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22.009 Rapporto sulla politica estera 2021 del 2 febbraio 2022

Onorevoli presidenti e consiglieri, vi sottoponiamo il rapporto sulla politica estera 2021 affinché ne prendiate atto.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

2 febbraio 2022

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis Il cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr

2022-0381

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Compendio Il rapporto sulla politica estera 2021 offre una panoramica della politica estera svizzera nell'anno in esame. In base all'articolo 148 capoverso 3 della legge sul Parlamento, il Consiglio federale presenta un resoconto sulle attività di politica estera condotte dalla Svizzera, in particolare in relazione alla Strategia di politica estera 2020­ 2023 (SPE 20­23), di cui il presente rapporto riprende la struttura. Inoltre, conformemente alla decisione del Consiglio federale dell'11 maggio 2011, il rapporto approfondisce uno dei temi prioritari, che quest'anno è l'accordo istituzionale tra la Svizzera e l'Unione europea.

Il capitolo 1 presenta la situazione politica mondiale e le misure più significative di politica estera della Svizzera nell'anno in rassegna. Il capitolo 2 descrive gli strumenti con i quali è garantita la coerenza in politica estera. Il capitolo 3, dedicato al tema di approfondimento, illustra la decisione di non firmare l'accordo istituzionale e mette in rilievo che la Svizzera rimane una partner affidabile e impegnata dell'UE.

Inoltre conferma la volontà del Consiglio federale di continuare la via bilaterale.

Il capitolo 4 è dedicato alla prima priorità tematica della SPE 20­23: pace e sicurezza. I buoni uffici della Svizzera continuano ad essere molto sollecitati. Il vertice tra gli USA e la Russia che ha avuto luogo a Ginevra e l'incontro dei vertici politici degli USA e della Cina a Zurigo illustrano come siano apprezzati la politica estera autonoma della Svizzera e il suo ruolo di Paese ospite degno di fede e riservato. La neutralità del nostro Paese acquista di nuovo importanza internazionale. La seconda priorità tematica della SPE 20­23, ovvero la prosperità, è presentata al capitolo 5 che spiega come la Svizzera si sia impegnata in un contesto esigente per ottenere buone condizioni quadro per la propria economia e per una stretta collaborazione negli ambiti dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione. Allo stesso capitolo si descrive come la Svizzera adegui programmi in corso e ne crei nuovi nel quadro della cooperazione internazionale al fine di sostenere i Paesi in sviluppo nella lotta alle conseguenze della pandemia. Nel capitolo 6 si illustra la sostenibilità nell'ambito della politica estera, la terza priorità della SPE 20­23. Le profonde ripercussioni
della crisi pandemica hanno frenato notevolmente l'attuazione dell'Agenda 2030 in tutto il mondo. Infine il capitolo 7 affronta la problematica della digitalizzazione, quarta ed ultima priorità tematica della SPE 20­23. Anche mediante l'efficace avvio della fondazione «Geneva Science and Diplomacy Anticipator» la Svizzera occupa una posizione di rilievo che le permette di contribuire a strutturare i dibattiti globali su questo argomento e a promuovere in modo reciprocamente proficuo l'interazione tra la scienza e la diplomazia.

Il capitolo 8 analizza gli sviluppi di svariati dossier bilaterali con l'UE e le relazioni con i Paesi UE/AELS ed il Regno Unito. Il capitolo 9 presenta le relazioni con le altre regioni prioritarie e con i Paesi prioritari a livello globale. Al capitolo 10 è descritta la politica estera a livello multilaterale: la candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU per il periodo 2023/24 si svolge come pianificato. Il capitolo 11 tratta questioni concernenti le risorse e la comunicazione. Il capitolo 12 conclude il rapporto presentando un bilancio e delineando prospettive.

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Indice Compendio

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1

Sviluppi della geopolitica nel 2021 1.1 Competizione tra le grandi potenze 1.2 Regionalizzazione 1.3 Sfide globali 1.4 Multilateralismo sotto pressione 1.5 Instabilità ai confini dell'Europa

5 6 7 7 9 9

2

Coerenza in politica estera

10

3

Approfondimento: accordo istituzionale tra la Svizzera e l'UE 3.1 Svolgimento dei negoziati 3.2 Decisione del Consiglio federale 3.3 Proseguire e sviluppare la via bilaterale

12 12 13 14

4

Pace e sicurezza 4.1 Buoni uffici e promozione della pace 4.2 Sicurezza internazionale 4.3 Candidatura al Consiglio di sicurezza dell'ONU 4.4 Diritti umani 4.5 Impegno umanitario 4.6 Migrazione irregolare

16 16 17 18 19 20 21

5

Prosperità 5.1 Sistema economico globale 5.2 Accordi economici, finanziari e di libero scambio 5.3 Educazione, ricerca e innovazione 5.4 Cooperazione allo sviluppo

21 21 22 22 23

6

Sostenibilità 6.1 Agenda 2030 6.2 Ambiente e clima 6.3 Acqua 6.4 Energia 6.5 Finanza e governo d'impresa 6.6 Prevenzione delle catastrofi 6.7 Salute 6.8 Cultura

25 25 26 27 27 28 28 29 29

7

Digitalizzazione 7.1 Governance digitale 7.2 Cibersicurezza

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7.3 7.4 7.5

Autodeterminazione digitale Tech4Good Diplomazia scientifica

31 32 33

8

Europa 8.1 Sviluppi nei dossier bilaterali 8.2 Relazioni con i Paesi limitrofi e i restanti Stati UE/AELS 8.3 Relazioni con il Regno Unito

33 33 36 37

9

Regioni e Paesi prioritari nel mondo 9.1 Eurasia 9.2 Americhe 9.3 MENA 9.4 Africa subsahariana e Francofonia 9.5 Asia e Pacifico

37 37 38 39 40 41

10 Multilateralismo 10.1 ONU 10.2 Ginevra internazionale e Stato ospite 10.3 OSCE e Consiglio d'Europa 10.4 OCSE, istituzioni di Bretton Woods e banche di sviluppo 10.5 G20 10.6 Diritto internazionale

42 42 43 44 44 46 46

11 Risorse 11.1 Rete esterna e personale 11.2 Gestione delle crisi e sicurezza 11.3 Servizi consolari 11.4 Comprensione della politica estera in Svizzera 11.5 Comunicazione internazionale all'estero

47 47 48 48 49 49

12 Bilancio e prospettive

50

Elenco delle abbreviazioni

51

Allegati 1 Rapporti del Consiglio federale in materia di politica estera 2 Pubblicazioni del DFAE 3 Stato del raggiungimento degli obiettivi della SPE 2020-23

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Rapporto 1

Sviluppi della geopolitica nel 2021

Il 2021 ha visto il ventesimo anniversario di due avvenimenti storici: gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 e l'adesione della Cina all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Gli USA hanno risposto agli attentati terroristici lanciando una guerra globale contro il terrorismo e intervenendo militarmente in Afghanistan e in Iraq. L'integrazione della Cina nell'economia mondiale ha d'altra parte accentuato la globalizzazione e ha contribuito in maniera determinante a renderla uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi decenni.

Oggi possiamo riconoscere in questi due sviluppi una svolta epocale. Il ritiro delle truppe dall'Afghanistan ha permesso agli USA di spostare l'attenzione dalla lotta al terrorismo alle relazioni con le grandi potenze rivali, di cui la Cina è al centro. Contrariamente all'ipotesi diffusa vent'anni fa, l'apertura all'economia di mercato di questo Paese non ha portato la liberalizzazione politica e sociale sperata, ma lo ha invece, rapidamente trasformato in una grande potenza sicura di sé che diffonde un modello politico, sociale ed economico antitetico a quello occidentale. Oggi si intensificano i segnali che indicano come la Cina si concentri sempre più sugli affari interni e voglia rendere la propria crescita meno dipendente dall'integrazione economica globale.

Il conflitto tra il sistema statunitense e quello cinese si è rivelato nell'anno in rassegna in numerose questioni, tra cui quelle commerciali e quelle relative ai diritti umani. Il mare della Cina orientale e meridionale si è trovato al centro di interessi geopolitici.

La Cina ha consolidato le proprie pretese di sovranità con attività militari più intense, acuendo le tensioni in particolare per quel che riguarda Hong Kong e Taiwan. Mediante un patto di sicurezza trilaterale più stretto con l'Australia e il Regno Unito (AUKUS), gli USA hanno evidenziato la volontà di restare a lungo termine la principale potenza garante di uno spazio libero ed aperto tra l'Asia e il Pacifico.

Nel 2021 la nuova impostazione della politica estera statunitense è stata accompagnata da attriti transatlantici, le cui dimensioni non erano prevedibili con la nuova presidenza di Joe Biden. In Afghanistan la mancanza di coordinamento e il sorprendentemente repentino crollo del governo centrale a Kabul hanno contribuito
a catapultare bruscamente il progetto di costituzione di uno Stato in una situazione di caos. Anche la Svizzera si è vista costretta ad organizzare una complessa evacuazione e a chiudere temporaneamente l'ufficio di cooperazione (n. 9.5). Anche il fatto che l'AUKUS, il patto di sicurezza trilaterale tra Australia, Regno Unito e USA, sia stato negoziato senza metterne a conoscenza i Paesi dell'Europa continentale ha causato irritazioni. I futuri sviluppi delle relazioni transatlantiche non sono ancora prevedibili e dipenderanno dall'argomento in questione. Nel disaccordo sulle sanzioni doganali si è assistito ad un riavvicinamento che lascia comprendere come attualmente gli USA interpretino i propri interessi nazionali in senso più stretto di quanto avveniva durante l'apice della «pax Americana» e come impieghino i loro tuttora potenti strumenti in modo più selettivo per la promozione della stabilità internazionale.

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1.1

Competizione tra le grandi potenze

Si delinea ora una nuova epoca anche se i contorni sono ancora confusi. Molto sta cambiando, ma si possono individuare alcune peculiarità: in primo piano, la crescente concorrenza tra le grandi potenze e alcune potenze regionali. Mentre la politica internazionale è sempre più stretta nelle tenaglie della rivalità strategica tra gli USA e la Cina, il contesto mondiale diventa invece multipolare. Le ultime richieste della Russia per una ridefinizione della sicurezza europea e i corrispondenti autocontrolli da parte degli USA e della NATO mettono in evidenza che la lotta per l'influenza prosegue anche nel contesto europeo.

La politica di potere conosce una rinnovata vitalità a livello mondiale mentre fattori di stabilità quale il controllo degli armamenti convenzionali e nucleari si sgretolano.

Si tende a ricorrere maggiormente non solo al riarmo, ma anche a strumenti economici come le sanzioni a scopi politici. Nell'anno in rassegna tuttavia è stato possibile individuare anche la volontà delle grandi potenze di risolvere le divergenze con strumenti diplomatici e di riaprire canali di comunicazione. Questa disponibilità al dialogo ha contribuito ad arginare almeno parzialmente il rischio di escalation e a trovare possibilità di cooperazione, uno sviluppo significativo nell'ottica delle crescenti sfide globali.

La Svizzera sostiene quanto più possibile questo impegno per la comprensione e i suoi buoni uffici in favore del dialogo tra posizioni opposte assumono un maggiore significato nell'attuale contesto di politica mondiale. Nel 2021 è stato centrale il suo ruolo di Paese ospite per dialoghi di questo tipo. Il vertice di Ginevra tra gli USA e la Russia, svoltosi a giugno, è stato uno degli incontri diplomatici più importanti dell'anno ed ha rappresentato un momento significativo in politica estera (n. 4.1). Anche i dialoghi russo-americani sulla stabilità strategica e sulla cibersicurezza che ne sono scaturiti hanno avuto in parte luogo a Ginevra. Un incontro di due massimi rappresentanti di Cina e USA, svoltosi in ottobre a Zurigo, ha fornito i presupposti per un vertice virtuale tra il presidente Joe Biden e Xi Jinping a novembre. La reputazione della Svizzera quale operatrice affidabile e discreta per i buoni uffici è riconosciuta sul palcoscenico internazionale.

Tuttavia la Svizzera non ha
solo costruito ponti, ma conformemente alla Strategia di politica estera 2020­2030 ha anche dato molta importanza ai propri rapporti con le grandi potenze. Ad esempio, ai margini del vertice di Ginevra ha potuto incontrarsi con i presidenti e i ministri degli esteri statunitensi e russi. A ottobre è stato possibile svolgere un primo dialogo strategico tra la segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il viceministro degli esteri statunitense. In futuro si prevede di ripetere ogni anno l'incontro al fine di rendere più dinamiche e multiformi le relazioni bilaterali con il secondo più importante partner commerciale del nostro Paese. Infine il Consiglio federale ha adottato la Strategia Cina 2021­2024 consolidando in tal modo le basi per una politica equilibrata, coerente e coordinata nei confronti della Repubblica popolare, che oggi è il terzo partner commerciale della Svizzera.

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1.2

Regionalizzazione

La globalizzazione resta un fattore importante nei rapporti internazionali. Tuttavia la controtendenza verso la deglobalizzazione rispettivamente la regionalizzazione individuata nel rapporto sulla politica estera 2020 si è accentuata. Di fronte alle rivalità geopolitiche, gli accordi regionali diventano sempre più importanti nella ricerca di sfere di influenza, come ad esempio in ambito commerciale in cui la riforma e la modernizzazione dell'OMC sono oggetto di controversie. Il rischio che vengano a crearsi spazi regionali divergenti a livello normativo in grado di minare l'ordinamento globale è reale e si manifesta negli standard tecnici. Anche gli insegnamenti che gli Stati e le imprese traggono dalla prosecuzione della pandemia danno spazio ad una regionalizzazione. I rischi per le catene di approvvigionamento globali per alcuni beni essenziali sono diventati evidenti. Senza contare che i progressi nell'automazione permettono di trasferire la produzione industriale dai Paesi a basso reddito ai mercati di destinazione («reshoring»), favorendo maggiormente la regionalizzazione.

Per la Svizzera questa tendenza significa che l'Europa resta un quadro di riferimento centrale anche se la priorità della politica mondiale si è trasferita nella regione AsiaPacifico e la politica estera elvetica ha buoni motivi di essere orientata a tutto tondo.

La geografia e i valori fondamentali fanno della Svizzera una componente fissa di una comunità europea di Stati che devono tutelare i propri interessi in un mondo fortemente globalizzato. Gli sviluppi dell'UE sono importanti anche per la Svizzera.

Nell'anno in rassegna l'Unione ha dovuto affrontare divergenze interne senza poter soddisfare in modo completo i propri interessi geopolitici. Tuttavia ha anche mostrato di saper resistere alla crisi, ad esempio con il «Green Deal» e il fondo «NextGenerationEU» per la ripresa economica dopo la crisi COVID-19. Inoltre l'Unione europea continua a svolgere un ruolo chiave nella stabilizzazione del contesto regionale.

Nell'anno in rassegna la Svizzera ha dimostrato di essere per l'UE un partner affidabile e efficiente anche senza un accordo istituzionale. Portare avanti lo stretto partenariato tra la Svizzera e l'UE sulla base della via bilaterale resta lo scopo del Consiglio federale e una delle maggiori priorità della
politica estera. Questo partenariato è di comune interesse dati gli stretti legami tra la Svizzera e l'UE ed i suoi Stati membri.

Inoltre tanto la Svizzera quanto l'UE perseguono gli stessi scopi in numerose questioni di politica estera e spesso collaborano strettamente. Il capitolo sulle priorità del presente rapporto chiarisce la decisione del Consiglio federale di non firmare l'accordo istituzionale e presenta le misure del Collegio governativo per proseguire la via bilaterale (n. 3).

1.3

Sfide globali

Una delle caratteristiche dei nostri tempi è che molte delle sfide sono globali e possono essere superate solo collaborando. Tuttavia per quanto concerne la pandemia che anche nel 2021 ha imperversato in tutto il mondo la cooperazione è rimasta limitata.

Nonostante in alcuni casi in cui sia stato possibile un coordinamento, come ad esempio per il riconoscimento di certificati COVID o gli interventi per il rientro, la gestione della crisi è rimasta una questione nazionale. Di conseguenza l'accesso ai vaccini è

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stato molto eterogeneo a livello globale rendendo più difficile il superamento la pandemia. Le ripercussioni economiche, finanziarie e sociali sono molteplici, in particolare per i Paesi in sviluppo colpiti da povertà, crisi, indigenza. La COVID-19 ha ostacolato anche l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Anche per la politica estera svizzera la pandemia è rimasta una sfida incisiva che ha continuato a ostacolare le attività diplomatiche e a ritardare in parte la realizzazione di obiettivi e misure di politica estera. Nel 2021 la gestione delle crisi è stata sotto pressione: l'attenzione si è concentrata sulla capacità di resistenza della rete esterna che nel complesso ha potuto essere mantenuta in modo soddisfacente. La comunità degli Svizzeri all'estero è stata sostenuta nel quadro delle basi legali anche se non sempre è stato possibile tenere conto delle aspettative che in parte oltrepassavano questo limite (n. 11.1). D'altra parte la Svizzera ha attribuito grande importanza al sostegno agli Stati terzi nella gestione della crisi di COVID-19 e adegua continuamente i propri programmi di sviluppo bilaterali e globali alle rispettive esigenze. Ha perciò sostenuto l'iniziativa «Access to COVID-19 Tools Accelerator» il cui scopo è accelerare lo sviluppo di test di COVID-19, l'accesso equo agli stessi nonché a metodi di trattamento e a vaccini. Ha inoltre fatto pervenire respiratori artificiali, test e materiale di protezione a diversi Paesi nell'ambito dell'Aiuto umanitario (n. 4.5).

Il cambiamento climatico è restato ai primi posti nell'agenda politica nonostante la pandemia. Nel contesto della Conferenza mondiale sul clima a Glasgow è stato possibile finalizzare le regole di attuazione in sospeso dell'Accordo sul clima di Parigi.

Inoltre, sono stati concordati per la prima volta l'uscita a medio termine dell'energia da carbone e l'abolizione dei sussidi ai combustibili fossili. Ai margini della diplomazia climatica, la Svizzera ha consolidato i propri progetti importanti in ambito climatico nel quadro della cooperazione internazionale (CI) e in sintonia con la Strategia CI 2021­2024. Nell'ottica di un passaggio rispettoso del clima del sistema energetico globale, sono state rese chiare le sfide dei prossimi anni non da ultimo l'aumento dei prezzi dell'energia.

Strutturare
l'evoluzione indotta dagli sviluppi tecnologici si è dimostrato essere la terza sfida dopo la pandemia e il cambiamento climatico. I dati sono diventati un fattore centrale di innovazione, ma costituiscono anche sempre più la base di potere e di politica di potere. Al di là della digitalizzazione, a seguito della crescente convergenza di tecnologie dell'informazione, biotecnologie, nanotecnologie ed altre, si delineano opportunità e sfide di ampia portata per la società, l'economia, la politica e la governance internazionale.

Conformemente alla Strategia di politica estera digitale 2021­2024, la Svizzera intende strutturare questa evoluzione in modo che le persone possano trarne vantaggio.

La fondazione «Geneva Science and Diplomacy Anticipator» (GESDA), cofinanziata dalla Confederazione, ha in effetti presentato ad ottobre, in occasione del suo primo vertice, uno strumento nuovo, in grado di anticipare i prossimi progressi in ambito scientifico e dunque di preparare una governance internazionale rivolta al futuro. Nominando un nuovo inviato speciale per la diplomazia scientifica e creando una sezione incaricata della digitalizzazione, il DFAE ha posto le basi della promozione dell'interazione tra scienza e politica, destinata ad aumentare sempre più, e consolidare maggiormente la Ginevra internazionale in questo ambito. Nel contesto dell'ONU, nel 2021 un gruppo di lavoro presieduto dalla Svizzera è riuscito a vincolare gli Stati 8 / 88

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membri in un quadro normativo per un comportamento responsabile nel ciberspazio.

Nel quadro del «Geneva Dialogue on Responsible Behaviour in Cyberspace» è stato possibile portare avanti anche il dialogo con le imprese sulla cibersicurezza (n. 7.2).

1.4

Multilateralismo sotto pressione

Al fine di gestire le sfide globali è importante disporre di enti multilaterali efficaci ed efficienti. In seguito alla polarizzazione geopolitica questi continuano ad essere sottoposti ad una notevole pressione. Interessi divergenti spesso ostacolano soluzioni scelte di comune accordo. Addirittura alcuni Stati eludono consapevolmente il diritto internazionale, violano accordi di protezione dei diritti fondamentali o non rispettano le decisioni dei tribunali internazionali. Il sistema normativo internazionale perde terreno e viene messo alla prova. Inoltre si presentano nuove questioni che rendono necessari adeguamenti alla governance internazionale.

Da alcuni anni si può osservare che i negoziati hanno sempre più luogo al di fuori degli organismi multilaterali regolari. Inoltre si tende a ricercare soluzioni nell'ambito della soft law, sulle quali è più facile mettersi d'accordo. Di per sé queste tendenze non sono negative e possono fornire nuovi impulsi al multilateralismo, ma presentano anche alcuni rischi. Ad esempio i valori di riferimento per l'imposizione fiscale minima per i grandi gruppi industriali sono stati negoziati soprattutto dalle economie maggiori. Accordi politici senza vincoli giuridici lasciano aperte questioni sul ruolo delle normative e dei poteri giudiziari nazionali.

Per il Consiglio federale è di assoluta importanza preparare gli enti multilaterali al futuro e consolidare il diritto internazionale. Ciò significa anche coinvolgere maggiormente nell'ordinamento multilaterale operatori non statali come gli ambienti scientifici e le imprese senza i quali i problemi attuali non possono essere risolti. La Ginevra internazionale, con il suo sistema di dialogo «Multi-Stakeholder» offre il quadro adeguato a questo scopo (n. 10.2). Presentando per la prima volta la propria candidatura ad un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, la Svizzera evidenzia la propria disponibilità ad assumere responsabilità a favore di un multilateralismo efficace. Tanto la candidatura quanto i preparativi di politica nazionale ed estera sono progrediti in modo soddisfacente nell'anno in rassegna (n. 4.3).

1.5

Instabilità ai confini dell'Europa

Le regioni a sud e a est dell'Europa sono molto importanti per la sicurezza e il benessere in Svizzera. L'instabilità di numerosi Stati resta elevata e in parte la situazione si è acuita a causa della pandemia. È dunque ora opportuno che queste regioni siano prioritarie nella cooperazione internazionale della Svizzera che con i suoi strumenti di promozione della pace e dei diritti umani, della cooperazione allo sviluppo e dell'aiuto umanitario ne contribuisce notevolmente alla stabilizzazione. Il suo approccio securitario globale basato sul lungo termine e il suo profilo indipendente a livello di politica estera offrono buone fondamenta a tale scopo.

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Nell'Africa settentrionale la situazione resta instabile e il rischio di crescenti pressioni migratorie in direzione dell'Europa è reale. Nell'Africa subsahariana destano preoccupazione gli sviluppi nella zona del Sahel, dove si diffonde la criminalità organizzata e i processi di costituzione di strutture statali si sono arenati. Per il continente africano resta una sfida che la situazione economica non riesca a tenere il passo con la crescita demografica. Sulla base della Strategia Africa subsahariana 2021-2024 il Consiglio federale intende approfondire le relazioni della Svizzera con gli Stati africani e sostenerli nella creazione di posti di lavoro e buone prospettive per la gioventù (n. 9.4).

Nell'anno in rassegna nel Vicino e Medio Oriente l'attenzione si è concentrata di nuovo sulla diplomazia: menzioniamo il ravvicinamento tra Israele e gli Stati arabi, tra questi ultimi e la Siria, la fine del blocco nei confronti del Qatar nonché i negoziati concernenti il programma nucleare iraniano. La struttura del potere sta cambiando, ma un ordine regionale stabile è ancora lontano. Il conflitto nel Vicino Oriente è stato contrassegnato da una nuova ondata di violenza di modo che i buoni uffici della Svizzera continuano ad essere richiesti nella regione. Il nostro Paese intende consolidare ulteriormente il proprio profilo in questo ambito mediante un nuovo ambasciatore speciale per il Medio Oriente e il Nordafrica (MENA). In veste di co-organizzatrice di una conferenza di donatori per lo Yemen, di Paese ospite di una conferenza di donatori per l'Afghanistan e con misure bilaterali ha sostenuto la popolazione locale indigente con aiuti sul posto (n. 9.3).

La sicurezza europea si è ulteriormente deteriorata, in particolare nel contesto delle tensioni tra la Russia e l'Occidente nonché riguardo la situazione al confine russoucraino. Con il diritto di scegliere liberamente un'alleanza, la Russia mette in discussione un elemento importante dell'ordine di pace europeo, che è stato ampiamente definito nell'OSCE. Anche l'arresto del leader dell'opposizione Alexej Nawalny e la chiusura dell'organizzazione «Memorial» sono state criticate da numerosi Stati, tra cui la Svizzera. La crisi in corso in Bielorussia e la strumentalizzazione dei migranti sono motivo di preoccupazione. I conflitti ancora aperti e
differenze di valori nello spazio OSCE hanno limitato notevolmente il margine di manovra di questa organizzazione; una missione sul luogo ha nuovamente dovuto essere conclusa a causa della mancanza di consenso. Allo stesso tempo l'OSCE è stata di nuovo in grado di affermare la sua rilevanza come piattaforma per un dialogo inclusivo. La Svizzera intende continuare ad impegnarsi per riattivare l'organizzazione, per un dialogo inclusivo concernente la sicurezza europea e e trovare una soluzione ai conflitti (n. 10.3). Rimarrà inoltre presente nei Balcani occidentali nel quadro delle missioni KFOR e EUFOR.

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Coerenza in politica estera

La politica estera è una politica di interessi. Affinché la Svizzera possa tutelare in modo efficace i propri interessi nei confronti dell'estero, deve sapere cosa vuole. Ma altrettanto importante è agire con coerenza. La coerenza in politica estera è ancor più importante nell'attuale contesto di politica mondiale. Strutturare e attuare la politica estera è compito di tutti i dipartimenti. L'interazione tra i diversi settori politici deve essere per quanto possibile scevra da contraddizioni. Assolutamente necessari sono anche una stretta confluenza di politica estera e politica interna e una corrispondente 10 / 88

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partecipazione di Parlamento e Cantoni. Seguendo l'approccio «Whole-of-Switzerland» il Consiglio federale intende inoltre promuovere la connessione tra scienza, società civile e settore privato e metterne a frutto le competenze per la politica estera.

Uno strumento atto a consolidare la coerenza è lo schema a cascata della strategia di politica estera. Sulla base della Costituzione federale e del programma di legislatura 2019-2023 il Consiglio federale ha approvato la Strategia di politica estera 2020-2023 (SPE 20-23)1, un quadro di riferimento centrale che costituisce il primo livello per l'impostazione della politica e per l'orientamento di politica estera della Svizzera per questo periodo di legislatura. Per i settori parziali geografici e tematici più importanti della SPE 20­23 il Collegio governativo ha poi adottato le strategie subordinate, che costituiscono il secondo livello, in cui definisce le priorità, gli obiettivi e le misure per un quadriennio. Laddove necessario sono creati ulteriori gruppi di coordinamento. Il terzo livello infine riguarda i principi fondamentali a livello dipartimentale come ad esempio le linee guida e i piani di azione che traducono le strategie in piani operativi di attuazione.

Nell'anno in rassegna il Consiglio federale ha adottato le strategie geografiche subordinate Africa subsahariana 2021-2024 e Cina 2021-2024. Attualmente sono in corso di elaborazione altre strategie subordinate sul Controllo degli armamenti e disarmo 2022-2025, America 2022-2025, Sud-est asiatico, Eurasia 2023-2026 nonché sul multilateralismo e Paese ospite 2024-2027. Al terzo livello il DFAE ha adottato le linee guida per il settore privato nel quadro della Strategia per la cooperazione internazionale 2021-2024, le linee guida sui diritti umani 2021-2024 nonché un piano di azione OSCE 2022-2025. Anche in corso di elaborazione sono le linee guida per la diplomazia scientifica 2022-2015 e per il settore tematico dell'acqua.

