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Messaggio concernente la fondazione Pro Helvetia

del 17 marzo 1980

Onorevoli presidenti e consiglieri, Con il presente messaggio relativo alla fondazione Pro Helvetia sottoponiamo alla vostra approvazione: - il progetto di legge federale per la modificazione della legge federale del 17 dicembre 1965 riguardante la fondazione Pro Helvetia; - il progetto di decreto federale concernente i sussidi assegnati a Pro Helvetia per gli anni 1981-83.

In pari tempo vi preghiamo di togliere di ruolo le mozioni ed i postulati seguenti: 1958 P 7560 Formazione culturale degli adulti (N 20.6.58, Schmid Philipp) 1963 P 8578 Promovimento dell'istruzione degli adulti (NI.10.63, Frei) 1963 P 8674 Formazione culturale degli adulti (N 1.10.63, Huber) 1970 P 10334 Provvedimenti a favore dei dialetti e delle tradizioni popolari (N 18.6.70, Marthaler) 1972 M 11055 Sussidi a favore della formazione degli adulti (N 19.9.72, Müller-Lucerna; S 3.10.72) 1973 P 11710 Formazione permanente (N 4.12.73, Schmid-San Gallo) 1973 P 11733 Promovimento della formazione degli adulti (N 4.12.73, Thalmann).

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

17 marzo 1980

1980 -- 180 8

Foglio federale 1980, Voi. II

In nome del Consiglio federale svizzero: II presidente della Confederazione, Chevallaz II cancelliere della Confederazione, Huber

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Compendio Fondata nel 1939 come comunità di lavoro all'insegna della difesa spirituale del Paese, Pro Helvetia, come fondazione di diritto pubblico interamente finanziata dalla Confederazione, ha oggi un vasto campo d'attività, che spazia dal promovimento culturale interno alle relazioni culturali con l'estero. I contributi annui, che ammontano a 5,5 milioni di franchi dal 1972, più non consentono alla fondazione di adempiere il proprio mandato in modo conforme alla legge. Le fondamenta finanziarie vanno dunque rafforzate. All'interno la fondazione necessita di mezzi più ragguardevoli, soprattutto in ordine ai suoi due compiti specifici, dell'animazione e degli scambi. All'estero la Svizzera deve esser presente con più accentuata continuità e in un maggior numero di Paesi, e moltiplicare eziandio i punti forti nei Paesi per essa particolarmente importanti.

Il messaggio esordisce ricordando origini, compiti ed ordinamenti di Pro Helvetia; da poi un compendio dell'evoluzione della situazione culturale del Paese, delle principali attività della fondazione, del futuro programma d'attività all'interno e all'estero, come pure dell'insieme delle attività culturali della Confederazione, nell'ambito delle quali conviene situare e valutare la missione di Pro Helvetia. Dalle considerazioni esposte nel messaggio risulta la necessità di conferire alla fondazione mezzi finanziari maggiori, e di adottare alcuni provvedimenti riguardanti il suo ordinamento.

Per rimediare alla situazione proponiamo di modificare la legge federale del 17 dicembre 1965 (RS 441.1) sui tre punti seguenti: - L'importo dei contributi federali annui non va più fissato nella legge ma in un decreto federale speciale valido per un certo periodo.

- I ricorsi contro decisioni degli organi della fondazione saranno deferiti a una commissione di ricorso indipendente, che ha competenza di giudicare in modo definitivo circa l'assegnazione o il rifiuto di un sussidio.

- Il numero dei membri del Consiglio di fondazione potrà essere portato a 35 al massimo, per diminuire il volume dì lavoro di ciascun membro.

Sulla scorta dell'articolo 3 capoverso 1 della legge riveduta, vi sottoponiamo eziandio il progetto di decreto federale che prevede per il 1981, 1982 e 1983 contributi di complessivi 37,5 milioni di franchi, il che costituisce un aumento di
21 milioni rispetto al regolamento legale vigente (5,5 milioni annui). L'aumento sarà coperto sino a concorrenza di 3 milioni di franchi dalla vendita dello scudo Einstein, sicché l'onere suppletivo della Confederazione, per il periodo anzidetto, sarà di 18 milioni.

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Situazione iniziale

Nel rapporto finale pubblicato nel 1976 (denominato in seguito «Rapporto Clottu», dal nome del presidente della Commissione, già consigliere nazionale Clottu), la Commissione föderale d'esperti per lo studio d'una politica culturale svizzera, sottolinea come mantenere la qualità della cultura sia d'importanza decisiva per l'avvenire del Paese e del nostro popolo. È un compito urgente, che impone anche alle collettività pubbliche obblighi ai quali queste non possono né debbono sottrarsi.

A parere della Commissione, lo sviluppo economico e tecnico, il miglioramento del tenore di vita materiale, il progresso sociale sarebbero beni vani ove la vita stessa perdesse senso. «Il senso della vita dipende da una cultura viva».

Convinti della fondatezza di siffatto modo di pensare, nelle Linee direttive della politica di governo per la legislatura 1979-83 abbiamo rilevato l'importanza della politica culturale. Ne consegue che nonostante una situazione finanziaria assai difficile la Confederazione deve compiere uno sforzo maggiore a favore della vita culturale, sia in campo internazionale, dove lo Stato svolge la parte di primo piano, in virtù della Costituzione, sia in campo nazionale, dove pure vi sono compiti ch'esso solo può assumersi stante i mezzi finanziari occorrenti. Urge, a nostro parere, rafforzare le fondamenta finanziarie di Pro Helvetia, le cui richieste ci hanno convinti che più non è in grado, con i mezzi di cui presentemente dispone, di svolgere i propri compiti conformemente alla legge. Numerosi parlamentari, come già la Commissione Clottu, hanno chiesto alla Confederazione un'azione più risoluta a favore della vita culturale.

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Le richieste della fondazione Pro Helvetia

II 7 novembre 1974, tre anni dopo l'aumento a 5,5 milioni dei sussidi annui fissati per legge, la fondazione presentava al DFI una richiesta circostanziata affinchè la Confederazione portasse i propri contributi a 9,5 milioni nel 1976, a 10,5 nel 1977 e 11,5 nel 1978. Gli aumenti dovevano porla in grado di fronteggiare il rincaro come pure l'affluenza di domande, e rappresentare, inoltre, una soluzione transitoria in attesa del rapporto Clottu.

Considerate le condizioni delle finanze federali abbiamo dovuto differire la richiesta; e tuttavia, ritenendola giustificata, abbiamo accordato alla fondazione, per il 1976 ed il 1977, un sussidio straordinario di 2,5 milioni sul guadagno della vendita dello scudo commemorativo della Costituzione.

Il 19 aprile 1979 il Consiglio di fondazione di Pro Helvetia ha sottoposto al DFI una nuova richiesta, fondata sui dati più recenti e presentante nei particolari la politica generale e le attività della fondazione. Tale richiesta sta a fondamento delle considerazioni finanziarie svolte nel presente messaggio. Per rimediare rapidamente alla situazione insostenibile della fondazione, il 25 aprile 1979 abbiamo deciso di attribuirle i 3/4 del guadagno sul conio dello scudo commemorativo di Einstein. Un primo acconto di 2,5 milioni di franchi le sarà versato nel 1980.

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Interventi parlamentari

La politica culturale della Confederazione ha sempre suscitato interventi parlamentari. Crediamo tuttavia di poterci esimere da un'enumerazione degli stessi; basteranno alcuni accenni: da lungo tempo, ad esempio, il Nazionale chiede, con cinque postulati, un maggior aiuto all'educazione degli adulti, che è uno dei compiti specifici della fondazione. Nel 1972 il Parlamento ha inoltre adottato una mozione che pure chiede, per lo scopo anzidetto, un aumento del contributo annuo di Pro Helvetia. Quanto ai dialetti ed alle tradizioni popolari che la fondazione pure deve sostenere, un postulato del Consiglio nazionale ha chiesto nel 1970 che siano intensificati i provvedimenti atti a promuoverli.

Or non è molto si è svolto un dibattito generale sulla politica culturale, determinato da una domanda del consigliere nazionale Gut, del 14 dicembre 1976, in merito al seguito che intendevamo dare al rapporto Clottu. Nella risposta del 19 gennaio 1978 il capo del DFI ha rilevato l'importanza delle raccomandazioni ai fini della politica culturale, e assunto l'impegno d'esaminarle in modo approfondito. Seguì un lungo dibattito, nel corso del quale vari oratori di varie correnti politiche han posto in risalto a loro volta l'importanza della promozione culturale a tutela della nostra società democratica.

Un'interpellanza Morf del 29 novembre 1978 sostenuta da 66 membri del Consiglio nazionale, alla quale abbiamo risposto per iscritto il 12 dicembre 1979, nota con viva inquietudine come l'insufficienza dei crediti rischi di compromettere i provvedimenti della Confederazione a favore della cultura.

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II rapporto della Commissione federale d'esperti per lo studio d'una politica culturale svizzera (rapporto Clottu)

La rubricata Commissione, costituita nel 1960 dal Capo del DFI aveva per compito quello di fare un inventario, completo quanto possibile, delle dotazioni culturali del Paese, e di dare il proprio parere sulla situazione odierna della Svizzera in fatto di politica culturale. Il rapporto finale fornisce un' idea generale, particolareggiata, di quanto si operi in Svizzera a pro della letteratura, del teatro, del cinema, della musica, delle arti plastiche, addita le lacune e il modo di colmarle. Le numerose raccomandazioni della Commissione, rivolte per la maggior parte ai Comuni, ai Cantoni ed alla Confederazione mettono in evidenza, in modo persuasivo, la necessità di rafforzare l'opera della Confederazione in numerosi settori, e l'insufficienza dei crediti assegnati.

Il presente messaggio farà spesso riferimento al rapporto Clottu. Per ora vorremmo rilevare alcune raccomandazioni importanti che riguardano il campo d'attività della Confederazione e segnatamente Pro Helvetia. Il rapporto sottolinea, ad esempio, che il fattore culturale dovrebbe beneficiare di maggior attenzione a tutti i gradi dell'insegnamento. In quest'ordine d'idee la Commissione d'esperti menziona segnatamente la necessità di un 112

aiuto federale più rilevante a favore dell'educazione permanente, la cui importanza va aumentando rapidamente, come avremo modo di dimostrare.

Il rapporto insiste pure sull'importanza di un aiuto sufficiente alla creazione culturale. La formazione degli artisti e degli interpreti dev'essere migliorata. Ma anche e soprattutto si dovrebbe accordare un aiuto più efficace alla creazione individuale aumentando i crediti a tal fine destinati.

Quanto alla diffusione della cultura, la Commissione caldeggia un rafforzamento delle infrastnitture (biblioteche popolari, ad es.), e annette importanza al fatto che le istituzioni culturali tradizionali attuino programmi d'animazione speciali destinati a larghi strati della popolazione: i mezzi di comunicazione sociali dovrebbero collaborarvi. La commissione è del parere che Pro Helvetia debba poter consacrare una parte maggiore del programma d'attività in Svizzera ad opere che stimolino la sensibilità alla cultura.

La commissione reputa di grande importanza ogni provvedimento destinato a proteggere le minoranze linguistiche ed etniche, ad accrescere gli scambi culturali tra le varie aree linguistiche e culturali, a istituire un certo equilibrio tra regioni di sviluppo culturale disuguale. Sono compiti di pertinenza federale e Pro Helvetia vi è strettamente associata. I mezzi a disposizione non le permettono tuttavia di fare tutto il necessario.

Pure auspicabile, a giudizio della commissione, sarebbe l'istituzione di un centro nazionale di documentazione culturale che, valendosi dei centri specializzati già in opera, potrebbe lavorare sui tre piani rispettivamente dell' informazione, del coordinamento e dell'analisi della politica culturale.

Quanto all'attività di Pro Helvetia all'estero, la Commissione reputa che andrebbe intensificata, con priorità agli scambi, pur mantenendo adeguatamente la presentazione del nostro Paese. Appare inoltre indispensabile un' estensione geografica del programma.

Infine la Commissione appoggia l'idea di un articolo costituzionale sulla cultura. La Commissione d'esperti per una revisione totale della costituzione ne ha tenuto conto ponendo il promovimento della cultura tra gli scopi dello Stato menzionati all'articolo 2. Il Centro svizzero del cinema ha deciso di lanciare un'iniziativa popolare per l'adozione immediata di un
articolo costituzionale sulla cultura.

Quando la Commissione Clottu chiede alla Confederazione un impegno più risoluto nel settore della politica culturale, ovviamente sa che non trattasi di spianar la strada a una cultura diretta dallo Stato. Come risulta in modo evidente da esempi passati e recenti, interventi coercitivi nel settore culturale necessariamente costituirebbero un serio ostacolo alle leggi specifiche di ogni sviluppo culturale. Interventi siffatti comportano il rischio di un deperimento della vita dello spirito, e di un inaridimento delle fasi innovatrici, che altrimenti la fecondano. La cultura ha bisogno dell'aiuto dello Stato, che deve però garantirle, in pari tempo, la libertà altrettanto necessaria alla sua floridezza.

Tenuto conto della diversità e dell'originalità culturale dei nostri Cantoni e delle nostre regioni, il compito di raddoppiar gli sforzi a favore della vita 113

culturale non può essere della sola Confederazione. Le raccomandazioni del rapporto Clottu son d'altronde molto chiare. La faccenda riguarda in misura assai più larga Comuni e Cantoni: sono queste le collettività alle quali, nel nostro Stato federativo, compete la sovranità in materia culturale. Resta vero, ciò non di meno, che larghe cerehie della popolazione, e soprattutto gli artisti, non comprenderebbero punto che la Confederazione si astenesse di trarre, per parte sua, dal rapporto Clottu, le conclusioni che la riguardano.

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Origini, compiti e ordinamento della fondazione Pro Helvetia; sorveglianza ad opera della Confederazione Origini e regolamento legale

Pro Helvetia è nata dalle condizioni politiche e psicologiche degli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Correnti ideologiche pericolose penetravano in Svizzera. Per opporvisi occorreva prender coscienza del valore di una democrazia fondata sulla libertà e il federalismo, nonché del nostro patrimonio culturale.

