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22.081 Messaggio concernente un credito d'impegno per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini 2024­2027 del 2 dicembre 2022

Onorevoli presidenti e consiglieri, Onorevoli presidenti e consiglieri, con il presente messaggio vi sottoponiamo, per approvazione, un disegno di decreto federale concernente un credito d'impegno per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini nel periodo 2024­2027.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

2 dicembre 2022

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis Il cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr

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Compendio Per garantire il proseguimento del sostegno della Confederazione ai tre Centri ginevrini, con il presente messaggio viene chiesto alle Camere federali un credito d'impegno di 129,7 milioni di franchi per il periodo 2024­2027. I beneficiari del sostegno sono il Centro per la politica di sicurezza (GCSP), il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD) e il Centro per la governance del settore della sicurezza (DCAF).

Situazione iniziale I Centri ginevrini sono riconosciuti a livello internazionale e godono di un ampio sostegno. Sono uno strumento della politica estera e di sicurezza della Svizzera, in particolare della cooperazione allo sviluppo e della promozione della pace, e nello stesso tempo parte integrante della Ginevra internazionale. Il GICHD ha un ruolo chiave nella governance, nello sviluppo e nell'attuazione di norme e standard nell'ambito dello sminamento umanitario. Il GCSP è una piattaforma unica di networking, consulenza e formazione nel campo della politica di sicurezza. Il DCAF si è ritagliato una posizione ottimale nel sostegno a riforme globali del settore della sicurezza.

Negli ultimi anni i Centri ginevrini sono cresciuti in termini sia di personale che di fatturato per la costante richiesta dei loro servizi e l'eccellente qualità del lavoro svolto. Pertanto, il periodo 2024­2027 sarà principalmente all'insegna del consolidamento delle finanze e dell'orientamento strategico. I Centri dovranno rafforzare i loro profili e definire le priorità.

Gli attuali sconvolgimenti geopolitici hanno implicazioni per i Centri ginevrini: la guerra sferrata dalla Federazione russa contro l'Ucraina accentua infatti tendenze in atto da circa 20 anni. Nuove e persistenti sfide che minacciano la tenuta dell'ordine mondiale liberale sono riscontrabili anche in altre parti del mondo, dall'Afghanistan alla Siria alla regione del Sahel. Si stanno profilando con chiarezza i nuovi contorni del sistema internazionale: anche l'Europa vede la conclusione di un'epoca relativamente pacifica, che in un'ottica storica ha rappresentato un'eccezione piuttosto che la regola, e l'inizio di un'altra fase maggiormente caratterizzata da conflitti e antagonismi economici, strategici e ideologici. Valori come la libertà, la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto sono sotto pressione
in tutto il mondo ed è evidente che commercio e dialogo non portano necessariamente alla pace e sicurezza.

I tre Centri ginevrini devono tenere conto di questi sviluppi e mettere continuamente in discussione in modo autocritico i loro approcci e le loro chiavi di lettura, posizionandosi in maniera flessibile e innovativa e migliorando l'orientamento all'efficacia.

In questo modo potranno mantenere la loro posizione, sul mercato internazionale, di fornitori di servizi nei succitati settori chiave della politica estera e di sicurezza e fornire un valore aggiunto alla politica estera e di sicurezza della Svizzera, in generale, e più specificamente alla Ginevra internazionale.

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Da parte sua, la Confederazione approfondirà e potenzierà la cooperazione laddove ritenuta proficua e nell'interesse reciproco. Il Consiglio federale intende servirsi ancora di più dei tre Centri ginevrini come strumenti per la salvaguardia degli interessi di politica estera e di sicurezza e per il conseguimento dei suoi obiettivi. Questo comporta il posizionamento della Ginevra internazionale quale centro globale catalizzatore di competenze specialistiche nel campo della politica estera e di sicurezza e delle questioni umanitarie.

Contenuto del progetto Il credito d'impegno sottoposto ad approvazione, pari a 129,7 milioni di franchi, corrisponde alla somma dei fondi previsti nel piano finanziario 2024­2026 del 17 agosto 2022 e al valore previsto per l'anno 2027 (valore del piano finanziario 2024 con un rincaro dello 0,6 %). Il credito supera quindi di 1,7 milioni di franchi quello del periodo precedente. Al netto dell'inflazione, i contributi della Confederazione ai Centri ginevrini rimarranno dunque allo stesso livello del 2016.

Dal 2016 i Centri hanno potuto potenziare in modo significativo i loro servizi e le loro offerte grazie a fondi di terzi. Di conseguenza, la quota di finanziamento della Confederazione è scesa dal 65 al 55 per cento. I servizi dei tre Centri continuano pertanto a essere richiesti a livello internazionale.

Con i fondi richiesti, i Centri ginevrini definiranno nuove priorità, portando sempre avanti le attività che si sono rivelate efficaci. Il GCSP investirà maggiormente in dialoghi diplomatici per superare tensioni sia geopolitiche sia regionali. Il GICHD consoliderà le sue attività nell'ambito della riduzione dei rischi legati alle mine e ad altri ordigni bellici e promuoverà nuovi standard e tecnologie per affrontare nuove sfide che si sono profilate. Il DCAF accelererà la focalizzazione geografica del suo operato nel settore della sicurezza e porrà un accento sull'Europa per garantire che il buongoverno rimanga al centro della politica di sicurezza e di difesa comune. A tal fine, intensificherà anche la cooperazione con l'ONU, l'UE e la NATO.

Tutti e tre i centri sono presenti in Ucraina da diversi anni (cfr. allegato 2). Il GCSP offre dei forum di discussione per esperti, ad esempio su questioni di sicurezza europea o di garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Il
GICHD continua il suo programma di sminamento umanitario; l'Ucraina utilizza il sistema informativo per lo sminamento IMSMA sviluppato dal GICHD dal 2012. Il GICHD si occupa anche di formazione e sensibilizzazione. Inoltre, conduce seminari con i Paesi donatori per adattare al meglio il loro sostegno alle esigenze dell'Ucraina. Il DCAF collabora con le forze di sicurezza su questioni di diritto umanitario internazionale e sostiene la magistratura in questioni di comunicazione strategica, sviluppo organizzativo o trasparenza e integrità. Fino a prima dell'inizio della guerra aveva un ufficio operativo, che potrà essere riaperto non appena la situazione lo consentirà.

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Indice Compendio

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Situazione iniziale 1.1 I Centri ginevrini come strumenti di attuazione della politica estera e di sicurezza della Svizzera 1.2 Rilevanza internazionale e caratteristiche di unicità 1.3 Servizi resi 1.3.1 Valutazione esterna 1.3.2 Adempimento dei mandati 1.4 Rapporto con il programma di legislatura e con la pianificazione finanziaria

6 7 9 9 9 11

Priorità 2024­2027 2.1 Prospettive 2.2 Mandati e priorità comuni ai tre Centri 2.3 Centro per la politica di sicurezza (GCSP) 2.3.1 Mandato 2.3.2 Priorità 2024­2027 2.4 Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD) 2.4.1 Mandato 2.4.2 Priorità 2024­2027 2.5 Centro per la governance del settore della sicurezza (DCAF) 2.5.1 Mandato 2.5.2 Priorità 2024­2027 2.6 Importanza della Maison de la Paix per i Centri ginevrini e per Ginevra 2.7 Gestione della cooperazione

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3

Contenuto del decreto di stanziamento 3.1 Proposta del Consiglio federale 3.2 Commento alle singole disposizioni 3.3 Stima del rincaro

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4

Ripercussioni 4.1 Ripercussioni per la Confederazione 4.2 Ripercussioni per i Cantoni e i Comuni 4.3 Ripercussioni sull'economia 4.4 Ripercussioni sulla società 4.5 Altre ripercussioni

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5

Aspetti giuridici 5.1 Costituzionalità e legalità 5.2 Compatibilità con gli impegni internazionali della Svizzera

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5.3 5.4 5.5

Forma dell'atto Subordinazione al freno alle spese Conformità alla legge sui sussidi 5.5.1 Importanza del sussidio per raggiungere gli obiettivi perseguiti 5.5.2 Procedura e gestione della concessione dei sussidi

Allegati 1 Rapporto sull'attività dei Centri ginevrini 2020­2023 2 I Centri di Ginevra in Ucraina Decreto federale concernente un credito d'impegno per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini negli anni 2024­2027 (Disegno)

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Messaggio 1

Situazione iniziale

1.1

I Centri ginevrini come strumenti di attuazione della politica estera e di sicurezza della Svizzera

I tre Centri ginevrini sono il Centro per la politica di sicurezza (Geneva Centre for Security Policy, GCSP), il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (Geneva International Centre for Humanitarian Demining, GICHD) e il Centro per la governance del settore della sicurezza (Geneva Centre for Security Sector Governance, in precedenza Geneva Centre for the Democratic Control of Armed Forces, DCAF). I Centri sono fondazioni indipendenti di diritto privato svizzero istituite dalla Confederazione. Sin dal principio era stato previsto il coinvolgimento di altri Stati: oggi, nei Consigli di fondazione sono rappresentati da 20 (GICHD) a 52 (GCSP) Paesi. Il carattere internazionale dei Centri è un aspetto voluto che ne alimenta il prestigio e l'influenza. Allo stesso tempo, sono percepiti a livello internazionale come un'iniziativa svizzera e associati all'idea di imparzialità, responsabilità umanitaria, responsabilità individuale, esperienza e professionalità, di cui anche la Svizzera si fa portavoce. I Centri ginevrini sono uno strumento della politica estera e di sicurezza della Svizzera, in particolare della cooperazione internazionale e della promozione della pace.

Sin dalla loro costituzione, il partenariato tra la Confederazione e i Centri si è fondato sui seguenti tre obiettivi: 1) rafforzare un ordine internazionale pacifico e basato sulle regole, anche come contributo al Partenariato per la pace (PPP); 2) sviluppare Ginevra come polo per le questioni umanitarie, di pace e di politica di sicurezza; 3) acquisire e ampliare le competenze svizzere in settori importanti per la politica estera e di sicurezza della Svizzera. La Confederazione concretizza questi obiettivi mediante un contratto quadro pluriennale e convenzioni sulle prestazioni annuali.

A tal fine si basa da un lato su quanto previsto dalla Costituzione federale1 (art. 2 e 54) e dall'altro sugli obiettivi strategici della politica estera e di sicurezza (cfr. Strategia di politica estera 2020­20232 e La politica di sicurezza della Svizzera3). Il partenariato con i Centri è anche parte integrante della strategia di cooperazione internazionale, della strategia di controllo degli armamenti e di disarmo, della strategia di politica estera digitale4 e del messaggio concernente le misure per rafforzare il ruolo della Svizzera quale
Stato ospite5. Infine, i rapporti sulla politica di sicurezza costituiscono una base importante per determinare le priorità dei Centri. I Centri, quindi, non solo contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di politica estera e di sicurezza, ma fungono anche da punto di collegamento tra gli obiettivi della Svizzera e concorrono

1 2 3 4 5

RS 101 www.eda.admin.ch > Politica estera > Strategie e principi fondamentali > Strategia di politica estera.

FF 2021 2895 Tutte e tre le strategie sono consultabili all'indirizzo www.eda.admin.ch > Politica estera > Strategie e principi fondamentali > Strategie tematiche.

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in maniera fondamentale all'attuazione dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile.

1.2

Rilevanza internazionale e caratteristiche di unicità

Negli ultimi quattro anni i Centri ginevrini hanno potuto continuare nonché consolidare la loro crescita in un ambiente internazionale competitivo grazie ai finanziamenti di terzi. Questo dimostra che i prodotti e i servizi dei Centri continuano a essere richiesti su scala globale e conferma la rilevanza dei loro mandati nonché la loro flessibilità e adattabilità, comprovate anche durante la pandemia. Si è rivelato vantaggioso anche il fatto che siano rimasti realtà uniche nella loro forma di fondazioni private con sponsorizzazione statale internazionale e stretta collaborazione con uno Stato neutrale. Inoltre, la collocazione dei tre Centri a Ginevra li rende particolarmente interessanti come sedi per incontri e offre loro l'opportunità di integrare le competenze di altre organizzazioni (cfr. n. 2.6).