Fig. 1: Schema a cascata della Strategia di politica estera (selezione di documenti a titolo illustrativo).

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I principi fondamentali di politica estera menzionati nel presente rapporto sono consultabili sotto: www.eda.admin.ch > Politica estera > Strategie e principi fondamentali

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Approfondimento: accordo istituzionale tra la Svizzera e l'UE

Uno degli obiettivi del programma di legislatura 2019-2023 del Consiglio federale è la regolarità dei rapporti tra la Svizzera e l'UE: l'accordo istituzionale è stato negoziato a tale scopo. Il 26 maggio 2021 il Consiglio federale ha deciso però di non firmare il progetto di accordo presentato. Qui di seguito spieghiamo la decisione presa e le ulteriori misure di attuazione dell'obiettivo del programma di legislatura.

3.1

Svolgimento dei negoziati

Dal 2008 la Svizzera e l'UE hanno sondato ed in seguito negoziato un progetto di accordo istituzionale sullo sviluppo e sul recepimento del diritto europeo nonché sulla sua interpretazione, sulla vigilanza e sulla composizione delle controversie. Alla fine del 2018 l'UE ha ritenuto conclusi i negoziati. Nonostante progressi in svariati settori, non è stato possibile trovare una soluzione su determinate questioni materiali in relazione all'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALCP)2. Nella valutazione del progetto di accordo istituzionale del novembre 2018 il Consiglio federale constata che il mandato di negoziazione svizzero del 2013 prevedeva l'esplicita esclusione dell'obbligo di recepimento della direttiva concernente il diritto dei cittadini dell'UE3 nell'ALCP e che le misure di accompagnamento dovessero essere in futuro completamente mantenute. Il Consiglio federale ha pertanto rinunciato ad accettare ed a parafare il progetto di accordo quale risultato di un negoziato comune. Agli inizi del 2019 decide di avviare ampie consultazioni interne tra le cerchie economiche, la comunità scientifica, i partiti politici, i partner sociali, i Cantoni ed il Parlamento nonché presso altre cerchie interessate in Svizzera. In seguito a tali consultazioni il Consiglio federale comunica alla Commissione europea in una lettera del 7 giugno 2019 che tre aspetti necessitano di essere chiariti in maniera concreta, ovvero la direttiva concernente il diritto dei cittadini, le misure di accompagnamento, gli aiuti statali.

Dopo aver coinvolto i Cantoni e i partner sociali all'elaborazione di soluzioni, l'11 novembre 2020 il Consiglio federale stabilisce la propria posizione riguardo ai tre elementi dell'accordo istituzionale ancora aperti in modo da poter riavviare il dialogo con l'UE. Nonostante il mutuo impegno delle delegazioni, i negoziati non permettono di arrivare ad un'intesa. Il 23 aprile 2021 un incontro tra il presidente della Confederazione Guy Parmelin e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen offre l'opportunità di stilare un bilancio politico dei negoziati tecnici e alla Svizzera l'opportunità di reiterare la propria offerta all'UE. Ciononostante le divergenze tra la Svizzera e l'UE restano sostanziali. Mentre si potrebbe trovare una solu-

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Accordo del 21 giugno 1999 tra la Confederazione Svizzera, da una parte, e la Comunità europea ed i suoi Stati membri, dall'altra, sulla libera circolazione delle persone, RS 0.142.112.681.

www.eur-lex.europa.eu > Direttiva 2004/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.

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zione soddisfacente sugli aiuti statali, fermo restando un'intesa sugli altri due elementi, per le questioni materiali riguardanti l'ALCP (la direttiva concernente i diritti dei cittadini, le misure di accompagnamento) non è possibile trovare un'intesa. L'UE fa capire chiaramente di non essere in grado di accettare integralmente le esigenze svizzere al riguardo.

3.2

Decisione del Consiglio federale

Nella sua seduta del 26 maggio 2021 il Consiglio federale ha analizzato il risultato dei negoziati sull'accordo istituzionale e dopo aver consultato le commissioni parlamentari e i Cantoni, è giunto alla conclusione che restavano divergenze sostanziali tra la Svizzera e l'UE sui due ambiti centrali dell'Accordo: la protezione salariale e l'ALCP.

Dopo le concessioni fatte sui meccanismi istituzionali a scapito della propria sovranità, la Svizzera aveva bisogno di limitare il recepimento dinamico del diritto, almeno in un ambito così delicato come quello della libera circolazione delle persone al fine di proteggere i propri interessi sostanziali. Tuttavia l'UE non è stata disposta ad accordare al nostro Paese le eccezioni necessarie. La decisione di non firmare l'accordo istituzionale, presa il 26 maggio, e di porre termine ai negoziati è stata il frutto di una ponderazione di tutti gli interessi in gioco. È stata comunicata il giorno stesso all'UE in una lettera in cui il Consiglio federale sottolineava la propria intenzione di proseguire sulla via bilaterale e di sviluppare un'agenda comune con l'UE sulla base degli accordi bilaterali esistenti. Al fine di poter rendere più stabile le relazioni bilaterali e di svilupparle, nella lettera il Consiglio federale ha proposto di avviare un dialogo politico strutturato ad alto livello annunciando anche di volersi impegnare presso il Parlamento per sbloccare rapidamente il secondo contributo della Svizzera a favore di taluni Stati membri dell'UE, proposta che poi ha attuato (n. 3.3).

In seguito alla decisione del Consiglio federale il presidente della Confederazione, il capo del DFAE e la segretaria di Stato del DFAE si sono messi in contatto con rappresentanti della Commissione europea, di Stati limitrofi, del Paese cui spettava la presidenza di turno del Consiglio dell'UE e con altri Stati membri dell'UE. La Svizzera ha spiegato la sua posizione in diverse capitali europee e ha sottolineato l'interesse di entrambe le parti per una buona cooperazione. Inoltre, il consigliere federale Ignazio Cassis ha incontrato il 15 novembre 2021 il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic e ha ribadito la volontà della Svizzera di proseguire sulla via bilaterale.

Durante l'anno in rassegna, le relazioni con l'UE hanno rappresentato una priorità nel
quadro delle visite del Consiglio federale. Al contempo gli esponenti della politica nazionale hanno proseguito l'intenso scambio sulla politica europea, in particolare con il Parlamento ed i Cantoni.

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3.3

Proseguire e sviluppare la via bilaterale

Il Consiglio federale ha confermato che la Svizzera intende proseguire e consolidare la via bilaterale con l'UE. Il nostro Paese è uno dei quattro principali partner economici dell'UE: al quarto posto nel commercio di beni e al terzo nel commercio di servizi e di investimenti. Inoltre contribuisce ampiamente alla libera circolazione delle persone in Europa: risiede in Svizzera l'8 per cento dei cittadini dei Paesi UE/AELS che non vive nel Paese d'origine ma è attivo nello spazio UE/AELS. Lungi dal limitarsi ai settori economico e del mercato del lavoro e sostenuto da più di cento accordi, l'ampio partenariato tra la Svizzera e l'UE spazia in svariati altri campi importanti quali la ricerca e la formazione, la sicurezza, la giustizia e l'asilo, ma anche l'ambiente, senza dimenticare il comune impegno internazionale a sostegno dei diritti dell'uomo, della democrazia e della pace (n. 8). Anche senza un accordo istituzionale la Svizzera resta un partner affidabile e impegnato nei confronti dell'UE e dei suoi Stati membri. In tale contesto il Consiglio federale ha deciso svariate misure intese a rinvigorire con una dinamica positiva le relazioni con l'UE e a consolidare la cooperazione.

A breve termine, il rapido sblocco del secondo contributo svizzero a determinati Stati membri dell'UE dovrebbe contribuire a stabilizzare la via bilaterale. Questo contributo, di 1,3 miliardi di franchi, è stato approvato dal Parlamento il 3 dicembre 2019 con due decreti federali (crediti quadro per la coesione e la migrazione)4 a condizione che non venissero accettati vincoli fintanto che l'UE emana misure discriminatorie nei confronti della Svizzera. Questa condizione ha bloccato in seguito l'attuazione del contributo.

Il 30 settembre 2021 le Camere federali hanno deciso di sbloccare il secondo contributo svizzero a determinati Stati membri dell'UE senza porre nuove condizioni di politica comunitaria. Con questa decisione hanno dato seguito alla proposta del Consiglio federale dell'11 agosto 2021, sottoposta nel relativo messaggio al Parlamento, di revocare la condizione decisa a dicembre 20195. In tal modo la Svizzera ha aperto la strada all'attuazione del secondo contributo svizzero che confluisce, come quelli precedenti, in progetti e programmi ad hoc nei Paesi partner e non è versato direttamente sui loro conti
statali né all'UE. Al fine di attuare in maniera efficace il secondo contributo svizzero il Consiglio federale ha approvato il 24 novembre 2021 un «memorandum of understanding» giuridicamente vincolante con l'UE che verrà firmato non appena l'UE concluderà le sue procedure interne di approvazione. I contenuti del memorandum fungono da base per la conclusione dei necessari accordi di attuazione bilaterali con gli Stati partner.

Sbloccando il contributo il Consiglio federale intende dare un nuovo impulso alle relazioni con l'UE e interrompere la spirale negativa delle ripercussioni politiche avviando un processo che possa permettere progressi anche in altri dossier. Da maggio 2021 l'UE ha dichiarato l'attuazione del contributo uno dei presupposti per la partecipazione della Svizzera al programma quadro comunitario per la ricerca e l'innovazione «Horizon Europe» e ad altri programmi e iniziative connessivi (pacchetto 4 5

FF 2020 719; FF 2020 721 FF 2021 1921

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Horizon 2021-2027) (n. 8.1). Sbloccare rapidamente il contributo era importante anche perché i mezzi del credito quadro di coesione devono essere vincolati entro cinque anni, dunque entro il 3 dicembre 2024, dato che la base giuridica per il credito quadro è valida fino alla fine del 2024.

A medio termine la Svizzera ha proposto all'UE di avviare un dialogo politico strutturato di alto livello nel cui contesto definire un'agenda comune nell'ottica di una futura cooperazione conforme agli interessi delle due parti. Per definizione un'agenda comune di questo tipo può essere stabilita solo in collaborazione con l'UE. Un tale dialogo permetterebbe di completare i formati di discussione già in atto in ambito tecnico (ad es. comitati misti, consultazioni tematiche ecc.). Comprenderebbe inoltre tutti gli ambiti della cooperazione bilaterale, compresi gli accordi bilaterali e di cooperazione oltre che le cooperazioni di politica estera e di sicurezza. Ancora, il dialogo offrirebbe il formato adeguato per delineare possibili sfide, comprese eventuali divergenze nell'attuazione e nel funzionamento degli accordi bilaterali, nonché per sviluppare soluzioni pragmatiche. Inoltre fornirebbe un quadro per individuare le opportunità di intensificare maggiormente le relazioni con l'UE negli ambiti di interesse comune. Nell'incontro del capo del DFAE con Maros Sefcovic in novembre, entrambe le parti hanno concordato di stabilire un dialogo politico strutturato. Allo stesso tempo, l'UE ha comunicato quattro punti che ritiene debbano essere affrontati nel dialogo: i) l'allineamento dinamico con il diritto dell'UE, ii) un «level playing field», iii) un meccanismo di composizione delle controversie e iv) un contributo finanziario regolare della Svizzera. Da parte svizzera i lavori di preparazione sono iniziati rapidamente nel quadro delle strutture di lavoro e di coordinamento interdipartimentali esistenti.

Il 26 maggio 2021 il Consiglio federale ha anche deciso di analizzare le differenze nel quadro normativo tra la Svizzera e l'UE e quali possibilità ha la Svizzera di appianarle in maniera autonoma, sempre che sia nel suo interesse, al fine di evitare contrasti con l'UE e garantire il buon funzionamento degli accordi bilaterali. Notevoli divergenze sono state rilevate nei seguenti settori: la libera circolazione
delle persone (ALCP), il traffico terrestre e aereo, gli accordi agricoli, gli aiuti dello Stato, la cultura, il cinema ed il reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (MRA)6. Il 30 giugno 2021 il Consiglio federale ha preso atto del rapporto presentatogli e ha deciso le tappe successive. In un primo tempo si tratta di analizzare gli ambiti che la Svizzera può adeguare autonomamente e rispettando i propri interessi. I Cantoni, i partner sociali e le cerchie economiche sono coinvolte nei settori opportuni. Il Consiglio federale ha esaminato i risultati di questa analisi nel mese di dicembre.

In questo modo le relazioni con l'UE saranno state rese stabili sul lungo termine a tal punto da permettere di risolvere questioni di comune accordo in modo pragmatico e di sviluppare relazioni laddove ciò sia nell'interesse delle due parti.

Infine il Consiglio federale ha cominciato da qualche tempo a pianificare e ad attuare misure intese a ridurre per quanto possibile le ripercussioni negative causate dalla politica di pressione dell'UE nei confronti della Svizzera (blocco dei dossier, ad es. la

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Accordo del 21 giugno 1999 tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (RS 0.946.526.81).

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mancata conclusione di nuovi accordi di accesso al mercato, il mancato aggiornamento di accordi esistenti o la mancata adesione a programmi comunitari). Questi lavori sono iniziati nel 2018 dopo il rifiuto dell'UE di accordare l'equivalenza delle borse svizzere e sono proseguiti durante tutto il 2021. Inoltre il Consiglio federale ha adottato ad esempio misure unilaterali per garantire l'approvvigionamento della Svizzera di dispositivi medici sicuri in mancanza di un aggiornamento dell'accordo sulla soppressione degli ostacoli tecnici al commercio (MRA). Tuttavia le misure unilaterali possono compensare solo in parte le ripercussioni negative di determinate misure dell'UE, come ad esempio la partecipazione limitata ai programmi comunitari, il mancato aggiornamento degli accordi e l'assenza di nuovi accordi con l'UE; inoltre non possono garantire a lungo termine l'accesso scevro da ostacoli al mercato interno comunitario.

Le relazioni tra la Svizzera e l'UE restano al centro della politica estera svizzera.

Garantire a lungo termine la stabilità delle relazioni rappresenta una preoccupazione costante del Consiglio federale. La Svizzera resta un partner affidabile dell'UE nonostante la decisione di non firmare l'accordo istituzionale.

4

Pace e sicurezza

4.1

Buoni uffici e promozione della pace

I contributi della Svizzera alla pace e alla sicurezza continuano ad essere molto richiesti. Il 16 giugno 2021 il presidente degli USA Joe Biden e il presidente russo Wladimir Putin si sono incontrati nella Villa La Grange a Ginevra. Nonostante il vivo interesse dei media la Svizzera è riuscita a fare in modo che l'incontro si svolgesse in un contesto discreto e indisturbato, consolidando in questo modo il profilo della Svizzera quale Paese ospite affidabile e promotrice di dialogo grazie alla propria politica estera indipendente. I buoni uffici hanno inoltre reso possibili dialoghi bilaterali del presidente della Confederazione Guy Parmelin e del consigliere federale Ignazio Cassis tanto con il presidente statunitense quanto con quello russo.

Per quel che riguarda la mediazione, nell'anno in rassegna la Svizzera ha preparato 17 processi di pace seguendoli da vicino, ad esempio in Camerun, Colombia e Libia.

Da maggio 2020 il nostro Paese svolge un ruolo attivo nel cosiddetto processo di Berlino avviato a gennaio 2020 al fine di sostenere il processo di pace dell'ONU per la Libia. Concretamente, il 23 ottobre 2020 è stato concordato un armistizio e il 5 febbraio 2021 è stato nominato un governo transitorio. Insieme ai Paesi Bassi e all'ONU la Svizzera presiede un gruppo di lavoro incaricato di promuovere il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani (n. 9.3). Instaurare una pace duratura in Libia è anche nell'interesse della Svizzera. Il capo del DFAE ha partecipato il 23 giugno 2021 alla seconda conferenza di Berlino e il 12 novembre 2021 alla conferenza di Parigi sulla Libia. Nel processo di pace dell'ONU per la Siria la Svizzera ha contribuito a creare una piattaforma digitale per l'inclusione della società civile siriana. Inoltre nell'anno in rassegna ha avviato un nuovo programma di politica di pace in Sudan al fine di sostenere il passaggio del Paese alla democrazia; in tal modo è possibile promuovere il dialogo, apportare l'esperienza svizzera nel processo di transizione e consolidare il rispetto dei diritti umani.

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Nel quadro del mandato di promozione della democrazia la Svizzera sostiene i processi elettorali e democratici quando vengono richiesti dagli operatori locali. Mette in particolare a disposizione la propria esperienza mediante l'elaborazione di processi relativi al codice di condotta per partiti politici durante le elezioni, come ad esempio in Georgia. Inoltre contribuisce al dialogo sui rischi di violenza connessa all'uso di reti sociali prima degli scrutini. In tale contesto in Nigeria ha organizzato una conferenza prima delle elezioni generali del 2023. Su invito degli USA il nostro Paese ha inoltre partecipato al «Summit for Democracy».

La Svizzera ha elaborato un nuovo programma con cui stabilisce le attività dei prossimi quattro anni nei settori dell'elaborazione del passato e della prevenzione di atrocità. Nell'anno in rassegna ha ricevuto dall'Ucraina la richiesta di mettere a disposizione la propria esperienza nello sviluppo di prime misure politiche e basi legali nell'ambito dell'elaborazione del passato. Per la prima volta ha avuto luogo un dialogo bilaterale con Israele sull'antisemitismo e sulla memoria dell'olocausto. A livello multilaterale la Svizzera si impegna per sviluppare ulteriormente l'approccio e le attività onusiane sull'elaborazione del passato, sostenendo ad esempio un processo di revisione della guida alla giustizia transizionale, sottoposto ad ampia consultazione.

A causa dei ritardi dovuti alla pandemia la Svizzera ha proseguito la presidenza assunta nel 2019 della seconda conferenza di revisione della Convenzione7 sulle munizioni a grappolo impegnandosi in tal modo anche nell'anno in rassegna per la protezione della popolazione civile nei conflitti armati, oltre che per la ricerca di persone disperse e la ripresa dei contatti con i loro congiunti. Mediante il ricorso a tecnologie nuove la ricerca può ora essere impostata in modo più efficace. La stretta collaborazione con il CICR e il 150° anniversario del «Central Tracing Agency» (CTA) organizzato a maggio contribuiscono a rafforzare la cooperazione globale quale presupposto necessario della prevenzione.

Anche nell'anno in rassegna la Svizzera ha inviato periti civili perché partecipassero a missioni sul campo dell'ONU, dell'OSCE e dell'UE. Nel 2021 163 periti della promozione della pace civile e dei diritti umani
hanno effettuato 184 missioni multilaterali o bilaterali in 46 Paesi. Di queste, 60 missioni hanno avuto luogo nel quadro di 12 missioni di osservazione elettorale dell'OSCE, dell'UE e dell'Organizzazione degli Stati Americani (OAS) in 12 paesi. La Svizzera ha contribuito in modo concreto alla promozione militare della pace inviando circa 260 militari in zone di conflitto: contingenti armati nei Balcani per missioni dirette dall'UE e dalla NATO, militari non armati, ad esempio osservatori militari, ufficiali di stato maggiore e periti militari (segnatamente in ambito di sminamento, gestione dei campi e disarmo, smobilitazione e reintegrazione) in particolare in missioni dell'ONU o a scopi di istruzione.

4.2

Sicurezza internazionale

Per quel che riguarda il controllo degli armamenti, il disarmo e la non proliferazione, il proseguimento del trattato «New START» tra gli USA e la Russia ha permesso

7

Convenzione del 30 maggio 2008 sulle munizioni a grappolo (RS 0.515.093).

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nuovi sviluppi positivi, nonostante le ombre gettate dal fatto che ambedue hanno disdetto il trattato «Open Skies» (OST). Nel quadro dell'iniziativa di Stoccolma il nostro Paese ha potuto apportare un importante contributo alla prossima conferenza di revisione del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) avanzando proposte di riduzione dei rischi connessi alle armi nucleari. Dato che la conferenza è stata spostata di un anno a causa della pandemia, la nuova valutazione della posizione svizzera in merito al trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) è anch'essa rimandata. Nell'ambito della Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione (CAC) insieme all'Australia e agli USA la Svizzera ha potuto stabilire che l'impiego di sostanze chimiche in forma di aerosol con effetti sul sistema nervoso non è conforme alle relative disposizioni. Il nostro Paese coordina il gruppo di sostegno del meccanismo del segretario generale dell'ONU di indagine su presunti impieghi di armi biologiche e chimiche. Durante la sua presidenza del Codice di condotta dell'Aia (HCOC) per la non proliferazione dei missili balistici il nostro Paese ha chiesto di renderlo universalmente valido. A seguito della risoluzione adottata dall'Assemblea generale dell'ONU nel 2020 su iniziativa della Svizzera concernente il sostegno dell'HCOC il nostro Paese ha sensibilizzato gli Stati non firmatari alla questione durante seminari virtuali8.

La Svizzera sostiene lo scambio in questioni di sicurezza internazionale e si impegna attivamente da 25 anni nel quadro del partenariato con la NATO in favore della pace.

Tuttavia il relativo simposio pianificato dalla NATO a Ginevra ha dovuto essere rimandato al 2022 a causa della pandemia. Nell'ambito della lotta al terrorismo la Svizzera ha sostenuto l'attuazione delle «Zurich­London Recommendations» e del relativo «Policy Toolkits» nel quadro del «Global Counterterrorism Forums» (GCTF) (n. 10.6). Durante il settimo processo di revisione della strategia antiterroristica mondiale delle Nazioni Unite, la Svizzera ha sostenuto con successo il consolidamento del diritto internazionale umanitario e dei diritti dell'uomo9. Inoltre ha partecipato alla conferenza di alto livello delle Nazioni Unite dei
capi delle agenzie di lotta contro il terrorismo e ha condiviso le proprie posizioni sulla prevenzione e sulla lotta contro il terrorismo nell'era delle tecnologie trasformatrici. Le misure di cooperazione e di coordinamento dell'ONU contro il terrorismo sono realizzate in stretto coordinamento con altri partner multilaterali, tra cui INTERPOL e i suoi progetti contro il terrorismo.

Per quel che riguarda le imprese militari e di sicurezza private il nostro Paese ha caldeggiato l'adozione di regole ai sensi del Montreux Document da parte di ulteriori Stati e organizzazioni internazionali. Al momento 58 Stati e tre organizzazioni internazionali sostengono il Montreux Document.

4.3

Candidatura al Consiglio di sicurezza dell'ONU

La candidatura della Svizzera ad un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU (2023­2024) è stato un argomento prioritario anche nel 2021. Oltre alla Svizzera, Malta è rimasta l'unica candidata ai due seggi che si liberano nel gruppo

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www.hcoc.at/sites/default/files/documents/A_RES_75_60_E.pdf www.undocs.org/en/A/RES/75/291

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degli Stati dell'Europa occidentale e di altri Stati. Mediante diverse misure la candidatura svizzera ha potuto essere portata a conoscenza di una cerchia più ampia e trova grande sostegno tra gli Stati membri dell'ONU. A tale scopo a maggio è stata organizzata una mostra sui principi umanitari durante la settimana dedicata alla protezione della popolazione civile e a settembre la presentazione dell'opera d'arte «The World in Progress» dell'artista Saype presso la sede principale dell'ONU a New York ha fornito l'occasione di far conoscere il messaggio principale della candidatura ad un'ampia cerchia di Stati membri dell'ONU. Lo slogan della candidatura «A Plus for Peace» è diventato ancora più presente da quando è stato lanciato a giugno 2020. In merito alla candidatura il Consiglio federale rimane in stretto in contatto con le commissioni di politica estera del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati che hanno esaminato il rapporto del collegio governativo in risposta al postulato 19.3967 su come si possa coinvolgere il Parlamento nella procedura di candidatura al seggio che la Svizzera spera di ottenere presso il Consiglio di sicurezza10. A giugno il DFAE ha avviato un dialogo strutturato sulla candidatura anche con la società civile e la scienza. In adempimento di uno dei suoi obiettivi del 2021 il Consiglio federale ha stabilito a novembre il coordinamento delle decisioni durante il periodo in cui la Svizzera disporrà del seggio nel Consiglio di sicurezza.

4.4

Diritti umani

A giugno il DFAE ha presentato le linee guida sui diritti umani 2021­2024. L'efficacia e la coerenza della Svizzera nella promozione dei diritti umani all'estero devono essere consolidate. In primo piano sono state poste quattro priorità, ovvero la libertà di espressione, la pena di morte, la tortura e le minoranze, cui si aggiungono tre temi trasversali, ovvero la pace e la sicurezza, l'economia e lo sviluppo sostenibile. La Svizzera promuove l'universalità, l'interdipendenza e l'indivisibilità dei diritti umani ricorrendo a strumenti bilaterali e multilaterali di politica estera dei diritti umani in modo differenziato e adeguato al singolo contesto.

Nel complesso la situazione dei diritti umani nel mondo si è deteriorata in particolare a causa delle misure prese per lottare contro la COVID-19. In seno agli organi multilaterali la Svizzera si è adoperata affinché le misure fossero a tempo determinato e conformi ai principi di legalità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Al contempo ha condannato laddove necessario la violenza delle forze dell'ordine contro chi partecipa pacificamente a manifestazioni, contro l'arresto dei difensori dei diritti dell'uomo e contro il ricorso al blocco di Internet.

In materia di protezione delle minoranze, la Svizzera ha presentato con successo al Comitato dell'ONU il suo ultimo rapporto concernente l'eliminazione della discriminazione razziale e ha sottoposto al Consiglio d'Europa un rapporto combinato. Ha sostenuto svariate iniziative multilaterali, in particolare la risoluzione dell'Assemblea generale sulla Dichiarazione dei diritti delle persone che appartengono a minoranze nazionali, etniche, religiose o linguistiche. Il nostro Paese ha presentato al Consiglio dei diritti dell'uomo risoluzioni sulla pena di morte, sul matrimonio di bambini, sul 10

www.parlament.ch > 19.3967 > Rapporto in adempimento del postulato

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matrimonio precoce e sul matrimonio forzato in tempi di crisi, in particolare durante la pandemia di COVID-19, e una risoluzione in cui gli Stati membri dell'ONU riconoscono il diritto ad un ambiente pulito, sano e sostenibile. A livello bilaterale hanno avuto luogo dialoghi sui diritti dell'uomo con la Russia, il Brasile, l'Africa del Sud e il Messico. Il dialogo sui diritti umani con la Cina ha avuto luogo per la prima volta nel 2018; il 27 novembre 2021 il capo del DFAE ha convenuto con il ministro degli esteri cinese di proseguire il dialogo nel 2022.

Nell'ambito dei diritti delle donne e della parità tra i sessi la Svizzera continua ad impegnarsi a livello tanto bilaterale quanto multilaterale: ha partecipato al forum Generazione uguaglianza a luglio 2021 e ha preso impegni sul piano sia nazionale sia internazionale nel quadro della coalizione intesa a permettere alle donne di diventare economicamente più autonome.

La Svizzera è un membro fondatore dell'Associazione del Centro per lo sport e i diritti umani creata a luglio a Ginevra. Ha continuato ad impegnarsi nell'attuazione di un piano d'azione nazionale per le imprese e i diritti dell'uomo e ha organizzato un forum nazionale sull'argomento. Dopo che il Parlamento ha approvato a ottobre la creazione di un'Istituzione nazionale per i diritti umani (INDU), sono iniziati i lavori di attuazione. L'INDU sostituisce il progetto pilota di un centro di competenza svizzero per i diritti umani che termina alla fine del 2022.

