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80.014

Messaggio concernente l'aiuto finanziario al Canton Ticino per la difesa della sua cultura e della sua lingua del 27 febbraio 1980

Onorevoli presidenti e consiglieri, Vi presentiamo questo nostro messaggio sull'aumento del sussidio al Canton Ticino, per la sua difesa culturale e linguistica, e vi preghiamo di approvare l'annesso disegno di legge.

Vi proponiamo inoltre di togliere di ruolo il postulato seguente: 1974 P 12038 Lingua e cultura italiana. Sussidio federale (N23.9.1974, Speziali).

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

27 febbraio 1980

1980-156

66

Foglio federale 1980, Voi. I

In nome del Consiglio federale svizzero: II presidente della Confederazione, Chevallaz II cancelliere della Confederazione, Huber

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Compendio Dal 1931, la Confederazione concede al Canton Ticino dei sussidi annui per la sua difesa culturale e linguistica. Il pertinente decreto federale risale al 1942 e prevede un credito di 225 000 franchi all'anno. Dall'entrata in vigore di questo decreto, 37 anni or sono, la popolazione del Cantone è aumentata di circa due terzi e il costo della vita di circa il 150 per cento; nel 1978, le spese del Ticino, in favore degli obiettivi menzionati nel decreto federale, son così salite a 9,893 milioni, cosicché la Confederazione ha finito per contribuire appena nella misura del 2,2 per cento.

A parecchie riprese il Canton Ticino, già all'inizio degli anni settanta, ha sollecitato un aumento del sussidio. Il 23 settembre 1974, il Consiglio nazionale ha adottato il postulato Speziali, del 24 giugno dello stesso anno, invitante il nostro Collegio a esaminare la possibilità di aumentare il credito a 2,5 milioni di franchi. In occasione del dibattito sul preventivo del 1979, ambedue le Camere aumentarono il credito a 1,5 milioni di franchi, seguendo una proposta dello stesso consigliere nazionale Speziali. Il dibattito dimostrò che le due Camere sono sensibili ai problemi del Ticino e che sono disposte a discutere con comprensione un progetto per l'aumento del sussidio.

Questo messaggio concerne appunto tale progetto. In sostanza vi proponiamo di aumentare il sussidio da 225 000 a 1,5 milioni di franchi. Inoltre suggeriamo di definire soltanto in generale lo scopo di questo sussidio, in modo che le autorità cantonali possano utilizzarlo secondo le necessità. Il conferimento di questa facoltà richiede però che si passi dalla forma del decreto a quella della legge federale.

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I II III

Parte generale Situazione iniziale La situazione linguistica del Ticino

Secondo i dati più recenti, quelli del censimento della popolazione nel 1970, 743 760 persone, cioè l'I 1,9 per cento dei residenti in Svizzera, appartengono alla comunità linguistica e culturale italiana: più di un decimo dunque, proporzione invero non troppo esigua per assicurare una cultura viva.

Ma questa percentuale comprende ugualmente gli stranieri di lingua italiana che lavorano per la maggior parte al nord delle Alpi e non possono, per diverse ragioni, contribuire all'affermazione della terza lingua nazionale e della cultura italiana in Svizzera. Nel 1970 la popolazione svizzera italofona contava 207557 persone (4%), di cui circa 150000 (80%) nel Ticino, circa 13 000 nelle valli grigionesi di lingua italiana (Mesocco, Oalanca, Bregaglia e Poschiavo) e circa 37 000 negli altri cantoni. Gli Svizzeri di lingua italiana residenti nel Ticino rappresentavano dunque meno del 3 per cento dei circa 6 milioni di abitanti del nostro Paese. Va poi notato che, dal 1960 al 1970, il gruppo italofono è aumentato chiaramente meno degli altri gruppi linguistici.

Questa situazione è resa ancora più difficile dall'eccentricità geografica del Ticino, dalla dispersione delle sue forze in numerosi campi e dalla fragilità dei suoi rapporti con le valli grigionesi di lingua italiana. Si aggiunga il problema della forte presenza alemannica: gli Svizzeri di lingua tedesca rappresentano un decimo della popolazione cantonale; essi esercitano una grande influenza sul piano economico, tuttavia hanno qualche difficoltà ad assimilarsi linguisticamente e culturalmente. Il turismo ha anch'esso una chiara incidenza linguistica: i villeggianti, in genere, non parlano italiano e la maggior parte di essi «braucht ein sprachliches Entgegenkommen» (M. Wermelinger, corrispondente dal Ticino della NZZ); ciò spinge i Ticinesi ad imparare bene almeno una seconda lingua nazionale già per poter vivere nel loro proprio Cantone. La mancanza di scuole superiori obbliga i giovani a proseguire i loro studi nelle università delle altre regioni linguistiche.