Il GICHD e il suo ruolo chiave nell'ambito dello sminamento umanitario, dello sviluppo e dell'attuazione delle regolamentazioni e degli standard internazionalmente applicabili Il GICHD è stato incaricato dalle Nazioni Unite di occuparsi dell'attività centrale di normazione e standardizzazione nel campo dello sminamento umanitario. Il Centro è riuscito a svolgere questo compito coinvolgendo gli Stati interessati e altri attori rilevanti (organizzazioni internazionali, società civile, organizzazioni attive nel campo dello sminamento). Riunisce nel proprio Consiglio di fondazione i donatori ­ Paesi e organizzazioni come l'ONU e l'UE ­ nonché gli Stati direttamente toccati dal problema delle mine e di altri ordigni bellici. Il Centro trae vantaggio dall'avere la propria sede nelle immediate vicinanze della Conferenza sul disarmo delle Nazioni Unite, dei luoghi di incontro tra Stati e delle organizzazioni che si occupano di questioni di disarmo a Ginevra. Tutti questi fattori consentono al GICHD di crearsi una buona rete e di posizionarsi come partner affidabile in grado di elaborare soluzioni su misura con gli Stati colpiti dal problema.

Negli ultimi anni il numero delle vittime e delle superfici nuovamente contaminate è tornato a crescere per l'utilizzo non solo delle mine, ma anche di altri tipi di ordigni bellici. L'esempio più recente è quello dell'Ucraina dopo l'attacco da parte della Russia. Il GICHD ne ha tenuto conto nella sua strategia: si concentra dunque sulla riduzione sistematica dei rischi
associati alla manipolazione di tutti i tipi di ordigni bellici (mine, munizioni a grappolo, depositi di munizioni ecc.) e come seconda priorità sostiene la completa eliminazione delle mine.

Il GCSP e il suo intreccio innovativo di formazione, dialogo e consulenza Il GCSP è unico nel suo genere perché la sua offerta combina tre linee d'azione: si focalizza su formazioni inerenti a temi critici della politica di sicurezza; dà spazio al dialogo tra esperti e decisori; offre consulenza su questioni della politica estera e di sicurezza. Questi tre pilastri sono stati ponderati in modo diverso a seconda della richiesta e delle condizioni quadro. Negli ultimi anni il GCSP ha sviluppato un'interessante 7 / 38

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offerta di corsi (Executive Education) abbinata a una solida rete mondiale di ex studenti e fellow (cfr. n. 1.3.2).

L'attacco della Russia all'Ucraina sferrato il 24 febbraio 2022 ha alcune implicazioni anche per il GCSP: in primo luogo, nel maggio del 2022 una netta maggioranza del Consiglio di fondazione ha deciso di escludere la Russia dal consesso; in secondo luogo, il margine di manovra del GCSP in termini di dialogo con la Russia si è ridotto a seguito dell'attacco di quest'ultima al Paese vicino; la Russia ha interrotto il dialogo e optato per la guerra. Rimangono tuttavia aperti alcuni canali di dialogo e in futuro il GCSP potrebbe tornare a essere una piattaforma di scambio decisiva.

Nonostante il difficile contesto, il GCSP può continuare a svolgere il suo ruolo di piattaforma di dialogo. In effetti, la domanda di canali di dialogo è aumentata negli ultimi tempi. Nel giugno del 2022 il Centro ha organizzato per esempio un incontro multilaterale tra Ucraina, Moldova, Armenia, Azerbaigian e Georgia e nel luglio dello stesso anno un incontro tra Cipro, Grecia e Turchia sul tema della sicurezza regionale.

Il GCSP promuove il legame tra competenze specialistiche e diplomazia, beneficiando della presenza di numerosi istituti di ricerca presso la Maison de la Paix e a Ginevra.

Di particolare rilevanza è il suo contributo alla diplomazia scientifica, che coniuga competenze altamente specializzate e compromessi politici. Attraverso l'iniziativa Polymath, il GCSP colma le lacune conoscitive e di comunicazione tra la comunità scientifica e la politica. Infine, ospita una Creative Spark per promuovere iniziative e startup innovative provenienti da diversi settori, offrendo loro uno spazio di incontro.

Il DCAF come pioniere di riforme globali del settore della sicurezza Il DCAF ha un approccio unico nell'approfondire le esigenze degli Stati che intendono riformare il settore della sicurezza insieme a tutte le istituzioni pertinenti. Uno dei principi fondamentali su cui si fondano le sue attività è la responsabilità individuale a livello locale. Il DCAF fornisce supporto nella ricerca di soluzioni, ma Stato e società del Paese interessato devono assumersi le loro responsabilità, poiché gli interventi selettivi di breve durata operati dall'esterno non portano a risultati duraturi. Il DCAF ha colto
questo aspetto fin dall'inizio e ha orientato la sua offerta verso riforme globali del settore della sicurezza, in cui l'attenzione viene posta non solo sugli organi formali di controllo e supervisione e sulle capacità tecniche del settore della sicurezza, ma anche sulle basi politiche e sociali. Le questioni di genere, i partenariati pubblicoprivato, la lotta alla corruzione e il ruolo dei media fanno così parte di questi processi.

Nel 2020 il DCAF ha introdotto la nuova denominazione Geneva Centre for Security Sector Governance (Centro per la governance del settore della sicurezza), che riflette questo approccio più che mai richiesto a livello internazionale, il quale si distingue da altre offerte centrate sulla formazione e sull'equipaggiamento. Di recente il DCAF è stato per esempio incaricato di valutare l'impegno in Afghanistan dei suoi Stati donatori. Anche a livello multilaterale il Centro contribuisce allo sviluppo e alla promozione di regolamentazioni e standard in materia di buongoverno nel settore della sicurezza.

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1.3

Servizi resi

1.3.1

Valutazione esterna

Sulla base del decreto federale del 10 dicembre 20196 concernente un credito quadro per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini negli anni 2020­2023, la Confederazione ha incaricato una società specializzata esterna di eseguire una valutazione dei tre Centri. Nelle sue conclusioni vengono messi in rilievo per tutti e tre i Centri i seguenti punti: ­

la notevole rilevanza dell'operato;

­

il riconoscimento internazionale dei servizi resi; e

­

la sostenibilità delle loro attività.

Particolarmente positivo è stato giudicato il risultato riguardante l'adattabilità e la flessibilità dei Centri, specialmente in relazione alle sfide legate alla pandemia di COVID-19. A tutti e tre i Centri viene consigliato di continuare a focalizzarsi sulle loro priorità e di approfondire i campi d'azione definiti. Anche lo stretto legame con la Svizzera e i suoi valori, come l'imparzialità e la responsabilità umanitaria, sono stati considerati punti di forza. Inoltre, la valutazione è giunta alla conclusione che le priorità dei Centri erano e sono in linea con gli obiettivi delle strategie di politica estera e di sicurezza della Svizzera. La sfida più importante identificata consiste nell'adattare le strutture di gestione all'accresciuta offerta di servizi7.

1.3.2

Adempimento dei mandati

Con il decreto del 10 dicembre 2019 il Parlamento ha fissato obiettivi specifici per i Centri ginevrini per il periodo di legislatura che termina nel 2023. Anche se la legislatura non è ancora conclusa, si delineano già le tendenze (si veda l'allegato per i rapporti completi) elencate di seguito.

Strumenti della politica estera e di sicurezza della Svizzera I Centri ginevrini hanno adempiuto i loro mandati conformemente al contratto quadro e alle convenzioni sulle prestazioni annuali nei quali la Svizzera ha definito i propri interessi. Grazie al crescente finanziamento da parte di terzi (cfr. «Finanziamento sostenibile e diversificato»), i Centri hanno potenziato la loro offerta, di cui ha beneficiato anche la Svizzera. Per esempio, il GCSP ha potuto sviluppare ulteriormente l'offerta di corsi rispondendo così meglio anche alle esigenze dell'Amministrazione federale. Per il nostro Collegio, la formazione e il perfezionamento, basati sulle reali esigenze, di dirigenti civili e militari provenienti dalla Svizzera e dall'estero sono un anello importante per rafforzare le reti nazionali e internazionali. La Confederazione ha verificato che gli interessi svizzeri fossero salvaguardati anche a livello strategico:

6 7

FF 2019 1075 Si veda il rapporto di valutazione al link https://www.aramis.admin.ch/Texte/ ?ProjectID=51115 (de, fr, en).

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il competente organo direttivo della Confederazione ha valutato le strategie e l'orientamento tematico del GICHD e del DCAF e ha presentato proposte di modifica.

Definizione di priorità e rafforzamento della complementarietà I Centri hanno sottoposto al capo del DFAE rapporti semestrali sulle attività comuni e complementari. Va sottolineato il contributo congiunto dei tre Centri alla revisione dell'architettura di pace delle Nazioni Unite. Nel 2020 la Svizzera ha sostenuto questo processo, che ha portato all'emanazione di risoluzioni comuni del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale dell'ONU. La Geneva Peace Week, che si svolge ogni anno, il Gender and Diversity Hub e il lavoro dei Centri sul Myanmar e sullo Sri Lanka sono altri esempi di programmi coordinati. Nella cornice ma anche al di fuori della Maison de la Paix si nota chiaramente che le conoscenze raccolte nell'area ginevrina stimolano preziose collaborazioni per esempio con l'ONU e lo Small Arms Survey a sostegno dell'European Association of Peace Operations Training Centres.

Gestione improntata all'efficacia e ai risultati L'idea di base è considerare l'impatto a lungo termine delle attività invece che le risorse spese o i risultati direttamente raggiunti. Un modello di impatto consente di controllare in modo mirato il proprio contributo al cambiamento auspicato. Il GICHD lavora in questo contesto già da oltre quattro anni e può quindi documentare e valutare gli effetti a lungo termine delle proprie attività. Anche il DCAF ha elaborato una nuova strategia nel 2020 che misura e descrive in modo coerente l'impatto del proprio lavoro. I metodi utilizzati sono stati sviluppati in collaborazione con la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). Il GCSP implementerà l'orientamento ai risultati nel settore della formazione e del dialogo nel quadro dell'elaborazione della prossima strategia per gli anni 2024­2027.

Finanziamento sostenibile e diversificato Tutti i Centri sono riusciti ad aumentare i finanziamenti da parte di terzi nell'attuale legislatura e raggiungeranno o addirittura supereranno gli obiettivi fissati nell'ultimo messaggio, nonostante una contrazione temporanea dei fondi esteri versati ai progetti nel 2020, anno segnato dalla pandemia. I Centri hanno potuto potenziare l'offerta di servizi grazie all'incremento
dei fondi di terzi. Mentre il contributo di base della Svizzera, al netto dell'inflazione, è rimasto invariato dal 2016, e i contributi svizzeri ai progetti sono tendenzialmente diminuiti, nello stesso periodo i Centri hanno potuto assumere oltre il 40 per cento in più di personale per progetti e programmi finanziati da terzi.

Obiettivi di promozione individuali Con il decreto del 2019 il Parlamento ha definito i seguenti obiettivi individuali per i tre Centri.

­

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Il GCSP è stato invitato a rafforzare gli organi della fondazione, a concentrarsi su nuove sfide legate alla politica di sicurezza e a potenziare le reti globali (ex studenti e global fellowship). Il GCSP ha soddisfatto questi requisiti focalizzandosi successivamente su temi prioritari come la promozione della pace, la gestione delle crisi, il controllo degli armamenti, la leadership, le questioni

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di genere, la cibersicurezza, il clima e l'ambiente e le nuove tecnologie. La cooperazione con gli organi della fondazione sarà ulteriormente migliorata nella prossima legislatura (obiettivo comune dei tre Centri).

­

Il GICHD è stato esortato a gestire in maniera sostenibile temi nuovi e ad apportare gli adeguamenti istituzionali necessari. Il GICHD ha raggiunto questo obiettivo per esempio acquisendo conoscenze specialistiche nella gestione delle munizioni e nelle attività di prevenzione di incidenti causati dalle mine (Gender and Mine Action Program, GMAP) mirate ai gruppi target nonché integrando questi temi nella sua struttura. Sulla base di uno studio di fattibilità si è invece deciso di non sviluppare capacità proprie in materia di armi leggere.

