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23.009 Rapporto sulla politica estera 2022 del 1° febbraio 2023

Onorevoli presidenti e consiglieri, vi sottoponiamo il rapporto sulla politica estera 2022 affinché ne prendiate atto.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

1° febbraio 2023

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Alain Berset Il cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr

2023-0330

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Compendio Il rapporto sulla politica estera 2022 offre una panoramica della politica estera svizzera nell'anno in rassegna. In base all'articolo 148 capoverso 3 della legge sul Parlamento, il Consiglio federale presenta un resoconto sulle attività di politica estera, in particolare quelle legate alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­2023), di cui il presente rapporto riprende la struttura. Conformemente alla decisione del Consiglio federale dell'11 maggio 2011, il rapporto approfondisce anche uno dei temi prioritari, che quest'anno è la politica estera in relazione alla guerra in Ucraina.

Il capitolo 1 illustra la turbolenta situazione politica mondiale nell'anno in rassegna e le decisioni prese dalla Svizzera. Il capitolo 2 descrive gli strumenti con i quali è garantita la coerenza in politica estera. Il capitolo 3 è dedicato al tema di approfondimento. Per la Svizzera, reagire all'aggressione militare russa nei confronti dell'Ucraina ha significato prendere posizione in modo inequivocabile a favore del diritto internazionale, nel rispetto della propria politica estera indipendente e del diritto della neutralità. Con la Ukraine Recovery Conference (URC2022) di Lugano, il nostro Paese ha dato un segnale di solidarietà apprezzato a livello internazionale.

Il capitolo 4 è dedicato alla prima priorità tematica della SPE 2020­2023: pace e sicurezza. Riassume l'elezione della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU e i preparativi fatti in vista dell'ingresso in questo organismo nel 2023. Illustra inoltre l'intensificazione delle attività del nostro Paese nei settori della promozione della democrazia, del controllo degli armamenti e dell'aiuto umanitario. La seconda priorità della SPE 2020­2023, la prosperità, è presentata al capitolo 5, che spiega come la Svizzera si sia adoperata, in un contesto complesso dal punto di vista geopolitico, per garantire buone condizioni quadro alla propria economia e per favorire la cooperazione internazionale nel campo della ricerca. Il capitolo mostra anche come la Svizzera abbia adeguato vari programmi in corso nell'ambito della cooperazione internazionale per reagire alle conseguenze globali della guerra in Ucraina. La questione della sostenibilità nell'ambito della politica estera ­ terza priorità della SPE 2020­2023 ­ è al centro del capitolo
6. In tutto il mondo, l'attuazione dell'Agenda 2030 è stata notevolmente rallentata dalle conseguenze della guerra in Ucraina.

Il secondo rapporto volontario della Svizzera rileva che anche nel nostro Paese, in molti settori è ancora necessario intervenire. Il capitolo 7 affronta la digitalizzazione, quarta priorità tematica della SPE 2020­2023. Nel 2022 l'accento è stato posto sulle misure volte a rafforzare la Ginevra internazionale come importante centro della governance tecnologica.

Il capitolo 8 analizza gli sviluppi delle relazioni con l'UE, con i Paesi limitrofi e con i restanti Paesi UE/AELS oltre che con il Regno Unito. Sulla base dell'approccio «a pacchetto» del Consiglio federale, dal marzo del 2022 hanno avuto luogo colloqui esplorativi con la Commissione europea. Il capitolo 9 illustra le relazioni con altre regioni e con i Paesi prioritari nel mondo. Al capitolo 10 viene descritta la politica estera a livello multilaterale. Il capitolo 11 tratta questioni concernenti le risorse e la comunicazione, mentre il capitolo 12 conclude il rapporto presentando un bilancio e delineando prospettive. Gli allegati comprendono il rapporto sulla diplomazia dei 2 / 106

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diritti umani 2019­2022, un elenco dei rapporti del Consiglio federale su temi di politica estera, un elenco delle pubblicazioni rilevanti del DFAE e una panoramica sotto forma di tabella relativa al raggiungimento degli obiettivi della SPE 2020­2023.

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Indice Compendio

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1

Sviluppi della geopolitica nel 2022 1.1 Aggressione militare russa contro l'Ucraina 1.2 Cesura in Europa 1.3 La guerra come acceleratore di tendenze in atto 1.4 Crisi economica composita

6 6 7 8 10

2

Coerenza in politica estera

11

3

Approfondimento: politica estera e guerra in Ucraina 3.1 Diritto internazionale 3.2 Solidarietà 3.3 Buoni uffici 3.4 Gestione della crisi 3.5 Conclusioni

12 12 13 15 15 16

4

Pace e sicurezza 4.1 Buoni uffici e promozione della pace 4.2 Sicurezza internazionale 4.3 Elezione al Consiglio di sicurezza dell'ONU 4.4 Diritti umani 4.5 Impegno umanitario 4.6 Migrazione e sfollamento forzato

17 17 18 19 20 20 21

5

Prosperità 5.1 Sistema economico globale 5.2 Accordi economici, finanziari e di libero scambio 5.3 Educazione, ricerca e innovazione 5.4 Cooperazione allo sviluppo

21 21 22 23 24

6

Sostenibilità 6.1 Agenda 2030 6.2 Ambiente e clima 6.3 Acqua 6.4 Energia 6.5 Finanza e governo d'impresa 6.6 Prevenzione delle catastrofi 6.7 Salute 6.8 Cultura

25 25 26 27 27 28 28 29 30

7

Digitalizzazione 7.1 Governance digitale

30 30

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7.2 7.3 7.4 7.5

Cibersicurezza Autodeterminazione digitale Tech4Good Diplomazia scientifica

31 32 33 33

8

Europa 8.1 Consolidamento della via bilaterale 8.2 Relazioni con i Paesi limitrofi e i restanti Stati UE/AELS 8.3 Relazioni con il Regno Unito

34 34 38 39

9

Regioni e Paesi prioritari nel mondo 9.1 Eurasia 9.2 Americhe 9.3 Medio Oriente e Africa del Nord 9.4 Africa subsahariana e Francofonia 9.5 Asia e Pacifico

40 40 41 42 43 44

10 Multilateralismo 10.1 ONU 10.2 Ginevra internazionale e Stato ospite 10.3 OSCE e Consiglio d'Europa 10.4 OCSE, istituzioni di Bretton Woods e banche di sviluppo 10.5 G20 10.6 Diritto internazionale

45 45 46 46 47 48 49

11 Risorse 11.1 Rete esterna e personale 11.2 Gestione delle crisi e sicurezza 11.3 Servizi consolari 11.4 Comprensione della politica estera in Svizzera 11.5 Comunicazione internazionale all'estero

50 50 50 51 51 52

12 Bilancio e prospettive

52

Elenco delle abbreviazioni

54

Allegati 1.

Rapporto sulla diplomazia dei diritti umani della Svizzera: bilancio 2019­2022 2.

Rapporti del Consiglio federale in materia di politica estera 3.

Pubblicazioni del DFAE 4.

Stato del raggiungimento degli obiettivi della SPE 2020-2023

59 76 84 90

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Rapporto 1

Sviluppi della geopolitica nel 2022

Negli ultimi tre anni il mondo è stato segnato da grandi crisi e dopo la pandemia di COVID-19 il 2022 è stato contraddistinto dall'aggressione militare russa all'Ucraina.

La crisi energetica, la crescente insicurezza alimentare, l'elevato onere del debito di molti Stati e il ritorno dell'inflazione hanno contribuito a creare un quadro internazionale che presenta molte sfide. A ciò si aggiungono i cambiamenti climatici che hanno effetti sempre più evidenti in tante regioni del mondo.

La sovrapposizione di diverse crisi mette duramente alla prova la politica, l'economia e la società. L'ordine internazionale che per decenni ha assicurato sicurezza e benessere alla Svizzera è sempre più sotto pressione. Non si intravede ancora il formarsi di nuove condizioni stabili. Ci troviamo in una fase transitoria di insicurezza, elevata instabilità e di conseguenza scarsa prevedibilità che è iniziata prima della guerra in Ucraina e che può durare a lungo. Già nel rapporto sulla politica estera 2021, tre settimane prima dello scoppio della guerra in Ucraina, il Consiglio federale parlava di una «svolta epocale».

1.1

Aggressione militare russa contro l'Ucraina

La possibilità di un attacco russo contro l'Ucraina ha iniziato a delinearsi verso la fine del 2021. Mentre le minacce militari ai confini del Paese aumentavano costantemente, a dicembre Mosca formulava richieste praticamente impossibili da soddisfare, volte a instaurare un nuovo ordine di sicurezza europeo che di fatto avrebbe significato riconoscere una sfera di influenza russa. Anche se la diplomazia ha reagito con un'intensa attività internazionale, i suoi sforzi sono stati vani. Il 21 gennaio 2022, in occasione del vertice tra i ministri degli affari esteri di Russia e Stati Uniti tenutosi a Ginevra, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha incontrato separatamente le due parti, offrendo i buoni uffici della Svizzera.

Con l'inizio dell'aggressione militare russa contro l'Ucraina, il 24 febbraio 2022 la guerra è tornata in Europa e il presidente Putin ha fatto crollare l'ordine di sicurezza paneuropeo, costruito nell'arco di diversi decenni con il contributo della Russia. Sebbene la sicurezza europea mostrasse da tempo forti segnali di crisi, con la sua guerra di aggressione contraria al diritto internazionale la Russia ha cambiato le carte in tavola. Le numerose violazioni del diritto internazionale umanitario dimostrano l'atrocità di questa guerra, a cui si aggiungono le minacce nucleari inaccettabili da parte del Governo russo e i bombardamenti delle infrastrutture civili critiche del Paese, in particolare le centrali nucleari. Anche i referendum fittizi nelle zone ucraine in parte occupate dalla Russia e l'annessione di queste regioni costituiscono una violazione del diritto internazionale. Il fatto che tutto ciò sia provocato da uno Stato che dispone del potere di veto al Consiglio di sicurezza dell'ONU, e che quindi ha una particolare responsabilità nei confronti della sicurezza internazionale, rende la situazione ancora più grave. La Russia ha reso l'Europa meno sicura, provocando in Ucraina 6 / 106

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un'immensa distruzione e grandi sofferenze: la guerra ha falciato decine di migliaia di vite in poco tempo. Quasi un quinto dei 41 milioni di Ucraini è fuggito all'estero e un sesto circa della popolazione è sfollato all'interno del Paese. Degna di nota è la determinazione con cui l'Ucraina ha resistito, con successo, all'aggressione difendendo così la libertà e la democrazia di tutta l'Europa.

