangano temi centrali del G20, i capi di Stato e di governo hanno allargato il ventaglio delle loro preoccupazioni e si interessano di altri temi economici quali la sicurezza energetica e il cambiamento climatico, le politiche dell'occupazione, lo sviluppo e il commercio. Vi è stato dunque un significativo ampliamento del campo d'azione: dall'economia pura si è passati a un approccio più globale dei problemi economici. Nella dichiarazione del vertice di Pittsburgh, il G20 si definisce come «premier forum for our international economic cooperation».

2.6.1

Evoluzione dei metodi di lavoro del G20

Per la cooperazione con le organizzazioni internazionali, dal vertice di Londra in poi il G20 si serve di mandati attribuiti alle organizzazione e agli altri forum per elaborare le analisi di cui ha bisogno. Le principali organizzazioni che hanno ricevuto mandati dal G20 sono il FMI, il FSB, il Gruppo di azione finanziaria (GAFI), la Banca mondiale e le banche regionali di sviluppo (africana, interamericana e asiatica), l'OMC, l'OCSE, il Forum mondiale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni in materia fiscale, l'Agenzia internazionale dell'energia e l'OIL13.

La presidenza coreana del G20 ha dimostrato la sua volontà di dialogo con i Paesi non appartenenti al G20 informandoli sui temi all'ordine del giorno dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, nonché dei temi trattati dai capi di Stato e di governo. I risultati del vertice di Seul sono modesti, poiché i capi di Stato e di governo del G20 non sono riusciti a prendere decisioni sulle grandi preoccupazioni del momento, ossia gli squilibri delle bilance commerciali e dei tassi di cambio. Per contro, la presidenza coreana ha ottenuto notevoli progressi in materia di regolamentazione finanziaria: i capi di Stato e di governo hanno confermato le nuove norme in materia di fondi propri e di liquidità definite dal Comitato di Basilea. Il vertice ha permesso di approvare la riforma del FMI concernente il suo Consiglio d'amministrazione e il suo azionariato nonché le regole in materia di crediti (attuazione di reti di soccorso finanziarie ­ «financial safety nets»). Inoltre, il G20 ha 13

I lavori intrapresi nelle istituzioni finanziarie internazionali nell'anno in rassegna sono presentati nel n. 6.

1314

approvato un piano d'azione pluriennale nel settore dello sviluppo denominato «Consenso di Seul» teso a promuovere una crescita condivisa tra Nord e Sud. Ha poi approvato un piano d'azione in materia di lotta contro la corruzione. Da ultimo, i capi di Stato e di governo del G20 auspicano che il Ciclo di Doha possa concludersi nel 2011 (cfr. n. 2.1.1). In margine al vertice, il presidente francese Sarkozy si è espresso a favore di una partecipazione della Svizzera a riunioni preparatorie in materia monetaria, riconoscendo così l'importanza della Svizzera in questo settore.

Anche sotto la presidenza francese del G20 è proseguita nel 2011 la tendenza ad ampliare il ventaglio dei temi trattati. Oltre agli argomenti tradizionali del G20 (regolamentazione finanziaria, coordinamento delle politiche macroeconomiche, lotta contro la corruzione, commercio, sviluppo, clima e impiego), il presidente Sarkozy auspica che il G20 si occupi anche della riforma del sistema monetario internazionale, della volatilità del prezzo delle materie prime e della governance mondiale (proposta di istituire un segretariato del G20 e promozione delle norme sociali e ambientali in tutte le organizzazioni internazionali).

2.6.2

La Svizzera e il G20

La Svizzera non è membro del G20. Cerca di avvicinarsi a questo consesso allo scopo di essere coinvolta nei processi decisionali. La presa in considerazione delle posizioni svizzere negli orientamenti e nelle decisioni del G20 consentirebbe di difendere gli interessi economici e finanziari svizzeri in settori fondamentali quali la regolamentazione bancaria e dei mercati finanziari, la fiscalità, l'ambiente e la sicurezza energetica, la cooperazione allo sviluppo, il commercio internazionale, le politiche dell'occupazione e della formazione. Il Consiglio federale ha adottato in febbraio un rapporto allestito da un gruppo interdipartimentale (DFE, DFF e DFAE) sulla posizione della Svizzera di fronte al processo di trasformazione del G20. Tale rapporto raccomanda che la Svizzera, vista l'importanza della sua piazza finanziaria, continui a rivendicare la sua partecipazione come membro a pieno titolo del G20.

Inoltre, la Svizzera deve posizionarsi in modo attivo sui punti all'ordine del giorno dei vertici del G20 e rafforzare la sua rete diplomatica. Da ultimo, la Svizzera veglierà sul lavoro delle organizzazioni internazionali a cui il G20 affida mandati esigendo l'applicazione dei principio della buona governance (trasparenza nella comunicazione e informazione sull'impatto dei lavori supplementari sui bilanci delle organizzazioni internazionali).

Nel corso dell'anno in esame, le attività della Svizzera si sono concentrate su un accentuato utilizzo della rete diplomatica e sulla comunicazione delle posizioni svizzere riguardo ai temi all'ordine del giorno dei vertici del G20 di Toronto e di Seul. In tale contesto, la Svizzera ha intessuto contatti con la presidenza coreana del G20 nel 2010 e ha comunicato le sue opinioni in merito ad alcuni temi trattati nel vertice di Seul. Questo approccio è stato seguito anche con la presidenza francese e a questo scopo si sono svolti incontri sia a livello di ministri tecnici, sia a livello di presidenza della Repubblica. Inoltre, la Svizzera fa parte di un gruppo informale denominato «3G», ossia «Global Governance Group», che comprende 27 Paesi.

Questo gruppo ha lo scopo di costituire un ponte tra l'ONU e il G20. Singapore è stato invitato al vertice di Seul come rappresentante del 3G in virtù dell'importanza della sua piazza finanziaria.

1315

3

Integrazione economica europea UE/AELS Nell'anno in esame, importanti sviluppi in materia di politica economica e finanziaria hanno influito sulle relazioni della Svizzera con i nostri principali partner economici. Nella sua seduta speciale di clausura del mese di agosto, il Consiglio federale ha deciso di proseguire le relazioni con l'UE sulla base di accordi bilaterali settoriali. Le questioni istituzionali attualmente sul tappeto nel quadro degli accordi bilaterali saranno analizzate congiuntamente con l'UE per trovare soluzioni che garantiscano un'applicazione più semplice degli accordi.

Queste soluzioni dovranno assicurare l'osservanza della sovranità delle parti e il buon funzionamento delle rispettive istituzioni.

L'AELS ha festeggiato il suo cinquantesimo anniversario nel corso dell'anno in esame.

3.1

Sviluppi all'interno dell'UE

L'UE è cambiata dalla conclusione degli accordi bilaterali II nel 2004. L'aumento da 15 a 27 Stati membri e l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona sono fattori che influiscono sulle relazioni dell'UE con la Svizzera. Nel corso dell'anno in esame, i primi effetti di questi cambiamenti sostanziali si sono fatti sentire e in particolare si traducono per la Svizzera in difficoltà crescenti di negoziare soluzioni che differiscano dall'acquis comunitario. L'adozione da parte del Parlamento europeo di un rapporto che valuta gli ostacoli che si oppongono a un'attuazione uniforme del mercato interno tra l'UE, gli Stati dello SEE e la Svizzera rappresenta uno degli esempi concreti delle nuove difficoltà che incontra il nostro Paese14.

Inoltre, alcuni eventi dell'anno in corso hanno ricordato che l'evoluzione economica e finanziaria dell'UE ha un impatto sulle relazioni economiche esterne della Svizzera con l'UE. In primavera, l'unione monetaria ha rischiato di precipitare in una crisi profonda, mettendo sotto pressione il tasso di cambio dell'euro nei confronti delle principali monete forti quali il franco svizzero. L'UE ha reagito istituendo un meccanismo di salvataggio senza precedenti per l'eurozona, inizialmente valido per tre anni, e un pacchetto di salvataggio a favore della Grecia. Nel contempo, l'UE si è decisa a intraprendere riforme a lungo termine poiché la crisi ha dimostrato che dopo dieci anni di unione monetaria l'eterogeneità delle politiche economiche e finanziarie dei membri dell'eurozona le rendeva difficili da conciliare e coordinare.

14

Il rapporto valuta l'accesso della Svizzera al mercato unico europeo. Si occupa anche dell'importanza dell'accordo sulla libera circolazione delle persone di cui hanno profittato entrambi le parti. Viene ricordato che, a causa del suo sistema politico, la Svizzera non è in grado di riprendere automaticamente gli sviluppi del diritto comunitario. Il rapporto invita la Commissione europea e la Svizzera a trovare soluzioni che permettano un'applicazione conforme al diritto europeo e un'attuazione rapida degli sviluppi dell'acquis sia nell'UE sia in Svizzera. (cfr. decisione del Parlamento europeo del 7 settembre 2010 sul tema «SEE-Svizzera: ostacoli alla piena attuazione del mercato interno (2009/2176(INI)», http://www.europarl.europa.eu/sides/ getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A7-2010-0216+0+DOC+XML+V0//FR).

1316

L'UE si è inoltre adoperata nel corso dell'anno in esame a trarre le conclusioni della crisi finanziaria mondiale. Fondandosi in parte sugli impegni presi dal G20, l'UE ha cominciato a subordinare alla sua autorità settori dei mercati finanziari che fino ad ora erano poco o per niente regolamentati a livello europeo. Queste nuove regole potrebbero avere per conseguenza che i prodotti finanziari originari dei Paesi terzi come la Svizzera potrebbero in futuro incontrare ostacoli per accedere al mercato europeo.

3.2

Stato delle relazioni della Svizzera con l'UE

L'UE con i suoi 27 Stati membri e lo SEE (l'UE con i tre Stati dell'AELS, Islanda, Liechtenstein e Norvegia) continuano a essere i principali partner della Svizzera in materia di importazioni e di esportazioni. Nel 2009, il 78 per cento delle importazioni di merci della Svizzera provenivano da questa zona che, a sua volta, ha importato il 59,7 per cento delle esportazioni svizzere. L'UE e gli Stati membri dello SEE sono anche i suoi principali partner per quanto riguarda gli scambi di servizi internazionali e gli investimenti diretti.

Le relazioni della Svizzera con quest'area economica si fondano da un lato sugli accordi bilaterali conclusi con l'UE, segnatamente l'accordo di libero scambio del 1972 (ALS 1972, RS 0.632.401), i sette accordi settoriali del 1999 («Bilaterali I»15) e i nove accordi settoriali del 2004 («Bilaterali II»16) e d'altro lato sulla Convenzione AELS (RS 0.632.31).

Nella sua seduta speciale di clausura del 18 agosto sulla politica europea, il Consiglio federale ha deciso di proseguire le relazioni tra Svizzera e l'UE sulla base di accordi bilaterali settoriali. Il 17 settembre ha adottato il suo nuovo rapporto sulla valutazione della politica europea svizzera in risposta al postulato della deputata al Consiglio nazionale Christa Markwalder del 10 giugno 200917. Il rapporto valuta i diversi strumenti e scenari per il proseguimento della politica europea della Svizzera e conferma che il Consiglio federale reputa che la via bilaterale costituisce attualmente lo strumento più appropriato per tutelare gli interessi della Svizzera.

Tuttavia, quest'opzione non deve essere perseguita a qualsiasi prezzo e deve rispondere a esigenze minime. Il rispetto della sovranità delle parti e il buon funzionamento delle loro istituzioni sono di importanza cruciale. Per questo motivo, è da escludere una ripresa automatica dell'acquis comunitario e dei suoi sviluppi. La 15

16

17

Accordo sulla libera circolazione delle persone (RS 0.142.112.681), Accordo sugli appalti pubblici (RS 0.172.052.68), Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (RS 0.946.526.81), Accordo agricolo (RS 0.916.026.81), Accordo sul trasporto aereo (RS 0.748.127.192.68), Accordo sui trasporti terrestri (RS 0.740.72), Accordo sulla ricerca (RS 0.420.513.1).

Accordo concernente l'associazione a Schengen/Dublino (RS 0.362.31), Accordo sulla fiscalità del risparmio (RS 0.641.926.81), Accordo sulla lotta contro la frode (RS 0.351.926.81), Accordo sui prodotti agricoli trasformati (RS 0.632.401.23), Accordo sull'ambiente (RS 0.814.092.681), Accordo sulla cooperazione nel settore statistico (RS 0.431.026.81), Accordo sulla partecipazione al programma MEDIA 2007 (RS 0.784.405.226.8), Accordo sull'educazione (RS 0.402.268.1), Accordo per evitare la doppia imposizione dei funzionari in pensione delle istituzioni e agenzie delle Comunità europee residenti in Svizzera (RS 0.672.926.81).

Rapporto del Consiglio federale sulla valutazione della politica europea svizzera del 17 settembre 2010, FF 2010 6395.

1317

Svizzera è nondimeno pronta a discutere nuovi meccanismi istituzionali con l'obiettivo principale di semplificare l'attuazione dello sviluppo degli accordi (cfr.

n. 3.2.3). Gli interessi delle due parti devono essere presi in considerazione in modo equivalente, in particolare per quanto riguarda le condizioni quadro d'accesso ai rispettivi mercati. La Svizzera si dimostra solidale in vista delle sfide che il suo partner europeo dovrà affrontare. Questa solidarietà si esprime in particolare per il tramite del contributo svizzero all'allargamento dell'UE (cfr. n. 3.2.5) e della partecipazione svizzera alle operazioni di mantenimento della pace.

Il Consiglio federale procederà anche in futuro a un'analisi permanente della situazione e degli strumenti di politica europea in modo da essere in grado di adeguarli in caso di bisogno.

3.2.1

Applicazione e adeguamento degli accordi esistenti

Questioni commerciali In occasione della 56a riunione del 6 dicembre del Comitato misto dell'ALS del 1972, il Comitato ha discusso diverse questioni riguardanti il commercio di merci tra la Svizzera e l'UE. A questo proposito, la Svizzera ha criticato diverse nuove misure prese dall'UE e dai suoi Stati membri che ostacolano il commercio (tra le altre: progetto di legge dell'UE che introduce un marchio di origine obbligatorio per i tessili e altre merci importate nell'UE, prescrizioni italiane che introducono certificati per i prodotti metallici semilavorati). Dal canto suo, l'UE ha tra l'altro espresso la preoccupazione che il progetto di legge «Swissness» possa ostacolare il commercio di merci. Il Comitato misto ha inoltre affrontato altri temi quali i negoziati sulla cooperazione tra le autorità della concorrenza o in merito alla sicurezza dei prodotti chimici. Le due parti hanno constatato che nell'insieme l'ALS funziona bene.

In luglio è stato parafato l'accordo riguardante la protezione delle denominazioni di origine (DOP) e delle indicazioni geografiche (IGP) dei prodotti agricoli, aprendo la via alla conclusione di un nuovo accordo bilaterale. L'accordo sarà integrato come nuovo allegato 12 nell'accordo agricolo Svizzera-UE del 1999 (RS 0.916.026.81) e garantirà con la sua entrata in vigore una protezione equivalente delle IGP e delle DOP della Svizzera e dell'UE sui territori di ognuna delle parti. Per le denominazioni che erano finora utilizzate sia in Svizzera che nell'UE, le parti si sono accordate su modelli di coesistenza o su periodi di transizione che permetteranno agli interessati di adattarsi alla nuova situazione. Le due parti hanno avviato in autunno le loro procedure interne di ratifica.

Il Comitato misto dell'accordo sugli appalti pubblici si è riunito a Berna il 7 giugno.

Sono stati in particolare discussi la finalizzazione della revisione dell'accordo sugli appalti pubblici dell'OMC, la revisione della legislazione svizzera e l'evoluzione del pertinente acquis comunitario. Il Comitato misto ha inoltre trattato un decreto legislativo italiano che sottopone gli offerenti svizzeri all'obbligo di chiedere un'autorizzazione preventiva al Ministero dell'economia e delle finanze per partecipare a bandi di concorso pubblici in Italia.

Il 9 novembre si è tenuto anche il Comitato
misto dell'accordo tra la Svizzera e la CE sulle agevolazioni doganali e sulla sicurezza doganale che era stato ratificato il 18 giugno dal Parlamento. Il Comitato ha affrontato i dettagli delle nuove procedure doganali di sicurezza che si applicheranno a partire dal 1° gennaio 2011 per il com1318

mercio con i Paesi non membri dell'UE. Le due parti si sono accordate allo scopo di evitare che l'attuazione dell'accordo causi nuovi ostacoli nel commercio tra di loro e con gli Stati terzi.

Il Comitato misto agricolo si è riunito il 10 novembre a Bruxelles. Le due parti si sono dichiarate soddisfatte dell'applicazione dell'accordo, che considerano uno strumento efficace per promuovere il commercio agricolo bilaterale e per eliminare permanentemente gli ostacoli tecnici al commercio. Visto che l'accordo agricolo si limita a settori particolari, questo processo non può tuttavia sostituire la soppressione totale degli ostacoli non tariffali al commercio come previsto nel quadro dei negoziati attualmente in corso nei settori dell'agricoltura, della sicurezza alimentare, della sicurezza dei prodotti e della sanità pubblica (cfr. n. 3.2.2).

Altri temi Il 16 giugno si è tenuta a Bruxelles la nona riunione del Comitato misto dell'accordo sulla libera circolazione delle persone (ALCP). La Svizzera e l'UE hanno convenuto che l'ALCP funziona relativamente bene, nell'interesse dei cittadini e dell'economia delle due parti. L'incontro ha tuttavia mostrato che l'UE giudica in modo critico l'applicazione dell'accordo per quanto concerne alcune disposizioni sulle prestazioni di servizio transfrontaliere e la questione dell'adeguamento dell'accordo all'evoluzione dell'acquis comunitario. L'immigrazione in provenienza dei Paesi dell'UE-15 e da Malta e Cipro si sta adeguando ai bisogni dell'economia svizzera e si sviluppa in funzione della congiuntura economica. Paragonata all'anno precedente, la domanda di permessi B è diminuita del 20 per cento18.

La conclusione di un accordo sulla partecipazione ufficiale della Svizzera ai programmi dell'UE in materia di educazione, di formazione permanente e di gioventù è fin dalla conclusione dei Bilaterali I uno degli obiettivi svizzeri in materia di politica europea. Un simile accordo garantirà una partecipazione diretta e integrale della Svizzera ai programmi menzionati. L'accordo sull'educazione è stato firmato a Bruxelles il 15 febbraio e prevede la piena partecipazione della Svizzera ai programmi dell'UE a partire da 2011.

Gli altri eventi significativi dell'anno in esame riguardo agli accordi bilaterali sono presentati qui di seguito sotto forma di tabella.

Accordo

Attualità 2009

Protocollo n. 2 dell'ALS (commercio di taluni prodotti agricoli trasformati) (RS 0.632.401.2)

Decisione 1/2010 del Comitato misto (CM) dell'accordo di libero scambio Svizzera-CE concernente l'adeguamento dei prezzi di riferimento al 1° febbraio 2010 per i prodotti sottoposti al meccanismo di compensazione dei prezzi secondo il Protocollo n. 2.

18

Le regole di contingentamento per i 15 «vecchi» Stati membri dell'UE nonché per Malta e Cipro sono decadute il 1° giugno 2007. Nei confronti degli otto Stati dell'Europa dell'Est che hanno aderito all'UE nel 2004, la possibilità di limitare l'immigrazione rimane valida fino al 30 aprile 2011 al più tardi e fino al 31 maggio 2016 per la Bulgaria e la Romania. Al termine di questo periodo, una clausola di salvaguardia permette di reintrodurre, fino a 10 anni dopo l'entrata in vigore, contingenti di autorizzazioni di soggiorno per i cittadini di questi due ultimi Stati.

1319

Accordo

Attualità 2009

Trasporti aerei (RS 0.748.127.192.68)

Approvazione della decisione n. 1/2010 (CM del 7 aprile) e della decisione n. 2/2010 (CM del 26 novembre) che modifica l'allegato dell'accordo.

Trasporti terrestri (RS 0.740.72)

Approvazione della decisione n. 1/2010 che modifica l'allegato 1 dell'accordo.

Statistica (RS 0.431.026.81)

Approvazione della decisione n. 1/2010 per l'adeguamento del programma di statistica 2010 (procedura scritta) e delle decisioni n. 2/2010 e n. 3/2010 che modificano gli allegati A e B dell'accordo (CM del 1° ottobre).

Fiscalità del risparmio (RS 0.641.926.81)

Il provento netto delle ritenute di imposta sugli interessi dei contribuenti dell'UE in Svizzera è stato di 401 milioni di franchi nell'anno fiscale 2009 e le dichiarazioni volontarie sono state 32 942.

Schengen (RS 0.362.31)

Entrata in vigore dell'accordo addizionale Frontex il 1° agosto.

Dublino (RS 0.142.392.68)

Introduzione dei dati biometrici nelle carte di soggiorno per stranieri: approvazione nel corso della sessione estiva.

Direttiva sul rimpatrio: approvazione nel corso della sessione estiva.

MEDIA (RS 0.784.405.226)

Entrata in vigore il 1° agosto.

Reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (RS 0.946.526.81)

Con la decisione n. 1/2010, il CM ha deciso di introdurre al 18 ottobre un capitolo sui biocidi e di aggiornare il capitolo sui veicoli a motore (cfr. n. 5.2).

Agricoltura (RS 0.916.026.81)

Entrata in vigore della decisione n. 2/2008 sull'adeguamento degli allegati 1 e 2 al 1° gennaio.

Entrata in vigore della decisione n. 1/2009 che modifica l'allegato 7 al 1° agosto. Estensione della protezione della denominazione d'origine protetta ai vini a base di uve provenienti da regioni frontaliere.

Firma il 13 dicembre delle decisioni n. 1/2010 e 2/2010 sull'attualizzazione degli allegati 4 (settore fitosanitario) e 6 (sementi).

1320

3.2.2

Negoziati in corso e colloqui esplorativi

Agricoltura, sicurezza alimentare e dei prodotti, sanità pubblica I negoziati sono stati aperti il 4 novembre 2008. Finora si sono svolte tre tornate globali di negoziati. Per quanto concerne l'accesso al mercato nel settore agroalimentare, sono state svolte con successo cinque tornate negoziali. L'accordo in fase di negoziazione dovrebbe garantire l'apertura dei mercati per i prodotti agricoli e le derrate alimentari e smantellare sia le barriere tariffali (dazi doganali, contingenti doganali, sussidi all'esportazione) sia quelle non tariffali, spingendosi ben oltre un mero sviluppo del campo di applicazione coperto attualmente dagli accordi bilaterali. Un simile accordo rafforzerebbe la competitività dell'agricoltura e dell'industria alimentare svizzera e le offrirebbe prospettive chiare a lungo termine. Considerato che il livello di protezione svizzero è già ora sotto forte pressione (cfr. n. 2.1), la Svizzera potrebbe perdere quote di mercato se proseguisse sulla strada dell'isolazionismo: un'apertura posteriore del mercato diverrebbe più difficile. Nei settori della sicurezza alimentare e dei prodotti e in quello della sanità pubblica, l'accordo prevede la partecipazione della Svizzera a due agenzie19, a tre sistemi di allarme precoce20 e ai programmi dell'UE in ambito sanitario. In tutti questi settori i negoziati si fondano essenzialmente sullo stato attuale del pertinente acquis dell'UE.

Occorre però ancora valutare in che misura queste normative saranno prese in considerazione per conseguire gli obiettivi perseguiti dall'accordo. Mentre nel campo dell'accesso al mercato i negoziati hanno dato buoni risultati, l'insieme dei negoziati avanza meno rapidamente del previsto. Rimangono in particolare aperte questioni per quanto riguarda l'assetto istituzionale del futuro accordo. Le discussioni informali in corso tra Svizzera e UE (cfr. n. 3.2.3) dovrebbero permettere di chiarire questi punti.

Elettricità I negoziati in vista di un accordo nel settore dell'elettricità sono in corso dal 2007.

La Svizzera vorrebbe preservare il suo ruolo preponderante nel commercio transfrontaliero dell'elettricità in Europa. Si tratta in particolare di definire procedure di gestione in caso di situazione di penuria alle frontiere e l'indennizzo delle prestazioni di transito. A metà del 2009, l'UE ha adottato
un terzo pacchetto di liberalizzazione del mercato interno europeo dell'energia, destinato a fungere da base negoziale. Inoltre l'UE vorrebbe estendere i negoziati alla nuova direttiva sulla promozione e l'utilizzo dell'energia prodotta a partire da fonti rinnovabili, che costituisce parte integrante delle misure dell'UE in materia di clima e di energia.

L'adeguamento del mandato ai negoziatori svizzeri è stato approvato dal Consiglio federale il 12 maggio ed è stato confermato il 17 settembre dopo consultazione delle CPE e dei Cantoni. Su queste basi, i negoziati dovrebbero proseguire rapidamente.

Sistema di navigazione satellitare (Galileo ed EGNOS) Con Galileo, l'UE e l'Agenzia spaziale europea (ESA) intendono creare un sistema di navigazione satellitare di ultima generazione posto sotto controllo civile. Galileo metterà fine alla dipendenza degli utenti europei dal sistema GPS controllato dalle 19 20

Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

«Rapid Alert System for Food and Feed» (RASFF), «Rapid Alert System for non-food consumer products» (RAPEX) e «Early Warning and Response System» (EWRS).

1321

autorità militari statunitensi e da altri sistemi. Assicurerà inoltre la disponibilità dei dati in tempo di pace e in caso di crisi. Per quanto concerne il Sistema geostazionario europeo di navigazione di sovrapposizione (EGNOS), si tratta di un sistema regionale di navigazione satellitare che migliora la precisione e l'affidabilità dei segnali emessi dai sistemi globali di navigazione satellitare. La conclusione di un accordo in questo settore intende garantire contrattualmente la partecipazione continua e a pieno titolo della Svizzera ai programmi di navigazione satellitare. Il 29 giugno l'UE ha approvato il corrispondente mandato negoziale.

REACH I colloqui esplorativi su una cooperazione con l'UE nel campo della regolamentazione dei prodotti chimici (REACH21) sono stati terminati ed è stato presentato un rapporto al Consiglio federale. Il 18 agosto il Consiglio federale ha adottato un mandato negoziale ai fini di negoziare un accordo in questo settore. REACH ha lo scopo di rendere più sicuri per i lavoratori, i consumatori e l'ambiente l'utilizzo dei prodotti chimici. Con l'introduzione di questo sistema nell'UE e a causa della forte integrazione dell'industria chimica svizzera nella catena di produzione comunitaria, la Svizzera potrebbe incontrare considerevoli ostacoli nell'accesso al commercio.

Gli scambi transfrontalieri di prodotti chimici rivestono un'importanza capitale sia per la Svizzera che per l'UE. L'industria chimica e farmaceutica, che rappresenta il 4 per cento del PIL e dà lavoro a oltre 66 000 dipendenti, è il secondo ramo industriale svizzero. L'UE assorbe circa il 60 per cento delle esportazioni svizzere e fornisce più dell'80 per cento delle importazioni svizzere di prodotti chimici.

I negoziati hanno l'obiettivo di garantire il proseguimento senza intoppi delle relazioni commerciali tra le imprese svizzere ed europee e inoltre di assicurare un alto livello di protezione dell'uomo e dell'ambiente nell'utilizzazione di prodotti chimici.

I negoziati dovrebbero essere lanciati entro breve tempo, dopo l'approvazione di un mandato negoziale da parte dell'UE.

Cooperazione delle autorità in materia di concorrenza Il 18 agosto il Consiglio federale ha adottato un mandato negoziale in vista di un accordo di cooperazione con l'UE in materia di concorrenza, che consentirà lo
scambio di informazioni confidenziali tra autorità della concorrenza svizzere ed europee (cfr. n. 5.6). L'accordo contribuirà efficacemente all'attuazione delle norme in materia di concorrenza delle due parti nei procedimenti transfrontalieri in materia di concorrenza. La cooperazione sarà facilitata per il fatto che le legislazioni delle due parti sono già ampiamente compatibili.