­

Il DCAF è stato invitato a concentrarsi sul sostegno a Stati fragili, a consolidare l'organizzazione delle strutture e dei processi, a rafforzare gli organi della fondazione e a diversificare le fonti di finanziamento. Il DCAF ha compiuto gli auspicati progressi in tutti i settori. Ad esempio, l'ufficio del Consiglio di fondazione è stato maggiormente coinvolto nell'elaborazione della strategia.

Il DCAF ha inoltre ottimizzato la gestione del personale, la divisione delle finanze e processi interni in altri ambiti e ha aumentato la quota di finanziamenti da parte di terzi a oltre il 50 per cento. Anche la focalizzazione geografica è in linea con le direttive date.

Nell'ultimo credito quadro il Parlamento aveva stanziato fondi aggiuntivi, rispetto al piano finanziario, pari a un milione di franchi all'anno, che i Centri ginevrini hanno utilizzato per fissare obiettivi specifici nel quadro delle loro attività (si vedano i dettagli nel rapporto annuale in allegato). Il GCSP ha ampliato la propria rete di ex studenti a quasi 10 000 persone in 174 Paesi, ha creato 23 hub per ex studenti in tutti i continenti e ha lanciato la piattaforma digitale «MyGCSP»: queste realtà sono reti preziose anche per le rappresentanze svizzere all'estero. Questi investimenti nell'interconnessione digitale si sono rivelati molto utili soprattutto durante la pandemia. Il GICHD ha potenziato l'area tematica della gestione delle munizioni. In particolare, ha istituito il gruppo di consulenza per la gestione delle munizioni (Ammunition Management Advisory Team, AMAT), che assiste gli Stati in materia di gestione sicura delle munizioni. Infine, il DCAF ha potenziato la gestione delle crisi e ampliato i programmi nell'Africa subsahariana, nel Caucaso e nell'Europa dell'Est. Ha inoltre sostenuto, tra gli altri, le Nazioni Unite a Ginevra e nell'Africa occidentale svolgendo ricerca in materia di clima e sicurezza.

1.4

Rapporto con il programma di legislatura e con la pianificazione finanziaria

Nel messaggio del 29 gennaio 20208 sul programma di legislatura 2019­2023 il nostro Collegio ha ribadito la propria volontà di rafforzare la Ginevra internazionale nell'ambito dell'impegno della Svizzera a favore della cooperazione internazionale e del

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potenziamento del suo ruolo di Paese ospite di organizzazioni internazionali (indirizzo politico 2, obiettivo 11). Il presente messaggio si riallaccia a questo indirizzo politico.

Il credito d'impegno richiesto corrisponde al piano finanziario 2024­2026 del 24 agosto 20229. La tabella seguente mostra la pianificazione finanziaria su cui si basa il presente messaggio.

Evoluzione del credito a preventivo A231.0339 «Centri ginevrini di politica della sicurezza DCAF/GCSP/GICHD» in mio. franchi, valori arrotondati

Piano finanziario 2024­2026 Crescita annua

Preventivo

Piano finanziario

2023

2024

2025

2026

2027*

24­27

32

32,2 0%

32,3 0,3 %

32,5 0,6 %

32,7 0,6 %

129,7 0,4 %

* Il piano finanziario dal 2024 fissa unicamente i valori fino al 2026. Il valore per il 2027 si basa su un'estrapolazione (stima rincaro: 0,6 %).

2

Priorità 2024­2027

Il nostro Collegio intende servirsi in misura ancora maggiore dei tre Centri ginevrini come strumenti per la salvaguardia degli interessi di politica estera e di sicurezza e per la realizzazione dei suoi obiettivi. Questo comporta il posizionamento della Ginevra internazionale quale centro globale catalizzatore di competenze specialistiche nel campo della politica estera e di sicurezza e delle questioni umanitarie.

2.1

Prospettive

Dopo la breve fase unipolare seguita alla fine della Guerra fredda sono presto sorte forze centrifughe che hanno spinto verso una maggiore competizione tra potenze mondiali e una volatilità globale. L'ordine mondiale liberale è sempre più minato e pensare in termini di categorie politico-militari e zone di influenza esclusive sta portando a una destabilizzazione e frammentazione del sistema internazionale. Da circa 20 anni la democrazia, il pluralismo e la libertà sono sottoposti a forti pressioni a livello globale. La guerra sferrata dalla Russia contro l'Ucraina è espressione dei cambiamenti geopolitici degli ultimi due decenni. L'epoca pacifica e stabile che l'Europa ha vissuto dalla fine della Guerra fredda, e per molti versi anche della Seconda guerra mondiale, rappresenta in prospettiva storica un'eccezione piuttosto che la regola. Il nuovo sistema internazionale che si sta delineando in maniera sempre più chiara sarà caratterizzato maggiormente da conflitti e antagonismi politici, economici, strategici e ideologici.

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www.efv.admin.ch > Rapporti finanziari > Preventivo con piano integrato dei compiti e delle finanze.

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L'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina mette in discussione i paradigmi consolidati della sicurezza europea e internazionale. L'ONU non è più solo un luogo dove vengono trattate dispute ideologiche, ma sta diventando bersaglio di tentativi di reinterpretarne i valori e di minare l'obiettivo di un ordine pacifico basato sul rispetto del diritto internazionale. Le rivendicazioni territoriali vengono sempre più spesso fatte valere con la forza, a volte ricorrendo a prestazioni militari o di sicurezza private.

Con l'affermarsi della ragione del più forte, il sistema multilaterale basato sulle regole si indebolisce. La Svizzera ha interesse a collaborare con altri Stati per dimostrare l'importanza e la diretta rilevanza del multilateralismo e di un ordine liberale.

La pandemia di COVID-19 è stata istruttiva da diversi punti di vista. Sebbene spesso siano prevalsi l'unilateralismo e le soluzioni nazionali, è risultata chiara l'importanza della solidarietà e della cooperazione nonché della legittimazione democratica delle decisioni in tempi di crisi per garantire un'ampia accettazione di misure anche drastiche. La pandemia ha mostrato quanto, in particolare i Paesi occidentali, siano diventati vulnerabili e dipendenti riguardo all'approvvigionamento di tecnologie e prodotti industriali rilevanti per la sicurezza e quanto sia di riflesso importante che l'Europa rimanga leader nello sviluppo di nuovi prodotti e standard.

Nei prossimi anni saranno pertanto richieste organizzazioni in grado di anticipare i temi cruciali dei nuovi conflitti e delle nuove crisi e di acquisire conoscenze in merito.

È importante continuare a offrire processi e piattaforme di dialogo secondo un multilateralismo connesso, seppur consapevoli che il dialogo ha dei limiti e può essere efficace solo se tutte le parti, o almeno molte, lo desiderano veramente. Le trattative formali (p. es. all'interno dell'ONU) devono essere accompagnate da metodi informali per la negoziazione di norme e standard in diversi settori, coinvolgendo il mondo accademico, il settore privato e la società civile.

Le attività di tutti e tre i Centri si collocano a cavallo tra sapere specialistico, lavoro di normazione e dialogo. Nei rispettivi ambiti di competenza, i Centri sostengono partner multilaterali come l'ONU, l'UE, l'Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), l'Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF), l'Unione africana (UA) o altre organizzazioni internazionali e regionali. I Centri possono avvalersi di un gran numero di reti e istituzioni di vario genere presenti a Ginevra. Attraverso i Centri, la Svizzera può contribuire ­ con competenze specialistiche e con la sua diplomazia ­ a garantire l'applicazione delle norme e degli standard negoziati a livello mondiale.

2.2

Mandati e priorità comuni ai tre Centri

Strumenti della politica estera svizzera La Confederazione coinvolgerà sistematicamente i Centri nell'attuazione delle proprie strategie, come ha fatto per esempio di recente con la Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo. In futuro sarà importante farlo nell'elaborazione della nuova Strategia di cooperazione internazionale10 (CI) e della Strategia multilateralismo.

10

www.eda.admin.ch > Politica estera > Strategie e principi fondamentali > Strategie tematiche.

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La valutazione indipendente dei Centri ha rilevato che lo stretto legame con la Svizzera è un fattore apprezzato dagli sponsor internazionali. I Centri saranno quindi sempre più coinvolti, attraverso le convenzioni annuali, nelle iniziative e nei programmi della Svizzera nei Paesi prioritari della CI. Le priorità tematiche e geografiche proposte dai Centri facilitano questo compito: i loro obiettivi e le loro priorità corrispondono infatti già oggi ampiamente alle linee guida dell'attuale Strategia CI. Infine, i Centri collaboreranno con la Svizzera per rafforzare il multilateralismo, prestando particolare attenzione a Ginevra.

Rafforzamento del profilo Negli ultimi anni i Centri hanno segnato una crescita resa possibile dai finanziamenti di terzi. Per rimanere efficienti ed efficaci, i Centri devono ora puntare al consolidamento. A tal fine, dovranno profilarsi maggiormente tenendo conto del mutevole contesto geopolitico, delle esigenze dei rispettivi ambiti di intervento e della necessità di un'interconnessione ottimale a Ginevra e nel mondo. I Centri dovranno inoltre continuare a sostenere Ginevra come centro di primo piano per la definizione della politica globale di pace e di sicurezza.

Orientamento all'efficacia e ai risultati Tutti i Centri completeranno l'introduzione dell'orientamento all'efficacia e ai risultati. Dove possibile, potenziano il monitoraggio per guidare anche lo sviluppo istituzionale. Esaminano inoltre la possibilità di utilizzare meglio i propri organi, in particolare il Consiglio di fondazione, per gli scopi della stessa.

2.3

Centro per la politica di sicurezza (GCSP)

2.3.1

Mandato

Il Centro per la politica di sicurezza di Ginevra (Geneva Centre for Security Policy, GCSP) è stato istituito nel 1995 con il mandato di promuovere la pace e la sicurezza nel mondo. Il Centro offre un articolato programma di corsi di formazione continua per esperti e dirigenti. Inoltre, facilita processi informali per il dialogo diplomatico ad alto livello allo scopo di mettere a punto opzioni e soluzioni politiche per i governi.

Grazie alla sua rete di ex studenti e alla Global Fellowship Initiative, il GCSP riunisce personalità con esperienze diverse provenienti da varie regioni del mondo. Infine, elabora analisi che servono ai suoi partner e alla sua rete come riferimenti per comprendere il mondo di oggi.

2.3.2

Priorità 2024­2027

Consolidare i risultati raggiunti Il GCSP intende ampliare l'offerta formativa e consolidare il proprio approccio innovativo. Deve puntare a sviluppare con lungimiranza strategica gli argomenti e i materiali didattici del suo programma di formazione e perfezionamento. A questo scopo, il GCSP adotta da diversi anni il concetto di Learning Journey for Impact (percorso 14 / 38

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di apprendimento per avere un impatto), che si avvale di tecnologie e approcci didattici innovativi. In futuro investirà quindi maggiormente in questi nuovi approcci pedagogici e tecnologici.

Potenziare le attività di dialogo Grazie ai valori, alle competenze specialistiche e alla reputazione di cui gode, il GCSP ha un grande potenziale nell'ambito della facilitazione di processi di dialogo e mira pertanto a potenziare le sue attività a tre livelli. A livello globale, il GCSP vuole promuovere il dialogo per ridurre le tensioni geopolitiche e rafforzare la governance globale. A livello regionale, sosterrà maggiormente i processi di pace e di negoziazione che hanno sede a Ginevra e rafforzerà le proprie capacità di accompagnamento specialistico di processi di dialogo orientati alle priorità tematiche o geografiche della politica estera svizzera. Su questioni tematiche o orientate al futuro, il GCSP svilupperà approcci comuni e promuoverà la ricerca di risposte innovative a questioni attuali nel campo della pace e della sicurezza, oltre a promuovere il dialogo politico sulla governance e sulla diplomazia digitale.