La guerra in Ucraina ha segnato la politica estera svizzera. Il Consiglio federale ha ripetutamente condannato in modo inequivocabile l'operato russo in Ucraina. La Svizzera ha inoltre preso posizione in difesa del diritto internazionale, ha aderito alle sanzioni dell'UE e ha sostenuto con solidarietà la popolazione ucraina, in grave difficoltà.

I provvedimenti adottati in questo contesto saranno illustrati nel capitolo dedicato al tema di approfondimento (n. 3). Il Consiglio federale ha forgiato la sua politica sulla base della neutralità permanente e nella convinzione che difendere con decisione i principi dello Statuto delle Nazioni Unite sia nell'interesse della Svizzera.

1.2

Cesura in Europa

La rottura tra la Russia e l'Europa e la politica estera revisionistica russa pongono nuovamente al centro dell'attenzione politica la questione del mantenimento della pace sul continente. Tutti i segnali indicano che a emergere sono temi come la deterrenza, il riarmo e la prevenzione di un'ulteriore escalation della guerra. La NATO è tornata in primo piano e nell'anno in rassegna ha avviato un allargamento nel Nord dell'Europa, mentre gli Stati Uniti si sono rivelati ancora una volta il più importante perno della sicurezza europea: dopo le tensioni dovute al ritiro dall'Afghanistan, il 2022 è stato all'insegna di una nuova solidarietà transatlantica. Anche la politica di sicurezza e di difesa dell'UE si è sviluppata in modo dinamico, mentre il futuro dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) è incerto.

Con la Comunità politica europea è stata creata una nuova piattaforma per il dialogo politico al più alto livello; al suo primo vertice, tenutosi in ottobre a Praga, hanno partecipato più di 40 Stati tra cui la Svizzera, rappresentata dal presidente della Confederazione. Come conseguenza dell'aggressione russa, l'Europa sembra diventare più compatta, anche al di là dei confini dell'UE; resta da vedere fino a che punto e per quanto tempo. Si stanno delineando nuove dinamiche.

L'UE ha rafforzato il proprio profilo geopolitico, anche se deve continuare a fare i conti con movimenti centrifughi interni che potrebbero essere accentuati dall'evoluzione delle crisi. Ha reagito velocemente all'aggressione militare della Russia adottando ampie sanzioni economiche, finanziarie o rivolte a singole persone, che sono state poi inasprite a più riprese nel corso dell'anno. All'interno dell'UE, gli Stati dell'Europa orientale hanno acquisito maggiore influenza, e l'Ucraina, la Moldova e la Bosnia e Erzegovina sono ora candidate all'adesione. In questo contesto, alla politica di allargamento viene nuovamente riconosciuto maggiore peso strategico.

L'Ucraina viene ampiamente sostenuta dal punto di vista umanitario, finanziario e politico, ma anche attraverso l'invio di armi; la Commissione europea ha dichiarato di voler continuare a supportarla «as long as it takes». Per il 2023 si prevedono aiuti finanziari per 1,5 miliardi di euro al mese. Per quanto riguarda la ricostruzione, che sarà un compito che impegnerà un'intera generazione, con la URC2022 di luglio la 7 / 106

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Svizzera e l'Ucraina hanno avviato un processo basato su un ampio consenso. I cosiddetti «principi di Lugano», approvati nel quadro di questa conferenza, rappresentano una base importante da cui partire per i lavori preparatori su scala internazionale e sono un simbolo di speranza per la popolazione ucraina.

La Russia è molto isolata in Europa ed è sempre meno influente anche nei Paesi che la attorniano. L'esclusione del Paese dal Consiglio d'Europa dopo 26 anni di adesione segna un'ulteriore cesura nelle annose controversie sul ruolo della Russia in Europa.

Dal punto di vista globale, tuttavia, il quadro è molto diverso: la Russia risulta meno isolata. I Paesi che hanno adottato sanzioni sono quasi esclusivamente occidentali o alleati degli Stati Uniti nell'Asia orientale. E se è vero che all'Assemblea generale dell'ONU più di 140 Stati hanno condannato l'aggressione militare russa, una chiara maggioranza, sono una cinquantina gli Stati, tra cui Sudafrica, India e Cina, che hanno deciso di non farlo; in questi Paesi vive più della metà della popolazione mondiale. In molte regioni la guerra non viene tanto percepita come una questione di diritto internazionale, quanto come un problema dell'Europa.

1.3

La guerra come acceleratore di tendenze in atto

Nel più ampio contesto della politica mondiale, la guerra agisce innanzitutto come un acceleratore di tendenze già in atto. Diversi trend individuati da tempo dal Consiglio federale si sono accentuati: in primo luogo la crescente importanza di una politica di potenza e in generale della geopolitica. In questo quadro spicca la concorrenza tra le grandi potenze. La rivalità tra Cina e Stati Uniti ha ormai assunto una dimensione globale. L'ascesa della Cina non si limita più all'economia, ma si estende anche al settore tecnologico e a quello militare. Il Paese sta incrementando in modo massiccio il suo arsenale nucleare ed è diventato più autoritario e più consapevole sul piano della politica estera.

Anche la Russia deve ancora essere considerata tra le grandi potenze, grazie al suo arsenale nucleare, che è il più grande del pianeta, alle sue esportazioni di materie prime e materiale d'armamento e alla notevole influenza che esercita in regioni come l'Africa e il Medio Oriente. Nell'anno in rassegna la Russia e la Cina si sono avvicinate, anche se non si può parlare di una vera e propria alleanza. Il 4 febbraio 2022 in una dichiarazione congiunta i presidenti dei due Paesi si sono assicurati un'amicizia «senza limiti», opponendosi a ogni ingerenza nei propri affari interni, invocando un «nuovo tipo di relazioni internazionali» e proponendo una nuova interpretazione di concetti come democrazia e diritti umani.

A livello regionale, dopo l'Europa, l'Asia orientale è diventata, sul piano geopolitico, un'area fondamentale. Le tensioni legate a Taiwan sono aumentate e in caso di escalation i rischi per la politica di sicurezza e per l'economia mondiale sono elevati. Queste due aree essenziali per la sicurezza, l'Europa e l'Asia orientale, sono sempre più intrecciate tra loro. Mentre la Cina osserva gli sviluppi della guerra in Ucraina con uno sguardo rivolto a Taiwan, gli Stati Uniti si attendono che la nuova solidarietà transatlantica in Europa regga anche nel caso di un'escalation nell'Asia orientale.

La Svizzera ha continuato a impegnarsi per sviluppare in un quadro strategico le sue relazioni con le grandi potenze e con le aree più importanti del mondo. Dopo la 8 / 106

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Strategia Cina del 2021, il Consiglio federale ha adottato la Strategia Americhe 2022-2025. Una Strategia Sud-Est asiatico 2023-2026 è in fase di finalizzazione. È stato istituzionalizzato anche un «dialogo di partenariato strategico» annuale tra Svizzera e Stati Uniti a livello di segreterie di Stato. Per quanto riguarda la Russia, nella prossima strategia di politica estera occorrerà ridefinire le relazioni con il Paese. In un contesto di politica mondiale caratterizzato da molti punti di rottura, la Svizzera è rimasta inoltre coinvolta in numerosi processi di pace e ha offerto i suoi buoni uffici.

Il mancato consenso di Mosca a un mandato in qualità di potenza protettrice per la tutela degli interessi ucraini in Russia mostra chiaramente la grande complessità connessa alla promozione della pace.

Una seconda tendenza in atto concerne l'erosione dell'ordine esistente e il rispetto sempre minore del diritto internazionale. I rapporti di forza non sono chiari. Una futura suddivisione sino-americana del mondo resta ipotizzabile, ma non si è ancora concretizzata. Numerose potenze regionali, tra cui l'India, l'Arabia Saudita e la Turchia, cercano di ampliare il proprio raggio d'azione tramite una politica estera mutevole. Questo quadro di imprevedibilità è reso ancora più complesso dal fatto che le relazioni internazionali sono influenzate da diverse dinamiche. Da una parte, gli Stati autoritari hanno acquisito un maggiore peso economico e politico: la questione fondamentale è capire fino a che punto le democrazie liberali potranno resistere alle sfide esterne ed interne derivanti da questa situazione. Dall'altra, però, la dicotomia tra democrazie e autocrazie non descrive appieno le relazioni odierne. Alcune democrazie non occidentali prendono infatti le distanze dall'Europa e dagli Stati Uniti; anch'esse si oppongono al predominio della visione del mondo occidentale. Un indizio di queste nuove relazioni è stato il successo ottenuto dalla Cina al Consiglio dei diritti umani dell'ONU: il Paese è riuscito a evitare un dibattito sulle violazioni dei diritti umani nella regione dello Xinjiang con 19 voti a suo favore contro 17 contrari e 11 astensioni.

In terzo luogo si nota un'accelerazione della regionalizzazione. La globalizzazione ha ulteriormente rallentato la sua corsa. Le questioni legate alla
sicurezza degli approvvigionamenti sono venute in primo piano dopo la pandemia e con la guerra in Ucraina, e la resilienza delle catene di approvvigionamento è ora ritenuta più importante delle pure considerazioni legate all'efficienza. La lotta per accrescere le capacità nell'ambito della ricerca e della produzione in materia di nuove tecnologie, microchip e semiconduttori va di pari passo con gli sforzi profusi per diminuire la dipendenza dall'esterno. La tendenza alla regionalizzazione si osserva non solo sul piano della politica commerciale, ma anche su quello della politica globale. Nell'area del Golfo, per esempio, diventa sempre più importante la ricerca di soluzioni regionali ai problemi regionali.