Commercio dei diritti d'emissione (ETS) Dai colloqui esplorativi è emersa la fattibilità della messa in rete dei sistemi di diritti di emissione esistenti in Svizzera e nell'UE. Il 16 dicembre 2009 il Consiglio federale ha dunque adottato un mandato negoziale in questo senso. I colloqui esplorativi sono proseguiti nel 2010 parallelamente alla preparazione del mandato negoziale da parte dell'UE. Un accordo sul riconoscimento reciproco dei diritti di emissione sarebbe nell'interesse di entrambe le parti: esso aprirebbe in particolare alle imprese svizzere incluse nell'ETS l'accesso al più grande e più liquido mercato dei diritti di

21

«Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals».

1322

emissione di CO2, eliminando nel contempo le distorsioni della concorrenza. La Svizzera è pronta ad avviare entro breve tempo i negoziati.

Cooperazione con l'Agenzia europea per la difesa (EDA) La partecipazione della Svizzera caso per caso ad alcuni programmi di ricerca e di sviluppo dell'EDA permetterebbe di essere informati precocemente sui progressi in materia di armamenti e di rafforzare la posizione della Svizzera come polo tecnologico e di ricerca. Inoltre questa cooperazione costituirebbe un'opportunità per l'industria svizzera degli armamenti, che produce materiale di alta qualità. In seguito all'approvazione del mandato negoziale da parte della Svizzera il 16 dicembre 2009 e da parte dell'EDA il 14 ottobre 2010, è stato possibile parafare il 16 novembre, nell'ambito della prima tornata negoziale, un accordo amministrativo e una convenzione sostanziale di progetto.

3.2.3

Questioni istituzionali

Le questioni istituzionali che si pongono nell'ambito degli accordi bilaterali e dei negoziati in corso sono state esaminate da un gruppo di lavoro informale congiunto con l'UE allo scopo di trovare soluzioni rispettose della sovranità delle parti e del buon funzionamento delle rispettive istituzioni22. Le questioni principali concernono lo sviluppo degli accordi, l'interpretazione di questi ultimi, la vigilanza sulla loro applicazione e la composizione delle controversie. Nell'ambito di un colloquio sulla politica europea della Svizzera, il Consiglio federale ha preso atto in dicembre di un rapporto intermedio della delegazione svizzera nel gruppo di lavoro.

3.2.4

Questioni fiscali

Accordo sulla fiscalità del risparmio Le esperienze accumulate dall'entrata in vigore dell'accordo nel 2005 dimostrano il suo buon funzionamento. Nel corso del 2009, circa 33 000 residenti europei titolari di conti in Svizzera hanno deciso di dichiarare spontaneamente alle loro autorità fiscali le loro relazioni bancarie. Nello stesso anno, il ricavo della trattenuta d'imposta sugli interessi versati ai contribuenti dell'UE in Svizzera che sono stati riversati agli Stati membri dell'UE ha raggiunto la cifra di 401 milioni di franchi svizzeri. L'attuazione del sistema della fiscalità del risparmio in seno all'UE ha però fatto emergere qualche lacuna. La Svizzera è disposta a procedere agli adeguamenti tecnici dell'accordo quando l'UE avrà riveduto la sua direttiva in materia di fiscalità del risparmio. Non dovrà essere per contro rimessa in questione la coesistenza tra la trattenuta alla fonte sui redditi del risparmio come praticata in Svizzera e lo scambio automatico di informazioni fiscali in vigore nell'UE.

Accordo sulla lotta contro la frode L'accordo del 26 ottobre 2004 di cooperazione tra Svizzera e l'UE per lottare contro la frode nel settore delle imposte indirette, dei sussidi e degli appalti pubblici non è 22

Rapporto del Consiglio federale sulla valutazione della politica europea svizzera del 17 settembre 2010, FF 2010 6395.

1323

ancora entrato in vigore. Attualmente, lo hanno ratificato soltanto 25 dei 27 Stati membri dell'UE. La Svizzera applica l'accordo dall'8 aprile 2009 su una base provvisoria con gli Stati membri che hanno fatto un'analoga dichiarazione. Si tratta di dieci Stati membri e dell'UE. Un'applicazione omogenea sarà tuttavia garantita soltanto quando l'accordo sarà stato ratificato da tutte le parti.

La Commissione europea auspica una revisione dell'accordo antifrode oppure il suo completamento con un accordo separato di assistenza amministrativa con la Svizzera allo scopo di ampliare alla fiscalità diretta la cooperazione, secondo gli standard dell'OCSE, in materia di reati fiscali. Per il momento non è stato trovato un consenso nel Consiglio per adottare un mandato negoziale dell'UE. Indipendentemente dalle discussioni interne all'UE, la Svizzera ha riveduto con successo un buon numero di CDI con numerosi Stati membri per integrarvi gli standard dell'OCSE (cfr. n. 6.4).

Fiscalità delle imprese / Codice di condotta Nel 2007 la Commissione europea ha comunicato alla Svizzera di considerare talune disposizioni cantonali in materia di imposizione della società, norme iscritte nella legge sull'armonizzazione fiscale a livello federale, come aiuti dello Stato che distorcono la concorrenza e, in violazione dell'ALS del 1972, ostacolano il commercio di merci tra Svizzera e l'UE. Il Consiglio federale reputa che queste critiche siano infondate. Nello stesso anno ha dunque rifiutato di avviare negoziati con l'UE su questo tema. Invece dei negoziati, si svolge uno scambio approfondito di vedute nell'ambito di un dialogo informale.

In giugno, l'UE ha chiesto alla Svizzera di avviare un nuovo dialogo su un cosiddetto codice di condotta in materia di fiscalità delle imprese. Si tratta di un documento interno all'UE, il cui obiettivo consiste nella lotta, sulla base di un impegno politico e di una valutazione comune della fiscalità delle imprese, contro le pratiche fiscali che l'UE definisce dannose. Attualmente il Consiglio federale sta conducendo colloqui esplorativi sulle eventuali modalità di un simile dialogo.

3.2.5

Contributo all'allargamento dell'UE

La messa in pratica del contributo della Svizzera per un importo di un miliardo di franchi a favore dei dieci Stati che hanno aderito all'UE nel 2004 (UE-10) è cominciata nel 2008 e si è intensificata durante l'anno in esame. L'attuazione di questo contributo prosegue secondo le scadenze previste e dovrebbe essere completato a metà 2012 come previsto inizialmente. Anche gli ultimi nuovi membri dell'UE, la Romania e la Bulgaria, saranno sostenuti dalla Svizzera con un contributo. Il 7 dicembre 2009 il Parlamento ha stanziato un credito quadro a tale scopo, per un importo di 257 milioni di franchi. Gli accordi quadro bilaterali con questi due Paesi sono stati firmati il 7 settembre. L'attuazione del contributo è stata immediatamente avviata (cfr. n. 7.1.3).

Questi fondi contribuiscono direttamente a ridurre le disparità economiche e sociali all'interno dell'UE allargata. La Svizzera ha tutto l'interesse che questi Paesi si integrino con successo nell'UE. Assumendo una parte dei contributi di sostegno, la Svizzera promuove il mantenimento di buone relazioni con l'UE e serve i propri interessi nel proseguimento della via bilaterale.

1324

3.3

Associazione europea di libero scambio (AELS)

Con seminari e altre attività negli Stati dell'AELS e in altri Stati partner l'AELS ha festeggiato nel corso dell'anno in esame i suoi cinquant'anni di vita. Il commercio esterno della Svizzera con i tre altri membri dell'AELS (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) rappresenta circa lo 0,3 per cento del volume totale del commercio della Svizzera. La Convenzione AELS (RS 0.632.31) è stata completamente modificata dalla Convenzione di Vaduz del 21 giugno 2001 ed è costantemente adattata alle modifiche degli accordi bilaterali conclusi dalla Svizzera con l'UE. Nell'anno in esame, il Consiglio dell'AELS si è riunito due volte a livello ministeriale (il 24 e il 25 giugno a Reykjavik e il 23 novembre a Ginevra). Le attività dell'AELS nel campo delle relazioni con i Paesi terzi sono presentate nel capitolo 4.

A metà luglio 2009 l'Islanda ha presentato una domanda di adesione all'UE. I negoziati formali di adesione sono cominciati il 27 luglio 2010. I risultati di questi negoziati saranno probabilmente oggetto di referendum. Se l'AELS perdesse un membro, gli effetti di questo cambiamento dovrebbero essere valutati e discussi con i rimanenti Stati membri.

4

Accordi di libero scambio con Stati terzi non membri dell'UE o dell'AELS Nell'anno in rassegna l'AELS ha firmato ALS con l'Ucraina e il Perù e sono entrati in vigore gli accordi conclusi con la Serbia e l'Albania. Lo studio congiunto sulla fattibilità di un accordo bilaterale di libero scambio Svizzera­Cina è stato concluso e l'avvio dei negoziati è previsto per l'inizio del 2011. Il mandato di negoziazione per un accordo di libero scambio AELS­Russia è stato esteso ai membri dell'Unione doganale Russia­Bielorussia­Kazakistan e l'avvio dei negoziati è previsto per l'inizio del 2011. Gli Stati dell'AELS hanno proseguito i negoziati relativi a un accordo globale in materia di investimenti e di commercio con l'India, quelli con Hong Kong-Cina sono già in uno stadio avanzato. In occasione della visita della presidente della Confederazione a Giacarta sono stati avviati ufficialmente i negoziati relativi a un accordo di libero scambio e di partenariato economico tra gli Stati dell'AELS e l'Indonesia. Anche nel 2011 la Svizzera porterà avanti, parallelamente al suo impegno a livello multilaterale, in particolare nell'ambito dell'OMC, l'estensione e il consolidamento della rete di accordi di libero scambio.

In tale contesto il Consiglio federale seguirà una politica di coerenza con gli obiettivi di politica esterna orientati alla sostenibilità.

L'ampliamento di tale rete rimane ­ accanto all'adesione all'OMC e alla partecipazione attiva al Ciclo di Doha nonché agli accordi bilaterali con l'UE ­ uno dei tre pilastri della strategia di economia esterna della Svizzera per migliorare l'accesso ai mercati mondiali e le condizioni quadro per l'attività economica internazionale.

1325

Gli ALS devono essere negoziati soprattutto con i Paesi a forte potenziale di crescita, che per le dimensioni del proprio mercato lasciano intravedere prospettive di sbocco particolarmente interessanti o nei cui mercati l'economia svizzera rischia di essere svantaggiata a causa di condizioni di accesso preferenziali concesse ai concorrenti di altri Paesi. Al momento si collocano in primo piano importanti partner commerciali in Asia (principalmente Cina, India, Hong Kong-Cina e Indonesia) e la Russia (che forma un'unione doganale con Bielorussia e Kazakistan).

Il Consiglio federale segue una politica estera coerente, orientata allo sviluppo sostenibile. In questo contesto, coerenza significa che la Svizzera utilizza i vari strumenti di politica estera facendo in modo che si completino e si sostengano a vicenda. Così come il consolidamento della piazza economica e dello sviluppo economico nel nostro Paese e nei Paesi partner, il rispetto dei diritti umani, degli standard lavorativi e ambientali sono obiettivi fondamentali della politica del Consiglio federale, che si completano del resto gli uni con gli altri23.

Per quanto riguarda i diversi aspetti della sostenibilità (sviluppo economico, tutela dell'ambiente, coesione sociale) è importante perseguire gli obiettivi utilizzando gli strumenti più efficaci. A livello multilaterale tali strumenti sono in particolare: l'OMC, gli ALS e altri accordi economici nel settore commerciale; in ambito ambientale tali strumenti sono ad esempio il processo di Kyoto e altre iniziative o accordi internazionali; per quanto riguarda gli standard sociali e lavorativi, l'OIL e le sue convenzioni; infine l'ONU per le questioni legate ai diritti umani (Consiglio dei diritti dell'uomo, Patti internazionali sui diritti umani I e II, Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo). In tutti questi ambiti la Svizzera promuove la collaborazione con gli Stati partner e misure del settore privato quali la responsabilità sociale d'impresa («corporate social responsibility»). Anche se, ai fini della maggiore efficienza possibile, sono dedicati a compiti specifici e non tutti concernono qualsiasi tema, i vari accordi e misure non devono essere considerati in modo isolato, bensì valutati sulla base del loro effetto globale. Questo approccio corrisponde al principio del sostegno
reciproco («mutual supportiveness»), che ispira anche i negoziati dell'OMC sul tema «commercio e ambiente».

Al pari degli altri strumenti di politica economica esterna, gli ALS sono orientati principalmente a criteri economici, ma tengono conto anche della responsabilità ecologica e della solidarietà sociale. Concretamente, ciò comporta ad esempio che gli ALS della Svizzera contengano disposizioni che garantiscono la compatibilità degli stessi con altri accordi internazionali, tra cui quelli concernenti l'ambiente, il settore sociale e i diritti umani. Altre disposizioni (contenute anche negli accordi dell'OMC) autorizzano le Parti ad adottare misure volte a tutelare la salute e la vita di persone e animali o a preservare i vegetali e le risorse naturali ­ se necessario derogando ad altre disposizioni dell'accordo in questione. Inoltre, i gruppi di lavoro dell'AELS «Commercio e ambiente» e «Commercio e standard di lavoro» hanno elaborato nuove disposizioni modello che dovranno essere presenti nei negoziati di libero scambio dell'AELS. Tali disposizioni hanno l'obiettivo di rafforzare la coerenza tra i vari aspetti della sostenibilità nelle relazioni con i partner di libero scambio dell'AELS. La Svizzera si impegnerà a utilizzare le nuove disposizioni modello nelle trattative con futuri partner di libero scambio, sia nell'ambito dell'AELS sia a livello bilaterale, tenendo in considerazione le specificità di ogni accordo.

23

Cfr. il capitolo introduttivo del rapporto sulla politica economica esterna del 2009.

1326

Gli ALS della Svizzera contribuiscono anche a conseguire gli obiettivi di sostenibilità: promuovono la crescita economica, la prosperità e la creazione di posti di lavoro. Essi rafforzano inoltre l'integrazione dei partner di libero scambio nel sistema giuridico internazionale e la loro partecipazione alla cooperazione economica internazionale. Infine, nell'ambito degli ALS vengono istituiti comitati misti e meccanismi di consultazione in cui possono essere trattate anche questioni attinenti agli standard ambientali e lavorativi. Nelle relazioni estere, il Consiglio federale predilige una politica incentrata sul dialogo costruttivo e sull'opera di persuasione piuttosto che una politica basata sul potere e sull'imposizione.

I risultati che possono essere raggiunti negli ALS o nell'OMC sono tuttavia condizionati da limiti importanti. Effettivamente non tutti sono d'accordo sul fatto che gli standard ambientali, lavorativi e dei diritti umani siano veramente rilevanti per il commercio e non esistono modelli o standard riconosciuti a livello generale per l'integrazione degli aspetti della sostenibilità negli accordi commerciali. Conformemente al diritto internazionale, la Svizzera è libera di concepire a suo piacimento la propria politica ambientale, sociale, agricola, energetica ecc., ma non di dettare ad altri Paesi l'assetto delle loro politiche. In particolare non può costringere altri Paesi, per mezzo di accordi commerciali, divieti d'importazione o barriere commerciali, a produrre conformandosi alla legislazione svizzera. Tentativi di questo genere dissuaderebbero i potenziali partner di libero scambio dall'avviare negoziati con la Svizzera, il che potrebbe rendere impossibile la conclusione di ALS e, inoltre, violerebbe gli impegni contratti dalla Svizzera nell'ambito dell'OMC. Per di più, l'economia svizzera dovrebbe attendersi forti discriminazioni nei suoi confronti.

Tabella Accordi di libero scambio fra la Svizzera e gli Stati non membri dell'UE e ultimi incontri dei Comitati misti24 Regione

Stato alla fine del 2010

Europa Isole Färöer (RS 0.632.313.141)

in vigore dal 1° marzo 1995; bilaterale CH-Färöer

Macedonia (RS 0.632.315.201.1)

in vigore dal 1° maggio 2002

Croazia (RS 0.632.312.911)

in vigore dal 1° settembre 2002

Serbia (RS 0.632.316.821)

in vigore dal 1° ottobre 2010

24

2° incontro del Comitato misto (CM) AELSMacedonia il 28 novembre 2008 a Ginevra

3°incontro del CM AELS-Croazia il 4 giugno 2009 a Zagabria

Salvo diversa indicazione, si tratta di accordi nell'ambito dell'AELS.

1327

Regione

Stato alla fine del 2010

Albania (RS 0.632.311.231)

in vigore dal 1° novembre 2010

Ucraina

firmato il 24 giugno 2010

Bacino mediterraneo Turchia (RS 0.632.317.631)

in vigore dal 1° aprile 1992

Israele (RS 0.632.314.491)

in vigore dal 1° luglio 1993

OLP/Autorità palestinese (RS 0.632.316.251)

in vigore dal 1 luglio 1999

Marocco (RS 0.632.315.491)

in vigore dal 1° dicembre 1999

Giordania (RS 0.632.314.671)

in vigore dal 1° settembre 2002

Tunisia (RS 0.632.317.581)

applicato dal 1° giugno 2005; in vigore dal 1° giugno 2006

9° incontro del CM AELS-Turchia il 3 dicembre 2009 a Ginevra

7° incontro del CM AELS-Israele il 12 giugno 2008 a Crans-Montana

3° incontro del CM AELS-OLP/Autorità palestinese il 15 settembre 2010 a Ginevra

5° incontro del CM AELS-Marocco il 5 ottobre 2010 a Rabat

2° incontro del CM AELS-Giordania il 18 dicembre 2007 a Ginevra

1° incontro del CM AELS-Tunisia il 28 febbraio 2007 a Tunisi Libano (RS 0.632.314.891)

in vigore dal 1° gennaio 2007

Egitto (RS 0.632.313.211)

applicato dal 1° agosto 2007; in vigore dal 1° settembre 2008.

1° incontro del CM AELS-Libano l'8 ottobre 2009 a Beirut

1° incontro del CM AELS-Egitto il 4 novembre 2008 a Ginevra

1328

Regione

Stato alla fine del 2010

Resto del mondo Messico (RS 0.632.315.631.1)

in vigore dal 1° luglio 2001

Singapore (RS 0.632.316.891.1)

in vigore dal 1° gennaio 2003

Cile (RS 0.632.312.451)

in vigore dal 1° dicembre 2004

Repubblica di Corea (RS 0.632.312.811)

in vigore dal 1° settembre 2006

SACU25 (RS 0.632.311.181)

in vigore dal 1° maggio 2008

Canada (RS 0.632.312.32)

in vigore dal 1° luglio 2009

Giappone (RS 0.946.294.632)

in vigore dal 1° settembre 2009, accordo bilaterale CH-Giappone

5° incontro del CM AELS-Messico il 7 maggio 2010 a Città del Messico

3° incontro del CM AELS-Singapore il 6 luglio 2010 a Singapore

2° incontro del CM AELS-Cile l'8 aprile 2008 a Santiago

2° incontro del CM AELS-Repubblica di Corea il 21 gennaio 2010 a Ginevra

1° incontro del CM AELS-SACU il 4 febbraio 2009 a Pretoria

1° incontro del CM AELS-Canada il 17 novembre 2010 a Ginevra

1° incontro del CM Svizzera-Giappone il 1° settembre 2009 a Zurigo Colombia

firmato il 25 novembre 2008

Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC)26

firmato il 22 giugno 2009

Perù

firmato dagli Stati dell'AELS il 24 giugno 2010 a Reykjavik e dal Perù il 14 luglio 2010 a Lima

25 26

Unione doganale dell'Africa australe: Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica e Swaziland.

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar.

1329

4.1

Relazioni di libero scambio fra gli Stati dell'AELS e i loro partner dell'area europea-mediterranea

Gli Stati dell'AELS dispongono oggi di dodici ALS con Paesi europei e del bacino mediterraneo. Gli accordi firmati con la Serbia e l'Albania sono entrati in vigore rispettivamente il 1° ottobre e il 1° novembre. I negoziati condotti dall'AELS con l'Ucraina si sono conclusi e l'accordo è stato firmato il 24 giugno in occasione della conferenza ministeriale dell'AELS a Reykjavik (cfr. n. 11.2.1). Con l'Algeria invece non si è riusciti a far proseguire i negoziati nell'anno in rassegna poiché questo Stato intende sottoporre la sua politica commerciale a una verifica di fondo, anche per quanto riguarda l'eventuale adesione all'OMC.

L'unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan, entrata in vigore il 1° gennaio, non è stata presa in considerazione nello studio di fattibilità AELS-Russia realizzato nel 2008. Dopo aver chiarito gli effetti di questa unione doganale sui negoziati di libero scambio con gli Stati dell'AELS, la Svizzera e gli altri membri dell'AELS hanno esteso i propri mandati negoziali per la Russia agli altri due membri dell'unione doganale. I negoziati sono stati avviati durante la conferenza ministeriale dell'AELS del 23 novembre; la prima tornata negoziale è prevista nel gennaio 2011.

In occasione della conferenza ministeriale dell'AELS del 24/25 giugno si è deciso di avviare nel 2011 negoziati con la Bosnia-Erzegovina e con il Montenegro. Inoltre, in vista della firma probabilmente imminente dell'accordo di associazione tra l'UE e la Siria, i ministri dell'AELS hanno deciso di intensificare le relazioni con questo Paese.

I Comitati misti degli ALS esistenti con l'Autorità palestinese/OLP e con il Marocco si sono riuniti rispettivamente in settembre e in ottobre. A entrambi gli accordi sono stati apportati alcuni adeguamenti tecnici. Dai colloqui con i rappresentanti dell'Autorità palestinese è emerso nuovamente che l'ALS AELS-OLP può funzionare correttamente soltanto se si normalizzeranno le relazioni con Israele. Inoltre, nel quadro degli accordi con Israele e con l'Autorità palestinese si sono tenuti incontri tra esperti nel settore dell'agricoltura.

Gli Stati dell'AELS lavorano attivamente al fine di giungere a breve termine alla firma e all'entrata in vigore dell'Accordo paneuromediterraneo sulle regole d'origine (cfr. n. 5.1).

4.2

Relazioni di libero scambio fra gli Stati dell'AELS e i loro partner al di fuori dell'area europea-mediterranea

Gli Stati dell'AELS hanno concluso finora nove ALS con partner al di fuori dell'area europea-mediterranea, sei dei quali sono entrati in vigore. Gli accordi con gli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC)27, la Colombia e il Perù sono stati firmati; la loro entrata in vigore è prevista nel corso del 2011.

27

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar.

1330

Avviate in gennaio, le trattative con Hong Kong-Cina sono state concluse in quasi tutti i settori in occasione della quarta tornata negoziale tenutasi in dicembre. Le principali questioni ancora in sospeso riguardano gli obblighi in materia di accesso al mercato nel settore dei servizi nonché le disposizioni sullo sviluppo sostenibile. I lavori proseguono in vista di una prossima conclusione. I negoziati tra gli Stati dell'AELS e l'India sono proseguiti. Nelle due tornate negoziali dell'anno in rassegna sono stati compiuti certi progressi, ma sussistono ancora notevoli divergenze, tra cui nelle questioni di accesso al mercato. In occasione della visita della presidente della Confederazione in Indonesia il 7 luglio, sono stati avviati ufficialmente i negoziati per un accordo di libero scambio e di partenariato economico con gli Stati membri dell'AELS. La prima tornata negoziale è prevista nel febbraio 2011.

La Svizzera ha proseguito i contatti con la Thailandia per discutere l'eventuale ripresa dei negoziati, fermi dal 2006.

Gli Stati dell'AELS hanno avviato la realizzazione di uno studio congiunto sulla fattibilità di un ALS con il Vietnam. Nell'anno in rassegna si sono tenuti due incontri del gruppo congiunto di lavoro, il cui studio sarà concluso probabilmente nel mese di giugno 2011. Nel mese di luglio è stata firmata, nell'ambito dell'AELS, una dichiarazione di cooperazione con la Malaysia, sulla base della quale verranno condotti colloqui esplorativi in vista di eventuali negoziati per un ALS. I contatti informali intercorsi nell'anno in rassegna potrebbero sfociare nel 2011 in colloqui esplorativi anche con le Filippine. In occasione della conferenza del 23 novembre i ministri dell'AELS hanno deciso di avviare nel 2011 lavori analoghi con gli Stati dell'America centrale28. Inoltre in luglio è stata firmata una dichiarazione di cooperazione tra l'AELS e il Panama.

Incontri dei comitati misti nell'ambito degli ALS esistenti hanno avuto luogo in gennaio con la Corea, in maggio con il Messico, in luglio con Singapore e in novembre con il Canada. Oltre ad apportare adeguamenti tecnici agli accordi, sono state discusse possibilità di ulteriore sviluppo di tali ALS. Con la Corea risultavano prioritari gli adeguamenti relativi all'ALS UE­Corea siglato di recente (tra cui nei settori dell'agricoltura,
degli investimenti e della proprietà intellettuale), con il Messico i settori dei servizi, dell'agricoltura e degli appalti pubblici, con Singapore i servizi e le semplificazioni in ambito doganale e con il Canada i servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici. Inoltre sono stati organizzati diversi incontri fra esperti nell'ambito degli ALS esistenti, ad esempio con il Cile (proprietà intellettuale, protezione dei risultati dei test) e con la SACU, l'Unione doganale dell'Africa australe (agricoltura).

Inoltre, nel quadro della dichiarazione di collaborazione, i rappresentanti dell'AELS e della Mongolia si sono incontrati in novembre per la prima riunione del Comitato misto.

28

Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama.

1331

4.3

Relazioni bilaterali di libero scambio fra la Svizzera e Stati non membri dell'UE o dell'AELS

4.3.1

Accordo di libero scambio e di partenariato economico Svizzera-Giappone

Il 1° giugno si è tenuto in Giappone il primo incontro del sottocomitato per la promozione delle relazioni economiche, istituito dall'Accordo bilaterale di libero scambio e di partenariato economico tra la Svizzera e il Giappone (ALSPE). L'incontro ha permesso di puntualizzare il compito e il funzionamento del sottocomitato e la Svizzera ha presentato una proposta di progetto sul turismo sostenibile. Sono stati discussi anche i lavori preparativi per il secondo incontro del Comitato misto dell'ALSPE Svizzera-Giappone, previsto per l'inizio del 2011.

4.3.2

Negoziati Svizzera­Cina

Il gruppo di studio che il 30 novembre 2009 era stato incaricato dalla responsabile del DFE e dal ministro del commercio della Repubblica popolare di Cina di effettuare uno studio congiunto sulla fattibilità di un ALS bilaterale ha concluso i suoi lavori all'inizio di agosto. Dopo tre incontri il gruppo, composto da rappresentanti dell'amministrazione di entrambe le Parti, è giunto alla conclusione che le economie di Svizzera e Cina si completano a vicenda e un ALS globale migliorerebbe in modo significativo le condizioni quadro per le relazioni economiche tra i due Paesi. Il gruppo ha dunque raccomandato di avviare i negoziati al più presto. Il 13 agosto a Beijing, in occasione della sua visita in Cina, la presidente della Confederazione ha preso atto, insieme al presidente della Repubblica popolare di Cina, dei risultati dello studio di fattibilità. In presenza dei due capi di Stato è stata firmata una dichiarazione d'intenti tra il DFE e il Ministero cinese del commercio in vista dell'imminente avvio dei negoziati. Un primo incontro negoziale è previsto per l'inizio del 2011.

5

Politiche orizzontali

5.1

Circolazione delle merci industria/agricoltura

Il miglioramento dell'accesso al mercato attraverso la riduzione o la soppressione dei dazi doganali, dei contingenti e delle altre misure sul piano multilaterale o mediante la conclusione di ALS costituisce l'essenziale degli aspetti tariffali della circolazione internazionale delle merci.