Questo esodo, spesso definitivo per numerosi laureati ticinesi, si ripercuote negativamente sulla lingua e sulla cultura del Cantone.

Benché non si possa parlare di una presenza della lingua e cultura italiana nelle altre regioni linguistiche del Paese, v'è nondimeno, al di qua del
Gottardo, molta simpatia per la parte meridionale del Paese, come pure esiste uno spiccato senso di solidarietà tra il Ticino e la Svizzera tedesca, che ha origine, nel XIII secolo, dai comuni interessi economici degli abitanti della valle della Reuss e del Ticino. Se questo sentimento non ha perso il suo vigore, ciò è dovuto al fatto che l'italianità dei baliaggi ticinesi fu quasi sempre rispettata dagli amministratori venuti dalla Svizzera centrale.

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La conservazione dell'italianità, una necessità politica

Grazie alla sua italianità, il Ticino occupa in seno alla Confederazione una posizione particolare, indipendentemente dal numero degli abitanti e dal suo peso economico. Il Cantone e la Confederazione devono vegliare affinchè ciò possa continuare, poiché se così non fosse, come disse il defunto consigliere federale Giuseppe Motta, il Ticino finirebbe nell'anonimato, senza la Svizzera, e questa sarebbe sfigurata senza il Ticino. Questo Cantone non è forse uno dei quattro elementi di base, linguistico-culturali, della Confederazione?

Il plurilinguismo caratterizza il genio elvetico. Non è la lingua comune, bensì la storia comune, l'ideale politico comune e la volontà di essere una Nazione ciò che costituisce i fondamenti del nostro Stato. Secondo il professor Herbert Lüthy, tutto quanto è propriamente svizzero implica un rapporto con la varietà delle lingue, che è nel contempo varietà di pensiero e di sensibilità; le complicazioni che ne risultano non sono ostacoli ma arricchimenti. Una Svizzera unilingue non avrebbe ragione di essere. L'articolo 116 della Costituzione federale, col dichiarare lingue nazionali il tedesco, il francese, l'italiano e il romancio, riconosce la parità di cultura dei quattro popoli.

Secondo il messaggio del 24 aprile 1942 sull'aumento del sussidio accordato al Cantone Ticino e alle valli di lingua italiana del Cantone dei Grigioni per la difesa della loro cultura e della loro lingua (FF 1942, 125), l'unione di diverse nazionalità, giuridicamente uguali, costituisce uno dei caratteri specifici del nostro assetto politico, ciò che implica per il Canton Ticino non soltanto il diritto, ma anche il dovere di vegliare affinchè la sua cultura specifica non sia né indebolita né sfigurata. Ma, benché spetti ai Cantoni il dovere di prendere le misure necessarie perché le aree linguistiche conservino la loro estensione e la loro omogeneità, anche la Confederazione, in virtù dell'articolo 116 della Costituzione, ha pure dei diritti e degli obblighi, derivanti dal fatto che lingua e cultura sono inseparabili. L'attività della Confederazione, in tema di politica linguistica e culturale, ha tuttavia sempre un carattere sussidiario; essa interviene soltanto nella misura in cui le possibilità del Cantone risultino ìmpari, e lo fa, soprattutto, per salvaguardare l'autonomia di minoranze
nazionali culturalmente minacciate a causa della loro debolezza numerica. È questo proprio il caso delle regioni di lingua italiana o retoromancia, le quali non possiedono i mezzi per assicurare tutte le istituzioni necessarie a difendere e a potenziare la loro cultura. Considerando le crescenti difficoltà che le collettività più deboli incontrano, per rispondere ai bisogni culturali della loro popolazione e alle esigenze dei settori culturali in espansione, la Commissione federale di esperti per lo studio delle questioni concernenti la politica culturale svizzera, in particolare, nel suo rapporto pubblicato nel 1976, prevede che spetterà alla Confederazione di intervenire sempre più di frequente non foss' altro che per preservare il delicato equilibrio politico-culturale che connota la Svizzera. A suo avviso è proprio della politica culturale svizzera giustificare e rafforzare il legame federativo mediante una accresciuta solida-

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rietà tra le regioni culturalmente forti del paese e quelle più deboli, concedendo a ogni cittadino un mezzo in più per difendere tale legame.

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La situazione culturale del Ticino tra Italia e Svizzera

Ognuna delle quattro regioni linguistiche della Svizzera ha un suo spirito proprio; tre di esse appartengono a grandi culture europee che contribuiscono a definire le loro particolarità.