Per la Svizzera, la regionalizzazione e la polarizzazione in atto comportano una certa pressione sul suo modello di economia nazionale inserita in una rete globale, che in passato si è dimostrato vincente. L'accesso a mercati geograficamente diversificati acquista quindi un'importanza sempre maggiore. Le circostanze attuali impongono tuttavia anche un solido ancoraggio in Europa della politica estera e della politica economica esterna del nostro Paese. Alla luce della vicinanza geografica e culturale e del loro peso politico ed economico, l'UE e i suoi Stati membri sono i principali partner della Svizzera. Il 23 febbraio 2022, il Consiglio federale ha quindi deciso di esaminare con l'UE la possibilità di un approccio «a pacchetto» che permetta di 9 / 106

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stabilizzare e sviluppare ulteriormente la via bilaterale. In questi colloqui esplorativi è stato possibile elaborare una visione comune in merito (n. 8.1). Sulla base del rapporto complementare al rapporto sulla politica di sicurezza 2021, adottato il 7 settembre 2022, il Consiglio federale vuole inoltre potenziare la cooperazione in materia di politica di sicurezza con l'UE e con la NATO. La segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il segretario generale del Servizio europeo per l'azione esterna dell'UE hanno concordato l'avvio di un dialogo sulla politica estera che prevede incontri ogni sei mesi. La Svizzera ha dunque preso misure mirate per sviluppare ulteriormente il partenariato con l'Europa.

In quarto e ultimo luogo, la profonda crisi globale di fiducia sta indebolendo la capacità degli organismi multilaterali di affrontare le sfide globali come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità o le pandemie. Mentre le rivalità geopolitiche hanno segnato anche alcune epoche del passato, questi problemi globali sono un tratto distintivo del nostro tempo, interessano tutti gli Stati e possono essere superati solo attraverso la cooperazione. Le organizzazioni internazionali svolgono un ruolo chiave in questo contesto. Il multilateralismo resta imprescindibile e il suo contributo è stato importante anche durante l'anno in esame, con la «Black Sea Grain Initiative», per esempio, lanciata dal segretario generale dell'ONU, e le ispezioni delle centrali nucleari ucraine condotte dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA).

Tuttavia, per accrescere la capacità d'azione di alcuni organismi multilaterali saranno necessari una nuova visione comune e alcuni adeguamenti istituzionali.

Dal 2023 il primo mandato come membro non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU dà alla Svizzera un ulteriore strumento da utilizzare per contribuire a un multilateralismo efficace basandosi sulla credibilità della propria politica estera (n. 4.3). Anche attraverso la Ginevra internazionale il nostro Paese vuole promuovere il dialogo tra i diversi centri di potere e la ricerca di soluzioni globali. Nell'ambito della sua cooperazione internazionale (CI), nell'anno in rassegna ha contribuito in vari modi ad affrontare le sfide attuali (n. 5.4).

1.4

Crisi economica composita

La guerra e la pandemia hanno portato molti Paesi ad affrontare una crisi economica composita. L'indebitamento statale è aumentato vertiginosamente dopo i programmi introdotti per gestire la crisi, mentre il ritorno dell'inflazione comporta costi elevati per l'economia, limitando così la possibilità di introdurre ulteriori misure fiscali di mitigazione e di fare investimenti nei servizi pubblici, come la sanità, l'istruzione e le infrastrutture. A causa della dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio dalla Russia, l'Europa deve reimpostare rapidamente la propria politica energetica per evitare una crisi di portata ancora maggiore in questo campo. Fondamentale è innanzitutto riuscire a garantire un sufficiente approvvigionamento di gas ed elettricità. Inoltre, il perdurare di una situazione di prezzi elevati nel settore dell'energia metterebbe a repentaglio la base industriale europea, anche perché gli Stati Uniti e la Cina possono disporre di fonti energetiche molto meno costose. Queste due sfide hanno spinto l'UE a interventi di emergenza senza precedenti sui mercati energetici. Si è fatto di nuovo maggiormente ricorso anche al carbone per produrre elettricità, ma molti Stati hanno 10 / 106

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fissato obiettivi ancora più ambiziosi in materia di energia verde e ciò potrebbe permettere di accelerare a medio termine la transizione energetica.

A livello mondiale, molti Paesi hanno dovuto fare i conti con la penuria di cereali e un approvvigionamento insufficiente di fertilizzanti: le crisi alimentari si sono inasprite. Secondo i dati dell'ONU, negli ultimi due anni sono stati praticamente cancellati i progressi globali fatti in materia di sviluppo nel quinquennio precedente; la motivazione principale è da ricercare nella pandemia, ma anche la guerra in Ucraina e le sue conseguenze hanno accentuato questo regresso. È inoltre probabile che aumentino anche le tensioni sociali e le derive politiche. Così come potrebbero continuare a crescere la migrazione irregolare e lo sfollamento forzato.

Il 2022 è stato un anno difficile e le prospettive rimangono impegnative anche per la Svizzera. Rispetto agli altri, il nostro Paese continua tuttavia a godere di una buona situazione e secondo il Programma di sviluppo delle Nazioni unite (PNUS) è lo Stato più sviluppato del pianeta. Anche la Svizzera però ha dovuto adeguarsi a un contesto di maggiore rigidità posizionandosi in maniera più decisa che in passato. Inoltre si ritrova esposta a una notevole pressione a conformarsi alle posizioni degli altri Paesi.

Anche nell'anno in rassegna, la nostra politica estera indipendente, vicina ai cittadini e vincolata agli interessi e ai valori della Costituzione federale ha dato i suoi frutti.

Questa politica indipendente è sempre più importante ma anche sempre più impegnativa e richiede un ampio consenso politico su ciò per cui la Svizzera si batte in questo mondo in rapida trasformazione e sui suoi obiettivi.

2

Coerenza in politica estera

Nel contesto attuale, la coerenza in politica estera è di particolare importanza. Lo schema a cascata della strategia di politica estera è uno strumento che rafforza questa coerenza. La Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020-2023) è il quadro di riferimento che costituisce il primo livello per l'impostazione della politica. Per gli ambiti geografici e tematici più importanti, in questa legislatura il Consiglio federale ha adottato per la prima volta alcune strategie subordinate, che rappresentano il secondo livello dello schema a cascata e definiscono le priorità, gli obiettivi e le misure per un quadriennio. Il terzo livello infine è costituito dai documenti di base a livello dipartimentale. Lo schema a cascata è efficace anche in tempi di crisi, fornisce gli orientamenti e la flessibilità necessari per reagire alle diverse situazioni e permette di rafforzare la cooperazione interdipartimentale. Nell'anno in esame, il Consiglio federale ha adottato la Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022­2025 e la Strategia Americhe 2022­2025. Il DFAE ha inoltre adottato il Piano d'azione 2022­2025 della Svizzera per l'OSCE e le Linee guida sull'acqua 2022-2025.

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Figura 1: Schema a cascata della Strategia di politica estera (selezione di documenti a titolo illustrativo).

3

Approfondimento: politica estera e guerra in Ucraina

Nel 2022 la politica estera è stata segnata profondamente dalla guerra in Ucraina. Il Consiglio federale ha reagito all'aggressione militare russa in modo veloce e deciso; la Svizzera ha ripreso le sanzioni dell'UE contro Russia e Bielorussia, rafforzandone così l'efficacia. Contemporaneamente, ha impostato la gestione della crisi basandosi sul suo profilo indipendente in politica estera.

3.1

Diritto internazionale

La Svizzera si adopera affinché il diritto internazionale venga applicato a tutte le relazioni internazionali e affinché le sue violazioni vengano efficacemente perseguite.

Questa stessa posizione è stata difesa dalla Svizzera in modo chiaro anche nel contesto della guerra in Ucraina. Già il 24 febbraio 2022, in una dichiarazione, il presidente della Confederazione ha condannato con assoluta fermezza l'intervento militare della Russia e la grave violazione del diritto internazionale, esortando il Paese a un ritiro immediato delle sue truppe dal suolo ucraino. Da allora la Svizzera ha ribadito la sua condanna in vari consessi multilaterali e bilaterali e si è impegnata a favore del rispetto del diritto internazionale, condannando anche i cosiddetti referendum nelle zone ucraine parzialmente occupate dalla Russia e l'annessione di queste regioni da parte di Mosca. La Svizzera ha poi invocato a più riprese il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di tutti gli attori coinvolti; si impegna nella lotta contro l'impunità dei crimini di guerra e fornisce sostegno nella ricerca di persone disperse. Insieme ad altri 41 Stati ha deferito la situazione in Ucraina alla Corte penale internazionale (CPI), ha sostenuto la creazione di commissioni d'inchiesta nel Consiglio dei diritti umani dell'ONU e all'interno dell'OSCE e ha partecipato attivamente a vertici di alto livello volti a garantire che i responsabili di quanto accade in Ucraina rispondano delle loro azioni. Con il suo approccio, il nostro Paese ha rafforzato questi meccanismi indipendenti e si è impegnato a favore di inchieste coordinate.

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Il 28 febbraio 2022 il Consiglio federale ha deciso di riprendere le sanzioni dell'UE contro la Russia1 e il 16 marzo 2022 ha aderito anche alle sanzioni che l'UE ha emesso contro la Bielorussia2. Da allora ha aderito rapidamente a tutte le ulteriori misure prese dall'UE contro la Russia ad eccezione dei divieti contro gli organi di informazione e di quelli (irrilevanti per la Svizzera) riguardanti il trasporto su strada e per vie navigabili (n. 9.1). Il Consiglio federale ha altresì emanato divieti di entrata nei confronti di diverse persone. La Svizzera ha infine interrotto l'assistenza giudiziaria internazionale con la Russia, ha sospeso l'accordo di facilitazione per il rilascio di visti, in linea con quanto fatto dall'UE, e ha limitato la cooperazione di polizia a poche eccezioni.

Il diritto della neutralità, che rientra nel diritto internazionale, vieta alla Svizzera di sostenere militarmente una parte belligerante. In particolare è vietato esportare verso una parte in guerra beni d'armamento delle scorte dello Stato. In caso di autorizzazione all'esportazione di materiale bellico da parte di privati, inoltre, tutti i belligeranti devono ricevere lo stesso trattamento. La Svizzera è andata oltre questi divieti, inserendo nella propria legge sul materiale bellico il divieto di esportazione verso Paesi coinvolti in conflitti armati internazionali. Il Consiglio federale ha illustrato le proprie decisioni in merito nel suo rapporto del 26 ottobre 20223 sulla neutralità. Data la situazione giuridica esistente, la Svizzera ha potuto accogliere solo parzialmente le richieste di alcuni Stati di riesportare materiale bellico verso l'Ucraina. La sua affidabilità nel settore delle esportazioni di materiale bellico è stata talvolta messa in discussione. Ciò potrebbe avere ripercussioni negative sulle basi industriali e tecnologiche rilevanti per la sicurezza nazionale. È stato necessario spiegare in dettaglio il quadro giuridico e il margine di manovra della Svizzera.