4.5

Impegno umanitario

L'impegno umanitario della Svizzera è espressione della sua tradizione umanitaria e della sua solidarietà con le persone in stato di indigenza. Nell'anno in rassegna questo impegno è stato molto sollecitato a causa delle numerose situazioni d'emergenza umanitaria. Per reagire ai conflitti armati la Svizzera ha ad esempio sostenuto nella regione del Tigray in Etiopia le organizzazioni che forniscono beni di vitale importanza alle popolazioni bisognose. Anche l'aiuto alla popolazione in Afghanistan è stato potenziato (n. 9.5); il nostro Paese ha fornito aiuto in caso di catastrofi climatiche, ad esempio con elicotteri antincendio nella lotta contro gli incendi boschivi nell'Europa meridionale o nel sostegno alla popolazione dopo il terremoto di agosto ad Haiti. Ha inoltre sostenuto Paesi gravemente colpiti dalla pandemia fornendo aiuto umanitario (tra gli altri l'India, l'Indonesia, il Nepal, lo Sri Lanka, la Thailandia, la Tunisia, il Vietnam, la Mongolia, l'Ucraina).

La Svizzera si è rivolta a più riprese alle parti in conflitto chiedendo che siano rispettati il diritto internazionale umanitario e i diritti dell'uomo e garantito l'accesso alle organizzazioni di aiuto umanitario. Un operatore e partner internazionale importante è il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR) con sede a Ginevra, di cui la Svizzera sostiene le attività con contributi generali e contributi speciali in situazioni di crisi. Come successo ad esempio nello Yemen, dove da anni perdura una delle maggiori crisi umanitarie del mondo e dove il CICR, sostenuto dalla DSC, garantisce ad esempio l'accesso all'acqua potabile e a beni alimentari alla popolazione colpita o costretta alla fuga. La Svizzera cerca inoltre soluzioni politiche alla crisi; insieme alla Svezia ha presieduto a marzo e a settembre la conferenza virtuale dei donatori nella crisi yemenita (n. 9.3).

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4.6

Migrazione irregolare

Nell'anno in rassegna il numero di richieste d'asilo in Svizzera è rimasto basso11, nonostante le fluttuazioni dei flussi migratori dovute in modo decisivo alle ripercussioni della pandemia, oltre che dagli sviluppi in Stati fragili. Nonostante l'ascesa al potere dei Taliban non si sono rilevati movimenti migratori di ampie dimensioni dall'Afghanistan. Il conflitto in Siria rimane irrisolto: dieci anni dopo il suo inizio, la maggior parte dei profughi siriani vive nei Paesi limitrofi, dove ha trovato rifugio. La Svizzera continua a sostenere questi Paesi.

La Strategia di cooperazione internazionale 2021-2024 estende la questione della migrazione a tutti gli strumenti della CI. Nel 2021 sono stati impiegati per la prima volta cosiddetti mezzi flessibili riservati alla migrazione, ad esempio per un progetto di formazione professionale in Nigeria. A livello europeo nell'anno in rassegna la Svizzera ha inviato per la prima volta due esperte di diritto fondamentale presso l'ufficio dei diritti fondamentali dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex.

A settembre il Parlamento ha rinviato l'esame del patto di migrazione dell'ONU nel contesto del dibattito in corso sulla «soft law». Per analizzare l'attuazione del relativo patto ONU dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha organizzato una conferenza di alto livello a Ginevra nel dicembre 2021 e l'ha aperta con il capo del DFAE.

5

Prosperità

5.1

Sistema economico globale

Quale economia di commercio di medie dimensioni la Svizzera ha bisogno di mercati aperti, certezza giuridica e prevedibilità, ovvero di un sistema mondiale economico, finanziario e valutario basato su norme. Causando la chiusura delle frontiere e l'interruzione della produzione in tutto il mondo, la pandemia ha reso evidenti la complessità e il carattere sovranazionale delle catene di creazione di valore aggiunto.

Interruzioni nella catena di approvvigionamento hanno causato temporanei problemi di consegna, ad esempio delle mascherine di protezione e delle materie prime per antibiotici, generando un dibattito permanente sulla produzione di beni di importanza vitale in Europa. Tutti i Paesi hanno bisogno di vaccini, ma non tutti sono in grado di produrli. Le catene di approvvigionamento ­ dalla ricerca fino alla consegna dei vaccini ­ sono transnazionali e dipendono dalle attività commerciali. I dibattiti sulla sicurezza dell'approvvigionamento sono di nuovo al centro dell'attenzione e in determinati settori potrebbero aprire la strada ad una regionalizzazione del sistema economico.

Attualmente la Svizzera non è in grado di controllare la produzione di vaccini, ma tramite l'industria farmaceutica svolge un ruolo essenziale nella ricerca e nello svi-

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www.sem.admin.ch > Pubblicazioni e servizi > Fatti e cifre > Statistica sull'asilo

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luppo. Tariffe doganali basse e l'eliminazione di barriere non tariffarie, ovvero mercati aperti, saranno decisivi al fine di poter assicurare anche in futuro un accesso tempestivo a vaccini.

Insieme ad altri membri di opinione analoga la Svizzera si è espressa nell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) contro un'ampia sospensione dei diritti a tutela della proprietà intellettuale per i prodotti medici relativi alla COVID 19 («TRIPS Waiver»). Ritiene infatti che non sia il modo adeguato per migliorare l'approvvigionamento in modo rapido e duraturo. La disponibilità di medicinali efficaci, sicuri ed economicamente accessibili richiede mezzi notevoli per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione. Sospendere i diritti di proprietà intellettuale sarebbe controproducente per l'approvvigionamento di vaccini e altro materiale medico importante causando incertezza del diritto e ostacoli all'innovazione in futuro.

5.2

Accordi economici, finanziari e di libero scambio

Oltre alla Convenzione AELS e all'Accordo di libero scambio con l'Unione europea, nell'anno in rassegna la Svizzera ha potuto ricorrere ad una rete di 32 accordi di libero scambio (ALS) con 42 Stati partner. In genere gli ALS sono conclusi nel quadro dell'Associazione europea di libero scambio (AELS), ma in singoli casi la Svizzera decide di concludere un ALS bilaterale, come ad esempio nel caso del Giappone o della Cina; inoltre sono in vigore 111 accordi bilaterali di protezione degli investimenti (API). L'Accordo di partenariato economico globale AELS-Indonesia (CEPA) è stato accolto nella votazione popolare del 7 marzo 202112 e permetterà di migliorare soprattutto l'accesso al mercato e la certezza del diritto nel commercio di beni e servizi nonché nella protezione degli investimenti e della proprietà intellettuale. Il CEPA è entrato in vigore il 1° novembre. Il dibattito che ha preceduto la votazione è stato incentrato sul disciplinamento delle importazioni preferenziali di olio di palma dall'Indonesia, che, per la prima volta in un ALS della Svizzera, vincolano le concessioni doganali per un prodotto a severe condizioni di sostenibilità. Cresce dunque l'importanza di soluzioni in grado di garantire che gli ALS e il commercio internazionale non siano attuati a scapito dell'umanità e dell'ambiente, ma forniscano un contributo allo sviluppo sostenibile. Anche l'aggiornamento dell'accordo tra i Paesi AELS e la Turchia, entrato in vigore il 1° ottobre 2021, fornisce tra l'altro un contesto per un dibattito su questioni di sostenibilità13.

5.3

Educazione, ricerca e innovazione

Nel settore dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione (ERI) il Consiglio federale intende mantenere il livello di eccellenza della Svizzera. La Svizzera si colloca regolarmente ai primi posti nelle classifiche internazionali dell'innovazione come l'«European Innovation Scoreboard» dell'UE o il «Global Innovation Index» (GII) 12 13

www.bk.admin.ch > Diritti politici > Votazioni > Indice cronologico (per scadenza) > 2021-2021 > 7.3.2021 www.efta.int > Global trade relations > Free Trade Agreement > Turkey

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dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI)14. Il Consiglio federale adegua costantemente la promozione dell'innovazione della Confederazione alle nuove esigenze.

Nel 2021 il Consiglio federale ha annunciato l'intenzione della Svizzera di aderire allo «Square Kilometre Array Observatory» (SKAO). Il Parlamento ha approvato il finanziamento dell'adesione fino al 2030. Aderendo a questa organizzazione intergovernativa globale nel campo dell'astronomia, la Svizzera mira a diversificare la propria politica internazionale nel settore della ricerca. Inoltre, il Consiglio federale, insieme agli altri 26 Stati membri, ha sostenuto un aumento sostanziale dei mezzi finanziari del Laboratorio europeo di biologia molecolare (EMBL) in vista dello sviluppo sostenibile e dell'attuazione efficace del programma di questo laboratorio internazionale, che svolge un ruolo essenziale nello sviluppo delle scienze della vita, in particolare nel contesto della lotta contro la pandemia di COVID-19.

Il Consiglio federale ha deciso di estendere Swissnex, la rete globale svizzera che connette in materia di formazione, ricerca e innovazione, aprendo a partire dal 2022 un consolato e una nuova antenna Swissnex a Osaka (n. 11.1). Prevede inoltre di rafforzare la cooperazione con l'America latina, l'Africa, il Medio Oriente, l'Asia e gli USA nel periodo 2021­2024.

Per la Svizzera, l'OCSE è un forum particolarmente adatto allo scambio in un contesto multilaterale, motivo per cui ha partecipato attivamente al Comitato per la politica scientifica e tecnologica (CSTP). I temi centrali sono stati il contributo della scienza e della tecnologia alle sfide globali e la governance delle nuove tecnologie (n. 1.3, 7.5). Ad esempio, la Svizzera ha sostenuto l'elaborazione di una raccomandazione sull'innovazione responsabile nella neurotecnologia.

5.4

Cooperazione allo sviluppo

La Strategia CI 2021-2024 situa la cooperazione allo sviluppo in un contesto geografico al cui centro si trovano le regioni prioritarie Africa subsahariana, Europa orientale, Asia Africa del Nord e Medio Oriente. L'impegno dell'Aiuto umanitario e della cooperazione globale mantiene il proprio orientamento universale.

Nell'anno in rassegna la cooperazione internazionale ha dovuto fare i conti con la pandemia. La Svizzera ha adeguato i programmi in corso alla nuova situazione e ne ha creato nuovi al fine di sostenere i Paesi in sviluppo nella lotta alle conseguenze della pandemia. In particolare ha fornito aiuto finanziario ai sistemi sanitari di Paesi colpiti in modo particolare dalla crisi e fornito aiuti medici. Nell'anno in rassegna il nostro Paese ha potuto stanziare 300 milioni di franchi per sostenere l'iniziativa multilaterale «Access to COVID-19 Tools Accelerator» (ACT-A) nella lotta internazionale contro il COVID 19 anche in base ad un credito supplementare di 226 milioni di franchi approvato dal Parlamento nell'estate 2021. Numerosi operatori sanitari pub-

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www.wipo.int/portal/en/ > Resources > Global Innovation Index 2021; ec.europa.eu/info/index_it > Ricerca e innovazione > Statistiche > Indicatori di risultato > Quadro europeo di valutazione dell'innovazione

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blici e privati collaborano nel quadro dell'ACT-A per superare globalmente la pandemia. L'iniziativa comprende quattro pilastri: i test, i farmaci, i vaccini e il consolidamento dei sistemi sanitari. La «COVAX Facility» forma il pilastro del sistema vaccinale di ACT-A. Nell'ambito di COVAX, la Svizzera ha sostenuto il meccanismo di impegno anticipato sul mercato (COVAX AMC) con un totale di 155 milioni di franchi. Questo permette a 92 paesi a basso e medio reddito di ottenere i vaccini tramite COVAX. La Svizzera collabora in tal modo ad un accesso equo ai vaccini efficaci e sicuri per tutti i Paesi. Fino a inizio dicembre 2021 mediante COVAX AMC è stato possibile consegnare circa 483 milioni di dosi di vaccino a 86 Paesi.

Tuttavia proprio nei Paesi in sviluppo la pandemia rappresenta molto più di una crisi sanitaria: ha anche notevoli ripercussioni sulla sicurezza alimentare, sull'economia, sui posti di lavoro, sulla formazione, sullo stato di diritto e sui diritti umani, anche perché i Paesi in sviluppo non dispongono delle stesse risorse finanziarie cui hanno accesso i Paesi sviluppati per gestire rapidamente la pandemia e le sue conseguenze.

La pandemia di COVID-19 minaccia la sicurezza alimentare in molti luoghi. Lo scopo di ridurre entro il 2030 a zero il numero di persone che soffrono la fame e che sono denutrite può essere raggiunto solo con un maggiore impegno di tutti gli operatori15.

La pandemia ostacola il commercio e il trasporto di beni alimentari. Le esigenze dei coltivatori diretti è importante per l'approvvigionamento della popolazione. Sistemi agricoli di piccole dimensioni producono il 50 per cento di tutte le calorie alimentari sul 30 per cento delle superfici mondiali adibite all'agricoltura. Per questo motivo la Svizzera partecipa al «Rural Poor Stimulus Facility» del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD): finora ne traggono profitto 2,3 milioni di economie domestiche.

L'ampia diffusione del mercato di lavoro informale e la mancanza di assicurazioni sociali pongono la popolazione dei Paesi in sviluppo di fronte a sfide enormi. Secondo stime del Fondo monetario internazionale (FMI) 80 milioni di persone in più rischiano di cadere nell'indigenza a causa delle conseguenze della pandemia. Secondo il FMI soprattutto in Paesi a reddito debole il PIL rientrerà nei
limiti prepandemici solo molto lentamente16 nonostante la ripresa che sta prendendo il via. Al fine di permettere la stabilizzazione economica la Svizzera ha preso misure nei settori finanziario e della gestione del debito, del livello di liquidità delle imprese e del consolidamento dei sistemi commerciali. Tramite l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) nel Laos è stato possibile sostenere imprese di dimensione minima, piccola o media nella ripresa dalla crisi economica causata dalla pandemia affinché 800 di loro potessero avere un migliore accesso a servizi finanziari. Inoltre sono sostenuti 250 futuri impresari.

Nel superare la crisi dovuta alla COVID-19 l'efficienza delle autorità assume un ruolo centrale. Rafforzare i governi locali e la società civile è una misura importante della cooperazione internazionale svizzera. Il suo significato è stato reso evidente proprio dalla pandemia che ha portato ancor più alla luce le debolezze dello Stato di diritto e della governance democratica in molti Paesi. La Svizzera ha ad esempio sostenuto in 15 16

www.fao.org/3/cb4474en/cb4474en.pdf www.imf.org > Publications > World Economic Outlook Update, July 2021 > Fault Lines Widen in the Global Recovery

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Serbia e in Albania le autorità locali nel migliorare la gestione della crisi e la protezione delle minoranze etniche (ad es. i Roma).

Anche la promozione dei diritti dell'uomo, la lotta alla corruzione e le opportunità d'impiego sono state questioni centrali della cooperazione allo sviluppo. Nel Mali ad esempio con l'aiuto svizzero è stato possibile conseguire progressi significativi nella parità tra i sessi. Creando un sottocomitato per le questioni di parità tra i sessi e istituendo un posto di osservatore riservato al personale femminile è stato aumentare considerevolmente la partecipazione delle donne nel processo di pace. Nel Bangladesch la Svizzera sostiene minoranze etniche e altri gruppi al margine con un programma inteso ad aiutare 21 000 persone (di cui il 60 % donne) per mezzo di misure quali la mediazione di un posto di lavoro e la formazione alla gestione imprenditoriale al fine di garantire attività in grado di procurare un reddito.

Una sfida notevole resta l'impegno a impiegare le risorse a disposizione per quanto possibile in modo efficace al fine di attuare l'Agenda 2030 e di lottare contro la pandemia e le sue conseguenze.

6

Sostenibilità

6.1

Agenda 2030

L'Agenda 2030 costituisce il quadro di riferimento della politica economica, sociale e ambientale in un'ottica di sviluppo sostenibile. Le profonde ripercussioni della pandemia hanno considerevolmente rallentato in tutto il mondo l'attuazione dell'Agenda 2030, come nel caso della riunione del Forum politico di alto livello dell'ONU per lo sviluppo sostenibile («High-Level Political Forum», HLPF) che nell'anno in rassegna si è incentrata sulla ricostruzione sostenibile post COVID-19.

La Svizzera si impegna sia a livello nazionale che internazionale per l'attuazione dell'Agenda 2030. Il 23 giugno 2021 il Consiglio federale ha adottato la Strategia per lo sviluppo sostenibile 203017 che stabilisce le linee guida per la politica svizzera in materia di sviluppo e definisce tre temi centrali: Consumo e produzione sostenibili, Energia, clima e biodiversità, nonché Pari opportunità e coesione sociale.

Al vertice di alto livello dell'ONU sui sistemi alimentari, tenutosi in settembre, la Svizzera si è impegnata per una trasformazione verso sistemi alimentari sostenibili e fondandosi sulla Strategia per lo sviluppo sostenibile 2030 ha presentato la roadmap per l'attuazione (n. 10.1). I sistemi alimentari influenzano a livello trasversale tutti i 17 obiettivi dell'Agenda 2030 e pertanto contribuiscono in maniera decisiva al loro raggiungimento.

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www.are.admin.ch > Sviluppo sostenibile > Strategia e rapporti > Strategia per uno sviluppo sostenibile

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6.2

Ambiente e clima

Nell'anno in esame diversi processi hanno ulteriormente accumulato ritardo a causa della persistente pandemia di COVID-19: nei settori biodiversità, prodotti chimici e rifiuti nonché governance ambientale sono state prese decisioni, durante conferenze virtuali con un ordine del giorno ridotto, principalmente sulla continuità principali lavori e processi.

In settembre si è tenuta a Ginevra la Conferenza ministeriale sui rifiuti marini e l'inquinamento da plastica che ha segnato una tappa importante nell'elaborazione di una convenzione nell'ambito del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP).

In adempimento dell'Accordo di Parigi18, che esorta gli Stati a elaborare strategie climatiche a lungo termine, il 27 gennaio 2021 il Consiglio federale ha adottato la Strategia per la Svizzera19 in cui illustra come intende raggiungere l'obiettivo delle emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050. Il rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), presentato in agosto, conferma che l'influenza delle persone sul clima è chiaramente dimostrata e che il riscaldamento globale e le sue ripercussioni avanzano sempre più rapidamente20. In novembre alla Conferenza delle Parti contraenti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Glasgow, sono state finalizzate le disposizioni di attuazione dell'Accordo di Parigi sul clima. La Svizzera ha rinnovato per il periodo 2021­2024 il suo contributo al Fondo di adattamento dell'ONU volto a sostenere gli sforzi di adattamento dei Paesi in sviluppo più colpiti dai cambiamenti climatici.

In ottobre il capo del DFI ha aperto il Congresso straordinario dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) in cui è stata adottata una nuova politica dei dati per il libero scambio e senza restrizioni di dati di osservazione e previsione, così come gli standard per la creazione di una rete globale di misurazione dei dati (GBON) e un innovativo meccanismo di finanziamento per la creazione di GBON nei paesi in via di sviluppo.

L'«EU Green Deal», che nell'ambito della protezione del clima e dell'ambiente dell'UE dovrebbe portare a un cambiamento sociale ed economico in Europa, prevede tra l'altro una compensazione fiscale alla frontiera del prezzo del CO2 tra i prodotti europei e le importazioni. Siccome
i sistemi di scambio di emissioni della Svizzera e dell'UE sono connessi, la Svizzera sarà presumibilmente esclusa da queste misure (n. 8.1). Nell'anno in rassegna sono stati conclusi altri trattati internazionali sullo svolgimento di progetti sul clima con Senegal, Vanuatu, Dominica e Georgia che disciplinano le condizioni quadro per il computo delle riduzioni di emissioni agli impegni presi dalla Svizzera.

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RS 0.814.012 www.bafu.admin.ch > Temi > Clima > Informazioni per gli specialisti > Obiettivi della politica climatica > Obiettivi di riduzione > Obiettivo 2050 > Strategia climatica 2050 www.ipcc.ch/ > sixth assessment report

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6.3

Acqua

La penuria di acqua, fenomeno in crescita a livello mondiale acuito dalla cattiva gestione e dal cambiamento climatico, aumenta il pericolo di tensioni e confronti violenti. La Svizzera focalizza il suo impegno sulla gestione sostenibile delle risorse idriche, sull'accesso all'acqua potabile e sullo smaltimento delle acque di scarico, sul miglioramento della qualità delle acque nonché sulla preservazione e sull'impiego sostenibile degli ecosistemi. Nel 2021 ha rafforzato i suoi sforzi a favore di un migliore accesso all'acqua e a un'infrastruttura igienico-sanitaria di base, adoperandosi in special modo nell'informazione sulle misure igieniche, la cui importanza per la protezione contro le malattie è stata accentuata dal COVID-19. La Svizzera accompagna inoltre i lavori della Convenzione sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali nonché del suo Protocollo relativo all'acqua e alla salute. Mediante la sua diplomazia dell'acqua bilaterale e multilaterale, il nostro Paese si impegna in loco nella prevenzione e nell'attuazione dei conflitti, in particolare nel Vicino Oriente, in Asia centrale, in Africa e nel Sud-Est asiatico.

Tramite i suoi programmi Blue Peace sostiene i Paesi nell'impiego e nella gestione internazionale delle risorse idriche transfrontaliere. Ha sostenuto ad esempio l'istituzione di una piattaforma regionale per un dialogo permanente sull'acqua nel Vicino Oriente o l'elaborazione di un piano di sviluppo regionale sull'impiego sostenibile delle acque comuni per gli Stati che si affacciano sul fiume del Gambia in Africa occidentale. A livello internazionale la Svizzera ha sostenuto il rafforzamento dell'idrologia operativa nell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM).

6.4

Energia

In considerazione della forte dipendenza dalle esportazioni, la Svizzera non può fare a meno della cooperazione internazionale per assicurare il suo approvvigionamento di energia e per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile della politica energetica nazionale e internazionale. Un accordo sull'energia elettrica con l'UE, che avrebbe integrato la Svizzera nel mercato europeo dell'elettricità non solo sotto il profilo tecnico ma anche giuridico, è ancor meno prevedibile ora che i negoziati sull'accordo istituzionale sono stati interrotti. Tuttavia, per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento della Svizzera a lungo termine, il Consiglio federale intende sempre concludere un accordo sull'energia elettrica con l'UE così come a ridurre la dipendenza dalle importazioni.

Il Trattato sulla Carta dell'energia21, un accordo giuridicamente vincolante di protezione degli investimenti nel settore dell'energia, dovrebbe essere adeguato alla prassi attuale e alle esigenze legate alla decarbonizzazione. I negoziati in merito sono stati avviati nel 2020 e proseguiti nell'anno in esame.

La Svizzera difende una energia politica sostenibile all'interno di diverse organizzazioni internazionali. Dal 2019 al 2022 è membro del consiglio di amministrazione

21

RS 0.730.0

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dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) e concorre a promuovere, tra l'altro, la forza idrica come vettore energico sostenibile. Inoltre si è adoperata per un abbandono del sovvenzionamento delle energie fossili. Nell'ambito della cooperazione allo sviluppo ha sostenuto diversi progetti e iniziative per un migliore accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni per tutti.

6.5

Finanza e governo d'impresa

Nell'anno in esame la finanza sostenibile il Consiglio federale resta un tema centrale nell'ottica di una piazza finanziaria svizzera sostenibile e competitiva. Le misure che ha deciso nel dicembre 2020 in questo ambito permettono di migliorare la trasparenza, di rafforzare l'analisi dei rischi e di ampliare l'impegno internazionale della Svizzera22. A tal fine, in gennaio la Svizzera si è impegnata a sostenere ufficialmente le raccomandazioni della «Task Force on Climate-Related Financial Disclosures» (TCFD), sottolineando così il proprio appoggio a un quadro internazionale per la trasparenza finanziaria in ambito climatico e a livello imprenditoriale. Entro l'estate 2022 dovrà essere elaborata un'attuazione vincolante delle raccomandazioni della TCFD per le grandi imprese svizzere. Il Consiglio federale persegue un approccio globale alla sostenibilità nell'ottica dell'Agenda 2030. A livello nazionale e internazionale l'attenzione è rivolta sugli aspetti ambientali.

La Svizzera promuove la responsabilità sociale d'impresa tramite un approccio coordinato a livello internazionale (n. 4.4). Il controprogetto indiretto del Parlamento sull'iniziativa popolare «Per multinazionali responsabili» introduce per le società con quotate in borsa e i grandi istituti finanziari un obbligo di rendiconto sulle questioni non finanziarie nonché un obbligo di diligenza e di rendiconto nei settori dei minerali di conflitto e lavoro minorile.

6.6

Prevenzione delle catastrofi

La prevenzione delle catastrofi della Svizzera ha l'obiettivo di salvare la vita delle persone e garantire i successi in materia di sviluppo. L'anno in esame ha mostrato che le catastrofi naturali e le situazioni di emergenza come terremoti, uragani, inondazioni, siccità o la pandemia di COVID-19 hanno un grande impatto sui Paesi in sviluppo e possono vanificare in breve tempo decenni di progressi compiuti. Al Forum europeo per la riduzione del rischio di catastrofi (EFDRR), tenutosi in novembre, la Svizzera ha sostenuto la necessità di un approccio coerente alla riduzione del rischio di catastrofi, alla cooperazione allo sviluppo e alla protezione del clima.

Anche nel 2021 l'hub regionale, fondato dalla Svizzera, per la prevenzione dei rischi di catastrofe nel Sud-Est asiatico e nel Pacifico ha svolto un ruolo chiave nella gestione delle ripercussioni del cambiamento climatico e della promozione dell'impiego sostenibile delle risorse naturali. Ad esempio, in seguito al crollo di una diga in Laos 22

www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Il Consiglio federale concretizza le proposte per una piazza finanziaria svizzera sostenibile

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è stato istituito un partenariato con i ministeri competenti e sono state preparate valutazioni che hanno lo scopo di aumentare in maniera sostenibile la sicurezza di dighe e la protezione della popolazione. Grazie alla loro competenza specialistica e ai molteplici partenariati tra Confederazione, Cantoni, cerchie economiche, mondo scientifico e società civile la Svizzera ha potuto posizionarsi nelle regioni interessate come partner credibile.

Con il progetto pilota «Weather4UN», la Svizzera contribuisce alla creazione di un meccanismo di coordinamento dell'OMM. Questo ha lo scopo di migliorare l'accesso alle informazioni meteorologiche per le organizzazioni umanitarie.

6.7

Salute

Nel 2021 la Svizzera ha ribadito il suo impegno all'interno dell'iniziativa per l'accesso globale agli strumenti di lotta contro il COVID-19 («Access to Covid-19 Tools Accelerator», ACT-A). Gli USA hanno rispettato il loro impegno nell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dando slancio alle dinamiche nell'organizzazione. Si sono tenute discussioni di alto livello in occasione di forum multilaterali, come ad esempio il vertice mondiale sulla salute del G20 tenutosi nel maggio a Roma, a cui la Svizzera ha partecipato.

I risultati della missione scientifica internazionale sulle origini del virus, inviata dall'OMS, sono un argomento importante per la valutazione della risposta alla crisi e restano controversi ei relativi chiarimenti sono in corso. Sono state realizzate diverse valutazioni indipendenti della risposta dell'OMS da cui sono scaturite raccomandazioni discusse negli organi interessati. Nel novembre 2021 si è tenuta una sessione speciale dell'OMS per discutere sull'elaborazione di un trattato sulla pandemia o di uno strumento internazionale per la preparazione e la risposta alla pandemia a complemento degli strumenti di sicurezza sanitaria esistenti, quali il Regolamento sanitario internazionale (RSI)23.