Sul piano legale l'attività di Pro Helvetia è stata regolata dapprima dal decreto federale del 5 aprile 1939 (RU 7939 378) inteso a conservare e a far conoscere il patrimonio spirituale della Svizzera, come pure dai decreti del Consiglio federale del 20 ottobre 1939 (RU 7939 1232) e del 13 marzo 1942 (RU 1942 275). Eretta in comunità di lavoro a ragione delle ostilità, Pro Helvetia ha ricevuto di già, mediante decreto federale del 28 settembre 1949 (RU 1949 1375), lo statuto di fondazione di diritto pubblico e la struttura che tuttora la contraddistingue. Nel messaggio corrispettivo (FF 1948 871), il Consiglio federale ricordava la necessità di mantenere il principio dell'autonomia di Pro Helvetia quale era formulato nel messaggio relativo al decreto inteso a conservare e a far conoscere il patrimonio spirituale della Svizzera: Pro Helvetia non deve diventare la succursale di un dipartimento dell'Amministrazione federale. Diversamente dalla vita economica e sociale le cui necessità tendono a una certa concentrazione delle forze, la vita dello spirito deve spiegarsi liberamente, conformemente ai principi fondamentali della nostra vita pubblica. Così fu deciso anche nel 1949, allorché Pro Helvetia ricevette il compito di «incoraggiare nella Svizzera la creazione di opere intellettuali ed artistiche, facendo capo alle forze vitali dei Cantoni, delle varie regioni linguistiche e degli ambienti culturali» (art. 3 cpv.

1 n. 2 del decreto federale del 28 settembre 1949). La fondazione venne dotata di un capitale inalienabile di 100 000 franchi e di un importo annuo di almeno 600000 franchi. La legge federale del 17 dicembre 1965 (RU 7966 685) ha sostituito il decreto federale del 1949 e portato a 4 milioni di franchi nel 1969 il contributo annuo della Confederazione. La legge è stata riveduta il 18 dicembre 1970 (RU 7973 111) per consentire un nuovo aumento del sussidio annuale che, a decorrere dal 1972, ammonta a 5,5 milioni di franchi.

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Compiti di Pro Helvetia

Secondo l'articolo 2 della legge del 17 dicembre 1965 (RS 447.1) (detta in seguito «la legge») l'attività della fondazione è intesa segnatamente a: a. conservare il patrimonio spirituale della Svizzera e preservarne le peculiarità culturali, tenendo particolarmente conto della cultura popolare; b. promuovere la creazione di opere culturali svizzere, fondandosi sulle forze vitali dei Cantoni, delle varie regioni linguistiche o delle cerehie culturali; e. incoraggiare lo scambio culturale tra le regioni linguistiche e le cerehie culturali; d. curare i rapporti culturali con l'estero, segnatamente mediante una propaganda volta a favorire la comprensione del patrimonio culturale e spirituale svizzero.

2 La Fondazione svolge i propri compiti in collaborazione con le istituzioni e le associazioni culturali esistenti, curando di coordinarne l'attività. Ove tali istituzioni e associazioni manchino o non siano in grado di svolgere compiti determinati, la Fondazione opera da sola.

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Organi e modo di lavoro della fondazione

Giusta l'articolo 5 della legge, gli organi della fondazione sono: il Consiglio di fondazione, il Comitato direttivo, i gruppi di lavoro, la segreteria. Il modo di lavoro della fondazione è oggetto di un regolamento adottato dal Consiglio di fondazione il 3 ottobre 1955 ed approvato dai DFI il 10 agosto del 1956.

Il Consiglio di fondazione, che è l'organo superiore, consta di 25 membri nominati dal Consiglio federale per un periodo di 4 anni, a proposta del DFI. Nel Consiglio di fondazione vanno rappresentati equamente le diverse regioni linguistiche, i vari ambienti, i principali aspetti della vita culturale e spirituale svizzera. I membri del Consiglio di fondazione possono far parte del consiglio stesso al massimo per tre consecutivi periodi amministrativi.

Sono rieleggibili dopo due periodi amministrativi.

Il presidente del Consiglio di fondazione, che presiede anche il comitato direttivo, è nominato dal Consiglio federale. La durata del mandato non può superare otto anni.

Il Consiglio di fondazione delibera circa il programma annuale, il preventivo, il rapporto d'esercizio ed i conti annuali; sceglie il comitato direttivo e i membri dei gruppi di lavoro, determina il modo di lavoro dei gruppi e regola gli affari che non siano di competenza d'altri organi della fondazione.

Il comitato direttivo composto di 7-9 membri amministra gli affari e dispone dei mezzi finanziari della fondazione; per decidere in merito alle richieste che gli sono presentate si fonda sul parere dei gruppi di lavoro, che previamente le esaminano.

I gruppi di lavoro, composti di membri del Consiglio di fondazione, sono costituiti in funzione dei compiti della fondazione. Presentemente vi sono cinque gruppi di lavoro di 9-10 membri. I loro compiti sono indicati nell' allegato 1.

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La segreteria, 25 persone a tempo pieno e 3 a tempo parziale, prepara il lavoro degli organi della fondazione e ne esegue le decisioni; ha diritto di presentare proposte al Consiglio di fondazione; oltre ai compiti amministrativi, la segreteria svolge anzitutto servizi di produzione importanti (libri, viaggi, informazione, pellicole, speciali attuazioni culturali), che rappresentano parte notevole dell'attività all'estero, e alcuni dei quali sono stati istituiti questi ultimi anni.

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La sorveglianza ad opera della Confederazione

La fondazione è posta per legge sotto la sorveglianza del DFI e sotto l'alta vigilanza del Consiglio federale. Queste autorità riscontrano se le disposizioni legali e quelle del regolamento siano osservate e se la fondazione impieghi le finanze in modo consono agli scopi. La fondazione decide invece da sola qual seguito dare ai progetti che le vengono sottoposti. Consapevole di codesta autonomia, il DFI ha sempre esercitato la sorveglianza con molta discrezione. Secondo gli articoli 11 e 12 della legge, il programma annuale, il preventivo, il rapporto d'esercizio ed i conti annui sono soggetti all'approvazione del DFI. Nonostante la libertà d'azione, di cui la fondazione gode nei limiti consentiti dalla legge, è chiaro che un'istituzione interamente finanziata dalla Confederazione deve attenersi ai principi di redditività e d'economia vigenti nell'Amministrazione federale, segnatamente quanto al personale. La Confederazione vigila all'osservanza delle prescrizioni in materia. Il riscontro della contabilità spetta al Controllo federale delle finanze.

Alla medesima stregua della Svizzera parecchi Stati hanno affidato ad istituzioni semiufficiali, in tutto o in parte, le attività culturali esterne. Così hanno fatto, ad esempio, la Gran Bretagna, con il British Council, o la Svezia, con Io Svenska Institutet. La Svizzera è tuttavia il solo Paese che abbia affidato a un solo e medesimo organismo un compito interno e la propaganda culturale all'estero.

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Evoluzione della situazione culturale in Svizzera

Dalla sua istituzione ad oggi le condizioni in cui Pro Helvetia svolge la propria attività sono profondamente mutate, e altrettanto dicasi delle idee circa la natura ed i compiti della politica culturale.

Pubblicato alcuni mesi dopo l'«Anschluss» e la Conferenza di Monaco, quando l'esistenza di un piccolo Paese come il nostro era gravemente minacciata, il messaggio del 9 dicembre 1938 riguardante i mezzi per mantenere e far conoscere il patrimonio spirituale della Confederazione poneva nella «difesa spirituale» l'obiettivo primo della politica culturale. La Svizzera doveva trovare, e avrebbe trovato, la forza di resistere nei valori della democrazia liberale e del patrimonio spirituale.

La vita culturale del dopoguerra ha risentito profondamente, dal canto suo, dei mutamenti avvenuti in altri settori. I tempi erano contraddistinti soprat116

tutto dallo sviluppo economico, che è valso alla maggior parte degli Svizzeri un benessere materiale notevole, e ha permesso loro di sviluppare l'insegnamento a decorrere dalla fine degli anni 50. I giovani avviati ad una formazione superiore o professionale sono viepiù numerosi, e altrettanto quelli desiderosi di poter partecipare alla vita culturale. Scienza e tecnica sono diventate i perni della nostra civiltà. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione sociale ha fornito nuove possibilità di informazione, di partecipazione a manifestazioni culturali e di conoscenza degli avvenimenti quotidiani. Il moltiplicarsi delle tecniche riproduttive ha messo a portata di più vaste cerehie le produzioni artistiche. La riduzione della durata del lavoro ha aumentato la parte di svaghi, di attività ricreative.

Siffatta evoluzione presenta, accanto a vantaggi innegabili per la vita culturale, lati negativi. L'alta congiuntura ha suscitato un'attività notevole nell' edilizia: il patrimonio architetturale è minacciato, il paesaggio soffre della dispersione dell'abitato, i deterioramenti aumentano. La mobilità sociale va congiunta a sradicamenti e a senso d'insicurezza. Le evidenze di ieri più non sono tali e diventano discutibili. I valori tradizionali della nostra società non godono più del rispetto come in passato. L'estensione del tempo libero non giova soltanto alla distensione e al ritempramento delle energie.

Molti vi annettono importanza anche come mezzo per ridare ailla vita, mediante attività scelte liberamente, specie quelle sportive, un senso che più non trovano nel lavoro.

Gli artisti contemporanei, di cui temi e forme sono riflesso del mondo odierno, manifestano numerosi come siffatta evoluzione li preoccupi. La larga udienza, non sempre sinonimo d'approvazione, che han trovato artisti e scrittori svizzeri, poi anche alcuni cineasti, dimostra con quale intensità abbiano saputo presentare fenomeni che inducono a riflettere molte persone (pericoli della tecnica per l'uomo; questione ed avventura dell'identità, fragilità della società, isolamento dell'individuo nella nostra società). Gli artisti hanno rappresentato e persino messo in caricatura le crisi della nostra epoca e gli avvenimenti cruciali della vita quotidiana in forme che, frequentemente, mettono anche a disagio lo spettatore. La cultura ha
inoltre dimostrato di partecipare a ciò che la vita ha di più essenziale anche postulando la ricerca di soluzioni nuove in numerosi campi, l'interrogazione profonda circa l'avvenire, nonché la delineazione di modelli di rinnovamento sociale capaci di procurare a ciascuno una vita meglio riempita. Questa ricerca ha determinato numerose esperienze che hanno riunito persone che della cultura hanno una concezione diversa, espressa attraverso la sperimentazione di nuovi modi di vita sociale, la contemplazione del mondo con altri occhi, e, quindi, una vita diversa. La realtà culturale del presente non si riduce tuttavia alla rimessa in discussione, al dubbio, alla ricerca di valori nuovi. Molte persone hanno conservato tuttora la fede nella permanente validità della grande letteratura, della musica classica, dei capolavori dell'arte. L'apertura a questi valori allevia il peso della vita quotidiana e accresce la gioia di vivere. È inoltre apparso un interesse crescente per le costumanze e gli usi contadini, e per le tradizioni popolari, richiamo di attività scomparse. Ne consegue che la nozione di cultura è oggi 117

assai più larga che non in passato. Lungi dal restringersi alle arti, all'educazione e alla scienza la cultura è anche, e primamente, un certo modo di intendere la vita; costituisce anzitutto il fondamento dei valori che si esprimono nei comportamenti e nella coesione di una società. La nozione di cultura comprende pertanto anche le tradizioni e le convinzioni che costituiscono, insomma, la trama di una società e si manifestano nelle arti, la religione, il diritto, il modo di vita e l'atteggiamento dell'uomo riguardo ai consimili e all'ambiente.

Così compresa, la cultura è diventata un fattore viepiù importante della vita politica e sociale. I compiti della politica culturale ne risultano precisati e differenziati. Oltre la protezione dei beni culturali e l'incoraggiamento della creazione artistica, trattasi principalmente di far partecipare alla vita culturale tutti gli ambienti. Una creazione culturale senza larga eco non avrebbe, in definitiva, alcun senso. L'animazione è diventata una nozione fondamentale della politica culturale, perché si è consapevoli che è il solo mezzo per far della cultura una condizione di vita accessibile a tutti.

L'animazione è affidata ad istituzioni culturali tradizionali, ad istituzioni d'educazione permanente e a numerosi altri ambienti. Come nota un rapporto del Consiglio d'Europa, l'animazione è particolarmente importante dacché l'onnipresenza di produzioni artistiche tecnicamente perfette incoraggia la passività nella comunicazione culturale. La fede nella forza créatrice dell'individuo va dunque rafforzata. L'apparizione, inoltre, dei limiti della crescita materiale induce oggi molti a rivolgersi più attentamente ai valori non materiali. È una fortuna, per la nostra società, che va incoraggiata in tal senso.

In quest'ottica la prima conferenza dei ministri europei della cultura, riunita a Oslo nel 1976 per invito del Consiglio d'Europa, ha adottato all' unanimità una risoluzione secondo cui la politica culturale va considerata elemento indisipensabile delle responsabilità governative. Ma tale politica più non deve limitarsi a provvedimenti a favore delle arti. «La politica sociale complessiva deve avere una dimensione culturale orientata sullo sviluppo dei valori umani, l'eguaglianza, la democrazia e il miglioramento delle condizioni di vita». La dimensione
culturale della politica implica il riconoscimento della pluralità delle nostre società, il rispetto della dignità individuale, dei valori spirituali, dei diritti dei gruppi minoritari e della loro espressione culturale. «Nell'ambito di questa democrazia culturale uno sforzo particolare s'impone a favore dei gruppi sin qui svantaggiati».

Nel nostro Stato federativo la politica culturale spetta anzitutto ai Cantoni ed ai Comuni. In un'epoca che in molti campi manifesta una tendenza a uniformare e livellare le differenze che sono la ragion d'essere di certi gruppi e strati della popolazione, il federalismo è anche una garanzia di promozione culturale diversificata in funzione delle necessità.