Rispetto ad altri Stati che hanno caldeggiato un'esclusione generale della Russia dagli organismi multilaterali, la Svizzera in alcuni casi ha evidenziato i vantaggi di una sua inclusione. Si è anche impegnata affinché le organizzazioni internazionali potessero rispettare il loro mandato e continuassero a fungere da piattaforme di
dialogo. Il 16 marzo 2022 la Russia è stata estromessa dal Consiglio d'Europa e dal 16 settembre 2022 il Paese non è più una parte contraente della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (n. 10.3). La Russia è stata inoltre sospesa dal Consiglio dei diritti umani dell'ONU ed è infine stata esclusa la sua partecipazione agli organi dell'OCSE.

3.2

Solidarietà

L'accoglienza rapida e senza complicazioni di 70 000 persone in cerca di protezione provenienti dall'Ucraina, di cui più della metà abita ora presso privati, è la testimonianza più lampante della solidarietà che tutta la Svizzera ha mostrato nei confronti di questo Paese. Nel 2022 la Confederazione ha speso circa 900 milioni di franchi per accogliere i profughi ucraini. La Svizzera si è inoltre dimostrata disponibile ad

1 2 3

RS 946.231.176.72 RS 946.231.116.9 Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Comunicati stampa del Consiglio federale > Il Consiglio federale adotta il rapporto sulla neutralità in risposta a un postulato.

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accogliere civili, tra cui anche dei bambini, bisognosi di trattamenti di medicina somatica acuta.

La Svizzera si è infine adoperata sul campo a favore della popolazione direttamente colpita dalla guerra, fornendo aiuti umanitari e intensificando la cooperazione bilaterale allo sviluppo. Il sostegno offerto presenta tre componenti: la consegna di oltre 5700 tonnellate di beni di prima necessità all'Ucraina e agli Stati confinanti, l'intervento nella regione di più di 70 esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) e il supporto finanziario a organizzazioni umanitarie internazionali e locali. È stato così possibile garantire un rapido ed efficace aiuto di emergenza, in linea con le priorità tematiche previste dal programma svizzero di cooperazione con l'Ucraina, ovvero acqua, protezione della popolazione civile e salute (n. 4.5). Per migliorare le condizioni di vita della popolazione, il 22 marzo e il 2 novembre il Consiglio federale ha deciso di mettere a disposizione ulteriori fondi per l'aiuto umanitario e di inviare materiale, in particolare per la riparazione urgente delle infrastrutture energetiche e per le misure di emergenza in vista dell'arrivo dell'inverno.

In totale, nel 2022 la Confederazione ha fornito un sostegno di oltre 230 milioni di franchi all'Ucraina e agli altri Paesi della regione. I fondi aggiuntivi necessari sono stati approvati dall'Assemblea federale. A ciò si sommano i contributi dei Cantoni e dei Comuni, le iniziative private e gli aiuti dei principali donatori (p. es. il Comitato internazionale della Croce Rossa, CICR).

Nel 2022 la Svizzera, uno dei principali sostenitori del processo di riforma in corso in Ucraina, si è assunta la responsabilità di organizzare la quinta conferenza sulla riforma ucraina. A causa della guerra ha deciso, insieme all'Ucraina, Paese co-organizzatore, di incentrare la conferenza sulla ricostruzione. Il 4 e il 5 luglio 2022 si è svolta dunque a Lugano la URC2022, a cui hanno partecipato più di mille persone provenienti da 42 Stati, tra cui cinque capi di Stato e di governo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, 22 ministri, una cinquantina di parlamentari, 17 organizzazioni internazionali e circa 600 rappresentanti del settore privato e della società civile. Il presidente Volodymyr Zelensky si è collegato in
diretta da Kiev durante la seduta plenaria di apertura.

L'URC2022 ha riunito per la prima volta tutti gli attori interessati al processo di ricostruzione. Sono stati raggiunti due importanti risultati: si è riusciti ad avviare a livello internazionale un processo di ricostruzione e a concordare i cosiddetti «principi di Lugano» che fungeranno da orientamento generale. Dopo l'URC2022 sono state avviate diverse azioni per dare seguito alla conferenza, allo scopo di preparare ulteriormente la ricostruzione e di assicurare non solo l'applicazione dei principi di Lugano, ma anche un passaggio del testimone ottimale al Regno Unito, che organizzerà la conferenza nel 2023. Sono previsti incontri specifici legati a eventi, alla comunicazione e all'organizzazione e sempre sulla base della Dichiarazione e dei principi di Lugano.

In questo processo successivo si sono iscritti anche il viaggio del presidente della Confederazione in Ucraina e la sua partecipazione alle conferenze sull'Ucraina tenutesi a Berlino e a Parigi. Da ciò si è potuto evincere con chiarezza che quanto iniziato in Ticino verrà portato avanti e che i principi di Lugano rappresenteranno un'importante base per il processo di ricostruzione.

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3.3

Buoni uffici

I buoni uffici sono uno strumento della politica estera svizzera. Si tratta di servizi che possono essere forniti solo in presenza di uno specifico mandato. All'inizio della guerra, la Svizzera ha ricordato in maniera generale a entrambe le parti i propri buoni uffici, tra cui rientrano: 1) il ruolo di Stato ospite per colloqui e vertici, 2) l'offerta di assistenza sul piano dei contenuti e delle competenze in caso di eventuali negoziati e 3) i mandati in qualità di potenza protettrice che, conformemente alla Convenzione di Vienna del 18 aprile 19614 sulle relazioni diplomatiche, devono avere l'accordo dei tre Stati coinvolti.

Alla fine di aprile il presidente ucraino ha espresso al presidente della Confederazione il desiderio di affidare alla Svizzera un mandato in qualità di potenza protettrice per l'Ucraina in Russia, dimostrando fiducia verso il nostro Paese e verso la professionalità e le competenze della nostra diplomazia. A inizio luglio si sono conclusi con successo i due mesi di negoziati con l'Ucraina. Il ministero degli affari esteri russo è stato informato tempestivamente riguardo all'inizio dei negoziati e ha ricevuto più volte informazioni generali sul loro stato di avanzamento. È stato tenuto al corrente anche dei parametri su cui si è basata la bozza di accordo, per cui gli è stato chiesto un consenso che alla fine del 2022 non era ancora arrivato.

3.4

Gestione della crisi

Di fronte al dispiegamento delle truppe russe al confine ucraino, già nel dicembre del 2021 il DFAE aveva convocato una riunione del gruppo di lavoro interdipartimentale sulla Russia per confrontarsi con tutti gli uffici competenti in merito ai possibili sviluppi e alle loro implicazioni. Contemporaneamente, il capo del DFAE aveva chiesto la creazione di una task force dipartimentale sull'Ucraina e sulla Russia nell'eventualità di un'escalation. Dall'inizio dell'aggressione russa, questa task force, un'unità di crisi del Centro di gestione delle crisi (KMZ), si occupa insieme alla direzione operativa dell'Aiuto umanitario della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) dei vari aspetti della gestione della crisi dal punto di vista della politica estera.

È stato inoltre istituito un Gruppo di coordinamento interdipartimentale per l'Ucraina e la Russia (IKUR) a livello di segretari generali e vicecancelliere, guidato del DFAE e sostenuto sul piano organizzativo dello Stato maggiore federale Protezione della popolazione. Anche la Delegazione Sicurezza del Consiglio federale si è occupata più volte delle conseguenze della guerra per la Svizzera.

Oltre a coordinare le attività quotidiane, questi organismi permettono di avere una migliore capacità anticipatoria. Il Servizio delle attività informative della Confederazione ha elaborato alcuni scenari che permettono di prepararsi ai possibili cambiamenti della situazione. Su questa base il DFAE e altri dipartimenti hanno elaborato diverse misure e opzioni di intervento per poter reagire in modo rapido e adeguato agli sviluppi futuri. Il DFAE ha inoltre rivisto le sue priorità, rafforzando temporaneamente la divisione geografica competente all'interno della Segreteria di Stato. Infine, 4

RS 0.191.01

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sin dalla prima settimana di guerra, regolari informative e resoconti sulla situazione hanno permesso ai servizi interessati e al Consiglio federale di disporre tempestivamente di tutte le informazioni necessarie. Questi strumenti si sono dimostrati validi.

L'unità di crisi del KMZ e i suoi partner all'interno e all'esterno del DFAE hanno preparato a diversi possibili scenari l'Ambasciata a Kiev e le rappresentanze svizzere nei Paesi limitrofi. Il gruppo di gestione delle crisi dell'Ambasciata e alcuni esperti del KMZ e dell'Esercito svizzero, in particolare del contingente del Comando forze speciali (CFS), hanno potuto quindi adottare in loco provvedimenti rapidi e adeguati nell'ambito della gestione della sicurezza e delle crisi. Il 28 febbraio 2022 l'Ambasciata è stata chiusa temporaneamente ma, trasferendo rapidamente le competenze consolari per l'Ucraina in un luogo sostitutivo, il DFAE è riuscito a evitare un'interruzione dei servizi consolari e ad aiutare i cittadini svizzeri ad abbandonare la zona di crisi. Dalla riapertura, avvenuta il 19 maggio 2022, l'Ambasciata ha ripreso le sue attività diplomatiche e umanitarie nel rispetto dei processi di gestione della sicurezza del KMZ.

3.5

Conclusioni

Oltre alla gestione della crisi, nell'anno in rassegna è stato fondamentale esaminare le possibili ripercussioni della guerra in Ucraina sulla politica estera e di sicurezza. Nel suo rapporto complementare al rapporto sulla politica di sicurezza 2021, del 7 settembre 2022, il Consiglio federale è giunto alla conclusione che è nell'interesse del Paese orientare maggiormente la politica di sicurezza e di difesa verso la cooperazione internazionale, nel rispetto della neutralità. Il rapporto illustra alcune possibilità di ampliare la cooperazione con la NATO e l'UE in questo campo e sottolinea la necessità di sviluppare competenze che permettano di anticipare e individuare tempestivamente le sfide nell'ambito della politica di sicurezza insieme ai vari servizi della Confederazione5.