Le relazioni tra il Ticino e l'Italia sono amichevoli ma ritenute. Il timore di Francesco Chiesa che i Confederati di lingua italiana non possano affermarsi se non identificandosi con la cultura italiana, assumendo cioè l'atteggiamento dell'«italianissimo», non è quasi più condiviso. Certamente il Ticino dipende troppo strettamente dall'area culturale cui partecipa per non essere orientato verso l'Italia; tuttavia resta il fatto che proprio gli uomini di cultura non rinunciano a proclamare le peculiarità ticinesi. Esiste insomma una volontà di autonomia culturale e una necessità di vita culturale propria. Nondimeno l'angusto quadro di un piccolo Cantone non permette di realizzare questa volontà né di soddisfare questa necessità. Contesi tra il bisogno di identificarsi con la forte cultura italiana e quello di- affermarsi di fronte a questa cultura, i Ticinesi si trovano in una situazione tanto più sconfortante in quanto hanno l'impressione di stare ai margini delle due comunità, politica l'una, culturale e linguistica l'altra, alle quali appartengono. Due esempi potranno chiarire la posizione particolare del Ticino nelle sue relazioni col resto della Svizzera e con l'Italia.

Una delle caratteristiche della Svizzera italiana sta nella compresenza di due sistemi linguistici: l'italiano in quanto lingua ufficiale e letteraria e il dialetto come lingua familiare. L'italiano del Canton Ticino, parlato o scritto, non è molto diverso dall'italiano regionale dell'Italia del nord. I dialetti appartengono alla famiglia delle parlate lombarde. Per facilitare i contatti, i Ticinesi e i Lombardi si servono di un dialetto lombardo comune, sopraregionale, che parlano però, sia gli uni sia gli altri, rivelando la propria origine. Non è dunque con l'italiano ufficiale, bensì col dialetto che il Ticino è particolarmente legato all'Italia.

Nel 1972 le pubblicazioni in italiano hanno raggiunto soltanto l'I,8 per cento del totale della produzione libraria svizzera. Le tirature sono naturalmente molto limitate in quanto la popolazione ticinese non è numerosa, le pubblicazioni ticinesi sono praticamente sconosciute in Italia (elevati
costi 'di stampa e tasse doganali) e meno del 5 per cento dei libri stampati in Ticino trovano acquirenti nel resto della Svizzera. Conseguentemente gli autori ticinesi sono quasi costretti a trovarsi un editore italiano, anche per vendere nel Ticino. Ne viene che la Svizzera italiana non ha una vera e propria organizzazione editoriale ed è dunque priva di un importante mezzo infrastnitturale nel campo della promozione letteraria. Nel nostro Stato plurilingue, la letteratura italiana si trova dunque, sin dalla radice, svantaggiata e priva della possibilità di arricchire la Svizzera con un contributo valido. Le traduzioni, da qualche tempo più numerose, grazie a cresciuti sforzi, non possono costituire un rimedio sufficiente a questa situazione.

1021

12

Aiuti federali al Ticino per la salvaguardia dell'identità culturale ticinese

Fino alla metà degli anni venti la Confederazione si è attenuta, sotto ogni riguardo, al principio dell'uguaglianza di trattamento dei Cantoni: politica particolarmente grave di conseguenze per il Ticino, Cantone eccentrico, poco popolato ed economicamente debole. Soltanto dopo le «rivendicazioni ticinesi», del 1925, la Confederazione ha ammesso che la situazione straordinaria dei Cantoni periferici giustificava misure straordinarie in loro favore, il trattamento eccezionale diventando, in tale contesto, indispensabile per garantire una vera uguaglianza. Le rivendicazioni furono soddisfatte in una certa misura con il decreto federale del 24 marzo 1931, istitutivo di un sussidio al Cantone di 60 000 franchi annui. In seguito tuttavia questa somma dovette essere ridotta a 45 000 franchi, a cagione dei provvedimenti generali di economia, giusta il programma del 1936. La portata di un aiuto così modesto era più simbolica e morale che pratica, ma il semplice fatto di aiutare il Ticino esprimeva la stima di cui gode la sua cultura italiana e l'importanza che essa riveste per la Confederazione nel suo insieme.

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II decreto federale del 1942

Le «Nuove rivendicazioni ticinesi» del 1938 misero di nuovo in discussione il sussidio per la cultura e, in conformità con la domanda delle autorità ticinesi, il nostro Collegio vi propose, durante la guerra, di aumentare questo sussidio (FF 1942 125); ciò che fu fatto il 21 settembre 1942 col nuovo decreto (RS 441.3) che fissa il sussidio annuo a 225 000 franchi. Questo decreto vige tutt'ora.