L'accordo con l'UE nel settore dei prodotti agricoli trasformati occupa un ruolo importante nell'attuazione degli accordi esistenti. I prezzi di riferimento contrattuali in esso fissati sono stati nuovamente adeguati all'evoluzione dei mercati a causa della forte e persistente volatilità del settore dei mercati delle materie prime.

1332

Nel settore della politica doganale, il Consiglio federale, fondandosi sui risultati di uno studio di fattibilità, ha deciso di proporre alla Commissione europea colloqui esplorativi circa una partecipazione della Svizzera al progetto di informatizzazione doganale dell'UE. Non è ancora stato possibile firmare la convenzione regionale sulle norme di origine preferenziale paneuromediterranee, ma il Consiglio federale ha già approvato nel mese di giugno le modifiche necessarie dell'ALS in questione.

Anche se la crisi economica 2008­2009 ha fortemente colpito l'economia d'esportazione svizzera, il nostro Paese se l'è cavata meglio di altri Paesi comparabili (cfr.

n. 1.4.1). Il commercio estero della Svizzera è sì notevolmente regredito in senso assoluto, ma la sua quota al commercio mondiale delle merci è comunque aumentata dall'1,2 per cento all'1,3 per cento29. Il nostro Paese rimane pertanto un partner commerciale importante e occupa il 13° rango (se si conta l'UE come un solo Paese) dei Paesi classificati a livello mondiale secondo il volume di importazioni ed esportazioni. Il rango della Svizzera nel commercio mondiale è perciò paragonabile a quello di Paesi notevolmente più grandi come l'India e l'Australia.

Accordi di libero scambio L'accesso ai mercati esteri è essenziale per i produttori svizzeri, vista l'esiguità del mercato interno. Il miglioramento dell'accesso al mercato, per quanto concerne gli aspetti doganali della circolazione internazionale delle merci, passa attraverso la riduzione o l'abbattimento dei dazi sulle importazioni e sulle esportazioni nonché dei contingenti, sia a livello multilaterale sia per mezzo della stipula di ALS (nel quadro dell'AELS o bilaterali). Nell'anno in rassegna sono stati firmati accordi con l'Ucraina e il Perù e sono entrati in vigore gli accordi con l'Albania e la Serbia (cfr.

n. 4).

Compensazione dei prezzi delle materie prime per i prodotti agricoli trasformati La legge federale sull'importazione e l'esportazione dei prodotti agricoli trasformati (la cosiddetta «Schoggigesetz», RS 632.111.72) regolamenta il commercio dei prodotti agricoli. Si tratta di prodotti dell'industria alimentare come cioccolato, biscotti, bevande. Per l'importazione, la legge prevede la riscossione di elementi mobili (dazi) sulle importazioni e concede contributi per
l'esportazione. Questi vengono calcolati in base alla differenza tra i prezzi interni ed esteri dei prodotti agricoli di base. La «Schoggigesetz», permette di compensare gli svantaggi che l'industria alimentare deve sopportare a causa dei prezzi delle materie prime imposti dalla politica agraria.

Il protocollo n. 2 dell'ALS tra la Svizzera e l'UE del 1972 (RS 0.632.401.2) disciplina in particolare il meccanismo di compensazione dei prezzi per il commercio di prodotti agricoli trasformati tra la Svizzera e l'UE. Il protocollo n. 2, riveduto nell'ambito degli accordi bilaterali II, tiene conto, partendo dal livello svizzero, della differenza rispetto ai prezzi più bassi delle materie prime nell'UE (compensazione netta di prezzo), invece della differenza rispetto ai prezzi ancora più bassi del mer29

WTO, «Leading exporters and importers in world merchandise trade», 2009.

1333

cato mondiale dei prodotti agricoli di base come avviene nel commercio con i Paesi terzi. I prezzi di riferimento rilevanti per il meccanismo di compensazione dei prezzi sono stati adeguati alle condizioni di mercato con la Decisione 1/2010 del Comitato dell'ALS del 1972 (RU 2010 4917). Il prossimo aggiornamento dei prezzi di riferimento è previsto per il 1° febbraio 2011.

In seguito al forte aumento, a partire del 2005, delle esportazioni di prodotti agricoli trasformati e alle sempre elevate differenze tra i prezzi interni, quelli dell'UE e del mercato mondiale, i mezzi necessari per far fronte ai contributi all'esportazione sono notevolmente aumentati negli anni scorsi. Nell'anno in rassegna, il fabbisogno per una compensazione integrale dei prezzi delle materie prime supera nettamente i mezzi a disposizione, ragion per cui le aliquote dei contributi all'esportazione sono stati ridotti del 50 per cento.

Politica doganale Nel 2003 l'UE ha lanciato il progetto di informatizzazione doganale, che ha lo scopo di attuare le misure per la modernizzazione del codice doganale del 1992. Con questo provvedimento, l'UE intende semplificare la sua legislazione doganale, armonizzare e razionalizzare le procedure nonché istituire un'interazione diretta tra i sistemi di sdoganamento dei Paesi membri. Il codice doganale modernizzato, che deve entrare in vigore a metà del 2013, si prefigge di potenziare la competitività delle imprese nell'UE.

Nell'ambito della politica di crescita 2008­2011, il Consiglio federale ha deciso di estendere la strategia di e-government mediante uno studio di fattibilità circa la partecipazione al progetto di informatizzazione doganale dell'UE. Il 10 dicembre il Consiglio federale, in base a questo studio, ha deciso di proporre all'UE colloqui esplorativi sulla possibilità di una partecipazione della Svizzera al progetto.

Politica in materia di origine Il 9 dicembre 2009, i ministri dell'UE, degli Stati dell'AELS, dei Paesi partecipanti del processo di Barcellona30, dei Paesi partecipanti al processo di stabilizzazione e di associazione dell'UE31 e delle Isole Färöer hanno approvato la convenzione regionale sulle norme in materia d'origine preferenziale paneuromediterranee. La convenzione stabilisce norme in materia di origine identiche tra le parti firmatarie e permette di cumulare
l'origine per ogni fase di trasformazione nella zona di cumulo.

Questo sistema, combinato con una rete di ALS (cfr. n. 4) che prevedono dazi preferenziali, promuove l'integrazione delle catene di produzione nella zona euro mediterranea in funzione dei vantaggi comparativi in materia di costi dei diversi Paesi. La firma della convenzione, prevista per il 30 giugno, è stata rinviata da parte dell'UE a causa dello statuto di diritto internazionale del Kosovo. Un compromesso tra gli Stati membri dell'UE potrebbe essere raggiunto agli inizi del 2011. Nel mese di giugno, il Consiglio federale ha già approvato in linea di principio le modifiche necessarie degli ALS in questione, nei quali le norme in materia d'origine preferen30

31

Il processo di Barcellona concerne la politica dell'UE verso i Paesi mediterranei: esso intende, da un lato, approfondire le relazioni tra l'UE e i Paesi partner; dall'altro, consolidare, le relazioni tra i Paesi mediterranei stessi. Il partenariato comprende tre settori della cooperazione: politica e sicurezza, economia e finanze nonché affari sociali e cultura.

La Repubblica di Albania, Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Croazia, l'ex-Repubblica federale di Jugoslavia, la Macedonia, il Montenegro, la Repubblica di Serbia e il Kosovo (ai sensi della Risoluzione 1244/99 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite).

1334

ziale paneuromediterranee vengono sostituite mediante un rinvio alla convenzione.

Dette modifiche dovranno essere deliberate dai Comitati Misti dei singoli Paesi.

5.2

Ostacoli tecnici al commercio

Sono stati ottenuti nuovi progressi nella rimozione degli ostacoli tecnici al commercio. Il 19 maggio il Consiglio federale ha deciso di mettere in vigore a metà dell'anno la riveduta legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio (LOTC32) e l'ordinanza sull'immissione in commercio di prodotti conformi a prescrizioni tecniche estere (OIPPE33), determinante per l'attuazione autonoma del principio «Cassis de Dijon» in Svizzera.

Importante per il miglioramento dell'accesso ai mercati esteri è segnatamente l'estensione ai biocidi dell'accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità con l'UE (MRA). Il nuovo quadro di regolamentazione europeo («New Legislative Framework») per la commercializzazione di prodotti, in vigore nell'UE a partire dal 1° gennaio, richiede adeguamenti a breve termine della maggior parte dei capitoli esistenti concernenti i prodotti.

Inoltre, anche la rete di ALS che contengono disposizioni sugli ostacoli tecnici al commercio è stata ulteriormente estesa.

Revisione parziale della LOTC, entrata in vigore e prime esperienze La revisione parziale della LOTC (RU 2010 2617) con la quale è stato introdotto autonomamente in Svizzera il cosiddetto principio «Cassis de Dijon», è entrata in vigore il 1° luglio. Di conseguenza, i prodotti importati dall'UE e dallo SEE che sono legittimamente in commercio nell'UE o nello SEE possono circolare liberamente anche in Svizzera senza dover subire ulteriori controlli preventivi.

Il principio «Cassis de Dijon» si prefigge di rimuovere ostacoli al commercio nei confronti dei nostri partner commerciali più importanti, di lottare contro i prezzi elevati e di aprire il mercato ad altri prodotti provenienti dall'UE e dallo SEE, al fine di accrescere la varietà dei prodotti e promuovere la competitività.

Per le derrate alimentari il principio «Cassis de Dijon» è applicato secondo una regolamentazione speciale. Diversamente da quanto avviene per gli altri prodotti, le derrate alimentari non prodotte secondo prescrizioni svizzere necessitano, prima della loro immissione sul mercato, di un'autorizzazione dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che viene rilasciata sotto forma di una decisione di portata generale applicata per tutte le derrate alimentari dello stesso tipo. La OIPPE contiene altre disposizioni
esecutive concernenti la procedura di autorizzazione delle derrate alimentari e la sorveglianza del mercato per i prodotti immessi in commercio conformemente a prescrizioni estere, nonché le deroghe decise dal Consiglio federale all'applicazione del principio «Cassis de Dijon». Fino alla fine di novembre, l'UFSP ha rilasciato tredici disposizioni di portata generale e respinto quattordici domande, 32 33

RS 946.51 RS 946.513.8

1335

tredici delle quali erano però state presentate dalla stessa ditta e concernevano diversi integratori alimentari, già esclusi nell'OIPPE dall'applicazione del principio «Cassis de Dijon». Tre domande sono state ritirate. In alcuni casi, il rifiuto o il rilascio dell'autorizzazione è stato impugnato con ricorso al Tribunale amministrativo federale. Fino alla fine di novembre non è stata emanata nessuna sentenza.

Gli effetti della revisione della LOTC sul livello dei prezzi in Svizzera vengono rilevati statisticamente e valutati. I dati saranno adeguati all'indice dei prezzi al consumo.

Inoltre, dal 2010 fino al 2012, prevedibilmente, sia in Svizzera che nei Paesi limitrofi saranno effettuati rilevamenti annuali dei prezzi di circa 150 prodotti. Sarà in tal modo possibile analizzare l'evoluzione dei prezzi nel corso del tempo e nel confronto internazionale. Un primo rapporto intermedio è previsto per l'autunno del 2011.

Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità con l'UE (MRA) («Mutual Recognition Agreement», MRA) tra la Confederazione Svizzera e la Comunità Europea34 Il 18 ottobre, dopo intense trattative, un nuovo capitolo concernente i biocidi è stato inserito nell'allegato 1 del MRA e il capitolo 12 sui veicoli a motore esistente è stato modificato. Il nuovo capitolo garantisce il riconoscimento reciproco delle omologazioni di prodotti biocidi. Poiché questi prodotti richiedono un'omologazione in ogni Stato membro dell'UE, le esportazioni nell'UE vengono facilitate nella misura in cui la prima omologazione avvenuta in Svizzera serve anche quale base per un'omologazione semplificata e accelerata negli Stati membri dell'UE. Il capitolo 12 sui veicoli a motore modificato è stato adeguato all'evoluzione della legislazione UE e completato con disposizioni istituzionali in vista della ripresa del nuovo diritto UE.

In tal modo viene mantenuto il riconoscimento reciproco delle omologazioni del tipo di veicoli rilasciate sulla base del diritto UE vigente. In caso di modifica delle prescrizioni UE per veicoli a motore, gli atti normativi UE determinanti vengono riportati nell'allegato IV della Direttiva quadro 2007/46/CE35. Queste modifiche vengono riprese nel MRA secondo una speciale procedura di notifica. Tutte queste modifiche si applicano anche in relazione agli
Stati dell'AELS.

Nel 2011 è previsto l'inserimento nel MRA di altri capitoli concernenti i prodotti.

Attualmente sono in corso lavori di pianificazione nei settori delle funivie e degli esplosivi per uso civile.

34 35

RS 0.946.526.81 Direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 settembre 2007, che istituisce un quadro per l'omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli (direttiva quadro), GU L 263 del 9 ottobre 2007, pag. 1; modificata da ultimo dal Regolamento (CE) n. 661/2009, GU L 200 del 31 luglio 2009, pag. 1.

1336

Nuovo quadro giuridico europeo per la commercializzazione di prodotti («New Legislative Framework», NLF) Dal 1° gennaio si applica nell'UE il Nuovo quadro giuridico europeo per la commercializzazione di prodotti («New Legislative Framework», NLF)36 per la commercializzazione dei prodotti. Questo pacchetto di misure si prefigge di proseguire il processo di eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio nella circolazione delle merci e completa il principio del «nuovo approccio», introdotto nel 1985, in vista di un rafforzamento del mercato interno. L'NLF stabilisce soprattutto definizioni comuni, gli obblighi degli attori economici (fabbricanti, importatori, commercianti ecc.), le procedure per la valutazione della conformità dei prodotti e i criteri per il riconoscimento degli organismi di valutazione della conformità, le condizioni concernenti la sorveglianza del mercato dei prodotti nonché le regole per l'utilizzazione del contrassegno di conformità CE. Si garantisce in tal modo una procedura unitaria per tutta l'UE nel settore dell'accreditamento degli organismi di valutazione della conformità, della sorveglianza del mercato e del controllo dei prodotti provenienti da Stati terzi e viene rafforzata la fiducia nel contrassegno di conformità CE sui prodotti. Nel settore della sorveglianza del mercato, gli Stati membri saranno d'ora in poi obbligati a elaborare annualmente programmi nazionali di sorveglianza del mercato e a sottoporre alla Commissione europea e agli altri Stati membri un rapporto sui risultati dei loro controlli. Ciò permetterà di fissare priorità comuni e accrescere l'efficacia della sorveglianza del mercato nell'interesse dei consumatori e dei fabbricanti, degli importatori e dei commercianti che si sono comportati correttamente. Per rafforzare la fiducia dei consumatori, la Commissione UE effettuerà nel 2011 una campagna d'informazione sul contrassegno di conformità CE, nella quale sarà coinvolta anche la Svizzera.

Nel rapporto Svizzera-UE, il MRA citato regolamenta il riconoscimento reciproco degli organismi di valutazione della conformità e le valutazioni della conformità effettuate da detti organismi garantendo in tal modo ai prodotti che sottostanno all'accordo l'accesso reciproco al mercato. La base in tal senso è il riconoscimento reciproco da parte delle due parti
contraenti dell'equivalenza delle prescrizioni vigenti sui prodotti. Al fine di utilizzare anche in futuro i vantaggi del MRA, la Svizzera adeguerà le sue prescrizioni sui prodotti, rilevate dal MRA, agli atti normativi dell'UE, modificati conformemente al NLF, che formano la base per l'evoluzione ulteriore del MRA. Un primo passo sarà la rielaborazione, nel 2011, del vigente capitolo 3 sui giocattoli. In tale occasione sarà opportuno tener conto sia delle prescrizioni sulla sicurezza più rigide emanate dall'UE, come pure delle nuove esigenze relative alla sorveglianza del mercato e allo scambio d'informazioni tra le autorità preposte alla sorveglianza del mercato della Svizzera e della Commissione UE nonché delle autorità esecutive degli Stati membri. Un gruppo di lavoro guidato 36

Il nuovo quadro normativo è costituito dal Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che abroga il regolamento (CEE) n. 339/93, GU L 218 del 13 agosto 2008, pag. 30; dalla Decisione n. 768/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, relativa a un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti e che abroga la decisione 93/465/CEE, GU L 218 del 13 agosto 2008, pag. 82; nonché dal Regolamento (CE) n. 764/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, che stabilisce procedure relative all'applicazione di determinate regole tecniche nazionali a prodotti legalmente commercializzati in un altro Stato membro e che abroga la decisione n. 3052/95/CE, GU L 218 del 13 agosto 2008, pag. 21.

1337

dalla SECO dovrà inoltre analizzare il fabbisogno e individuare le misure necessarie per un migliore coordinamento tra le autorità esecutive interessate nel settore della sorveglianza del mercato.

5.3

Servizi

A livello bilaterale, la Svizzera porta avanti la sua politica volta a integrare il commercio dei servizi nei suoi ALS. A livello multilaterale, il nostro Paese si impegna in particolare per l'elaborazione di disposizioni per le regolamentazioni nazionali e di altre norme GATS in vista della possibile intensificazione dei negoziati del Ciclo di Doha dell'OMC.

Nell'ambito degli ALS, la Svizzera propone in generale ai suoi partner nel settore del commercio dei servizi il suo modello fondato sul GATS. Esso comprende disposizioni generali che concernono tutti i tipi di prestazione e non escludono a priori nessun settore, elenchi degli impegni relativi all'accesso al mercato e il trattamento nazionale nonché allegati che completano le disposizioni generali riferite a diversi settori di regolamentazione.

Nel quadro dell'ALS con l'Ucraina, stipulato nell'anno in rassegna, è stato concordato un ampio capitolo relativo al commercio dei servizi (cfr. n. 4.1. e 11.2.1). A questo capitolo sono allegati elenchi d'impegni, il cui livello è maggiore di quelli previsti dal GATS. Anche nelle trattative in corso con l'India e Hong Kong-Cina (cfr. n. 4.2), la Svizzera chiede un impegno in materia di accesso al mercato più incisivo, in particolare per i settori più importanti per gli esportatori svizzeri, nonché l'approfondimento di diverse disposizioni, in particolare quelle relative alla regolamentazione interna.

Con riferimento alla possibile intensificazione dei negoziati del Ciclo di Doha (cfr.

n. 2.1), la Svizzera partecipa attivamente nell'ambito dell'OMC ai lavori concernenti la regolamentazione interna (autorizzazioni, requisiti riguardanti le qualifiche, le licenze e le procedure nonché norme tecniche). La Svizzera, parallelamente alla liberalizzazione dell'accesso al mercato, contribuisce all'elaborazione delle disposizioni corrispondenti, allo scopo di ridurre gli ostacoli al commercio dei servizi; si impegna inoltre nelle discussioni sulle norme GATS concernenti le misure nel caso di situazioni d'emergenza, gli appalti pubblici nel settore dei servizi e i sussidi.

5.4

Investimenti e imprese multinazionali

La Svizzera ha ulteriormente sviluppato la rete di accordi bilaterali di protezione degli investimenti e ha firmato con l'Egitto un accordo che sarà presentato al Parlamento per l'approvazione quale allegato al presente rapporto sulla politica economica esterna. Il Comitato degli investimenti dell'OCSE ha portato avanti il controllo delle misure di promozione degli investimenti prese per rea-

1338

gire alla crisi finanziaria ed economica mondiale e ha presentato i suoi risultati in rapporti congiunti dell'OCSE, dell'OMC e dell'UNCTAD. Nel mese di giugno sono iniziati i lavori per la verifica delle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali, lavori che dovrebbero concludersi entro la metà del 2011.

Investimenti Accanto ai vari strumenti dell'OCSE, gli accordi bilaterali rivestono particolare importanza per la Svizzera ai fini dell'accesso al mercato e della protezione degli investimenti già effettuati. Se l'accesso al mercato per gli investitori svizzeri viene garantito nel quadro di ALS, per la protezione degli investimenti internazionali sono di centrale importanza invece gli accordi di promozione e di protezione reciproca degli investimenti (APPI). Questi accordi assicurano agli investimenti effettuati all'estero un'ampia protezione fondata sul diritto internazionale e completata dalla possibilità di ricorrere, se del caso, all'arbitrato internazionale. La Svizzera possiede una delle reti più fitte di APPI, rete che viene costantemente aggiornata. Inoltre, i Paesi in sviluppo prendono regolarmente l'iniziativa di concludere un APPI con la Svizzera allo scopo di rendersi più attrattivi come Paese d'investimento. I nuovi accordi APPI conclusi vengono di regola sottoposti al Parlamento nell'ambito del rapporto sulla politica economica esterna. Nell'allegato (cfr. n. 11.2.2) si trova un messaggio che propone di approvare il nuovo accordo di protezione degli investimenti con l'Egitto. Nell'anno in rassegna, sono state inoltre conclusi i negoziati con la Tunisia circa la revisione dell'APPI del 1961, sono proseguite le trattative con la Russia e la Georgia e avviati negoziati con l'Indonesia e il Kosovo.

Gli APPI conclusi dalla Svizzera permettono agli investitori svizzeri, nel caso di controversie relative agli investimenti, di far valere direttamente le loro pretese nei confronti di Stati terzi fondandosi sulla procedura di composizione delle controversie tra Stato e investitore davanti a un tribunale arbitrale internazionale. Anche se la maggior parte dei problemi legati agli investimenti possono essere risolti nell'ambito di consultazioni, le imprese svizzere hanno utilizzato negli ultimi anni in misura crescente la possibilità di composizione internazionale delle
controversie. Un'impresa svizzera che opera a livello mondiale, ad esempio, ha avviato, in seguito alla nazionalizzazione della sua filiale in Venezuela e fondandosi sull'APPI tra la Svizzera e il Venezuela, un procedimento davanti all'Ufficio internazionale per la composizione delle controversie relative agli investimenti (ICSID). Il procedimento è stato sospeso nel mese di settembre, dopo che il Venezuela si è impegnato a pagare un risarcimento di 650 milioni di dollari USA.

Nel quadro della sua funzione di vigilanza, il Comitato degli investimenti dell'OCSE mette a disposizione, più volte all'anno, un forum di discussioni («Freedom of Investment Roundtable») al fine di analizzare nuove misure che potrebbero comportare una restrizione della libertà d'investimento. In tali occasioni, nell'ambito di dialoghi con Stati interni ed esterni all'OCSE che hanno programmato o già deciso di limitare gli investimenti esteri, vengono esaminate le eventuali ripercussioni negative sulla libertà d'investimento. In tale contesto, il Comitato degli investimenti ha proceduto anche all'esame delle misure prese in questo settore per reagire alla crisi finanziaria ed economica mondiale. I risultati di questi lavori sono stati elaborati insieme all'OMC e all'UNCTAD e pubblicati nei rapporti destinati ai partecipanti del vertice del G20. I rapporti negano che sia in atto una vera e propria 1339

tendenza verso il protezionismo in materia d'investimenti. Tuttavia, si riconosce che le misure di sostegno prese dalla maggior parte dei Paesi dell'OCSE per reagire alla crisi economica potrebbero avere effetti discriminatori sugli investitori esteri. Il Comitato degli investimenti dell'OCSE proseguirà pertanto la propria analisi e presenterà un rapporto. La Svizzera si attende che l'OCSE conduca una discussione sulle possibili strategie di disimpegno degli Stati dai settori economici nei quali hanno assunto partecipazioni in seguito alla crisi.

Il Comitato degli investimenti dell'OCSE ha proseguito la sua cooperazione con Stati non membri, tra i quali particolarmente importanti sono gli Stati del G20. Un primo incontro con la Russia si è avuto nell'ambito del processo di adesione al fine di esaminare in quali settori gli standard OCSE sono già stati adempiuti e dove occorre procedere ad aggiornamenti. Una verifica generale della politica d'investimenti indonesiana ha costituito il punto di partenza per una cooperazione approfondita con questo Paese.

Imprese multinazionali Nel mese di giugno il Comitato degli investimenti dell'OCSE ha iniziato i suoi lavori volti all'aggiornamento delle linee guida dell'OCSE per le imprese multinazionali. Conformemente al mandato di negoziazione per la partecipazione del nostro Paese a questi lavori, approvato dal Consiglio federale nello stesso mese, la Svizzera si impegnerà attivamente affinché le linee guida dell'OCSE continuino a essere uno strumento preminente di sostegno per una condotta responsabile delle imprese.

Le linee guida dell'OCSE sono raccomandazioni nel settore della responsabilità sociale d'impresa («Corporate Social Responsibility») rivolte dai 42 Stati firmatari37 alle loro imprese che operano a livello internazionale. Le linee guida approvate nel 1976 sono state completamente rivedute per l'ultima volta nel 2000. L'esame si occuperà in primo luogo dell'elaborazione di un nuovo capitolo dedicato al rispetto dei diritti dell'uomo nonché dell'aggiornamento del capitolo relativo all'attività e alle relazioni tra i partner sociali, della lotta alla corruzione, dell'ambiente, degli interessi dei consumatori e della pubblicazione di informazioni. Inoltre, dovrà essere chiarita e approfondita l'applicabilità delle linee guida dell'OCSE alla catena
di fornitura («supply chain») e definiti gli obblighi di diligenza («due diligence») che dovranno essere assunti dalle imprese affinché i rischi possibili indotti dalla loro attività e da quella dei loro partner commerciali possano essere individuati ed evitati.

Dato che i punti di contatto nazionali nella promozione e applicazione delle linee guida svolgono un ruolo centrale, particolare importanza assume la verifica delle disposizioni relative al loro ruolo e della procedura di trattamento delle «circostanze specifiche». L'obiettivo è quello di concludere l'aggiornamento entro l'estate del 2011. L'OCSE ha già lanciato nel 2009 un'ampia consultazione sull'aggiornamento delle sue linee guida, coinvolgendo strettamente nei lavori in corso i diversi gruppi d'interesse. Alla consultazione aperta dall'OCSE si sono aggiunti in Svizzera, nell'anno in rassegna, tre incontri con i gruppi d'interesse coinvolti.

37

Le linee guida sono state firmate, oltre che dai 33 membri dell'OCSE, da altri nove Stati (Argentina, Brasile, Egitto, Estonia, Lettonia, Lituania, Marocco, Perù e Romania).

1340

5.5

Negoziati relativi alle convenzioni sul clima e la biodiversità

Nell'anno in rassegna, la comunità internazionale ha proseguito i suoi sforzi volti all'approvazione delle basi per un regime climatico globale ed efficace nell'ambito della 16a Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici di Cancun.

In occasione della Conferenza sulla biodiversità di Nagoya, le parti contraenti hanno approvato, da un lato, un protocollo sull'accesso alle risorse genetiche e la ripartizione equa dei vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione; dall'altro, un piano strategico per la salvaguardia della biodiversità, che contiene venti obiettivi.

La Svizzera è anche molto interessata al prosieguo efficiente dei negoziati internazionali sul clima affinché la comunità internazionale dia una risposta coordinata ed efficace alla sfida posta dai cambiamenti climatici. L'evoluzione del regime climatico futuro riveste grande importanza nel contesto della politica economica esterna; la ripartizione degli oneri tra i Paesi, per quanto concerne la riduzione delle emissioni e la disponibilità dei mezzi per il finanziamento di misure sul clima nei Paesi in sviluppo, nonché gli effetti di ridistribuzione che ne derivano, sono annoverate tra le questioni principali in materia di economia e di sviluppo affrontate nei negoziati.

All'inizio dell'anno in rassegna, la Svizzera si è associata all'accordo di Copenhagen e ha proposto nuovamente l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 20 per cento e del 30 per cento entro il 2020 (rispetto al 1990). Aderendo all'Accordo, il nostro Paese ha segnalato la sua disponibilità a fornire la sua quota di nuovi mezzi supplementari per finanziare provvedimenti che favoriscano l'adeguamento ai cambiamenti climatici e l'attenuazione dei loro effetti nei Paesi in sviluppo.