Ma anche la Confederazione ha sempre dovuto occuparsi di certi compiti culturali, soprattutto in merito all'attività all'estero, che è sua competenza specifica, stante le sue attribuzioni in fatto di relazioni estere. La Confederazione deve pure promuovere la comprensione e la collaborazione tra regioni, Cantoni, Comuni, aree linguistiche e gruppi etnici, contribuendo 118

all'instaurarsi di relazioni culturali nonostante tutte le frontiere interne, nel solco dell'adagio «una Svizzera una e diversa». Deve incoraggiare gli sforzi delle collettività cantonali e comunali dotate di mezzi finanziari insufficienti. Deve rivolgere particolari attenzioni all minoranze linguistiche minacciate. In questi ultimi anni, nuovi compiti si sono aggiunti ai precedenti. Come nota la Commissione Clottu nel suo rapporto, l'alta concentrazione urbana delle istituzioni e della vita culturale determina una fortissima disparità tra città e agglomerazioni, da una parte, e regioni rurali dall'altra. Questo sviluppo ineguale minaccia di scompaginare il delicato meccanismo di un Paese quale il nostro, con la sua struttura federativa e la sua diversità linguistica e confessionale. La Confederazione deve pertanto contribuire più largamente che non in passato all'attuazione di uno sviluppo culturale equilibrato del Paese. Sono inoltre necessari provvedimenti supplementari, che esigono una maggiore partecipazione della Confederazione, al fine di migliorare la situazione sociale dei professionisti della creazione culturale. Da alcuni decenni, la loro situazione peggiora in modo inquietante nella maggior parte dei Paesi, .come indica un rapporto dell'Ufficio internazionale del lavoro, pubblicato all'inizio dell'anno. La situazione non è diversa nel nostro Paese.

Soltanto una piccola minoranza di artisti può vivere del proprio lavoro.

Molti fanno enormi sacrifici materiali per poter dedicare all'arte tutto il tempo loro. Le ordinazioni, le borse, i premi, non bastano a rimediare all' insufficienza ed all'irregolarità del reddito degli artisti. Poiché i crediti pubblici sono modesti, e i richiedenti nel bisogno molti, nessun beneficiario può ricevere un aiuto efficace e di lunga durata.

Se un Paese non crea nuovi valori culturali, questi, necessariamente, vengono da altrove. Una cultura viva è pertanto condizione vitale per l'equilibrio di una società democratica evoluta qual è la nostra. Il lavoro di Pro Helvetia va considerato in tale ottica.

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II contributo di Pro Helvetia alla promozione culturale Sommario delle principali attività

Considerate la densità e la diversità della nostra vita culturale, è giocoforza riconoscere che il campo d'attività della fondazione è relativamente limitato. Sin quando non trattisi di compiti assumibili soltanto con l'aiuto federale, la sovranità cantonale fa sì che Pro Helvetia debba restringersi essenzialmente a provvedimenti complementari. La sua attività riguarda principalmente: - l'aiuto alla creazione culturale; - l'incoraggiamento agli scambi culturali all'interno del Paese; - l'aiuto all'educazione degli adulti ed alla cultura popolare.

Nel settore dell'aiuto alla creazione culturale accorda sussidi annui ad associazioni al vertice che svolgono compiti importanti su scala nazionale, quali, ad esempio, l'Associazione dei musicisti svizzeri, la Società svizzera degli scrittori, gli Scrittori del Gruppo d'Olten, la Società svizzera di pedagogia 119

musicale e la Gioventù musicale. Le associazioni adoperano i sussidi per aiutare i loro membri e per adempiere compiti d'interesse generale. Le loro attività, si noti, giovano a stabilire numerosi contatti di là delle frontiere cantonali e delle barriere linguistiche.

La fondazione incoraggia la letteratura e la musica ordinando ogni anno opere ad 8 o 9 scrittori rappresentanti le quattro regioni linguistiche ed a 2 compositori. I beneficiari sono designati dalla sola fondazione, sulla scorta delle proposte dei membri del Consiglio di fondazione e, per lo più, indipendentemente dalle domande di eventuali candidati. Pro Helvetia sussidia pure la traduzione di opere d'autori svizzeri, anzitutto da una lingua nazionale in un'altra lingua nazionale ed eccezionalmente in altre lingue. La creazione artistica è pure incoraggiata mediante contributi alle creazioni ed alle opere prime di drammaturghi e compositori svizzeri. Questo provvedimento è particolarmente importante nel settore del teatro e dell'opera. Gli allestimenti scenici elaborati collettivamente dagli attori esigono spesso lunghi preparativi, né possono spesso attuarsi senza aiuto finanziario. Lo stesso dicasi dell' esecuzione di opere musicali ideate per grandi insiemi o della stampa di spartiti per composizioni corali e d'opera. La creazione musicale è inoltre sostenuta mediante sussidi alla produzione di dischi di musica contemporanea svizzera. Quando alle pubblicazioni conviene notare che un buon numero d'opere importanti per la nostra identità culturale non vedrebbero la luce senza un contributo di Pro Helvetia alle spese di stampa. Si accordano soprattutto contributi per opere dedicate alla pittura, all'incisione, alle arti applicate, alla storia svizzera, nonché a pubblicazioni destinate ad approfondire la conoscenza del Paese e delle sue particolarità culturali (monografie locali e regionali). Un contributo alle spese di stampa è pure possibile per opere dialettali d'alta levatura letteraria, per grammatiche dialettali di carattere popolare, per antologie e, a tutela del patrimonio culturale, per l'opera omnia di scrittori o di musicisti svizzeri del passato.

Nel settore degli scambi culturali all'interno del Paese, vengono in testa quelli di produzioni teatrali. Nel 1978 furono 28 produzioni di piccoli teatri con 50 rappresentazioni,
e 4 produzioni di grandi teatri con 28 rappresentazioni. Con l'aiuto di Pro Helvetia, il teatro civico di Lucerna ha dato un'opera a Lugano e il balletto di Basilea ha fatto per la seconda volta un giro con composizioni allestite da cinque coreografi svizzeri di teatri diversi.

Questo giro è giovato a teatri che non avevano un proprio corpo di ballo.

Pro Helvetia incoraggia pure gli scambi culturali sussidiando le traduzioni (contributo alle spese di stampa; onorari dei traduttori).

L' educazione degli adulti è sostenuta mediante sussidi annui agli organismi nazionali al vertice: Federazione svizzera per l'educazione degli adulti (FSEA), Associazione delle Università popolari svizzere, Centrale svizzera d'educazione operaia, Comunità di lavoro protestante svizzera per l'educazione degli adulti, Comunità di lavoro cattolica per l'educazione degli adulti e Akademie für Erwachsenenbildung.

Nel settore della cultura popolare si accordano contributi, unici o periodici, ad organismi al vertice che si occupano di musica popolare, di teatro popo120

lare o d'arte popolare. La fondazione sussidia inoltre corsi di direzione musicale e teatrale come pure conferenze e corsi di dialettologia.

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Valutazione dell'attività su piano nazionale

Questo cenno da un'idea dell'impegno e degli obblighi di Pro Helvetia all' interno del Paese. I mezzi finanziari di cui dispone al riguardo sono tuttavia insufficienti. Oltre metà di questi mezzi è adibita a sussidi globali annui versati alle grandi associazioni culturali ed alle istituzioni per l'educazione degli adulti. Il margine di manovra della fondazione si trova pertanto assai ridotto non appena trattisi di progetti di varia natura. L'allegato 2 da un compendio sommario dei sussidi annui; l'allegato 3 specifica i sussidi musicali; l'allegato 4 quelli riguardanti l'educazione degli adulti.

Risulta da queste tabelle che i sussidi annui sono aumentati in forte misura: gli organismi interessati hanno dovuto intensificare la propria attività. Ad esempio, le associazioni d'artisti hanno dovuto crescere l'aiuto a favore di membri particolarmente colpiti dalla recessione, ed assumere un maggior numero di compiti culturali generali, quali l'allestimento e la pubblicazione di memoriali su questioni culturali concrete d'interesse generale. Sollecitate viepiù da compiti di questo genere, sono state costrette a migliorare l'infrastruttura. Questa situazione finanziaria ha posto il Consiglio di fondazione di Pro Helvetia dinanzi all'alternativa seguente: costringere i beneficiari di sussidi regolari a ridurre le proprie attività, o limitare essa medesima i sussidi alla creazione culturale? Sino al 1977 è stato possibile evitare entrambi i provvedimenti grazie ad un sussidio transitorio a carico del guadagno ottenuto con la vendita dello scudo commemorativo della costituzione.

Questo credito speciale si è esaurito nel 1978 e Pro Helvetia ha dovuto ridurre i sussidi annuali per il 1979, alcuni dei quali in assai forte misura.

Siffatta riduzione ha inferto un duro colpo alle associazioni al vertice ed è intollerabile considerata l'importanza dei compiti ch'esse assumono a servizio della cultura e dell'educazione. La fondazione dovrebbe essere posta in grado di versar loro, in un prossimo avvenire, sussidi pari almeno a quelli degli anni scorsi. Va qui ricordato che sino> al 1965 i sussidi non erano a carico di Pro Helvetia, ma pagati direttamente dal DFI che disponeva a tal fine di crediti iscritti a preventivo. Per i motivi che esporremo nella cifra 64 pensiamo di ritornare a siffatto sistema, al quale
dovremo tuttavia dare un fondamento legale. Dovendosi esaminare previamente una serie di questioni, non si potrà ripristinare il vecchio sistema prima che venga a scadenza il decreto federale sui contributi a Pro Helvetia per gli anni 1981/ 1983. Un eventuale trasferimento di compiti e, conseguentemente, un alleviamento degli oneri di Pro Helvetia potrebbero pertanto entrare in linea di conto soltanto al momento di fissare i contributi per il 1984.

Dedotte le spese amministrative ed i sussidi periodici alle associazioni al vertice e all'educazione degli adulti, nel 1979 Pro Helvetia ha potuto destinare all'insieme dei suoi altri compiti sul piano nazionale soltanto 1,2 milioni di franchi in cifra tonda. È una somma ovviamente insufficiente. Valga un solo esempio a dimostrarlo: il credito di 30 000 franchi per scambi 121

nell'ambito del teatro, aperto la prima volta per la stagione 1968/1969, non ha tardato a mostrarsi insufficiente stante l'alto numero di domande. È stato invero possibile indire una serie di rappresentazioni, perfino nel Ticino e nei Grigioni, ma sarebbero occorsi 90 000 franchi per sodisfare tutte le domande. Altrettanto avviene negli altri ambiti d'attività di Pro Helvetia, i cui mezzi finanziari sono assolutamente inferiori alle somme occorrenti per sodisfare le domande giustificate. Delle 454 domande e progetti esaminati nel 1978 dagli organi del Consiglio di fondazione, 190 hanno dovuto essere respinti, la maggior parte per ragioni finanziarie.

Numerose domande hanno potuto essere sodisfatte soltanto parzialmente.

Inoltre, il rincaro nelle arti grafiche (dal 1970 al 1978 il 90% per la stampa e il 50% per la carta) limita parecchio le possibilità d'intervento di Pro Helvetia a favore di riviste e libri. Diventa pertanto sempre più difficile stampare opere che darebbero modo al nostro Paese di meglio affermarsi sul piano culturale.

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Le priorità nell'attività futura della fondazione all'interno del Paese

Risulta da quanto abbiamo detto che l'insufficienza dei mezzi disponibili ha posto Pro Helvetia in una situazione assai difficile. A maggior ragione non le sarà possibile allargare il campo d'attività per tener conto dell'evoluzione culturale degli ultimi decenni. Nel capitolo 3 abbiamo notato l'importanza crescente della creazione culturale, l'estensione dei compiti di politica culturale resa necessaria dall'evoluzione del concetto di cultura, nonché il nuovo posto degli svaghi nella scala dei valori. Sulla scorta delle analisi della Commissione Clottu abbiamo sottolineato le difficoltà materiali della maggior parte degli artisti, lo sviluppo culturale ineguale di certe regioni, e la necessità di accrescere gli scambi all'interno. Tutti questi aspetti riguardano da vicino Pro Helvetia e la pongono davanti a nuove e maggiori esigenze che esporremo qui di seguito.

La creazione culturale necessita di un aiuto più generoso. Pro Helvetia deve poter accrescere il numero di ordinazioni, e diversificare i mezzi d'intervento.

Diversamente dal Fondo nazionale, il cui aiuto a favore di giovani scientifici particolarmente qualificati può estendersi su parecchi anni, Pro Helvetia non ha mai potuto accordare, neppure a un solo scrittore o compositore, un aiuto che permettesse di attuare un progetto di lungo respiro.

Inoltre, per non fermarsi di continuo a metà strada, sarebbe necessario un aiuto più deciso alla diffusione di opere attuate grazie a Pro Helvetia. L'educazione degli adulti acquisterà in avvenire maggior importanza. I mezzi che le sono riservati sono diventati insufficienti. Giusta l'articolo 2 della legge, la fondazione deve tener conto specialmente della «cultura popolare»: arte, musica, tradizioni popolari, creazioni individuali e collettive del popolo.

Il rispetto della cultura popolare implica l'obbligo legale, per la fondazione, d'ispirarsi a un più vasto concetto della cultura. Deve dunque procurare di 122

aiutare gli uomini a trovare la propria via in questo mondo in mutazione per beneficiare delle attuazioni culturali del presente e del passato, ad esprimersi per essere meglio idonei alle responsabilità verso sé medesimi, gli altri, l'ambiente. L'educazione degli adulti, che s'è data per fine di contribuire a questa impresa, occupa oggi una posizione determinante nello sviluppo e nell'animazione culturali.

Non si tratta però di sostenere indistintamente tutto quanto si opera in tal campo. In spirito di perequazione nazionale della cultura, Pro Helvetia deve concentrarsi sui compiti d'importanza nazionale o sovrarregionale, e sui progetti destinati alle regioni ed agli strati di popolazione svantaggiati, tra i quali i progetti-pilota meriteranno attenzione particolare. Se le accorderete i crediti occorrenti, Pro Helvetia potrà elaborare con le istituzioni in causa una nuova concezione per l'avvenire.

Infine, trattasi d'intensificare gli scambi culturali all'interno. Alcuni indizi danno sfortunatamente a pensare che le fasi centrifughe abbiano tendenza ad aumentare e che il Paese rischi di conoscere difficoltà nei rapporti tra regioni. Gli sforzi d'integrazione politica ed economica, la concentrazione economica, il livellamento delle abitudini sociali hanno suscitato il timore d'una perdita d'identità. I mass-media, inoltre, che offrono numerose occasioni d'incontro e d'avvicinamento, hanno anche rivelato l'esistenza di barriere psicologiche dovute, tra altro, alla circostanza che alla maggior parte degli Svizzeri preme restare nella «loro» regione.