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Sussidio per la scuola primaria

La Confederazione non contribuisce alla protezione della cultura del Canton Ticino unicamente in virtù del decreto del 1942; in conformità dell'ordinanza del 26 giugno 1972, esecutiva della legge federale che sussidia la scuola primaria pubblica (RS 411.11), modificata con l'ordinanza del 12 dicembre 1977 relativa alla legge federale sul riassetto finanziario (RU 7977 2273), il Canton Ticino riceve un sussidio annuo di 702 120 franchi (24 fr.

per ogni allievo di tale scuola). In considerazione delle misure .di economia, questo sussidio è stato ridotto del 10 per cento circa, mentre per gli altri Cantoni veniva ridotto del 60 per cento: s'è dunque tenuto conto delle necessità particolari del Ticino (come d'altra parte per la popolazione grigionese di lingua romancia). È necessario mettere in evidenza il fatto che questo sussidio federale è unicamente destinato ad alleggerire gli impegni del Cantone nel campo dell'insegnamento primario (manuali in lingua italiana). Il sussidio secondo il decreto del 1942, invece, può essere destinato soltanto alle scuole superiori, e unicamente in quanto risulti necessario, data la situazione linguistica e geografica del Cantone.

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Interventi per un aumento del sussidio federale

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Centro universitario della Svizzera italiana. Istanza del 22 agosto 1973 del Dipartimento ticinese della pubblica educazione

Con istanza del 22 agosto 1973, il Dipartimento della pubblica educazione ·del Canton Ticino chiedeva al Dipartimento federale degli interni di esaminare la possibilità di aumentare il sussidio annuo per permettere la realizzazione del progetto dell'«Istituto di studi superiori (ISS)», una scuola normale superiore destinata ad assicurare al Cantone insegnanti del secondario superiore più numerosi e meglio formati. Questo progetto, la cui attuazione è stata costantemente differita, era nato a causa delle difficoltà che il Ticino (come d'altra parte anche il Grigioni) incontrava nella formazione degli insegnanti e che il nostro sistema universitario non permetteva di superare. In quel momento il Cantone aveva gravi problemi: il numero degli allievi aumentava continuamente e occorreva rinnovare il corpo insegnante, soprattutto per poter realizzare la «nuova scuola media», un ciclo di orientamento per scolari dagli 11 ai 15 anni. Nel 1973, il 22 per cento degli insegnanti nella scuola secondaria superiore erano stranieri, dato che per ovviare alle accresciute necessità, tra il 1970 e il 1973, s'era fatto ricorso ad essi nella proporzione del 41 per cento. In tale situazione era nato il desiderio di poter «riformare» questi insegnanti in un istituto cantonale appropriato. La situazione tuttavia si è da allora radicalmente modificata, tanto che il Ticino conta ora molti insegnanti disoccupati.

Consapevole dell'importanza della formazione di insegnanti nella Svizzera italiana, la Commissione Burckhardt (studio della formazione superiore degli Svizzeri di lingua italiana e romancia) ha raccomandato alla Confederazione, nel suo rapporto finale del 1973, di aiutare quanto possibile i Cantoni affinchè possano adempiere a questo importante dovere. La commissione concludeva il rapporto affermando che un centro universitario sarebbe il miglior mezzo per spezzare l'isolamento intellettuale e culturale degli Svizzeri di lingua italiana; la Commissione sconsigliava tuttavia l'impostazione, in Ticino, di una università completa.

Una commissione di studio ticinese ha presentato, nel 1975, un rapporto che espone dettagliatamente il progetto di un centro universitario della Svizzera italiana, orientato soprattutto verso le scienze dell'amministrazione, gli studi regionali e l'educazione permanente degli universitari. Nel
primo esame del rapporto, la Conferenza universitaria e il Consiglio della scienza hanno fatto buona accoglienza al progetto e hanno invitato il Ticino a prepararne la stesura definitiva e a iniziare la procedura per il riconoscimento secondo la legge sull'aiuto alle università (LAU). Col messaggio del 16 maggio 1978, il governo ticinese ha dato al Gran Consiglio delle indicazioni su tale progetto di «Centro universitario della Svizzera italiana (CUS1)», che comprenderebbe un Istituto di studi regionali di livello post-universitario e un Dipartimento per l'educazione permanente degli universitari.

Gli organismi nazionali della politica universitaria stanno ora esaminando, da un lato, l'abbozzo generale del CUSI con la questione del suo rico-

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Dosamento secondo l'articolo 3 LAU, e, d'altro lato, una domanda di contributo ai costi di progettazione. Un riconoscimento definitivo del CUSI, come beneficiario di sussidio, non sarà comunque possibile se non quando le autorità cantonali avranno deciso di fondarlo.

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D postulato Speziali del 24 giugno 1974

II 24 giugno 1974, il consigliere nazionale Speziali presentava un postulato col quale ci invitava a proporvi di portare a 2,5 milioni di franchi il sussidio annuo e a rivedere le disposizioni del decreto federale, ormai superate.

Nell'esposto dei motivi, l'autore del postulato metteva soprattutto in rilievo il fatto che, dal 1942, il costo della vita era aumentato del 150 per cento, che la popolazione ticinese s'era accresciuta di quasi i due terzi (100 000 abitanti), che il numero degli allievi nelle scuole obbligatorie era più che raddoppiato e la percentuale degli allievi nelle scuole medie e secondarie era rispettivamente sestuplicata e settuplicata.