Lo scambio rapido e trasparente dei dati epidemiologici e clinici per la gestione delle pandemie riveste grande importanza. Nel maggio 2021 la Svizzera ha firmato un accordo di cooperazione con l'OMS nell'ambito dell'iniziativa «WHO BioHub»: il laboratorio di biosicurezza di Spiez è messo a disposizione dell'OMS come luogo di stoccaggio per materiale biologico a potenziale epidemico o pandemico. A livello europeo è stata proseguita la stretta collaborazione con l'UE nell'ambito del suo sistema di crisi per la gestione della pandemia (n. 8.1).

6.8

Cultura

Anche la cultura è uno strumento della politica estera: unisce i Paesi scavalcandone le frontiere e veicola l'immagine di un Paese. La Svizzera promuove gli scambi culturali e artistici e la produzione cinematografica all'estero (accordi di co-produzione) non-

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RS 0.818.103

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ché gestisce la rete delle scuole svizzere. Lotta contro il traffico illegale di beni culturali e prende parte all'attuazione e alla revisione degli accordi culturali internazionali.

Dal 2020 la Svizzera è membro del Comitato intergovernativo della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO. Promuove altresì le lingue nazionali, ad esempio nell'ambito della «Settimana della lingua italiana nel mondo».

Per promuovere l'immagine del nostro Paese, Presenza Svizzera (PRS) fa leva anche nel 2021 su contenuti culturali, come la tradizione, la diversità e l'apertura, ad esempio nella «House of Switzerland» a Stoccarda (n. 11.5). Con Pro Helvetia è stata messa in campo una stretta collaborazione, ad esempio per la partecipazione al Festival della fotografia di Arles.

La DSC, con il suo impegno a favore della cultura, sostiene dialoghi per gestire i conflitti o su temi che altrimenti sarebbero tabù a livello locale. La Svizzera ha ad esempio sostenuto l'arte dei graffiti nei Territori occupati palestinesi, sculture contro la violenza sulle donne in Bolivia, la produzione di emissioni radiofoniche sulle gravidanze tra le adolescenti in Tanzania o seminari di scrittura per novelle critico-sociali in Nicaragua.

7

Digitalizzazione

7.1

Governance digitale

In linea con la Strategia di politica estera digitale 2021-2024 la Svizzera si impegna a sfruttare il potenziale economico e sociale delle nuove tecnologie nel massimo rispetto dei diritti individuali. Tuttavia la posizione della Svizzera a favore di uno spazio digitale aperto, sicuro e libero non è indiscussa. Essa promuove pertanto il dialogo internazionale e sostiene la posizione di Ginevra come piattaforma neutrale e consolidata (n. 10.2).

Nell'anno in esame la Svizzera si è adoperata per il rispetto e il rafforzamento della regolamentazione globale sulla governance digitale. Ha accelerato i lavori di attuazione relativi alla «UN Roadmap for Digital Cooperation» e si è battuta per un «UN Internet Governance Forum» più inclusivo, effettivo e politicamente rilevante. La Svizzera è stata anche attiva nel Comitato per la politica economica digitale (CDEP) dell'OCSE e al gruppo di lavoro sulla sicurezza nell'economia digitale. L'attenzione si è incentrata sullo sviluppo di strumenti che stabiliscono pratiche chiare relativamente alle nuove sfide nel settore digitale. In seno all'Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) e alle organizzazioni di standardizzazione tecnica la Svizzera ha sostenuto l'armonizzazione di tutti i livelli della regolamentazione internazionale.

Il proseguimento del Dialogo di Ginevra (n. 7.2) e altre iniziative sostenute dalla Svizzera (ad es. il progetto pilota sulla cibermediazione del «Centre for Humanitarian Dialogue», la «Geneva Internet Platform» e la «AI for Good Digital Platform») hanno contribuito a rafforzare la posizione di Ginevra nella governance digitale. Per ampliare le capacità negli Stati terzi, la Svizzera ha finanziato progetti nell'Africa subsahariana.

Ha inoltre condotto un'analisi approfondita sulle misure europee previste nel settore 30 / 88

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digitale e le relative ripercussioni sulla Svizzera in quanto piazza economica, di innovazione e di ricerca24.

7.2

Cibersicurezza

La Svizzera rafforza il suo impegno per la cibersicurezza anche tramite il ciberdialogo bilaterale con Paesi Bassi, Gran Bretagna, Austria e Giappone. I dialoghi condotti dal DFAE insieme al Centro nazionale per la cibersicurezza (NCSC) illustrano lo stretto legame tra la politica interna e la politica estera.

Le tensioni geopolitiche hanno evidenziato l'importanza della fiducia e di regole ampiamente sostenute. Nell'ambito delle Nazioni Unite la Svizzera ha detenuto la presidenza del gruppo di lavoro sui progressi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni nel contesto della sicurezza internazionale («Open-Ended Working Group on Developments in the Field of ICTs in the Context of International security», UN OEWG). Ha inoltre partecipato al gruppo di esperti governativi in materia di cibersicurezza (GGE). Entrambi i gruppi hanno concluso con successo i loro lavori emanando un rapporto25. Sono stati compiuti importanti progressi materiali nel ciberspazio, tra l'altro, quanto all'applicabilità del diritto internazionale, in particolare del diritto internazionale umanitario. Un nuovo UN OEWG è stato istituito per il periodo 2021­2025. Parallelamente oltre 50 Stati, tra cui la Svizzera, hanno avviato un programma di azione per attuare i due rapporti. Un comitato ad hoc elaborerà inoltre una convenzione dell'ONU sulla cibercriminalità.

In seno all'OSCE la Svizzera ha sostenuto l'attuazione delle 16 misure volte a creare fiducia nel settore della cibersicurezza. In quanto membro della «Freedom Online Coalition» si concentra sulla libertà di opinione e la protezione della sfera privata in Internet.

Nell'anno in esame il «Geneva Dialogue on Responsible Behaviour in Cyberspace», avviato dalla Svizzera nel 2018, è stato esteso ai suoi partner industriali e ha proseguito in formato virtuale lo scambio: in una ventina di sessioni sono state definite le buone prassi.

Per garantire la cibersicurezza, la polizia federale svizzera fedpol lavora a stretto contatto con INTERPOL ed Europol.

7.3

Autodeterminazione digitale

Nel maggio la Svizzera ha lanciato insieme alla «Swiss Data Alliance» (SDA) e all'Accademia svizzera delle scienze tecniche (ASST) la Rete nazionale per la promozione dell'autodeterminazione digitale. La rete, che si impegna per un'utilizzazione dei dati innovativa e autodeterminata, riunisce gli attori dell'amministrazione, dell'economia privata e della scienza provenienti da diversi settori (ad es. finanze, 24 25

www.bakom.admin.ch > Digitalizzazione e Internet > Digitalizzazione > Svizzera digitale I rapporti sono disponibili sul sito: documents.un.org/ > Symbol > A/76/135 e A/75/816.

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sanità, mobilità, amministrazione pubblica). Anche a livello internazionale sono stati stretti contatti con istituzioni accademiche e altre reti. La rete nazionale e internazionale viene utilizzata anche per maturare conoscenze da integrare nel rapporto concernente la promozione dell'autodeterminazione digitale e di spazi di dati affidabili che il Consiglio federale emanerà nel 2022.

In ambito di intelligenza artificiale le organizzazioni di standardizzazione di Ginevra acquisiscono una particolare importanza. Nell'ottobre è stato organizzato, insieme alla Commissione elettrotecnica internazionale (CEI), un seminario sulla standardizzazione, la valutazione della conformità e la legislazione nel settore dell'intelligenza artificiale.

In seno all'UNESCO nel mese di novembre è stato adottato il primo strumento globale sull'etica dell'intelligenza artificiale. Questo strumento contiene valori, principi e misure politiche non vincolanti. Nel Consiglio d'Europa (Comitato ad hoc per l'intelligenza artificiale, CAHAI) potrebbe invece scaturire un ordinamento vincolante se il Comitato dei ministri decidesse di avviare i negoziati l'anno prossimo.

È stato inoltre elaborato un rapporto concernente i mandati di verifica DFAE Swiss Cloud che contiene sei raccomandazioni di intervento su come regolare la responsabilità degli accessi delle autorità a livello dei dati detenuti a livello internazionale e su come la Svizzera debba posizionarsi riguardo la questione del Cloud per essere una piazza attrattiva per la politica dei dati.

7.4

Tech4Good

Tech4Good è uno strumento promettente nell'interfaccia tra cooperazione internazionale e digitalizzazione e riflette il posizionamento della Svizzera come leader dell'innovazione. Le nuove tecnologie offrono alla cooperazione internazionale enormi possibilità. Nel giugno la Svizzera e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) hanno cofondato il «Geneva Technical Hub» in cui vengono trovate soluzioni per i problemi delle persone sfollate nei campi profughi, ad esempio nei settori dell'alloggio, dell'energia, dell'approvvigionamento idrico e dell'igiene.

Inoltre dovrebbe essere possibile ridurre l'impatto ambientale delle missioni umanitarie.

In Tanzania la Svizzera sostiene un fondo sanitario, attuato dal governo, che consente ai cittadini di accedere al servizio sanitario di base nelle circa 6 000 cliniche del Paese.

La contabilità finanziaria del fondo è tenuta con un sistema digitale moderno e trasparente su scala nazionale che ogni anno viene sottoposto a una verifica esterna.

Nelle regioni del Corno d'Africa in cui scarseggia l'acqua la Svizzera promuove un progetto che prevede l'inserimento di sensori in fonti e pozzi. Nell'ambito di questo progetto i partner privati e pubblici hanno apportato un importante contributo all'utilizzo efficiente dell'acqua.

Le nuove tecnologie celano però anche rischi come la mancata protezione dei dati e l'abuso dei dati. Nell'ambito «Humanitarian Data und Trust Initiative», da essa cofondata, la Svizzera ha condotto nel 2021 un dialogo con Stati e organizzazioni

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umanitarie sulla condivisione responsabile di dati e sulla minimizzazione dei rischi per le persone bisognose di protezione.

7.5

Diplomazia scientifica

Il mondo sta assistendo a grandi cambiamenti sociali riconducibili al progresso tecnologico in una crescente convergenza di diverse discipline scientifiche in cui la scienza è sempre più trascinata nel vortice delle rivalità geopolitiche che possono causare una corsa alla tecnologia. Per questo motivo, il Consiglio federale ha iscritto nella SPE 20­23 l'importanza di ricorrere maggiormente alla diplomazia scientifica per la sua politica estera. In quanto leader nei campi della formazione, ricerca e innovazione, la Svizzera è ben posizionata per fungere da costruttrice di ponti nell'interfaccia tra scienza e politica e per contribuire a garantire che le nuove tecnologie siano utilizzate a beneficio di tutte le persone. Per rafforzare il suo operato nella diplomazia scientifica, il Consiglio federale ha nominato nell'anno in esame un rappresentante speciale per la diplomazia scientifica.

Il 2021 è stato anche l'anno in cui sono stati presentati i primi risultati e si è tenuta la prima importante manifestazione della fondazione «Geneva Science and Diplomacy Anticipator» (GESDA), creata dal Consiglio federale e dalle autorità ginevrine al servizio della governance globale del 21° secolo, a Ginevra e nel mondo. Il «Geneva Science Breakthrough Radar», presentato durante il «Geneva Science and Diplomacy Anticipation Summit» dell'ottobre 2021, è stato accolto con favore dalla comunità scientifica, diplomatica, cittadina, economica e filantropica come strumento di identificazione delle rivoluzioni scientifiche che trasformeranno il mondo. La GESDA contribuisce così a consolidare Ginevra come centro del dialogo internazionale sulla ricerca delle soluzioni alle sfide mondiali a beneficio di tutta l'umanità (n. 10.2).

Tra i progetti specifici realizzati dalla Svizzera durante l'anno in esame occorre menzionare quello del «Transnational Red Sea Center» per la protezione dei coralli nel Mar Rosso o ancora il sostegno diplomatico alla fondazione del «South East European International Institute for Sustainable Technologies» (SEEIIST). Quest'ultimo è un centro di ricerca nucleare nell'Europa sudorientale che servirà anche per la ricerca il trattamento del cancro con tecnologie non disponibili in precedenza in questa regione.

8

Europa

8.1

Sviluppi nei dossier bilaterali

Per quanto riguarda le relazioni bilaterali con l'UE, nell'anno in esame il Consiglio federale ha deciso di porre fine ai negoziati sul progetto di accordo istituzionale (n. 3.2), ma al contempo ha sottolineato la sua volontà di proseguire la via bilaterale.

Ha attuato una serie di misure allo scopo di stabilizzare le relazioni con l'UE e adottato misure di attuazione in alcuni dossier (n. 3.3). Dal canto suo, l'UE ha valutato i dossier bilaterali alla luce di tutte le relazioni tra la Svizzera e l'UE e ha mantenuto la sua pressione politica con il conseguente blocco di diversi dossier. Oltre alle misure con-

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cernenti il mancato aggiornamento del MRA sui dispositivi medici e la non associazione della Svizzera ai programmi in ambito di educazione, ricerca e innovazione (ERI) come Horizon Europe e a Erasmus+, l'UE ha adottato ulteriori misure essenzialmente tecniche. Ad esempio, ha escluso la Svizzera dagli organi delle autorità europee di regolamentazione nei settori dell'energia (ACER) e della posta (ERGP) e in ambito ERI, non ha più invitato la SEFRI a partecipare ai gruppi di esperti. Per il Consiglio federale simili blocchi dovuti ai legami politici stabiliti con l'accordo istituzionale non hanno ragione di essere.

In Svizzera sono stati intrapresi tutti i preparativi necessari per proseguire il più rapidamente possibile i negoziati con l'UE sulla partecipazione della Svizzera ai programmi quadro europei nel campo della ricerca e dell'innovazione (pacchetto Horizon 2021­2027). All'inizio del 2021 il Consiglio federale ha altresì approvato un mandato negoziale per la partecipazione della Svizzera al programma Erasmus+ (2021­2027).

Attualmente sono in corso ulteriori chiarimenti su eventuali altre partecipazioni a programmi europei (salute, spazio e cultura), così come è ancora pendente la parafatura dell'accordo sulla partecipazione della Svizzera all'Agenzia del sistema globale di navigazione satellitare europeo (GSA)26. Nel programma quadro europeo Horizon Europe la Svizzera è stata trattata nell'anno in esame come Stato terzo non associato.

Il Consiglio federale ha previsto misure transitorie adeguate per i ricercatori e gli innovatori svizzeri, sebbene queste non possono sostituire l'associazione al pacchetto Horizon. L'UE ha finora rifiutato di discutere l'associazione della Svizzera a Erasmus+. Il nostro Paese continua dunque con la sua soluzione in vigore dal 2014 per garantire la mobilità internazionale nell'istruzione. L'UE continua a bloccare anche un accordo nel settore dell'energia elettrica (n. 6.4) nonché i negoziati volti ad ampliare la collaborazione nel settore della sicurezza delle derrate alimentari. Mentre la collaborazione con l'UE nell'ambito dell'accordo sul trasporto aereo e terrestre si svolge generalmente in modo positivo, l'UE continua a negare alla Svizzera i diritti di cabotaggio nel trasporto aereo e i negoziati sull'adeguamento dell'accordo sui trasporti terrestri
per attuare pienamente il pilastro tecnico del quarto pacchetto ferroviario dell'UE restano in sospeso.

Dal 26 maggio 2021 è pendente un aggiornamento del MRA27 nel settore dei dispositivi medici con la conseguenza che da allora le agevolazioni previste dal MRA nel commercio dei dispositivi medici e l'integrazione della Svizzera nel sistema europeo di sorveglianza del mercato in questo ambito non sono più valide. Il Consiglio federale ha emanato misure tempestive per continuare a garantire alla Svizzera la fornitura di dispositivi sicuri (n. 3.3).

Visti le strette relazioni economiche tra la Svizzera e l'UE e il collegamento dei sistemi di scambio di emissioni, la Svizzera sarà interessata, sia dal punto di vista della politica commerciale che della politica climatica, dalla creazione di un meccanismo di adeguamento del CO2 (CBAM) dell'UE proposta nel luglio, anche se probabilmente verrà esclusa dalle sue misure (n. 6.2). Costituito ad hoc, il gruppo di lavoro interdipartimentale sui meccanismi di adeguamento del CO2 segue da vicino questi 26

27

Nel maggio 2021 la GSA è diventata l'Agenzia dell'UE per il programma spaziale (EUSPA) ed è quindi responsabile di tutto il programma spaziale dell'UE (incl. Galileo/EGNOS).

RS 0.946.526.81

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sviluppi. Per quanto concerne la libera circolazione delle persone, i cittadini provenienti dalla Croazia godranno dal 1° gennaio 2022 della libera circolazione completa alle stesse condizioni dei cittadini degli altri Stati membri dell'UE. Il 22 ottobre 2021, in occasione del Comitato misto, la Svizzera ha ufficialmente informato l'UE in merito a questa decisione. Rimane fatta salva la possibilità di invocare la clausola di salvaguardia. Nell'anno in esame il Comitato misto dell'Accordo di libero scambio Svizzera-UE28 ha accolto due decisioni: nel settore dei prodotti agricoli trasformati la decisione 1/202129, che adegua i prezzi di riferimento, e nel settore delle norme di origine la decisione 2/202130 che permette di attuare bilateralmente le norme rivedute della Convenzione PEM31.

Emanando il Codice doganale, l'UE ha introdotto anche novità nel settore delle misure di sicurezza doganale che si ripercuotono direttamente sull'Accordo tra la Svizzera e l'UE riguardante l'agevolazione dei controlli e delle formalità nei trasporti di merci e le misure doganali di sicurezza32; questo accordo deve pertanto essere rinnovato. Siccome entrambe le parti hanno interesse a proseguire le agevolazioni nel traffico delle merci, il 12 marzo 2021 la Svizzera e l'UE hanno convenuto di adeguare l'accordo.

La decisione33 si applica temporaneamente dal 15 marzo 2021 e sottostà a ratificazione. Il 25 agosto 2021 il Consiglio federale ha trasmesso al Parlamento un messaggio sull'approvazione di questa decisione34.

L'accordo sulla salute pubblica, per il quale a livello tecnico era stata consolidata una bozza di testo già nel 2018, continua a rimanere bloccato anche nel 2021. Questo accordo permetterebbe alla Svizzera di partecipare al sistema europeo di allarme rapido, prevenzione e controllo contro i rischi sanitari transfrontalieri nonché al programma pluriennale sulla salute dell'UE. Per gestire la pandemia di COVID-19, l'UE ha comunque concesso alla Svizzera dal 2020 un accesso limitato al suo sistema di crisi.

La stretta collaborazione è stata proseguita nell'anno in rassegna.

Inoltre, l'anno in esame è stato caratterizzato da un coordinamento delle misure sanitarie tra gli Stati Schengen alle frontiere esterne ed interne nonché dall'allestimento di visti nelle reti esterne (n. 11.3). La Svizzera ha inoltre
partecipato ai lavori relativi al certificato digitale COVID dell'UE, lanciato ufficialmente il 1° luglio 2021. La Svizzera è stata il primo Paese al di fuori degli Stati dell'UE/SEE a beneficiare di una connessione del suo certificato COVID al sistema dell'UE.

Conformemente alla Strategia di politica estera 20­23 e agli impegni della Svizzera nell'ambito della sua associazione a Schengen, i lavori per riprendere l'acquis di

28 29

30 31 32 33 34

RS 0.632.401 Decisione n. 1/2021 del comitato misto UE-Svizzera del 12 febbraio 2021 che modifica le tabelle III e IV del protocollo n. 2 dell'accordo tra la Comunità economica europea e la Confederazione svizzera del 22 luglio 1972 modificato [2021/274].

RS 0.632.401.3 www.bazg.admin.ch > Temi > Accordi di libero scambio, Origine > Norme di origine della Convenzione PEM rivedute RS 0.631.242.05 RU 2021 250 www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Il Consiglio federale licenzia il messaggio concernente l'aggiornamento dell'accordo con l'UE sulla facilitazione e la sicurezza doganali

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Schengen sono proseguiti nel 2021. In primo luogo la Svizzera ha concluso la procedura di approvazione interna per l'ulteriore sviluppo concernente la modernizzazione del Sistema d'informazione Schengen (SIS)35, dell'interoperabilità tra i sistemi di informazione dell'UE (IOP)36, del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS)37 e del sistema di archiviazione europeo dei documenti d'identità («False and Authentic Documents online», FADO). I sistemi ETIAS e IOP costituiscono nuovi sistemi informatici che entreranno in vigore tra la fine del 2022 e l'inizio del 2024. Contro il recepimento del rivisto regolamento europeo relativo alla guardia di frontiera e costiera europea (Frontex) è stato lanciato il referendum. Infine sono state concluse tre consultazioni esterne concernenti la partecipazione al Fondo per la gestione integrata delle frontiere («Border Management and Visa Policy Instrument», BMVI), la modifica del regolamento del Sistema d'informazione sui visti (VIS) e l'interoperabilità d'ETIAS. Inoltre il Parlamento ha approvato la partecipazione alla cooperazione Prüm38, che non fa parte dell'architettura Schengen, ma che è importante per la cooperazione di polizia in Europa.

Nel corso di diverse discussioni ministeriali la Svizzera ha reiterato il suo sostegno all'approccio globale del nuovo patto sulla migrazione e l'asilo presentato nel settembre 202039 dalla Commissione europea. Un'Agenzia dell'Unione europea per l'asilo (EUAA) sostituirà l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), al quale la Svizzera partecipa sulla base di un accordo bilaterale. La partecipazione della Svizzera a questa nuova agenzia è ancora in corso di valutazione.

8.2

Relazioni con i Paesi limitrofi e i restanti Stati UE/AELS

Le relazioni bilaterali con tutti gli Stati UE/AELS sono state segnate dalle relazioni Svizzera­UE. I numerosi colloqui sono serviti soprattutto a creare comprensione della politica europea della Svizzera (n. 3.2). Inoltre, la persistenza della crisi di COVID19 ha ricordato l'importanza degli Stati limitrofi e delle relazioni transfrontaliere nella politica estera della Svizzera. Grazie a una stretta cooperazione interdipartimentale è stato possibile trattare i diversi aspetti transfrontalieri della gestione della crisi in modo coordinato e coerente.

Il quadro istituzionale delle relazioni con gli Stati limitrofi è stato rafforzato. Con l'Austria il Consiglio federale ha firmato una dichiarazione di intenti su un nuovo partenariato strategico allo scopo di intensificare la collaborazione in un certo numero di settori, ad esempio il rafforzamento delle attività di rappresentanza degli interessi e l'assistenza reciproca in Paesi terzi. Inoltre ha adottato un mandato negoziale in vista dell'accordo che permette di garantire la protezione contro le inondazioni del tratto del Reno che la Svizzera e l'Austria condividono. Con la Germania, l'Austria e il 35 36 37 38 39

FF 2020 3361 FF 2020 7721 FF 2020 2849 FF 2021 738 www.ec.europa.eu > Strategia > Priorità 2019-2024 > Promuovere il nostro stile di vita europeo > Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo

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Liechtenstein il nostro Paese ha convenuto la creazione di una piattaforma comune di dialogo incaricata di trattare temi transfrontalieri nella regione del lago di Costanza.

Con la Germania ha inoltre concluso l'instaurazione di un dialogo transfrontaliero bilaterale specifico. Sviluppando questi due strumenti supplementari, la Svizzera disporrà in futuro di dialoghi istituzionali che coprono tutte le frontiere sull'insieme di temi transfrontalieri. Con la Francia ha proseguito le discussioni sulla cooperazione bilaterale sul Rodano, senza tuttavia aver potuto concludere un accordo. Nel dossier dell'EuroAirport Basel-Mulhouse-Freiburg la Francia non ha potuto dare seguito alla proposta presentata dalla Svizzera nel 2020 in vista di una soluzione duratura al dossier del diritto del lavoro nel settore svizzero. I due Paesi continuano i lavori per migliorare la cooperazione transfrontaliera in materia giudiziaria, di polizia e doganale.

Per quanto concerne l'Italia, la Confederazione ha chiarito i punti aperti riguardanti Campione d'Italia e le ripercussioni del passaggio dall'enclave italiana al territorio doganale dell'UE.

8.3

Relazioni con il Regno Unito

Anche nell'anno in esame la Svizzera e il Regno Unito hanno intrattenuto buone e intense relazioni. Con l'uscita del Regno Unito dall'UE dal 1° gennaio 2021 gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'UE non si applicano più al Regno Unito. Pertanto, per garantire in ampia misura la continuità giuridica delle relazioni bilaterali, sono stati conclusi nell'ambito della strategia «Mind the gap»40 nove nuovi accordi Svizzera-Regno Unito che concernono i settori commercio, mobilità dei prestatori di servizi, trasporto stradale e trasporti aerei, reciproco riconoscimento degli operatori economici autorizzati, diritti dei cittadini, sicurezza sociale, assicurazioni e cooperazione in materia di polizia. Laddove possibile e vi sia un interesse, le relazioni potrebbero essere ampliate ad altri settori («Mind the gap Plus»), quali migrazione, prestazioni finanziarie e commercio. Nell'anno in esame i ministri degli esteri dei due Paesi hanno inoltre concluso una dichiarazione d'intenti politica che definisce l'orientamento generale della futura collaborazione.

9

Regioni e Paesi prioritari nel mondo

9.1

Eurasia

La Svizzera ha proseguito la sua politica incentrata su un dialogo critico e costruttivo con la Russia e la Turchia, due Paesi prioritari globali. Per quanto riguarda la Russia, il presidente della Confederazione Guy Parmelin e il capo del DFAE Ignazio Cassis hanno incontrato il presidente Vladimir Putin a margine del vertice di Ginevra (n. 4.1).

La Svizzera ha continuato il suo ruolo di mediatrice nell'ambito del mandato di tutela degli interessi tra la Georgia e la Russia, per cui il 15 ottobre 2021 il presidente della Confederazione Guy Parmelin ha incontrato la presidente della Georgia Salomé Zourabichvili a Berna. Quanto alla Turchia, sono state tematizzate le preoccupazioni della 40

www.eda.admin.ch/europa > Negoziati e temi aperti > Temi aperti > Brexit

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Svizzera sullo Stato di diritto e la democrazia nonché il suo ritiro dalla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul)41.

Nel 2021 la situazione in Europa orientale e Asia centrale è rimasta tesa. I conflitti, le crisi politiche e la pandemia si ripercuotono sulla povertà e sulla coesione sociale della regione. Con i suoi programmi di cooperazione la Svizzera ha contribuito a rafforzare la resilienza della popolazione, dei sistemi economici e delle istituzioni, adoperandosi ad esempio per riforme democratiche. Nel luglio il consigliere federale Cassis ha partecipato alla conferenza sulla riforma per l'Ucraina a Vilnius e per preparare l'edizione del 2022 a Lugano, il 29 ottobre 2021 il capo del DFAE ha avviato a Kyiv insieme al suo omologo ucraino e il Primo ministro il processo preparatorio «On the road to Lugano».

Vista la situazione dei diritti umani in Bielorussia, la Svizzera si è associata alle sanzioni estese progressivamente dall'UE42. Anche se i combattimenti nella regione del Nagorno Karabakh sono stati interrotti, rimangono aperti molti quesiti che richiedono un dialogo. Per quanto riguarda l'Asia centrale, il presidente della Confederazione Parmelin e il consigliere federale Cassis hanno ricevuto in Svizzera i loro omologhi di Kazakistan per incontri ufficiali. A margine dei colloqui sono stati firmati accordi bilaterali.

Nei Balcani occidentali la Svizzera si impegna per la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo e partecipa alle missioni della KFOR ed EUFOR per la pace e la stabilità in questa regione. La cooperazione allo sviluppo e i partenariati migratori della Svizzera sono compatibili con il processo di avvicinamento tra i Paesi della regione e l'UE.