Scambi più numerosi tra le diverse tradizioni culturali potrebbero rafforzare il senso della solidarietà nei confronti dell'insieme. Uno scambio approfondito e continuo d'idee, di segnali e di messaggi, recepiti e compresi, previene l'accentuazione dei contrasti e il loro fraintendimento come minaccia invece che come arricchimento.

Orbene, Pro Helvetia, istituita quarantanni or sono per tutelare il nostro patrimonio e le nostre peculiarità culturali, deve proprio individuare nel promovimento di questo dialogo e di questo scambio d'idee il compito politico più importante che oggi è chiamata ad adempiere. Per venirne a capo, deve però badare a non restringere la sua opera a poche regioni e cerehie privilegiate, bensì maggiormente sforzarsi di farla profittare a tutti gli strati della popolazione.

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Linee direttive per gli anni venturi

Pro Helvetia ha proceduto lo scorso anno, sul Gurten, ad un esame generale delle proprie attività. Solleciti d'istituire alcuni punti forti nel proprio vasto campo d'attività, e di abbinare quant'è possibile l'aiuto agli artisti ed alle produzioni culturali agli scambi con l'interno, gli organi della fondazione hanno deciso le linee direttive seguenti: 1. Le attività all'interno sono diversificate onde prevenire il rischio di presentare, o di incoraggiare, soltanto azioni volte a dar lustro alla Svizzera; l'accento sarà posto sull'espressione delle varie minoranze che esistono in seno alla Confederazione, siano esse culturali o geo123

grafiche, nonché sull'accesso alla vita culturale da parte di ambienti socialmente svantaggiati (nei giovani; nella cosiddetta «terza età»), ecc.

2. Negli scambi culturali, la tendenza suaccennata si esprimerà con l'incoraggiamento al decentramento geografico delle attività, onde compensare il vantaggio acquisito da centri urbani bene dotati di attrezzature culturali e interessati da numerose manifestazioni. Pro Helvetia compirà il suo sforzo generalmente d'intesa con le collettività locali, o, se tale collaborazione non è possibile, sola.

3. Si compirà uno sforzo particolare per garantire una certa reciprocità di scambi, vegliando, se occorre, a una certa perequazione dei mezzi finanziari. Pro Helvetia dovrebbe svolgere, assai più che non in passato, la parte di un ufficio di clearing tra istituzioni esistenti.

4. Negli anni venturi si porrà l'accento su una più intensa circolazione delle novità letterarie ed artistiche delle varie comunità, fuori delle aree corrispettive, mediante esposizioni, concerti, rappresentazioni teatrali ecc.

5. La volontà di raggiungere nuovi strati si tradurrà nella creazione di unmateriale adatto (film documentari, esposizioni, opere, incisioni sonore) atte ad essere adoperate dagli istituti d'educazione, dalle associazioni culturali e da altri utenti.

6. Per la produzione di questo materiale si ricercherà una collaborazione più intensa con i mezzi di comunicazione sociale, per accelerare le attuazioni in corso e per lanciare nuovi progetti comuni.

7. Poiché l'educazione permanente è prioritaria per la società elvetica, Pro Helvetia aggiungerà all'aiuto che accorda alle associazioni esistenti azioni proprie, ad esempio per far meglio conoscere, nell'ambito delle diverse istituzioni per l'educazione degli adulti, le forme della cultura svizzera.

8. La fondazione intensificherà l'informazione sulla vita culturale elvetica sia sostenendo gli sforzi già in atto in questo settore, sia curando una pubblicazione adeguata la cui missione sarebbe non tanto di far conoscere singole manifestazioni quanto di sottolineare le grandi tendenze culturali nel nostro Paese.

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II contributo di Pro Helvetia agli scambi culturali con l'estero Compendio dei principali settori d'attività

La promozione delle relazioni culturali della Svizzera con l'estero è il secondo grande settore d'attività della fondazione.

L'attività di Pro Helvetia riguarda esposizioni d'arte e di libri, concerti, rappresentazioni teatrali, settimane cinematografiche. Comprende inoltre ogni anno una serie di manifestazioni speciali, ad esempio «Espaces», che si sono tenuti per la prima volta nel 1975 alla «Porte de la Suisse», sala a 124

scopi molteplici dell'agenzia parigina dell'Ufficio nazionale svizzero del turismo. Queste manifestazioni, di cui riparleremo più avanti, durano parecchie settimane, e hanno per scopo quello di presentare una nuova immagine della creazione culturale in Svizzera. I servizi di stampa e librari di Pro Helvetia forniscono alle missioni diplomatiche svizzere e al pubblico straniero documentazioni per la stampa e pubblicazioni svizzere. Dischi e spartiti musicali sono pure a disposizione; il servizio cinematografico fornisce in prestito pellicole svizzere. Pur non potendo più finanziare l'attività di lettori propriamente detti, la fondazione può tuttavia provvedere alla presenza di Svizzeri in università estere, come professori ospiti, ed all'invio di conferenzieri. Va notato che l'importante University of Southern California ha inaugurato nel 1978 con lo scrittore Walter Vogt il programma «Swiss writers in residence» che permette ad un autore svizzero di dedicarsi da quattro a sei mesi alle proprie attività di scrittore e di stabilire contatti con gli studenti leggendo o discutendo con loro le proprie opere. L'università e Pro Helvetia si dividono le spese di soggiorno. Pro Helvetia finanzia inoltre viaggi di studio in Svizzera di personalità o di gruppi desiderosi d'informarsi sul posto circa le particolarità della nostra vita culturale.

Queste molteplici attività non debbono tuttavia illudere. La fondazione non è più in grado d'investirvi i mezzi realmente occorrenti. Come spiega ampiamente nella richiesta del 19 aprile, le sue cattive condizioni finanziarie costituiscono un ostacolo anche per le attività all'estero.

Nel settore delle esposizioni, particolarmente costoso, nella prima metà degli anni 70 Pro Helvetia ha dovuto fronteggiare l'aumento generale dei salari, il rincaro dei trasporti (10% ca. all'anno) e l'aumento dei premi d'assicurazione per le opere d'arte (in certi casi sino al 100%). È sempre più difficile far sopportare dai collaboratori esteri, che le accolgono, il costo delle esposizioni itineranti. Negli USA il mecenate privato interviene soltanto per le esposizioni d'artisti di primo piano, tanto più che gli altri Paesi offrono le loro esposizioni a titolo gratuito.

La domanda di libri e di pubblicazioni riguardanti la Svizzera è talmente aumentata, soprattuto da parte del Terzo
mondo, che da parecchio tempo Pro Helvetia più non è in grado di sodisfarla. Le case editrici svizzere, che non possono vivere senza esportazioni, versano in una situazione difficile a causa dell'alto corso del franco svizzero. Editori ed associazioni d'editori hanno chiesto pertanto a Pro Helvetia di aumentare gli sforzi all'estero, segnatamente sussidiando esposizioni di libri.

Nel settore della musica e del teatro, l'inflazione quasi generale permane uno dei fattori che accrescono notevolmente il costo dei giri di complessi svizzeri.

Altrettanto grave è la circostanza che la scelta delle pellicole offerta da Pro Helvetia resta insufficiente rispetto al bisogno. Facilmente comprensibile, il linguaggio filmico fa del cinema uno strumento ideale di comprensione internazionale. I film offerti da Pro Helvetia non sono abbastanza numerosi; molti sono d'altronde passati di moda. Da cinque anni la fondazione più non è in grado di ordinare film documentari su questioni di politica culturale, o 9

Foglio federale 1980, Voi. II

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di proseguire la produzione di pellicole dedicate ad artisti (musicisti, pittori, scultori) od alla conservazione di monumenti storici. Lo stesso può dirsi delle serie di diapositive riguardanti opere d'arte del passato e del presente.

Il servizio della stampa deve contentarsi di tirature troppo modeste, che costano piuttosto caro. Anche il servizio d'informazioni e di viaggi di studio ha dovuto essere ridotto. La fondazione non ha i mezzi di sobbarcarsi le spese del viaggio aereo delle personalità invitate in Svizzera. È pertanto viepiù difficile avere la visita di personalità straniere interessanti, rappresentino esse la vita culturale o il giornalismo.

Da parecchi anni gli onorari degli scrittori e conferenzieri inviati all'estero non sono più stati adeguati. Vari ambienti, inoltre, segnatamente le nostre università e le nostre ambasciate, auspicano che dopo un'interruzione di parecchi anni, dovuta a ragioni finanziarie, Pro Helvetia provveda di nuovo alla presenza di lettori svizzeri nei dipartimenti di filologia romanza o tedesca delle università estere.

Questi brevi cenni bastano certamente a dimostrare l'insufficienza dei mezzi finanziari che Pro Helvetia può consacrare alle proprie attività all' estero. La disparità tra il mandato, assolutamente chiaro, che la legge conferisce a Pro Helvetia, da una parte, e i mezzi materiali di cui dispone per assolverlo, dall'altra, diventa viepiù incresciosa per le persone responsabili della sua attività. In difetto di un aumento sostanziale dei mezzi finanziari, Pro Helvetia non potrebbe nemmeno continuare le attività presenti. Un supplemento finanziario è tuttavia indispensabile anche a causa di nuovi compiti e della moltiplicazione degli scambi culturali.

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L'importanza crescente degli scambi culturali

Gli scambi culturali di cui la Confederazione deve occuparsi in virtù della sua competenza per le relazioni esterne rappresentano oggi un compito importante di politica culturale. Le arti sono diventate internazionali a tale punto che l'intensità della vita artistica di una nazione dipende in gran parte dal volume degli scambi internazionali.

Numerosi sviluppi hanno contribuito a conferire agli scambi culturali incoraggiati dagli Stati un'importanza crescente nelle relazioni internazionali.

I nuovi Stati usciti dalla decolonizzazione hanno preso coscienza della propria storia, e permesso a numerose aree culturali d'affermarsi e di sviluppare i propri scambi. I giovani Stati in sviluppo vi scorgono uno dei migliori mezzi d'ottenere la consacrazione internazionale della loro identità ritrovata nella lotta per l'indipendenza. Di conseguenza annettono alle relazioni culturali altrettanta importanza quanto ai rapporti economici e politici.

Gli sviluppi dei massmedia, dei viaggi e dell'istruzione ha accresciuto nel mondo intero l'interesse degli uomini per altri Paesi e per altri popoli.

Nasce il desiderio di conoscere i problemi che si pongono altrove e in qual maniera società e Stati si adoperano a risolverli. Le crisi economiche e le difficoltà sociali, sorte comune di molti Paesi, hanno accelerato questo 126

processo di apertura culturale. Il mondo intero cerca d'instaurare rapporti più equilibrati tra valori spirituali e valori materiali. Per un piccolo Stato che non dispone di molti mezzi politici per affermarsi all'esterno, è quella un'occasione particolarmente buona di contribuire alla ricerca di un nuovo orientamento spirituale partecipando al dialogo di culture, capace di arricchirsi mediante idee ed attuazioni. Trattasi non soltanto di lottare contro i pregiudizi, di stringere contatti durevoli e d'approfondire la mutua comprensione, ma anche, e in definitiva, di fondare le relazioni internazionali su principi etici, compito attuale quant'altri mai.

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Conseguenze per l'attività futura

Questa evoluzione è di grande importanza per l'attività futura della fondazione. Pro Helvetia svolge oggi la maggior parte delle sue attività in alcuni Paesi particolarmente vicini alla Svizzera sul piano culturale. Da un'inchiesta condotta nel 1978 dal Dipartimento degli affari esteri presso i nostri ambasciatori risulta che una più forte presenza culturale della Svizzera è necessaria non soltanto nei Paesi con i quali abbiamo tradizionalmente scambi (Francia, Italia, Repubblica federale tedesca, Gran Bretagna, Stati Uniti), ma ancora in certi Paesi d'Estremo Oriente e del Terzo mondo, segnatamente negli Stati arabi. Sembra pure auspicabile sviluppare le nostre relazioni culturali con i Paesi dell'Europa centrale ed orientale. Come già abbiamo notato, anche la Commissione Clottu reputa indispensabile un'estensione geografica delle attività della fondazione.

La presenza della Svizzera si è troppo ristretta finora alla diffusione di valori culturali collaudati. Sembra indispensabile presentare la Svizzera anche altrimenti che con manifestazioni artistiche di genere tradizionale.

Nel capitolo 3 abbiamo sottolineato come la definizione della cultura sia oggi più larga che non in passato. Pro Helvetia deve tenerne conto anche riguardo la sua attività all'estero. Gli scambi culturali debbono contribuire a un nuovo orientamento spirituale del mondo; trattasi di mostrare che le nostre attuazioni culturali si fondano su una visione del mondo rispettosa dell'uomo e delle sue libertà fondamentali.

Come già sottolineato in precedenza, l'attività culturale all'esterno non può avere come solo scopo quello di fare l'autoritratto del Paese, deve anche mantenere un dialogo permanente con i nostri interlocutori. La rappresentazione dei nostri valori rischia di farci dimenticare i loro. Per creare le migliori condizioni di dialogo, la presentazione va adeguata alle particolarità del Paese e del pubblico destinatari. A ragione Pro Helvetia dedica un'attenzione particolare a questo aspetto della propria attività. Con «Espaces» ha inaugurato a Parigi una nuova forma di presentazione, che merita sviluppi.

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Un'esperienza promettente: gli «Espaces» di Parigi

Dal 1975 Pro Helvetia indice ogni anno alla «Porte de la Suisse», a Parigi, un ciclo di manifestazioni che, per 8-10 settimane, presentano gli ultimi svi127

luppi nel settore dell'invenzione artistica. Uno degli scopi di queste manifestazioni è quello d'ottenere una partecipazione attiva dei visitatori: mediante incontri, esperienze, scambi, confronti. Fra gli artisti e gli uomini di scienza ospiti vi sono pertanto anche stranieri, e soprattutto Francesi.

Nel 1978, ad esempio, si è tenuto un ciclo intitolato «video corpus», che ha avuto molto riscontro. Destinato ai più recenti sviluppi e procedimenti tecnici nel settore della videografia, e abbinato a conferenze e a tavole rotonde sull'importanza di questa tecnica per la conoscenza del corpo umano, il ciclo -- verosimilmente per la prima volta in una cerchia sì ampia -- ha permesso a una ventina di personalità svizzere, francesi e belghe di scambiare le proprie esperienze, e riunito psicoioghi, medici, sociologi, animatori culturali. Nove artisti invitati hanno presentato nastri video e fatto partecipare il pubblico alle loro attività. Un'esposizione ha completato queste dimostrazioni.