E il postulante proseguiva: le cresciute esigenze alle quali la scuola deve far fronte non sono di natura esclusivamente quantitativa; la qualità dell' insegnamento deve anch'essa soddisfare a criteri più severi. Per questo occorre che la formazione e il perfezionamento del corpo insegnante siano oggetto della più grande attenzione. Inoltre, tenuto conto della sua collocazione particolare nella Confederazione, il Ticino deve assicurare, fin dalle prime classi delle scuole elementari, un insegnamento efficace delle altre lingue ufficiali; ne consegue che deve spendere molto più degli altri Cantoni per mantenere la scuola all'altezza del suo compito. Tuttavia il sussidio federale non deve andare interamente all'insegnamento; una parte va destinata alla protezione del patrimonio linguistico, culturale, storico e artistico.

Nella risposta scritta, il nostro Collegio rende omaggio alla vitalità culturale del Ticino, tanto più degna di nota in quanto esso è privo di università. Perciò appare soprattutto necessario mettere il Cantone in grado di svolgere i suoi compiti in tutti i settori della vita culturale e dell'insegnamento, dando così un contributo insostituibile alla cultura dell'intero paese.

La popolazione di lingua italiana deve avere una cultura viva e la possibilità di svilupparla: è questa la condizione essenziale per la sopravvivenza del nostro Stato federativo. Ritenendo giustificato il riesame del sussidio, alla luce delle considerazioni fatte dal consigliere nazionale Speziali, il nostro Collegio si dichiara disposto ad accettare il postulato. Il postulato venne così accolto e, il 26 marzo 1975, il Dipartimento federale degli interni
ne informò il Consiglio di Stato ticinese, comunicandogli l'intenzione di prospettare un aumento del sussidio, al più presto entro due anni, purché la situazione finanziaria migliorasse. Secondo il parere del Dipartimento, si tratta prima di tutto di prendere delle misure in favore della lingua e della cultura, soltanto in seguito della scuola. In questo senso il Dipartimento chiede al Consiglio di Stato di rivedere gli obiettivi del sussidio e di presentare le sue intenzioni con un rapporto su progetti concreti; ciò che il Dipartimento cantonale della pubblica educazione fece nel dicembre 1976, con un esposto intitolato «Per la difesa della cultura e della lingua del Cantone Ticino».

1024

Questo rapporto, aggiornato e parzialmente modificato nel 1979, traccia un quadro dettagliato di quanto venne realizzato con il sussidio federale, delle attività previste come pure degli obiettivi che non potrebbero essere raggiunti senza detto aiuto.

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L'aumento dello stanziamento 1979 ad opera delle Camere federali

Nel 'dicembre 1978, su proposta dell'ori. Speziali, il Consiglio nazionale decise, con 74 voti contro 21 e nonostante qualche scrupolo formale, di portare a 1,5 milioni di franchi lo stanziamento 1979 in favore della difesa della cultura e della lingua in Ticino. Il Consiglio degli Stati prese la stessa decisione con 17 voti contro 15. Vista questa decisione, abbiamo cominciato i lavori preparatori per una revisione del decreto federale del 1942, chiedendo al governo ticinese di comunicarci, con un programma dettagliato, le sue intenzioni circa l'utilizzazione del sussidio. Dato che non abbiamo potuto presentare il progetto per la sessione invernale del 1979, voi avete preso la precauzione 'di iscrivere a preventivo 1980 un sussidio di 1,5 milioni di franchi, di cui 1,275 milioni restano bloccati fino all'entrata in vigore della nuova legge federale che ora vi proponiamo.

14 141

Le spese del Ticino in favore della lingua e della cultura Dal 1975 al 1979

II nuovo rapporto ticinese, che si appoggia, completandola, sulla documentazione presentata nel 1976, offre innanzitutto, per sommi capi, un prospetto delle spese cantonali per la difesa della cultura, secondo gli scopi del decreto federale del 1942 (tabella).

Questa tabella non indica le borse sussidiate dalla Confederazione in virtù della legge del 19 marzo 1965 (RS 416.0), né l'aiuto alla scuola elementare (702 120 fr.) e neppure le spese per il «Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana», al quale la Confederazione contribuisce, da qualche anno, soltanto indirettamente, attraverso il Fondo nazionale svizzero per le ricerche scientifiche. Non sono neppure menzionate le attività culturali appoggiate dalla lotteria intercantonale: il Festival internazionale del film di Locamo e le Settimane musicali di Ascona (contributo regolare), come pure il Teatro Dimitri a Verscio, l'Associazione «Oggi musica» e alcuni progetti di film (sussidi singoli); le spese relative ammontano a 135000 franchi per il 1976, 190000 franchi per il 1977 e 374000 franchi per il 1978. I costi d'investimento e le spese di esercizio per le scuole secondarie non sono, nemmeno essi, menzionati, benché siano conformi agli scopi previsti nel decreto federale.