Sviluppare ulteriormente temi chiave e attività analitiche Il Centro continuerà a investire in temi che saranno di centrale importanza nei prossimi anni (cibersicurezza, leadership, gestione delle crisi e consolidamento della pace, anticipazione strategica e nuove tecnologie) per fornire una migliore comprensione e un'opportuna formazione alla comunità GCSP. A tal fine, il GCSP istituirà anche un'unità di analisi e consulenza che si occuperà di questioni attuali della politica di pace e sicurezza, con l'intento di fornire raccomandazioni ai responsabili delle decisioni politiche e ai beneficiari dei servizi del Centro. Nei prossimi anni la Svizzera potrà avvalersi di questo sapere specialistico sia per la definizione della propria politica estera sia per la formazione del personale.

Il Centro curerà un numero crescente di partenariati strategici per entrare in contatto con responsabili di decisioni e dirigenti dei più svariati settori. Il GCSP potrà quindi fornire un ambiente sicuro e inclusivo nel quale gli attori di ogni ambito potranno incontrarsi, condividere idee e sviluppare congiuntamente soluzioni innovative alle sfide globali, anche quando la maggior parte dei canali di comunicazione
sono interrotti.

Rafforzare la comunità GCSP come canale di influenza della diplomazia svizzera Il Centro e le sue piattaforme virtuali sono luoghi di incontro per circa 10 000 professionisti tra diplomatici, addetti militari ed esperti internazionali governativi e della società civile. La comunità GCSP è una rete internazionale, un pool di competenze specialistiche unico nel suo genere e un forum di scambio. Il GCSP introdurrà nuovi strumenti e amplierà le opportunità di cooperazione al fine di utilizzare sistematicamente le conoscenze della rete e delle proprie Fellowship a beneficio dei borsisti, della Confederazione e di tutti i membri del Consiglio di fondazione.

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2.4

Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD)

2.4.1

Mandato

Il Centro internazionale per lo sminamento umanitario di Ginevra (Geneva International Centre for Humanitarian Demining, GICHD), istituito nel 1998, opera per ridurre i rischi connessi agli ordigni bellici, in particolare alle mine antiuomo, alle munizioni a grappolo, ad altri residuati bellici esplosivi e alle scorte di munizioni. Il Centro contribuisce allo sviluppo e alla professionalizzazione nel campo dello sminamento a beneficio dei suoi partner: autorità nazionali e locali, donatori, l'ONU, altre organizzazioni internazionali e regionali, organizzazioni non governative, imprese e istituzioni accademiche. Per adempiere il proprio mandato, il GICHD è attivo in tre settori di attività: 1. supporto sul campo, in particolare nell'ambito del potenziamento delle capacità e della consulenza; 2. lavoro multilaterale, con particolare attenzione alle norme e agli standard; 3. ricerca e sviluppo, con un focus su soluzioni innovative.

In tutte le sue attività il GICHD promuove inoltre il dialogo e la cooperazione.

2.4.2

Priorità 2024­2027

Consolidare i risultati raggiunti Il GICHD si è notevolmente sviluppato nell'ultima legislatura. In futuro continuerà a concentrarsi sullo sminamento umanitario, ma potenzierà anche le attività nei settori della gestione delle munizioni, della promozione della dimensione di genere, della diversità e dell'inclusione e della sensibilizzazione ai pericoli derivanti dagli ordigni bellici. Nell'ambito dei suoi sforzi generali tesi a promuovere l'aiuto umanitario, lo sviluppo e la pace, il GICHD continuerà a impegnarsi per rafforzare lo sminamento umanitario e la gestione delle munizioni. Oltre a consolidare i programmi e le iniziative sviluppati con successo negli ultimi anni, verranno potenziate anche le strutture e le strategie interne per garantire che il Centro possa continuare a svolgere il proprio mandato e a fornire un ambiente di lavoro che ne rispecchi i valori e i principi.

Rafforzare il diritto internazionale umanitario e la Ginevra internazionale In un momento storico in cui il diritto internazionale umanitario e il multilateralismo in generale sono sotto pressione, il GICHD continuerà ad adoperarsi per l'attuazione delle convenzioni sulle mine antiuomo, sulle munizioni a grappolo e su altri residuati bellici esplosivi. Contribuirà inoltre a sviluppare nuovi quadri giuridici o politici internazionali per esempio nel settore della gestione delle munizioni. In quest'ottica, la Ginevra internazionale rimane la sede ideale per il GICHD, perché ne migliora la capacità d'impatto. A sua volta, il GICHD rafforza il ruolo di Ginevra nel settore del disarmo e come centro globale per la governance in materia di armi convenzionali.

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Promuovere il disarmo e le operazioni umanitarie sul campo per ridurre i rischi per la popolazione colpita Gli standard e le linee guida nei settori dello sminamento umanitario e della gestione delle munizioni, accettati da tutti gli attori interessati, offrono un'opportunità unica per far progredire il disarmo, in quanto consentono di mettere in pratica sul campo le decisioni prese a livello multilaterale. Il GICHD può svolgere un ruolo di primo piano in questo ambito, creando uno spazio di discussione e scambio di esperienze e fornendo un quadro per la corretta applicazione di questi standard.

Rafforzare la protezione della popolazione civile dai pericoli legati agli ordigni bellici Il GICHD opera spesso nelle immediate vicinanze di conflitti armati, ossia in contesti caratterizzati da instabilità e rischi elevati. Affinché il GICHD possa lavorare in modo più efficiente in queste zone contaminate, le attività sul campo seguiranno nuovi approcci. Tra i primi canali di accesso in loco per il GICHD vi saranno partenariati con organizzazioni internazionali e regionali, la continuazione delle attività nei settori della sensibilizzazione ai pericoli derivanti dagli ordigni bellici e la gestione delle informazioni. Ridurre i rischi legati agli ordigni bellici per la popolazione civile durante e dopo i conflitti armati concorre a garantire la sicurezza delle persone sfollate e a consentirne il ritorno a casa.

2.5

Centro per la governance del settore della sicurezza (DCAF)

2.5.1

Mandato

Il Centro per la governance del settore della sicurezza di Ginevra (Geneva Centre for Security Sector Governance, DCAF) è stato istituito nel 2000 con il mandato di migliorare, nei Paesi partner, la governance del settore della sicurezza attraverso riforme inclusive nell'ambito del buongoverno democratico, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani. Il Centro fornisce consulenza giuridica, politica e tecnica, promuove standard e buone pratiche e sostiene lo sviluppo delle capacità. La strategia 2020­ 2024 adottata dal Consiglio di fondazione del DCAF nel 2020 contiene le seguenti quattro priorità: ­

riaffermare l'importanza della governance democratica nel settore della sicurezza per affrontare le sfide attuali e future, comprese le nuove sfide poste dalla pandemia di COVID-19 e, più recentemente, dal conflitto armato in Ucraina;

­

agire ancora più attivamente negli Stati fragili, colpiti da conflitti o crisi;

­

garantire che la politica e la prassi internazionali in materia di pace e sicurezza siano maggiormente incentrate sul buongoverno, in contrapposizione alla sicurezza in senso stretto, che si concentra sull'equipaggiamento e l'addestramento militari;

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­

2.5.2

orientare in modo continuativo il Centro affinché possa accrescere la propria efficienza, attrarre e trattenere personale valido e offrire ai suoi partner, compresa la Svizzera, competenze specialistiche e strumenti adattati alle nuove esigenze.

Priorità 2024­2027

Consolidare i risultati raggiunti Anche nella prossima legislatura il DCAF continuerà a sostenere gli Stati orientati alle riforme e i suoi partner internazionali (Paesi donatori e organizzazioni multilaterali), lavorando per rafforzare la governance democratica nel settore della sicurezza. Il DCAF darà la priorità a dimostrare la necessità di un settore della sicurezza dotato di meccanismi di governance e controllo per ridurre la fragilità e la minaccia di conflitti armati e radicalizzazione.

Orientare l'attività verso determinate aree geografiche Alla luce dei conflitti armati in Ucraina e nella regione del Sahel, così come in altre parti del mondo, il DCAF sarà attivo soprattutto negli Stati fragili appena usciti da un conflitto armato o che attraversano un complesso processo di transizione politica e sono ad alto rischio di scivolare in una guerra. Sarà data la priorità all'Europa sudorientale e all'Europa dell'Est, alla regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA) e all'Africa subsahariana. Non appena vi saranno le condizioni, il DCAF riprenderà le sue attività sulla riforma del settore della sicurezza in Ucraina. Grazie alla sua reputazione di partner imparziale, il Centro svolgerà anche un ruolo attivo nel sostenere i processi di pace, in particolare in Colombia e nello Yemen. Il DCAF intende inoltre potenziare i programmi nella regione del Sahel e in America latina rivelatisi finora molto efficaci. La comunità dei partner internazionali (Paesi donatori e organizzazioni multilaterali) continuerà a poter fruire della consulenza e delle competenze dell'International Security Sector Advisory Team del DCAF.

Rafforzare la Ginevra internazionale per garantire un multilateralismo efficace Dinanzi alla crisi del multilateralismo, il DCAF sosterrà l'ONU, l'OSCE, l'Unione africana, l'UE e i suoi Stati membri per raggiungere gli obiettivi dei programmi internazionali pertinenti al mandato del Centro. Sia l'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile che specifici quadri strategici internazionali stanno riportando in primo piano il ruolo della governance istituzionale nella prevenzione dei conflitti e nel consolidamento della pace. Il DCAF farà confluire in questi quadri e programmi le conoscenze acquisite nelle esperienze sul campo e nelle sue attività di ricerca. Il Centro ne sosterrà altresì
l'implementazione in modo che i principi e le migliori pratiche in essi contenuti portino a miglioramenti concreti della governance del settore della sicurezza nei Paesi in cui opera.

Consolidare lo sviluppo istituzionale Il DCAF continuerà ad adoperarsi per consolidare i propri processi interni, tra cui in particolare la gestione dei rischi, la condivisione delle conoscenze, la misurazione 18 / 38

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delle prestazioni e la gestione basata sui risultati. Infine, il Centro introdurrà e applicherà nello spazio virtuale le nuove tecnologie digitali e i nuovi modelli di servizio che acquisteranno sempre più importanza nei prossimi anni.

2.6

Importanza della Maison de la Paix per i Centri ginevrini e per Ginevra

Gli anni della pandemia hanno relativizzato l'importanza della presenza fisica. Oggi i collegamenti tramite le piattaforme di comunicazione sono facilmente possibili, con una conseguente proliferazione (positiva) delle piattaforme di discussione e del numero di partecipanti. Allo stesso tempo, però, la pandemia ha anche messo in evidenza l'importanza dei contatti personali a livello informale: online molte cose non sono fattibili, rintracciabili o visibili o lo sono solo in misura limitata, come ad esempio la comunicazione non verbale, la costruzione della fiducia e la dimostrazione di apprezzamento e rispetto. Incontrarsi in presenza a Ginevra crea un valore aggiunto.

La Maison de la Paix è in tal senso un luogo simbolico, dal momento che svolge un ruolo chiave nel collegare tra loro le istituzioni e le organizzazioni della Ginevra internazionale. Inoltre, è sede non solo dei tre Centri ginevrini, ma anche di numerose ONG come l'Istituto superiore di studi internazionali sullo sviluppo (IHEID) che, analogamente all'Università di Ginevra, dà un contributo significativo allo sviluppo della diplomazia scientifica a Ginevra. La Maison de la Paix è pertanto uno strumento importante non solo per i tre Centri, ma anche per l'intera Ginevra internazionale, in quanto concentra un know-how unico nel suo genere e allo stesso tempo costituisce un luogo per incontri in varie modalità e al di fuori delle sedi formali.

La Maison de la Paix ospita inoltre varie piattaforme sostenute dalla Svizzera nell'ambito della sua politica di Stato ospite, tra cui la Geneva Peacebuilding Platform, la Global Health Platform, la Geneva Trade Platform e il Segretariato della International Gender Champions Initiative (quest'ultima è ospitata dal GCSP). Le piattaforme sono accordi informali e flessibili che mirano a rafforzare le sinergie all'interno delle comunità di esperti nella Ginevra internazionale, in cui svolgono un ruolo chiave: contribuiscono ad aumentare l'efficienza del sistema multilaterale, offrono spazi neutrali e aperti a tutti gli attori rilevanti e favoriscono così lo sviluppo di partenariati innovativi. Inoltre, contribuiscono a garantire che le discussioni in sedi multilaterali non perdano il contatto con la realtà ma rimangano legate all'esperienza sul campo.