In occasione della 16a Conferenza delle parti contraenti della Convenzione sul clima a Cancun queste ultime hanno fatto passi avanti nella formulazione degli assi principali del futuro regime climatico, ma non sono riuscite a formulare nuove norme vincolanti per regolare le emissioni di gas a effetto serra. L'obiettivo è quello di concludere, entro la fine del 2011, i negoziati concernenti un secondo periodo d'impegno per il Protocollo di Kyoto e di concludere altresì quelli relativi a un secondo strumento vincolante per la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici.
In occasione della Conferenza sul clima, le parti contraenti hanno aderito all'obiettivo di limitare il surriscaldamento della temperatura globale a 2 °C. Inoltre, l'entità dell'aiuto finanziario destinato al sostegno delle misure climatiche nei Paesi in sviluppo è stato fissato a 100 miliardi di dollari USA all'anno fino al 2020. I mezzi devono essere messi a disposizione da fonti pubbliche e private. È stata inoltre decisa l'istituzione di un nuovo fondo climatico, il cosiddetto «Green Climate Fund». Saranno oggetto del nuovo regime climatico anche meccanismi tecnologici e di adeguamento delle condizioni quadro. Si intende in tal modo promuovere il trasferimento di tecnologie più pulite e sostenere i Paesi in sviluppo nella pianificazione e nell'attuazione di misure di adeguamento al cambiamento climatico. Per altri elementi del futuro regime climatico, compresa l'estensione del mercato internazionale del CO2, le parti contraenti hanno commissionato altri lavori preparatori.

1341

La Convenzione sulla diversità biologica impegna gli Stati a tutelare la diversità biologica nei loro Paesi, ad adottare provvedimenti adeguati per la protezione e l'utilizzazione sostenibile della biodiversità nonché a regolamentare l'accesso alle risorse genetiche e la ripartizione dei benefici che ne derivano. Essa è stata approvata nel 1992 in occasione del vertice mondiale per l'ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro. Attualmente, gli Stati contraenti sono 193.

Alla Conferenza mondiale sulla biodiversità di quest'anno è stato approvato un protocollo che regolamenta l'accesso alle risorse genetiche e la ripartizione equa dei vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione.

È stato inoltre approvato un piano strategico che prevede il raggiungimento di venti obiettivi; esso deve fornire un contributo alla salvaguardia della biodiversità fino al 2020. Si tratta, da un lato, di sensibilizzare la società e gli organi decisionali e, dall'altro, della conservazione delle superfici pregiate per la biodiversità e per la riduzione della pressione diretta sulla biodiversità. Il piano strategico deve essere compreso alla stregua di un quadro all'interno del quale la realizzazione degli obiettivi richiede che venga tenuta in considerazione la situazione regionale. In tal senso, esso non è giuridicamente vincolante.

5.6

Diritto della concorrenza

La globalizzazione genera in misura sempre crescente restrizioni internazionali alla concorrenza. Per migliorare la concorrenza tra la Svizzera e l'UE, il Consiglio federale ha approvato un mandato di negoziazione per un accordo di cooperazione con l'UE in materia di concorrenza. Inoltre, nell'anno in rassegna, hanno avuto luogo, nel quadro dell'UNCTAD, la 6a Conferenza d'esame incaricata di rivedere i principi (Codex) delle Nazioni Unite sulle pratiche commerciali restrittive nonché le riunioni periodiche del Comitato della concorrenza dell'OCSE, che hanno posto l'accento su temi concernenti gli appalti pubblici e la «crescita verde».

Con la globalizzazione, il mantenimento della concorrenza su scala internazionale assume un ruolo sempre più importante. Uno strumento a tal fine è costituito da una cooperazione efficiente tra le autorità responsabili della concorrenza a livello internazionale, come prevede ad esempio l'Accordo di libero scambio e di partenariato economico (ALSPE) fra il Giappone e la Svizzera entrato in vigore il 1° settembre 2009.

Con lo stesso obiettivo, il Consiglio federale ha approvato il 18 agosto un mandato di negoziazione per un accordo di cooperazione con l'UE in materia di concorrenza, inteso a permettere lo scambio di informazioni, incluse le informazioni riservate, tra le autorità responsabili della concorrenza della Svizzera e dell'UE. Queste informazioni potranno essere utilizzate nelle procedure rispettive in materia di concorrenza.

L'accordo intende regolamentare altri elementi tradizionalmente previsti dagli accordi di cooperazione nel settore della concorrenza, come la considerazione degli interessi del partner commerciale nell'implementazione del diritto della concorrenza («negative comity») e la possibilità di proporre l'intervento delle autorità responsabili della concorrenza dell'altro Paese in un determinato caso («positive comity»); 1342

inoltre, la notifica di misure e consultazioni tra le autorità preposte alla concorrenza.

L'accordo contribuirà a lottare più efficacemente contro gli effetti dannosi per l'economia delle restrizioni internazionali alla concorrenza. I negoziati dovrebbero essere avviati all'inizio del 2011.

L'UNCTAD ha nuovamente dimostrato di essere una piattaforma importante per il coinvolgimento dei Paesi in sviluppo nelle discussioni relative ai temi attuali in materia di concorrenza. La 6a Conferenza d'esame incaricata di rivedere i principi (Codex) delle Nazioni Unite sulle pratiche commerciali restrittive si è tenuta a Ginevra dall'8 al 12 novembre. Il Codex, approvato nel 1980, è l'unico strumento a livello mondiale che fissa regole materiali nel settore della concorrenza. Esso si rivolge agli Stati membri e alle imprese in essi operanti, ma non è giuridicamente vincolante. Le Conferenze d'esame hanno cadenza quinquennale e servono soprattutto alla verifica dei lavori dell'UNCTAD nel campo della concorrenza nonché alla fissazione dei punti centrali del programma di lavoro per il periodo successivo.

Oggetti di discussione della Conferenza d'esame sono stati, oltre ai temi concernenti l'applicazione del diritto della concorrenza, il contributo della politica in materia di concorrenza alla promozione dello sviluppo economico e la cooperazione tra le autorità preposte alla concorrenza, una versione riveduta della legge modello sulla concorrenza e i commenti ad essa collegati.

Il Comitato della concorrenza dell'OCSE, che si riunisce tre volte l'anno, ha trattato nelle sue sedute un tema importante, ossia le questioni in materia di diritto della concorrenza nel contesto degli appalti pubblici. Nell'ambito del «Global Forum on Competition», che fa parte degli sforzi di apertura («Outreach») dell'OCSE e che testimonia la volontà di promuovere gli standard OCSE anche in altri Paesi nonché di portare avanti il dialogo con i Paesi in sviluppo, è stato discusso il tema «Collusione e corruzione negli appalti pubblici». Si è avuto inoltre uno scambio di informazioni circa le esperienze con «Certificates of Independent Bid Determination» (CIBD), il coordinamento dei programmi d'immunità e dei programmi volti all'esclusione degli offerenti. A causa del grande volume di mandati pubblici soprattutto in periodi di crisi,
il rischio di comportamenti illeciti nell'aggiudicazione degli appalti è particolarmente elevato. Di conseguenza, in alcuni Paesi, ad esempio in Svizzera e negli Stati Uniti, le autorità preposte alla concorrenza organizzano sedute informative allo scopo di sensibilizzare le unità amministrative competenti su questa problematica.

Un altro punto centrale delle discussioni in seno all'OCSE è stato il tema legato alla «crescita verde». Nel contesto dei cambiamenti climatici globali e con riferimento alla tensione esistente tra gli interventi statali e l'economia privata, le discussioni si sono concentrate sui diversi strumenti fondati sul mercato come le imposte e le tasse sulle emissioni nel settore industriale, le indennità per prestazioni ambientali e il loro sovvenzionamento nonché i certificati ambientali negoziabili. Dal punto di vista del diritto della concorrenza, sorgono domande in particolare per quanto concerne la promozione dei alcuni settori economici o di determinate tecnologie che in certe situazioni possono comportare perturbazioni del mercato. Una discussione concernente le energie rinnovabili e gli «smart grids» ha mostrato che anche le nuove tecnologie energetiche e le regolamentazioni e sovvenzioni ad esse collegate portano nuove sfide nell'ambito del diritto della concorrenza. Nel quadro delle questioni generali in materia di ambiente e di energia, la «crescita verde», che è parte integrante del programma di lavoro e del budget 2011­2012, sarà anche in futuro un aspetto importante dei lavori del Comitato della concorrenza dell'OCSE.

1343

5.7

Appalti pubblici

I negoziati sulla revisione dell'Accordo dell'OMC sugli appalti pubblici (AAP) hanno preso slancio ed è possibile che si concludano nel corso del 2011. Il Canada ha proposto di assoggettare le sue province all'AAP. I negoziati relativi all'adesione della Cina all'AAP procedono invece a rilento.

La revisione dell'AAP è stata portata avanti sulla base di un piano di negoziazione della presidenza svizzera del Comitato dell'OMC sugli appalti pubblici. All'inizio dell'anno in rassegna, il Canada ha presentato una nuova offerta che propone per la prima volta di assoggettare le sue province all'AAP sulla base dell'apertura reciproca. Questo passo ha generato una dinamica positiva nelle trattative. Altri Paesi, tra i quali il Giappone, Israele e la Corea hanno formulato offerte modificate per un accesso migliore ai loro appalti pubblici. I negoziati bilaterali della Svizzera con l'UE, il Canada e Israele, in particolare, in vista di un migliore accesso al mercato sono entrati nella fase finale.

Progressi significativi sono stati raggiunti anche per quanto concerne le disposizioni finali del testo dell'accordo. Queste contengono segnatamente un mandato per i lavori successivi. Si tratta tra l'altro della fissazione di regole non discriminanti per la promozione delle PMI.

I negoziati per l'adesione della Cina all'AAP procedono a piccoli passi. Nell'anno in rassegna, la Cina ha presentato una seconda offerta per il miglioramento dell'accesso delle imprese dei Paesi aderenti all'AAP. La seconda offerta cinese è un passo avanti rispetto alla prima del 2008, ma appare ancora insufficiente alla maggior parte dei Paesi dell'AAP. La Svizzera chiede in particolare alla Cina un progressivo coinvolgimento delle province. Sono proseguiti anche i negoziati relativi all'accesso della Giordania. Quelli con l'Armenia sono stati conclusi in ampia misura.

5.8

Protezione della proprietà intellettuale

Nell'anno in rassegna, l'interesse maggiore si è spostato dal livello multilaterale a quelli bilaterale e plurilaterale anche per quanto concerne il settore della proprietà intellettuale. Mentre gli sforzi del Ciclo di Doha dell'OMC volti a una protezione rafforzata delle indicazioni geografiche sono proseguiti, nonostante che per il momento manchino i risultati, le trattative per un accordo plurilaterale concernente una lotta più efficace contro la contraffazione e la pirateria sono state concluse.

1344

5.8.1

Protezione della proprietà intellettuale negli accordi bilaterali e di libero scambio dell'AELS

Nelle sue relazioni commerciali, la piazza economica Svizzera dipende dalla solidità del sistema di protezione dei diritti della proprietà intellettuale e dalla loro effettiva difesa contro le violazioni. Pertanto gli accordi di libero scambio dell'AELS (cfr.

n. 4) contengono di regola un capitolo dedicato alla protezione della proprietà intellettuale, nel quale taluni aspetti importanti nell'ottica degli interessi economici del nostro Paese sono oggetto di norme che vanno al di là degli standard minimi fissati nell'Accordo dell'OMC sugli aspetti dei diritti della proprietà intellettuale attinenti al commercio (Accordo TRIPS). L'AELS tiene peraltro conto del livello di sviluppo economico dei partner di negoziato interessati. L'obiettivo è di istituire condizioni quadro favorevoli al commercio e agli investimenti. Ciò vale non solo per gli accordi conclusi nell'ambito dell'AELS ma anche per gli accordi che la Svizzera negozia a livello bilaterale (ad esempio nell'accordo di libero scambio e di partenariato economico con il Giappone entrato in vigore nel 2009 (cfr. n. 4.3.1), o per l'accordo con la Russia concernente le indicazioni geografiche e le denominazioni d'origine (cfr. n. 5.8.6 e 11.2.4). Gli ALS dell'AELS con la Serbia e l'Albania, entrati in vigore nell'anno in rassegna, nonché l'ALS dell'AELS firmato con l'Ucraina, contengono disposizioni sostanziali conformi alle norme europee in materia di protezione della proprietà intellettuale. L'ALS dell'AELS firmato con il Perù contiene a sua volta disposizioni importanti per la protezione della proprietà intellettuale e disposizioni relative alla biodiversità.

5.8.2

Negoziati per un accordo plurilaterale contro la contraffazione e la pirateria (ACTA)

Nell'undicesimo e ultimo ciclo di negoziati di un accordo contro la contraffazione e la pirateria («Anti-Counterfeiting Trade Agreement», ACTA), che si è tenuto a Tokio all'inizio di ottobre, i partecipanti alle trattative38 hanno potuto chiarire gli ultimi punti rimasti in sospeso nel corso di una conferenza telefonica e hanno di conseguenza concluso i negoziati. Il testo dell'accordo negoziato è stato sottoposto a un esame giuridico e formale («legal scrub») e la versione definitiva è disponibile dal 3 dicembre. In Svizzera, l'accordo sarà sottoposto all'approvazione del Parlamento. Visto il grande interesse che l'ACTA ha suscitato in diverse ONG e in altri rappresentanti della società civile, l'Istituto Federale della Proprietà Intellettuale ha organizzato nell'anno in rassegna tre sedute d'informazione e di consultazione. I partecipanti sono stati in tal modo informati circa lo stato attuale delle discussioni, i temi trattati nei negoziati e le posizioni svizzere. Tenendo conto dei dubbi sollevati da alcuni ambienti della società civile nei confronti dell'ACTA, la Svizzera si è impegnata con successo per un'informazione sui temi e sul corso dei negoziati che garantisse il massimo della trasparenza. L'accordo definisce norme internazionali più efficaci per quanto riguarda l'applicazione della legge nel settore dei diritti immateriali e promuove la cooperazione internazionale tra gli Stati contraenti per una lotta più efficiente contro il problema, in costante espansione, della contraffa-

38

Australia, Canada, Corea, Giappone, Marocco, Messico, Nuova Zelanda, Singapore, Stati Uniti, Svizzera e UE.

1345

zione e della pirateria. Esso è fondato sulle regolamentazioni internazionali esistenti in materia di proprietà intellettuale, in particolare sull'Accordo TRIPS dell'OMC.

5.8.3

OMC/TRIPS ­ Ciclo di Doha

Nell'ambito del Ciclo di Doha dell'OMC (cfr. n. 2.1), la Svizzera si impegna in particolare a favore di una migliore protezione delle indicazioni geografiche al fine di poterle utilizzare in modo proficuo per i prodotti svizzeri di qualità in un commercio mondiale liberalizzato e di impedire più efficacemente gli abusi da parte di terzi non autorizzati. I lavori corrispondenti a livello tecnico sono stati portati avanti nelle consultazioni dirette dal direttore generale dell'OMC Pascal Lamy. La proposta sostenuta dalla Svizzera e dalla maggior parte dei membri dell'OMC concernenti le modalità di negoziazione di tre temi TRIPS, ossia l'estensione del livello di protezione dell'Accordo TRIPS per le indicazioni geografiche per i vini e gli alcolici a tutti gli altri prodotti, l'allestimento di un registro multilaterale delle indicazioni geografiche per i vini e gli alcolici nonché la pubblicazione della fonte delle risorse genetiche e dei saperi tradizionali nelle domande di brevetti, continuano ad essere oggetto di discussione nelle trattative di Doha.

5.8.4

Organizzazione mondiale della sanità (OMS)

In occasione della 63a Assemblea mondiale dell'OMS (AMS) e nell'ambito della strategia globale dell'OMS e del piano d'azione per la sanità pubblica, innovazione e proprietà intellettuale, è stato deciso di istituire un nuovo gruppo consultivo di esperti, in quanto il rapporto del gruppo d'esperti esistente era stato fortemente criticato soprattutto da alcuni Stati sudamericani, primo fra essi il Brasile. Il rapporto contiene raccomandazioni per il finanziamento e il coordinamento di ricerca e sviluppo di medicamenti per la cura di malattie che colpiscono in prevalenza i Paesi in sviluppo. L'AMS ha inoltre deciso di insediare un gruppo di lavoro che dovrà occuparsi della lotta contro i medicamenti contraffatti e del ruolo dell'AMS in questo impegno, dato che la definizione di medicamenti contraffatti è controversa come lo è il fatto che essi implichino aspetti della proprietà intellettuale. Quest'anno sono proseguite anche le discussioni relative al tema «virus- and benefit sharing»39 e anche in tale contesto vi sono aspetti di proprietà intellettuale controversi.

5.8.5

Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI)

Nell'anno in rassegna, la Svizzera aveva il compito di coordinare il gruppo dei Paesi industrializzati in seno all'OMPI a Ginevra. In tale funzione, essa si è impegnata affinché l'organizzazione potesse svolgere il suo mandato di ulteriore semplificazione e miglioramento della protezione della proprietà intellettuale a livello nazionale e internazionale tenendo conto delle necessità precipue dei Paesi in sviluppo.

39

«Pandemic Influenza Preparedness Framework for sharing influenza viruses and access to vaccines and other benefits».

1346

5.8.6

Dialogo bilaterale sulla proprietà intellettuale e accordo bilaterale sul riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine

Conformemente alla strategia d'economia esterna (cfr. Rapporto sulla politica economica esterna 2004) nei confronti dei principali Paesi emergenti adottata dal Consiglio federale, la Svizzera ha posto l'accento anche sull'approfondimento delle relazioni con questi Paesi nel settore della protezione della proprietà intellettuale. I lavori nel quadro dei dialoghi bilaterali sulla proprietà intellettuale avviati nel 2007 con la Cina e l'India sono stati proseguiti. Lo scambio bilaterale con la Cina è stato approfondito e nel mese di novembre è stata organizzata una quarta seduta del gruppo di lavoro, nel corso della quale sono stati affrontati e risolti parecchi problemi pratici, in particolare nel campo del diritto dei brevetti e dei marchi. In un incontro separato, al quale hanno partecipato anche rappresentanti dell'economia, sono stati discussi i problemi che un'insufficiente protezione della proprietà intellettuale può causare alle imprese svizzere che operano in questi due Paesi asiatici.

Nell'anno in rassegna è stato inoltre firmato un accordo bilaterale concernente la protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine tra la Svizzera e la Russia, che deve essere ora ratificato (cfr. n. 11.2.4). L'accordo garantisce la protezione reciproca delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine tra i due Paesi nonché la protezione dei nomi ufficiali dei due Paesi e delle loro regioni, dei loro stemmi, bandiere ed emblemi. Oltre a ciò, l'accordo prevede una protezione di base per le denominazioni di origine delle parti per i servizi.

L'accordo dovrebbe presumibilmente entrare in vigore nel 2011. Per quanto attiene all'accordo tra la Svizzera e l'UE per il riconoscimento reciproco delle denominazioni d'origine controllate (DOC) e delle indicazioni geografiche protette (IGP) per i prodotti agricoli e le derrate alimentari, si rinvia al numero 3.2.1 del presente rapporto.

6

Sistema finanziario internazionale Il FMI prosegue le sue riforme: la discussione sulla governance include non solo la ridistribuzione delle quote a favore dei Paesi emergenti e in sviluppo ma altresì la ripartizione dei seggi in seno al Consiglio esecutivo. Gli impegni finanziari del FMI hanno raggiunto nell'anno in rassegna il loro livello più elevato.

Anche il Consiglio di stabilità finanziaria (CSF) («Financial Stability Board», FSB) sta accelerando la sua agenda di riforme che prevede una vigilanza più intensa dei mercati finanziari. I Paesi membri dovranno, ad esempio, istituire una regolamentazione specifica per le istituzioni finanziarie d'importanza sistemica.

1347

Il Gruppo d'azione finanziaria contro il riciclaggio dei capitali (GAFI) ha proseguito la revisione parziale dei suoi standard. I reati fiscali saranno aggiunti al catalogo degli atti preparatori del riciclaggio di denaro.

Il 13 marzo 2009 il Consiglio federale ha deciso di riprendere lo standard dell'OCSE concernente lo scambio di informazioni fiscali. Finora la Svizzera ha parafato 31 protocolli comprendenti una clausola di assistenza amministrativa conforme a questo standard. 24 di essi sono stati firmati e dieci approvati dal Parlamento svizzero. La procedura di consultazione concernente una nuova legge sull'assistenza amministrativa in materia fiscale, che regolamenterà l'attuazione dell'assistenza amministrativa in materia fiscale e sostituirà l'ordinanza sull'assistenza amministrativa secondo le convenzioni per evitare le doppie imposizioni, avrà luogo nel primo trimestre del 2011.

6.1

Fondo monetario internazionale (FMI)

Nel dicembre 2010 i membri del FMI hanno approvato una risoluzione concernente la riforma delle quote e della governance del FMI. Essa prevede il raddoppio dei fondi ordinari del FMI messi a disposizione mediante le quote. È inoltre prevista una ripartizione delle quote pari al 6 per cento della quota globale a favore dei Paesi emergenti e in sviluppo. L'aumento delle quote deve essere ancora ratificato dai membri del FMI. Sarà effettivo al più presto nel 2012. Un progetto in questo senso sarà sottoposto alle Camere federali nel 2011.

A causa delle variazioni legate all'economia mondiale, la Svizzera perderà parti di quote. Questa perdita e l'uscita dell'Uzbekistan dal gruppo di voto della Svizzera saranno comunque ampiamente compensate dall'aumento della quota di alcuni degli altri membri del gruppo di voto della Svizzera ­ in particolare del Kazakistan.

Gli insegnamenti tratti dalla crisi finanziaria hanno già portato a una serie di riforme nel settore della vigilanza sulle politiche economiche. I lavori del FMI devono essere improntati a una prospettiva più transnazionale e vertere maggiormente sul settore finanziario. Per quanto concerne gli strumenti di assegnazione dei crediti del FMI, la linea di credito introdotta nella primavera del 2009 («Flexible credit line», FCL), è stata resa più elastica, sia per la durata che per gli importi. È stato anche istituito un altro strumento assicurativo per i Paesi emergenti («Precautionary credit line», PCL). Si tratta di uno strumento che pone condizioni e limiti di utilizzazione più severi da concedere ai Paesi che perseguono una politica economica all'insegna della stabilità, ma che non sono ancora qualificati per una FCL.

Il FMI ha accordato crediti per circa 190 miliardi di dollari USA, massimo livello raggiunto, mentre il numero di nuovi impegni è leggermente diminuito rispetto al 2009. Il Fondo è stato coinvolto anche nella concessione di un credito alla Grecia e nella partecipazione a un piano di stabilizzazione per la zona euro. I principali programmi in corso concernono la Grecia (40 miliardi di dollari USA), l'Islanda (2.1 miliardi di dollari USA), l'Ungheria (16 miliardi di dollari USA), la Romania (17 miliardi di dollari USA) e l'Ucraina (15 miliardi di dollari USA). Le tre FCL concluse dal FMI con il Messico (47 miliardi di dollari USA), la Polonia (21 miliardi di dollari USA) e la Colombia (11 miliardi di dollari USA) in seguito 1348

alla crisi finanziaria del 2009 sono state prolungate di un anno. Anche il fabbisogno finanziario dei Paesi più poveri è stato nettamente accresciuto dalla crisi finanziaria.

Oltre 30 Paesi hanno adottato programmi del FMI attraverso il Fondo per la riduzione della povertà e per la crescita. In tale contesto, sono stati concessi crediti per circa 4 miliardi di dollari USA senza interessi fino al 2011.

Il FMI finanzia i suoi lavori con mezzi messi a disposizione dai suoi membri. Si tratta soprattutto di crediti provenienti dalle banche centrali, messi a disposizione del FMI alle condizioni di mercato. La tabella seguente riassume gli impegni finanziari della Banca nazionale svizzera (BNS) verso il FMI.

Impegni verso il FMI (ottobre 2010) Importi arrotondati in milioni di franchi

Importi utilizzati

Importi ancora a disposizione

Importi totali

Quota Accordi generali di credito e nuovi accordi di credito Acquisizione e cessione di diritti speciali di prelievo Fondo per la riduzione della povertà e per la crescita

1232,5

4115,2

5 347,7

­

2381,2

2 381,2

138,3

2403,7

2 542,0

342,1

5,2

347,3

Totale dei contributi finanziari

1712,9

8905,3

10 618,2

Fonte: BNS

Nel 2010 non è stato richiesto alcun aiuto monetario ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge sull'aiuto monetario (RS 941.13). Un credito quadro di 2,5 miliardi di franchi svizzeri è a disposizione per eventuali azioni d'aiuto multilaterali volte a prevenire o eliminare gravi perturbazioni del sistema monetario internazionale o a sostenere Stati che collaborano molto strettamente con la Svizzera nel settore della politica economica e monetaria.

6.2

Financial Stability Board (FSB)

Il FSB è il principale organismo internazionale che opera nel settore della stabilità dei mercati finanziari. La Svizzera detiene due seggi in seno al FSB (DFF-SIF e BNS) ed è inoltre rappresentata in numerosi comitati e gruppi di lavoro del Consiglio. Il FSB porta avanti una vasta agenda di riforme volte a rafforzare la regolamentazione in numerosi settori dei mercati finanziari (ad es. aumento delle esigenze poste alle banche d'importanza sistemica, miglioramento delle procedure in materia di vigilanza). Inoltre, il FSB controlla il rispetto degli standard internazionali nel quadro di una revisione paritaria («peer review») e di valutazioni tematiche; verifica altresì l'adempimento di queste norme da parte degli Stati terzi.

Il FSB ha definito un quadro internazionale concernente la regolamentazione degli istituti finanziari determinanti dal punto di vista sistemico («systemically important financial institutions»; SIFI). Tutti i membri del FSB sono pertanto tenuti a raffor1349

zare la sorveglianza di questi istituti e prevedere misure che permettano la loro liquidazione. I Paesi membri che ospitano istituti d'importanza sistemica mondiale devono inoltre sottoporre questi ultimi a esigenze più elevate in materia di fondi propri e obbligarli a elaborare piani di risanamento e di liquidazione applicabili sul piano internazionale. Sarà istituito un nuovo consiglio di revisione paritaria («Peer Review Council») che valuterà la qualità delle misure adottate nei diversi Stati.

All'inizio dell'anno, il FSB ha lanciato un'iniziativa per promuovere tra i suoi membri il rispetto degli standard internazionali nel settore dei mercati finanziari.

Ogni membro del FSB si è impegnato a rispettare questi standard e a sottoporsi a una revisione paritaria. La Svizzera dirige il gruppo che valuta la Spagna. Da parte sua, il nostro Paese si sottoporrà a una valutazione nel 2011.

Inoltre, il FSB proseguirà le valutazioni tematiche presso i suoi membri. La prima valutazione concerneva l'adempimento dei principi sui sistemi di rimunerazione.

L'attuazione di questi principi è a buon punto in Svizzera e nella maggioranza dei membri del FBI, dal momento che le relative regolamentazioni o i meccanismi di vigilanza sono già entrati in vigore. Una valutazione complementare è prevista nel secondo trimestre del 2011. La seconda e la terza valutazione tematica, relative all'informazione sui rischi («risk disclosures») e alle pratiche in materia di emissione di ipoteche («mortgage underwriting practices»), sono attualmente in corso.

Il FSB svolge, parallelamente a queste revisioni paritarie, valutazioni di tutti gli Stati, ossia anche degli Stati non membri, al fine di promuovere il rispetto di certe norme in materia di cooperazione internazionale e di scambio d'informazioni. La priorità di una valutazione rispetto a un'altra è determinata dall'importanza sistemica degli Stati e dalla loro modalità di applicazione degli standard in questione.