9.2

Americhe

Nel 2021 il doppio continente americano è stato colpito dalla crisi legata al COVID19 in modo fortemente superiore alla media. Nella regione dell'America latina e Caraibi la crisi ha causato considerevoli recessioni costringendo nuovamente milioni di persone alla povertà. I problemi strutturali, quali la dipendenza dalle esportazioni di materie prime e l'informalità delle economie nazionali, le disparità sociali o la violenza di genere, sono diventati così evidenti da sollevare proteste e acuire la polarizzazione della popolazione. I strettissimi risultati elettorali in Ecuador, Perù, Cile e Honduras hanno confermato questa tendenza.

Nella regione la Svizzera ha prestato nel 2021 aiuto umanitario anche negli ambiti COVID-19 (ad es. fornitura di mascherine igieniche al Perù), catastrofi naturali (ad es. aiuto d'emergenza dopo il terremoto ad Haiti) o crisi migratoria venezuelana. La cooperazione bilaterale allo sviluppo è stata in parte adeguata alla nuova situazione.

41 42

RS 0.311.35 Ordinanza dell'11 agosto 2021 che istituisce provvedimenti nei confronti della Bielorussia (RS 946.231.116.9).

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La Svizzera si è inoltre adoperata a livello sia bilaterale che multilaterale per la protezione dei diritti umani (ad es. Venezuela, Cuba o Colombia) e ha aderito alle nuove sanzioni dell'UE nei confronti del Nicaragua43.

La situazione legata al COVID-19 ha avuto ripercussioni tangibili sul commercio svizzero con la regione. Con il Perù la Svizzera ha concluso un accordo climatico, entrato in vigore il 1° agosto 202144, mentre con il Brasile ha firmato una convenzione per evitare la doppia imposizione45, entrata in vigore il 16 marzo 2021, e un accordo sul trasporto aereo46, entrato in vigore il 13 giugno 2021. Ha inoltre rinnovato la dichiarazione di intenti con il Messico nel settore della formazione professionale. L'accordo di libero scambio con il MERCOSUR non è invece ancora pronto per la firma.

Gli USA continuano a segnare il passo della politica mondiale e ad essere il partner extraeuropeo più importante della Svizzera. I diversi contatti di alto rango hanno permesso di proseguire e rafforzare le ottime relazioni, in particolare in occasione degli incontri bilaterali del presidente della Confederazione Parmelin e del consigliere federale Cassis con il presidente degli USA Joe Biden e il ministro degli esteri Antony Blinken durante il vertice di Ginevra (n. 4.1). Gli USA considerano la Svizzera un partner stimato e come chiara dimostrazione di questa loro stima hanno scelto Ginevra come luogo d'incontro per il vertice. Inoltre, il 1° ottobre 2021 si è tenuto a Berna un primo dialogo di partenariato strategico tra la Svizzera e gli USA ed è stata rinnovata la dichiarazione di intenti nel settore della formazione professionale. Le relazioni economiche già dinamiche hanno ricevuto un ulteriore slancio con la decisione del Consiglio federale di acquistare aerei da combattimento F-35A.

9.3

MENA

Nell'anno in esame la Svizzera ha proseguito il suo impegno nel Vicino Oriente, in Medio Oriente e in Nordafrica (MENA) conformemente alle priorità stabilite nella Strategia MENA 2021­2024. Si è ad esempio impegnata a livello bilaterale e multilaterale per la pace, la protezione dei diritti umani e la lotta contro l'impunità e ha portato avanti il suo pluriennale contributo al sostegno del processo di pace in Siria (n. 4.1). Nell'ambito del processo di pace dell'ONU in Libia la Svizzera ha ospitato nel febbraio a Ginevra il Forum di dialogo politico libico (n. 10.2) e ha co-presieduto il gruppo di lavoro «Diritto internazionale umanitario e diritti umani» (n. 4.1). Il 1° marzo 2021 ha organizzato insieme alla Svezia e all'ONU la quarta conferenza dei donatori per l'aiuto umanitario in Yemen (n. 4.5) nell'ambito della quale sono state fatte donazioni per un importo complessivo di 1.7 miliardi di dollari americani. Altri 600 milioni di dollari americani sono stati annunciati durante un evento di alto rango,

43 44 45 46

Ordinanza del 24 giugno 2020 che istituisce provvedimenti nei confronti del Nicaragua (RS 946.231.158.5).

www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/ comunicati-stampa.msg-id-80791.html www.sif.admin.ch > Documentazione > Informazioni specifiche > In vigore le CDI con il Brasile e l'Arabia Saudita www.fedlex.admin.ch/eli/cc/2021/311/it

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presieduto dalla Svizzera, dalla Svezia e dall'UE, sulla crisi umanitaria in Yemen che si è tenuto a margine della 76a Assemblea generale dell'ONU.

La Svizzera segue da vicino i negoziati sul programma nucleare iraniano. Riafferma il suo sostegno al «Joint Comprehensive Plan of Action» (JCPOA) come elemento centrale dell'architettura di non proliferazione e si mette a disposizione delle parti per sostenere, nel quadro dei buoni uffici, il processo diplomatico volto a ripristinare questo accordo.

Nel 2021 è stato possibile rafforzare i programmi di sviluppo regionale, specialmente le attività transazionali nel campo della migrazione. La Svizzera ha sostenuto inoltre diversi Stati della regione nella gestione della pandemia. Nel luglio, ad esempio, ha fornito respiratori e compressori di ossigeno alla Tunisia.

Nell'anno in esame il presidente della Confederazione Parmelin si è recato in Israele, nei Territori Palestinesi Occupati e negli Emirati Arabi Uniti, dove ha partecipato, tra l'altro, alla Giornata delle Nazioni dell'Esposizione universale di Dubai. Nell'ambito dell'attuazione della Strategia MENA il consigliere federale Cassis ha effettuato visite ufficiali in Algeria, Iraq, Oman, Libano, e Arabia saudita. I vari colloqui si sono focalizzati in particolare sull'impegno della Svizzera sul posto per la pace e la sicurezza nella regione, sui diritti umani nonché la gestione della crisi legata al COVID19. Con l'Iraq è stata discussa la cooperazione nel settore della migrazione nonché la futura presenza diplomatica della Svizzera sul posto. La consigliera federale Karin Keller-Sutter ha discusso la tematica della migrazione e della cooperazione in materia di polizia e giustizia in Algeria. Il consigliere federale Ueli Maurer ha visitato insieme a una delegazione finanziaria di alto rango l'Egitto e il Qatar. Sono inoltre entrati in vigore le convenzioni per evitare la doppia imposizione con l'Arabia Saudita (1° aprile 2021) e il Bahrain (27 luglio 2021).

9.4

Africa subsahariana e Francofonia

Conformemente alla SPE 20­23 la Svizzera ha emanato una Strategia Africa subsahariana 2021­2024. Adottata dal Consiglio federale nel gennaio, la Strategia identifica le opportunità e le sfide presentate dal continente africano nonché definisce le priorità e gli obiettivi della Svizzera in questa regione. In questo ambito sono stati creati due posti di inviato speciale per il Sahel e il Corno d'Africa, è prevista l'apertura di un'Ambasciata in Mali non appena la situazione politica lo permetta.

Il continente africano continua ad accusare gli effetti della crisi legata al COVID-19, sia dal punto di vista sanitario che socioeconomico. In generale il continente rimane confrontato a grandi sfide quali la fragilità politica, la povertà, i conflitti, il cambiamento climatico e le crisi umanitarie. Gli strumenti della CI sono applicati in gran parte del continente. Sono state inoltre rafforzate le relazioni bilaterali con i Paesi africani, in particolare attraverso la conclusione di accordi settoriali (economia, migrazione, ambiente, trasporto aereo ecc.), e mediante contatti di alto rango.

In adempimento di questa nuova Strategia, il consigliere federale Cassis ha effettuato visite ufficiali in Mali, Senegal e Gambia. Nel gennaio, insieme alla consigliera federale Keller-Suter, ha accolto a Berna per la firma di un accordo sulla migrazione la 40 / 88

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vicepresidente del Gambia. Nel maggio ha incontrato il suo omologo del Burundi per discutere sulle relazioni bilaterali e sulla situazione dei diritti umani nel Burundi. La Svizzera ha inoltre firmato con il Senegal un accordo sulla protezione del clima, per la cui occasione la consigliera federale Sommaruga si è recata a Dakar. Il suo viaggio di lavoro è proseguito in Ghana, primo Paese africano ad aver concluso un simile accordo con la Svizzera nel 2020, entrato in vigore il 22 gennaio 2021. La consigliera federale Keller-Sutter ha preso parte alle celebrazioni ufficiali del decimo anniversario del partenariato con la Nigeria in materia di migrazione e ha firmato tre accordi in materia di migrazione con la Costa d'Avorio.

Infine, il 18° vertice dei capi di Stato della Francofonia previsto a Djerba nel novembre è stato rinviato di un anno.

9.5

Asia e Pacifico

Nell'anno in esame le relazioni con i Paesi dell'Asia e della regione del Pacifico sono state contrassegnate dalla pandemia di COVID-19 in maniera diversa a seconda delle subregioni: nell'Asia orientale la situazione epidemiologica è rimasta generalmente sotto controllo e ha favorito una ripresa economica che ha contribuito a rilanciare il commercio bilaterale. Per contro, il numero di infezioni nell'Asia meridionale e nel Sud-Est asiatico ha raggiunto i massimi livelli. La Svizzera ha quindi fornito aiuti medico-sanitari per un valore totale di 25 milioni di franchi nella regione, in particolare in India, Indonesia, Mongolia, Nepal, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam.

Durante la pandemia curare le relazioni bilaterali continuava a costituire una sfida, tuttavia è stato possibile intensificarle significativamente rispetto al 2020. Nel marzo la Confederazione ha emanato la Strategia Cina 2021­2024. Per la Svizzera i Giochi olimpici e paraolimpici in Giappone non sono stati soltanto un evento sportivo, ma anche un'occasione per dare luogo a colloqui bilaterali tra il presidente della Confederazione Parmelin e l'allora Primo ministro giapponese Yoshihide Suga. Con l'India, il terzo Paese prioritario della regione, le relazioni bilaterali sono state parimenti intensificate, in particolare nei settori dell'economia, della finanza e della sanità. Il consigliere federale Cassis ha inoltre visitato i membri dell'ASEAN Laos, Thailandia e Vietnam sottolineando così il carattere equilibrato della rete delle relazioni della Svizzera nella regione, rete che attribuisce grande importanza anche ai Paesi emergenti nel Sud-Est asiatico.

Nell'anno in esame gli eventi in Afghanistan hanno destato grande preoccupazione. Il ritiro delle truppe internazionali ha comportato un rapido deterioramento della situazione della sicurezza nel Paese, fatto che ha costretto la Svizzera a chiudere temporaneamente l'ufficio di cooperazione e ad evacuare i suoi collaboratori (n. 11.2). Il cambio di potere a Kabul ha portato a un adeguamento dell'impegno umanitario e di politica dello sviluppo della Svizzera in Afghanistan. Il nostro Paese ha rapidamente risposto alle nuove esigenze umanitarie e ha stanziato 33 milioni di franchi supplementari.

In Myanmar la destituzione, ad opera dell'esercito, del governo democraticamente legittimato ha fatto precipitare il Paese in una crisi politica, economica e umanitaria.

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La Svizzera ha riorientato il suo programma di cooperazione abbandonando la collaborazione con il governo militare e ha partecipato alle sanzioni47. Con il suo sostegno all'«Independent Investigative Mechanism for Myanmar» (IIMM), si è impegnata anche per la prevenzione e l'elaborazione delle atrocità.

10

Multilateralismo

10.1

ONU

Le Nazioni Unite (ONU) sono l'unica organizzazione internazionale con competenza e composizione universale. Per la politica estera svizzera l'ONU svolge un ruolo chiave. Dall'adesione all'ONU nel 2002 la Svizzera si è affermata come partner affidabile con una voce indipendente. Nell'anno in esame è entrata in diversi organi direttivi dell'ONU, ovvero nella Commissione degli stupefacenti (2022­2025), nella Commissione per lo sviluppo sociale (2021­2025) e nell'Ufficio del quinto comitato (questioni riguardanti il bilancio e la gestione). La Svizzera è stata inoltre rieletta nel Consiglio di amministrazione e nel Consiglio operativo postale dell'Unione postale universale (2022­2025).

La pandemia ha avuto un impatto non solo sul lavoro dell'ONU sul campo, ma anche sui suoi metodi di lavoro. Ha inoltre generato discussioni tra gli Stati membri su vaccinazioni, gestione di future pandemie e futuri della diplomazia delle conferenze. Nonostante le difficili circostanze, l'ONU ha continuato il suo lavoro senza interruzioni.

Data la sua qualità di efficace costruttrice di ponti, la Svizzera ha continuato a lavorare a favore di un sistema multilaterale efficiente e forte, basato sul diritto internazionale e incentrato sulla dignità umana e la sicurezza. Nell'anno in esame l'attenzione è stata focalizzata sull'attuazione delle riforme dell'ONU e sull'impiego di metodi di lavoro efficienti e trasparenti dei diversi organi. Nell'ambito dell'esame e del rafforzamento del Forum politico di alto livello per lo sviluppo sostenibile (HLPF) del Consiglio economico e sociale (ECOSOC) la Svizzera ha potuto ottenere il mantenimento a Ginevra dello svolgimento biennale del segmento umanitario. La Svizzera ha altresì sostenuto il processo di riesame degli organi dell'ONU istituiti dai trattati al fine di aumentarne l'efficienza. Nella sua veste di coordinatrice del gruppo ACT («Accountability, Coherence and Transparency»), si è adoperata con successo per migliorare la trasparenza del processo elettorale del segretario generale dell'ONU, che ha portato alla rielezione di António Guterres per un secondo mandato (2022­2026).

All'UNESCO la Svizzera, vicepresidente del Consiglio esecutivo, si è adoperata anche per la continuità del lavoro statutario nonostante la pandemia di COVID-19 e per un'elezione trasparente del
direttore generale. Ha contribuito al rinnovo dei documenti direttivi dell'organizzazione anche attraverso le raccomandazioni della settima riunione interregionale delle commissioni nazionali per l'UNESCO organizzata virtualmente da Berna in presenza del consigliere federale Cassis.

Nel 2021 il mantenimento della pace è rimasto una priorità della Svizzera nell'ONU.

Il nostro Paese si è espresso nel Consiglio di sicurezza su temi quali accesso ai vaccini 47

Ordinanza del 31 marzo, 30 aprile e 1° luglio 2021 che istituisce provvedimenti nei confronti del Myanmar (RS 946.231.157.5).

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nelle zone di conflitto, violenza sessuale nei conflitti armati e sicurezza dei caschi blu.

Nel febbraio il capo del DFAE si è rivolto in un videomessaggio al Consiglio di sicurezza per sottolineare le ripercussioni del cambiamento climatico sulla pace e sulla sicurezza. Nel giugno un gruppo di Stati che condividono le stesse convinzioni hanno sottoposto al Consiglio di sicurezza, su iniziativa della Svizzera, proposte per creare un meccanismo di controllo indipendente allo scopo di migliorare le garanzie procedurali di individui ed entità sanzionati nei regimi sanzionatori dell'ONU.

Per quanto riguarda l'attuazione dell'Agenda 2030, nell'anno in esame l'attenzione si è focalizzata sui preparativi per il vertice di alto livello dell'ONU (n. 6.1). Il presidente della Confederazione ha rappresentato la Svizzera in un videomessaggio. Alla sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU sulla corruzione il consigliere federale Cassis ha sottolineato l'importanza della cooperazione internazionale nella restituzione di valori patrimoniali ottenuti in maniera illecita (n. 10.6). La Svizzera ha anche aderito a una dichiarazione politica sulla minaccia alla sicurezza posta dalla corruzione. Ha altresì svolto un ruolo speciale nell'anno in esame come vicepresidente dell'ECOSOC ed era anche responsabile del segmento umanitario a Ginevra.

10.2

Ginevra internazionale e Stato ospite

Le organizzazioni internazionali e le missioni permanenti hanno adeguato rapidamente il loro metodo di lavoro alle misure decise dal Consiglio federale nell'ambito della lotta contro il COVID-19. Le conferenze internazionali in formato ibrido e virtuale hanno continuato ad acquisire importanza. In qualità di Stato ospite la Svizzera ha proseguito i suoi sforzi per sostenere gli attori internazionali con sede sul suo territorio e ha rafforzato la competitività della Ginevra internazionale rispetto ad altre città ospiti gestendo la crisi in maniera flessibile, soprattutto accogliendo nei Cantoni di Ginevra e Vaud diverse riunioni nell'ambito dei processi di pace per Libia, Siria e Cipro (n. 4.1 e 9.3). Grazie al vertice tra il presidente americano Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin, la Ginevra internazionale si è ritrovata al centro dell'attualità mondiale per vari giorni e ha potuto offrire ai suoi ospiti condizioni di dialogo ottimali (n. 4.1).

Nel settore immobiliare il Consiglio federale e il Parlamento hanno approvato un prestito all'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) per il finanziamento di studi preparatori in vista della demolizione e la ricostruzione della sua sede. Una cerimonia di inaugurazione del nuovo edificio dell'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (ONUG) si è tenuta il 1° novembre in presenza del consigliere federale Cassis e della direttrice generale dell'ONUG Tatiana Valovaya. Il 10 marzo 2021 il Consiglio federale ha concluso un accordo sui privilegi e le immunità con la Fondazione GARDP («Global Antibiotic Research & Development Partnership»)48,che svolge un ruolo centrale nella lotta contro la resistenza agli antibiotici.

Le piattaforme di riflessione che mirano a favorire le sinergie tra gli attori della Ginevra internazionale hanno proseguito il loro lavoro, nonostante le difficoltà poste dalla 48

www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/ comunicati-stampa.msg-id-82649.html

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pandemia. L'organizzazione internazionale «Education Cannot Wait», che fa parte del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e la cui sede si trova a New York, ha aperto un nuovo ufficio a Ginevra. Inoltre, è stato fondato un Osservatorio mondiale per le donne, lo sport, l'educazione fisica e l'attività fisica dal Cantone di Vaud, dalla Città di Losanna e dall'Università di Losanna, in collaborazione con l'UNESCO e il DFAE. Infine, la Svizzera ha difeso il mantenimento dell'Ufficio internazionale dell'educazione, istituto dell'UNESCO, a Ginevra. Finalmente la fondazione GESDA ha potuto organizzare il suo primo vertice dal 7 al 9 ottobre 2021 (n. 7.5).

10.3

OSCE e Consiglio d'Europa

L'OSCE ha istituito un nuovo gruppo direttivo. La presidenza dell'organizzazione nel 2021 è stata assunta dalla Svezia. In considerazione delle persistenti tensioni geopolitiche, l'OSCE è confrontato a una perdita della fiducia e a un indebolimento della volontà di cooperare dalla parte degli Stati partecipanti. Il consiglio dei ministri dell'OSCE a Stoccolma è stato in grado di concordare per la prima volta una dichiarazione sul cambiamento climatico, ma per il resto ha prodotto pochi risultati concreti.

Una proposta di riforma del bilancio presentata da Svizzera e Germania non ha raggiunto il consenso richiesto. L'importanza dell'organizzazione è stata dimostrata dalla vivace diplomazia di crisi ai margini del consiglio. Dopo la fine del dialogo NATORussia, l'OSCE rimane l'unica piattaforma di dialogo inclusivo sulla sicurezza europea. Il DFAE ha elaborato un piano di azione «OSCE 2022­2025» che definisce il campo di azione, gli obiettivi e le misure di rafforzamento dell'OSCE e quindi la sicurezza europea.

La riunione ministeriale del Consiglio d'Europa si è tenuta virtualmente nel maggio 2021 sotto la presidenza tedesca, in occasione della quale il capo del DFAE ha elogiato il ruolo essenziale dell'organizzazione nell'era digitale. La presidenza è stata ripresa nel maggio dall'Ungheria e nel novembre è passata all'Italia. La Svizzera continua a svolgere un ruolo attivo nei negoziati di adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea dei diritti umani. Nell'autunno 2021 ha sottoposto un rapporto combinato sull'attuazione della Convezione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie49.

10.4

OCSE, istituzioni di Bretton Woods e banche di sviluppo

L'anno in esame segna la fine del mandato quindicennale del segretario generale dell'OCSE Angel Gurría, marcato dalle adesioni all'organizzazione di Cile, Costa Rica, Estonia, Israele, Colombia, Lettonia e Slovenia e quindi dall'ampliamento

49

www.eda.admin.ch > Politica estera > Diritto internazionale pubblico > Convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani > Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali

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dell'OCSE a 38 Stati membri e dagli sforzi per riformare il sistema fiscale internazionale. Dieci Paesi, tra cui anche la Svizzera con Philipp Hildebrand, avevano nominato un proprio candidato alla successione del segretario generale dell'OCSE. Nel febbraio Hildebrand ha ritirato la sua candidatura.

Nel marzo il Consiglio dell'OCSE ha nominato Mathias Cormann, l'ex ministro delle finanze australiano, come segretario generale, che il presidente della Confederazione Parmelin e il consigliere federale Maurer hanno ricevuto a Berna. Le discussioni si sono incentrate sui temi della visione sul futuro dell'OCSE ­ un'iniziativa della Svizzera ­ e sulle sfide della politica fiscale internazionale. La visione sul futuro è stata adottata a livello ministeriale nell'ottobre in occasione del 60° anniversario della fondazione dell'OCSE50.

Il progetto dell'OCSE e del G20 sulla tassazione dell'economia digitale mira ad aumentare negli Stati di mercato la quota di imposizione sugli utili delle grandi società transfrontaliere e a introdurre regole di imposizione minima per le multinazionali.

L'«Inclusive Framework on BEPS» dell'OCSE, comprendente 141 Paesi membri, ha concretizzato nell'ottobre i parametri pubblicati nel luglio51. Sono stati chiariti alcuni punti importanti per la Svizzera, tra cui la quota di imposizione degli utili delle grandi società transfrontaliere negli Stati di mercato, l'aliquota fiscale minima e l'abolizione vincolante delle imposte digitali unilaterali. Le regole dell'imposizione minima del secondo pilastro saranno effettive nel 2023, sebbene la «Under Taxed Payment Rule» (UTPR) non entrerà in vigore prima del 2024. Tale introduzione scaglionata corrisponde al processo legislativo democratico della Svizzera. Tuttavia l'attuazione nazionale della UTPR per il 1° gennaio 2024 risulta essere una sfida molto impegnativa. La Svizzera continua a impegnarsi per regole compatibili con l'innovazione e la prosperità applicate uniformemente in tutto il mondo e soggette a un meccanismo di composizione delle controversie. Lo scopo è creare certezza del diritto per le imprese interessate. La Svizzera, come altri Paesi, ha criticato lo scadenzario dell'OCSE.

Le banche di sviluppo e in particolare le istituzioni di Bretton-Woods svolgono un ruolo importante nella gestione della crisi legata al COVID-19
nei Paesi in sviluppo ed emergenti e questo anche con il sostegno della Svizzera. Fino a giugno le banche di sviluppo avevano messo a disposizione complessivamente oltre 250 miliardi di dollari; dall'inizio della pandemia fino al 1° ottobre 2021 il solo Gruppo della Banca Mondiale ha sostenuto oltre 100 Paesi stanziando oltre 157 miliardi di dollari americani52. Il FMI ha messo a disposizione di 87 Paesi 120 miliardi di dollari circa53. Fino a 20 miliardi di dollari americani saranno utilizzati per campagne di vaccinazione in stretta collaborazione con «Covax Facility» e altri partner (n. 5.4). Per rispondere alle esigenze dei Paesi più poveri, la 20a ricostituzione dell'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA) avrà luogo già nel 2022. Diverse banche di sviluppo hanno anche rafforzato i loro obiettivi climatici nell'anno in esame e annunciato contributi più elevati al finanziamento globale del clima. Nei comitati direttivi e nei negoziati la Svizzera si impegna a favore dell'orientamento dei risultati, di partenariati efficaci e di una ricostruzione sostenibile per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030.

50 51 52 53

www.oecd.org/mcm/MCM_2021_Part_2_[C-MIN_2021_16-FINAL.en].pdf www.oecd.org > tax > beps > about www.worldbank.org > coronavirus-covid19 www.imf.org/en/Topics/imf-and-covid19/COVID-Lending-Tracker#ftn

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10.5

G20

Nell'anno in esame la Svizzera ha partecipato al G20, la cui presidenza era assunta dall'Italia, al ramo finanziario («Finance Track») e a parte dei lavori dello «Sherpa Track». Nel «Finance Track», focalizzato sulle questioni finanziarie e monetarie, ha presenziato a tutti i gruppi di lavoro, compreso il «Sustainable Finance», e alla riunione dei Ministri delle finanze con i Governatori delle banche centrali. Tra i temi trattati figurano la ripresa economica disomogenea dopo la pandemia, l'indebitamento dei Paesi più poveri, l'imposizione delle imprese e la sfida posta dal cambiamento climatico ai mercati finanziari. Nello «Sherpa Track», dove la Svizzera ha ottenuto nel gruppo di lavoro Anticorruzione lo statuto «permanent guest country», sono stati trattati prioritariamente il legame tra corruzione e criminalità organizzata nonché la corruzione nello sport. Per la prima volta la Svizzera ha anche partecipato attivamente al gruppo di lavoro Commercio e investimenti e in quello Salute.

In vista della presidenza indonesiana del G20 nel 2022 la Svizzera si adopererà per proseguire la sua partecipazione al «Finance Track» e al gruppo di lavoro Anticorruzione. Manifesterà inoltre il suo interesse ad ampliare la sua partecipazione allo «Sherpa Track», in particolare ai lavori nei settori Commercio e investimenti, Salute e Clima e ambiente.

10.6

Diritto internazionale

Per quanto concerne il settore del diritto internazionale, nell'anno in esame il multilateralismo ha ricevuto un nuovo slancio, dovuto non da ultimo alle elezioni negli USA: il fatto che l'amministrazione americana abbia rinnovato il suo impegno per un carattere vincolante dei trattati multilaterali è molto importante in particolare per gli Stati di piccole e medie dimensioni.

Nel maggio il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI) sull'atto di affamare i civili. Su proposta della Svizzera, questo metodo di guerra è stato dichiarato crimine di guerra anche nei conflitti armati civili. Ratificando il trattato internazionale, la Svizzera sostiene una CPI efficace e contribuisce al mantenimento della pace. Inoltre, gli USA hanno revocato le loro misure nei confronti della CPI su richiesta della Svizzera, insieme ad altri Stati.

Nel 2020 il Consiglio federale aveva adottato il suo primo rapporto volontario sull'attuazione del diritto internazionale umanitario (DIU). Nel 2021 la Svizzera si è impegnata con successo a livello bilaterale e multilaterale per convincere altri Stati a redigere rapporti volontari. Nel giugno ha quindi organizzato, insieme al CICR, un incontro in cui ha riunito 300 esperti governativi. I rapporti volontari costituiscono una base di dialogo tra Stati allo scopo di migliorare la protezione delle vittime di conflitti armati.

Un successo della diplomazia svizzera è stato il rilascio in dicembre della petroliera svizzera «San Padre Pio» dopo quasi quattro anni di detenzione da parte della Nigeria:

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dopo un intenso lavoro diplomatico e una denuncia della Svizzera presso il Tribunale internazionale per il diritto del mare (ITLOS), la petroliera ha potuto lasciare la Nigeria.

In aprile la Svizzera ha presentato il rapporto sull'attuazione della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate al comitato competente dell'ONU54.

La Svizzera ha co-presieduto con la Nigeria il gruppo di lavoro «Giustizia penale e Stato di diritto» del «Global Counterterrorism Forums» (GCTF) (n. 4.2), apportando un contributo significativo all'elaborazione di raccomandazioni sull'attività di perseguimento penale conforme al diritto internazionale e allo Stato di diritto di crimini a cavallo tra terrorismo e crimini internazionali nonché alla loro approvazione a livello ministeriale.