Grazie al loro radicamento a Ginevra e in
particolare presso la Maison de la Paix, i tre Centri possono sfruttare al meglio la ricchezza e la diversità delle sinergie e delle reti multistakeholder: organizzazioni internazionali, società civile, settore privato, istituzioni accademiche e altre iniziative innovative.

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2.7

Gestione della cooperazione

L'impiego dei contributi svizzeri è coordinato dal Comité de Pilotage dei Centri ginevrini istituito dal Consiglio federale nel 2003. In un'ottica di cooperazione interdipartimentale, in questo organo sono rappresentati il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE: Divisione Pace e diritti umani DPDU, Divisione Sicurezza internazionale DSI, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC e la rappresentanza permanente della Svizzera a Ginevra) e il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS: Segreteria generale del DDPS e Stato maggiore dell'esercito, Relazioni internazionali Difesa). I suoi compiti, le sue competenze e le sue responsabilità sono definiti in un capitolato d'oneri.

Il Comité de Pilotage è responsabile integralmente del controllo e della gestione dei contributi federali ai tre Centri. Fissa gli obiettivi strategici, verifica l'impiego conforme dei fondi e impartisce direttive ai membri svizzeri dei Consigli di fondazione.

Per difendere i propri interessi nel partenariato con i Centri e garantire l'impiego appropriato dei fondi concessi, la Confederazione continuerà a: ­

essere l'unico partner a poter nominare più rappresentanti nei Consigli di fondazione e ad avere due membri per ogni Ufficio (Comitati dei Consigli di fondazione);

­

stipulare con ogni Centro un contratto quadro quadriennale sui contributi svizzeri, che definisce i punti essenziali e i fondi stanziati dalla Svizzera;

­

stipulare con ogni Centro una convenzione annuale, che definisce concretamente le prestazioni da fornire;

­

avvalersi del proprio diritto di proporre i candidati alla presidenza dei Consigli di fondazione in caso di posti vacanti;

­

scegliere i direttori dei Centri, previa approvazione dei rispettivi Consigli di fondazione, in caso di posti vacanti.

I contratti quadro e le convenzioni sulle prestazioni mettono in primo piano il fatto che i rendiconti devono dare la priorità ai risultati (gestione e rendiconti incentrati sui risultati). I contratti disciplinano anche l'obbligo di rendiconto per quanto riguarda le prestazioni e le finanze.

Il messaggio concernente un credito quadro per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini per il periodo 2020­2023 prevedeva una valutazione esterna, che è stata svolta tra il 2021 e il 2022 (cfr. n. 1.3). Il nostro Collegio intende svolgere anche in futuro una valutazione periodica della rilevanza, dell'efficacia, dell'efficienza e della sostenibilità delle risorse federali impiegate.

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3

Contenuto del decreto di stanziamento

3.1

Proposta del Consiglio federale

Per continuare a sostenere i tre Centri ginevrini nel periodo 2024­2027 proponiamo un credito d'impegno pari a 129,7 milioni di franchi. Il credito d'impegno 2024­2027 proposto è quindi superiore di 1,7 milioni di franchi rispetto al credito quadro precedente. La responsabilità per l'impiego del credito spetta al DFAE (Segreteria di Stato DFAE e DSC).

3.2

Commento alle singole disposizioni

Ripartizione delle risorse fra i tre Centri ginevrini La specificazione dettagliata del credito d'impegno è di competenza del nostro Collegio. Gli obiettivi per i tre Centri sono stabiliti in convenzioni sulle prestazioni annuali con la Confederazione. La ripartizione prevista fra i tre Centri ginevrini deve prevedere una certa flessibilità, in modo da potere far fronte a eventuali mutamenti dei bisogni.

Contributo della Confederazione 2024­2027

GCSP* GICHD DCAF Totale

In milioni di franchi, valori arrotondati

42,8* 38,9 48,0 129,7

In %

33 % 30 % 37 % 100 %

* Il GCSP mette a disposizione l'infrastruttura e i servizi IT di cui usufruiscono tutti e tre i Centri. Questo importo include tali costi informatici. Il GCSP negozia autonomamente con-tratti con gli altri Centri per disciplinarne la partecipazione ai costi.

Aumento del finanziamento mediante fondi di terzi Alla fine del 2027 la somma dei fondi di terzi rispetto alla somma dei fondi di terzi ed il contributo di base della Svizzera dovrà essere almeno del 30 per cento per il GCSP (finora almeno 25 %; 25% nel 2022), almeno del 45 per cento per il GICHD (finora almeno 35 %; 43% nel 2022) ed almeno del 55 per cento per il DCAF (finora almeno 50 %; 51% nel 2022).

Durata del credito d'impegno La durata del credito d'impegno è di quattro anni (2024­2027) e corrisponde a una legislatura. Tale durata garantisce che l'impegno della Confederazione sia sottoposto a un esame dettagliato da parte del Parlamento almeno una volta nel corso della legislatura. I necessari crediti a preventivo sono richiesti di volta in volta nel quadro del preventivo annuale della Confederazione.

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3.3

Stima del rincaro

Le stime del rincaro sulla cui base è stato definito il volume del credito d'impegno sono esposte nell'articolo 1 del disegno di decreto federale. Tali stime si fondano sul valore di 104,5 punti dell'indice dei prezzi al consumo del giugno del 2022, con base «dicembre 2020 = 100 punti». I crediti a preventivo annui saranno adeguati ogni volta in funzione dell'ultima stima del rincaro.

4

Ripercussioni

4.1

Ripercussioni per la Confederazione

Con il presente progetto chiediamo alle Camere federali per il periodo 2024­2027 un credito d'impegno di 129,7 milioni di franchi per il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini (cfr. n. 3). Visti gli elevati deficit strutturali nel piano finanziario 2024­2026, probabilmente anche i contributi per i Centri ginevrini saranno interessati dalle misure correttive che il Consiglio federale deciderà nel primo trimestre 2023.

I fondi sono già inclusi nel piano finanziario del DFAE (credito a preventivo A231.0339 «Centri ginevrini di politica della sicurezza: DCAF/GCSP/GICHD»). Per il 2027 l'importo è estrapolato ipotizzando una crescita dello 0,6 per cento. Il progetto non avrà alcuna ripercussione finanziaria supplementare sulla Confederazione né alcuna ripercussione sul suo organico.

I contributi sono soggetti all'approvazione dei fondi corrispondenti da parte del Consiglio federale e del Parlamento nel rispettivo preventivo.

4.2

Ripercussioni per i Cantoni e i Comuni

L'esecuzione del decreto federale proposto spetta alla Confederazione e non comporta alcun onere per i Cantoni e i Comuni.

Il sostegno della Confederazione ai tre Centri ginevrini rafforza indirettamente la Ginevra internazionale e umanitaria e ne aumenta il prestigio e l'attrattiva. Anche in ambito accademico sono prevedibili effetti secondari positivi, in particolare grazie alla condivisione delle conoscenze degli esperti nonché ai corsi di formazione e di perfezionamento comuni. Il Cantone di Ginevra siede inoltre nel Consiglio di fondazione del GCSP e del DCAF.

4.3

Ripercussioni sull'economia

L'esecuzione del decreto federale proposto rafforza in particolare Ginevra, sia attraverso i posti di lavoro creati presso la Maison de la Paix sia attraverso la domanda di servizi, soprattutto nel settore alberghiero e della ristorazione. Accresce inoltre la notorietà dell'intera Svizzera e della regione di Ginevra quale sede di conferenze.

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4.4

Ripercussioni sulla società

Il progetto non avrà ripercussioni sulla società svizzera.

4.5

Altre ripercussioni

Poiché il progetto chiaramente non avrà altre ripercussioni specifiche, si è rinunciato a un esame dettagliato di questo punto.

5

Aspetti giuridici

5.1

Costituzionalità e legalità

Il decreto federale che vi sottoponiamo per approvazione si fonda sull'articolo 167 della Costituzione federale, che attribuisce all'Assemblea federale la competenza riguardante il preventivo. Il contributo al GCSP si fonda sull'articolo 4 della legge federale del 19 dicembre 200311 su misure di promozione civile della pace e di rafforzamento dei diritti dell'uomo. I contributi al GICHD e al DCAF si fondano sull'articolo 9 capoverso 1 della legge federale del 19 marzo 197612 sulla cooperazione allo sviluppo e l'aiuto umanitario internazionali. Secondo le due leggi citate, i fondi per finanziare misure di questo tipo sono stanziati sotto forma di crediti d'impegno pluriennali.

5.2

Compatibilità con gli impegni internazionali della Svizzera

Il proseguimento del sostegno ai tre Centri ginevrini non contrasta con alcun impegno giuridico della Svizzera. Contribuisce all'adempimento degli impegni della Svizzera derivanti da obiettivi concordati a livello internazionale ma non giuridicamente vincolanti, come l'Agenda 203013, il Partenariato per la pace della NATO e l'Action for Peacekeeping (A4P) dell'ONU. Inoltre, il lavoro dei Centri contribuisce all'applicazione e all'universalizzazione degli accordi giuridicamente vincolanti, come le convenzioni di Ottawa e di Oslo (Convenzione del 18 settembre 199714 sul divieto dell'impiego, del deposito, della fabbricazione e del trasferimento delle mine antiuomo e sulla loro distruzione e Convenzione del 30 maggio 200815 sulle munizioni a grappolo).

11 12 13 14 15

RS 193.9 RS 974.0 https://www.eda.admin.ch/agenda2030/it/home.html RS 0.515.092 RS 0.515.093

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5.3

Forma dell'atto

L'articolo 163 capoverso 2 della Costituzione federale e l'articolo 25 capoverso 2 della legge federale del 13 dicembre 200216 sul Parlamento prevedono nella fattispecie l'emanazione di un atto sotto forma di decreto federale semplice, ossia non sottostante a referendum.

5.4

Subordinazione al freno alle spese

Conformemente all'articolo 159 capoverso 3 lettera b della Costituzione federale, il decreto federale proposto sottostà al freno alle spese e necessita pertanto del consenso della maggioranza dei membri di entrambe le Camere.

5.5

Conformità alla legge sui sussidi

5.5.1

Importanza del sussidio per raggiungere gli obiettivi perseguiti

Il capitolo 1 del presente messaggio descrive gli interessi della Confederazione e l'utilità del lavoro compiuto finora, mentre il capitolo 2 contiene i mandati e le priorità che ne derivano. I sussidi proposti sono stanziati allo scopo di favorire questo lavoro.

Una riduzione sostanziale dei contributi complessivi ridimensionerebbe il ruolo dei Centri e della Maison de la Paix, inaugurata nel 2014, mettendo a repentaglio il sistema creato in questo settore comprendente una competenza civile e militare e una rete di contatti mondiale. L'auspicato effetto moltiplicatore nell'ambito della politica estera e di sicurezza ne verrebbe indebolito.

La Confederazione sostiene i tre Centri secondo il principio della sussidiarietà. Le relazioni con l'estero sono compito della Confederazione e non possono essere delegate ai Cantoni o ai Comuni.

Il progetto rispetta le disposizioni del capitolo 2 della legge del 5 ottobre 199017 sui sussidi.

5.5.2

Procedura e gestione della concessione dei sussidi

In virtù del decreto federale, la Confederazione stipula con i Centri ginevrini in qualità di beneficiari di sussidi un contratto quadro quadriennale e convenzioni sulle prestazioni annuali. Le convenzioni permettono di definire l'impiego mirato dei fondi nonché, se del caso, altre prestazioni attese dai beneficiari di sussidi.