Dato che aveva già aderito a questi standard, la Svizzera non viene più sottoposta a questa valutazione, pur essendo sottoposta a una revisione paritaria. Essa partecipa tuttavia alla valutazione degli Stati selezionati.

6.3

Groupe d'action financière (GAFI)

Il Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di capitali (GAFI) («Groupe d'action financière», GAFI; «Financial Action Task Force», FATF) ha proseguito la revisione parziale dei suoi standard che si svolgerà nell'arco di due anni. I risultati della revisione parziale saranno approvati dall'assemblea plenaria, organo decisionale del GAFI, sotto forma di pacchetto globale alla fine del 2011. In ottobre sono state concluse le trattative preliminari della prima fase. Ne risulta che il GAFI è fermamente intenzionato ad aggiungere i reati fiscali («tax crimes») all'elenco delle categorie di reati che nel diritto svizzero vengono considerati obbligatoriamente atti preparatori del riciclaggio di denaro. Le misure preventive sono state a loro volta oggetto della revisione, segnatamente quelle applicabili alle persone giuridiche e alle altre forme giuridiche, alle persone esposte politicamente a livello nazionale o al settore delle assicurazioni sulla vita. Nuove misure sono state previste nel settore della cooperazione internazionale.

Il GAFI ha proseguito le valutazioni dei suoi membri nel quadro del terzo ciclo di valutazione: 34 Paesi membri del GAFI sono già stati valutati nel corso di questo ciclo di portata pressoché universale destinato a concludersi nel 2011, tra cui la Germania, il Lussemburgo, il Brasile, l'Arabia Saudita, l'India e l'Argentina nel 1350

corso dell'anno in rassegna. Il GAFI ha pubblicato un rapporto sul finanziamento della proliferazione di armi di distruzione di massa che servirà da base per l'elaborazione di nuove regolamentazioni e migliori pratiche internazionali relative ai programmi di regolarizzazione fiscale volontaria che implicano anche un rimpatrio dei beni. In seguito alle dichiarazioni del G20, il GAFI ha aggiornato e pubblicato due elenchi contenenti un numero maggiore di Stati non cooperativi e di Stati che presentano lacune importanti nei loro sistemi di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

6.4

Convenzioni di doppia imposizione (CDI)

Per l'attuazione della decisione del Consiglio federale del 13 marzo 2009 secondo la quale la Svizzera è pronta a riprendere lo standard dell'OCSE nel settore dello scambio d'informazioni, il nostro Paese ha concluso CDI con numerosi Stati o riveduto le convenzioni esistenti introducendovi una clausola appropriata concernente l'assistenza amministrativa. Dopo questa decisione del Consiglio federale, sono stati parafati protocolli emendativi o convenzioni contenenti una clausola di assistenza amministrativa conformemente allo standard OCSE con 31 Stati, dei quali 24 sono già stati firmati. Nel mese di giugno, il Parlamento ha approvato le convenzioni con l'Austria, la Danimarca, la Finlandia, la Francia, la Gran Bretagna, il Lussemburgo, il Messico, la Norvegia, il Qatar e gli Stati Uniti. Il termine per il referendum facoltativo è scaduto infruttuosamente il 7 ottobre. Le convenzioni possono entrare in vigore non appena gli Stati partner hanno ratificato le convenzioni e scambiato gli strumenti di ratificazione. La prima a entrare in vigore è stata, il 4 novembre, la convenzione aggiuntiva con la Francia. Prima della fine dell'anno sono entrate in vigore anche le altre convenzioni menzionate di questa prima serie, ad eccezione di quelle con l'Austria e gli Stati Uniti. La clausola della nazione più favorita, prevista dalla convenzione tra la Svizzera e la Spagna, ha fatto sì che l'assistenza amministrativa in materia fiscale conforme allo standard OCSE sia automaticamente applicabile anche a questo Paese.

La clausola d'assistenza amministrativa presente in ogni CDI contiene le basi materiali per lo scambio di informazioni tra la Svizzera e lo Stato contraente. Queste basi sono vincolanti per la Svizzera e non possono essere modificate dal diritto interno.

La procedura d'esecuzione dell'assistenza amministrativa deve tuttavia essere regolamentata dal diritto nazionale. La procedura di consultazione per una nuova legge sull'assistenza amministrativa in materia fiscale che disciplinerà la procedura di attuazione dell'assistenza amministrativa internazionale in materia fiscale e sostituirà l'ordinanza sull'assistenza amministrativa avrà luogo nel primo trimestre del 2011.

7

Cooperazione economica allo sviluppo Nel 2010 la Svizzera ha stanziato in totale 222 milioni di franchi per misure di sostegno nel quadro della cooperazione economica bilaterale con i Paesi in sviluppo (162 milioni) e con i Paesi dell'Europa dell'Est e della CSI (60 milioni).

1351

Secondo le strategie approvate nel giugno 2009 dal Consiglio federale, la Svizzera ha potenziato la cooperazione allo sviluppo nei sette nuovi Paesi prioritari: Colombia, Egitto, Ghana, Indonesia, Perù, Sudafrica e Vietnam. La cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est e della CSI è proseguita.

Le ripercussioni della crisi finanziaria ed economica si sono fatte ancora sentire e hanno continuato a influenzare l'orientamento delle misure bilaterali e la collaborazione con le banche multilaterali di sviluppo. In seguito al notevole aumento dei programmi di prestito nel 2009, queste ultime hanno deciso di incrementare il loro capitale in modo da garantirsi a lungo termine una dotazione di risorse sufficiente, in particolare di fondi propri. L'attenzione si è incentrata sugli sforzi volti a mitigare gli effetti negativi della crisi sulla crescita e la povertà e a favorire prospettive di sviluppo durature.

Nell'anno in esame, l'impegno a favore dell'allargamento dell'UE è aumentato sensibilmente. Sulla base della decisione parlamentare del 7 dicembre 2009 di ampliare il contributo a Bulgaria e Romania, il 7 settembre sono stati firmati i rispettivi accordi quadro bilaterali.

Il 1° settembre il Consiglio federale ha approvato l'aumento e il prolungamento del sostegno elvetico a favore dei Paesi dell'Europa dell'Est e ha sottoposto al Parlamento il relativo messaggio. Il quinto credito quadro di 730 milioni di franchi, approvato nel giugno 2007 dal Parlamento, aumenterà di 290 milioni di franchi entro la fine del 2012. Il Consiglio federale ha inoltre adottato l'8 settembre il messaggio sulla partecipazione svizzera agli aumenti di capitale delle banche multilaterali di sviluppo (messaggio concernente gli aumenti di capitale) e il 17 settembre un messaggio destinato al Parlamento che spiega come portare allo 0,5 per cento del reddito interno lordo (RNL) l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) entro il 2015. I mezzi supplementari saranno destinati a progetti e programmi nel settore dell'acqua e del clima, e consentiranno alla Svizzera di rispettare i suoi impegni multilaterali. Nel suo messaggio, il Consiglio federale sottolinea che portare la quota dell'APS allo 0,5 per cento del RNL genererebbe uscite supplementari tra i 140 e i 700 milioni di franchi l'anno. Per questo motivo, ha proposto una via
di mezzo (quota dell'APS dello 0,45 per cento del RNL nel biennio 2011­2012). Le deliberazioni parlamentari su questi tre messaggi sono incominciate nella sessione invernale e si concluderanno nella sessione primaverile 2011. Il 2011 sarà contraddistinto dall'avvio dei lavori per la determinazione dei nuovi crediti quadro 2013­2016 per la cooperazione economica allo sviluppo e la cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est.

La SECO pubblica ogni anno un rapporto che riassume gli effetti delle sue attività nella cooperazione economica e nello sviluppo. Secondo i risultati delle valutazioni esterne del 2005­2009, nel 78 per cento dei casi la qualità del portafoglio è giudicata un successo pieno. Nell'anno in esame, la SECO ha inoltre pubblicato i risultati della valutazione indipendente della cooperazione economica allo sviluppo nel settore dell'energia e il rapporto sull'efficacia nel settore agrario, quest'ultimo in collaborazione con la DSC.

1352

7.1

Misure di sostegno bilaterali

7.1.1

Misure di sostegno a favore dei Paesi in sviluppo

7.1.1.1

Sostegno macroeconomico

Oltre alla continua assistenza degli aiuti al bilancio e al sostegno tecnico di accompagnamento forniti in diversi attuali Paesi prioritari (Burkina Faso, Mozambico, Nicaragua e Tanzania), si è proceduto all'ampliamento del portafoglio di progetti nei nuovi Paesi prioritari.

I nuovi Paesi prioritari presentano un grado di sviluppo più elevato sia nel settore finanziario, sia in quello dell'amministrazione finanziaria pubblica. I progetti ne tengono conto: in Perù, per esempio, sono state lanciate attività a sostegno di clienti privati nella gestione di servizi finanziari e in favore della riforma della banca nazionale, in Vietnam, gli interventi sono rivolti alla regolamentazione e allo sviluppo del settore bancario, in Ghana, il sostegno tecnico all'amministrazione delle contribuzioni è stato intensificato, in Egitto, le capacità tecniche della gestione del debito sono state potenziate.

A livello strategico, il partenariato con il FMI ha registrato notevoli progressi. Il programma di finanziamento bilaterale per l'aiuto tecnico del FMI nei Paesi prioritari della SECO nel Sud del mondo è stato avviato con successo. Nel corso dell'anno, è già stato generato un buon volume di progetti a favore di questi Paesi. Il fondo globale multidonatore del FMI per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo è ora completamente operativo. Nel mese di marzo si è tenuto a Berna sotto la presidenza elvetica un primo incontro dello «Steering Committee».

7.1.1.2

Cooperazione allo sviluppo rilevante per il commercio

Nell'anno in esame, la promozione commerciale si è incentrata sulla continuazione del dibattito internazionale sul tema «Aid for Trade», la promozione di marchi e di standard volontari privati di sostenibilità, il finanziamento di misure di rilevanza climatica nel campo delle foreste tropicali e dell'industria.

Il commercio mondiale si è ripreso rispetto al 2009. La ripresa ha interessato anche le esportazioni dai Paesi in sviluppo nel settore delle materie prime, dei beni industriali e dei servizi. L'obiettivo delle misure in ambito commerciale è quello di trasmettere le necessarie conoscenze agli esportatori nei Paesi in sviluppo a livello di standard tecnici di qualità, prescrizioni in materia di marcatura di prodotti, marketing dell'esportazione e design dei prodotti. I Paesi partner ricevono inoltre una consulenza politico-commerciale. In tal senso, sono stati lanciati programmi con la Banca interamericana di sviluppo (per Colombia e Perù) e con la Banca mondiale (Indonesia). In Laos, la Svizzera apporta sostegno in vista dell'adesione del Paese all'OMC. Nel settore agrario, è importante l'introduzione di strumenti basati sul mercato volti a ridurre il rischio di perdita del raccolto per ragioni meteorologiche o di fluttuazioni dei prezzi lungo l'intera catena di creazione del valore. Questi strumenti vengono sviluppati in collaborazione con la Banca mondiale e con società assicurative internazionali. Con la Banca mondiale è stato inoltre creato un programma che consente ai governi di rilevare e analizzare in modo più efficiente dati 1353

sul mercato del lavoro allo scopo di elaborare politiche più incisive contro le fluttuazioni del mercato del lavoro determinate dalla crisi. Questo programma integra la riuscita collaborazione con l'OIL per il miglioramento dell'organizzazione del lavoro, l'aumento della sicurezza sul lavoro e l'applicazione delle convenzioni chiave dell'OIL nelle aziende. Durante la visita di Stato in Indonesia della presidente della Confederazione Doris Leuthard è stato lanciato un progetto finanziato dalla Svizzera che promuove standard di lavoro nelle PMI locali.

I marchi e gli standard volontari rivestono un ruolo importante nella promozione del commercio sostenibile. Per questo motivo, la Svizzera ha sostenuto l'introduzione di uno standard di sostenibilità nel settore del cotone («Better Cotton Initiative») appoggiato da diversi gruppi di interesse. Su iniziativa della Svizzera, è stato istituito un consorzio di donatori con Olanda e Svezia allo scopo di coordinare gli sforzi internazionali profusi a favore del commercio equo. Gli obiettivi di questo progetto, di cui sono partner anche Migros, WWF e IKEA, sono la creazione di nuovi prodotti e l'ampliamento dell'assortimento esistente. In collaborazione con Helvetas e con i produttori svizzeri di cioccolato sono inoltre stati lanciati due progetti in Ghana e in Honduras a favore del cacao biologico e del commercio equo.

Nell'anno in esame, il Consiglio federale ha deciso inoltre di aderire all'Accordo internazionale modificato del 2010 sul cacao (cfr. n. 11.2.3).

Anche nei Paesi in sviluppo il settore pubblico è un acquirente importante, il cui comportamento può influenzare la produzione. La Svizzera ha assistito il Ghana nella modernizzazione del settore degli acquisti e ha favorito l'introduzione di una politica dell'approvvigionamento sostenibile.

Nel quadro della protezione del clima promossa per il tramite del commercio, la Svizzera ha continuato a impegnarsi per misure contro la distruzione della foresta tropicale e a favore della riduzione di emissioni di gas a effetto serra nel settore industriale. Nel contesto degli ALS con la Colombia, il Perù e la Tunisia, sono stati avviati diversi progetti per il miglioramento delle capacità di esportazione e per l'introduzione di sistemi di produzione ecologici nell'industria.

Durante l'anno in esame,
il Consiglio federale ha deciso di lasciare il Gruppo di studio internazionale della iuta in Bangladesh e l'Agenzia di cooperazione e d'informazione per il commercio internazionale (ACICI).

7.1.1.3

Promozione degli investimenti

Le attività della Svizzera nel quadro della promozione degli investimenti sono orientate al miglioramento dell'ambiente commerciale e al sostegno delle PMI nei Paesi partner.

Nell'anno in rassegna, i programmi di promozione degli investimenti sono stati ampliati nei sette Paesi prioritari. Gli sforzi sono stati concentrati in particolare sul Sudafrica, dove le capacità gestionali e l'accesso delle PMI ai finanziamenti devono essere migliorati. Nel quadro di una promettente collaborazione con il consorzio privato «Monitor Group», si valuta come sfruttare meglio il potenziale aziendale delle fasce più povere della popolazione per mezzo di incentivi innovativi e basati sul mercato. In Ghana vanno create le condizioni a livello legale e tecnico affinché le banche concedano più prestiti garantiti ad aziende, mentre in Indonesia il contesto degli investimenti deve essere migliorato ricorrendo a riforme a livello normativo. In 1354

Colombia e in Perù sono in fase di preparazione diverse misure di promozione del settore privato, che l'anno prossimo dovrebbero poter essere adottate.

Un altro obiettivo era quello di porre la promozione degli investimenti maggiormente al servizio della protezione del clima. A tale scopo, due progetti volti a promuovere il finanziamento di investimenti di PMI in tecnologie pulite sono in fase di valutazione in Sudafrica e in Indonesia.

Contro le aspettative, la creazione della SIFEM AG («Swiss Investment Fund for Emerging Markets»), una società svizzera di finanziamento dello sviluppo controllata e dotata di capitali dalla Confederazione, non è stata portata a termine completamente. Il Consiglio federale ne ha tuttavia posto le basi con due decisioni in primavera e in autunno. La costituzione definitiva della società è prevista per la primavera 2011.

7.1.1.4

Finanziamento dell'infrastruttura

Il miglioramento dell'infrastruttura di base nei Paesi in sviluppo poggia su tre assi principali: il finanziamento e l'introduzione di tecnologie e procedure ambientali moderne e adeguate, il potenziamento della forza finanziaria e dell'affidabilità delle imprese di pubblica utilità, il perfezionamento delle condizioni quadro settoriali e legali. La priorità è data a progetti nel campo del clima volti a sostenere il contributo dei Paesi partner alle misure globali contro i mutamenti climatici. In Vietnam, è stato approvato un progetto cofinanziato dalla Banca mondiale per la promozione delle energie rinnovabili. L'obiettivo del sostegno è l'elaborazione delle basi giuridiche, normative e politico-finanziarie per la produzione di corrente da fonti di energia rinnovabili e la preparazione delle prime proposte di progetto. La SECO partecipa con un contributo di 20 milioni di franchi allo «Scaling-Up Renewable Energy Program», parte del «Climate Investment Fund», il principale fondo multilaterale per il clima. Fornendo impulsi per lo sviluppo di fonti di energia rinnovabili, il programma vuole dimostrare che un approvvigionamento energetico ecologico è possibile anche nei Paesi poveri. Le esperienze acquisite con la gestione di questo fondo verranno verosimilmente prese in considerazione per i futuri meccanismi di finanziamento in ambito climatico. Nel campo delle tecnologie ambientali, sono stati portati a termine i preparativi per un ampio progetto per lo smaltimento delle acque reflue in diverse città vietnamite, che prevede investimenti, assistenza tecnica e trasferimento di conoscenze per sostenere le aziende idriche nella costruzione, il miglioramento e la gestione di un sistema di canalizzazioni e di un trattamento efficiente delle acque luride. Parallelamente, è stato intensificato l'impegno nel settore dei rifiuti, con l'avvio di lavori preliminari in vista di progetti in Perù, Egitto e Indonesia per lo smaltimento ecologico di rifiuti urbani e speciali. In questo modo, si fornisce un contributo all'impiego parsimonioso delle risorse, all'igiene negli insediamenti e alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

1355

7.1.2

Misure di sostegno a favore dei Paesi dell'Europa dell'Est e della Comunità di Stati Indipendenti (CSI)

7.1.2.1

Finanziamento dell'infrastruttura

Il finanziamento dell'infrastruttura costituisce il programma principale per l'Europa dell'Est e la CSI. Le attività si concentrano sui settori dell'energia, dell'acqua potabile e di scarico. Grande importanza viene annessa all'efficienza energetica, alle energie rinnovabili e al potenziamento economico-aziendale delle imprese di pubblica utilità.

Sono stati compiuti notevoli progressi nel campo dell'energia e dell'acqua, fornendo così un contributo allo sviluppo economico e sociale dei Paesi partner. La Svizzera dispone di beni pregiati e competenze riconosciute in entrambi i settori. In un progetto finanziato con la Banca mondiale volto a ridurre le perdite commerciali di corrente in Tagikistan è stata portata a termine con successo un'importante tappa nonostante diverse difficoltà: sono stati installati un moderno sistema di fatturazione e di incasso e 160 000 contatori di corrente che consentono all'azienda elettrica nazionale di registrare correttamente i clienti e i rispettivi conteggi e di emettere fatture secondo il consumo effettivo. In Kirghizistan, è stato brillantemente concluso un progetto più ampio per la riduzione delle perdite di corrente. L'eliminazione delle difficoltà tecniche e d'esercizio più importanti ha favorito un approvvigionamento di corrente più stabile e permesso di ridurre del 50 per cento i guasti e le perdite commerciali.

In Serbia, sono stati effettuati chiarimenti sulla fattibilità di una centrale di teleriscaldamento a biomassa. Si trattava di valutare la fonte e la disponibilità di biomassa e di scegliere una tecnologia appropriata che consentisse una produzione efficace di corrente e il riscaldamento degli edifici circostanti.

A Samarcanda e a Buchara, in Uzbekistan, un progetto per l'acqua potabile è stato in gran parte concluso. Con l'installazione di nuove pompe e di altre componenti, è stato possibile ridurre i costi dell'energia del 15 per cento e garantire un approvvigionamento idrico su tutto l'arco della giornata. Un contratto pubblico di prestazioni assicura in futuro una chiara regolamentazione delle competenze tra le autorità nazionali nel settore idrico e le due società municipali. In questo modo, i servizi delle società sono paragonabili, l'esercizio e l'impiego delle risorse idriche più efficaci. La preparazione di altri progetti nell'ambito
dell'aumento dell'efficacia di società idriche è stata portata avanti in Uzbekistan e in Kirghizistan (anche nella città di Osh, recentemente teatro di disordini). In Macedonia, il programma per l'acqua è stato completato con un nuovo progetto transfrontaliero per le acque reflue e con un progetto per la gestione di un bacino imbrifero che sosterranno il Paese nell'applicazione delle direttive ambientali dell'UE e contribuiranno a soddisfare le condizioni per l'adesione all'UE.

7.1.2.2

Sostegno macroeconomico

Nei Paesi in transizione, i nuovi interventi erano incentrati sulla creazione di capacità nel settore delle finanze pubbliche, segnatamente nella gestione del debito (Kirghizistan, Tagikistan), nell'allestimento del bilancio di previsione (Kirghizistan, Serbia), nell'amministrazione fiscale (diversi Stati balcanici), nella fatturazione e nel 1356

controllo delle finanze pubbliche (Tagikistan). Questi interventi sono inseriti in un programma di riforme più ampio sostenuto da altri Paesi e istituzioni donatori bilaterali e multilaterali (in particolare la Banca mondiale). In alcuni Paesi, gli interventi sono stati completati da progetti selezionati della SECO nel settore finanziario. In Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan, per esempio, sono stati avviati progetti volti a migliorare i controlli contro il riciclaggio di denaro. In Azerbaigian, è stato migliorato l'accesso ai servizi finanziari. Il sostegno nell'ambito dell'analisi macroeconomica è stato inoltre esteso.

Al pari dell'analogo programma destinato ai Paesi del Sud, il programma di finanziamento bilaterale per l'aiuto tecnico del FMI è stato avviato con successo anche nei Paesi prioritari della SECO. L'elenco di progetti in preparazione è già consistente. A livello regionale, è stata portata avanti l'attuazione dell'iniziativa PEM-PAL («Public Expenditure Management Peer Assisted Learning»), che offre a tutti i Paesi prioritari della SECO all'Est una piattaforma per lo scambio di esperienze in materia di riforme nel campo delle finanze pubbliche.

7.1.2.3

Promozione degli investimenti e cooperazione rilevante per il commercio

Nell'anno in esame, la promozione degli investimenti negli Stati della CSI è stata all'insegna del consolidamento e dell'attuazione delle misure già introdotte. Solo in Kirghizistan è stato approvato un nuovo progetto ­ la terza fase di un programma di consulenza aziendale per PMI ­ che è stato risparmiato dagli stravolgimenti politici.

In Europa sudorientale, in risposta al sempre più grave problema dell'indebitamento e della perdita del credito è stato lanciato un progetto in Bosnia-Erzegovina che dovrebbe contribuire a potenziare la regolamentazione nel settore e a ottimizzare la gestione del rischio delle imprese di microfinanza.

Nel quadro delle misure volte a promuovere il commercio, la Svizzera e il Centro del commercio internazionale (CCI) di Ginevra hanno continuato ad attuare i progetti in Kirghizistan e in Tagikistan volti a migliorare le capacità di esportazione nel settore tessile. Parallelamente, è proseguito l'accompagnamento delle procedure di adesione all'OMC della Serbia e del Tagikistan. In Serbia, è stato inoltre avviato un nuovo progetto per la creazione di una piattaforma di promozione delle esportazioni nell'ambito della tecnologia dell'informazione, della tecnica medica e delle biotecnologie. Lo scopo è quello di potenziare il collegamento tra la ricerca, lo sviluppo, il settore privato e la diaspora serba in tali settori.

7.1.3

Contributo all'allargamento

Con il contributo all'allargamento, la Svizzera partecipa allo smantellamento delle disparità economiche e sociali in seno all'UE allargata (cfr. n. 3.2.4). Fino a metà ottobre, la SECO e la DSC, competenti da parte svizzera per l'attuazione di tale contributo, avevano approvato provvisoriamente 74 progetti e definitivamente altri 86. L'importo complessivo dei progetti approvati provvisoriamente ammonta a circa 461 milioni di franchi, quello dei progetti approvati definitivamente a circa 306 milioni. Tale importo corrisponde a quasi l'81 per cento dei 950 milioni di franchi

1357

destinati al contributo all'allargamento. I fondi versati per i progetti ammontano complessivamente a 82 milioni di franchi.

In occasione dell'incontro annuale con i dieci Stati partner è stato tracciato un bilancio intermedio positivo. Secondo la pianificazione convenuta con questi Paesi, i fondi per il contributo all'allargamento dovrebbero essere vincolati per i progetti e i programmi prioritari fino alla metà del 2012.

Il 7 dicembre 2009 il Parlamento ha approvato l'estensione del contributo all'allargamento a Bulgaria e Romania. Gli accordi quadro sono stati firmati il 7 settembre.

L'importo è pari a 257 milioni di franchi (Bulgaria 76 milioni, Romania 181 milioni) per un periodo di cinque anni. A metà ottobre erano stati approvati definitivamente due progetti per un totale di 231 000 franchi.

7.2

Organizzazioni multilaterali per lo sviluppo

7.2.1

Gruppo della Banca mondiale40

Il Gruppo della Banca mondiale (Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, BIRS, a favore dei Paesi avanzati, e l'Associazione internazionale per lo sviluppo, IDA, per i Paesi più poveri) ha assunto un ruolo importante nella lotta alla crisi finanziaria ed economica globale. Il suo intervento è stato anticiclico e anche nel 2009 è riuscito ad aumentare temporaneamente in modo massiccio il volume di prestiti, portandolo a circa 33 miliardi di dollari. Grazie alla sua esperienza e alle molteplici competenze, il Gruppo della Banca mondiale è poi stato coinvolto negli sforzi di coordinamento internazionali contro la crisi e incaricato di svolgere compiti analitici e operativi. Durante la seduta primaverile, i governatori hanno varato due pacchetti di misure con effetti importanti per la Banca a medio termine. In primo luogo, è stata decisa una ridistribuzione dei diritti di voto che conferisce maggiore peso (3 %) ai Paesi in sviluppo. In tal modo, la Banca tiene in considerazione i mutamenti sul palcoscenico globale e, così facendo, guadagna in legittimazione. Il gruppo di voto della Svizzera ne risulta leggermente rafforzato, dato che altri Paesi del gruppo di voto hanno potuto aumentare la loro quota, compensando così la lieve flessione della Svizzera (circa lo 0,2 %). In secondo luogo, i Paesi membri hanno convenuto di aumentare il capitale della Banca del 45 per cento, portandola a 276 miliardi di dollari. Questo aumento è necessario affinché la Banca possa integrare le misure di crisi con un volume di prestiti annuo di circa 15 miliardi di dollari, in modo da sostenere i Paesi avanzati nella lotta alla povertà e nella gestione delle sfide settoriali. In occasione dell'incontro annuale, anche il Kazakistan ha votato per il direttore esecutivo svizzero. Il gruppo di voto condotto dalla Svizzera conta ora dunque nove Paesi.

Per quanto concerne l'IDA, sono stati portati a termine i negoziati sul rifinanziamento (IDA-16), che si tengono ogni tre anni. I Paesi donatori hanno deciso di aumentare le risorse del 18 per cento rispetto a IDA-15, e di portarle così a 49,3 miliardi di dollari. Il contributo interno alla banca è stato massimalizzato sotto forma di trasferimenti dalla BIRS e dalla Società finanziaria internazionale (IFC), come pure di rimborsi anticipati all'IDA da parte di Paesi IDA riclassificati. In questo 40

Cfr. n. 11.1.1 « Impegno finanziario della Svizzera nel 2010 nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo ».

1358

modo, il contributo dei Paesi donatori, che in seguito a diverse trattative di rifinanziamento e di aumento di capitale si erano spinti ai limiti delle loro possibilità, è stato in parte compensato. La Svizzera intende mantenere al 2,1 per cento la sua quota di finanziamento ai contributi IDA, fatta salva l'approvazione da parte del Parlamento del messaggio concernente l'aumento allo 0,5 per cento del RNL dell'aiuto pubblico allo sviluppo (cfr. n. 7, primo paragrafo).