Le spese del Cantone per la difesa della sua lingua e della sua cultura sono aumentate del 70 per cento dal 1975 al 1978, raggiungendo, per quanto concerne gli scopi del decreto del 1942, i 9,893 milioni. In detto ultimo anno, il contributo federale rappresentò dunque soltanto il 2,2 per cento delle spese 1025

Uscite del Canton Ticino secondo la destinazione prevista dall'articolo 2 del decreto federale del 21 settembre 1942 (in 1 000 franchi)

Tabella

Destinazione

1975

1.

Sorse di studio

2.

Corsi di aggiornamento per docenti. .

1976

1977

1978

1979

660

402

495

585

800

131 518

113 533 1

118 467 ]

384 462 2

148 488 1

5.

Scuole straordinarie 5.1. Acquisti per l'insegnamento scienti170 fico 5.2. Sussidiar! didattici 506 5.3. Audiovisivi e laboratori linguistici . . . { 357 \ 404

316 515

219

260

201

1322

3232

587

489

1434 412

2

3

4

3

10

757

1550

1414

2987

1960

39

30 24

30 92

30 261

30 109

6 47

7 248

3 315

3 303

5 432

3 Biblioteca cantonale 3.1. Acquisti 3 2 Stipendi 3 3 Straordinari 4

.

Antologia

6.

Corsi di lingua italiana

7

Libri di testo

8.

Conservazione del patrimonio storico e artistico Monumenti storici Acquisti per il museo d'arte Sussidi alle belle arti Raccolta di documenti storici e giornali «Fonti storiche ticinesi»

8.1.

8.2.

8.3.

8.4.

8.5.

9.

9.1 9.2.

9.3.

9.4.

9.5.

9.6.

9.7.

9.8.

9.9.

9.10.

9.11.

9.12.

Diversi «Circoli di cultura» Acquisto e sussidio di pubblicazioni .

Contributo alla Radiorchestra Radio e telescuola Contributo alla rivista «Scuola ticinese» Contributi a enti scolastici e culturali Centri didattici Archivio cantonale, stipendi Commemorazioni Esperti e consulenti per l'insegnamento delle lingue Insegnamento del francese nelle SE Corsi per adulti

Totale

1026

6 115 51

542

4

g

5

5

54 250

58 250

96 350

80 350

113

150

15

11

33

20

20

20

20

139 370

116 371

81 435

89 418

230

258

261

267 120

80 669

280

274

290

326

332

397

418 569

206 412

202 664

314 643

393 674

5802

6325

7285

9893 11 056

cantonali. Il sussidio concesso nel dicembre del 1978 dai vostri Consigli corrisponde invece al 13,5 per cento dei crediti iscritti nel preventivo ticinese del 1979. In cifre assolute, la differenza tra i conti del 1978 (9 893 000 fr.)

e il preventivo del 1979 (11 056000 franchi) è di 1 630000 franchi, ciò che corrisponde approssimativamente all'aumento del sussidio federale (da 225000 a 1,5 milioni di franchi, cioè 1 275000 franchi). Questo sviluppo evidenzia la ferma volontà delle autorità ticinesi di perseguire con risolutezza la loro politica culturale, che consiste, da una parte, nel salvaguardare e sviluppare l'identità etnica e linguistica del Cantone e mira, d'altra parte, a superare le difficoltà che nascono dalla situazione geografica. L'aumento del sussidio federale non deve infatti servire ad alleviare gli impegni del Cantone ma deve essere considerato un mezzo che gli permetta di realizzare nuovi progetti.

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Progetti per rafforzare ed estendere le attività

Benché, secondo il postulato Speziali del 1974 e l'istanza del 1973 del Dipartimento della pubblica educazione ticinese, l'aumento del sussidio federale fosse principalmente destinato a compensare il rincaro, e benché le conclusioni testé raggiunte dimostrino che l'aumento deciso dalla vostra Assemblea copre appena l'aumento delle spese cantonali, il Consiglio di Stato del Canton Ticino prevede di impiegare una parte almeno del sussidio per sostenere le spese ricorrenti e un'altra parte per il finanziamento di nuovi progetti.

Il governo ticinese, in particolare, prevede di aumentare la dotazione della biblioteca cantonale, che 'raccoglie tutto quanto viene pubblicato da Ticinesi o sul Ticino, di sussidiare i corsi d'italiano per gli Svizzeri tedeschi, soprattutto insegnanti, di concedere mezzi più cospicui per l'acquisto e il finanziamento di pubblicazioni edite nel Ticino o dedicate al Cantone, e, infine, di aumentare i sussidi concessi ad associazioni culturali, come «Pro Ticino» e «Oggi musica», per permettere loro di fare una politica di promozione culturale, diversificata e autonoma.