Il Parlamento stabilisce, in un credito d'impegno, i fondi che la Svizzera intende mettere a disposizione dei Centri per il quadriennio successivo. Il numero 2.7 del presente 16 17

RS 171.10 RS 616.1

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messaggio, dedicato alla governance e alla gestione del contributo a livello di Confederazione e dei singoli Centri, illustra i meccanismi di controllo che garantiscono una concessione dei sussidi efficace, trasparente e conforme alla legge.

Per quanto riguarda la ripartizione dei sussidi tra i singoli Centri, rimandiamo al numero 3.3.

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Allegato 1

Rapporto sull'attività dei Centri ginevrini 2020­2023 1 1.1

Centro per la politica di sicurezza (GCSP) Fare leva sulle solide basi acquisite

Negli ultimi anni il GCSP ha costantemente riflettuto sul proprio lavoro per rimanere rilevante e offrire ai propri partner un reale valore aggiunto. Il mercato della formazione è estremamente competitivo e il Centro aspira a proporre un'offerta aggiornata di altissimo livello. Secondo una valutazione esterna effettuata nel 2021, grazie al suo approccio globale e trasversale alle questioni riguardanti la pace e la sicurezza, il GCSP è percepito sia come un attore di grande rilevanza nel panorama della sicurezza mondiale sia come un centro di competenza, in particolare nel campo della formazione dei dirigenti. Negli ultimi quattro anni il Centro ha ampliato la propria attività nei settori elencati di seguito.

Formazione dei dirigenti Il GCSP ha costantemente aggiornato la propria offerta formativa per tenere conto degli ultimi sviluppi e anticipare le tendenze, aumentando considerevolmente il numero dei corsi su misura non solo per la Confederazione, ma anche per altri beneficiari, soprattutto in Medio Oriente, nell'America del Sud e in Africa. In tal modo ha potuto accrescere il proprio impatto a livello mondiale e contribuire a migliorare i contatti tra le ambasciate svizzere all'estero e i dirigenti locali, ampliando la loro rete.

Con l'impiego di tecnologie all'avanguardia nei corsi virtuali, il Centro è riuscito a offrire per la prima volta formazioni in altre lingue: corsi in spagnolo per un gruppo di partecipanti da tutti i Paesi dell'America centrale e meridionale, interpretazione simultanea in arabo per il corso dedicato alla leadership e alla mediazione e in portoghese per il corso sulla prevenzione dell'estremismo violento in Mozambico. Il Centro ha così ottenuto una maggiore risonanza mondiale e ha anche raggiunto un pubblico composto da persone con una scarsa conoscenza dell'inglese.

Dialogo diplomatico Il GCSP ha continuato e ampliato le proprie iniziative nell'ambito del dialogo diplomatico, da un lato tra gruppi di discussione (tema 2 Diplomazia), dall'altro con il coinvolgimento di rappresentanti ufficiali (tema 1.5 Diplomazia). Oltre ai ben affermati forum di discussione di Zermatt e Chambésy, il Centro ha anche portato avanti nuovi progetti, tra cui uno dedicato alle sfide del processo di transizione in Siria.

Quest'ultimo, che consiste in un dialogo multilaterale e in un
programma di ricerca, ha lo scopo di sondare le possibilità d'intesa tra le posizioni di Stati Uniti, UE, Iran, Russia e Turchia in fatto di riforma, ritorno dei profughi e ricostruzione. Nel quadro di un dialogo informale sulla situazione nel Mediterraneo orientale avvenuto tra il 2020 e il 2022, gli esperti regionali hanno discusso le opzioni per la risoluzione dei conflitti. Il progetto, condotto via teleconferenza, ha permesso di aumentare la rappresentatività, l'inclusività e la partecipazione rispetto agli approcci tradizionali, mettendo così in risalto il potenziale del dialogo basato sulle tecnologie digitali.

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Global Fellowship Initiative e Creative Spark Dal suo lancio nel 2015, la Global Fellowship Initiative ha offerto uno spazio sicuro a 344 borsisti accuratamente selezionati, dando loro l'opportunità di costruire ponti, mettere in discussione determinati assunti e superare le divisioni affinché possano imparare dallo scambio reciproco, riflettere, confrontarsi e svolgere attività attinenti alla pace e alla politica di sicurezza. Da questa iniziativa ha preso vita nel 2019 la Creative Spark, un vero e proprio incubatore di progetti che puntano a trovare soluzioni innovative e sostenibili nel campo della pace e della sicurezza. Degli oltre dieci progetti incubati finora ne sono stati attuati sei, con conseguenze positive sulla pace e sulla sicurezza in settori diversi come la cibersicurezza, i cambiamenti climatici o il ruolo delle città.

Impegno collettivo Sin dalla sua fondazione il GCSP si è adoperato per creare una straordinaria rete di ex studenti. Negli ultimi anni il Centro ha lavorato strategicamente per unire ulteriormente questa comunità composta da oltre 10 000 membri sparsi in 174 Paesi, che rappresenta una risorsa inestimabile in termini di conoscenze e competenze nel campo della politica internazionale. Per esempio, sono stati aperti in tutto il mondo 23 cosiddetti Community Hub, ossia piattaforme che sviluppano progetti di sicurezza comuni volti a migliorare i rapporti tra lo Stato e la società. La rete è stata ulteriormente rafforzata grazie al lancio della piattaforma online «MyGCSP» per gli ex studenti.

1.2

Contribuire ad attuare la politica di pace e di sicurezza della Svizzera

Cooperazione partenariale con la SEM Su richiesta della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), il GCSP organizza corsi sul buongoverno e sulla migrazione per Paesi come la Tunisia, l'Iraq, il Camerun e la Guinea. I corsi mirano a sviluppare le competenze e le conoscenze dei partecipanti riguardo al buongoverno e alla migrazione, a promuovere la creazione di una rete professionale legata alla Ginevra internazionale e a fornire uno sguardo sul modello democratico svizzero.

Corso per addetti alla difesa In collaborazione con il DDPS, da oltre dieci anni il GCSP offre a ufficiali, diplomatici e personale amministrativo internazionale corsi preparatori alle attività di collegamento tra diplomazia, strategia, economia e relazioni pubbliche. Negli ultimi anni il GCSP ha organizzato simili corsi ad Amman, Addis Abeba, Sarajevo, Colombo e Dakar.

Tavola rotonda di Chambésy Con il forum di dialogo di Chambésy, il GCSP e il DFAE offrono un quadro informale per discussioni schiette e aperte su determinati temi della politica di sicurezza europea.

L'obiettivo è andare oltre le solite interazioni e dichiarazioni prevedibili. A fornire

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spunti di riflessione ci pensano politici di spicco a livello internazionale ed esponenti del mondo accademico.

Cooperazione partenariale con la NATO Negli ultimi anni il GCSP ha sviluppato ulteriormente le sue relazioni con la NATO in particolare nel campo delle nuove tecnologie, per esempio tramite nuovi lavori di ricerca e un processo a sostegno dell'impegno dell'organizzazione teso a chiarire i suoi principi etici quanto a un impiego responsabile dell'intelligenza artificiale, ma anche tramite la copresidenza nel gruppo di lavoro sulle nuove sfide all'interno del Partenariato per la pace della NATO. Inoltre, nel luglio del 2022 il GCSP ha ospitato il simposio della NATO sui partenariati (Partnership 360 Symposium), in cui rappresentanti politici e militari dei Paesi membri e dei Paesi partner dell'Alleanza partecipano a discussioni aperte sul futuro della politica di partenariato della NATO. Il simposio promuove il dialogo sulla politica di sicurezza all'interno della comunità dei partner secondo il motto «One NATO».

1.3

Promozione della Ginevra internazionale

Il GCSP ha potenziato notevolmente le sue attività nel campo delle formazioni su misura per le organizzazioni internazionali al fine di soddisfare la crescente domanda.

Il Centro collabora con l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e la Rete globale di allarme e risposta alle epidemie (GOARN) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per rafforzare la loro capacità di rilevare i cambiamenti e di adeguarsi in modo sostenibile a un ambiente in continua trasformazione. Il GCSP ha per esempio messo a punto un programma di formazione per i collaboratori della rete GOARN comprendente oltre 200 istituzioni partner in tutto il mondo.

Altri corsi sono stati organizzati per il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), la direzione del Segretariato generale dell'ONU e il settore di polizia del Dipartimento per le Operazioni di Pace dell'ONU. Inoltre, per diversi progetti sulle nuove tecnologie (Trust Valley, Ide4, Collaboration Spotting) il GCSP ha collaborato a stretto contatto con il Cantone di Ginevra. Da alcuni anni lavora anche con la fondazione Primat per promuovere il dialogo e la riflessione sulle ripercussioni sociali delle nuove tecnologie. La fondazione Primat ha sostenuto il GCSP tra le altre cose nell'introduzione di un nuovo programma di borse di studio sui temi del buongoverno e dell'etica in relazione alle nuove tecnologie. Infine, il GCSP ha ospitato e co-organizzato (sotto la guida del DFAE) un workshop sul tema dei cambiamenti climatici e della sicurezza.

La pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze sulle attività del Centro Durante la pandemia il GCSP ha messo nuovamente alla prova la sua capacità di adattarsi rapidamente e di gestire efficacemente enormi sfide. È la conclusione cui è giunta una valutazione esterna effettuata tra il 2021 e il 2022. Il Centro ha mantenuto senza interruzioni la sua offerta formativa per i dirigenti e i suoi workshop di facilitazione. Grazie alla creatività, all'agilità e all'impegno del suo personale, 28 / 38

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il Centro è riuscito a passare quasi subito a un funzionamento completamente virtuale. Le ragioni di questa rapidità sono molteplici. In primo luogo bisogna sottolineare la diversità dei collaboratori del GCSP, che dispongono di esperienze in settori di specializzazione eterogenei. Tutti hanno contribuito affinché il Centro potesse soddisfare i requisiti di un'azienda socialmente responsabile. In secondo luogo, grazie a un grande lavoro lungimirante svolto negli ultimi anni e a un uso già consolidato degli strumenti digitali, è stato possibile trasferire online tutte le attività del Centro, garantendo così la continuità dell'offerta. Il GCSP ha tenuto una serie di eventi in formato digitale, tra cui webinar, world café e videoconferenze. Con il formato virtuale e il nuovo concetto didattico, il Centro ha ampliato la sua risonanza a livello mondiale e raggiunto un maggior numero di esperti di Paesi fragili e colpiti da conflitti armati. Di conseguenza, nei corsi è aumentata anche la quota di donne tra i partecipanti e gli esperti.

Negli ultimi anni il Centro ha ampliato la gamma delle sue formazioni con l'aggiunta di tematiche pertinenti come l'anticipazione strategica, la gestione delle crisi, la leadership, i rischi globali e la resilienza, veicolando così tutte le competenze e conoscenze di fondamentale importanza per il necessario adeguamento alle nuove circostanze sorte con la pandemia.

Durante la pandemia il GCSP ha sempre adempiuto pienamente il proprio dovere di protezione nei confronti dei collaboratori. Il suo compito principale è stato quello di evitare e ridurre i rischi legati alla COVID-19. A tal fine, già nei primi giorni dello scoppio della pandemia, il GCSP ha istituito una task force per garantire l'introduzione di norme a tutela della salute e della sicurezza del personale e nello stesso tempo si è adoperato affinché il Centro potesse continuare a svolgere il proprio mandato.

2

Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD)

Il GICHD ha collaborato a stretto contatto con i suoi partner nel settore della verifica, dello sviluppo e dell'adeguamento delle strategie antimine nazionali di Paesi come l'Afghanistan, la Repubblica democratica del Congo, il Sudan del Sud, lo Sri Lanka e lo Zimbabwe. Questo sostegno nella pianificazione strategica si è concentrato soprattutto sui Paesi direttamente interessati, ma anche sui Paesi donatori: il Centro ha per esempio sostenuto la Germania nello sviluppo della sua strategia antimine. Queste strategie nazionali vengono elaborate sotto la guida dei Paesi interessati, in linea con l'obiettivo del GICHD di promuoverne la responsabilizzazione. In questo modo contribuiscono a mettere a punto una solida tabella di marcia per la bonifica delle aree contaminate, a mobilitare risorse finanziarie e a garantire che tutti gli attori sul campo lavorino nella stessa direzione.