A livello di contenuto, l'IDA attribuirà nei prossimi tre anni maggiore importanza all'orientamento ai risultati e ai temi delle pari opportunità tra i sessi, dei mutamenti climatici, degli Stati fragili e dei meccanismi di crisi.

In seno al Gruppo della Banca mondiale, l'IFC si occupa del finanziamento di investimenti, dello stanziamento di capitali privati supplementari e della messa a disposizione di servizi di consulenza per ditte e governi. Nel quadro delle misure contro la crisi economica, l'IFC è stata chiamata a sostenere il settore finanziario, principalmente nell'Europa dell'Est, erogando mezzi supplementari. Nei Paesi in sviluppo poveri e leggermente più avanzati, è inoltre riuscita a mettere a disposizione finanziamenti temporanei attraverso incentivi innovativi. Al contempo, l'IFC ha proseguito le attività previste secondo le priorità strategiche (tra cui il clima) nei Paesi in sviluppo poveri e negli Stati fragili. Considerata l'elevata necessità di fondi per la lotta alla crisi, i partecipanti all'IFC hanno approvato un aumento selettivo di capitale dell'8 per cento (da 2,4 miliardi a 2,6 miliardi di dollari). La Svizzera vi contribuisce e detiene una quota di voti dell'1,65 per cento, fatta salva la decisione del Parlamento in merito al messaggio sull'aumento di capitale. La direzione ha lanciato una ristrutturazione organizzativa, denominata «IFC 2013», che mira ad avvicinare l'istituzione alla clientela mediante una decentralizzazione.

L'Agenzia multilaterale di garanzia (AMGI) del Gruppo della Banca mondiale ha continuato i suoi sforzi volti a un maggiore orientamento alle esigenze dei clienti e ha deciso di modificare gli statuti. A causa della scarsa propensione del settore privato a effettuare nuovi investimenti, l'AMGI registra un volume d'affari ben al di sotto delle attese.

7.2.2

Banche regionali di sviluppo41

7.2.2.1

Banca africana di sviluppo (BAfS)

La BAfS e il Fondo africano di sviluppo (FAfS), la finestra concessionale dell'istituto a favore dei Paesi in sviluppo più poveri, hanno intensificato, sull'onda delle misure globali per la lotta alla crisi finanziaria ed economica, la concessione di prestiti ai Paesi africani. La BAfS è giunta ai limiti delle capacità creditizie definite negli statuti e si sono tenuti negoziati tra gli Stati membri per un sesto aumento generale di capitale. In occasione dell'assemblea annuale nel mese di maggio, i governatori hanno approvato la triplicazione del capitale, che sarà portato a circa 100 miliardi di dollari. Ciò consentirà un volume di prestiti annuo di circa 5,5 miliardi di dollari. I negoziati sul rifinanziamento del Fondo africano di sviluppo (FAfS-12), che si tengono ogni tre anni, sono stati conclusi in autunno. Nel periodo 2011­2013, il Fondo potrà stanziare 9,5 miliardi di dollari per i Paesi più poveri del 41

Cfr. n. 11.1.1 « Impegno finanziario della Svizzera nel 2010 nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo ».

1359

continente africano. La Svizzera intende mantenere la sua quota nella BAfS (1,46 %) e nel FAfS (2,47 %), fatta salva l'approvazione da parte del Parlamento dell'aumento di capitale e del messaggio concernente l'aumento allo 0,5 per cento del RNL dell'aiuto pubblico allo sviluppo (cfr. n. 7, primo paragrafo).

Con l'aumento di capitale della BAfS e il rifinanziamento del FAfS, è stato approvato, per ognuna delle istituzioni, un pacchetto di misure che prevede un incremento del finanziamento nei settori chiave (per esempio infrastrutture, promozione del settore privato, integrazione regionale e Stati fragili), il sostegno ai Paesi membri regionali per affrontare sfide globali come l'insicurezza alimentare e i mutamenti climatici (in particolare per quanto concerne le risorse rinnovabili e l'efficienza energetica) e un approfondimento delle riforme istituzionali.

L'allargamento del Consiglio esecutivo da 18 a 20 seggi ha interessato anche il gruppo formato dalla Svizzera (con i Paesi nordici e l'India), che da luglio si trova in un gruppo di voto con Germania e Portogallo. Il cambiamento ha consentito alla Svizzera, ora rappresentata permanentemente nell'ufficio del Direttore esecutivo, di rafforzare sensibilmente la sua posizione.

7.2.2.2

Banca asiatica di sviluppo (BAsS)

Il quinto aumento generale di capitale della BAsS è stato lanciato nel maggio 2008 nel quadro della strategia a lungo termine 2020 al fine di dotare l'istituto delle risorse necessarie per la sua attuazione. La crisi finanziaria ed economica ha accelerato le discussioni e i Paesi membri hanno approvato già nell'aprile 2009 un aumento del 200 per cento. La BAsS può così portare il suo capitale a circa 165 miliardi di dollari e gestire un volume di prestiti annuo di circa 10 miliardi di dollari. La Svizzera intende mantenere la sua quota azionaria dello 0,58 per cento nella BAsS, fatta salva l'approvazione da parte del Parlamento del messaggio concernente l'aumento di capitale (cfr. n. 7, primo paragrafo).

Con queste risorse supplementari, la BAsS si concentrerà sulla lotta alla povertà, su una crescita sostenibile e accessibile a tutti («inclusive growth»), sui temi del clima e dell'ambiente e sull'integrazione regionale. Questi obiettivi vengono perseguiti promovendo il settore privato, il buon governo, le pari opportunità tra i sessi, la cooperazione con altri attori nella regione e la messa a disposizione di perizie.

L'aumento di capitale consente inoltre di avviare altre riforme istituzionali della Banca.

In occasione dell'analisi di medio termine del Fondo asiatico di sviluppo (FAsS-10) nel mese di novembre, è stata valutata l'attuazione continua delle riforme istituzionali del Gruppo bancario e sono stati discussi temi importanti quali l'efficacia dello sviluppo, i mutamenti climatici e l'approccio agli Stati fragili o che escono da un conflitto.

7.2.2.3

Banca interamericana di sviluppo (BIS)

Il nono aumento di capitale della BIS è stato il tema centrale dell'anno in esame.

Dopo intense trattative, nel mese di luglio i Paesi membri hanno convenuto di aumentare del 70 per cento il capitale, portandolo da 100 a 170 miliardi di dollari.

1360

L'aumento di capitale consente alla BIS di gestire un volume di prestiti di 12 miliardi di dollari l'anno fino al 2020 e di approvare riforme istituzionali, tra cui il rafforzamento dell'efficacia delle operazioni, una gestione orientata ai risultati e la modernizzazione del suo modello di reddito. L'attuazione di queste riforme è stata avviata nel terzo trimestre.

La Svizzera, che ha partecipato intensamente ai negoziati per il nono aumento di capitale e si è impegnata per diverse riforme, intende contribuire all'aumento secondo la sua abituale quota azionaria dello 0,47 per cento, fatta salva l'approvazione da parte del Parlamento del messaggio in materia (cfr. n. 7, primo paragrafo).

7.2.2.4

Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS)

La gestione della crisi finanziaria ed economica nei Paesi in transizione è stata anche quest'anno una priorità della BERS. Per la seconda volta consecutiva, nel 2009 l'istituto ha chiuso i suoi conti in perdita e anche nel 2010 l'attività si è mantenuta ad alto livello. Considerate tali circostanze, l'assemblea annuale dei governatori ha approvato un nuovo piano d'azione a medio termine (2011­2015) che prevede un aumento temporaneo di capitale del 50 per cento a 20 miliardi di euro e il proseguimento delle attività per nove miliardi di euro. L'aumento non richiede tuttavia un contributo dei Paesi membri.

Questa soluzione dovrebbe consentire di sostenere la regione a uscire dalla crisi.

L'attenzione resta incentrata sullo sviluppo economico dei Paesi meno avanzati e sull'obiettivo di far cambiare di categoria i nuovi Paesi dell'UE entro la fine del periodo (rinuncia allo statuto di Paese di destinazione). A livello settoriale, la Banca vuole contribuire a un impiego più efficiente delle risorse energetiche nella regione e al miglioramento della produttività in campo agrario e alimentare, in modo da diminuire il rischio di una crisi alimentare su scala mondiale.

7.2.2.5

Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB)

Il 2010 è stato di nuovo un anno impegnativo per la CEB, in quanto la crisi ha continuato a farsi sentire nell'Europa dell'Est. A livello settoriale, l'istituto resta orientato in primo luogo verso gli ambiti istruzione e sanità, promozione della democrazia (rafforzamento delle istituzioni) e del settore privato. Visto l'aumento delle spese dovuto alla crisi, la CEB valuta se procedere a un aumento di capitale. Al contempo, su pressione di diversi membri dell'istituzione, nell'anno in esame ha proseguito gli sforzi volti a semplificare e a ottimizzare la governance interna. Il ritmo delle riforme resta però piuttosto lento e sussistono doppioni con mandati di altre istituzioni di sviluppo europee. Per questo motivo, la Svizzera sta riflettendo se confermare la sua partecipazione alla CEB.

1361

8

Relazioni economiche bilaterali Dopo un 2009 segnato dalle difficili condizioni dovute alla crisi economica e finanziaria mondiale, nel corso dell'anno in rassegna le relazioni economiche bilaterali della Svizzera si sono normalizzate, come indicato anche dal volume degli scambi nuovamente in ascesa.

L'applicazione delle diverse strategie di politica economica esterna approvate dal Consiglio federale negli ultimi quattro anni nei confronti di mercati particolarmente promettenti, ­ Brasile, Russia, India e Cina (BRIC) come anche Turchia, Indonesia, gli Stati membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), Messico e Sudafrica ­ è proseguita anche nell'anno in rassegna.

L'accento è stato posto sull'apertura di negoziati di libero scambio con alcuni di questi Stati, sulla realizzazione di missioni economiche e sullo svolgimento di numerose sedute delle Commissioni economiche miste con i principali partner commerciali della Svizzera.

Anche nel 2010, le relazioni economiche con i nostri tradizionali partner commerciali sono state curate ai massimi livelli, ad esempio in occasione del sessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Svizzera e Cina.

L'incontro tra la presidente della Confederazione Doris Leuthard e il suo omologo cinese Hu Jintao è stato contraddistinto dalla firma di una dichiarazione d'intenti per un rapido avvio di negoziati in merito a un accordo di libero scambio. Oltre a una serie di visite bilaterali in Europa, in luglio la presidente della Confederazione si è recata in Indonesia e a Singapore in missione economica.

In occasione dell'incontro di lavoro con il presidente russo Dmitri Medvedev è stato firmato un nuovo piano d'azione per il periodo 2011­2013 volto a migliorare le condizioni quadro degli scambi economici tra i due Paesi.

8.1

Europa occidentale e sudorientale

Nei primi nove mesi dell'anno in rassegna, la quota del commercio estero svizzero verso l'Europa è rimasta invariata al 71 per cento. Con il 68 per cento, l'UE rimane il principale partner commerciale della Svizzera. Nei primi dieci mesi del 2010, gli scambi commerciali con i 27 Stati membri dell'UE sono aumentati del 7 per cento.

Rispetto all'anno precedente, nei primi dieci mesi dell'anno in esame i Paesi dell'Europa centrale e sudorientale hanno riacquistato importanza come mercati di sbocco per le esportazioni svizzere, che hanno registrato tassi di crescita pari all'8 per cento. Nello stesso periodo, il commercio con la Turchia è aumentato del 15 per cento.

Nel 2010 i contatti bilaterali con gli Stati membri dell'UE si sono ulteriormente intensificati. A margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos, tenutosi a gennaio, la presidente della Confederazione Doris Leuthard ha incontrato i suoi omologhi francese, Nicolas Sarkozy, e polacco, Lech Kaczynski. In febbraio si è recata in Spagna per una serie di colloqui con Sua maestà Juan Carlos I, il primo ministro José Luis Zapatero e diversi altri ministri. In marzo è stata a Vienna dove, oltre al presidente austriaco Heinz Fischer, ha incontrato molti altri membri del Governo. In aprile la presidente della Confederazione si è recata in visita a Berlino 1362

per un colloquio con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha incontrato una seconda volta in giugno per l'inaugurazione della Mostra internazionale dell'aeronautica e dello spazio («Internationale Luft- und Raumfahrtausstellung», ILA). In maggio Doris Leuthard si è recata in visita a Roma per una serie di colloqui con il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, e il ministro delle Finanze e dell'Economia Giulio Tremonti. Alla fine dello stesso mese si è tenuto a Magonza il tradizionale incontro a tre dei ministri dell'economia svizzero, tedesco e austriaco.

Alla fine di giugno la presidente della Confederazione ha incontrato a Berna il primo ministro olandese Jan-Pieter Balkenende. In luglio si è recata a Parigi per un colloquio con il presidente francese Sarkozy. In agosto ha ricevuto il vice premier polacco Waldemar Pawlak in visita ufficiale nel nostro Paese. In occasione di un viaggio ufficiale a Vaduz all'inizio di settembre, Doris Leuthard ha incontrato Sua maestà il principe Alois del Liechtenstein e il capo del governo Klaus Tschütscher.

Nello stesso mese ha ricevuto a Berna il presidente della Repubblica federale di Germania Christian Wulff nel quadro di una visita di Stato e il primo ministro del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker. In ottobre la presidente della Confederazione si è recata in visita ufficiale in Norvegia dove ha incontrato Sua maestà Harald V, il successore al trono Haakon e diversi membri del Governo: il primo ministro Jens Stoltenberg, il ministro degli Affari esteri Jonas Gahr Store e quello dell'Industria e del Commercio Trond Giske. A novembre ha ricevuto il suo omologo sloveno Danilo Türk. Si sono quindi svolti gli annuali incontri bilaterali a livello tecnico con i nostri Paesi confinanti e per la prima volta si è tenuto quello con la Francia. In novembre e dicembre, il nuovo capo del DFE, il consigliere federale Johann N. Schneider-Ammann, ha effettuato le sue prime visite ufficiali ai suoi omologhi in Italia (Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico), Francia (Christine Lagarde, ministro dell'Economia e delle Finanze) e Austria (Reinhold Mitterlehner, ministro federale dell'Economia e Nikolaus Berlakovich, ministro federale dell'Agricoltura). Tutti questi incontri hanno nuovamente sottolineato quanto sia importante per la Svizzera e le sue
relazioni con l'UE intrattenere stretti contatti con gli altri Paesi europei.

Le relazioni bilaterali con l'Europa sudorientale si sono intensificate in seguito all'entrata in vigore dell'ALS dell'AELS con la Serbia e l'Albania (cfr. n. 4.1). A maggio la presidente della Confederazione ha incontrato a Berna il primo ministro serbo Mirko Cvetkovic, mentre a giugno ha ricevuto il presidente macedone Gjorge Ivanov. A novembre la visita di Stato del presidente turco Abdullah Gül ha costituito una tappa importante nel rafforzamento delle relazioni economiche con la Turchia.

L'attuazione della strategia di politica economica esterna del DFE per la Turchia, approvata dal Consiglio federale nel febbraio del 2009, è proseguita facendo registrare alcuni progressi nell'eliminazione degli ostacoli al commercio.

8.2

Comunità degli Stati Indipendenti (CSI)

Nell'anno in rassegna il commercio estero con gli Stati della CSI, gravemente colpiti dalla crisi nel 2009, ha registrato un forte incremento (+37 %). Le esportazioni e le importazioni svizzere sono aumentate rispettivamente del 22 e del 59 per cento. Il commercio con la Russia rappresenta circa la metà di questi scambi commerciali. La crescita delle esportazioni verso quest'ultimo Paese (+25 %) e verso l'Ucraina (+31 %) è stata particolarmente marcata. La quota del commercio svizzero verso gli Stati della CSI ha toccato l'1,8 per cento (rispetto all'1,4 % dell'anno scorso).

1363

È proseguita l'attuazione della strategia di politica economica esterna del DFE per la Russia come anche quella del piano d'azione bilaterale stipulato per il periodo 2007­2010. A tale proposito, in agosto, a margine dell'incontro ufficiale con il presidente Dmitri Medvedev a Sochi, Doris Leuthard e la ministra russa dello Sviluppo economico Elvira Nabiullina hanno sottoscritto un nuovo piano d'azione per il periodo 2011­2013, volto a migliorare le condizioni quadro delle relazioni commerciali. Le nuove misure del piano d'azione prevedono anche la cooperazione in campo energetico e la semplificazione delle formalità doganali per l'esportazione temporanea di strumenti di precisione a scopo di riparazione. La partecipazione del segretario di Stato dell'economia al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, tenutosi a giugno, ha ulteriormente contribuito al consolidamento dei rapporti con la Russia. Sempre a giugno Doris Leuthard ha ricevuto a Berna il primo ministro georgiano Nika Gilauri. Sono proseguiti i negoziati per un accordo economico e commerciale con il Turkmenistan, mentre ne sono stati avviati di analoghi con il Tagikistan. Le Commissioni economiche bilaterali con l'Azerbaigian (gennaio), la Bielorussia (marzo) e l'Uzbekistan (giungo) si sono riunite a Berna e quella con l'Ucraina (ottobre) a Zurigo allo scopo di migliorare le condizioni quadro per le imprese svizzere in questi Paesi.

8.3

Nordamerica

L'economia americana si sta progressivamente riprendendo dalla peggiore recessione che il Paese abbia mai attraversato dalla grande depressione degli anni Trenta.

La situazione economica resta comunque critica: destano preoccupazione soprattutto il disavanzo di bilancio, in costante crescita, e la situazione sul mercato immobiliare.

Ciononostante, dopo il forte calo registrato nel 2009 (­9,4 %), nei primi nove mesi dell'anno in rassegna, le esportazioni svizzere sono aumentate del 9,7 per cento.

Nel 2010 il caso UBS è stato ancora al centro delle relazioni bilaterali tra Svizzera e Stati Uniti. Dopo che in gennaio il Tribunale amministrativo federale ha accolto un ricorso contro la trasmissione di dati bancari nell'ambito della domanda di assistenza amministrativa avanzata dalle autorità fiscali statunitensi, il Consiglio federale ha sottoposto al Parlamento l'accordo tra la Confederazione Svizzera e gli Stati Uniti d'America concernente la domanda di assistenza amministrativa relativa a UBS SA, accordo infine approvato dalle Camere federali il 17 giugno. La consegna dei 4450 dossier di clienti UBS richiesti dagli Stati Uniti è stata quasi completamente ultimata. In giugno il Parlamento ha accolto il protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni in materia di imposta sul reddito, protocollo sul quale il Senato statunitense deve ancora esprimersi.

A giugno la Commissione economica bilaterale («Joint Economic Commission») svizzero-americana si è riunita a Washington. Tra i vari temi, si è discusso anche delle riforme per regolamentare il settore finanziario ­ è stata in particolare affrontata la problematica delle banche troppo grandi per fallire ­ e della nuova normativa statunitense in materia fiscale volta a rilevare i conti all'estero dei contribuenti americani («Foreign Account Tax Compliance Act», FATCA). Sono stati inoltre toccati altri argomenti quali il regime fiscale per le riassicurazioni, la lotta alla corruzione, la politica energetica e i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare, le sanzioni, i controlli delle esportazioni e il Ciclo di Doha.

1364

Il Forum di cooperazione svizzero-americano sul commercio e gli investimenti ha proseguito i lavori riguardanti diversi argomenti, tra cui: commercio e sicurezza, diritti della proprietà intellettuale ivi compresa la conclusione dei negoziati concernenti un accordo pluriennale per la lotta alla contraffazione e alla pirateria (ACTA, cfr. n. 5.8.2), assistenza amministrativa in materia doganale, problemi specifici legati alle imprese e scambio di dati in caso di trasmissione di dati relativi alle persone tra imprese svizzere e statunitensi.

Il Programma di esenzione del visto d'entrata («Visa Waiver Program») esenta dall'obbligo di visto i cittadini svizzeri in viaggio negli USA. Gli Stati Uniti vincolano la permanenza del nostro Paese in detto programma all'adesione della Svizzera a due altri accordi riguardanti da un lato lo scambio di dati su terroristi potenziali o già noti e, dall'altro, quello di dati biometrici e dattiloscopici dei criminali. Per quanto riguarda il secondo accordo citato, la Svizzera sta valutando l'opportunità di aderire al progetto europeo Prüm, che persegue lo stesso scopo. Da settembre gli Stati Uniti applicano inoltre un emolumento amministrativo di 14 dollari alla registrazione nel sistema elettronico per le autorizzazioni di viaggio («Electronic System for Travel Authorization», ESTA), obbligatoria per poter entrare negli Stati Uniti senza un visto. Di regola detta autorizzazione vale per due anni oppure fino alla scadenza del passaporto.

Le relazioni commerciali bilaterali con il Canada sono state rafforzate grazie all'ALS tra gli Stati dell'AELS e il Paese nordamericano, entrato in vigore il 1° luglio 2009. La Svizzera è diventata il quarto investitore diretto in Canada. A ottobre la presidente della Confederazione Doris Leuthard ha incontrato il primo ministro canadese Stephen Harper, in visita ufficiale a Berna, con il quale si è intrattenuta su diversi temi di interesse bilaterale, sulla situazione economica e politicofinanziaria internazionale e su vari argomenti affrontati all'ONU. Nell'ambito di questa visita di lavoro è stata inoltre firmata la CDI riveduta.

8.4

America latina

Nell'anno in rassegna anche l'America latina ha registrato una ripresa economica che ha inciso positivamente sulle esportazioni svizzere: dopo aver subito un forte calo nel 2009 (­15,5 %), esse sono infatti di nuovo aumentate notevolmente nel 2010 (+11,6 % da gennaio a ottobre). Le imprese svizzere hanno rafforzato la propria presenza nella regione anche attraverso investimenti diretti.

L'applicazione delle strategie di politica economica esterna nei confronti di Brasile e Messico è proseguita nel quadro delle riunioni delle commissioni miste. Nei colloqui con il Messico sono state affrontante diverse questioni relative alla condizioni locali riservate agli investitori, alla protezione della proprietà intellettuale e a problemi specifici riguardanti prevalentemente l'industria farmaceutica.

I colloqui con il Brasile si sono concentrati sui negoziati in corso relativi alla convenzione di doppia imposizione e a quella sullo scambio di stagisti. A luglio la missione economica guidata dal segretario di Stato Jean-Daniel Gerber ha inoltre contribuito a consolidare le relazioni economiche tra Svizzera e Brasile. Sempre a luglio il segretario di Stato si è poi recato in Argentina e Perù dove ha affrontato alcuni temi d'attualità riguardanti la politica economica e diverse questioni concernenti le imprese svizzere. In Perù gli incontri con diversi ministri hanno fornito 1365

l'occasione per rafforzare la collaborazione in particolare nel quadro di progetti di cooperazione economica allo sviluppo.

La Svizzera e l'Uruguay hanno sottoscritto una CDI, mentre con la Columbia è stata ratificata una convenzione analoga, negoziata nel 2007, che dovrebbe entrare in vigore prossimamente.

8.5

Asia e Oceania

Mentre le economie di Asia e Oceania sono state toccate in misura differente dalla crisi economico-finanziaria, la ripresa osservata nell'anno in rassegna apre prospettive assai incoraggianti. In base alle stime del FMI, sono in particolare Cina, India Singapore e Taipei cinese ad aver ritrovato una forte crescita economica. Tassi di crescita notevoli sono stati registrati anche da diversi Stati membri dell'Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale («Association of Southeast Asian Nations», ASEAN) quali Thailandia, Malaysia, Vietnam e Indonesia, ma anche Repubblica di Corea e Hong Kong-Cina. Se la ripresa in Australia, Giappone e Nuova Zelanda non è stata così marcata come nei Paesi citati, è stata comunque globalmente positiva rispetto a quella registrata in altre nazioni industrializzate. La buona situazione congiunturale ha quindi consentito all'area asiatico-oceanica di approfittare della ripresa del commercio mondiale nel corso dell'anno in rassegna.

Questo miglioramento si è ripercosso positivamente anche sull'industria d'esportazione svizzera: nei primi nove mesi dell'anno del 2010 le esportazioni dal nostro Paese verso Asia e Oceania sono infatti aumentate del 14,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tra tutti i partner commerciali dell'area asiatico-oceanica, la Cina è stato quello con cui la Svizzera ha effettuato i maggiori scambi economici, seguono Giappone, Hong Kong-Cina e India.

Il sessantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Svizzera e Cina è stato festeggiato anche all'insegna dei buoni rapporti economici bilaterali che i due Paesi intrattengono ormai da diversi decenni. A tale proposito, l'accordo commerciale bilaterale del 1974 ha svolto un ruolo chiave. Dal 2002 la Cina (compresa Hong Kong-Cina) è il principale partner commerciale della Svizzera in Asia.

I festeggiamenti per questo anniversario hanno inciso anche sull'agenda di Doris Leuthard. In gennaio la presidente della Confederazione ha ricevuto la visita del vice primo ministro cinese Li Keqiang e in giugno quella del presidente dell'Assemblea popolare nazionale cinese Wu Bangguo. In agosto, accompagnata da una delegazione economica, si è poi recata in visita in Cina. Doris Leuthard ha inoltre rappresentato il Consiglio federale in occasione dei festeggiamenti organizzati
per la Giornata nazionale della Svizzera all'Esposizione universale di Shanghai. La dichiarazione d'intenti, firmata il 13 agosto a Pechino in presenza della presidente della Confederazione e del presidente della Repubblica popolare cinese Hu Jintao, prelude verosimilmente all'avvio in tempi brevi di negoziati bilaterali di libero scambio (cfr.

n. 4.3.2).

In gennaio, a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos, la presidente della Confederazione Doris Leuthard ha colto l'occasione per incontrare rappresentanti di alto rango dell'area asiatico-oceanica. La responsabile del DFE si è quindi intrattenuta con il presidente sudcoreano Lee Myung-Bak, il primo ministro

1366

tailandese Abhisit Vejjajiva, il primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung e la ministra indonesiana del Commercio Mari Elka Pangestu.

In maggio, in occasione della visita ufficiale in Svizzera del presidente vietnamita Nguyen Minh Triet, Doris Leuthard e il suo omologo hanno discusso della cooperazione allo sviluppo e dell'elaborazione di uno studio di fattibilità congiunto per preparare l'avvio di negoziati sul libero scambio tra gli Stati dell'AELS e il Vietnam (cfr. n. 4.2).

In giugno, insieme ad una delegazione economica, la presidente della Confederazione si è recata in Indonesia e a Singapore. Di concerto con il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, Doris Leuthard ha avviato i negoziati per un ampio accordo di libero scambio e di partenariato economico tra gli Stati dell'AELS e l'Indonesia (cfr. n. 4.2). A Singapore la presidente della Confederazione è stata ricevuta dal presidente Sellapan Ramanathan e ha discusso di temi economici con il Ministro delle Finanze e con quello del Commercio e dell'Industria.

Ulteriori occasioni per curare e consolidare le relazioni economiche bilaterali con i nostri partner asiatici si sono presentate a maggio con la visita di lavoro del segretario di Stato Jean-Daniel Gerber nella Repubblica di Corea, durante la quale si è tenuto un simposio per festeggiare i 50 anni dell'AELS. Inoltre a giugno, la Svizzera e il Giappone hanno istituito a Tokio il Sottocomitato per la promozione di relazioni economiche più strette previsto dall'accordo di libero scambio e di partenariato economico (cfr. n. 4.3.1). Infine, verso la fine dell'anno in rassegna, hanno avuto luogo in Svizzera le sedute delle Commissioni economiche miste con India, Cina e Indonesia.