Il blocco, la confisca e la restituzione di valori patrimoniali ottenuti in maniera illecita («Asset Recovery») svolge un ruolo importante per la reputazione della Svizzera e della sua piazza finanziaria. Siccome è auspicabile che il settore pubblico e il settore privato condividessero le loro conoscenze specialistiche in questo ambito, nel settembre è stato organizzato l'11° seminario di Losanna in cui si sono riuniti oltre 150 esperti internazionali. Basandosi su esempi concreti, questi esperti hanno esaminato come la collaborazione tra settore pubblico e settore privato possa rendere più efficiente il processo di «Asset Recovery».

11

Risorse

11.1

Rete esterna e personale

La rete esterna è lo strumento centrale della politica estera della Svizzera e la pandemia ne ha messo in evidenza l'importanza. La sua struttura è oggetto di costante sviluppo: nell'anno in rassegna la Svizzera ha per esempio istituito un consolato a Osaka allo scopo di rafforzare la collaborazione con il Giappone nel settore della formazione, della ricerca e dell'innovazione (cfr. n. 5.3) e chiuso temporaneamente l'ufficio di cooperazione a Kabul nel contesto della presa di potere dei talebani.

Nel quadro del progetto «rebalancing» il DFAE intende rafforzare entro il 2024 la rete esterna dotandola di 35 posti. Nel 2021 è stato effettuato un primo trasferimento di tre posti dalla sede centrale a rappresentanze di piccole dimensioni e contesti fragili con l'obiettivo di aumentare la capacità di resistenza. Anche la riorganizzazione della DSC avviata nel 2021 («fit for purpose») punta, tra le altre cose, a consolidare le competenze proprie alla rete esterna.

Durante l'anno in rassegna l'attenzione è stata diretta sul sostegno di cui necessitava il personale del DFAE impiegato nella rete esterna per affrontare la crisi pandemica.

È stato per esempio fornito materiale sanitario e sono state organizzate evacuazioni 54

www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > La Svizzera presenta il rapporto sull'attuazione della Convenzione dell'ONU per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata

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mediche. Il personale particolarmente a rischio è stato vaccinato in Svizzera e più di 50 rappresentanze hanno ricevuto dosi vaccinali, utilizzate per circa 2500 collaboratori trasferibili e locali e per i loro familiari più stretti. Il DFAE ha inoltre partecipato alle campagne di test condotte sul posto di lavoro a livello nazionale su base volontaria.

11.2

Gestione delle crisi e sicurezza

Nel 2021 il DFAE ha dovuto affrontare molteplici sfide a livello di gestione della sicurezza e delle crisi. A causa della pandemia, una parte dei collaboratori operativi all'estero è stata soggetta a misure restrittive di ampia portata per un lungo periodo di tempo. Tanto per gli impiegati della Confederazione quanto per i cittadini svizzeri la situazione è stata particolarmente difficile soprattutto nei contesti fragili, caratterizzati da sistemi sanitari oberati. Alcune rappresentanze hanno dovuto svolgere i propri compiti in circostanze critiche. Nel contempo si sono dovute garantire la continuità operativa e la capacità di resistenza nonché applicare le lezioni apprese attraverso la gestione della crisi del 2020. Nel quadro della protezione consolare ci si è dovuti occupare di numerose questioni legate alla situazione pandemica e riguardanti Svizzeri all'estero.

Il Centro di gestione delle crisi (KMZ) del DFAE è stato rafforzato con la creazione di tre nuovi posti nel settore della consulenza in materia di sicurezza regionale.

Nell'anno in rassegna, il KMZ ha inoltre fornito consulenza e supporto sui rischi secondari della pandemia, nonché in caso di disordini politici, catastrofi naturali, attacchi terroristici, rapimenti e grandi eventi internazionali. Il servizio Consigli di viaggio ha dovuto rispondere a continue domande di informazioni da parte della popolazione.

L'organizzazione di crisi COVD-19 del DFAE ha garantito che si tenesse conto della dimensione internazionale in sintonia con la politica estera svizzera. A causa della situazione in Afghanistan, sotto l'egida del KMZ sono state evacuate 385 persone aventi un legame con la Svizzera (n. 9.5). Questo evento ha evidenziato ancora una volta l'importanza del coordinamento in seno al DFAE e della cooperazione tra i servizi federali interessati, in particolare l'Esercito, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) e l'Ufficio federale di polizia (fedpol). Insieme ai Paesi partner, cioè la Germania e gli USA, è stato possibile portare a termine un'operazione complessa non solo in tempi molto brevi ma anche in circostanze più difficili. Attualmente i processi di sicurezza e gestione delle crisi vengono digitalizzati al fine di renderli più efficienti e contribuire alla conservazione istituzionalizzata delle conoscenze.

11.3

Servizi consolari

Nell'anno in rassegna oltre all'assistenza ai cittadini svizzeri all'estero le attività consolari si sono concentrate anche sulla ripresa del rilascio dei visti sospeso dall'inizio della crisi pandemica. La collaborazione con fornitori esterni di servizi è ripresa. D'accordo con singoli Stati partner membri di Schengen è stato possibile riattivare man mano accordi rimasti in sospeso di rappresentanza reciproca nel settore dei visti. Le relative procedure non sono ancora terminate (n. 8.1).

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La modernizzazione dell'offerta di servizi è stata portata avanti: ad esempio è in via di sviluppo un «Interface» mobile per la comunità degli Svizzeri all'estero in grado di agevolare lo scambio con la Svizzera ufficiale e di permettere un ulteriore accesso importanti servizi consolari. Inoltre è stato avviato il progetto «Ageing Abroad» concepito per sostenere nel miglior modo possibile i cittadini della terza età che vivono all'estero.

Infine, dopo intensi sforzi, si è concluso felicemente il rimpatrio dalla Siria di due minorenni svizzere.

11.4

Comprensione della politica estera in Svizzera

Nell'anno in rassegna le attività del DFAE in materia di informazione e comunicazione si sono concentrate sulla politica europea e sugli avvenimenti straordinari come il vertice tra gli USA e la Russia svoltosi a Ginevra (n. 4.1) oppure le misure di evacuazione dall'Afghanistan attuate dal DFAE (n. 9.5). Questi eventi hanno incontrato un ampio interesse mediatico.

Questioni importanti sono state anche l'attuazione delle strategie tematiche e geografiche subordinate della SPE 20­23 nel periodo 2021­2024 (Strategia di cooperazione internazionale, Strategia MENA, Strategia Africa subsahariana e Strategia Cina) nonché altri argomenti quali la diplomazia scientifica o le azioni umanitarie della Svizzera.

Quando le informazioni sono destinate tanto alla popolazione residente in Svizzera quanto a quella che vive all'estero, il settore Comunicazione DFAE collabora intensamente con Presenza Svizzera (PRS), come successo ad esempio nell'ambito dell'«Emna da la lingua rumantscha» o della «Settimana della lingua italiana».

11.5

Comunicazione internazionale all'estero

La comunicazione internazionale promuove la percezione e la comprensione della Svizzera all'estero. Uno dei punti culminanti dell'anno in rassegna è stata la permanenza di quattro mesi del «Pop-up House of Switzerland» a Stoccarda, visitata da oltre 20 000 ospiti. Questa piattaforma di comunicazione ha voluto attirare l'attenzione sulla forza innovativa del nostro Paese, sull'economia e sul turismo, allo scopo di promuovere relazioni approfondite tra la Svizzera e l'importante partner commerciale Baden-Württemberg. L'innovazione e la tecnologia svizzere sono state presentate anche alla conferenza tecnologica VivaTech svoltasi a Parigi che ha offerto a imprese e start-up svizzere l'opportunità di presentare i propri prodotti ad un pubblico internazionale consentendo alla Svizzera di posizionarsi quale importante piazza in questi settori. In collaborazione con le rappresentanze svizzere sono stati presentati altri 195 progetti in una forma che tiene conto della situazione pandemica.

La crisi pandemica ha tra l'altro impedito la partecipazione della «House of Switzerland» ai Giochi olimpici e paraolimpici di Tokio. Agli inizi di ottobre è iniziata l'Expo

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Dubai originariamente pianificata per il 2020; la Svizzera vi partecipa con un padiglione in cui presenta in particolare innovazioni di start-up e università svizzere nel settore dell'economia circolare e dello sviluppo sostenibile globale. Il padiglione funge anche da piattaforma per lo scambio di idee e l'interconnessione. Il nostro Paese ha accolto anche personalità estere importanti per la formazione dell'opinione pubblica nell'ambito di 5 viaggi di delegazioni. L'impiego di canali digitali è rimasto rilevante, come nel caso delle piattaforme «finance.swiss» per promuovere la piazza finanziaria svizzera o «swiss.tech» per promuovere la Svizzera quale piazza all'avanguardia nella tecnologia e nell'innovazione.

12

Bilancio e prospettive

Per quel che riguarda le relazioni con l'UE, l'attuazione della SPE 20­23 ha subito una battuta d'arresto. Il consolidamento e l'ulteriore sviluppo della via bilaterale rimane la sfida e il compito principale della politica estera svizzera. L'Europa rimane la regione chiave per il benessere e la sicurezza della Svizzera anche nel mutevole contesto della politica mondiale.

Al di là della politica europea, nell'anno in rassegna l'attuazione della SPE 20­23 nel complesso è progredita in modo soddisfacente nonostante la situazione pandemica.

L'approccio del Consiglio federale di approfondimento della coerenza nella politica estera mediante le strategie geografiche e tematiche subordinate alla SPE 20­23 ha dato buoni risultati. In sintonia con gli obiettivi per il 2022 il Collegio governativo intende elaborare nel 2022 altre strategie, in particolare per il Sud-Est asiatico 2023-2026, per l'Eurasia 2023-2026 e per il multilateralismo e il Paese ospite 2024-2027.

L'autonomia della politica estera svizzera rimane un presupposto esigente, ma anche un elemento adeguato ai suoi scopi. Riacquista rilevanza internazionale la neutralità della Svizzera, una base importante per i buoni uffici, molto richiesti anche nell'anno in rassegna. Anche se il nostro Paese ottiene il seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU 2023/24 la politica estera svizzera rimarrà contrassegnata dalla neutralità.

Al di là dell'ONU, la Svizzera intende impegnarsi per un multilateralismo efficace e risposte consensuali alle sfide globali soprattutto in due occasioni: la prima edizione dell'«International Cooperation Forum Switzerland» alla fine di marzo e la quinta conferenza sulle riforme in Ucraina a luglio 2022. Il rafforzamento della sicurezza europea mediante l'OSCE resta una priorità come pure la gestione della crisi di COVID-19 e delle sue ripercussioni.

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Elenco delle abbreviazioni ACER

Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (Agency for the Cooperation of Energy Regulators)

ACNUR

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Office of the United Nations High Commissioner for Refugees)

ACT

Gruppo Responsabilità, Coerenza e Trasparenza dell'ONU (UNAccountability, Coherence and Transparency Group)

ACT-A

Acceleratore dell'accesso agli strumenti per la COVID-19 (Access to Covid-19 Tools-Accelerator)

AELS

Associazione europea di libero scambio (European Free Trade Association)

ALS

Accordo di libero scambio

API

Accordi bilaterali di protezione degli investimenti

ASEAN

Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Association of Southeast Asian Nations)

ASST

Accademia svizzera delle scienze tecniche

AUKUS

Patto di sicurezza trilaterale tra Australia, Regno Unito e USA (Trilateral security partnership between Australia, the U.K.

and the U.S.)

BEPS

Progetto che intende prevenire l'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting)

BMVI

Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e i visti (Border Management and Visa Policy Instrument)

BRI

Iniziativa Nuova via della seta (Belt and Road Initiative)

CAC

Convenzione sulle armi chimiche

CAHAI

Comitato ad hoc del Consiglio d'Europa sull'intelligenza artificiale (Ad hoc Committee on Artificial Intelligence)

CBAM

Meccanismo di adeguamento del CO2 alla frontiera (Carbon Border Adjustment Mechanism)

CDEP

Comitato dell'OSCE per la politica dell'economia digitale (Committee on Digital Economy Policy)

CEPA

Accordo di partenariato economico globale AELS-Indonesia (Comprehensive Economic Partnership Agreement)

CI

Cooperazione internazionale

CICR

Comitato internazionale della Croce Rossa

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COVAX

Iniziativa per garantire la parità di accesso ai vaccini Covid-19 in tutto il mondo (Covid-19 Vaccines Global Access)

COVAX AMC Meccanismo di impegno anticipato sul mercato (Advance Market Commitment) di COVAX COVID-19

Malattia da coronavirus 2019 (Coronavirus disease 2019)

CPI

Corte penale internazionale (International Criminal Court)

CRS

Consigliere regionale per la sicurezza

CTA

Servizio di ricerca del Comitato internazionale della Croce Rossa (Central Tracing Agency)

DDPS

Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport

DDR

Disarmo, smobilitazione e reintegrazione (Disarmament, Demobilization and Reintegration)

DFAE

Dipartimento federale degli affari esteri

DFF

Dipartimento federale delle finanze

DFI

Dipartimento federale dell'interno

DIU

Diritto internazionale umanitario

DSC

Direzione dello sviluppo e della cooperazione

EASO

Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (European Asylum Support Office)

ECOSOC

Consiglio economico e sociale dell'ONU (Economic and Social Council)

EFDRR

Forum europeo per la riduzione del rischio di catastrofi (European Forum for Disaster Risk Reduction)

EGNOS

Sistema geostazionario europeo di navigazione di sovrapposizione (European Geostationary Navigation Overlay Service)

EMBL

Laboratorio europeo di biologia molecolare (European Molecular Biology Laboratory)

ERGP

Gruppo dei regolatori europei per i servizi postali (European Regulators Group for Postal Services)

ERI

Educazione, ricerca e innovazione

ETIAS

Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (European Travel Information and Authorization System)

EUAA

Agenzia dell'Unione europea per l'asilo (EU Agency for Asylum)

Europol

Ufficio europeo di polizia

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EUSPA

Agenzia dell'Unione europea per il programma spaziale (EU Agency for the Space Programme)

FADO

Sistema di archiviazione dei documenti d'identità (False and Authentic Documents Online-System)

FALC

Accordo tra la Confederazione Svizzera, da una parte, e la Comunità europea ed i suoi Stati membri, dall'altra, sulla libera circolazione delle persone

fedpol

Ufficio federale di polizia

FMI

Fondo monetario internazionale

Frontex

Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

G20

Gruppo dei 20 (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, USA, Sudafrica, Turchia, Unione Europea)

GARDP

Partenariato globale per la ricerca e lo sviluppo di antibiotici (Global Antibiotic Research & Development Partnership)

GBON

Rete globale di misurazione dei dati dell'organizzazione meteorologica mondiale (Global Basic Observing Network)

GCTF

Forum globale contro il terrorismo (Global Counterterrorism Forum)

GESDA

Fondazione Geneva Science and Diplomacy Anticipator

GGE

Gruppo di esperti governativi in materia di cibersicurezza (Group of Governmental Experts)

GII

Global Innovation Index dell'OMPI

GSA

Agenzia del sistema globale di navigazione satellitare europeo (European Global Navigation Satellite Systems Agency)

HCOC

Codice di condotta dell'Aia contro la proliferazione dei missili balistici (The Hague Code of Conduct against Ballistic Missile Proliferation)

HLPF

Forum politico di alto livello per lo sviluppo sostenibile (High-level Political Forum on Sustainable Development)

IDA

Associazione internazionale per lo sviluppo (International Development Association)

IFAD

Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (International Fund for Agricultural Development)

IHRA

International Holocaust Remembrance Alliance

IIMM

Independent Investigative Mechanism for Myanmar 53 / 88

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INDU

Istituzione nazionale per i diritti umani

INTERPOL

Organizzazione internazionale della polizia criminale

IOP

Interoperabilità dei sistemi di informazione

IPCC

Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (International Panel on Climate Change)

IRENA

Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (International Renewable Energy Agency)

ITU

Unione internazionale delle telecomunicazioni (International Telecommunication Union)

KMZ

Centro di gestione delle crisi del DFAE

MENA

Medio Oriente e Nordafrica (Middle East and North Africa)

MERCOSUR

Mercato comune dell'America meridionale (Mercado Común del Sur)

MRA

Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità

NCSC

Centro nazionale per la cibersicurezza (National Cyber Security Centre)

OAS

Organizzazione degli Stati americani (Organisation of American States)

OCSE

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Organisation for Economic Cooperation and Development)

OEWG

Gruppo di lavoro sui progressi nel settore dell'informatica e delle telecomunicazioni nel contesto della sicurezza internazionale (Open-Ended Working Group)

OIL

Organizzazione internazionale del lavoro

OIM

Organizzazione internazionale per le migrazioni

OMC

Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organisation)

OMM

Organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organisation)

OMPI

Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (World Intellectual Property Organisation)

OMS

Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organisation)

ONG

Organizzazioni non governative (Non-governmental Organization)

ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite (United Nations Organisation)

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ONUG

Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (United Nations Office at Geneva)

OPAC

Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Organization for the Prohibition of Chemical Weapons)

OSCE

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

OSS

Obiettivi di sviluppo sostenibile

OST

Open Skies Treaty

PIL

Prodotto interno lordo

PRS

Presenza Svizzera

RSI

Regolamento sanitario internazionale dell'OMS

SDA

Swiss Data Alliance

SEE

Spazio economico europeo

SEEIST

South East European International Institute for Sustainable Technologies

SEFRI

Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione

SEM

Segreteria di Stato della migrazione

SFI

Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali

SIS

Sistema d'informazione Schengen

SKAO

Square Kilometre Array Observatory

SPE 20­23

Strategia di politica estera 2020­2023

TCFD

Task Force on Climate-Related Financial Disclosures

TNP

Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Non Proliferation Treaty)

TPNW

Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the prohibition of nuclear weapons)

TRIPS

Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale nell'ambito dell'OMC (Agreement on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights)

UE

Unione europea

UNEP

Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UN Environment Programme)

UNESCO

Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization)

UNICEF

Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UN International Children's Emergency Fund) 55 / 88

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USA

Stati Uniti d'America (United States of America)

UTPR

Under-Taxed Payment Rule del BEPS

VIS

Sistema europeo di informazione visti

WEF

Forum economico mondiale (World Economic Forum)

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Allegato 1

Rapporti del Consiglio federale in materia di politica estera Rapporto sulla politica economica esterna 2020 comprendente messaggi concernenti accordi economici internazionali e il rapporto concernente le misure tariffali adottate nel 2020 01/2021 Il rapporto sulla politica economica esterna 2020 esamina le ripercussioni della crisi di COVID-19 sul commercio internazionale e sulle catene del valore mondiali. Analizza le evoluzioni importanti in Svizzera nella politica economica esterna, le relazioni economiche con l'UE e svariati accordi economici bilaterali. Inoltre tratta altre questioni quali la sostenibilità e la responsabilità sociale d'impresa, la cooperazione economica allo sviluppo e i controlli all'esportazione e le sanzioni. Infine presenta prospettive per l'anno successivo.

fedlex.data.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2021/343/it/pdf-a/ fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2021-343-it-pdf-a-2.pdf

Strategia Africa subsahariana 2021­2024 01/2021 Il rapporto verte sulla strategia geografica subordinata alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 20­23). L'obiettivo 6.2 della SPE 20­23 prevede che la Svizzera elabori una strategia per l'Africa subsahariana. La nuova strategia tiene in considerazione l'ampia diversità che caratterizza il continente africano come anche le sfide e le opportunità che offre. Stabilisce gli obiettivi e le misure che il nostro Paese si propone di attuare nel periodo dal 2021 al 2024. La pace, la sicurezza e i diritti dell'uomo nonché la migrazione, la prosperità, la sostenibilità e la digitalizzazione sono al centro della Strategia con la quale sviluppare la tradizione di partenariato con gli Stati dell'Africa subsahariana.

www.dfae.admin.ch/dam/eda/it/documents/publications/ SchweizerischeAussenpolitik/20210205-strategie-subsahara-afrika_IT.pdf

Rapporto sulla politica estera 2020 02/2021 Il rapporto sulla politica estera 2020 offre una visione d'insieme della politica estera svizzera nell'anno in rassegna. In base all'articolo 148 capoverso 3 della legge sul Parlamento, il Consiglio federale fornisce un resoconto sulle attività di politica estera condotte dalla Svizzera, in particolare in relazione alla Strategia di politica estera

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2020­2023 (SPE 20­23), di cui il rapporto segue la struttura. Conformemente alla decisione del Consiglio federale dell'11 maggio 2011, il rapporto approfondisce uno dei temi prioritari, ovvero la pandemia di COVID-19.

fedlex.data.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2021/230/it/pdf-a/ fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2021-230-it-pdf-a.pdf

Rapporto del Consiglio federale sulle attività svizzere di politica migratoria estera nel 2020 03/2021 Nel 2020 la politica migratoria estera della Svizzera è stata caratterizzata dalla crisi di COVID-19. La pandemia e le misure adottate per contrastarne la diffusione hanno ostacolato sia la cooperazione bilaterale in materia di migrazione sia l'attuazione del programma svizzero di reinsediamento. I rimpatri sono stati in parte bloccati o eseguiti soltanto limitatamente. Ciononostante sono proseguiti i dialoghi sulla migrazione con importanti Paesi partner e le limitazioni alla libertà di viaggio hanno ridotto il numero di domande d'asilo. Invece in numerose regioni è aumentata la vulnerabilità dei migranti, dei rifugiati e delle persone sfollate. In tale contesto la Svizzera ha cercato di arginare la pandemia e le sue ripercussioni in importanti Paesi d'origine, di transito e di prima accoglienza. Inoltre ha potenziato il proprio impegno in Grecia.

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Strategia Cina 2021­2024 03/2021 Il rapporto verte sulla strategia subordinata geografica della Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 20­23). Conformemente all'obiettivo 6.4 di quest'ultima, la Svizzera rinnova la propria strategia nei riguardi della Cina e crea organi di coordinamento interdipartimentali in modo da garantire una maggiore coerenza. La strategia definisce gli obiettivi e le misure previsti nel quadro della politica cinese della Svizzera per gli anni 2021­2024. In tal modo il Consiglio federale riconosce l'importanza della Repubblica popolare e intende migliorare la coerenza delle attività svizzere con questo partner.

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Rapporto del Consiglio federale sull'attuazione delle raccomandazioni del rapporto «Il settore delle materie prime in Svizzera: bilancio della situazione e prospettive» 04/2021 Il 21 aprile 2021 il Consiglio federale ha adottato il primo resoconto sull'attuazione delle raccomandazioni del rapporto del 2018 sul settore svizzero delle materie prime.

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Il rapporto mostra come siano stati fatti progressi importanti al fine di migliorare le condizioni quadro per il settore delle materie prime potenziandone al contempo l'integrità.

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Valutazione annuale dello stato della minaccia. Rapporto del Consiglio federale alle Camere federali e al pubblico 05/2021 Conformemente all'articolo 70 capoverso 1 lettera d della legge del 25 settembre 2015 sulle attività informative (LAIn) il Consiglio federale valuta ogni anno lo stato della minaccia in Svizzera e informa le Camere federali e il pubblico. La valutazione fa riferimento alle minacce menzionate nella LAIn nonché a fatti rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza che avvengono all'estero.

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Rapporto sui trattati internazionali conclusi nel 2020 05/2021 Conformemente all'articolo 48a capoverso 2 della legge del 21 marzo 199755 sull'organizzazione del Governo e dell'Amministrazione, il Consiglio federale riferisce ogni anno all'Assemblea federale sui trattati che ha concluso e su quelli conclusi dai dipartimenti, dagli aggruppamenti o dagli uffici federali. Il presente rapporto concerne i trattati conclusi nel corso del 2020.

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Rapporto riguardante i negoziati per un accordo quadro istituzionale tra la Svizzera e l'UE 05/2021 Il Consiglio federale ha affidato al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) l'incarico di presentare un rapporto sui preparativi, sullo svolgimento e sui risultati dei negoziati su un accordo istituzionale tra la Svizzera e l'Unione europea (UE). Il rapporto parte dalle tre richieste e presenta anche una valutazione del risultato dei negoziati.

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RS 172.010

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Definizione di antisemitismo dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA): rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato 19.3942 Rechsteiner Paul del 21 giugno 2019 06/2021 Mediante il rapporto il Consiglio federale risponde al postulato 19.3942 «Definizione di antisemitismo dell'International Holocaust Remembrance Alliance» del 21 giugno 2019 in cui il consigliere agli Stati Paul Rechsteiner chiede un rapporto sulla definizione operativa dell'antisemitismo stabilita dall'IHRA, i relativi vantaggi per la sensibilizzazione, la prevenzione, la consulenza e la ricerca nonché l'eventuale utilità per i tribunali. Nella prima parte il rapporto affronta la cronologia della definizione operativa e presenta il modo in cui è stata adottata e utilizzata da altri Paesi e organizzazioni internazionali. Nella seconda parte analizza le misure prese dalla Svizzera contro l'antisemitismo in politica nazionale ed estera riconoscendone l'ampia gamma e l'importanza.

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Priorità della Svizzera per la 76a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU: rapporto del Consiglio federale alle commissioni di politica estera 06/2021 Il Consiglio federale stabilisce nel rapporto tre priorità della Svizzera per la 76a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU: la promozione della candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza con preparazione del mandato, lo sviluppo sostenibile e la gestione degli effetti della pandemia di COVID-19 e infine il sostegno ad uno spazio digitale libero, aperto e sicuro. A fine settembre il presidente della Confederazione Guy Parmelin e il consigliere federale Ignazio Cassis hanno presenziato all'apertura della settimana di alto livello della 76a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU quali rappresentanti della Svizzera.

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Condizioni d'accesso al mercato tra la Svizzera e gli Stati limitrofi in un'ottica di reciprocità: rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Chiesa 17.3137 del 15 marzo 2017 06/2021 Il 23 giugno 2021 il Consiglio federale ha adottato il Rapporto sulle condizioni d'accesso al mercato tra la Svizzera e gli Stati limitrofi in un'ottica di reciprocità giungendo alla conclusione che non vi sono discriminazioni sistematiche nei confronti dei

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fornitori di servizi di breve durata e i partecipanti ai bandi di concorso svizzeri nel mercato contemplato in accordi internazionali.

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Attualità e portata della Convenzione del 1951 sullo statuto dei rifugiati: rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato 18.3930 Damian Müller del 27 settembre 2018 06/2021 Su mandato del Consiglio degli Stati il Consiglio federale ha esaminato l'attualità della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo statuto dei rifugiati e la sua importanza per la Svizzera giungendo alla conclusione che l'attuale attuazione da parte del nostro Paese continua a soddisfare le esigenze di protezione sistematica delle vittime di persecuzioni e che la Convenzione esclude già dal proprio ambito di applicazione la migrazione per motivi economici. Durante la riunione del 23 giugno 2021 il Consiglio federale ha adottato il rapporto redatto in adempimento del postulato.

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Roadmap del 23 febbraio 2015 in materia fiscale e finanziaria tra la Svizzera e l'Italia. Analisi dell'attuazione: Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Romano 21.3242 del 17 marzo 2021 «Analisi dello stato di attuazione della roadmap siglata tra Svizzera e Italia nel 2015. Firmato il nuovo accordo sull'imposizione dei frontalieri occorre valutare lo stato di attuazione globale» 10/2021 Nella sua seduta del 27 ottobre 2021 il Consiglio federale ha adottato un rapporto sulle relazioni in materia fiscale e finanziaria tra la Svizzera e l'Italia, dando così seguito al postulato Romano del 21.3242. Il rapporto fornisce una panoramica sull'evoluzione dei dossier oggetto della roadmap siglata dai due governi nel maggio 2015. La roadmap in particolare contiene soluzioni comuni concernenti una serie di temi come lo scambio automatico di informazioni, la regolarizzazione del passato, la doppia imposizione in relazione alla fiscalità dei frontalieri. Come mostrato dal rapporto del Consiglio federale, le soluzioni concordate nella roadmap hanno permesso di compiere progressi significativi verso una normalizzazione delle relazioni in materia fiscale e finanziaria.