Le Norme internazionali delle azioni di lotta contro le mine (International Mine Action Standards, IMAS) fungono da riferimento per il settore dello sminamento umanitario in materia di buone prassi sul campo. Per rimanere pertinenti e promuovere un approccio coerente nel lavoro sul campo, devono essere costantemente aggiornate. Da una valutazione indipendente delle IMAS è emerso che queste prassi sono efficaci.

Successivamente è stato sviluppato anche il ruolo del GICHD nel controllo delle 29 / 38

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IMAS. Il Centro ha continuato a sostenere il Comitato di revisione e il Comitato di gestione nel monitoraggio e nello sviluppo di standard di qualità e ha funto da segretariato di entrambi gli organi. Nel periodo 2020­2021 sono state adottate varie norme e istruzioni tecniche su tematiche come l'educazione ai pericoli legati agli ordigni bellici, l'assistenza alle vittime, la ricerca delle mine con l'impiego di animali e la gestione dei rischi residui.

Parallelamente, il GICHD si è adoperato anche per l'attuazione delle IMAS a livello nazionale al fine di migliorare la sicurezza, l'efficienza e la qualità dello sminamento nei Paesi interessati. Sostenendo l'Afghanistan, l'Angola, la Cambogia, l'Ucraina, il Vietnam e lo Yemen, il Centro ha contribuito al processo di sviluppo e di revisione di queste norme a livello nazionale. Inoltre, il GICHD ha elaborato una guida sulle buone prassi concernenti la neutralizzazione degli ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive Device, IED) che intende contribuire a uno smaltimento sicuro, efficace ed efficiente di questi dispositivi. Il documento è stato particolarmente apprezzato dai partner, poiché le contaminazioni attuali sono caratterizzate da una crescente presenza degli ordigni in questione.

Approccio specifico per Paese: Ucraina Recentemente il GICHD ha lavorato a stretto contatto con l'Ucraina mettendo a disposizione le proprie conoscenze riguardo allo sviluppo di standard nazionali, all'introduzione di sistemi di gestione delle informazioni, all'incoraggiamento di buone prassi nella valorizzazione di aree sminate e alla sensibilizzazione sulle conseguenze dello sminamento umanitario per lo sviluppo sostenibile.

In seguito all'aggressione militare nel febbraio del 2022, il GICHD ha valutato attentamente il proseguimento del proprio sostegno all'Ucraina. In un prossimo futuro la priorità sarà sostenere la gestione delle informazioni e le attività nel campo dell'Explosive Ordnance Risk Education, da un lato per ottenere un quadro chiaro dell'entità della contaminazione e del tipo di ordigni bellici rinvenuti e dall'altro per garantire che la popolazione ucraina sia consapevole dei pericoli derivanti dalla presenza di ordigni bellici e si comporti in modo appropriato per evitare incidenti.

In futuro ci sarà un grande bisogno di sminamento
umanitario in Ucraina. Saranno richieste iniziative specifiche a breve termine combinate con un approccio strategico a lungo termine. E sarà indubbiamente necessario rafforzare le capacità delle autorità antimine nazionali. Il 16 marzo 2022 il ministro degli interni ucraino ha dichiarato che lo sminamento umanitario dopo il conflitto armato richiederà diversi anni. Grazie alla sua cooperazione pluriennale con l'Ucraina, il GICHD è ben posizionato per sostenere questo impegno. Un aspetto importante sarà lo stretto coordinamento del partenariato con le organizzazioni regionali, nazionali e internazionali attive in Ucraina.

I programmi di cooperazione regionale del GICHD (in lingua araba, russa e francese) hanno continuato a facilitare il dialogo, la cooperazione e lo scambio di buone prassi tra le autorità nazionali competenti accomunate dalla stessa lingua. Allo stesso tempo, il miglioramento dell'accesso alle norme e ad altri documenti chiave nelle lingue 30 / 38

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locali rimarrà un obiettivo importante dei programmi anche in futuro. Il GICHD ha rafforzato in particolare il suo programma di cooperazione regionale in lingua francese, focalizzato sulla regione del Sahel e sull'Africa occidentale. La cooperazione con i membri di questo programma punta soprattutto a ridurre la minaccia degli ordigni esplosivi improvvisati disseminati da gruppi armati non statali come il sedicente Stato islamico e Al-Qaida.

Il GICHD continua ad adoperarsi per soddisfare le esigenze del settore al fine di ridurre i pericoli derivanti da munizioni esplosive, tenendo conto delle questioni di genere e diversità. Ha sostenuto la revisione e l'attuazione di piani d'azione per integrare le questioni di genere e diversità insieme a partner in Afghanistan, Cambogia, Libano e Somalia. Grazie alla messa a disposizione di consulenza tecnica e di offerte formative, l'integrazione di questi aspetti nel settore dello sminamento è migliorata notevolmente. Ad esempio, è ormai prassi comune l'impiego di personale misto nelle squadre di sminamento o di disinnesco di ordigni esplosivi. Le donne sono state reclutate come sminatori in più di 25 Paesi e territori. Studi recenti condotti in Sri Lanka, Afghanistan e Libano dimostrano che l'impiego delle donne in questi ruoli evidenzia la loro capacità di svolgere le stesse mansioni degli uomini. Ciò permette loro di aumentare il proprio status sociale e la propria influenza nei processi decisionali, di ottenere una maggiore indipendenza finanziaria e di istruire ulteriormente se stesse e le persone a loro carico.

Sminamento umanitario al servizio di obiettivi di ampio respiro: l'impatto sullo sviluppo sostenibile in Cambogia A prescindere dalle conseguenze umanitarie, la contaminazione da mine limita anche il potenziale di sviluppo economico e sociale delle comunità colpite. Mentre i risultati dello sminamento umanitario in termini di riduzione del numero di vittime sono immediatamente visibili, il loro contributo allo sviluppo sostenibile è più difficilmente e non sistematicamente misurabile. Per approfondire la questione, il GICHD ha svolto una serie di studi di casi allo scopo di individuare e descrivere gli effetti (a più livelli) dello sminamento umanitario sullo sviluppo.

Gli studi si servono degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) come
quadro di analisi e forniscono una chiara evidenza della correlazione tra sminamento umanitario e sviluppo, grazie alla riduzione dei rischi cui sono esposte le comunità locali.

In Cambogia, per esempio, lo sminamento umanitario ha permesso lo sviluppo agricolo, il miglioramento dei mezzi di sussistenza e un accesso sicuro alle risorse fondamentali e alle infrastrutture di base. A livello di comunità, risultati importanti sono stati una maggiore fiducia negli investimenti nei terreni e la possibilità di tenere più animali. Infine, oltre ai benefici derivanti dall'espansione dell'economia agricola, è stato rilevato anche un generale miglioramento del benessere psicologico.

Il GICHD ha inoltre continuato a sostenere l'attuazione dei pertinenti strumenti del diritto internazionale umanitario nel campo dello sminamento, sia in termini di contenuti che di logistica. A tal fine ha lavorato a stretto contatto con le presidenze della 31 / 38

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Convenzione sul divieto delle mine antiuomo e della Convenzione sulle munizioni a grappolo, in particolare durante le conferenze di revisione dei due atti. La Svizzera ha svolto un ruolo decisivo assumendo la presidenza della seconda conferenza di revisione della Convenzione sulle munizioni a grappolo. La conferenza è stata un successo nonché l'occasione ideale per la Svizzera e il GICHD di unire le forze per sviluppare documenti strategici importanti per la Convenzione come il Lausanne Action Plan 2021­2026, che garantisce una tabella di marcia chiara in vista dell'attuazione della Convenzione e definisce un quadro per misurare e documentare i progressi compiuti.

Il gruppo di consulenza per la gestione delle munizioni (AMAT) istituito nel gennaio del 2019 all'interno del GICHD è diventato operativo ed è impegnato a soddisfare le esigenze di assistenza tecnica degli Stati nel settore della gestione e dello smaltimento sicuro e protetto delle munizioni. L'AMAT ha svolto missioni di accertamento in Mauritania e Moldova. Ha inoltre fornito assistenza tecnica al Governo della Guinea equatoriale per far fronte a una serie di esplosioni in caserme dell'esercito nella città di Bata riconducibili a uno stoccaggio improprio di munizioni e costate la vita a oltre 100 persone. Il gruppo ha inoltre assistito l'Ufficio delle Nazioni Unite per il disarmo nello stilare una lista di esperti in gestione delle munizioni in grado di offrire consulenza e formazione sugli aspetti tecnici della sicurezza della gestione delle munizioni conformemente alle Linee guida tecniche internazionali sulle munizioni (International Ammunition Technical Guidelines, IATG).

3

Centro per la governance del settore della sicurezza (DCAF)

Nel periodo in esame, l'attività del DCAF è stata influenzata dalla lunga pandemia di COVID-19. Le conseguenze della crisi sanitaria sono state chiaramente tangibili sia sul piano strategico che nel funzionamento del Centro. Il fallimento del progetto di costruzione dello Stato afghano e, più di recente, la guerra in Ucraina hanno generato ulteriori sfide. In risposta alla pandemia, il DCAF ha introdotto nuovi metodi di lavoro. Grazie alla sua rete di uffici distaccati e ai partenariati con attori locali stabiliti prima della pandemia, il DCAF è riuscito a portare avanti le sue attività e a svolgere importanti mandati in oltre 80 Paesi di quattro continenti, affermandosi così come una delle istituzioni più accreditate a livello internazionale nel settore del buongoverno e della riforma del settore della sicurezza. Parallelamente, il Centro è stato in grado di affrontare altre questioni derivanti dal coinvolgimento delle forze di sicurezza nella gestione della pandemia e dei rischi di abuso ad essa correlati. I programmi più importanti sono stati attuati prevalentemente in Paesi fragili o interessati da una situazione di post-conflitto o di post-crisi. Si tratta dei seguenti Paesi: Africa:

Etiopia, Burkina Faso, Repubblica democratica del Congo, Gambia, Mali, Niger e Nigeria

MENA:

Yemen, Libano, Libia, Marocco, Palestina e Tunisia

Europa:

Armenia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia del Nord, Ucraina (il DCAF ha sospeso tutte le sue attività operative in Ucraina dopo l'aggressione militare della Russia iniziata nel febbraio del 2022) e i 12 Stati firmatari della convenzione di cooperazione in materia di polizia nell'Europa sud-

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orientale (Konvention über die polizeiliche Zusammenarbeit in Südosteuropa) America:

Cile, Costa Rica, Honduras e Colombia

Asia:

Cina, Myanmar (il DCAF ha sospeso le sue attività in Myanmar in seguito al colpo di Stato nel febbraio del 2021)

Tra le tematiche affrontate dai programmi vi sono: ­

il rafforzamento del controllo parlamentare sul settore della sicurezza; il sostegno agli organi di controllo indipendenti e ai meccanismi indipendenti per la protezione dei diritti umani;

­

la riforma della polizia e delle autorità di perseguimento penale; il miglioramento della gestione di grandi assembramenti e di conflitti da parte della polizia; il controllo dell'uso della forza; la prevenzione della tortura;

­

la gestione delle frontiere; la lotta alla criminalità organizzata transfrontaliera e all'immigrazione clandestina;

­

la riforma, il controllo e la gestione dei servizi di intelligence;

­

la riduzione del rischio di corruzione nelle istituzioni del settore della sicurezza;

­

la parità di genere nelle istituzioni del settore della sicurezza;

­

il rafforzamento della società civile, del controllo da parte della comunità e dei media; la promozione del dialogo sulle esigenze di sicurezza della popolazione; il miglioramento della comunicazione tra le istituzioni del settore della sicurezza e la popolazione;

­

risposte efficaci alle sfide generate dalla pandemia di COVID-19 nel settore della sicurezza; regolamentazione dei servizi privati di sicurezza;

­

la governance nel settore della cibersicurezza.