All'insegna del «Cinéma en marge», a decorrere dal 22 febbraio 1979, il ciclo ha presentato 200 film circa di autori svizzeri e stranieri, tutti in margine a circuiti commerciali e di distribuzione, per volontà propria o no, onde il titolo della manifestazione.

Specialisti di numerosi Paesi e 8000 visitatori circa hanno seguito proiezioni e dibattiti sul cinema contemporaneo e sui suoi rapporti con la società. Con la collaborazione del pubblico, una giuria di esperti svizzeri e francesi ha conferito una distinzione a 62 film. L'originalità di queste settimane cinematografiche è anche consistita nell'assenza di preselezioni. Sollecitati a partecipare alla selezione dei film, gli spettatori si sono sentiti strettamente coinvolti nell'attuazione di un processo artistico.

Il ciclo è inoltre stato caratterizzato da una serie di manifestazioni sul tema «mimi e maschere». Vi sono stati presentati artisti noti e altri che ancora non lo sono molto. Ha concluso le manifestazioni una serie dedicata al geniale scenografo Adolphe Appia. I cinque cicli indetti a decorrere dal 1975 hanno beneficiato della partecipazione di circa mille pittori, critici d'arte, cineasti, musicisti, mimi, scrittori, uomini di scienza svizzeri ed esteri.

Numerose opere originali sono state create per «Espaces» o grazie ad essi.

Pro Helvetia è così
riuscita a combinare i suoi vari obiettivi, a svolgere una parte stimolante nella vita culturale e ad aprire le frontiere culturali.

Dal 1977 l'una o l'altra delle manifestazioni approntate per Parigi vengono riprese in altre città francesi, in Svizzera o in altri Stati.

Il successo conseguito da «Espaces» vale ad indicare la via, che dovrebbe essere quella dell'avvenire, per larga parte dell'attività esterna di Pro Helvetia. Il nostro Paese mai non avrà i mezzi finanziari paragonabili a quelli occorrenti a centri culturali permanenti all'estero. Manifestazioni come «Espaces» sono invece nelle nostre possibilità. Pro Helvetia si prefigge pertanto d'indirne anche in altri Paesi, adeguandole, s'intende, alle particolarità locali. In tal modo potrebbe garantire una certa permanenza della nostra presenza culturale laddove ne è sentito il bisogno per il nostro Paese e per la nostra vita culturale.

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Necessità di pianificare a lunga scadenza la nostra presenza culturale all'estero: linee direttive per il futuro programma d'attività di Pro Helvetia

Risulta da quanto precede che sono inevitabili sforzi maggiori se intendiamo offrire all'estero una nostra presenza culturale più diversificata sotto l'aspetto geografico, più continua, più eclettica, e più approfondita.

Ciò richiede una pianificazione generale del lavoro culturale all'estero.

Nell'autunno del 1978 gli organi competenti della fondazione hanno fissato i principi della sua attività all'estero per gli anni a venire. Il programma generale da loro elaborato potrà tuttavia effettuarsi a condizione che Pro Helvetia disponga di mezzi più cospicui.

Le linee direttive del programma sono essenzialmente le seguenti: 1. La fondazione intende moltiplicare le azioni polivalenti, simili a quella sperimentata con esito felice alla «Porte de la Suisse» a Parigi, e allestire così tre o quattro nuovi centri semipermanenti.

2. Certe forme tradizionali di scambi culturali, segnatamente le grandi manifestazioni volte a dar lustro saranno abbandonate, secondo i casi, a vantaggio di questo nuovo modo di presenza culturale. La fondazione non potrà tuttavia rinunciarvi completamente, soprattutto nei Paesi con cui la Svizzera tradizionalmente collabora.

3. L'informazione sul nostro Paese va intensificata mediante esposizioni documentarie, la distribuzione di stampati, ecc., nei Paesi d'origine della maggior parte degli operai stranieri in Svizzera.

4. Si debbono preferire modi d'azione orientati verso l'avvenire, o che rechino un contributo creativo allo sviluppo culturale.

5. Considerate le nostre ristrette possibilità, sarà impossibile essere presenti ovunque in misura uguale. L'estensione geografica delle attività della fondazione va congiunta all'istituzione di alcuni punti forti. Si prevede di compiere per tré-quattro anni uno sforzo particolare in pari tempo in un Paese occidentale, in uno del Terzo mondo e in uno dell' Europa centrale od orientale. Alla fine di questo periodo la fondazione potrà valutare se una presenza prolungata si giustifichi, o se si debba cambiare Paese.

6. La scelta di un numero limitato di punti forti geografici non deve impedire il mantenimento di una presenza culturale sufficiente in altri Paesi.

7. Le nostre relazioni culturali con l'estero sono in gran parte assunte o suggerite da istituzioni private. Pro Helvetia continuerà a sostenere attività conformi agli
obiettivi qui menzionati, o che giustifichino il suo intervento, per esempio a ragione dell'interesse particolare del Paese destinatario per un'opera svizzera.

Pro Helvetia allestirà il programma d'attività degli anni venturi conformemente alle linee direttive suesposte.

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Esse non hanno beninteso il carattere di un programma rigido, esclusivo d'imprese nuove od impreviste. Si prevede, anzi, di riservare a tale scopo parte del capitale della fondazione.

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Le attività culturali della Confederazione fuori

della Fondazione Pro Helvetia Su piano federale Pro Helvetia non è di gran lunga la sola istituzione che eserciti un'attività in fatto di politica culturale. Il Dipartimento dell'interno e quello degli esteri hanno a loro volta funzioni importanti in questo settore. Ne parliamo qui di seguito perché il lavoro di Pro Helvetia non può essere valutato come si conviene se non nell'ambito dell'insieme degli sforzi culturali della Confederazione.

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I compiti del Dipartimento dell'interno

Oltre all'Ufficio federale della cultura, i cui compiti saranno oggetto di un capitolo a parte, parecchi dei 13 uffici del DFI si occupano di problemi connessi con la cultura.

Il Museo nazionale a Zurigo ha il compito di ricevere le antichità nazionali importanti sotto l'aspetto della storia e delle belle arti, di conservarle, di renderle accessibili al pubblico. Una succursale del Museo verrà aperta nel castello di Prangins, vicino a Nyon, divenuto proprietà della Confederazione grazie a un dono dei Cantoni di Vaud e di Ginevra. La presenza del Museo nazionale nella Svizzera romanda istituirà un nuovo legame tra le varie regioni del Paese. La succursale romanda del Museo servirà principalmente a mostrare il contributo della Svizzera romanda alla nascita dello Stato federale.

La Biblioteca nazionale raccoglie gli Helvetica, vale a dire le opere d'autori svizzeri e le pubblicazioni riguardanti la Svizzera. La sua bibliografia nazionale riveste una grande importanza per la ricerca, il commercio librario e la statistica letteraria.

Gli Archivi federali, deposito centrale degli atti delle autorità e dell'amministrazione federali, hanno rafforzato la ricerca d'archivio e curano pubblicazioni in questo campo.

Nell'Ufficio federale delle foreste la Divisione della protezione della natura e del paesaggio è preposta a compiti che sono di competenza della Confederazione in virtù della legge federale del 1° luglio 1966 (RS 451) sulla protezione della natura e del paesaggio. La Confederazione deve allestire segnatamente, un inventario di oggetti d'importanza nazionale. Accorda sussidi per la conservazione di paesaggi, di siti caratteristici, di siti evocatori del passato, di curiosità naturali e di monumenti. Eccezionalmente può acquistare siti naturali, siti evocatori del passato o monumenti d'importanza nazionale.

L'Ufficio delle costruzioni federali è responsabile della concezione artistica degli immobili appartenenti alla Confederazione.

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Ogni attività dell'Ufficio federale dell'educazione e della scienza è, ovviamente, di notevole importanza culturale. L'aiuto alle università cantonali ed i sussidi per le spese dei Cantoni a favore di borse di studio concorrono a schiudere in tutto il Paese possibilità di formazione abbastanza comparabili. La vita spirituale nel nostro Paese trova un incoraggiamento vigoroso nell'aiuto alla ricerca scientifica attraverso la mediazione del Fondo nazionale e delle associazioni scientifiche al vertice.

I Politecnici federali di Zurigo e di Losanna contribuiscono anch'essi allo sviluppo culturale del Paese, non soltanto con l'insegnamento nei settori della letteratura, delle belle arti, della storia, della filosofia e dell' architettura, ma anche con tutte le attività a servizio del sapere umano, segnatamente con contributi allo studio delle questioni connesse alla tecnicizzazione crescente dell'esistenza. Le due scuole politecniche sono luoghi d'incontri su piano internazionale. Probabilmente sfrutterebbero ancor meglio le possibilità che offrono al riguardo, per esempio insistendo presso gli studenti, ancor più che per il passato, affinchè compiano parte degli studi nell'altra scuola.

Tre fondazioni costituite su lasciti privati hanno legami assai stretti con il DFI: La Fondazione Gottfried Keller, per mezzo della quale, dal 1890, la Confederazione può acquistare opere d'arte ed antichità d'importanza nazionale, affinchè non vadano all'estero, o ne facciano definitivo ritorno; la Fondazione Gleyre, che accorda sussidi per l'acquisto di opere d'arte e di attuazioni importanti di autori svizzeri; la Fondazione Pro Arte, che accorda ogni anno sussidi a scrittori, musicisti, pittori e scultori. Una serie di fondazioni di diritto privato, molte delle quali hanno uno scopo culturale, sono soggette alla sorveglianza del dipartimento, che non esercita tuttavia influenza alcuna sulla loro attività. A richiesta, può tuttavia porle in contatto reciproco.

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I principali compiti dell'Ufficio federale della cultura

Poiché le attività di quest'ufficio hanno un legame particolarmente stretto con quelle di Pro Helvetia, trattasi qui di esporle con ampiezza di particolari.

La conservazione dei monumenti storici è uno dei compiti più antichi della Confederazione in materia di politica culturale. Assunta sin dal 1886, questa attività si esercita presentemente in virtù del decreto federale del 14 marzo 1958 (RS 445.1) concernente il promovimento della conservazione dei monumenti storici e della legge federale del 1° luglio 1966 (RS 451) sulla protezione della natura e del paesaggio. A richiesta, si accordano sussidi per il restauro di monumenti storici, a condizione che il beneficiario s'impegni a dare a sua volta un contributo finanziario, a conformarsi alle istruzioni degli esperti federali, a non modificare in modo alcuno il monumento restaurato, e a renderlo accessibile al pubblico in misura compatibile con la propria destinazione. L'attività della Commissione federale dei monumenti storici ha permesso di allestire un certo numero di criteri ai quali un monumento deve sodisfare per essere dichiarato degno di protezione, e di fissare criteri 131

per il restauro dei monumenti. Compiti analoghi a quelli della conservazione dei monumenti storici sono assunti dal Servizio della protezione dei beni culturali (nel caso di conflitto armato e di catastrofe), subordinato allo stesso ufficio.

Le belle arti sono incoraggiate sin dal 1887 in forza di un decreto federale 1). La Confederazione le aiua ora principalmente mediante borse, acquisti di opere e la partecipazione ad esposizioni internazionali. La Borsa federale delle belle arti è parte integrante della vita culturale del Paese. Il concorso annuale pone in risalto, meglio di qualsiasi altra manifestazione, l'ampiezza dell'invenzione artistica nei giovani pittori e scultori.

Le arti applicate, incoraggiate in virtù di un decreto federale del 18 dicembre 1917 2> , sono oggetto di provvedimenti consimili. La Borsa federale delle arti applicate si svolge pure annualmente. È destinata al disegno industriale, alla ceramica, all'oreficeria, alla fotografia, ecc.

Da segnalare, infine, i concorsi speciali che acquistano viepiù importanza (ad es. quelli per i migliori cartelloni, o per i più bei libri dell'anno).

L'aiuto federale al cinema supera da gran tempo quello che gli viene accordato dai Cantoni e dalle città. In virtù della legge federale sulla cinematografia, del 28 settembre 1962 (RS 443.1), la Confederazione può accordare contributi finanziari all'elaborazione di scenari ed all'attuazione di film, nonché premi di qualità per film condotti a compimento. Sussidia inoltre organismi che incoraggiano la cultura e l'educazione cinematografiche, come pure i festival di Locamo e di Nyon e le Giornate cinematografiche di Soletta.

Questi provvedimenti hanno permesso alla cinematografia svizzera di farsi una reputazione internazionale. L'accordo di coproduzione con la Francia vi ha pure contribuito. La continuità della produzione svizzera è tuttavia compromessa dall'insufficienza del credito per la promozione cinematografica.

Consapevole delle proprie responsabilità verso le minoranze linguistiche, la Confederazione accorda sussidi periodici a favore della cultura retoromancia, a decorrere dal 1921, e a favore della cultura italiana a decorrere dal 1931. Questi contributi finanziari sono stati aumentati più volte: le ultime, in ordine di tempo, sono state quelle del 1974 3> per le vallate grigionesi
di lingua italiana e retoromancia, e del dicembre 1978, mediante modificazione del preventivo, per il Ticino.

L'Ufficio degli affari culturali dispone pure di un credito a preventivo per accordare sussidi agli scrittori ed ai compositori che ne fanno richiesta per attuare un'opera. L'aiuto è subordinato, generalmente, ad una partecipazione del Comune e del Cantone d'origine o di domicilio, e garantisce così un certo coordinamento in materia di borse e di sussidi.

1) D) 3)

Risoluzione federale del 22 dicembre 1887 (RS 442.1) per il promovimento e l'incoraggiamento delle arti nella Svizzera.

Decreto federale del 18 dicembre 1917 (RS 442.2) sull'incoraggiamento e l'incremento dell'arte applicata (arte decorativa e industriale).

Decreto federale del 23 settembre 1974 (RS 441.4) concernente un aiuto finanziario alla Ligia Romontscha/Lia Rumantscha e alla «Pro Grigioni Italiano».

132

La cultura comprende pure le condizioni di vita di una società ed i modi d'espressione e di affermazione dell'individuo in seno a tale società: l'Ufficio deve pure occuparsi di alcune questioni socio-politiche, segnatamente per quanto concerne le donne e la gioventù.