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Rapporto combinato della Svizzera sull'attuazione della Convenzionequadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle minoranze nazionali e della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie 10/2021 Il 1° ottobre 2021 il Consiglio federale ha adottato il Rapporto combinato della Svizzera sull'attuazione di due Convenzioni quadro connesse del Consiglio d'Europa: la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e quella della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Le autorità svizzere sono tenute a riferire regolarmente riguardo i provvedimenti relativi all'attuazione delle Convenzioni quadro. Secondo il rapporto negli ultimi anni sono stati fatti miglioramenti a favore delle persone appartenenti alle minoranze nazionali e per la tutela delle lingue regionali o minoritarie. L'impegno della Confederazione deve essere proseguito.

www.eda.admin.ch/dam/eda/it/documents/aussenpolitik/voelkerrecht/ rapport-combine-minorites-langues-minoritaires_IT.pdf

La politica di sicurezza della Svizzera rapporto del Consiglio federale 11/2021 Il Consiglio federale pubblica periodicamente rapporti sulla politica di sicurezza della Svizzera al fine di verificare se e in che misura questa politica e i suoi strumenti debbano essere adeguati affinché sia possibile reagire in modo rapido e corretto alle nuove forme di minaccia e pericolo. Il rapporto analizza dunque l'evoluzione della situazione internazionale e le minacce che ne conseguono e spiega cosa rappresentano per la politica di sicurezza della Svizzera. Espone i principi, gli interessi e gli obiettivi di questa politica e mostra come i suoi strumenti contribuiscano a realizzarli e in che senso debbano essere utilizzati.

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Strategia di politica economica esterna 11/2021 Il 24 novembre 2021 il Consiglio federale ha adottato la sua nuova strategia di politica economica esterna. Essa tiene conto dei profondi cambiamenti economici, ambientali, sociali e geopolitici che hanno cambiato il modo dall'inizio del nuovo millennio. La strategia è una bussola importante per la politica economica esterna del Consiglio federale. Essa contempla nove campi d'azione, che sono: Concentrarsi sugli interessi della Svizzera, Impegnarsi attivamente a favore del multilateralismo, Garantire apertura e regolamentazione del commercio esterno, Dare la priorità ai partner più importanti, Rafforzare la resilienza diversificando, Contribuire alla sostenibilità ambientale e sociale, Integrare l'economia digitale, Rafforzare la trasparenza e la partecipazione, Tener conto delle interazioni con la politica interna.

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Allegato 2

Pubblicazioni del DFAE Le pubblicazioni elencate di seguito possono essere consultate nel sito del DFAE.

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Strategia di comunicazione internazionale 2021­2024 02/2021 Il rapporto, approvato dal Consiglio federale il 18 dicembre 2020, è una strategia tematica subordinata della Strategia di politica estera 2020­2023. Conformemente all'articolo 3 dell'ordinanza concernente la promozione dell'immagine della Svizzera all'estero (RS 194.11), il Consiglio federale adotta ogni quattro anni una strategia alla base della comunicazione dell'immagine nazionale.

Strategia Cina 2021­2024 03/2021 Il rapporto, approvato dal Consiglio federale il 19 marzo 2021, è una strategia geografica subordinata alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 20­23). Secondo l'obiettivo 6.4 della SPE 20­23 la Svizzera aggiorna la sua strategia nei confronti della Cina e crea organismi di coordinamento interdipartimentali ai fini di una maggiore coerenza. Il rapporto adempie nel contempo il postulato della CPE-N (20.4334) e la mozione Nidegger (20.3738).

Linee guida sui diritti umani 2021­2024 06/2021 Le linee guida per l'attuazione della Strategia di politica estera 2020-2023 in relazione ai diritti umani si collocano al terzo livello dello schema a cascata dei documenti di base della politica estera. Sono rivolte anzitutto al DFAE e alla rete esterna della Svizzera, ma possono essere un utile strumento anche per altri dipartimenti e attori.

Sono corredate di un glossario con definizione e spiegazione dei termini principali.

Principi guida relativi al settore privato nel quadro della strategia della cooperazione internazionale 2021­2024 05/2021 Un settore privato dinamico è un fattore chiave per ridurre la povertà a livello globale, favorisce le innovazioni, incrementa l'occupazione e migliora i mezzi di sostentamento. Mobilitare risorse del settore privato è dunque essenziale per integrare l'aiuto pubblico allo sviluppo al fine di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).

I Principi guida forniscono un orientamento sulle diverse forme di cooperazione tra la 63 / 88

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Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e gli attori del settore privato e illustrano l'impegno della DSC per condizioni quadro favorevoli nell'ambito della politica economica. Sono pienamente in linea con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite (ONU) per uno sviluppo sostenibile (Agenda 2030).

Flyer Division Paix et droits de l'homme 11/2021 Opuscolo informativo con una breve presentazione delle attività della Divisione Pace e diritti umani (DFAE, Segretariato di Stato)

Un solo mondo 1/2021 01/2021 Nei Paesi a basso o medio reddito l'accesso ai servizi sanitari è molto migliorato negli ultimi vent'anni, anche se ogni anno muoiono ancora milioni di persone. Non si tratta solo di ampliare questi sistemi sanitari ma anche di fornire prestazioni di migliore qualità.

Un solo mondo 2/2021 05/2021 A dieci anni dall'inizio della crisi siriana, la situazione umanitaria nel Paese continua a peggiorare. La popolazione dipende sempre più dagli aiuti internazionali, ma le organizzazioni umanitarie sono confrontate con un calo degli aiuti finanziari e spesso con l'impossibilità di soccorrere le persone bisognose.

Un solo mondo 3/2021 08/2021 Il moltiplicarsi di eventi climatici estremi minaccia l'esistenza di milioni di persone nel Sud del mondo. Pur avendo contribuito in misura minore al riscaldamento globale, sono proprio gli Stati del Sud a subire gli effetti più devastanti. Alcuni esempi di progetti mostrano come la Svizzera combini aiuto umanitario e cooperazione allo sviluppo per aiutare le comunità più vulnerabili ad adattarsi alla nuova situazione climatica.

Un solo mondo 4/2021 11/2021 La ricerca può avere un ruolo fondamentale nella riduzione della povertà e nella salvaguardia dell'ambiente. Nel campo della sicurezza alimentare si sono fatti enormi passi avanti grazie alla scienza. Ciononostante, le sfide sono ancora innumerevoli.

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Swiss Peace Supporter 1/2021 03/2021 Il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione (DDR) di ex combattenti dopo conflitti armati sono indispensabili nei processi di pace. In questa edizione dell'SPS, una pubblicazione del DFAE in collaborazione con il DDPS e il DFF sui contributi della Svizzera alla promozione internazionale della pace, esperte ed esperti svizzeri raccontano le loro esperienze in Colombia, Mozambico e nella Repubblica democratica del Congo. La pubblicazione è completata da un dossier sull'invio di esperti dei corpi di polizia in missioni di pace, ad esempio quelle dell'ONU o dell'UE.

Swiss Peace Supporter 2/2021 07/2021 Questa edizione edizione dell'SPS, una pubblicazione del DFAE in collaborazione con il DDPS e il DFF sui contributi della Svizzera alla promozione internazionale della pace, è dedicata al potenziamento della promozione militare della pace e a come questo ambito si stia adattando alle nuove esigenze anche attraverso il tentativo di integrare le donne nell'esercito di milizia dopo il loro impiego all'estero. Un approfondimento speciale fa luce sulla promozione di standard minimi riguardanti i diritti umani per le imprese di sicurezza, mentre un collega ci racconta una giornata in Myanmar.

Swiss Peace Supporter 3/2021 10/2021 Questa edizione dell'SPS, una pubblicazione del DFAE in collaborazione con il DDPS e il DFF sui contributi della Svizzera alla promozione internazionale della pace, è incentrata sull'interazione tra pace e democrazia. Combinando la gestione dei conflitti con la promozione della democrazia, la Svizzera si considera un attore del cambiamento: i processi democratici vengono rafforzati, sia attraverso elezioni libere e regolari sia garantendo libertà di espressione nello spazio digitale. Inoltre contiene rapporti provenienti dall'Ucraina orientale, dal Kashmir e dalla sede principale dell'ONU a New York.

Swiss Peace Supporter 4/2021 12/2021 Il Balcani occidentali sono al centro dell'ultimo numero del 2021. In questa regione sono schierati i maggiori contingenti militari svizzeri. In ambito civile la Svizzera sostiene piattaforme di dialogo inclusive (pag. 10) e il Tribunale speciale del Kosovo (pag. 18). Inoltre, non perdetevi i nostri articoli sulla lotta alla tratta di esseri umani nel quadro dell'ONU e sui flussi migratori legati alle catastrofi in Africa orientale.

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Aiuto allo sviluppo della Svizzera: Statistiche 2019 08/2021 Questa pubblicazione offre una visione completa dell'aiuto pubblico allo sviluppo (Confederazione, Cantoni e Comuni) e delle donazioni private (ONG) della Svizzera nel 2019 in sei tabelle che elencano i Paesi di destinazione, le organizzazioni e i progetti più importanti per ogni Paese.

Programma globale Acqua: Quadro programmatico 2021­2024 02/2021 Il DFAE presenta in questa pubblicazione il programma globale Acqua della DSC fino al 2024 partendo dal cambiamento verso un mondo in cui l'approvvigionamento idrico sia sicuro mediante quattro priorità strategiche: l'accesso all'acqua, a impianti sanitari e all'igiene; lo sviluppo economico mediante l'accesso sostenibile alle risorse idriche per attività economiche; la protezione ambientale mediante lo sfruttamento responsabile di risorse idriche; la pace e la governance mediante la gestione comune di risorse idriche transfrontaliere. La pubblicazione fornisce informazioni particolareggiate sulle risorse di cui è dotato il programma globale e specifica indicatori concreti per il controllo dell'attuazione.

Programma globale Salute: Quadro programmatico 2021­2024 02/2021 Il DFAE presenta in questa pubblicazione il programma globale Salute della DSC fino al 2024 concepito per aumentare la salute e il benessere mediante quattro priorità strategiche: l'aumento della qualità di sistemi sanitari; i fattori che influiscono sulla salute, sulla parità tra i sessi e sui diritti umani; la governance sanitaria globale. La pubblicazione fornisce informazioni particolareggiate sulle risorse di cui è dotato il programma globale e specifica indicatori concreti per il controllo dell'attuazione.

Programma globale Sicurezza alimentare: Quadro programmatico 2021­2024 02/2021 Il DFAE presenta in questa pubblicazione il programma globale Sicurezza alimentare della DSC fino al 2024 concepito per migliorare la sicurezza alimentare mediante quattro priorità strategiche: governance globale, produzione ecologica di alimenti, sistemi di mercato inclusivi e alimentazione sana. La pubblicazione fornisce informazioni particolareggiate sulle risorse di cui è dotato il programma globale e specifica indicatori concreti per il controllo dell'attuazione.

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Programma globale Cambiamento climatico e Ambiente: Quadro programmatico 2021­2024 02/2021 Il DFAE presenta in questa pubblicazione il programma globale Cambiamento climatico e Ambiente della DSC fino al 2024 incentrato sulle quattro priorità strategiche governance internazionale per il clima e l'ambiente, sviluppo in grado di sostenere il cambiamento climatico, sviluppo ad emissione ridotta di carbonio e gestione sostenibile di risorse naturali. La pubblicazione fornisce informazioni particolareggiate sulle risorse di cui è dotato il programma globale e specifica indicatori concreti per il controllo dell'attuazione.

Analisi & politica: Quadro programmatico 2021­2024 02/2021 Il DFAE presenta in questa pubblicazione la pianificazione della Divisione Analisi e politica della DSC fino al 2024 incentrata sui partenariati e sulla coerenza politica importanti per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La pubblicazione fornisce informazioni particolareggiate sulle risorse di cui è dotato il programma globale e specifica indicatori concreti per il controllo dell'attuazione.

Istituzioni globali: Quadro programmatico 2021­2024 02/2021 Il DFAE presenta in questa pubblicazione la pianificazione della Divisione Istituzioni globali della DSC fino al 2024 incentrata sull'attuazione dell'Agenda 2030. La pubblicazione fornisce informazioni particolareggiate sulle risorse di cui è dotato il programma globale e specifica indicatori concreti per il controllo dell'attuazione.

Global Programme Migration and Forced Displacement 11/2021 Il GPMFD Programme Framework 2022­2025 (Global Programme Migration and Forced Displacement) illustra l'impegno della divisione nel ridurre le cause dello sfollamento forzato e della migrazione irregolare. La prevenzione dei conflitti e la mitigazione del cambiamento climatico rappresentano fattori importanti, insieme alla protezione delle comunità toccate dallo sfollamento verso la loro regione e la creazione di prospettive sostenibili per la popolazione nel Sud del mondo.

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Kooperationsprogramm Ausstiegsprogramm Kuba 2022­2024 12/2021 Il presente programma di cooperazione 2022­2024 prevede la diminuzione graduale dell'annosa cooperazione allo sviluppo tra la DSC e Cuba. Questo processo è in linea con la decisione del 2020 del Parlamento svizzero di spostare gradualmente i fondi bilaterali per l'America Latina verso le regioni del Nord Africa, del Medio Oriente e dell'Africa subsahariana.

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Allegato 3

Stato del raggiungimento degli obiettivi della SPE 2020-23 Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

Obiettivi della SPE 2020­ 2023 (talora sintetizzati, testo evidenziato per una più facile consultazione, per la formulazione integrale degli obiettivi cfr. SPE)

Come sono stati raggiunti gli obiettivi intermedi?

Bilancio intermedio in riferimento agli obiettivi della SPE 20­23

1.1 La Svizzera viene eletta come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU e persegue in tale contesto una politica credibile (...).

La candidatura svizzera è stata resa pubblica mediante diverse misure. Per quanto riguarda la politica interna, il Consiglio federale ha deciso di coordinare il processo decisionale durante il periodo in cui la Svizzera disporrà del seggio, e, di concerto con le commissioni di politica estera, come poter coinvolgere il Parlamento.

In corso.

La candidatura svizzera gode di molto sostegno tra gli Stati membri dell'ONU e il lavoro per quanto riguarda il seggio che la Svizzera spera di ottenere nel 2023/24 si svolge come pianificato.

1.2 Grazie a contributi attivi per promuovere la democrazia, per mediare, prevenire e comporre i conflitti e per lottare contro l'impunità, la Svizzera figura tra i Paesi leader a livello mondiale nella promozione della pace. Grazie alla presidenza della rete «Donne, pace e sicurezza», prevista nel 2021, consolida il ruolo delle donne nella politica di pace e di sicurezza.

Per quel che riguarda la mediazione e il sostegno al dialogo, la Svizzera ha seguito da vicino e sostenuto 17 processi di pace.

In corso.

La richiesta di buoni uffici rimane elevata: nel processo di pace in Libia la Svizzera si è impegnata con successo a livello bilaterale e multilaterale. La presidenza della rete «Donne, pace, sicurezza» ha dovuto essere rimandata al 2022 a causa della pandemia.

1. Pace e sicurezza

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Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

1.3 La Svizzera rafforza l'universalità dei diritti umani tramite un quadro giuridico internazionale supportato da istituzioni efficienti, tra cui in particolare il Consiglio dei diritti umani dell'ONU, a Ginevra, e gli organi per la difesa dei diritti umani del Consiglio d'Europa e dell'OSCE (...).

A giugno il DFAE ha adottato le linee guida sui diritti umani 2021­2024. La Svizzera si è battuta affinché gli organismi multilaterali per i diritti umani fossero in grado di agire nonostante la pandemia. In seno al Consiglio dei diritti dell'uomo, la Commissione ha presentato con successo le risoluzioni sull'abolizione della pena di morte. Nel 2021 si sono svolti dialoghi bilaterali sui diritti umani con quattro Stati. Il processo decisionale politico volto a creare un'istituzione nazionale per i diritti umani si è concluso.

Parzialmente in corso.

La Svizzera fornisce contributi preziosi nell'ambito delle sue possibilità e sulla base dei suoi contatti di lunga data e della sua grande credibilità, ma l'universalità dei diritti umani non è sufficientemente presa in considerazione a livello internazionale.

1.4 Nelle crisi umanitarie la Svizzera presta aiuto d'emergenza. Inoltre, consolida la sua reputazione di polo per le questioni umanitarie, soprattutto grazie alla Ginevra internazionale, e sviluppa nuove strategie per far fronte alle sfide umanitarie (...).

Nelle regioni di prima accoglienza, sostiene la tutela e l'integrazione duratura di profughi e sfollati e riduce le cause della migrazione irregolare e dello sfollamento forzato.

La Svizzera ha fornito aiuti umanitari d'urgenza, ad esempio in Afghanistan o ad Haiti. A Ginevra sono stati fondati il «Geneva Technical Hub» (promozione di soluzioni innovative nei campi profughi) e il «Geneva Global Hub for Education in Emergencies» (impegno per l'educazione dei giovani rifugiati e degli sfollati). La Svizzera ha sostenuto l'«High Level Panel on Internal Displacement» (che promuove l'integrazione degli sfollati).

In corso.

La Svizzera si presenta come un attore umanitario credibile e innovativo e ha saputo rafforzare la sede di Ginevra come polo umanitario.

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Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

1.5 La Svizzera si impegna a favore del mantenimento degli accordi per il controllo degli armamenti e per il disarmo. Inoltre lotta contro la criminalità organizzata, la cibercriminalità e il terrorismo, ostacola la loro esportazione all'estero così come ogni forma di sostegno alle loro attività e contrasta la tratta di esseri umani e il traffico di migranti.

Nel quadro dell'iniziativa di Stoccolma sono state accolte proposte della Svizzera relative alla riduzione dei rischi connessi alle armi nucleari. Nell'OPAC, la Svizzera ha raggiunto un accordo sulle sostanze chimiche insieme all'Australia e agli USA che hanno effetti sul sistema nervoso centrale. In qualità di copresidente del gruppo di lavoro Giustizia penale e stato di diritto del GCTF, la Svizzera ha contribuito a garantire l'approvazione a livello ministeriale delle raccomandazioni sul perseguimento penale.

Parzialmente in corso.

Ci sono stati sviluppi positivi e la Svizzera ha potuto apportare importanti contributi, ma altri accordi sono stati erosi e importanti conferenze, come la Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), non hanno potuto svolgersi a causa del coronavirus.

Accordi di libero scambio dell'AELS: sono entrati in vigore il nuovo trattato con l'Indonesia e l'accordo aggiornato con la Turchia.

Si sono conclusi i negoziati su un accordo di protezione degli investimenti con l'Indonesia. L'OMC è rimasto un forum per le attuali questioni di politica commerciale, ma sta lottando per la loro rilevanza. Non è stato possibile compiere progressi sostanziali nel ristabilire il meccanismo di risoluzione delle controversie. La Svizzera ha approvato i parametri di riferimento concretizzati dell'OSCE per la futura tassazione delle grandi imprese attive a livello internazionale.

Parzialmente in corso.

Sono stati compiuti progressi con i singoli accordi di libero scambio, ma il ritorno alla normalizzazione dei meccanismi dell'OMC rimane incerto. L'ordine economico internazionale liberale resta sotto pressione.

2. Prosperità 2.1 La Svizzera si adopera per il rafforzamento di un ordine commerciale, finanziario e monetario stabile, affidabile e regolamentato.

Inoltre migliora le condizioni quadro per i rapporti economici e finanziari con i propri partner e assicura ai propri operatori economici un accesso libero e non discriminatorio ai mercati esteri (...).

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Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

2.2 Mediante gli strumenti della diplomazia commerciale e della promozione delle esportazioni, la Svizzera sostiene le imprese nazionali nelle loro attività all'estero in maniera efficace e adeguata alle loro esigenze.

Nonostante le restrizioni causate dalla pandemia di coronavirus, la Svizzera ha condotto numerose missioni economiche, colloqui di lavoro e commissioni economiche miste. Il Consiglio federale ha deciso misure per migliorare l'accesso dell'economia svizzera ai progetti infrastrutturali esteri.

In corso.

Gli strumenti della diplomazia commerciale e della promozione delle esportazioni hanno acquisito ulteriore importanza alla luce degli sviluppi geopolitici e della pandemia e vengono utilizzati di conseguenza; si amplia la gamma di strumenti.

2.3 La Svizzera crea condizioni quadro ottimali affinché possa anche in futuro posizionarsi ai vertici nel campo della formazione, della ricerca e dell'innovazione e rafforzare la propria competitività.

La promozione della formazione, della ricerca e dell'innovazione è stata perseguita in funzione delle priorità previste nel messaggio per il periodo 2021­ 2024. Nel 2021 il Consiglio federale ha annunciato la partecipazione della Svizzera allo «Square Kilometre Array Observatory». È stato inoltre deciso di aprire un consolato e una nuova antenna Swissnex a Osaka, Giappone.

Parzialmente in corso.

La Commissione europea ha comunicato che la Svizzera continua ad avere lo status di Paese terzo non associato nel quadro di Orizzonte Europa. Un'associazione con Orizzonte Europa e con Erasmus+ rimane l'obiettivo dichiarato del Consiglio federale.

2.4 La Svizzera favorisce l'accesso al mercato dei Paesi in via di sviluppo e crea nuove opportunità economiche per questi ultimi. Sostiene le iniziative del settore privato in materia di accesso ai capitali, integrazione nell'economia mondiale, imprenditoria e competenze specialistiche al fine di favorire la creazione di posti di lavoro dignitosi.

Diverse attività del progetto sono state adattate per ridurre gli impatti economici del coronavirus. Sono stati adottati il modello del settore privato e il manuale sulla cooperazione con il settore privato e sono stati applicati i primi strumenti finanziari. È stata conclusa una convenzione quadro sulle garanzie per gli investimenti nel campo della cooperazione internazionale con il «Swiss Investment Fund for Emerging Markets» ed è stato effettuato un primo investimento.

Parzialmente in corso.

Proseguono le attività previste per promuovere il settore privato e lavorare con il settore privato. A causa della pandemia si sono intensificate le sfide internazionali.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

2.5 La Svizzera si impegna a favore di una gestione sostenibile delle risorse naturali e promuove l'accesso universale a servizi di base di qualità.

Tutti i nuovi programmi di cooperazione e i quadri dei programmi tematici integrano la gestione sostenibile delle risorse naturali. Si è svolto il primo vertice dell'ONU sulla nutrizione (obiettivo: promuovere la trasformazione verso sistemi nutrizionali sostenibili). La Svizzera ha sostenuto finanziariamente il vertice e si impegnata nel quadro dei dialoghi multilaterali per un sistema alimentare sostenibile nonché nei campi di attività «Promozione della produzione sostenibile», e «Conversione delle abitudini di consumo». La Svizzera ha inoltre presentato il suo percorso di attuazione concernente la trasformazione dei sistemi alimentari e ha aderito alle coalizioni «Agroecologia» e «Alimentazione sana e sostenibile».

Parzialmente in corso.

La Svizzera ha orientato i suoi strumenti in modo mirato e offre contributi preziosi. Tuttavia, il numero di persone che soffrono la fame e l'insicurezza alimentare sono aumentate nuovamente in modo massiccio nel 2021 a causa di conflitti, crisi economiche associate a COVID-19 e fluttuazioni climatiche.

Sono state adeguate le disposizioni esecutive per i nuovi obblighi di diligenza e di riferire delle imprese nei settori del lavoro minorile e dei minerali originari di zone di conflitto ed è in corso l'attuazione della controproposta all'iniziativa sulla responsabilità delle imprese. Il Consiglio federale attua concretamente le raccomandazioni della Task Force on Climate Related Financial Disclosures per le imprese svizzere.

In corso.

Nel quadro delle sue possibilità, la Svizzera è stata in grado di realizzare progressi o mantenere ciò che ha realizzato nei settori summenzionati insieme a Stati che condividono le sue posizioni.

3. Sostenibilità 3.1 L'uso sostenibile di risorse naturali quali l'acqua, il suolo, i boschi e la conservazione della biodiversità sono di importanza cruciale per la Svizzera, che si impegna a favore di un impiego efficiente delle risorse e persegue standard elevati nel campo dei prodotti chimici e dei rifiuti, dell'estrazione e del commercio di materie prime nonché delle infrastrutture.

La Confederazione promuove la gestione aziendale responsabile e la sostenibilità nel settore finanziario.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

3.2 La Svizzera contribuisce a un'attuazione efficace dell'Accordo di Parigi sul clima e aiuta a rendere gradualmente più ambiziosi gli obiettivi climatici nazionali, in modo da contenere il riscaldamento climatico a 1,5°C. Conformemente agli impegni presi, sostiene i Paesi in via di sviluppo nell'attuazione degli accordi multilaterali sull'ambiente. (...)

Coadiuva inoltre questi Paesi nella prevenzione delle catastrofi (...).

Alla conferenza dell'ONU sul clima, la Svizzera ha sostenuto un forte regime climatico multilaterale, regole chiare per la responsabilità e il riconoscimento delle riduzioni delle emissioni ottenute all'estero.

I Paesi in sviluppo più poveri, in particolare, ricevono sostegno nella cooperazione allo sviluppo e nella gestione del rischio di catastrofi.

Parzialmente in corso.

Le normative e le misure internazionali e nazionali non sono ancora all'altezza della sfida globale.

3.3 Tramite il suo impegno internazionale, la Svizzera intende tutelare maggiormente la popolazione dai rischi per la salute, garantire l'accesso ad agenti terapeutici sicuri e finanziabili a lungo termine e promuovere sistemi sanitari nazionali efficienti. Inoltre vuole sostenere la governance nell'ordinamento sanitario internazionale e contribuire a ottimizzare la politica internazionale in materia di dipendenze.

La Svizzera è impegnata nella risposta globale al COVID-19 a livello bilaterale, multilaterale e umanitario. Ad esempio, sostiene l'accesso e la distribuzione di diagnostica, vaccini e terapie nonché il rafforzamento dei sistemi sanitari nei Paesi a basso reddito.

Ha anche donato dispositivi di protezione, test e dosi di vaccino. La Svizzera ha ottenuto un seggio nella Commissione sugli stupefacenti per il periodo 2022­ 2025.

Parzialmente in corso.

La Svizzera partecipa alle discussioni sulla governance sanitaria globale, sul rafforzamento dell'OMS e sulla preparazione e risposta alle pandemie. La disparità di accesso ai vaccini a livello internazionale, tuttavia, è rimasta sconcertante.

La Svizzera si impegna attivamente a mettere in atto gli impegni assunti nell'ambito delle politiche internazionali in materia di dipendenze.

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Punto della situazione

3.4 In un contesto internazionale minato da crescenti pericoli per il patrimonio culturale dovuti a conflitti armati e catastrofi naturali, la Svizzera persegue una politica attiva con la sua Strategia in materia di protezione del patrimonio culturale minacciato. La Confederazione sostiene vari ambiti della politica culturale all'estero come la promozione cinematografica, le scuole svizzere e il trasferimento di beni culturali. Sul piano multilaterale, la Svizzera mira a partecipare ai programmi dell'UE, è membro attivo del Consiglio esecutivo dell'UNESCO e consolida il ruolo della cultura in seno al Consiglio d'Europa.

È in corso l'attuazione della strategia per la protezione del patrimonio culturale in pericolo. In quanto Stato terzo, la Svizzera è libera di partecipare al programma quadro dell'UE per la promozione del settore audiovisivo e culturale «Creative Europe 2021­2027». Il Consiglio federale valuterà la partecipazione.

In corso.

La strategia viene attuata secondo i piani. In qualità di membro attivo del Consiglio esecutivo dell'UNESCO, la Svizzera si impegna per l'attuazione sostenibile degli strumenti normativi dell'organizzazione.