8.6

Medio Oriente e Africa

8.6.1

Medio Oriente e Africa del Nord (MENA)

I Paesi dell'area MENA, e in particolare quelli che esportano petrolio42, sono riusciti a preservare il loro settore non petrolifero dagli effetti della crisi economica mondiale grazie a pacchetti di misure di stimolo all'economia. Le ultime cifre del FMI consentono di stimare che la crescita economica media di questi Paesi si attesti già al 3,8 per cento. Dal canto loro, i Paesi importatori di greggio43 sono stati ampiamente risparmiati dalla crisi grazie alla loro scarsa integrazione finanziaria e commerciale e a esternalità positive dovute alla politica fiscale espansiva praticata dagli Stati confinanti. Per questi Paesi gli esperti si aspettano nell'anno in rassegna un incremento medio del PIL pari al 5 per cento. In generale la crescita economica media dell'area MENA per il 2010 dovrebbe aggirarsi attorno al 4,1 per cento (rispetto al 2 % dell'Europa e al 2,7 % degli Stati Uniti).

Rispetto al 2009, nei primi dieci mesi dell'anno in esame le esportazioni svizzere verso l'area MENA sono calate globalmente dello 0,3 per cento, scendendo a 8,07 miliardi di franchi, mentre le importazioni sono aumentate del 4,2 per cento, per un totale di 2,1 miliardi di franchi. Gli scambi commerciali con l'area MENA rappresentano circa il 3,5 per cento circa del volume complessivo del commercio 42 43

Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Qatar, Sudan e Yemen.

Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Siria e Tunisia.

1367

estero elvetico. Il volume commerciale con gli Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG)44 costituisce quasi la metà di detti scambi.

Nell'anno in rassegna, l'attuazione della strategia di politica economica esterna per gli Stati del CCG, approvata dal Consiglio federale nell'ottobre del 2007, ha compiuto ulteriori passi avanti. In ottobre, la presidente della Confederazione ha effettuato una visita di lavoro nel Qatar dove ha incontrato lo sceicco Tamim bin Hamad bin Khalifa Al-Thani, emiro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jassem bin Jabr Al-Thani, primo ministro, e il ministro dell'Economia e delle Finanze. Alla fine di ottobre la missione economica in Arabia Saudita e in Qatar, guidata dal segretario di Stato Jean-Daniel Gerber, ha segnato una tappa supplementare nei rapporti con questi Paesi; in tale occasione è chiaramente emersa la necessità di una rapida ratifica dell'ALS AELS-CCG (cfr. n. 4.2).

Dopo la visita di lavoro nel Qatar, la presidente della Confederazione si è recata con una delegazione economica mista in Giordania su invito di Sua maestà Abdullah II ibn Hussein al-Hashemi. Oltre ad un colloquio di lavoro con il sovrano, Doris Leuthard ha incontrato il primo ministro Samir Rifai, diversi altri ministri e il presidente del Senato giordano Taher Masri.

All'inizio di giugno il segretario di Stato Gerber si è recato insieme ad una delegazione economica in Egitto, dove ha sottoscritto un nuovo accordo di promozione e protezione degli investimenti (APPI) tra la Svizzera e l'Egitto (cfr. n. 11.2.2) e ha aperto i festeggiamenti per il cinquantenario dell'AELS (cfr. n. 3.3).

In settembre il segretario di Stato dell'economia ha quindi incontrato Mohammed Safadi, ministro libanese dell'Economia e del Commercio, a margine del Comptoir Suisse di Losanna dove il Libano è stato ospite d'onore.

8.6.2

Africa subsahariana (ASS)

Secondo le stime del FMI, nell'anno in rassegna la crescita economica di questa regione si attesterebbe sul 5 per cento (rispetto al 2,6 % del 2009). I motivi di tale incremento non vanno ricercati solo nella ripresa delle esportazioni verso l'Europa o nel riassestamento del prezzo delle materie prime, ma sono da attribuire anche al rafforzamento della domanda locale. Il recupero della quotazione internazionale del greggio e il riequilibrio progressivo della domanda globale si sono ripercossi in modo particolarmente positivo sui Paesi esportatori di petrolio45 della regione. I Paesi a medio reddito («Middle-Income Countries»)46 dell'ASS sono stati duramente colpiti dalla crisi economica in quanto maggiormente integrati nel commercio mondiale. I Paesi a basso reddito («Low-Income Countries»)47, per contro, ne sono stati meno toccati; pertanto l'anno in rassegna non è stato contrassegnato da forti cambiamenti congiunturali.

44 45 46 47

Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar.

Angola, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Nigeria e Repubblica del Congo (crescita media del PIL prevista nel 2010: 6,7 %).

Botswana, Capo Verde, Repubblica di Maurizio, Namibia, Repubblica delle Seychelles, Swaziland e Sudafrica (crescita media del PIL prevista nel 2010: 3,3 %).

Camerun, Costa d'Avorio, Etiopia, Ghana, Kenia, Tanzania e Uganda (crescita media del PIL prevista nel 2010: 4,9 %).

1368

Nonostante l'evoluzione positiva, nel corso dei primi dieci mesi del 2010, le esportazioni svizzere verso i Paesi dell'ASS sono globalmente aumentate solo dell'1,7 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, raggiungendo 1,4 miliardi di franchi. Le importazioni sono invece calate di oltre il 40 per cento, scendendo a 0,99 miliardi di franchi. Il volume di scambi con questa regione corrisponde appena allo 0,7 per cento di tutto il commercio estero elvetico.

L'attuazione della strategia di politica economica esterna per il Sudafrica, approvata dal Consiglio federale nel 2007, è proseguita anche nell'anno in esame. A fine marzo, il segretario di stato dell'economia si é recato con una delegazione economica in Sudafrica, dove si è tenuta una serie di colloqui bilaterali con diversi ministri e con la governatrice della Banca centrale del Sudafrica. La seconda riunione della Commissione economica mista Svizzera-Sudafrica ha avuto luogo a Pretoria.

Nell'anno in rassegna è stato inoltre possibile intensificare ulteriormente le relazioni economiche bilaterali tra Svizzera e Ghana. Il 30 agosto il presidente della Repubblica del Ghana, John Evans Atta Mills, é giunto in visita ufficiale nel nostro Paese, accompagnato da numerosi ministri.

In occasione del vertice della Francofonia, svoltosi a Montreux dal 22 al 28 ottobre, la presidente della Confederazione ha incontrato la ministra egiziana per la Cooperazione internazionale, Faiza Abul Naga, il presidente del Senato algerino Abdelkader Bensalah e diversi capi di Stato dell'ASS (Benin, Burundi, Camerun, Ciad, Repubblica del Congo e Gabon).

9

Misure di controllo delle esportazioni e di embargo Nei regimi internazionali di controllo delle esportazioni la Svizzera si adopera per controlli mirati che si concentrino sui beni sensibili e rilevanti in materia di proliferazione nucleare e che tengano conto dei progressi tecnologici. Essa si impegna attivamente a favore di controlli attuabili nella prassi, atti a sostenere la competitività della sua industria d'esportazione. Le revisioni previste nell'ambito del Regime Wassenaar e del Gruppo dei Paesi fornitori di materiale nucleare (NSG) offrono una buona possibilità per attuare concretamente questa politica.

Nel settore delle misure coercitive economiche, il DFE ha svolto una procedura di consultazione in merito alla modifica della legge sugli embarghi. In applicazione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, il Consiglio federale ha emanato una nuova ordinanza che istituisce sanzioni, nei confronti dell'Eritrea. Per contro, dopo tredici anni, è stata abrogata l'ordinanza che istituiva misure misure coercitive nei confronti della Sierra Leone. I provvedimenti nei confronti dell'Iran sono stati nuovamente inaspriti. Contrariamente alla Svizzera, gli Stati Uniti, l'UE e altri Paesi hanno deciso ulteriori sanzioni nei confronti dell'Iran. La SECO ha ricevuto numerose richieste riguardanti le attività commerciali con l'Iran.

1369

9.1

Misure di non proliferazione di beni per la fabbricazione di armi di distruzione di massa e dei loro sistemi vettori, come pure di armi convenzionali

9.1.1

Sviluppi politici internazionali e nazionali

La Svizzera è membro dei quattro regimi internazionali di controllo delle esportazioni48 che elaborano misure riguardanti l'esportazione di beni e tecnologie per la fabbricazione o la proliferazione di armi di distruzione di massa o la proliferazione di armi convenzionali. Poiché la Svizzera è tra i maggiori esportatori di beni controllati a duplice impiego (i cosiddetti beni «dual-use»), ha un grande interesse a partecipare attivamente al perfezionamento di questi regimi.

Così, nell'ambito del Gruppo dei Paesi fornitori di materiale nucleare (NSG), la Svizzera si è impegnata attivamente affinché vengano tutelati i suoi diritti e interessi, in particolare nel settore della tecnologia per l'arricchimento dell'uranio. Gli Stati Uniti avevano presentato una proposta per modificare le direttive che avrebbe svantaggiato la Svizzera da questo punto di vista. L'adozione formale del nuovo testo è in sospeso.

Spinto dagli importanti sviluppi tecnologici intervenuti, alla fine del 2010 il NSG ha iniziato la revisione delle sue liste di controllo, che si protrarrà per diversi anni. La Svizzera si è impegnata affinché singole proposte presentate di recente per adeguare gli elenchi dei beni, riguardanti ad esempio la separazione degli isotopi stabili, vengano trattate nel quadro della revisione. Il NSG è molto importante per l'industria svizzera, in particolare per le sue disposizioni riguardanti le macchine utensili e la tecnologia del vuoto.

Nell'anno in rassegna, la Svizzera ha assunto la presidenza dell'assemblea plenaria dell'Accordo di Wassenaar; un gruppo di lavoro presieduto dal nostro Paese ha esaminato la richiesta di adesione di Serbia e Islanda. Prima della loro adesione definitiva, si deve verificare l'attuazione delle legislazioni pertinenti. In dicembre, l'assemblea plenaria ha approvato il calendario dei lavori di valutazione complessiva del funzionamento del regime. Indipendentemente dalla presidenza dell'assemblea plenaria, come nell'anno precedente la Svizzera ha presieduto le riunioni delle autorità per il rilascio delle autorizzazioni degli Stati partecipanti («Licencing and Enforcement Officers Meeting», LEOM).

Il Gruppo d'Australia ha per obiettivo di impedire la diffusione di armi chimiche e biologiche. Nell'ambito di questo regime, a novembre la Svizzera ha organizzato una riunione
intermedia a Ginevra per discutere della messa in atto e del perfezionamento dei controlli.

Dopo l'utilizzo abusivo di un aereo d'addestramento militare fornito al Ciad dal nostro Paese, nel 2008 il Consiglio federale ha deciso di elaborare una proposta di revisione della legge sul controllo dei beni (RS 946.202). Nel concreto, si trattava di introdurre nella legge un nuovo motivo di rifiuto generale. La decisione di non entrata in materia delle Camere federali mostra che la maggioranza del Parlamento giudica sufficienti le basi legali esistenti.

48

Gruppo d'Australia (GA), Gruppo dei Paesi fornitori di materiale nucleare (NSG), Regime di controllo delle tecnologie balistiche (MTCR), Accordo di Wassenaar (WA), ognuno con circa quaranta Stati partecipanti.

1370

Negli scorsi anni si è registrato un continuo aumento dei tentativi di acquisti di beni non controllati che, per le loro caratteristiche tecniche, possono anche essere utilizzati abusivamente per scopi relativi alla proliferazione nucleare. Una sentenza emanata in gennaio dal Tribunale federale ha mostrato come, basandosi sulla legislazione in vigore (obbligo di notifica o clausola «catch-all» conformemente all'art. 4 dell'ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego, OBDI, RS 946.202.1), è possibile sanzionare simili casi soltanto in modo insufficiente. È all'esame un adeguamento dell'OBDI per ovviare a questa lacuna.

9.1.2

Controllo dei beni soggetti ad autorizzazione e dichiarazione

I beni a duplice impiego soggetti ad autorizzazione e i beni militari speciali sono contemplati nell'OBDI e nell'ordinanza del 17 ottobre 2007 sul controllo dei composti chimici (OCCC, RS 946.202.21). Gli aggiornamenti nel quadro del regime di controllo delle esportazioni vengono integrati regolarmente negli allegati dell'OBDI.

L'ultimo adeguamento è del 1° gennaio.

I dati chiave sulle esportazioni nell'ambito della LBDI sono riassunti nella tabella nel numero 9.1.3. Il valore totale di tutti i beni esportati con un'autorizzazione è tuttavia di molto superiore all'importo di 721,3 milioni di franchi riportato, perché questa somma non comprende i beni esportati con un permesso generale di esportazione.

Nel periodo in esame, la SECO ha respinto in tutto quattro richieste di esportazione, tra cui due notifiche «catch-all» conformi all'articolo 4 OBDI. Il numero esiguo di risposte negative rispetto all'anno precedente si può spiegare con i successi conseguiti negli sforzi volti a combattere la proliferazione, che impediscono i tentativi di acquisti già in uno stadio iniziale. Queste misure poggiano su una stretta collaborazione fra la SECO e altre autorità federali, in particolare l'Amministrazione federale delle dogane e il Servizio di informazione, e sulla cooperazione internazionale.

Inoltre, anche l'accresciuta sensibilità delle cerchie economiche interessate potrebbe avere contribuito a favorire la tendenza a rinunciare sin dall'inizio ad affari delicati o che possono avere una rilevanza dal profilo della non proliferazione. Per quanto concerne gli scambi con l'Iran, le crescenti difficoltà poste al disbrigo delle pratiche finanziarie hanno contribuito alla sostanziale prudenza da parte dell'industria.

Le sanzioni prese dalla Svizzera nei confronti dell'Iran sulla base della risoluzione 1929 del Consiglio di sicurezza dell'ONU e la loro discrepanza rispetto alle sanzioni supplementari decise dagli Stati Uniti, dall'UE e da altri Paesi (cfr. n. 9.2.1) hanno contribuito ad accentuare la vigilanza, ma anche l'insicurezza, degli ambienti economici. Alla SECO sono giunte numerose richieste riguardanti le attività commerciali che rimangono legalmente possibili fra la Svizzera e l'Iran. Nel solo periodo giugno-settembre, la SECO ha esaminato oltre 270 richieste riguardanti l'esportazione di beni non controllati verso l'Iran, per un valore totale di 123 milioni di franchi, giudicandole non rilevanti dal profilo della non proliferazione.

1371

9.1.3

Dati chiave sulle esportazioni soggette alla legge sul controllo dei beni a duplice impiego

Dal 1° ottobre 2009 al 30 settembre 2010, le domande di esportazione e le esportazioni soggette all'obbligo di notifica, autorizzate o rifiutate in base all'OBDI e all'OCCC, sono state le seguenti: Autorizzazioni [individuali]1

Numero

Valore in milioni di fr.

158 400

28 211,5

180

33,1

56

40,7

569 167

355,7 45,8

­ Armi (conformemente all'allegato 5 OBDI)2

68

1,5

­ Esplosivi (conformemente all'allegato 5 OBDI)3

21

4,5

­ Beni autorizzati secondo l'OCCC

13

0,5

1 632

721,3

Numero

Valore in fr.

­ 1 1 ­ 2

­ 130 152 5 000 000 ­ 451 230

4

5 581 382

24

­

­ Settore nucleare (NSG): ­ beni nucleari propriamente detti ­ beni a duplice impiego ­ Beni a duplice impiego del settore delle armi chimiche e biologiche (AG) ­ Beni a duplice impiego del settore missilistico (MTCR) ­ Settore delle armi convenzionali (WA): ­ beni a duplice impiego ­ beni materiali specifici (senza materiale bellico)

Totale

Domande respinte ­ ­ ­ ­ ­

nel quadro NSG nel quadro AG nel quadro MTCR nel quadro WA nel quadro della clausola «catch all»

Totale Dichiarazioni in base all'art. 4 OBDI («catch all»)

1372

Numero di permessi generali di esportazione4 ­ Permessi generali d'esportazione ordinari (PGO secondo l'OBDI)

145

­ Permessi generali d'esportazione straordinari (PGS secondo l'OBDI)

25

­ Permessi generali di esportazione (secondo l'OCCC)

10

Totale

180

Certificati di importazione

530

1 2 3 4

Talune autorizzazioni figurano due volte perché rientrano in due diversi regimi di controllo delle esportazioni.

Armi la cui esportazione è soggetta a un controllo nazionale (Legge del 20 giugno 1997 sulle armi; RS 514.54), ma non a un controllo internazionale.

Esplosivi la cui esportazione è soggetta a un controllo nazionale (Legge del 25 marzo 1977 sugli esplosivi; RS 941.41), ma non a un controllo internazionale.

Si tratta di tutti i permessi generali di esportazione validi. La loro durata di validità è di due anni.

9.2

Misure di embargo

La legge federale del 22 marzo 2002 sull'applicazione di sanzioni internazionali (Legge sugli embarghi, LEmb, RS 946.231) è in vigore dal 1° gennaio 2003. Essa si è rivelata, di massima, adeguata e offre una base solida per la messa in atto delle sanzioni internazionali in Svizzera. Nella sua applicazione pratica è tuttavia emerso un bisogno di adeguamento riguardante varie disposizioni. Il 18 giugno è stato perciò posto in consultazione un progetto di modifica della LEmb. In particolare, sono stati proposti un adeguamento della disposizione in materia di assistenza amministrativa, un'estensione del campo d'applicazione delle misure coercitive e diverse modifiche nelle disposizioni penali.

9.2.1

Misure di embargo dell'ONU

Durante il periodo in esame, in conformità con le decisioni prese dal Comitato per le sanzioni dell'ONU, l'allegato 2 dell'ordinanza del 2 ottobre 2000 che istituisce provvedimenti nei confronti delle persone e delle organizzazioni legate a Osama bin Laden, al gruppo «Al-Qaïda» o ai Taliban (RS 946.203) è stato adeguato più volte (RU 2010 555 891 1235 1607 2183 3331 3515 3627 4057 4935 5249, RU 2011 49).

L'allegato contiene i nomi delle persone, dei gruppi e delle organizzazioni soggetti alle sanzioni (sanzioni finanziarie, divieto di entrata in Svizzera e di transito attraverso la Svizzera, embargo sugli armamenti). Alla fine dell'anno, a motivo della suddetta ordinanza, in Svizzera erano stati congelati circa 17 milioni di franchi.

In reazione alla critica subita riguardo alla procedura di radiazione dalla lista, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha deciso, con la risoluzione 1904 (2009), di istitu1373

ire un posto di mediatore, occupato dal 3 giugno dalla giudice canadese Kimberly Prost. Il 4 marzo il Consiglio nazionale ha accolto una mozione del Consiglio degli Stati (ex mozione Dick Marty) che impone al Consiglio federale di non attuare più le sanzioni contro le persone fisiche disposte sulla base di risoluzioni adottate in nome della lotta al terrorismo, qualora talune condizioni dello Stato di diritto non siano adempiute.

La durata di validità dell'ordinanza del 18 maggio 2004 concernente la confisca degli averi e delle risorse economiche iracheni congelati e il loro trasferimento al «Development Fund for Iraq» (RS 946.206.1) è stata prorogata sino al 30 giugno 2013 (RU 2010 2805). La procedura di ricorso portata in un caso innanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) è tuttora pendente.

L'ordinanza del 19 gennaio 2005 che istituisce provvedimenti nei confronti della Liberia è stata modificata dal Consiglio federale il 17 febbraio (RU 2010 683).

L'embargo sul materiale d'armamento è stato adeguato alle direttive della risoluzione 1903 (2009) del Consiglio di sicurezza dell'ONU e sono state inoltre abrogate le sanzioni finanziarie e i divieti di entrata e transito nei confronti di una persona fisica.

Mediante la risoluzione 1940 del 29 settembre, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha abrogato le sanzioni nei confronti della Sierra Leone, in vigore da 13 anni. Il governo controlla ora di nuovo l'intero territorio nazionale e le forze armate non governative sono state disarmate. Anche la situazione economica e sociale è migliorata. Di conseguenza, il 3 novembre (RU 2010 5029), il Consiglio federale ha abrogato l'ordinanza dell'8 dicembre 1997 che istituisce misure nei confronti della Sierra Leone (RS 946.209).

Il 28 settembre, seguendo le direttive del Consiglio di sicurezza dell'ONU, il DFE ha adeguato (RU 2010 4505) l'allegato dell'ordinanza del 22 giugno 2005 che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica democratica del Congo (RS 946.231.12). Esso contiene un elenco delle persone, imprese e organizzazioni i cui valori patrimoniali sono bloccati e per le quali vige un divieto di entrata e di transito.

Nella sua risoluzione 1929 del 9 giugno il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha deciso sanzioni supplementari nei confronti dell'Iran, non avendo quest'ultimo
soddisfatto le richieste riguardo al suo programma nucleare e missilistico. Il Consiglio federale ha attuato le decisioni vincolanti del Consiglio di sicurezza apportando due modifiche all'ordinanza del 14 febbraio 2007 che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica dell'Iran (RS 946.231.143.6, RU 2010 2879 3569). Nella seconda metà dell'anno, gli Stati Uniti, l'UE e diversi altri Stati hanno adottato sanzioni unilaterali supplementari nei confronti dell'Iran, che hanno avuto fra l'altro l'effetto di rendere assai ardui i pagamenti da o verso l'Iran, anche per affari che di per sé non avrebbero creato problemi (cfr. n. 9.1.2).

Con l'ordinanza del 13 maggio 2009 che istituisce provvedimenti nei confronti della Somalia (RS 946.231.169.4) vengono attuate le misure adottate dal Consiglio di sicurezza dell'ONU mediante la risoluzione 1844. Si tratta in particolare di un ampio embargo sugli armamenti, di restrizioni finanziarie e di movimento. In esecuzione di una decisione presa dal Comitato per le sanzioni dell'ONU, il 7 maggio il DFE ha aggiunto il nome di otto persone e di un'organizzazione nell'allegato dell'ordinanza (RU 2010 2059).

1374

Mediante la risoluzione 1907 (2009), il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha emanato un embargo generale sul materiale d'armamento nonché restrizioni finanziarie e di movimento nei confronti dell'Eritrea. Con il sostegno ai gruppi di ribelli armati somali, il Paese mette a rischio gli sforzi di pace e la stabilità della regione. Esso si rifiuta inoltre di rispettare la risoluzione 1862 (2009) riguardante le controversie di confine con Gibuti. Per applicare questa decisione del Consiglio di sicurezza, il 3 febbraio il Consiglio federale ha emanato l'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti dell'Eritrea (RS 946.231.132.9, RU 2010 559).

Le altre ordinanze fondate su risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU sono rimaste invariate.

9.2.2

Misure di embargo dell'UE

Il 24 febbraio il Consiglio federale ha disposto un inasprimento delle sanzioni nei confronti della Guinea (RU 2010 767, RS 946.231.138.1). Nei confronti delle persone soggette a divieto d'ingresso sono state adottate anche sanzioni finanziarie.

Inoltre, è stato dichiarato l'embargo sulle forniture di beni che possono essere utilizzati ai fini di repressione interna ed è stato ampliato l'embargo sul materiale d'armamento. L'attuale ordinanza, emanata il 16 dicembre 2009 a seguito di una decisione dell'UE, è stata oggetto di una revisione totale. Con le misure coercitive si vuole indurre il governo della Guinea a instaurare al più presto condizioni democratiche e dello Stato di diritto e a rispettare i diritti umani. Mediante la modifica del 15 aprile (RU 2010 1611) dell'allegato 2 dell'ordinanza sono state abrogate le sanzioni nei confronti di quattro persone fisiche.

Continuano a essere applicate le misure coercitive nei riguardi dello Zimbabwe che il Consiglio federale aveva adottato con l'ordinanza del 19 marzo 2002 (RS 946.209.2) a seguito di accertati brogli elettorali e di violazioni dei diritti umani in questo Paese. Si tratta in particolare di un divieto di esportare armamenti e materiale che potrebbe essere usato per repressioni interne, di sanzioni finanziarie e di restrizioni di movimento nei riguardi di determinate imprese e persone aventi stretti legami con il regime di Robert Mugabe. In conformità con le decisioni dell'UE, il DFE ha stralciato quattordici iscrizioni (cinque persone e nove imprese) dall'elenco dell'allegato 2 dell'ordinanza (RU 2010 739 905). Rimangono dunque ancora soggette alle sanzioni 198 persone e 31 imprese.

Gli allegati 2 e 3 dell'ordinanza del 28 giugno 2006 che istituisce provvedimenti nei confronti del Myanmar (RS 946.231.157.5) sono stati aggiornati in conformità con l'UE (RU 2010 5549). Si tratta in particolare delle liste di persone e imprese soggette alle sanzioni.

Le ordinanze che istituiscono provvedimenti nei confronti di determinate persone della ex Repubblica federale di Jugoslavia (RS 946.207) o nei confronti della Bielorussia (RS 946.231.116.9), anch'esse con riferimento ai provvedimenti applicati dall'UE, sono state prorogate senza modifiche.

1375

9.3

Misure relative ai «diamanti della guerra»

Volte a evitare che i diamanti grezzi provenienti da regioni in conflitto giungano sui mercati legali, le misure di attuazione del sistema di certificazione per diamanti grezzi («Kimberley Process Certification Scheme») continuano a essere applicate.

Con 73 Stati partecipanti (inclusi gli Stati membri dell'UE), il sistema controlla praticamente l'intera produzione e commercio mondiale di diamanti grezzi.

Dopo un divieto di nove mesi, a settembre lo Zimbabwe ha per la prima volta potuto vendere all'asta diamanti provenienti dalla regione di produzione controversa di Marange. Il Processo di Kimberley aveva imposto un regime speciale allo Zimbabwe dopo che era stato reso noto il verificarsi di massicce violazione dei diritti dell'uomo da parte dell'esercito nei campi di diamanti di Marange.

Tra il 1° ottobre 2008 e il 30 settembre 2009 la Svizzera ha rilasciato 516 certificati per diamanti grezzi. Nello stesso periodo, sono stati importati o immagazzinati in depositi doganali diamanti grezzi per un valore di 1,29 miliardi di dollari (10 milioni di carati), ed esportati o ritirati da depositi doganali diamanti grezzi per un valore di 1,53 miliardi di dollari (10 milioni di carati). In Svizzera, oltre il 99 per cento del commercio di diamanti grezzi avviene nei punti franchi doganali. Queste cifre confermano la ripresa del commercio di diamanti dopo la crisi.

10

Promozione della piazza economica

10.1

Promozione delle esportazioni e assicurazione contro i rischi delle esportazioni

La promozione delle esportazioni, l'assicurazione contro i rischi delle esportazioni e la promozione della piazza economica sono misure della Confederazione finalizzate ad agevolare l'attività economica delle imprese all'estero e a creare le basi per un efficace insediamento degli investimenti stranieri in Svizzera.

Oltre alle ripercussioni della crisi economica, soprattutto il forte apprezzamento del franco rispetto all'euro ha pesato sull'attività commerciale delle ditte svizzere orientate all'esportazione. La domanda da parte di queste imprese di prestazioni dell'«OSEC Business Network Switzerland» (OSEC) e dell'assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE) è stata notevole anche nel 2010. I nuovi progetti e prodotti lanciati nel 2009 e all'inizio del 2010 dalle due organizzazioni nel quadro delle misure di stabilizzazione congiunturale hanno svolto un ruolo particolarmente importante. Come emerso dalle valutazioni esterne dei mandati della Confederazione affidati all'OSEC (promozione delle esportazioni e della piazza economica), nonché dell'attività dell'ASRE, negli ultimi anni queste organizzazioni hanno operato in modo efficiente e calibrato alle varie esigenze.

1376

10.1.1

OSEC Business Network Switzerland (OSEC)

A livello operativo i compiti relativi alla promozione delle esportazioni vengono realizzati dal 1927 dall'associazione di diritto privato OSEC. L'OSEC offre alle PMI svizzere e del Liechtenstein informazioni preliminari sui mercati esteri e una consulenza di base sulle questioni concernenti le esportazioni, ma partecipa ad esempio anche a manifestazioni congiunte svizzere nelle fiere all'estero. L'OSEC procura anche prestazioni commerciali.