Il Consiglio federale ha inoltre discusso sulla politica di neutralità, stabilendo che essa, così come è stata definita e attuata a partire dal rapporto sulla neutralità del 29 novembre 19936, continua a essere valida. La politica di neutralità lascia alla Svizzera un margine di manovra sufficiente per reagire agli eventi che si potranno verificare sul continente europeo a seguito dell'aggressione militare russa contro l'Ucraina. Il 26 ottobre 2022, il Consiglio federale ha trasmesso all'Assemblea federale il rapporto in adempimento del postulato della Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (22.3385 Chiarezza e orientamento nella politica di neutralità)7. Sul piano della politica economica esterna, la Svizzera ha intensificato gli sforzi per diversificare i suoi partner commerciali e ha introdotto misure per assicurare l'approvvigionamento di gas naturale. Infine, nel secondo semestre del 2023, il Consiglio federale 5 6 7

Cfr. www.vbs.admin.ch > Politica di sicurezza: rafforzamento della cooperazione internazionale nel rispetto della neutralità.

FF 1994 I 130 Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Comunicati stampa del Consiglio federale > Il Consiglio federale adotta il rapporto sulla neutralità in risposta a un postulato.

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adotterà una nuova Strategia di politica estera 2024­2027 che prenderà in considerazione le circostanze mutate e si baserà su un ampio consenso a livello interdipartimentale.

4

Pace e sicurezza

4.1

Buoni uffici e promozione della pace

Anche nell'anno in rassegna il contributo della Svizzera alla pace e alla sicurezza è stato molto richiesto. La tradizione dei buoni uffici e della promozione della pace non si può più tuttavia dare per scontata ed esige flessibilità e investimenti a lungo termine.

I cambiamenti geopolitici, le nuove dinamiche dei conflitti e i nuovi attori coinvolti in questi conflitti comportano una maggiore dinamicità del contesto in cui si inserisce la politica di pace.

Nel rispetto delle priorità della SPE 2020­2023, nel 2022 la Svizzera ha avviato numerose iniziative per promuovere la pace e ha continuato a fornire i suoi buoni uffici (Stato ospite per colloqui, mandati in qualità di potenza protettrice, sostegno al dialogo, mediazione), concentrandosi sui quasi venti Paesi in cui porta avanti un programma specifico in questo ambito. Oltre a svolgere attività dirette di mediazione, la Svizzera cerca di consolidare, con le sue competenze, le organizzazioni multilaterali e regionali, e quindi anche i processi di pace dell'ONU per la Siria e la Libia (n. 9.3).

Nel secondo semestre la Svizzera ha poi presieduto il Gruppo di contatto internazionale degli inviati speciali per la regione dei Grandi Laghi. Si è inoltre adoperata attivamente per facilitare il dialogo, per esempio in Myanmar e nel contesto dell'Abcasia e ha supportato l'applicazione di accordi di pace, per esempio in Colombia, Sudan, Sudan del Sud e Mozambico. In Colombia sostiene i negoziati di pace come membro del gruppo di accompagnamento internazionale.

La Svizzera si impegna a favore di processi di pace inclusivi, in particolare incentivando il coinvolgimento delle donne. Insieme al Sudafrica, nel 2022 ha presieduto la rete dei «Women, Peace and Security Focal Points»; il quarto incontro della rete si è tenuto a Ginevra, dove in ottobre si sono incontrati anche il ministro degli affari esteri armeno e il suo omologo azero per sondare le possibilità di de-escalation. Attraverso il suo mandato di potenza protettrice per gli Stati Uniti, la Svizzera ha anche contribuito a facilitare l'uscita dall'Iran di un cittadino con doppia cittadinanza, iraniana e statunitense, raccogliendo così la gratitudine del Governo degli USA.

La Svizzera continua a lavorare per la prevenzione dei conflitti. Nell'ambito della prevenzione dell'estremismo violento e di
nuovi cicli di violenza, ha portato avanti il suo impegno pluriennale nell'Africa occidentale e centrale e ha moderato molti dialoghi regionali e nazionali al fine di rafforzare la società civile e di promuovere soluzioni non militari. Ha inoltre ribadito la sua lotta contro l'impunità delle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, dei crimini contro l'umanità e dei genocidi, concentrandosi particolarmente sull'Ucraina. In Colombia la Svizzera ha contribuito a far sì che anche le vittime del conflitto che vivono in esilio potessero prendere parte per la prima volta al processo mirante ad accertare i fatti. Ha sostenuto la ricerca di persone disperse, per esempio in Ucraina, in Libano, in Siria e nei Balcani. Insieme 17 / 106

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al CICR e alle Società nazionali della Croce Rossa ha fondato il Red Cross and Red Crescent Missing Persons and Separated Families Centre.

Alla luce degli sviluppi geopolitici, nel 2022 la Svizzera ha potenziato il suo lavoro legato alla promozione della democrazia. Oltre a sostenere processi elettorali credibili e trasparenti per consolidare le istituzioni democratiche, si è impegnata affinché la democrazia sia percepita come un'opportunità, e in aprile ha organizzato una conferenza internazionale di alto livello sul tema della politica estera e della democrazia.

Nell'ambito della protezione della società civile, la Svizzera ha continuato ad adoperarsi anche per lo sminamento umanitario, in particolare sostenendo progetti in Myanmar, Colombia e Bosnia e Erzegovina. Ha anche partecipato attivamente ai negoziati per la redazione di un documento dell'ONU sulla gestione delle munizioni e si è impegnata per l'elaborazione di una dichiarazione politica chiara sull'uso di armi esplosive in aree popolate, a cui ha aderito.

Per intensificare il suo impegno su scala globale a favore della politica di pace, la Svizzera ha messo i suoi esperti civili a disposizione di missioni sul campo dell'ONU, dell'OSCE, dell'UE e di altre organizzazioni. Nel 2022, 163 esperti hanno effettuato 177 missioni multilaterali o bilaterali in 42 Paesi; 55 di questi impieghi hanno avuto luogo nel quadro di dieci missioni di osservazione elettorale dell'OSCE, dell'UE e dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) in dieci Paesi diversi.

4.2

Sicurezza internazionale

Da 26 anni la Svizzera opera nel quadro del Partenariato per la pace della NATO e nel 2022 ha ospitato a Ginevra il simposio annuale della NATO sui partenariati. In qualità di Stato ospite, non solo ha potuto offrire una piattaforma di dialogo tra alleati e partner, ma ha anche contribuito a delineare il dialogo sulle future forme di partenariato. Ha inoltre messo a disposizione alcune piattaforme di dialogo informali sulla sicurezza in Europa. L'impatto della guerra in Ucraina sulla sicurezza europea e sulla politica estera e di sicurezza svizzera ha dominato i dibattiti (n. 3).

L'attuazione della Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022­2025, adottata dal Consiglio federale nell'anno in rassegna, acquista nel contesto attuale un'importanza fondamentale e richiede un particolare impegno. Alla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), la Svizzera si è impegnata per l'adozione di un pacchetto di misure tese a ridurre i rischi connessi alle armi nucleari e ad aumentare la sicurezza delle centrali civili. Su quest'ultimo punto, il presidente della Confederazione ha anche convocato un incontro di alto livello. La Conferenza si è conclusa senza una dichiarazione congiunta a causa del veto della Russia.

Non è stato possibile adottare nemmeno misure sostanziali per il rafforzamento istituzionale della Convenzione sulle armi biologiche (BTWC), promosse anche dalla Svizzera nel contesto della relativa Conferenza di revisione, anche se è stato approvato un documento conclusivo che prevede tra le altre cose proprio l'elaborazione di queste misure. Nel quadro della Convenzione sulle armi chimiche (CAC), la Svizzera continua a lavorare per rafforzare la normativa globale contro l'uso di sostanze chimiche tossiche come armi e per preservare la credibilità dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC). Nel quadro della presidenza svizzera del Regime 18 / 106

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di controllo delle tecnologie missilistiche (MTCR), il nostro Paese ha organizzato la riunione plenaria annuale a Montreux, esprimendosi a favore di un rafforzamento delle istituzioni e della dimensione tecnica dell'MTCR.

Nel campo della lotta al terrorismo la Svizzera ha sostenuto le attività dell'ONU a favore del rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, per esempio nel quadro del perseguimento penale della violenza sessuale e di genere. Si è inoltre impegnata per rafforzare la compatibilità delle sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU con lo Stato di diritto e per consolidare il ruolo dell'ombudsman nonché per favorire una ricerca indipendente sulla lotta al terrorismo e sulle sanzioni oltre che sul loro impatto sulle attività umanitarie. La Svizzera ha appoggiato anche un progetto del Soufan Center sul futuro ruolo del Consiglio di sicurezza dell'ONU nella lotta al terrorismo.

4.3

Elezione al Consiglio di sicurezza dell'ONU

Il 9 giugno 2022, con 187 voti a favore su 192, l'Assemblea generale dell'ONU ha eletto la Svizzera membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU per il biennio 2023­2024. Da quando la Svizzera ha aderito all'ONU nel 2002, nessun altro Stato appartenente al gruppo regionale «Europa occidentale e altri Paesi» ha ottenuto più voti: questo risultato testimonia la fiducia riposta nel nostro Paese.

L'elezione rappresenta la conclusione di un lungo percorso, iniziato con un intenso processo di consultazione dell'Assemblea federale a cui nel 2011 è seguita la candidatura ufficiale presentata dal Consiglio federale. Nel primo semestre del 2022 la Svizzera ha continuato la sua intensa campagna incentrata sul motto «A Plus for Peace», in particolare attraverso l'invio di una lettera personale del presidente della Confederazione ai capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell'ONU. È stata presentata una mozione che chiedeva il ritiro della candidatura svizzera, che però è stata respinta dal Consiglio nazionale il 10 marzo 2022 nel quadro di una sessione straordinaria. Anche il Consiglio degli Stati ha respinto una mozione dall'analogo tenore8.

Il 25 maggio 2022 il Consiglio federale ha stabilito quattro priorità per il lavoro della Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza: costruire una pace sostenibile, proteggere la popolazione civile, affrontare la questione della sicurezza climatica e rafforzare l'efficienza. Durante le consultazioni, le Commissioni della politica estera (CPE) del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati hanno espresso un parere positivo sulle priorità, proponendo alcune modifiche di cui si è tenuto conto per la versione definitiva adottata dal Consiglio federale il 31 agosto 2022. Le priorità sono rilevanti anche sullo sfondo della guerra in Ucraina. Il Consiglio federale e le CPE sono stati inoltre informati sulle posizioni di fondo della Svizzera in merito a importanti dossier del Consiglio di sicurezza.