Queste attività molteplici pongono l'Ufficio della cultura a contatto di numerosi organismi esteri. L'Ufficio cura la partecipazione di artisti svizzeri alle grandi esposizioni internazionali, e la pubblcazione delle offerte di borse estere a favore dei nostri giovani artisti. Sotto il profilo della politica culturale, si deve attribuire una grande importanza alle borse di studio che la Svizzera accorda ogni anno, giusta il decreto federale del 1975 *>, a studenti e ad artisti stranieri al fine di consentire loro di acquistare da noi una formazione o di perfezionarla. Si instaurano in tal modo legami durevoli tra uomini assai diversi per origine, razza, convinzioni politiche.

La Confederazione adempie i propri compiti culturali e socio-politici ricorrendo ad esperti indipendenti dall'Amministrazione, che generalmente vengono chiamati a lavorare in seno a commissioni permanenti costituite in molti casi in virtù di una disposizione legale. Nel settore delle arti propriamente dette, la limitazione della durata del mandato dei commissari garantisce il rinnovo delle idee. La composizione eterogenea di tutte le commissioni riflette la molteplicità delle concezioni che hanno corso nella nostra società, e da alle idee nuove una possibilità d'essere sentite e riconosciute.

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II ricavato della coniatura di scudi speciali, mezzo straordinario d'aiuto alla cultura

A decorrere dalla metà degli anni settanta, per via delle proprie difficoltà finanziarie, riesce assai difficile alla Confederazione aumentare i crediti culturali ordinari quanto l'avremmo desiderato ed in misura adeguata all' importanza crescente della cultura. Per sodisfare, almeno in parte, alle speranze riposte in una Confederazione più attiva sul piano culturale, il 18 dicembre 1974 abbiamo deciso di adibire a scopi culturali il ricavato della vendita dello scudo commemorativo della costituzione. La decisione è stata confermata dal decreto del Consiglio federale del 29 giugno 1977, a tenore del quale, i ricavati della coniatura di scudi speciali dovranno giovare principalmente all'incoraggiamento della cultura. Di conseguenza, dopo il 1975 abbiamo potuto assegnare 20 milioni circa di franchi a scopi urgenti e conformi alle priorità della nostra politica culturale. Tale somma rappresenta il ricavato della vendita dello scudo della costituzione (1974), dello scudo dell'Anno europeo del patrimonio architettonico (1975), dello scudo a ricordo della battaglia di Morat (1976), dello scudo Pestalozzi (1977), e dello scudo Dunant (1978). Il provento dello scudo Einstein, 8 milioni circa di franchi, andrà in gran parte a Pro Helvetia. Conformemente alle raccomandazioni della Commissione Clottu, avevamo sostenuto anzitutto 11

Decreto federale del 3 dicembre 1975 (FF 1975 II 2246) concernente l'attribuzione di borse di studio a studenti stranieri in Svizzera.

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progetti destinati a garantire uno sviluppo culturale più uguale o riguardante istituzioni centrali. I mezzi provenienti dalle vendite degli scudi speciali sono inscritti nel preventivo dell'Ufficio della cultura.

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Compiti del Dipartimento degli affari esteri

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Competenze odierne del Dipartimento

Ovviamente questo dipartimento deve preoccuparsi della presenza culturale del nostro Paese all'estero, a un'epoca in cui le relazioni culturali fra Stati diventano viepiù importanti. Per via delle sue funzioni, il Dipartimento dispone di numerose possibilità d'incoraggiare, come coordinatore e consigliere, le attività delle varie istituzioni culturali del nostro Paese all'estero.

Un posto privilegiato spetta, in merito, alla difesa dei nostri interessi in seno agli enti internazionali con finalità culturali quali il Consiglio d'Europa e l'Unesco, microscomo, quest'ultimo, che riflette le diverse mentalità e culture. Anche in seno a siffatti organismi il nostro Paese può collaborare attivamente, in modo costruttivo, a un dialogo tra civiltà.

Il Dipartimento degli affari esteri assume i compiti seguenti destinati a manifestare la presenza culturale della Svizzera all'estero: La sezione degli affari culturali e dell'Unesco, come organo d'informazione e di collegamento, mette i propri servigi a disposizione delle nostre rappresentanze diplomatiche e culturali e delle missioni estere, nonché di tutte le istituzioni culturali ed accademiche svizzere, come anche dei privati che desiderino attuare progetti culturali all'estero.

Le nostre missioni all'estero curano l'informazione sulla vita culturale del Paese ospite, come pure contatti con le istanze ufficiali e private di prima importanza sul piano della politica culturale. In tal modo concorrono a creare condizioni che permettono alle nostre istituzioni culturali di operare utilmente. Le missioni all'estero sostengono inoltre l'attività di Pro Helvetia, e questa collaborazione è tanto più importante in quanto all'estero Pro Helvetia non ha rappresentanze dirette.

I progetti d'assistenza tecnica ed umanitaria, meritano particolare menzione.

Hanno per ambito principale le zone rurali e costituiscono un terreno d'incontro eccellente tra persone d'origine culturale diversa. Attraverso le proprie abitudini di vita, di convivenza familiare e di lavoro, gli esperti in sviluppo trasmettono alle popolazioni una certa immagine della Svizzera, completata poi da innumerevoli altri fattori, inerenti ai progetti o a questi estranei.

La Commissione nazionale svizzera dell'Unesco, che fa parte del Dipartimento degli esteri, si sforza di far applicare anche nel
nostro Paese idee e convinzioni sostenute da tale organismo; cura molteplici contatti con gli enti omologhi all'estero, e da incentivo alle relazioni culturali internazionali.

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Una nuova idea della nostra politica culturale estera e la questione degli accordi culturali

Abbiamo affermato in precedenza che le nostre relazioni culturali con l'estero non debbono andare in senso unico. Ammesso che abbiano per oggetto gli scambi e la cooperazione, trattasi di sapere se in avvenire non si debbano intensificare gli sforzi, in particolare manifestando simpatia e stima al Paese ospite mediante una promozione, più attiva che non in passato, delle sue prestazioni culturali, assunta un tempo quasi soltanto da istituzioni private. Sarebbe opportuno soprattutto nei Paesi ove, stante la distanza geografica o per altri motivi, abbiano difficoltà a trovare udienza da noi.

Per condurre a buon porto tale politica la Confederazione dovrebbe poter fare assegnamento sulla collaborazione spontanea di istituzioni culturali svizzere quali teatri, musei, organizzazioni di concerti. Non si deve escludere a priori una volontà di collaborazione da parte di questi enti, per quanto gelosi possano essere della propria autonomia. Già il fatto che la partecipazione al settore «importazione» dello scambio culturale possa schiudere loro possibilità d'«esportazione» sarebbe un incentivo alla collaborazione. In virtù di un diritto consultivo, che sarebbe opportuno accordare loro, la Confederazione potrebbe inoltre invitarli ad indicare quali manifestazioni culturali del Paese consociato essi auspicherebbero presentare in Svizzera e sarebbero disposti ad accogliere. Siffatta politica può farsi soltanto con l'aiuto dello Stato o grazie ad accordi conclusi, con l'aiuto dello Stato, tra istituzioni private. Accordi di tal genere, quali già esistono, su piano amministrativo, in campo scientifico e tecnico non sollevano riserve.

La stipulazione, invece, d'accordi culturali di portata generale continua a porre al nostro Paese alcuni problemi di principio. Non si può tacere la circostanza che, a difetto d'accordi formali, gli scambi culturali siano difficili con i Paesi che mantengono i rapporti culturali con l'estero soltanto attraverso i Governi rispettivi o per mezzo di enti statali delegati. È inoltre vero che gli accordi culturali sono uno strumento usuale nelle relazioni fra Stati. Infine, ragioni di solidarietà internazionale, e il contributo che scambi culturali fondati su una visione d'insieme possono recare alla comprensione tra i popoli, militano pure a favore della conclusione di accordi culturali.
Alla luce di queste considerazioni, il ripensamento della nostra posizione riguardo gli accordi culturali sembra giustificato. Giova tuttavia ricordare che, da noi, depositari della sovranità culturale sono i Cantoni. Il rispetto che la Confederazione deve a questo ordinamento delle competenze, voluto dalla Costituzione, le impone una certa riservatezza nella stipulazione di siffatti accordi -- che sono tuttavia di sua competenza considerato l'articolo 8 della Costituzione. Necessariamente una modificazione della prassi ora vigente potrebbe farei soltanto con il consenso dei Cantoni. Gli accordi culturali perdono d'altronde ogni giustificazione se difetta una garanzia reciproca della libertà della vita culturale, e questa condizione è lungi dall' essere attuata nel mondo intero.

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Compiti d'altre istituzioni

Oltre ai due Dipartimenti, dell'interno e degli esteri, una serie di istituzioni esercita attività culturali su piano federale.

Citeremo, ad esempio, l'Ufficio federale dell'industria, delle arti e mestieri e del lavoro, la cui competenza si estende alla formazione professionale; l'Ufficio federale della pianificazione del territorio e le aziende federali in regìa, i quali, con la progettazione dei loro nuovi edifici e con messe a concorso di marchi ed affissi, incoraggiano l'invenzione artistica.

Conviene pure menzionare la radio e la televisione, il cui compito, in forza di una concessione, sta nella tutela e promozione, attraverso i programmi, dei valori culturali del Paese.

Infine, la Confederazione è proprietaria di una serie di musei e di collezioni quali la celebre collezione Oskar Reinhart «am Römerholz», di Winterthur, il Museo Vela a Ligornetto, la Collezione Bleibler (oggetti d'arte d'Estremo Oriente) a Winterthur, il Museo delle PTT, a Berna, e il Museo delle dogane, a Caprino, il Gabinetto delle stampe al PF di Zurigo.

All'estero, ricorderemo Radio Suisse Internationale e le sue emissioni ideate specialmente per l'estero, nonché parecchi organismi a finalità anzitutto economiche, ma che pure, attraverso la loro attività, presentano aspetti della nostra cultura: tale è il caso, segnatamente, dell'Ufficio nazionale del turismo e dell'Ufficio svizzero d'espansione commerciale, che beneficiano dell'aiuto della Confederazione.

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Coordinazione e informazione reciproche

Dal cenno sui compiti delle istituzioni summenzionate risulta che l'attività della Fondazione Pro Helvetia -- in Svizzera come all'estero -- si affianca, in numerosi punti, al lavoro degli uffici federali che assumono compiti culturali. L'informazione reciproca e la collaborazione sono dunque indispensabili.

All'esterno sono curate dalla Commissione di coordinamento per la presenza della Svizzera all'estero. Istituita dal nostro Collegio nel marzo del 1972, secondo quanto auspicato dal Parlamento, la Commissione ha il compito di elaborare una concezione globale per la presenza della Svizzera all'estero. Dal 1976 ha uno statuto legale e permanente 1). Nel suo seno sono rappresentate diciassette istituzioni: la Cancelleria federale e quattro dipartimenti, Pro Helvetia, una serie d'organismi importanti dell'economia, degli ambienti scientifici e dei media. Per quanto riguarda la fissazione di priorità, Pro Helvetia collabora con il Dipartimento degli affari esteri nell'ambito di un gruppo di lavoro. Lo scopo di questa collaborazione non è affatto quello di mettere gli scambi culturali unicamente al servizio della politica estera generale. Pro Helvetia conserva l'autonomia 1)

Cfr. legge federale del 19 marzo 1976 (RS 194.1) che istituisce una Commissione di coordinamento per la presenza della Svizzera all'estero.

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conferitale dalla legge anche nel settore estero. Sarebbe invece inconcepibile che la presenza culturale della Svizzera all'estero si manifestasse in completa indipendenza rispetto alla politica estera, che esprime e tutela gli interessi del nostro Paese sulla scena intemazionale.

Sul piano interno è soprattutto importante la collaborazione con l'Ufficio federale della cultura; ma l'impegno della Confederazione riguardo la politica culturale va del resto considerato un tutto unitario e gli obblighi che ne conseguono vengono adempiuti -- sempre che la competenza non tocchi, legalmente, ad altre istituzioni -- in parte dall'Ufficio federale della cultura e in parte da Pro Helvetia. La ripartizione dei compiti avviene in funzione sia delle possibilità e dei limiti di questi due organi, sia dell'evoluzione storica in fatto d'incoraggiamento della creazione artistica.

Come fondazione di diritto pubblico, diretta collegialmente, Pro Helvetia ha una grande autonomia di decisione. L'Ufficio federale della cultura è, invece, una divisione amministrativa del DPI, e più integrato, quindi, nel complesso di attività dello Stato. Come fondazione, Pro Helvetia ha maggior latitudine per prendere iniziative proprie e condurre una politica culturale innovatrice nello svolgimento della propria opera all'interno del Paese. Si è poco avvalsa, finora, di questa facoltà e si è limitata a rispondere alle richieste, a causa delle proprie ristrettezze finanziarie.

Come già si è detto, Pro Helvetia ha il compito di curare gli scambi culturali all'interno e l'animazione culturale. L'educazione degli adulti vi è strettamente connessa; la Fondazione considera lo sviluppo di questa attività uno dei suoi compiti principali. Dal canto suo, l'Ufficio federale della cultura (UFC) oltre a certe funzioni di promovimento nel campo delle belle arti, della protezione dei monumenti storici, dei beni culturali e del cinema, deve, come organo del DFI, preparare le decisioni di principio inerenti alla politica culturale. Parte integrante dell'amministrazione, può contribuire alla tutela dei valori culturali nell'insieme delle attività dello Stato. Funge da organo direttivo degli altri servizi della Confederazione che assumono compiti culturali. Infine, a nome dello Stato centrale, partecipa all'elaborazione di una documentazione culturale
svizzera, e provvede a diffondere informazioni culturali.

L'incoraggiamento dell'attività créatrice di scrittori e compositori è un compito assunto sia da Pro Helvetia sia dall'Ufficio della cultura, ma sotto due diversi profili. Oggi i sussidi unici e le borse non bastano più a codesto scopo. S'impongono altri provvedimenti per migliorare lo statuto sociale e giuridico degli artisti. All'Ufficio federale della cultura spetta assumere una funzione coordinatrice: quest'ultima va beninteso esplicata in stretta collaborazione con altri uffici federali, i Cantoni, i Comuni, le associazioni e istituzioni interessate. Pro Helvetia va pertanto alleviata dal sussidiamento delle associazioni artistiche mantello, come già dianzi ricordato (cifra 42) e giusta la proposta del rapporto Clottu. Va detto, in particolare, che certe associazioni mantello, oltre le responsabilità culturali, assumono compiti sociali il cui finanziamento non può essere posto a carico di Pro Helvetia.