La strategia dell'OSEC, fondata su piattaforme, si basa sul principio della sussidiarietà e sul coinvolgimento di consulenti ed esperti privati. I mandati affidati a esperti e a società private hanno continuato ad aumentare e rappresentano ora una buona parte delle attività. Nel 2009 l'OSEC ha trasferito complessivamente 1,1 milioni di franchi svizzeri alle camere di commercio e dell'industria per mandati e progetti congiunti. A fine 2010 l'OSEC impiegava in totale, nelle sue sedi di Zurigo, Losanna e Lugano, 111 persone, ossia circa 96 posti a tempo pieno.

All'estero le ambasciate e i consolati generali della Svizzera sono i principali partner dell'OSEC. Nei mercati d'esportazione attualmente più importanti e promettenti l'OSEC può contare sull'appoggio di diciotto «Swiss Business Hub», nella maggior parte dei casi annessi alle ambasciate. Due di questi, vale a dire i business hub di Canada e Corea del Sud, sono stati aperti per la prima volta nel corso dell'anno in rassegna.

Nell'autunno 2009 il Parlamento aveva deciso di creare piattaforme d'esportazione nel quadro del terzo pacchetto di misure di stabilizzazione congiunturale. Attraverso questo finanziamento iniziale si intendeva aiutare le PMI innovative, ma ancora sconosciute all'estero, a commercializzare i propri prodotti e servizi con un unico marchio cappello. Il coordinamento generale del progetto è stato affidato all'OSEC nell'ambito del suo mandato di promozione delle esportazioni. Le tre piattaforme d'esportazione nei settori cleantech, medtech e architettura/ingegneria/design sono operative dall'inizio dell'estate 2010.

Nel periodo in rassegna le attività di promozione delle esportazioni dell'OSEC si sono concentrate principalmente sull'attuazione rapida dei mandati supplementari a favore della stabilizzazione congiunturale e l'ottimizzazione degli attuali servizi di promozione delle
esportazioni. Nell'anno in rassegna la domanda di prestazioni dell'OSEC da parte delle PMI è aumentata di nuovo in maniera significativa.

In base a una valutazione condotta, l'operato dell'OSEC nel periodo che va dal 2008 a metà 2010 è stato utile ed efficiente49 e il principio di sussidiarietà è stato rispettato in modo adeguato. Le raccomandazioni di tipo operativo ed organizzativo formulate dagli autori dello studio si basano soprattutto sul fatto che l'OSEC dovrebbe sviluppare e completare in modo mirato le proprie conoscenze settoriali in materia di promozione delle esportazioni. A loro avviso, l'OSEC dovrebbe curare ancora meglio le relazioni con la clientela, sviluppando inoltre prodotti e servizi che corrispondano in modo ancora più specifico alle esigenze delle piccole imprese.

49

Rapporto finale: Valutazione dei mandati di prestazioni «promozione delle esportazioni» e «informazione riguardante la piazza imprenditoriale svizzera» 2008­2011 (disponibile unicamente in tedesco,) cfr.

http://www.seco.admin.ch/themen/00476/00479/index.html?lang=it

1377

10.1.2

Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE)

Considerato che i nuovi impegni hanno raggiunto i 3,5 miliardi di franchi e il risultato d'impresa è stato di 79,2 milioni di franchi, il Consiglio federale ha preso atto del buon risultato d'esercizio dell'ASRE nel 2009.

La forte diminuzione degli ordini registrata dal settore svizzero dell'esportazione nel 2008 e 2009 (gli anni della crisi) ha causato cali del fatturato e di conseguenza carenze di liquidità ancora percepibili nel 2010. Sebbene l'andamento degli ordini si sia ripreso nell'anno in rassegna, molte imprese continuano a non disporre dei fondi necessari per finanziare la produzione. In questa situazione l'ASRE è riuscita a sostenere efficacemente le imprese esportatrici, in particolare grazie ai nuovi prodotti introdotti con la seconda fase delle misure di stabilizzazione congiunturale della Confederazione. Tra questi nuovi prodotti rientrano l'assicurazione del credito di fabbricazione, la garanzia cauzionale e la garanzia di rifinanziamento. Questi nuovi prodotti sono destinati a migliorare le possibilità di finanziamento delle esportazioni, evitando carenze di liquidità agli esportatori.

Sono state soprattutto la garanzia cauzionale e l'assicurazione del credito di fabbricazione a suscitare un vivo interesse dalla loro introduzione nel maggio 2009: con oltre cento garanzie cauzionali e assicurazioni del credito di fabbricazione, l'ASRE ha sostenuto la realizzazione di esportazioni per un valore di oltre 1,5 miliardi di franchi, contribuendo dunque efficacemente alla salvaguardia dei posti di lavoro. Più di due terzi delle garanzie cauzionali e delle assicurazioni del credito di fabbricazione emesse erano destinati a PMI.

Come negli anni passati, sono risultate particolarmente richieste le assicurazioni dell'ASRE per le esportazioni in Paesi quali Russia, Turchia o Algeria. È proseguita la tendenza ad assicurare il finanziamento di progetti, in parte anche nei Paesi che costituiscono il nocciolo duro dell'OCSE, ma si è attenuata leggermente rispetto all'anno precedente. Nell'anno in rassegna alcuni esportatori hanno subito dei ritardi di pagamento, ma finora è stato necessario versare soltanto indennizzi di modesta entità. Per esperienza si sa che l'ASRE può recuperare in parte le somme versate, generalmente sulla base di accordi di conversione del debito con gli Stati coinvolti.
L'attività dell'ASRE è stata oggetto di una valutazione esterna globale, a partire dalla sua istituzione avvenuta il 1° gennaio 200750. La valutazione attesta un'attuazione efficiente ed efficace, da parte dell'ASRE, delle norme legislative. Il riscontro dei clienti è pienamente positivo e l'offerta di servizi risulta competitiva nel confronto internazionale. La valutazione giunge inoltre alla conclusione che le operazioni coperte dall'ASRE hanno generato, nella media annua, una creazione di valore lordo per gli esportatori pari a 939 milioni di franchi. A tale cifra va sommata una creazione indiretta di valore di 1 581 milioni di franchi, indotta dagli effetti sui redditi e gli investimenti dei fornitori dell'export industriale e/o in altri settori.

L'effetto diretto sull'occupazione è stato in media di 5173 posti di lavoro a tempo pieno, quello indiretto di 10 971 posti a tempo pieno51. La valutazione non ha messo 50

51

«Schlussbericht Evaluation der Schweizerische Exportrisikoversicherung SERV» (disponibile solo in tedesco) cfr: http://www.seco.admin.ch/themen/00513/00595/00596/index.html?lang=it.

Non sono stati esaminati i cosiddetti «effetti inerziali», vale a dire la percentuale di affari che sarebbero stati conclusi anche senza la copertura assicurativa dell'ASRE.

1378

in luce alcuna infrazione da parte dell'ASRE ai principi della politica estera svizzera nel quadro delle sue attività né problemi degni di nota in materia di sussidiarietà.

10.1.3

Finanziamento delle esportazioni (OCSE)

I negoziati in corso da oltre due anni nel quadro della Convenzione dell'OCSE sui crediti all'esportazione si sono conclusi in febbraio con la definizione di un nuovo sistema di premi. Pertanto, oltre ai premi minimi armonizzati già introdotti nel 1999 per i rischi politici (rischi legati al Paese), ora sono stati introdotti anche i premi delle agenzie di credito all'esportazione per i rischi economici (acquirenti, banche).

Il nuovo sistema contribuisce a evitare distorsioni della concorrenza ed entrerà probabilmente in vigore il 1° settembre 2011.

Un'altra priorità tematica del Gruppo crediti all'esportazione e dei membri della Convenzione dell'OCSE sui crediti all'esportazione sono stati i negoziati sull'estensione del campo di applicazione dell'accordo settoriale relativo a progetti nei settori delle energie rinnovabili e delle risorse idriche, rivisto e approvato nel 2009. In particolare l'Accordo settoriale deve essere esteso alle tecnologie che forniscono un contributo sostanziale per la salvaguardia del clima. Il Gruppo crediti all'esportazione ha proseguito la rielaborazione, avviata l'anno precedente, delle direttive ambientali in vigore dal 2007. In futuro gli aspetti sociali, inclusi i diritti umani, verranno considerati in modo più completo.

10.1.4

Conversione del debito (Club di Parigi)

Le conseguenze della crisi finanziaria mondiale hanno influenzato le attività del Club di Parigi. Le difficoltà di pagamento di grandi imprese private o semipubbliche hanno posto il Club di fronte a nuove sfide. Di consueto, il Club si occupa di richieste interstatali o private che beneficiano di una garanzia pubblica. Nel caso di Dubai, Kazakistan e Islanda le ristrutturazioni di grandi imprese che hanno avuto come conseguenza anche un coinvolgimento statale sono stata tuttavia realizzate al di fuori del Club di Parigi.

L'accelerazione del cambiamento dei rapporti di forza economici e la comparsa sulla scena di Paesi emergenti nel ruolo di creditori rende sempre più necessario il coinvolgimento di nuovi attori negli sforzi di conversione del debito al fine di garantire il successo delle misure adottate nel Club di Parigi.

Accordi di sdebitamento sono stati negoziati con la Liberia, la Repubblica del Congo e altri sei Stati. Haiti, che in gennaio è stato colpito da un forte terremoto, aveva ottenuto dal Club di Parigi un condono completo del debito già nell'estate del 2009.

Dopo che la Repubblica del Congo e la Repubblica Centrafricana hanno raggiunto il punto di completamento («completion point»), concludendo pertanto con successo la cosiddetta iniziativa HIPC («Per i Paesi poveri fortemente indebitati», «Heavily Indebted Poor Country»), la Svizzera ha firmato con questi due Stati, rispettivamente il 21 luglio e il 15 luglio, un accordo bilaterale con il quale sono stati condonati tutti i debiti (rispettivamente 11,1 e 20,6 milioni di franchi). Anche la Liberia, che ha raggiunto il «completion point» dell'iniziativa HIPC in giugno, beneficerà, dopo la

1379

firma dell'accordo bilaterale, del condono dei debiti restanti per un ammontare di 3,3 milioni di franchi. Inoltre, anche l'Angola è stata esentata dal servizio del debito.

10.2

Promozione della piazza economica

La concorrenza internazionale resta intensa anche dopo la crisi economicofinanziaria internazionale. Dopo due anni piuttosto difficili in questo senso, si è constatato che nel 2010 è di nuovo aumentato l'interesse delle società estere per gli investimenti concreti in Svizzera. Grazie alle condizioni quadro complessivamente più favorevoli, l'OSEC ha potuto applicare senza particolari difficoltà il suo programma di promozione della piazza economica elaborato in stretta collaborazione con i Cantoni.

Nel quadro della promozione della piazza economica, la Confederazione ha promosso l'insediamento di imprese straniere in Svizzera al fine di creare posti di lavoro e aumentare il sostrato fiscale. Gli investitori potenzialmente interessati vengono informati tramite Internet, i media e varie manifestazioni. L'attuale base legale è costituita dalla legge federale del 5 ottobre 2007 che promuove l'informazione riguardante la piazza imprenditoriale svizzera (RS 194.2). Dal 2008 l'esecuzione delle misure è affidata all'OSEC sulla base di una convenzione sulle prestazioni e viene concordata in stretta collaborazione con i Cantoni. L'OSEC disponeva anche nel 2010 di un budget di circa sei milioni di CHF, di cui 1,3 milioni provenienti dai contributi dei Cantoni.

L'Osec ha organizzato principalmente manifestazioni di promozione nazionale della piazza economica in Europa (Germania, Francia e Russia), negli Stati Uniti, in Giappone, in Cina e in India. Oltre a seminari per investitori e a diverse partecipazioni a fiere e conferenze, i viaggi stampa e le missioni all'estero di giornalisti per conto di imprese estere hanno permesso di allacciare preziosi contatti. In alcuni casi sono stati introdotti nuovi formati, come i seminari on line per gli investitori.

Analogamente alla promozione delle esportazioni (cfr. n. 10.1.1), anche il mandato di promozione economica che la SECO ha assegnato all'OSEC è stato sottoposto a una valutazione esterna. Gli autori sono giunti a un risultato complessivamente positivo, tuttavia fanno notare che nella sua promozione della piazza economica l'OSEC deve acquisire ancora ulteriore esperienza e migliorare il (difficile) coordinamento dei rappresentanti cantonali incaricati della promozione economica. Gli autori della valutazione propongono anche di istituire un sistema modulare per
tali servizi, ovvero di consentire ai Cantoni di limitare il ricorso ai servizi OSEC a determinati Paesi e di finanziarli separatamente.

Secondo una valutazione condotta tra i Cantoni dalla Conferenza dei direttori cantonali dell'economia, gli sforzi congiunti da parte della Confederazione e dei Cantoni per la piazza economica svizzera hanno portato nel 2009 all'insediamento in totale di 401 nuove ditte e creato 1 512 nuovi posti di lavoro. Sebbene in lieve calo rispetto al 2008 (498 ditte con 1 851 nuovi posti di lavoro), tale risultato va considerato

1380

pienamente positivo alla luce della crisi economica e finanziaria. Nel 2010 l'interesse per gli insediamenti concreti è stato nuovamente più forte che non nei due anni precedenti.

10.3

Turismo

Dopo un notevole calo dei pernottamenti nel 2009 per effetto di fattori congiunturali, i dati relativi all'autunno 2010 rivelano una stabilizzazione temporanea.

A causa del forte apprezzamento del franco svizzero e dell'incertezza delle prospettive congiunturali, la domanda turistica tenderà a restare modesta nel corso dell'anno in rassegna e all'inizio del 2011.

Il sostegno al marketing turistico deciso nel 2009 nel quadro della seconda fase delle misure di stabilizzazione congiunturale ha contribuito, nell'estate del 2009 e nell'inverno 2009/2010, ad attenuare il calo della domanda su questo mercato: il programma di sostegno ha permesso di realizzare un fatturato di 378 milioni di franchi, il che corrisponde a 1,35 milioni di pernottamenti.

Il Consiglio federale ritiene che il settore turistico disponga di un notevole potenziale di sviluppo. In giugno ha approvato la «strategia di crescita per la piazza turistica svizzera», che verrà attuata a partire dal 2012 e fornirà a quest'ultima un quadro orientativo a medio e a lungo termine.

Tra gennaio e agosto i pernottamenti sono aumentati del 2,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. L'andamento positivo del numero di pernottamenti registrato in questo lasso di tempo è caratterizzato da un notevole spostamento della domanda: mentre il numero di ospiti provenienti dalla Germania (tradizionalmente i più numerosi) si è ridotto del 2,5 per cento, tra gennaio e agosto la Svizzera è diventata una meta sempre più apprezzata dai turisti provenienti dall'Asia e dal Medio Oriente.

10.3.1

Strategia di crescita per la piazza turistica svizzera

Imprimendo un nuovo orientamento alla politica del turismo, il Consiglio federale intende migliorare le condizioni quadro per le imprese del settore e promuovere la piazza turistica svizzera attraverso strumenti ad hoc. Per attuare questa politica la SECO svilupperà entro la fine del 2011, d'intesa con gli operatori coinvolti, dei programmi di attuazione, il primo dei quali è previsto per il periodo 2012-2015. La tabella seguente illustra gli orientamenti principali della strategia di crescita per la piazza turistica svizzera.

1381

La politica del turismo della Confederazione ­ le quattro strategie chiave Politica del turismo orientata alla crescita Miglioramento delle condizioni quadro Strategia 1: utilizzo dell'«issue management» strategico

Strategia 2: consolidamento dei compiti intersettoriali

Promozione della piazza turistica Strategia 3: incremento dell'attrattiva dell'offerta

Strategia 4: consolidamento dell'immagine della piazza turistica svizzera sui mercati

La nuova concezione della politica del turismo della Confederazione si basa su quattro strategie. Con la prima strategia, l'«issue management» strategico, coglie tempestivamente tematiche importanti per poi svilupparle ulteriormente. In tal modo temi che interessano la politica in maniera trasversale quali i mutamenti climatici vengono trattati nell'ottica del turismo. L'«issue management» strategico intende far sì che la politica del turismo della Confederazione riconosca tempestivamente rischi e opportunità adottando quindi le misure necessarie. La Confederazione individua le misure necessarie per la piazza turistica svizzera e sostiene gli operatori del settore nella ricerca di soluzioni. A tal fine la SECO organizza una piattaforma di scambio denominata «Forum Turismo Svizzera».

Molti settori politici possono influire sulle opportunità di sviluppo delle aziende. I più importanti per il turismo sono la politica economica, la politica infrastrutturale e dei trasporti, la politica regionale e d'assetto del territorio nonché la politica climatica e ambientale. La seconda strategia dovrebbe permettere alla politica del turismo di vegliare affinché le politiche settoriali non frappongano inutili ostacoli al turismo.

L'obiettivo è di migliorare le opportunità delle imprese turistiche sui mercati coordinando i compiti intersettoriali. Per quanto riguarda questi ultimi, è particolarmente importante tener conto dei principi dello sviluppo sostenibile.

Il miglioramento dell'attrattiva dell'offerta turistica rappresenta la terza strategia della nuova politica del turismo. La Confederazione promuove questo compito e coadiuva le imprese del settore incentivando l'innovazione, la cooperazione e gli investimenti. Innotour è lo strumento di promozione dell'innovazione e della collaborazione nel turismo, la cui scadenza è prevista per la fine del 2012. L'Istituto per l'amministrazione pubblica e il turismo dell'Università di San Gallo (IDT) ha realizzato una valutazione finale per l'intero periodo di attività di Innotour (dal 1998 al 2010). Gli autori dello studio attestano che Innotour presenta un elevato grado di efficacia e raccomandano di continuare a utilizzare tale strumento. Avviando la procedura di consultazione concernente la legge federale che promuove l'innovazione e la collaborazione nel turismo
(RS 935.22) il Consiglio federale ha deciso di seguire la raccomandazione degli esperti. In futuro la legge federale dovrebbe essere applicabile a tempo indeterminato e sarà completata con altri ambiti, in particolare con la promozione dello sviluppo delle conoscenze e della loro diffusione.

La quarta strategia consiste nel consolidare la presenza sul mercato della Svizzera come destinazione turistica. Svizzera Turismo si occupa, su mandato della Confederazione, della promozione turistica del Paese. Tale promozione, finanziata dalla Confederazione, mira a stimolare la domanda di servizi turistici in Svizzera.

1382

10.3.2

Cooperazione internazionale

Nel settore della collaborazione internazionale, la Svizzera pone l'accento sul multilateralismo. La globalizzazione del turismo rende necessario un rafforzamento della cooperazione politica a livello internazionale. In questo ambito la Svizzera si adopera per rendere agevolare al massimo la circolazione dei viaggiatori e sostiene lo scambio di conoscenze e lo sviluppo di standard internazionali, quali le statistiche sul turismo.

Come primo strumento della cooperazione multilaterale la Svizzera punta alla partecipazione attiva all'interno dell'Organizzazione mondiale del turismo dell'ONU (OMT), che persegue lo sviluppo di un turismo sostenibile e accessibile a tutti. In collaborazione con il Comitato mondiale per l'etica del turismo, l'OMT ha fondato un segretariato permanente a Roma, la cui attività è volta a far conoscere il Codice mondiale di etica del turismo. Tale codice si occupa delle sfide sociali del settore turistico, riceve l'appoggio della Svizzera e prossimamente sarà disponibile nelle tre lingue ufficiali.

La Svizzera ha svolto a più riprese, in qualità di membro del Comitato per le statistiche dell'OMT, un ruolo da pioniere sviluppando ulteriormente il quadro di riferimento dell'OMT relativo ai conti satelliti del turismo. Il conto satellite del turismo (CST) è una statistica economica completa del turismo nel quadro della contabilità nazionale. Nel 2010 sono stati pubblicati per la prima volta gli indicatori annuali per il periodo 2001­2009. Il CST viene pubblicato e costantemente perfezionato dall'Ufficio federale di statistica (UST) e dalla SECO.

Un altro organismo importante è il Comitato del turismo dell'OCSE: attualmente i suoi obiettivi prioritari sono la valutazione della competitività e l'analisi delle tendenze del settore, le innovazioni concernenti il turismo sostenibile, le liberalizzazioni e gli studi per Paese. La SECO collabora attivamente alla realizzazione di questi obiettivi, ponendo l'accento soprattutto sull'analisi delle tendenze, sulla valutazione della competitività e sulle innovazioni concernenti il turismo sostenibile.

Le conoscenze acquisite con questi lavori potranno essere utilizzate dalla Confederazione e dai Cantoni per sviluppare ulteriormente la politica turistica.

Inoltre per determinati temi la Svizzera collabora strettamente anche a livello
trilaterale con la Germania e l'Austria. Al momento, ad esempio, i tre Paesi stanno lavorando insieme nell'ambito della tutela dei minori. Hanno organizzato una campagna per la protezione di bambini e adolescenti dallo sfruttamento sessuale nel turismo, che è stata lanciata in Svizzera nell'autunno 2010.

1383

11

Allegati

11.1

Allegati 11.1.1­11.1.2 Parte I:

1384

Allegati secondo l'articolo 10 capoverso 1 della legge sulle misure economiche esterne (per conoscenza)

11.1.1

Impegno finanziario della Svizzera nel 2010 nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo

Versamenti della Svizzera alla Banca mondiale (in mio. di fr.)

Impegni istituzionali BIRS, quota di capitale SFI, quota di capitale MIGA, quota di capitale AIS, contributi AIS-MDRI Iniziative speciali Fondo globale per l'ambiente1 Fondo per consulenti e persone distaccate1 Totale dei versamenti della Svizzera 1

2007

2008

2009

2010

177,6 0,0 0,0 0,0 166,0 11,6

189,4 0,0 0,0 0,0 174,0 15,4

206,3 0,0 0,0 0,0 192,2 14,1

225,9 0,0 0,0 0,0 209,8 16,1

32,7 31,1 1,6

31,0 29,8 1,2

30,2 29,5 0,7

10,3 9,5 0.8

210,3

220,4

236,5

236,2

Fondi gestiti dalla Banca mondiale (incluso «Young Professional Program» dal 2008)

Versamenti della Svizzera alla Banca africana di sviluppo (in mio. di fr.)

Impegni istituzionali BAfS, quota di capitale FAfS, contributi FAfS-MDRI Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate Totale dei versamenti della Svizzera

2007

2008

2009

2010

60,7 1,6 56,3 2,8

69,2 0,0 66.5 2,7

87,4 0,0 83,0 4,4

86,4 0,0 81,8 4,6

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

60,7

69,2

87,4

86,4

1385

Versamenti della Svizzera alla Banca asiatica di sviluppo (in mio. di fr.)

Impegni istituzionali BAS, quota di capitale FAS, contributi Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate Totale dei versamenti della Svizzera

2007

2008

2009

2010

15,0 0,0 15,0

13,5 0,0 13,5

14,2 0,0 14,2

13,7 0,0 13,7

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

0,0 0,0

15,0

13,5

14,2

13,7

Versamenti della Svizzera alla Banca interamericana di sviluppo (in mio. di fr.)

2007

2008

2009

2010

Impegni istituzionali BIS, quota di capitale IIC, quota di capitale FSO, contributi

1,2 0,0 1,2 0,0

0,0 0,0 0,0 0,0

0,0 0,0 0,0 0,0

0,0 0,0 0,0 0,0

Iniziative speciali MIF, contributi Fondo per consulenti e persone distaccate

0,0 0,0 0,0

1,6 1,6 0,0

0,3 0,3 0,0

0,6 0,6 0,0

Totale dei versamenti della Svizzera

1,2

1,6

0,3

0,6

Versamenti della Svizzera alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (in mio. di fr.)

2007

2008

2009

2010

Impegni istituzionali BERS, quota di capitale

3,6 3,6

2,5 2,5

1,2 1,2

0,0 0,0

Iniziative speciali Fondo per consulenti e persone distaccate

0,8 0,8

1,2 1,2

0,3 0,3

0,5 0,5

Totale dei versamenti della Svizzera

4,4

3,7

1,5

0,5

1386

11.1.2

Autorizzazioni per ispezioni pre-imbarco per conto di Stati esteri

L'ordinanza del 17 maggio 1995 sull'esecuzione di ispezioni pre-imbarco (RS 946.202.8), emanata in relazione all'Accordo OMC sulle ispezioni pre-imbarco (RS 0.632.20, allegato 1A.10), disciplina l'autorizzazione, l'esecuzione e la sorveglianza di tali ispezioni (essenzialmente la verifica di qualità, quantità e prezzo) effettuate in Svizzera per conto di Stati esteri da società specializzate. Tali società necessitano di un'autorizzazione del DFE per ogni Stato mandatario.

Secondo l'articolo 15 dell'ordinanza, ogni anno è pubblicata una lista su cui figurano gli enti che dispongono di un'autorizzazione a eseguire in Svizzera ispezioni pre-imbarco e i Paesi ai quali si riferisce l'autorizzazione.

Attualmente, sono quattro le società d'ispezione che dispongono di simili autorizzazioni: la Société Générale de Surveillance SA a Ginevra (SGS), la Cotecna Inspection SA a Ginevra (Cotecna), il Bureau Véritas/BIVAC (Switzerland) AG a Weiningen (Véritas) e l'Intertek Testing Services Switzerland Ltd a Monnaz (Intertek). Le corrispondenti autorizzazioni si riferiscono a 29 Paesi, sei dei quali non sono membri dell'OMC. Qui di seguito sono elencati in ordine alfabetico i Paesi e gli enti per le ispezioni pre-imbarco52; la data di riferimento è il 1° dicembre 201053.

Paese e appartenenza all'OMC (*) = non membro

Ente per le ispezioni pre-imbarco

Autorizzazione valida dal:

Angola

Veritas Cotecna SGS Intertek Veritas Cotecna SGS SGS Veritas Cotecna Cotecna Veritas Veritas SGS Veritas Cotecna SGS SGS

28.02.2002 25.10.2006 31.10.2006 07.06.2000 21.06.2000 10.08.2004 01.09.1996 01.09.1996 02.01.2004 15.08.1996 22.08.2006 24.03.2006 15.03.2000 01.09.1996 30.05.2008 27.05.2008 12.09.2003 09.04.2003

Bangladesh Benin Burkina Faso Burundi Camerun Ciad Comore (*) Congo (Brazzaville) Congo (Kinshasa) Costa d'Avorio Ecuador Guinea Guinea equatoriale (*) Haiti Indonesia

52

L'elenco può contenere anche autorizzazioni i cui mandati di ispezione sono semplicemente sospesi, ma non rescissi, e che pertanto possono nuovamente diventare operativi.

53 L'elenco si trova anche su Internet: http://www.seco.admin.ch/themen/00513/00514/index.html?lang=de

1387

Paese e appartenenza all'OMC (*) = non membro

Ente per le ispezioni pre-imbarco

Autorizzazione valida dal:

Iran (*)

SGS Veritas Intertek Cotecna Veritas Veritas SGS Intertek Cotecna SGS Veritas Cotecna Intertek Veritas SGS Intertek SGS

01.03.2000 06.03.2001 02.12.2002 10.02.2009 08.12.1997 20.02.2007 01.09.1996 27.03.2001 08.12.1997 01.09.1999 02.01.2004 22.08.2001 14.02.2007 26.04.2010 01.04.1999 07.06.2000 10.04.2001

Liberia (*) Mali Mauritania Mozambico Niger Nigeria Repubblica Centrafricana Senegal Sierra Leone Somalia (*) Tanzania (solo Zanzibar) Uzbekistan (*)

1388

11.2

Allegati 11.2.1­11.2.5 Parte II:

Allegati secondo l'articolo 10 capoversi 2 e 3 della legge sulle misure economiche esterne (per approvazione)

1389

1390