In quanto membro appena eletto, tra ottobre e dicembre la Svizzera ha potuto partecipare a tutte le riunioni del Consiglio di sicurezza, anche se senza diritto di parola e di 8

Mozione 21.4364 «No alla candidatura al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite» e mozione 21.4376 «No alla candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».

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voto. A novembre è stato inoltre testato il meccanismo di coordinamento e decisione elaborato dal Consiglio federale. In questo ambito, nell'anno in rassegna è continuato anche il dialogo con la società civile e il mondo scientifico. La Svizzera è quindi ben preparata al biennio che la attende.

4.4

Diritti umani

A livello globale, la situazione relativa ai diritti umani è peggiorata, soprattutto in seguito alla pandemia di COVID-19 e all'aggressione militare russa contro l'Ucraina.

La polarizzazione, negli organismi multilaterali, si è rafforzata, in particolare in seno al Consiglio dei diritti umani dell'ONU. A livello bilaterale e multilaterale la Svizzera ha continuato il suo lavoro nel quadro delle quattro priorità (libertà di espressione, pena di morte, tortura, minoranze) e dei tre temi trasversali (pace e sicurezza, economia e sviluppo sostenibile) precedentemente definiti, adoperandosi anche a favore dei diritti delle donne e della parità tra sessi. Nell'ambito della cooperazione internazionale, la Svizzera applica un approccio basato sui diritti umani che permette di contribuire al loro rafforzamento. Promuovendo, insieme ad altri Stati, una risoluzione presentata all'Assemblea generale dell'ONU, il nostro Paese ha contribuito a far riconoscere come diritto umano a tutti gli effetti il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Nel Consiglio dei diritti umani, ha co-facilitato l'elaborazione di una risoluzione sulla promozione dei diritti umani nel contesto di manifestazioni pacifiche. Ha inoltre sostenuto il Congresso mondiale contro la pena di morte tenutosi a Berlino. Nell'anno in rassegna, la Svizzera ha partecipato a dialoghi bilaterali in materia di diritti umani con il Brasile, l'Indonesia, il Messico e la Nigeria, e ha portato avanti i preparativi per un'altra tornata di dialogo su questo tema con la Cina. Per intessere un dialogo in materia di diritti umani, la Cina continua tuttavia a richiedere che la Svizzera non partecipi alle iniziative multilaterali che si occupano della situazione legata a questi diritti nel Paese. Accettare questa richiesta però non sarebbe coerente con la diplomazia svizzera in materia di diritti umani stabilita dalla Strategia Cina 2021­2024.

4.5

Impegno umanitario

Nel solco della sua tradizione, nel 2022 la Svizzera ha fornito aiuti umanitari in numerose situazioni di emergenza. Ha reagito alla guerra in Ucraina inviando ingenti aiuti materiali, mettendo a disposizione 70 esperti del CSA e attivando la distribuzione di denaro contante a scopi umanitari, un meccanismo di sostegno efficace ed efficiente. Ciò ha permesso per esempio di finanziare le organizzazioni ucraine della Caritas, che a loro volta hanno consentito a circa 30 000 persone in difficoltà di acquistare beni di prima necessità (n. 3.2).

I conflitti armati, il cambiamento climatico, gli effetti economici della pandemia di COVID-19 e l'aumento dei prezzi delle derrate alimentari stanno inasprendo in tutto il mondo le crisi alimentari. Per questo motivo, nel Corno d'Africa la Svizzera ha incrementato le sue risorse finanziarie già all'inizio dell'anno e, dopo la grave siccità che ha colpito la regione, ha stanziato contributi sostanziali destinati soprattutto agli 20 / 106

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interventi del Programma alimentare mondiale (PAM) in Somalia ed Etiopia. A livello multilaterale la Svizzera si è impegnata per la sicurezza alimentare sostenendo non solo il PAM, ma anche il Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale (CGIAR) e il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (FISA).

In qualità di presidente del Gruppo di amici per la protezione della popolazione civile istituito presso la sede dell'ONU di New York, la Svizzera ha dedicato al tema centrale del gruppo diversi interventi, per esempio in occasione dei dibattiti aperti del Consiglio di sicurezza o di eventi che hanno coinvolto la società civile.

Al CICR, il principale partner del nostro Paese per l'aiuto umanitario internazionale, è destinato un terzo del bilancio della DSC per l'aiuto umanitario; questo fa della Svizzera il terzo finanziatore del Comitato in ordine di importanza. Il 1° ottobre 2022 Mirjana Spoljaric Egger ne ha assunto la presidenza sostituendo Peter Maurer.

4.6

Migrazione e sfollamento forzato

L'aggressione militare russa contro l'Ucraina ha innescato in Europa la più grande ondata di profughi dalla seconda guerra mondiale a oggi. La Svizzera ha aiutato gli sfollati interni in Ucraina, ha sostenuto i Paesi limitrofi che hanno offerto rifugio alle persone in fuga e ha accolto profughi ucraini (n. 3.2). La Svizzera si impegna nel contrasto a lungo termine delle cause complesse della migrazione irregolare e dello sfollamento forzato, che è parte integrante della strategia di cooperazione internazionale del Consiglio federale. Sostiene quindi i Paesi di origine, transito e destinazione per migliorare la protezione e le condizioni di vita di profughi e migranti e rendere più efficienti i sistemi nazionali di gestione della migrazione e delle richieste di asilo, con un'attenzione particolare rivolta all'Africa settentrionale, centrale ed occidentale, al Medio Oriente, ai Balcani occidentali e al Corno d'Africa. Con i suoi progetti per una migrazione economica sicura e regolare all'interno del continente africano nonché tra il Corno d'Africa e il Medio Oriente, la Svizzera offre prospettive concrete alle persone migranti e contribuisce allo sviluppo sostenibile di queste regioni. Collabora inoltre con i Paesi confinanti della Siria e dell'Afghanistan per migliorare le condizioni di vita di chi vi ha trovato rifugio. Infine, sempre in questo ambito, partecipa alle attività avviate a seguito dell'istituzione, da parte del segretario generale dell'ONU, del gruppo di alto livello sugli sfollati interni. Nel caso delle persone particolarmente vulnerabili, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) cerca Paesi terzi disposti ad accoglierle. Nel 2022, il programma di reinsediamento svizzero ha permesso di accogliere in totale 641 profughi che si trovavano in una situazione precaria in Turchia, Libano o Egitto.

5

Prosperità

5.1

Sistema economico globale

L'anno in rassegna è stato contraddistinto dalle incertezze: a inizio anno, le previsioni congiunturali annunciavano una ripresa economica post-pandemia. Tuttavia, già a inizio estate, le previsioni di crescita per la Svizzera sono state nuovamente ridimensio21 / 106

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nate, al di sotto del 3 per cento. I lockdown in Cina e la guerra in Ucraina hanno non solo risvegliato i problemi nella catena di approvvigionamento, ma anche causato una penuria dell'offerta sui mercati mondiali. Questa penuria ha provocato a sua volta un aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, alimentando nuovamente l'inflazione.

Hanno invece preso slancio gli sforzi profusi per agevolare l'accesso delle imprese svizzere ai grandi progetti infrastrutturali esteri. A tal fine, nell'anno in rassegna la Svizzera ha ingaggiato sei specialisti in infrastrutture che hanno iniziato la loro attività ricognitiva in alcune regioni prioritarie. L'esportazione di sistemi infrastrutturali svizzeri soddisfa numerosi Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).

Nell'anno in rassegna, nel contesto della «Small Advanced Economies Initiative» (SAEI), la Svizzera ha invitato i Paesi partner a Basilea per il «Principals Meeting» ad alto livello, profilandosi come Paese ospite e portatrice di know-how nei campi «Trade», «Economics», «Science Diplomacy» e «Innovation», nonché nell'ambito dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. L'evento ha offerto al nostro Paese l'occasione per approfondire insieme a Stati con vedute affini un suo tema prioritario per il raggiungimento degli OSS. Infatti, nonostante l'aumento dell'efficienza, i modelli di consumo e di produzione della Svizzera si basano ancora su un intenso sfruttamento delle risorse indigene ed estere.

5.2

Accordi economici, finanziari e di libero scambio

L'anno in rassegna si è aperto con un traguardo raggiunto: il 1° gennaio 2022 è entrato in vigore il controprogetto all'iniziativa per imprese responsabili9, una normativa coordinata a livello internazionale che confluisce nelle riflessioni delle imprese multinazionali sulla scelta della piazza imprenditoriale.

Nell'anno in esame, la Svizzera contava ancora su una rete di 33 accordi di libero scambio (ALS) con 43 partner. Con alcuni Paesi (Moldova, Thailandia, Malaysia) sono proseguiti i negoziati in corso. I negoziati per la conclusione dell'ALS AELSMercosur si sono conclusi in sostanza nell'estate del 2019, ma l'accordo non è ancora stato firmato. Con l'Unione doganale dell'Africa australe (SACU), il Cile e il Messico sono stati condotti negoziati per la modernizzazione degli accordi. Nell'anno in rassegna è rimasto stabile anche il numero (superiore a 100) di convenzioni per evitare le doppie imposizioni.

Nel mese di giugno, in occasione della sua dodicesima conferenza ministeriale ordinaria a Ginevra, l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha proclamato il divieto di sovvenzionare la pesca illegale e non regolamentata10. Con la conclusione di questo accordo, l'OMC fornisce un contributo al raggiungimento degli OSS definiti dall'ONU. Nel settore agrario, i membri hanno adottato una dichiarazione sul commercio e sulla sicurezza alimentare e una decisione vincolante sul divieto di limitare 9 10

RS 221.433 Cfr. rapporto del Consiglio federale sulla politica economica esterna 2022; cfr. www.seco.admin.ch > Servizi e pubblicazioni > Pubblicazioni > Economia esterna > Politica economica esterna.

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le esportazioni per le forniture previste nell'ambito del Programma alimentare mondiale. La decisione sull'Accordo OMC sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Accordo TRIPS) relativa ai vaccini contro la COVID-19 prevede, per un periodo di cinque anni, maggiore flessibilità in favore dei Paesi in via di sviluppo per le deroghe alla protezione dei brevetti (licenze obbligatorie). Però, contrariamente all'ampia sospensione della tutela della proprietà intellettuale inizialmente chiesta da diversi Paesi membri dell'OMC, questa decisione non comporta una deroga fondamentale all'Accordo TRIPS.