3.5 La Svizzera sfrutta il potenziale delle città come attori della politica estera mediante partenariati in Svizzera e all'estero. Rafforza il dialogo, soprattutto nell'ambito della sostenibilità, con reti di città rilevanti o tramite UN Habitat. Così facendo combatte gli sviluppi ambientali negativi nonché le conseguenze dei conflitti sulle aree urbane.

La governance urbana è stata rafforzata attraverso la partecipazione agli organi di UN Habitat e altre organizzazioni, nonché attraverso l'attuazione programmatica mediante i mezzi di cooperazione allo sviluppo, soprattutto in contesti fragili.

In corso.

La Svizzera può porre l'attenzione sia a livello istituzionale che mediante progetti.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

4.1 La Svizzera riunisce attori di tutti i gruppi d'interesse per chiarire le responsabilità nello spazio digitale ed elaborare nuovi modelli di governance. Quale «costruttrice di ponti» assume un ruolo chiave nell'attuazione delle raccomandazioni del gruppo di alto livello del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla cooperazione digitale.

Nell'attuazione delle raccomandazioni del gruppo di alto livello, la Svizzera continua a impegnarsi per localizzare parti dell'Ufficio tecnico delle Nazioni Unite a Ginevra. La Svizzera continua inoltre a sostenere attivamente la creazione di un organismo di alto livello («Multi-Stakeholder highlevel body») all'interno dell'Internet Governance Forum dell'ONU, con l'obiettivo di renderlo politicamente più visibile e collegato in rete.

In corso.

Con la Ginevra internazionale in particolare, la Svizzera è leader nella promozione di importanti dialoghi «multi-stakeholder». È stato affinato il profilo come polo globale della digitalizzazione.

4.2 La Svizzera si impegna per una politica globale in materia di digitalizzazione e di gestione dei dati che, grazie a condizioni quadro adeguate, favorisca un accesso e uno sfruttamento dei dati in grado di promuovere lo sviluppo economico e sociale. (...) A tale scopo crea una rete internazionale per la promozione dell'autodeterminazione digitale. Intensificando la collaborazione con l'UE, sfrutta le opportunità legate a uno spazio europeo dei dati e a un mercato unico digitale.

Con un rapporto sulla problematica del cloud, tra cui la «Swiss Internet Jurisdiction» e «GAIA-X», il Consiglio federale ha avviato la discussione su come affrontare la sovranità digitale. A maggio è stata lanciata la rete nazionale per l'autodeterminazione digitale e sono state create le basi per una rete internazionale.

In corso.

Il lavoro sarà portato avanti in conformità con la strategia di politica estera digitale 2021­2024. Tuttavia, c'è ancora molta strada da fare per raggiungere il quadro internazionale desiderato.

4. Digitalizzazione

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Punto della situazione

4.3 La Svizzera sostiene il ruolo di Ginevra come centro della politica digitale e tecnologica globale rafforzando strutture esistenti, quali la Geneva Internet Platform, la fondazione GESDA o il Geneva Dialogue. Inoltre viene intensificata anche la cooperazione con istituti di ricerca di altri Cantoni.

GESDA ha tenuto con successo il primo vertice di anticipazione sulla scienza e la diplomazia di Ginevra.

Nell'ambito del Dialogo di Ginevra, si sono tenuti incontri virtuali ogni due settimane. Il lavoro con i 22 partner industriali è proseguito ed è stata creata una piattaforma di scambio con le autorità di regolamentazione e le organizzazioni di normazione. È stato istituito un Consiglio di partenariato per la piattaforma Internet di Ginevra per fornire un sostegno più ampio.

In corso.

La Ginevra internazionale è stata posizionata con successo come centro globale per la digitalizzazione e le nuove tecnologie con nuove iniziative.

4.4 La Svizzera persegue una politica di più alto profilo nell'ambito della politica estera digitale. Promuove un clima di fiducia a livello internazionale per contenere i rischi.

Poiché il principio di «anteporre il diritto al potere» deve valere anche nel mondo virtuale, sostiene iniziative volte a chiarire l'applicazione del diritto internazionale nel ciberspazio.

La Svizzera è stata attivamente coinvolta nella concretizzazione del diritto internazionale nel ciberspazio, compresi i processi informatici dell'ONU, pubblicando la sua posizione nazionale sull'applicazione del diritto internazionale nel ciberspazio e nel contesto di un dialogo di esperti. In tal modo, si è concentrata sul diritto umanitario internazionale. Nell'OSCE è stata coinvolta nell'attuazione di misure volte a rafforzare la fiducia.

In corso.

La conferma e la concretizzazione da parte delle Nazioni Unite della validità del diritto internazionale, in particolare del diritto internazionale umanitario, nel ciberspazio segna una pietra miliare nei dibattiti internazionali.

4.5 La Svizzera aiuta i Paesi in via di sviluppo a utilizzare le nuove tecnologie e a fronteggiare i relativi rischi. (...) In collaborazione con partner selezionati, come il CICR, elabora le condizioni quadro per la protezione di dati umanitari digitali.

Le misure Tech4Good hanno continuato ad acquisire importanza nell'ambito di CI. Il DFAE ha portato avanti il dibattito internazionale sulla protezione dei dati umanitari e ha effettuato una valutazione dettagliata delle necessità di migliorare la protezione dei dati delle organizzazioni internazionali e dei dati dei servizi consolari e diplomatici.

In corso.

La Svizzera ha sviluppato un profilo riconosciuto a livello internazionale e sta lavorando attivamente per specificare possibili misure per proteggere i dati in Svizzera.

La nuova Divisione Digitalizzazione del DFAE sta contribuendo a rafforzare ulteriormente il profilo della politica estera digitale.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

5.1 Mediante la conclusione di un accordo istituzionale, la Svizzera consolida l'accesso al mercato interno dell'UE, rinsalda la via bilaterale nel suo complesso e ne rende possibile l'ulteriore sviluppo grazie alla stipulazione di nuovi accordi di accesso al mercato.

Nel caso in cui non si dovesse trovare un'intesa sull'accordo istituzionale, la Svizzera elabora per tempo misure concrete negli ambiti della collaborazione settoriale con l'UE in modo da attenuare le ripercussioni negative.

A causa di divergenze sostanziali senza prospettive di risoluzione, il Consiglio federale ha deciso di porre fine ai negoziati su un accordo istituzionale con l'UE. Dall'altro lato, ha attuato misure di mitigazione per limitare le conseguenze negative di un mancato accordo istituzionale e ha deciso una serie di misure volte a stabilizzare la prosecuzione del percorso bilaterale con l'UE.

Parzialmente in corso.

Il consolidamento e l'ulteriore sviluppo del percorso bilaterale richiede un nuovo tentativo nell'ambito del quale la politica estera e quella interna sono strettamente coordinate.

5.2 La Svizzera porta a termine i negoziati in corso con l'UE, soprattutto in materia di elettricità, sicurezza alimentare e salute pubblica, e si assicura la partecipazione ai programmi dell'UE, specialmente nei campi della ricerca e dell'innovazione.

In considerazione della conclusione dei negoziati sull'accordo istituzionale, non è stato possibile concludere nuovi accordi sul mercato interno (elettricità, sicurezza alimentare) con l'UE. Allo stesso modo, l'UE non era pronta a concludere accordi di cooperazione (sanità pubblica) o a tenere colloqui sulla partecipazione ad altri importanti programmi dell'UE (in particolare nei settori della ricerca e dell'istruzione).

Non in corso.

A causa del legame creato dall'UE con le questioni istituzionali, i negoziati sono bloccati.

5. Europa

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

5.3 La Svizzera sfrutta la sua associazione a Schengen/Dublino per tutelare i suoi interessi in materia di lotta contro la criminalità e contro la migrazione irregolare e di protezione delle frontiere a livello europeo.

La Svizzera rafforza la sua sicurezza e quella dell'Europa recependo e attuando gli sviluppi dell'acquis di Schengen.

Il Parlamento ha approvato cinque sviluppi dell'acquis di Schengen (SIS, IOP, ETIAS, FADO, Frontex) e sono state aperte tre consultazioni (BMVI, VIS, ETIAS). Sulla base dei suoi diritti di partecipazione a Schengen, la Svizzera ha avuto, tra l'altro, accesso ai formati UE di crisi COVID ed è stata coinvolta nell'elaborazione dell'ordinanza sul certificato UE.

In corso.

La Svizzera ha compiuto ulteriori sviluppi e può contribuire in modo mirato ai suoi interessi.

5.4 Per garantire la coerenza della propria politica europea la Svizzera esamina, laddove opportuno, il rapporto tra gli obiettivi primari di quest'ultima e le sue altre politiche estere, crea appositi strumenti di coordinamento e conduce un dialogo regolare con l'UE (...).

L'intenso coordinamento politico interno è proseguito. In materia di politica estera, la Svizzera ha sottolineato di essere un partner affidabile. La Svizzera ha proposto all'UE di stabilire un dialogo strutturato di alto livello per affrontare in modo coerente tutta la cooperazione bilaterale, nonché sviluppare e seguire un'agenda comune. Questo dialogo di alto livello deve anche servire per trattare temi di politica estera.

In corso.

Il Consiglio federale adotta varie misure per garantire la coerenza della politica europea.

5.5 I diritti e i gli obblighi reciproci vigenti tra la Svizzera e il Regno Unito vanno, per quanto possibile, garantiti giuridicamente nel quadro dell'attuazione della strategia Mind the Gap. Il rapporto bilaterale tra la Svizzera e il Regno Unito sarà inoltre approfondito e ampliato (Mind the Gap Plus).

Dall'inizio del 2021 sono in vigore sei nuovi accordi che la Svizzera ha negoziato con il Regno Unito nell'ambito della strategia «Mind the gap». Nel corso dell'anno si sono aggiunti ulteriori tre accordi. I due Paesi stanno inoltre lavorando per approfondire le loro relazioni in vari ambiti.

È stato inoltre convenuto un memorandum politico d'intesa che definisce a grandi linee la via della futura cooperazione.

In corso.

Le relazioni bilaterali si sviluppano positivamente e nell'interesse reciproco.

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Punto della situazione

6. Altre regioni e Paesi prioritari nel mondo 6.1 Europa sudorientale, Europa orientale e regioni confinanti: la Svizzera persegue una politica di dialogo critico e costruttivo con la Russia e la Turchia.

Intensifica il proprio impegno negli Stati dell'Europa orientale al fine di rafforzarne l'indipendenza. Finché la Russia e la Georgia non intratterranno rapporti diplomatici, la Svizzera è disposta a garantire la comunicazione tra questi due Stati sulla base di un mandato di potenza protettrice.

La Svizzera ha proseguito i dialoghi critici e costruttivi con la Russia e la Turchia nell'ambito di colloqui regolari. Nel 2021 la Svizzera ha assunto la presidenza della Conferenza sulla riforma ucraina 2022.

Continua a rappresentare gli interessi della Georgia e della Russia.

In corso.

La politica indipendente della Svizzera si sta dimostrando efficace ed è la base centrale per il suo ruolo di presidente della conferenza sulla riforma ucraina a Lugano nel 2022.

6.2 Africa subsahariana: la Svizzera formula una strategia per l'Africa.

Rafforza la collaborazione con l'Unione africana, consolidando così le sue relazioni di partenariato con i Paesi africani, anche in vista della candidatura della Svizzera a un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.

La Strategia Africa subsahariana 2021­2024 della Svizzera è stata adottata dal Consiglio federale. Contatti di alto livello hanno permesso di rafforzare le relazioni con i Paesi africani e di assicurare il loro sostegno alla candidatura svizzera al Consiglio di sicurezza.

In corso.

L'attuazione della Strategia procede. La politica svizzera per l'Africa ha guadagnato un profilo.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

6.3 Regione MENA: la Svizzera elabora una strategia per la regione e, oltre a puntare sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, rafforza l'accento sullo sviluppo economico e sulle prospettive professionali per i giovani sul posto; inoltre promuove condizioni quadro favorevoli per le imprese svizzere. Continua a mettere a disposizione in tutta la regione i suoi buoni uffici, soprattutto per quanto riguarda i mandati di potenza protettrice per l'Iran e nei confronti di quest'ultimo.

Il consigliere federale Cassis ha discusso le priorità della strategia MENA con 12 Paesi. Il presidente della Confederazione Parmelin ha visitato Israele, il Territorio palestinese occupato e gli Emirati Arabi Uniti per rafforzare la cooperazione nei settori dell'economia e dell'occupazione giovanile.

La presenza della Svizzera all'Expo Dubai ha permesso di rafforzare la cooperazione in materia di istruzione, ricerca e innovazione con gli Stati del Golfo. La Svizzera si è impegnata a favore della stabilizzazione politica della Libia e dell'attenuazione delle crisi umanitarie in Siria e in Yemen. Il DFAE ha nominato un ambasciatore speciale per l'area MENA, che si concentrerà principalmente sul Medio Oriente e la regione del Golfo.

In corso.

L'attuazione della strategia sta procedendo secondo i piani. I buoni uffici della Svizzera rimangono fortemente richiesti nella regione. La questione dello sviluppo economico e delle prospettive lavorative per i giovani rimane la priorità assoluta

6.4 Asia: la Svizzera aggiorna la sua strategia Cina e crea organismi di coordinamento interdipartimentali ai fini di una maggiore coerenza.

Nell'ambito della Nuova via della seta (BRI), si impegna per migliorare le condizioni quadro per la partecipazione di imprese svizzere a progetti BRI.

Nel contempo si adopera affinché la BRI sia guidata dai valori e dagli obiettivi delle organizzazioni e istituzioni multilaterali riconosciute. Inoltre rafforza in modo mirato la collaborazione con l'u.

Il 19 marzo 2021 il Consiglio federale ha adottato la strategia Cina. È stato costituito il gruppo di lavoro interdipartimentale incaricato dell'attuazione. Per quanto riguarda BRI, sono stati presi contatti ad alto livello.

Nell'ambito del partenariato di dialogo settoriale con l'ASEAN, è stato elaborato un piano d'azione per la seconda fase della cooperazione tecnica (2022­2026).

Parzialmente in corso.

La coerenza della politica cinese della Svizzera è stata rafforzata. La situazione epidemiologica ha limitato lo scambio su BRI.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

6.5 Americhe: la Svizzera sostiene il consolidamento delle condizioni quadro giuridiche in vari settori (commercio, investimenti, fiscalità, innovazione) allo scopo di intensificare ulteriormente le relazioni economiche talvolta già strette. Con molti Paesi della regione vi è un'ampia condivisione di valori e obiettivi a livello multilaterale e la Svizzera si impegnerà insieme a loro a favore delle proprie priorità in ambito multilaterale.

Nel 2021 è entrato in vigore un accordo per evitare la doppia imposizione con il Brasile e un accordo sul clima con il Perù. È stato rinnovato con gli USA un memorandum d'intesa nel settore della formazione professionale. Proseguiranno gli sforzi per modernizzare gli accordi di libero scambio con il Cile, il Canada, la Colombia e il Messico.

Parzialmente in corso.

Sono entrati in vigore accordi importanti e innovativi e la Svizzera ha collaborato con partner di organizzazioni internazionali. L'accordo di libero scambio AELSMERCOSUR previsto non è ancora pronto per essere firmato a causa di idee divergenti nei settori dell'agricoltura e della sostenibilità.

Anche se alcuni nuovi Governi nelle Americhe fissano priorità diverse, l'affinità multilaterale con la regione rimane alta e si è intensificata nei confronti degli USA.

7. Multilateralismo 7.1 La Svizzera sostiene gli sforzi di riforma dell'ONU. Interviene in modo mirato in alleanze che si adoperano per proteggere la popolazione civile nei conflitti armati e rivendicano più responsabilizzazione e trasparenza nei metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza.

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La Svizzera ha sostenuto l'attuazione delle riforme e ha avviato negoziati corrispondenti. Ha contribuito a rendere più trasparente il lavoro del Consiglio di sicurezza, compresa l'elezione del Segretario Generale, soprattutto nei confronti degli Stati non membri dell'ONU. In qualità di presidente del gruppo di amici per la protezione della popolazione civile, ha coordinato la settimana virtuale dedicata al tema.

In corso.

Nell'ambito delle sue possibilità, la Svizzera è stata in grado di realizzare progressi o mantenere quanto ha realizzato insieme a Stati che condividono le sue posizioni.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

7.2 La Svizzera sfrutta il partenariato strategico con il CICR per promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario e si adopera per il buon funzionamento della Corte penale internazionale.

Si impegna per una maggiore collaborazione tra la Banca Mondiale e l'ONU al fine di contrastare le cause di fondo della fragilità e della violenza.

La Svizzera ha condotto insieme al CICR sforzi bilaterali e multilaterali per rafforzare il diritto internazionale umanitario. Il Consiglio federale ha adottato un messaggio che mira ad ampliare la competenza della Corte penale internazionale nei confronti del crimine di affamare le popolazioni civili. Attraverso un dialogo rafforzato e contributi strategici, la Svizzera ha incoraggiato l'ONU e la Banca mondiale a rafforzare la collaborazione per meglio comprendere e rispondere alle cause profonde dei conflitti.

In corso.

Il diritto internazionale umanitario è stato rafforzato. L'ONU e la Banca mondiale hanno rafforzato la loro collaborazione, ma devono concretizzare maggiormente i loro impegni globali a livello nazionale.

7.3 La Svizzera sfrutta la possibilità di contribuire ai lavori del G20 in veste di Stato ospite, rafforzando le relazioni con questo forum.

Sotto la presidenza italiana del G20, la Svizzera ha partecipato per la settima volta al «Finance Track». Nello «Sherpa Track» la Svizzera ha partecipato ai gruppi di lavoro «Lotta alla corruzione», «Commercio e investimenti» e «Salute» nonché alle riunioni ministeriali su questi temi.

In corso.

La partecipazione della Svizzera è ormai consolidata.

7.4 La Svizzera rafforza la sua attrattiva e competitività in qualità di Stato ospite, facendo leva sull'universalizzazione della presenza diplomatica sul suo territorio, sull'organizzazione di conferenze internazionali e di colloqui di pace nonché su un posizionamento netto rispetto alle tematiche del futuro.

La Svizzera ha sostenuto gli attori internazionali presenti sul suo territorio anche durante la pandemia. Essa ha ospitato numerose riunioni nel quadro dei processi di pace sulla Libia (4), la Siria (2) e Cipro (1), nonché il vertice Biden-Putin. Gestendo la crisi pandemica in modo flessibile, ha rafforzato la competitività della Ginevra internazionale nei confronti di altre città ospiti.

In corso.

Malgrado le difficoltà legate alle restrizioni in vigore, la Svizzera mantiene la sua attrattiva in qualità di Stato ospite di organizzazioni e di conferenze internazionali e attua misure contenute nel Messaggio Stato ospite 2020­2023. Il vertice Biden-Putin mostra l'attrattiva dei buoni uffici della Svizzera.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

7.5 La Svizzera persegue maggiormente iniziative diplomatiche tematiche, settoriali e regionali con Stati e gruppi di Stati affini, che condividono le sue posizioni.

La Svizzera ha avviato iniziative con Stati che condividono le sue posizioni: all'ONU, per esempio, essa ha elaborato una risoluzione contro la pena di morte con il Benin, il Belgio, il Costa Rica, la Francia, il Messico, la Mongolia e la Moldavia.

Inoltre, essa è coinvolta nell'Alleanza per il multilateralismo condotta dalla Germania e dalla Francia.

Con la Svezia ha organizzato due eventi sullo Yemen.

In corso.

L'approccio del rispetto degli interessi attraverso una maggiore cooperazione con gli Stati che condividono la stessa posizione si sta rivelando efficace.

8. Rete esterna e servizi di prossimità 8.1 La Svizzera gestisce una rete esterna ottimale, su cui fondare la politica estera. Verifica regolarmente l'ubicazione e i compiti delle circa 170 rappresentanze. Conformemente all'approccio One Switzerland, nella rete esterna è promossa sistematicamente la collaborazione con tutti gli attori, da quelli che operano nella cultura o nell'economia a quelli che operano nella scienza o in altri settori.

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Il 1° agosto la Svizzera ha aperto un consolato a Osaka per rafforzare la cooperazione nei settori dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione. Nel quadro del mandato di riequilibrio conferito dal capodipartimento nel 2020, il DFAE rafforza la rete esterna entro il 2024 per migliorare la sostenibilità e la resistenza alle crisi.

In corso.

La rete esterna sarà ulteriormente rafforzata, l'approccio «One-Switzerland» è già ampiamente sancito.

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Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

8.2 Nel selezionare il personale, la Confederazione presta attenzione a un'equa rappresentanza della popolazione a tutti i livelli gerarchici. Sono promossi modelli di lavoro flessibili e la conciliabilità tra lavoro e altri ambiti della vita come pure la formazione continua del personale. È migliorata la permeabilità tra le carriere professionali.

Il DFAE ha adottato misure per garantire una rappresentatività ancora migliore in base al sesso, all'età e alle lingue a livello di quadri superiori. Per migliorare la compatibilità tra lavoro e altri ambiti della vita è stata pubblicata una nuova guida «Lavoro flessibile presso il DFAE». Esso ha ulteriormente sviluppato la sua offerta formativa, dispone di principi di permeabilità e sta gradualmente rendendo più flessibili le carriere. È possibile un reinserimento nella carriera.

In corso.

La promozione del pluralismo e la formazione personale nel Dipartimento sono una priorità della Direzione del Dipartimento.

8.3 La Svizzera promuove le «rappresentanze sostenibili». Il Consiglio federale si impegna per una riduzione delle emissioni di CO2 attraverso un maggior ricorso a videoconferenze, la distribuzione ottimale della rete esterna e la diminuzione dei viaggi in aereo. Nella politica estera difende i propri obiettivi ambientali e presta attenzione al proprio bilancio ambientale.

Il DFAE si è posto l'obiettivo di ridurre del 3 per cento annuo l'impronta carbone dei suoi viaggi aerei prenotati dalla Centrale viaggi della Confederazione. Nel 2021 questa riduzione è stata ottenuta senza problemi, anche a causa della pandemia.

In corso.

Il DFAE applica costantemente nuove norme sui viaggi d'affari della Confederazione e amplia continuamente soluzioni di videoconferenza.

8.4 Il Centro di gestione delle crisi del DFAE rafforza le capacità di gestione delle crisi e la cultura della sicurezza (...). La sicurezza delle rappresentanze è verificata regolarmente e rafforzata mediante nuove tecnologie. In contesti particolarmente difficili si fa appello a esperti in materia di sicurezza.

L'attenzione è rivolta all'educazione specifica e alla formazione del personale del DFAE nel settore della gestione della sicurezza e delle crisi mediante corsi e missioni. L'offerta formativa dei corsi è costantemente controllata e adattata. L'applicazione informatica KMZdigital si trova nella fase di realizzazione. Sono state approvate tre nuove posizioni per consiglieri regionali per la sicurezza (CRS).

In corso.

Nell'affrontare le pandemie e le crisi in via di sviluppo come in Afghanistan, la cultura e le capacità di gestione delle crisi nel DFAE sono state ulteriormente rafforzate.

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Punto della situazione

8.5 In veste di importante polo della scienza e dell'innovazione, la Svizzera gestisce, da sola o con altri partner, un'offerta che sfrutta sistematicamente le possibilità offerte dalla digitalizzazione. L'offerta online e mobile in materia di servizi consolari è ampliata continuamente, prestando particolare attenzione all'identificazione elettronica sicura e affidabile degli utenti (...).

È disponibile il «Piano d'azione 2021­2022 per la trasformazione digitale nel settore dei servizi» che mostra le fasi di ampliamento dell'offerta online e mobile.

I primi progetti sono stati completati (Travel Admin Web, digitalizzazione dei processi di stato civile) o sono in fase avanzata (nuova applicazione per la comunità degli Svizzeri all'estero).

In corso.

Le soluzioni di identificazione esistenti funzionano, ma un'identificazione elettronica ampiamente consolidata dovrebbe aumentare ulteriormente la facilità d'uso per la clientela e le autorità.

9.1 Il Consiglio federale assicura una comunicazione trasparente, tempestiva, proattiva e di qualità sulla propria politica estera, prestando attenzione alla coerenza della comunicazione in Svizzera e all'estero.

Il DFAE e la Cancelleria federale coordinano la comunicazione sulle decisioni della politica estera del Consiglio federale. La sezione del DFAE responsabile della comunicazione è stata riorganizzata per fornire informazioni disponibili più rapidamente e trasmetterle ai gruppi target con un linguaggio comprensibile. È stata ulteriormente ampliata la collaborazione con la rete esterna (social media, Web).

In corso.

La comunicazione è trasparente, proattiva e di qualità garantita.

9.2 Il potenziale comunicativo dei social media è sfruttato in modo più sistematico sia dalla Centrale sia dalla rete esterna per rispondere alle esigenze di maggiore chiarezza in Svizzera e per sostenere sia i bisogni di comunicazione in loco sia l'attuazione della Strategia di politica estera e della Strategia della comunicazione internazionale.

Lo scambio regolare con la rete esterna rafforza la coerenza della comunicazione in Svizzera e all'estero anche nel settore dei media sociali. Per i temi attuali si spiega il collegamento tra la Strategia di politica estera o delle strategie subordinate.

In corso.

L'utilizzo dei media sociali è stato intensificato e la comunicazione è migliorata in particolare tra le giovani generazioni. La collaborazione tra la Centrale e la rete esterna funziona bene.

9. Comunicazione

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Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2021

Punto della situazione

9.3 Il DFAE mantiene il dialogo con la popolazione sulla politica estera e la diplomazia svizzera. A tal fine ripropone il progetto Meet the Ambassadors, avviato come pilota nel 2019.

Nel 2021 a causa del coronavirus non è stato possibile realizzare il progetto «Meet the Ambassadors».

Parzialmente in corso.

A causa della pandemia, il contatto diretto e lo scambio con la popolazione sono stati limitati.

9.4 La partecipazione della Svizzera a grandi eventi internazionali è sfruttata coinvolgendo partner della politica, dell'economia, della scienza, del turismo, dello sport, della cultura e della società. Vi rientrano in particolare la House of Switzerland alle Olimpiadi 2020 di Tokyo e 2022 di Pechino nonché la partecipazione all'Expo 2020 di Dubai. Dopo il successo del progetto del 2019, il Forum economico mondiale (WEF) fungerà ancora di più da piattaforma della comunicazione internazionale.

La partecipazione all'Expo a Dubai, posticipata dopo il 2021, procede secondo i piani. La partecipazione con la House of Switzerland alle Olimpiadi di Tokyo è stata annullata a causa della pandemia e nel 2021 non si è nemmeno tenuto il WEF a Davos. Poco tempo prima è stata realizzata una House of Switzerland pop-up a Stoccarda per sostenere la tutela degli interessi in Germania.

Parzialmente in corso.

L'attuazione delle misure dipende dagli ulteriori sviluppi nel contesto della pandemia.

9.5 In stretta collaborazione con i partner sono concepite campagne di comunicazione internazionale dedicate a temi come le relazioni Svizzera-UE, la Svizzera quale polo dell'innovazione, la candidatura al Consiglio di sicurezza dell'ONU nonché l'attuazione dell'Agenda 2030. Queste campagne completano e rafforzano le strategie attuate nei relativi settori.

La pandemia ha reso difficile la realizzazione di eventi. Tuttavia, sono state svolte numerose attività tra cui alcune relative alla piazza finanziaria, all'innovazione e alla candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU. I temi delle campagne sono stati anche al centro della partecipazione della Svizzera a Stoccarda e a Dubai.

Il feedback delle parti interessate è stato positivo. La Svizzera ha sostenuto le strategie applicabili sui rispettivi temi con misure di comunicazione.

Parzialmente in corso.

L'obiettivo è stato raggiunto nella misura in cui le condizioni della pandemia lo consentono.

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