Una serie di nuove e importanti imprese culturali sono allo studio o in via di realizzazione, particolarmente la riorganizzazione di biblioteche scolastiche, la creazione di un ufficio dei musei regionali e la costruzione, a Bellinzona, di una biblioteca completata da un centro culturale regionale.

15

Apprezzamento della situazione

Da quanto detto consegue che, per l'aspetto culturale, il Canton Ticino è relativamente isolato. Tranne qualche eccezione, non ha in questo campo, con le altre regioni della Svizzera, solide e continue relazioni. Tanto più è isolato in quanto non possiede un'università, che potrebbe arricchirne la vita culturale e potenziarne la «presenza» nell'intera Svizzera. Non c'è un conservatorio, una scuola d'arte di livello superiore, una scuola d'arte drammatica (tranne quella di Dimitri). Per questo è indispensabile (e le autorità

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cantonali ne sono ben consapevoli) sostenere le istituzioni esistenti e crearne di nuove, per permettere alla minoranza svizzera di cultura italiana di mantenere l'efficienza del suo ruolo culturale, come dice la Commissione federale di esperti per lo studio delle questioni concernenti la politica culturale svizzera. Una tale politica di incoraggiamento tanto più appare giustificata in quanto la cultura di una minoranza linguistica non si limita al solo aspetto linguistico in senso stretto.

Sta comunque di fatto che la scuola è lo strumento primario per mantenere la lingua e la cultura del Cantone. Essa costituisce la prima istituzione per una socializzazione culturale omogenea, poiché accoglie bambini e adolescenti di varia estrazione socioculturale e linguistica. La lingua e la cultura sono nello stesso tempo mezzo e oggetto di studio, soprattutto nelle scuole superiori. Nelle sue «nuove rivendicazioni» del 1938, il governo' ticinese mette in evidenza il fatto che la scuola ticinese ha voluto e saputo conciliare l'italianità profonda del Ticino con lo spirito popolare svizzero, adattando le connotazioni originarie alle esigenze della libera appartenenza a uno Stato la cui essenza è la pluralità delle etnie, delle lingue e delle confessioni. Ma tale continua conciliazione resta possibile solo se la scuola dispone di mezzi didattici con essa concresciuti, di mezzi dunque che non deve importare dall'estero. L'edizione di manuali scolastici in lingua italiana è però costosissima per il Ticino che non può associarsi ad alcun altro Cantone per questo scopo. Un'altra particolarità del Ticino sta nell'insegnamento delle lingue straniere. È necessario che i Ticinesi, in quanto minoranza linguistica, imparino il più presto possibile le lingue della maggioranza affinchè i giovani abbiano maggiori possibilità professionali e siano agevolati i legami del Ticino con gli altri Cantoni, e quindi rafforzata la coesione nazionale. Per questo motivo l'insegnamento del francese comincia in generale già nella prima classe della scuola elementare; quello del tedesco comincia in ottava nella «nuova scuola media», e, in qualche classe sperimentale, anche nella sesta. Inoltre, il Cantone, nel 1978, si è impegnato a versare un contributo annuo di 100 000 franchi per i costi di produzione e di diffusione dei programmi
scolastici di radio e televisione. Anche in questo caso il Ticino assume da solo un impegno finanziario considerevole che, nelle altre regioni linguistiche del Paese, viene ripartito tra parecchi Cantoni.

Benché la Confederazione sostenga la scuola elementare ticinese in misura più forte, relativamente agli altri Cantoni, il suo contributo resta, nell'insieme, insufficiente per la scuola ticinese in generale. Sembra così necessario e giustificato, dal punto di vista della difesa della lingua e della cultura italiane, contribuire ugualmente a certe spese in favore dell'insegnamento medio.

Il Consiglio di Stato ticinese ci ha presentato un esposto accurato e completo degli obiettivi perseguiti in questi ultimi anni, dei mezzi finanziari impiegati a tal scopo, delle nuove misure che intende prendere. L'esame approfondito di questo rapporto ci ha convinto che questa politica è opportuna e adatta a mantenere una cultura ticinese viva, conservando così per la Confederazione l'italianità del Ticino. Riferendoci dunque alla vostra decisione

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del mese di dicembre 1978 e al preventivo per il 1980, vi proponiamo di portare il sussidio legale, destinato al Canton Ticino, a 1,5 milioni di franchi annui.

Lo proponiamo con tanta maggior convinzione in quanto il sussidio concesso al Canton Grigioni per la difesa della cultura e della lingua delle sue valli di lingua italiana e retoromancia (fondato sul decreto che noi vi proponiamo oggi di rinnovare) è stato multipli calo per 21 dacché è passato da 30 000 franchi nel 1942 a 640 000 franchi, somma fissata col decreto federale del 23 settembre 1974, istitutivo d'un aiuto finanziario alla Ligia Romontscha/Lia Rumantscha e alla «Pro Grigioni italiano» (RS 441.4). Ci sembrerebbe iniquo rifiutare a una minoranza linguistica la concessione di un miglioramento che, a buon diritto, è stato concesso a un'altra.