5.3

Educazione, ricerca e innovazione

Nel settore dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione (ERI) il Consiglio federale intende mantenere e aumentare il livello di eccellenza della Svizzera. Per il periodo di finanziamento 2021­2024, l'Assemblea federale ha stanziato complessivamente 28 miliardi di franchi in favore del settore ERI11. Nel 2022 la Svizzera ha guidato per la dodicesima volta di seguito la classifica annuale dei Paesi più innovativi al mondo stilata dall'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).

La pandemia di COVID-19 ha evidenziato che la cooperazione internazionale (CI) e il coordinamento sono essenziali in caso di crisi sanitaria. In tale contesto, le infrastrutture di ricerca nazionali e internazionali a cui la Svizzera partecipa da tempo forniscono un prezioso contributo. Nell'anno in rassegna la Svizzera è divenuta membro con pieni diritti dello Square Kilometre Array Observatory (SKAO). L'adesione a questa nuova organizzazione intergovernativa globale nel campo dell'astronomia contribuisce a diversificare la politica internazionale del nostro Paese nel settore della ricerca. Il 13 aprile 2022 il Consiglio federale ha trasmesso al Parlamento il messaggio12 sull'adesione della Svizzera a sei reti internazionali di infrastrutture di ricerca con forma giuridica ERIC (European Research Infrastructure Consortium) e la modifica della legge federale del 14 dicembre 2012sulla promozione della ricerca e dell'innovazione.

A settembre si sono tenuti per la terza volta i campionati delle professioni «Swiss Skills», i cui partecipanti hanno avuto l'opportunità di scoprire 150 tirocini diversi.

Inoltre, nell'ambito di questo grande evento, è stato anche presentato ai rappresentanti e alle delegazioni venuti dall'estero il sistema svizzero di formazione professionale.

Le relazioni bilaterali nel settore ERI al di fuori dell'UE sono state ulteriormente sviluppate. Nel 2022 è stato inaugurato, alla presenza del presidente della Confederazione, il Consolato svizzero a Osaka, sesta sede principale di Swissnex (n. 11.1).

11 12

Cfr. www.sbfi.admin.ch > Politica ERI > Politica federale in materia di educazione, ricerca e innovazione 2021­2024.

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5.4

Cooperazione allo sviluppo

Nell'anno in rassegna, anche la cooperazione allo sviluppo è stata segnata dalla guerra in Ucraina e dalle sue conseguenze, che si sono manifestate non solo in Ucraina e nei Paesi limitrofi, ma anche nei Paesi a basso e medio reddito nel mondo intero. Già nello scorso decennio l'insicurezza alimentare globale si era aggravata, a causa dei cambiamenti climatici e dei persistenti conflitti; le conseguenze economiche della pandemia di COVID-19 e della guerra in Ucraina hanno acuito ulteriormente i problemi, in particolare a causa dell'aumento dei prezzi dei cereali, dei fertilizzanti e dell'energia. In risposta a questa situazione, la Svizzera ha rafforzato le sue misure a breve, medio e lungo termine a sostegno della resilienza economica e della sicurezza alimentare globale, concentrandosi soprattutto su misure in favore di sistemi alimentari più efficienti, resistenti e sostenibili. L'obiettivo consiste nel promuovere un accesso equo a derrate alimentari sufficienti e prodotte in modo sostenibile, che garantiscano un'alimentazione sana ed equilibrata. Tra le priorità programmatiche vi sono il coinvolgimento del settore privato e l'orientamento verso le piccole aziende agricole. La Svizzera sostiene per esempio l'«African Risk Capacity Programme» dell'Unione africana (UA), che offre coperture assicurative alle piccole aziende africane.

I cambiamenti climatici e le loro ripercussioni sull'ambiente restano un elemento cruciale della cooperazione allo sviluppo. L'interdipendenza con altre crisi, quali la crisi alimentare e la crisi energetica, si fa sempre più evidente. In occasione del primo International Cooperation Forum, tenutosi a Ginevra, sono state delineate possibili vie da seguire per tenere conto di questa evoluzione. Per esempio, la Svizzera sostiene alcune regioni di montagna dell'Asia centrale, dove i cambiamenti climatici avranno pesanti conseguenze sulla disponibilità di risorse idriche e sulla presenza di pericoli naturali. In queste regioni la Svizzera mette a disposizione le sue conoscenze specialistiche in materia di monitoraggio dei ghiacciai, della neve e del permafrost, per sviluppare servizi d'informazione sul clima e facilitare la pianificazione di misure di adattamento.

Anche la salute globale è rimasta uno dei temi importanti della cooperazione allo sviluppo. La Svizzera
continua a sostenere l'iniziativa «Access to COVID-19 Tools Accelerator» (ACT-A), promossa per aiutare i Paesi a basso e medio reddito ad accedere a vaccini, test e terapie. La pandemia ha causato una considerevole involuzione nella lotta ad altre malattie contagiose; ciò accresce l'importanza di un rinnovato sostegno sia al Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria sia al Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS). Inoltre, la Svizzera partecipa all'elaborazione di un nuovo strumento internazionale contro le pandemie, sia nel quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sia nei dibattiti sul finanziamento della prevenzione, della preparazione e della risposta in questo campo e sull'attuazione di un approccio globale da applicare al crocevia tra salute umana, animali e ambiente («One Health»).

Nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, la Svizzera continua a impegnarsi per migliorare la governance locale, poiché una più ampia partecipazione della popolazione al processo politico e un'effettiva responsabilità delle autorità conducono a un miglioramento dei servizi statali. In Kosovo, per esempio, il nostro Paese promuove il miglioramento dei servizi pubblici e del buongoverno a livello comunale. Grazie ai 24 / 106

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buoni risultati ottenuti, ora partecipano a questo progetto anche l'UE, la Svezia, la Norvegia e il Governo del Kosovo.

Secondo le stime dell'ONU, gli investimenti necessari a livello globale per raggiungere i 17 OSS sono compresi tra 5 e 7 trilioni di dollari USA all'anno. Da soli, i fondi pubblici non possono coprire questo fabbisogno. Essi possono però essere impiegati per mobilitare risorse supplementari del settore privato che altrimenti non sarebbero investite in Paesi in via di sviluppo. Perciò la Svizzera promuove modalità innovative di finanziamento e la mobilitazione di conoscenze specialistiche e fondi del settore privato. Esempi concreti di questo impegno sono la «SDG Impact Finance Initiative» (SIFI) come pure il programma di garanzie per promuovere gli investimenti nei Paesi più poveri, avviato nell'anno in rassegna con il Fondo d'investimento svizzero per i mercati emergenti (SIFEM), la società di finanziamento dello sviluppo appartenente alla Confederazione.

6

Sostenibilità

6.1

Agenda 2030

La prima metà del periodo a disposizione per l'attuazione dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, adottata nel 2015, è ormai trascorsa. I 17 OSS globali rimangono tuttora ambiziosi, anche al di là dell'orizzonte temporale perseguito. Anche la pandemia, le conseguenze della guerra in Ucraina e i numerosi altri conflitti hanno inciso pesantemente sulla realizzazione di molti di questi obiettivi. Nel secondo rapporto nazionale13, adottato in maggio dal Consiglio federale e presentato in luglio al Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile dell'ONU (HLPF), la Svizzera stila di nuovo un bilancio sullo stato di attuazione dell'Agenda 2030 sul piano della politica nazionale ed estera. Il rapporto nazionale si basa su un vasto inventario digitalizzato i cui risultati sono raccolti e pubblicati su un nuovo sito web14.

In un confronto su scala mondiale, la Svizzera dispone ancora di solide basi su cui costruire: in settori quali l'educazione, l'assistenza sanitaria, le infrastrutture o la competitività, le premesse erano e rimangono buone. Tuttavia, anche il nostro Paese è parzialmente fuori rotta, sia sul piano della politica interna sia su quello della politica estera. Le necessità di intervento e di coordinamento rimangono importanti, in particolare nei settori che il Consiglio federale ha definito come ambiti tematici prioritari nella sua Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030 (SSS 2030): consumo e produzione sostenibili; clima, energia e biodiversità; pari opportunità e coesione sociale.

Nel 2018 è stata creata a livello federale una struttura organizzativa per l'attuazione dell'Agenda 2030. Nell'anno in rassegna, l'efficacia, l'efficienza e i compiti di questa struttura sono stati verificati nell'ambito di un mandato esterno.

13 14

Cfr. www.sdgital2030.ch > Rapporto di valutazione nazionale www.sdgital2030.ch

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6.2

Ambiente e clima

Secondo il rapporto nazionale 2022, la riduzione dei gas serra e la tutela e lo sfruttamento sostenibile della biodiversità costituiscono obiettivi prioritari per il nostro Paese nell'attuazione dell'Agenda 2030. La Svizzera giunge a questa conclusione sulla base di due rapporti del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, secondo cui le interazioni tra clima, ecosistema ed esseri umani sono più intense di quanto sinora supposto15. Per poter ancora riuscire a limitare il riscaldamento climatico a 1,5 gradi, le emissioni di gas serra devono diminuire al più tardi a partire dal 2025.

Nell'ambito della 27a Conferenza dell'ONU sul clima, tenutasi a Sharm el-Sheikh, si è deciso di creare un nuovo fondo per i danni climatici che colpiscono i Paesi più vulnerabili. Inoltre, la Conferenza ha confermato anche l'obiettivo degli 1,5 gradi e concordato un programma di lavoro per la protezione del clima fino al 2026. Nel 2022 la Svizzera ha concluso ulteriori trattati internazionali per la realizzazione di progetti a favore del clima con la Thailandia, l'Ucraina, il Marocco, il Malawi e l'Uruguay.

Questi trattati disciplinano le condizioni per il computo delle riduzioni delle emissioni sull'impegno assunto dalla Svizzera secondo l'Accordo di Parigi.