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Ricordiamo qui la proposta della Commissione Clottu, giusta la quale tutti i compiti di sussidiamento con carattere permanente andrebbero a carico del DFI, mentre Pro Helvetia sarebbe competente per tutti i casi d'incoraggiamento individuali ed unici. Stante le numerose questioni giuridiche ed istituzionali che le vanno congiunte, la proposta potrebbe essere attuata in tale forma soltanto con grande difficoltà, sicché sembra inopportuno darle seguito, almeno per ora.

Quanto alla collaborazione di Pro Helvetia con il Fondo nazionale, le competenze rispettive sono regolate da un accordo stipulato il 2 giugno 1953.

Esse prevedono tra altro un'informazione reciproca continua.

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Nuova determinazione dei mezzi finanziari; provvedimenti concernenti l'ordinamento e Io statuto giuridico

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Nuova determinazione dei mezzi finanziari

I fondi a disposizione di Pro Helvetia non le consentono ormai più di adempiere il compito affidatole dal legislatore. I fondi sono inadeguati all' importanza dei compiti, che continuerà a crescere grazie all'evoluzione che abbiamo descritta. Bisogna inoltre considerare la circostanza che, dopo l'ultimo aumento, nel 1972, dei crediti a 5,5 milioni, il valore reale dell'importo versato ogni anno dalla Confederazione a Pro Helvetia è, di fatto, diminuito del 44,5 per cento a causa del rincaro non compensato. In alcuni settori, particolarmente importanti per la Fondazione, il rincaro è stato ancora maggiore, come già abbiamo accennato.

Sulla scorta, segnatamente, delle analisi ricevute e delle raccomandazioni della Commissione Clottu, che sono state incluse nei programmi d'attività future, la Fondazione reputa che necessiterebbe oggi di un sussidio federale di 20 milioni annui, onde svolgere i propri compiti in modo sodisfacente.

Considerate le condizioni finanziarie della Confederazione, non siamo tuttavia in grado di accedere completamente a questa domanda. Proponiamo pertanto un aumento graduale e più modesto: nel 1981 9 milioni di franchi; 1982 11,5 milioni di franchi; 1983.

17 milioni di franchi.

A sgravio dei preventivi in questione, proponiamo di prelevare in tutto 3 milioni sul ricavato della vendita dello scudo Einstein e di versarli al conto dei sussidi.

Riassumiamo i motivi principali che ci hanno indotti a proporvi l'aumento dei crediti: - l'intensificazione degli scambi culturali all'interno è politicamente necessaria in un'epoca in cui le forze centrifughe tendono ad aumentare e in cui l'incomprensione tra le varie parti del Paese minaccia d'aggravarsi; - si debbono adottare nuovi provvedimenti affinchè cerehie viepiù vaste accedano alla vita culturale, e non si producano squilibri nello sviluppo culturale delle varie regioni;

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- i creatori culturali sono i più svantaggiati sul piano sociale; la loro posizione è ancora peggiorata dopo la recessione e richiede con urgenza un miglioramento; - l'affermazione della Svizzera nella compagine degli Stati esige un'intensificazione a breve scadenza della nostra presenza culturale all'estero. Mai quanto oggi la fama di un Paese è riposata sul suo contributo intellettuale, scientifico e culturale, sulla sua capacità di partecipare alla soluzione- dei problemi attuali della nostra società e della politica. Abbiamo soprattutto interesse ad avvalorare tale contributo più di quanto non l'abbiamo fatto sino ad oggi, ed a partecipare più attivamente allo scambio culturale con altri Paesi. Il risultato gioverà anche alla nostra situazione politica ed economica.

72 721

Provvedimenti organizzativi Nuova regolazione dello Statuto dei collaboratori permanenti

Nell'ottica di un aumento dei crediti destinati a Pro Helvetia, e in accordo con il presidente della Fondazione, il capo del DFI ha nominato un gruppo di lavoro composto di rappresentanti della Fondazione e dei servizi competenti dell'Amministrazione federale, e l'ha incaricato di esaminare se le condizioni d'impiego in seno al segretariato di Pro Helvetia e l'organizzazione dello stesso fossero suscettibili di miglioramento. Le raccomandazioni del gruppo di lavoro hanno indotto il Consiglio di fondazione ad elaborare un nuovo organigramma che restringe l'interdipendenza dei diversi servizi quanto lo permettono le circostanze odierne. Le condizioni d'impiego del personale sono inoltre state completamente rivedute. Analogamente a quanto deciso per i collaboratori del segretariato del Fondo nazionale, è stato promulgato uno statuto speciale del personale, affine allo statuto degli impiegati della Confederazione, e che tiene conto dei bisogni specifici della Fondazione. Il regolamento di servizio e dei salari prevede pure la collaborazione dell'Ufficio federale del personale per ogni decisione riguardante il personale della Fondazione. In adeguamento al diritto del personale della Confederazione, l'orario di lavoro è stato prolungato da 42 a 44 ore settimanali. Il nuovo regolamento di servizio e dei salari è entrato in vigore il 1° gennaio 1980 con l'approvazione del Dipartimento dell' interno.

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Ampliamento del Consiglio di fondazione e riordinamento parziale del lavoro della Fondazione

Poiché il Consiglio di fondazione vedrà i propri oneri crescere in parallelo con i fondi e la sua attività sarà più vasta, sono necessari alcuni adeguamenti organizzativi affinchè resti pari ai suoi compiti anche in avvenire.

Già oggi la collaborazione in seno al Consiglio di fondazione richiede ad ogni membro un tempo notevole. Le persone che hanno accettato di adem139

piere questo compito difficile e talvolta ingrato meritano la nostra riconoscenza. Un aumento dell'effettivo del Consiglio permetterebbe di ripartire il lavoro tra un maggiore numero di persone. Presentemente il Consiglio di fondazione può contare 25 membri al massimo, sicché ciascuno di essi deve far parte di due dei cinque gruppi di lavoro. L'aumento dell'effettivo ridurrebbe il volume di lavoro individuale, poiché certi membri potrebbero limitarsi a far parte di un solo gruppo di lavoro. Vi proponiamo dunque di modificare l'articolo 6 capoverso 1 della legge, in guisa da portare il numero dei membri del Consiglio di fondazione da 25 a un massimo di 35.

Giova anche riesaminare il modo di lavoro della Fondazione. Il trattamento di una richiesta dura oggi quattro mesi in media: è questa, parzialmente, una conseguenza del sistema di milizia. È naturale che in un gruppo che lavora a titolo benevolo le consultazioni e la formazione dell'opinione richiedano tempo: tale sarà sempre il prezzo del sistema di milizia. L'introduzione, provvisoria, di scadenze fisse per la presentazione delle richieste (febbraio, giugno, ottobre) costituisce un primo tentativo per programmare meglio il lavoro in seno al Consiglio di fondazione, per organizzarlo in modo più efficace e renderlo in pari tempo più trasparente. In avvenire i richiedenti conosceranno a quali periodi dell'anno vadano inoltrate le richieste e a quali siano notificate le decisioni.

Prese simultaneamente per un gran numero di richieste, le decisioni si presteranno meglio a confronti. Per il trattamento di casi urgenti esse dovranno inoltre essere prese mediante circolazione. Resta da esaminare se le competenze dei gruppi di lavoro non vadano allargate. Presentemente hanno soltanto quella di formulare proposte al comitato direttore. Per riavvalorare i gruppi di lavoro si potrebbero subordinare loro alcuni servizi del segretariato, com'è avvenuto al Fondo nazionale. La costituzione, in seno al segretariato, di divisioni propriamente dette, e corrispondenti ai compiti affidati alla Fondazione, avrebbe per conseguenza di rafforzare i contatti tra i membri del Consiglio di fondazione, da una parte, i collaboratori a tempo pieno del segretariato, dall'altra, e gioverebbe ad accrescere l'influenza del Consiglio di fondazione. In pari tempo le decisioni
diventerebbero più trasparenti per i richiedenti. Ne conseguirebbe altresì uno sgravio notevole per il lavoro del segretario generale e del suo sostituto, che oggi sono i soli legittimati a rappresentare gli affari del segretariato in seno al Consiglio di fondazione e ai suoi organi. Un riordinamento tanto profondo del segretariato, a scadenza più o meno breve, se è attuabile, potrà tuttavia farsi soltanto gradualmente: dipenderà dai mezzi finanziari che verranno accordati alla Fondazione, e dalla presenza di un personale qualificato, idoneo a dirigere le varie divisioni. Il riordinamento del segretariato in questo senso è già stato avviato.

A prescindere da un ampliamento del Consiglio di fondazione, che esige una revisione della legge, i provvedimenti di riordinamento che Pro Helvetia giudica necessari si possono condurre ad effetto nell'ambito delle disposizioni legali vigenti. È invece necessaria una revisione del regolamento interno, che va approvato dal UFI.

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Istituzione di una Commissione di ricorso indipendente

Infine è nostra opinione che l'istituzione di una Commissione di ricorso indipendente sia necessaria a rafforzare l'autonomia della Fondazione.

La controversia sulla questione sino a qual punto Pro Helvetia sia retta dalla legge sulla procedura amministrativa (LPA), è stata risolta alcuni anni or sono in maniera da dissipare ogni dubbio. Durante la sessione primaverile 1973, le Commissioni di gestione delle due Camere, quando si discuteva il rapporto di gestione 1972, hanno proposto di subordinare la Fondazione alla LPA. La proposta non ha incontrato opposizione alcuna: di conseguenza il 10 agosto 1973 il capo del DFI ha informato il Consiglio di fondazione che l'opinione espressa dal portavoce delle commissioni di gestione non era stata combattuta, e che, di fatto, era stata confermata senza restrizioni «con l'adozione del rapporto di gestione» da parte del Parlamento.

«L'autorità legislativa si è espressa in modo autentico per quanto concerne l'applicabilità della legge sulla procedura amministrativa ( . . . ) sicché Pro Helvetia dovrà d'ora innanzi inspirarsi alle disposizioni di tale legge nel disbrigo dei propri affari».

Giusta l'articolo 47 capoverso 1 lettera e della LPA, l'autorità di vigilanza è in pari tempo autorità di ricorso, salvo che il diritto federale non statuisca altrimenti. Nel caso di Pro Helvetia, ciò significa che le decisioni del Consiglio di fondazione si possono deferire al DFI e poi al Consiglio federale, poiché il DFI è abilitato a riesaminare le decisioni di Pro Helvetia in fatto e in diritto (v. art. 49 LPA).

Come già rilevato al capitolo 24, il DFI ha sempre esercitato con molta discrezione il diritto di sorveglianza sulla latitudine d'apprezzamento di cui godono, nelle loro decisioni, gli organi di Pro Helvetia, tale apprezzamento essendo per sua natura difficilmente verificabile da parte dell'autorità giudiziaria amministrativa.

La disposizione secondo cui il Consiglio federale è chiamato a giudicare in ultima istanza ricorsi in materia culturale sembra assai discutibile, ancorché ci siamo limitati sinora ad un esame sotto il profilo dell'arbitrario. Essa contraddice, in definitiva, l'idea di una promozione culturale indipendente dallo Stato. Vi proponiamo pertanto di istituire una Commissione federale di ricorso, indipendente, che sia abilitata ad esprimersi,
invece del DFI o del Consiglio federale, in merito a ricorsi che venissero interposti contro le decisioni di Pro Helvetia. La Commissione statuisce in modo definitivo allorché trattasi di accordare, o di rifiutare, sussidi della Fondazione. Quanto alla forma concreta di questa istanza di ricorso, abbiamo preso norma dal modello, che vi abbiamo proposto a suo tempo per la ricerca, in relazione alla legge sull'aiuto alla ricerca e alle università. I problemi allora posti erano analoghi a quelli odierni. Avevate adottato la legge, che è però stata respinta nella votazione popolare del 28 maggio 1978. A differenza di quanto prevedeva tale legge, nel caso presente la Commissione di ricorso dovrà attenersi senza eccezioni alla procedura fissata dalla LPA. Poiché la commissione sarà formata in maggioranza da specialisti, non sarà necessario 10

Foglio federale 1980, Voi. II

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restringere la cognizione della commissione stessa, come è invece avvenuto con la commissione di ricorso in fatto d'incoraggiamento della ricerca.

L'istituzione di una commissione di ricorso indipendente da ai richiedenti la protezione giuridica che contribuisce a mantenere la fiducia nelle decisioni della Fondazione ed aumenta, in pari tempo, la trasparenza del processo di decisione. Beninteso non ne risulta però modificata la circostanza dell'impossibilità di mettere innanzi un qualsiasi diritto ai sussidi di Pro Helvetia.

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Commento del disegno di modifica della legge su Pro Helvetia e del disegno di decreto di sussidiamento

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Modifica della legge

Articolo 3 capoverso 1 II testo vigente fissa l'ammontare dei contributi annui, e ciò non ci sembra più funzionale: meglio delegare ad uno speciale decreto federale il compito di stabilire gli ammontari, in consonanza col mutare del quadro circostanziale.

Si potrà così periodicamente riesaminare la situazione e adeguare l'assetto finanziario della fondazione contemperando i bisogni della medesima con le possibilità di cassa della Confederazione. La periodicità cui accenniamo dovrà essere regolare, affinchè la Fondazione possa pianificare la propria attività sapendo di quali fondi effettivamente dispone per un determinato periodo. Tale scopo si ottiene col nuovo dettato del capoverso, il quale, dopo un breve richiamo al capitale di fondazione, stabilisce periodi di sussidiamento quadriennali, affinchè coincidano con la legislatura, e dispone che, per ogni periodo, un decreto federale specifico fissi l'ammontare dei contributi annui. Il primo periodo, invero, non sarà quadriennale bensì solo triennale, dacché l'attuale legislatura terminerà nel 1983; conseguentemente il primo decreto di sussidiamento coprirà i tre anni 1981 -1983.

Articolo 6 capoverso 1 II testo vigente prevede un Consiglio di fondazione di 25 membri. Per tener conto di quanto s'è detto al paragrafo 722, il nuovo testo sancisce la possibilità di giungere sino a 35 consiglieri.