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Parte speciale

II progetto che vi presentiamo corrisponde in sostanza al decreto vigente, il cui articolo 4 è stato abrogato col decreto federale del 23 settembre 1974, sull'aiuto finanziario alla Ligia Romontscha/Lia Rumantscha e alla «Pro Grigioni italiano». Dato che si tratta di un atto di durata illimitata, recante delle norme di diritto, esso richiede la forma della legge, conformemente all' articolo 5 della legge sui rapporti tra i Consigli (RS 171.11).

L'articolo primo del progetto di legge resta immutato per quanto concerne la definizione dello scopo. Il sussidio federale viene portato a 1,5 milioni di franchi.

L'articolo 2 è formulato in termini più generali. Abbiamo rinunciato a specificare gli scopi per i quali il sussidio è concesso. L'autorità cantonale deve godere di una larga libertà di giudizio e potere utilizzare il sussidio secondo la situazione e le necessità del Cantone. Per permettere alla Confederazione di controllare se il sussidio è impiegato conformemente allo scopo, il governo ticinese presenterà ogni anno un programma con un preventivo per l'impiego del sussidio nell'anno successivo e, alla fine dell'anno, un rapporto sull'esecuzione di questo programma, come pure i conti.

L'articolo 3 fissa l'entrata in vigore della legge e abroga il decreto del 1942.

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Conseguenze finanziarie e sullo stato del personale Conseguenze finanziarie

La legge proposta prevede l'aumento del sussidio annuo da 225 000 franchi a 1,5 milioni di franchi. Essa comporta la spesa supplementare di 1,275 milioni di franchi, che sono previsti nel piano finanziario del 1981 - 1983.

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Conseguenze sull'effettivo del personale

La legge proposta non avrà alcuna conseguenza sull'effettivo del personale dell Confederazione.

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Linee direttive della politica di governo

Se il presente progetto non è menzionato nel nostro rapporto sulle linee direttive per la legislatura 1979 - 1983, ciò è dovuto al fatto che avrebbe dovuto già esservi presentato nel 1979.

4

Costituzionalità

II messaggio relativo al decreto vigente (FF 1942 125) non tratta la questione della costituzionalità. La competenza della Confederazione quanto all' aiuto a una lingua nazionale svizzera risulta tuttavia già dall'articolo 116 della Costituzione. Come vien messo in evidenza dal messaggio del 22 maggio 1968 sulla concessione di un sussidio annuo alla Ligia Romontscha/Lia Rumantscha (FF 1969 I 965), il riconoscimento stesso di una lingua nazionale garantisce la sua conservazione e la sua estensione tradizionale (Fleiner - Giacometti, «Schweizerisches Bundesstaatsrecht», 1949, p. 394). Conseguentemente, siccome l'articolo 116 della Costituzione tende a garantire l'esistenza delle lingue nazionali, esso deve ugualmente comprendere la competenza della Confederazione a provvedere alla loro conservazione.

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Legge federale Disegno su un aiuto finanziario al Canton Ticino per la difesa della sua cultura e della sua lingua del

L'Assemblea federale della Confederazione Svizzera, visto l'articolo 116 della Costituzione federale; visto il messaggio del Consiglio federale del 27 febbraio 19801), decreta: Art. l Sussidio La Confederazione concede al Canton Ticino, per la sua difesa culturale e linguistica, un sussidio annuo di 1,5 milioni di franchi.

Art. 2 Impiego II Canton Ticino presenterà ogni anno, al Dipartimento federale dell'interno, un programma e un preventivo per l'utilizzazione del sussidio nell'anno seguente, e, alla fine dell'anno, un rapporto sulla esecuzione del programma, come pure i conti.

Art. 3 Disposizioni finali 1 II decreto federale del 21 settembre 1942 2) , che accorda un sussidio federale annuo al Cantone Ticino e alle valli di lingua italiana e romancia del Cantone dei Grigioni, per la difesa della loro cultura e della loro lingua è abrogato.

2 La presente legge sottosta al referendum facoltativo.

3 Essa entra in vigore al 1° novembre 1980.

'> FF 1980 I 1017 RS 441.3

2)

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Schweizerisches Bundesarchiv, Digitale Amtsdruckschriften Archives fédérales suisses, Publications officielles numérisées Archivio federale svizzero, Pubblicazioni ufficiali digitali

Messaggio concernente l'aiuto finanziario al Canton Ticino per la difesa della sua cultura e della sua lingua del 27 febbraio 1980

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