Oltre ad aver lavorato direttamente con i partner nazionali, il DCAF ha accompagnato i processi volti allo sviluppo di standard internazionali, norme, linee guida e prassi nel campo della gestione e della riforma del settore della sicurezza così come il coordinamento dei processi di riforma in loco, guidati da organizzazioni multilaterali (ONU, OSCE, Unione africana, UE ecc.) o donatori bilaterali. L'obiettivo di questo lavoro è evitare sovrapposizioni di programmi e armonizzare iniziative e approcci internazionali sulla riforma del settore della sicurezza. Uno dei principali risultati del DCAF è stato l'aumento della fornitura di servizi di consulenza nell'ambito dell'«European Union Security Sector Governance Facility». Questa struttura, gestita dal DCAF, offre competenze su misura e orientate alle esigenze allo scopo di sostenere il Servizio europeo per l'azione esterna e le delegazioni dell'UE nei Paesi partner che partecipano alla riforma del settore della sicurezza. Grazie a questa cooperazione di grande successo, l'UE è ora il secondo donatore più importante dopo la Svizzera nel settore del finanziamento dei progetti (l'UE non partecipa al finanziamento di base del DCAF).

Il DCAF ha ampliato la sua ricerca al di là dei temi classici legati alla riforma del settore della sicurezza per includere la crisi sanitaria, i cambiamenti climatici e la governance della cibersicurezza, così da considerare nuove problematiche in materia di 33 / 38

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sicurezza. Il DCAF ha inoltre rafforzato ulteriormente la sua posizione di interlocutore più importante al mondo nel campo della parità di genere nel settore della sicurezza e della regolamentazione sia dei servizi privati di sicurezza sia dei partenariati tra questi ultimi e il settore pubblico.

Tra il 2020 e il 2022 il DCAF ha sostenuto la Svizzera nell'attuazione di decine di grandi progetti su mandato del DFAE, della DSC e del DDPS in vari Paesi e regioni: Colombia, Gambia, Georgia, Honduras, Libano, Macedonia del Nord, Mali, Nigeria, Perù, Repubblica democratica del Congo, Balcani occidentali, Europa dell'Est (incl.

Moldova e Ucraina) e Golfo persico. Il DCAF ha anche accompagnato la Svizzera in questioni multilaterali, come il sostegno all'OSCE e all'ONU, e in varie tematiche, come l'attuazione dei Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani, del Documento di Montreux e del Codice di condotta internazionale per i servizi privati di sicurezza.

Questioni istituzionali: nel periodo in esame, il DCAF ha concluso il suo processo di gestione del cambiamento varato nel 2017 per modernizzare e rafforzare le proprie capacità di gestione e di governance. In seguito alle raccomandazioni della precedente valutazione, il Centro ha professionalizzato le sue divisioni delle finanze e del personale e ha ottimizzato tutte le sue strategie e procedure interne. Una particolare attenzione è stata rivolta allo sviluppo professionale del personale, all'introduzione di un sistema di retribuzione giusto ed equo, alla gestione delle conoscenze, all'apprendimento organizzativo e al miglioramento dei meccanismi di gestione delle crisi al fine di garantire la sicurezza e la protezione del personale in loco. Come mostrano i rapporti annuali del Centro pubblicati dal 2016, il DCAF ha concluso con successo la transizione verso una gestione orientata ai risultati e incentrata sulla qualità e sull'efficacia.

Nel 2019 il DCAF ha modificato il suo Statuto e cambiato nome conformemente al diritto svizzero delle fondazioni: da «Centro per il controllo democratico delle forze armate» a «Centro per la governance del settore della sicurezza» (DCAF). La nuova denominazione riflette meglio il mandato del Centro in quanto riprende la dicitura attualmente utilizzata nel settore della sicurezza. Infine, il DCAF ha anche
rafforzato il ruolo consultivo e strategico dell'ufficio del suo Consiglio di fondazione.

Dal punto di vista finanziario, il periodo in esame è stato caratterizzato da una notevole riluttanza da parte dei donatori e da una loro tendenza generale a ridurre i contributi o a cancellarli del tutto a causa delle ristrettezze di bilancio legate alla pandemia di COVID-19. Malgrado questo sviluppo sfavorevole, il DCAF è riuscito a mantenere gran parte della sua base di finanziamento internazionale grazie alla fiducia dei suoi numerosi partner.

Questioni di genere in relazione alla sicurezza Il DCAF ha iniziato a occuparsi di questioni di genere in relazione alla sicurezza nel 2003, concentrandosi sulla violenza sulle donne, sulla violenza sessuale nei conflitti armati e sulla tratta di esseri umani. Cinque anni dopo il Centro è diventato un leader mondiale in fatto di questioni di genere e riforma del settore della sicurezza con la pubblicazione del Gender and SSR Toolkit. Questa guida, elaborata in collaborazione con UN Women e con l'OSCE, è stata il punto di partenza 34 / 38

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per un'intera serie di progetti sulle questioni di genere in relazione alla sicurezza.

Da allora il DCAF gode di una reputazione ancora maggiore in questo campo.

Integra la dimensione di genere in tutti i suoi programmi e progetti operativi attinenti alla riforma del settore della sicurezza e propone una serie di materiali informativi pratici, attività di advocacy e consulenza tecnica ai suoi partner a livello locale, nazionale e internazionale. Il DCAF, che è noto soprattutto per i suoi kit di valutazione del rispetto della parità di genere nelle istituzioni nazionali del settore della sicurezza, sostiene la Svizzera nello sviluppo e nell'attuazione dei suoi piani d'azione nazionali per applicare la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza dell'ONU su donne, pace e sicurezza. Il Centro è attualmente impegnato ad attuare l'iniziativa Elsie, un progetto pilota multistakeholder innovativo che punta a superare le barriere che impediscono una maggiore partecipazione delle donne in uniforme alle operazioni di pace dell'ONU, soprattutto nelle forze militari e di polizia.

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Allegato 2

I Centri di Ginevra in Ucraina Organizzando la Ukraine Recovery Conference (URC2022), la Svizzera ha sostenuto un Paese colpito dall'unico conflitto armato attualmente in corso sul continente europeo. La conferenza di Lugano ha discusso le priorità, i metodi e i principi della ricostruzione, nonché la necessità di un sostegno coordinato. I tre Centri di Ginevra hanno una lunga e proficua storia di collaborazione con le autorità civili e militari e con la società civile ucraina. Mantengono le relazioni con i partner sul campo e continuano a fornire competenze e consulenza all'Ucraina nonostante la situazione attuale.

1

Il GCSP: fornire spazi di dialogo informale

Il GCSP continua a sviluppare idee di nicchia per trovare una soluzione alla guerra in Ucraina, per facilitare il dialogo tra Russia e Occidente e per trovare accordi di sicurezza post-conflitto praticabili. Questo include un documento sulle ramificazioni globali della guerra, dibattiti organizzati dal GCSP che contribuiscono in modo sostanziale al discorso internazionale e vari formati di dialogo su argomenti rilevanti. Ad esempio, il GCSP ha organizzato una serie di consultazioni con partecipanti ben collegati ai vertici del governo russo, con l'obiettivo di mantenere i canali di comunicazione e gettare le basi per un futuro processo di ricostruzione della fiducia e della cooperazione.

Il GCSP riunisce anche esperti di garanzie di sicurezza per comprendere meglio le implicazioni e per analizzare il significato di «garanzie di sicurezza» nella pratica, in particolare per quanto riguarda l'Ucraina. Il GCSP ha avviato un dialogo tra esperti militari per trarre insegnamenti dalle Commissioni militari congiunte e dalla mediazione del cessate il fuoco in vari contesti di costruzione della pace, al fine di esplorare le possibilità di un meccanismo di coordinamento della sicurezza tra Russia e Ucraina quando i tempi e le condizioni saranno maturi. Infine, il GCSP ha avviato un dialogo che coinvolge gli «Stati ponte» (quelli che non sono né nell'orbita dell'UE/NATO né in quella della Russia, ma che condividono un senso di vulnerabilità) con l'obiettivo di aiutarli a riflettere sul loro posizionamento geopolitico e sui modi per migliorare la loro resilienza.

2

Il GICHD: il programma di sminamento umanitario in Ucraina

Dopo l'escalation del conflitto armato all'inizio di quest'anno, il GICHD ha intensificato significativamente la sua cooperazione con l'Ucraina, sostenendo le autorità nazionali e le organizzazioni responsabili dello sminamento umanitario. Un pilastro del sostegno del GICHD è il sistema di gestione delle informazioni relative allo sminamento (IMSMA), in uso nel Paese dal 2012. L'IMSMA, sviluppato dal GICHD, è diventato una piattaforma di coordinamento dell'emergenza per aggregare, interpretare e condividere il flusso di dati tra i partner dello sminamento umanitario per

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mappare le aree contaminate e definire le possibili operazioni. Durante questa fase di emergenza, l'accesso coordinato a dati aggiornati aiuta le autorità nazionali preposte allo sminamento umanitario a stabilire le priorità e a indirizzare le risorse in risposta ai bisogni umanitari più urgenti. A lungo termine, la mappatura delle aree in cui sono state segnalate mine e altri ordigni esplosivi costituisce la base per operazioni di sminamento umanitario e attività di ricostruzione efficaci ed efficienti.

Nonostante le condizioni difficili, il Centro continua a organizzare corsi di formazione in Ucraina per le autorità e gli operatori nazionali, anche sui metodi di sminamento umanitario. Questi corsi sono molto richiesti e la maggior parte dei partecipanti proviene da diverse parti del Paese. Sono stati compiuti sforzi per garantire che i materiali siano disponibili in ucraino, in modo da essere accessibili a tutti gli operatori del settore. Tra queste, la nostra Guida agli ordigni esplosivi per l'Ucraina, che identifica oltre 170 tipi diversi di ordigni esplosivi per aiutare gli operatori umanitari a identificarli e a gestirli in modo sicuro. Il GICHD sostiene anche le iniziative di educazione al rischio, affinché la popolazione civile, compresi gli sfollati interni e i rimpatriati, sia meglio informata sui tipi di ordigni esplosivi che si incontrano e possa evitare incidenti.

Inoltre, alla fine di novembre 2022, il GICHD ha organizzato a Ginevra un workshop di coordinamento dei donatori per lo sminamento umanitario in Ucraina, in collaborazione con la Svizzera e la Germania. Questo evento tecnico ha riunito molti attori per garantire che l'assistenza internazionale allo sminamento umanitario sia più mirata alle esigenze dell'Ucraina.

3

Il DCAF: Governance democratica del settore della sicurezza

Il piano di ripresa URC2022 prevede riforme delle autorità di perseguimento penale, tra cui la riduzione dei poteri del Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) e il rafforzamento dell'indipendenza dell'Ufficio di sicurezza economica dell'Ucraina (ESBU).

Il DCAF è in grado di facilitare questo processo, non da ultimo per il suo impegno di lunga data. L'esperienza del DCAF sarebbe particolarmente utile nello sviluppo di un nuovo quadro legislativo, nella supervisione parlamentare e nei controlli interni all'SBU e all'ESBU.

Una magistratura indipendente sarà essenziale per la ricostruzione e in particolare per indagare sulle violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e sui crimini di guerra. A questo proposito, il DCAF sta sostenendo l'Ufficio del Procuratore Generale dell'Ucraina nello sviluppo di strumenti di comunicazione strategica. Il DCAF è inoltre pronto a sostenere la Commissione di qualificazione giudiziaria e il Consiglio superiore della magistratura nelle questioni organizzative e gestionali. Il DCAF sta anche sviluppando le politiche e le capacità delle forze armate ucraine nel settore del rispetto del diritto internazionale umanitario. Nel contesto del Programma nazionale ucraino di supporto psicologico, il DCAF si sta preparando a contribuire allo sviluppo di elementi di supporto psicologico all'interno delle forze armate.

Altre priorità della ricostruzione saranno il sostegno alle istituzioni giudiziarie e di polizia per garantire il buon governo, la trasparenza, l'integrità (anticorruzione) e la parità di genere. Infine, in linea con il principio della Dichiarazione di Lugano sull'impe37 / 38

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gno multi-stakeholder, il DCAF è in grado di contribuire al coordinamento dei donatori internazionali e degli altri attori esterni coinvolti nelle operazioni di ricostruzione nell'area della governance e della riforma del settore della sicurezza.

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