Articolo 11bis II primo capoverso dispone che la procedura d'esame e decisione delle domande deve essere definita in un regolamento rispondente a talune esigenze minime della LPA: si pensa in particolare alla notifica delle decisioni (art. 34 e 38), alla ricusa (art. 10), al diritto d'audizione (art. 29 e 31).

Questa soglia minima da modo alla Commissione di ricorso di riesaminare le decisioni impugnate in base alla LPA. Ovviamente Pro Helvetia dovrà attenersi all'insieme delle esigenze fondamentali d'una procedura consona ad uno Stato di diritto.

142

Il secondo capoverso enuncia la massima che le decisioni della Fondazione sono sottoponibili al riesame d'una Commissione indipendente di ricorso: se la decisione impugnata concerne la concessione o il diniego di un sussidio, la Commissione decide definitivamente. Non viene, da questa definitività, pregiudizio alcuno al ricorrente, poiché non sussiste un diritto alle prestazioni, di Pro Helvetia e, in questo caso, non è dato il ricorso di diritto amministrativo al Tribunale federale (art. 99 lett. h, LF sull'organizzazione giudiziaria). Per contro sarà possibile ricorrere al Tribunale federale contro i giudizi pronunciati dalla Commissione di ricorso su altre materie, per esempio sull'obbligo di restituire dei contributi, in quanto si tratta allora di norme giuridiche generali, per le quali le conoscenze specialistiche della Commissione non possono assurgere a criterio definitivo.

Il capoverso 3 indica che il presidente e il vicepresidente della Commissione di ricorso devono essere giudici di professione; gli altri membri dei periti, vale a dire creatori di cultura, critici d'arte, redattori di rubriche culturali, rappresentanti d'enti privati o pubblici di promovimento della cultura; s'è pensato infatti che il riesame di pareri sulle qualità dei progetti culturali presuppone delle conoscenze specifiche. Per decidere i ricorsi in tema di promovimento culturale occorre invero conoscerne la problematica nonché gli operatori. Così composta, ci sembra che la Commissione garantisca l'applicazione dei principi procedurali d'uno Stato di diritto.

Capoverso 4: II numero relativamente elevato di esperti inclusi nella Commissione consentirà al presidente e al vicepresidente di far capo, ogni volta, agli specialisti meglio qualificati. Nel rimanente la Commissione è retta dalla LPA. Siccome la maggioranza dei giudici è formata di esperti non c'è ragione di limitare la competenza materiale della Commissione, la quale può fruire d'un diritto di riesame integrale; d'altro canto, il presidente e il vicepresidente essendo giudici di professione, viene garantita un'applicazione delle norme conforme alla materia trattata. In tema di consultazione degli inserti, segnatamente, dovrebbe risultare possibile trovare soluzioni rispecchianti sia gli interessi degni di protezione delle personalità partecipanti agli organi
di Pro Helvetia, sia gli interessi dei ricorrenti: occorrerà soprattutto garantire, di fronte al richiedente ricorrente, l'anonimia dei pareri e delle perizie, già per evitare che gli esperti ricorrano ad un modo d'esposizione circospetto e impreciso onde non irritare un potenziale ricorrente.

Stiamo esaminando l'opportunità di creare una commissione federale di ricorso per tutte le decisioni d'autorità federali amministrative in tema di cultura, educazione e scienza; tuttavia i lavori preparatori non sono progrediti al punto che noi si possa, già in questo messaggio, proporvi di creare un'istanza dalle competenze tanto estese. È tuttavia ovvio che se un giorno tale istanza nascesse, la Commissione di ricorso di Pro Helvetia, oggi istituita, vi verrebbe integrata.

143

82

Progetto di decreto di sussidiamento 1981-1983

L'articolo 1 stabilisce gli ammontari annuali per tutto il periodo triennale.

Articolo 2. Il decreto riveste carattere normativo, nel senso che fonda una pretesa di Pro Helvetia, onde va redatto come decreto d'obbligatorietà generale, giusta gli articoli 2 e 6 della legge sui rapporti fra i Consigli. Esso non sottosta al referendum, in virtù dell'articolo 7 capoverso 2 della citata legge, poiché l'articolo 3 capoverso 1, nuova stesura, della legge su Pro Helvetia espressamente esclude il referendum.

9

Conseguenze finanziarie e sull'effettivo del personale

91

Conseguenze finanziarie

I contributi proposti per il triennio 1981-1983 raggiungono i 37,5 milioni di franchi. Rispetto agli attuali 5,5 milioni, l'aggravio è di 21 milioni, che corrisponde a quanto previsto nel piano finanziario per gli anni citati. Il decreto di sussidiamento prevede anche un ricorso (per l'ammontare di 3 mio) al gettito dello «scudo Einstein 1979». Per il rimanente facciamo rinvio al paragrafo 71.

92

Incidenze sull'effettivo del personale

Siccome il blocco del personale vale anche per Pro Helvetia, la Fondazione dovrà sforzarsi di garantire lo svolgimento delle nuove mansioni unicamente ricorrendo a misure di razionalizzazione.

93

Riflessi sui Cantoni e sui Comuni

Sull'attività esecutiva dei Cantoni e dei Comuni non dovrebbe aversi alcun riflesso diretto.

94

Linee direttive della politica di governo

I progetti, qui presentati, sono menzionati nelle Linee direttive (PF 1980 I 548), nel capitolo 531, e figurano in detto rapporto come progetti di massima priorità.

10

Costituzionalità

La dottrina ha ormai criticato (Yvo Hangartner: Die Kompetenzverteilung zwischen Bund und Kantonen, Bern 1974, p. 80 ss.) la vecchia concezione che l'assunzione di compiti di politica culturale rientri, in certo qual modo, tra i diritti di personalità dello Stato (Messaggio su Pro Helvetia del 28 maggio 1965, FF 7965 I 1108), argomentando che, con tale vaga formula144

zione, si potrebbe giustificare qualunque competenza federale. La critica è pertinente in quanto s'appunta su un concetto superato della Stato, ma non significa che si debba dunque negare la costituzionalità del promovimento culturale ad opera della Confederazione.

Lo Stato centrale, invero, accanto al promovimento della cinematografia (espressamente incluso tra le sue competenze dall'art. 27ter Cost.) e alle relazioni con l'estero (parte integrante della politica estera, di competenza federale in virtù dell'art. 8 Cost.), va svolgendo, in connessione con altri suoi compiti propri, numerose allivilà culturali, in senso stretto o in accezione ampia, come l'abbiamo esposto qui sopra nel capitolo 6. La convinzione che il promovimento culturale, in senso lato, ricada nella competenza dello Stalo federale non è mai stata seriamente revocata in dubbio, anzi la Commissione peritale per la revisione totale della Costiluzione (l'abbiamo segnalalo nel capitolo 13) ha indicalo la polilica culturale come compito statuale di particolare rilievo. Ci alleniamo dunque all'opinione che la costituzionalità del promovimento culturale ad opera dello Stalo, anche nei campi non assegnati esplicitamente alla sua competenza, conlinui ad essere tacitamente stabilita.

145

Legge federale concernente la Fondazione «Pro Helvetia»

Disegno

Modificazione del

L'Assemblea federale della Confederazione Svizzera, visto il messaggio del Consiglio federale del 17 marzo 1980 *>, decreta:

La legge federale del 17 dicembre 1965 2) concernente la Fondazione «Pro Helvetia» è modificata come segue:

Art. 3 cpv. 1 1 La Confederazione mette a disposizione della Fondazione un patrimonio inalienabile di 100 000 franchi. Essa assegna inoltre dei contributi annui, da stabilire ordinariamente ogni quadriennio, la prima volta solo per gli anni 1981-1983, con decreto federale d'obbligatorietà generale non sottoposto a referendum.

Art. 6 cpv. 1 1 II Consiglio di fondazione è composto di 25 a 35 membri, nominati dal Consiglio federale, a proposta del Dipartimento federale dell'interno, per un periodo di quattro anni.

Art. llbis (nuovo) 1 La Fondazione stabilisce la procedura d'esame e decisione delle domande in un regolamento riflettente almeno le esigenze degli articoli 10 e 28 a 38 della legge federale sulla procedura amministrativa 3>. Il regolamento richiede l'approvazione del Consiglio federale.

2 Le decisioni del Consiglio di fondazione sono impugnabili con ricorso ad una Commissione federale indipendente di ricorso che decide definitivamente in materia d'assegnazione di sussidi.

11

FF 1980 II109

" RS 447.1 3)

RS 172.021

146

Fondazione «Pro Helvetia» 3 La Commissione di ricorso consta d'un presidente e d'un vicepresidente, che devono essere giudici di professione, e di undici membri esperti. Il Consiglio federale nomina i commissari per un periodo di quattro anni.

4 La Commissione di ricorso è in numero se sono presenti almeno cinque commissari.

II Modificazione del diritto vigente

La legge federale del 16 dicembre 1943 1) sull'organizzazione giudiziaria è modificata come segue: Art. 100 lett. q (nuova)

II ricorso di diritto amministrativo non è inoltre ammissibile contro : q. in materia di promovimento culturale: le decisioni sulle domande di sussidio alla Fondazione «Pro Helvetia».

Ili 1 2

La presente legge sottosta al referendum facoltativo.

II Consiglio federale ne stabilisce l'entrata in vigore.

1

) RS 173.110

147

Decreto federale sui contributi alla Fondazione «Pro Helvetia» per gli anni 1981 a 1983

Disegno

del

L'Assemblea federale della Confederazione Svizzera, visto l'articolo 3 capoverso 1 della legge federale del 17 dicembre 1965 1) concernente la Fondazione «Pro Helvetia»; visto il messaggio del Consiglio federale del 17 marzo 1980 2>, decreta: Articolo 1 La Confederazione assegna alla Fondazione «Pro Helvetia», affinchè possa svolgere i compiti affidatile dall'articolo 2 della legge del 17 dicembre 1965 *>, i contributi seguenti per gli anni 1981 a 1983: 1981 9 milioni di franchi 1982 11,5 milioni di franchi 1983 17 milioni di franchi Per la loro copertura si ricorrerà anche al prodotto dello «scudo Einstein 1979», dal quale verranno prelevati 3 milioni di franchi.

Articolo 2 1 II presente decreto è d'obbligatorietà generale, tuttavia, giusta l'articolo 3 capoverso 1 della legge federale del 17 dicembre 1965 1> concernente la Fondazione «Pro Helvetia», non sottosta al referendum.

2 Esso entra in vigore contemporaneamente alla modificazione della citata legge.

" RS 447.1; RU . .

FF 1980 II 109

2)

148

Fondazione «Pro Helvetia»

Allegato 1 Gruppi del Consiglio di fondazione e loro competenze Gruppo I Estero: mostre d'arte, esposizioni di libri, professori invitati, borsisti stranieri, viaggi di studio, pubblicazioni Interno: scambi culturali, mostre, traduzioni Gruppo II Estero: musica, teatro, cinema, diversi Interno: scambi culturali, musica, teatro Gruppo III Interno: letteratura, dialetti, stampa, teatro, cinema Gruppo IV Interno: musica, arti figurative, patrimonio nazionale, protezione della natura, scienze umane Gruppo V Interno: educazione degli adulti, etnografia, Svizzera italiana, Svizzera retoromancia

149

o

Sussidi annui 1970 - 1978

Allegato 2

Destinatati

1970

Enti culturali mantello . .

422 000

475 000

509 000

515000

516000

529 500

587 500

587 500

584 500

Istituti d'educazione degli adulti

293 000

350000

365 000

404 000

423 500

410 500

479 000

479 000

442 000

Servizio stampa svizzero .

137000

147000

147 000

147 000

147 000

147000

147 000

147 000

147 000

Stapferhaus, Lenzburg . .

40000

40000

40000

50000

50000

50000

50000

50000

50000

Periodici

52000

52000

64000

60000

60000

70000

71000

53500

28000

Totale

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

944 000 1064000 1 125 000 1 176000 1 196 500 1 207 000 1 334 500 1317000 1 251 500

Sussidi annui ad associazioni musicali mantello 1970 -1978 Destinatali

1970

1971

1972

Allegato 3 1973

1974

1975

1976

1977

1978

Associazione musicisti . .

200000

200000

230000

230000

255000

282500

282500

282500

282500

Società svizzera di pedagogia musicale

20000

25000

25000

25000

25000

30000

30000

30000

30000

Società federale delle orchestre

5 000

5 000

6 000

6 000

6 500

6 500

6 500

6 500

6 500

Jeunesses musicales . . .

25 000

25 000

25 000

25 000

25 000

25 000

25 000

25 000

25 000

Società delle musiche giovanili

3 000

3 000

3 000

4 000

4 000

4 500

4 500

4 500

4 500

Unione svizzera delle musiche operaie

--

--

--

1000

1000

1000

1000

1000

1000

253000

258000

289000

291000

316000

349500

349500

349500

349500

Totale

£

Sussidui annui alle organizzazioni mantello dell'educazione degli adulti 1970 -1978

Allegato 4

Destinatati

1970

Federazione svizzera educazione degli adulti . . .

126000

143600

150000

160000

160000

140000

170000

170000

150000

Associazione Università popolari

76500

80000

100000

110000

126500

126500

150000

150000

150000

Centrale d'educazione operaia

33500

41000

45000

51500

54000

54000

54000

54000

50000

--

8000

8000

25000

30000

30000

26000

70400

60000

65000

65000

65000

65000

65000

56000

15000

10000

10000

10000

--

10000

10000

10000

350000

365000

404000

423500

410500

479000

479000

442000

1971

Comunità evangelica educazione degli adulti . .

Comunità cattolica educazione degli adulti . . .

Akademie für Erwachsenenbildung Totale

57000 -- .

293000

1972

1973

1974

1976

1975

1977

1978

Schweizerisches Bundesarchiv, Digitale Amtsdruckschriften Archives fédérales suisses, Publications officielles numérisées Archivio federale svizzero, Pubblicazioni ufficiali digitali

Messaggio concernente la fondazione Pro Helvetia del 17 marzo 1980

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Jahr

1980

Année Anno Band

2

Volume Volume Heft

17

Cahier Numero Geschäftsnummer

80.019

Numéro d'affaire Numero dell'oggetto Datum

29.04.1980

Date Data Seite

109-152

Page Pagina Ref. No

10 113 148

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