Contrariamente a quanto avvenuto in relazione alla crisi climatica, le regole per gli altri due settori della triplice crisi globale ­ la perdita di biodiversità e l'inquinamento ­ devono ancora essere definite. Nell'anno in rassegna sono stati compiuti alcuni progressi in tal senso. In particolare, nell'Accordo quadro globale sulla biodiversità Kunming-Montréal sono stati fissati obiettivi concreti per fermare la perdita di biodiversità entro il 2030 e per raggiungere entro il 2050 l'obiettivo generale della Convenzione sulla diversità biologica (CBD), ossia vivere in armonia con la natura. A febbraio l'Assemblea delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEA) ha deciso di elaborare un accordo globale di prevenzione dell'inquinamento da plastica. È stata decisa anche la creazione di un Consiglio scientifico sulle sostanze chimiche, i rifiuti e l'inquinamento, simile all'IPCC. Inoltre, è stato avviato un processo intergovernativo per sviluppare proposte volte a rafforzare la sostenibilità ambientale dello sfruttamento
dei minerali. La richiesta di ridurre la protezione del lupo, presentata dalla Svizzera nel 2018 alla Convenzione di Berna del Consiglio d'Europa, è stata respinta.

In giugno la Conferenza delle Parti della Convenzione di Basilea16 ha adottato una proposta di adeguamento della Convenzione, presentata dalla Svizzera e dal Ghana, per migliorare il controllo delle spedizioni di rifiuti elettronici («e-waste»). La governance urbana è stata rafforzata grazie alla partecipazione a «UN-Habitat» e attraverso i programmi della cooperazione allo sviluppo. Il Consiglio del Fondo globale per l'ambiente (GEF) ha approvato l'ottavo pacchetto di ricapitalizzazione, pari a oltre 5,3 miliardi di dollari USA e legato ad ambiziosi obiettivi nel campo della biodiversità, dei prodotti chimici e dei rifiuti, dei cambiamenti climatici, delle acque internazionali e della lotta contro la desertificazione. Il Consiglio federale ha chiesto all'Assemblea federale di stanziare 155 milioni di franchi per il periodo 2023­2026.

15 16

Cfr. www.ipcc.ch > Reports > Sixth Assessment Report > AR6 Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability (non disponibili in italiano).

RS 0.814.05

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6.3

Acqua

Per il mondo, l'obiettivo di garantire entro il 2030 a tutta la popolazione la disponibilità e una gestione sostenibile dell'acqua e la possibilità di usufruire di strutture igienico-sanitarie è sempre più lontano. La Svizzera si impegna con particolare intensità per la realizzazione di questo OSS, il sesto dell'Agenda 2030. Nel 2022 il DFAE ha adottato le Linee guida sull'acqua 2022­202517. L'accesso equo a servizi idrici e igienico-sanitari adeguati e sostenibili ­ diritto umano riconosciuto dall'ONU ­ è uno dei settori più importanti dell'impegno del nostro Paese. La Svizzera contribuisce a una gestione più sostenibile dell'acqua anche mediante il settore privato. Con i suoi programmi «Blue Peace», promuove l'uso e la gestione interstatali delle risorse idriche transfrontaliere nell'Asia centrale, nel Medio Oriente e nell'Africa occidentale. A Ginevra, per esempio, la Svizzera ha reso possibile la firma di una dichiarazione sulla collaborazione transfrontaliera tra Senegal e Mauritania per la gestione delle acque di falda. Con il suo impegno nell'ambito del Forum mondiale dell'acqua tenutosi in marzo a Dakar e delle conferenze preparatorie della Conferenza dell'ONU sull'acqua in programma a New York nel 2023, la Svizzera ha rafforzato il proprio ruolo innovatore e pionieristico in quest'ambito. Il suo impegno riguarda il settore della cooperazione transfrontaliera, l'approccio che combina l'aiuto allo sviluppo e l'aiuto umanitario nonché l'importanza attribuita ai giovani come attori del cambiamento.

6.4

Energia

La guerra in Ucraina ha scatenato una crisi energetica di portata mondiale. Nel 2022 sono state adottate varie misure per evitare situazioni di penuria e per rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento in Svizzera. Per quanto riguarda la fornitura di gas, sono state garantite le capacità di stoccaggio nei Paesi limitrofi e opzioni per ulteriori forniture. La collaborazione internazionale nel settore dell'energia e la riduzione della dipendenza dalle importazioni sono fattori imprescindibili per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento nel nostro Paese. La guerra in Ucraina ha evidenziato questi aspetti18.

Il rapporto nazionale 2022 sull'attuazione dell'Agenda 2030 ribadisce che gli obiettivi prioritari per la Svizzera consistono nel ridurre il consumo di energia, nel promuovere l'efficienza energetica e nel potenziare la produzione di energie rinnovabili. La Svizzera si impegna a favore di una politica energetica sostenibile in seno a diverse organizzazioni internazionali. Dal 2019 al 2022 è stata membro del consiglio di amministrazione dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA). Nel mese di ottobre, insieme a IRENA, ha organizzato a Ginevra una conferenza internazionale sul finanziamento dell'energia idroelettrica nei Paesi in via di sviluppo, alla quale hanno partecipato rappresentanti di alto rango dei governi, del settore privato e delle organizzazioni internazionali. Nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, ha 17 18

Cfr. www.dfae.admin.ch > DFAE > Pubblicazioni (non disponibile in italiano).

Rimando al capitolo del rapporto sulla politica economica esterna dedicato a questo tema; cfr. www.seco.admin.ch > Servizi e pubblicazioni > Pubblicazioni > Economia esterna > Politica economica esterna.

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sostenuto diversi progetti e iniziative per migliorare l'accesso a sistemi di energie rinnovabili economici, affidabili e moderni per tutti.

Il Trattato sulla Carta dell'energia, un accordo giuridicamente vincolante di protezione degli investimenti nel settore energetico, dovrebbe essere adeguato alla prassi attuale e alle esigenze legate alla decarbonizzazione19. A novembre, la Conferenza della Carta non ha approvato la nuova versione.

6.5

Finanza e governo d'impresa

Il 1° gennaio 2022 sono entrate in vigore disposizioni di legge sui rapporti di sostenibilità, in particolare per i grandi istituti finanziari20. Fondandosi sulle raccomandazioni del Gruppo di lavoro per la rendicontazione dei rischi legati al cambiamento climatico (TCFD), il 23 novembre 2022 il Consiglio federale ha adottato l'ordinanza concernente la relazione sulle questioni climatiche obbligatoria per le grandi imprese, che entrerà in vigore il 1° gennaio 202421. Inoltre, raccomanda agli attori del mercato finanziario di aderire ad alleanze internazionali per le zero emissioni nette e, con l'ausilio di indicatori comparabili e significativi, di creare trasparenza sulla compatibilità climatica di tutti i prodotti finanziari e portafogli clienti. A tal fine, ha lanciato gli «Swiss Climate Scores»22. Inoltre, anche nell'anno in rassegna, le casse pensioni, le banche, i gestori patrimoniali e le società d'assicurazioni svizzeri hanno avuto la possibilità di sottoporre volontariamente e gratuitamente a un test di compatibilità climatica i loro portafogli di azioni, obbligazioni e titoli ipotecari. Per di più, nel 2022 sono stati elaborati ­ in un apposito rapporto ­ campi d'azione e misure concrete per una piazza finanziaria svizzera sostenibile23. Attualmente, gli aspetti ambientali sono ancora al centro delle preoccupazioni tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale. Tuttavia, la possibilità di applicare misure anche ad altri OSS è sottoposta a continua verifica, al fine di tenere conto dell'Agenda 2030.

6.6

Prevenzione delle catastrofi

La pandemia di COVID-19 e il moltiplicarsi degli eventi meteorologici estremi hanno causato in tutto il mondo un aumento del numero di vittime di catastrofi naturali e situazioni d'emergenza. La Svizzera si adopera in seno a diversi organismi per migliorare l'individuazione precoce, la prevenzione e la gestione delle catastrofi e delle 19 20 21

22

23

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Il Consiglio federale approva l'aggiornamento del Trattato sulla Carta dell'energia.

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Dal 1° gennaio 2022 entrano in vigore le disposizioni per una migliore tutela dell'essere umano e dell'ambiente.

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Il Consiglio federale pone in vigore dal 1° gennaio 2024 l'ordinanza concernente la relazione sulle questioni climatiche obbligatoria per le grandi imprese.

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Il Consiglio federale lancia gli «Swiss Climate Scores» per creare trasparenza sul clima negli investimenti finanziari.

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Il Consiglio federale stabilisce misure per una piazza finanziaria sostenibile.

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situazioni d'emergenza. Nel mese di maggio, con una delegazione di rappresentanti dell'Amministrazione, degli ambienti scientifici, della società civile, del settore giovanile e del settore privato, ha partecipato a Bali alla Global Platform for Disaster Risk Reduction. Per riuscire a raggiungere entro il 2030 gli obiettivi definiti a Sendai nel 2015, l'impegno deve essere esteso a tutti i settori e rafforzato, in particolare per quanto riguarda le conseguenze sociali ed economiche. Le raccomandazioni della Conferenza confluiscono in un rapporto dell'ONU al quale la Svizzera contribuisce con un rapporto nazionale. Nei suoi Paesi partner, il nostro Paese incoraggia la mappatura delle zone di pericolo, la costruzione di edifici scolastici antisismici o la formazione di specialisti locali. Nell'Asia centrale e in India, ha potenziato la sua rete di consulenti regionali per la prevenzione delle catastrofi. Questi consulenti, provenienti dal CSA, collaborano con le istituzioni locali per l'analisi e la previsione di frane e straripamenti di laghi glaciali provocati dai cambiamenti climatici. Con il progetto pilota «Weather4UN» la Svizzera contribuisce alla creazione di un meccanismo di coordinamento dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM). Tale meccanismo migliora l'accesso alle informazioni meteorologiche per le organizzazioni umanitarie al fine di garantire la protezione dai pericoli naturali.

6.7

Salute

La pandemia di COVID-19 ha imposto l'adozione di misure e approcci nuovi e prontamente applicabili. A tal fine, sono stati lanciati appositi meccanismi e iniziative.

Diverse organizzazioni hanno esteso il loro mandato alla preparazione e alla lotta contro le pandemie. Ulteriori attori si sono aggiunti all'architettura sanitaria globale.

La Svizzera ritiene che la collaborazione multilaterale nella gestione delle crisi sanitarie globali debba essere rafforzata. Dopo la sessione speciale dell'Assemblea mondiale della sanità, tenutasi nel novembre del 2021, sono stati avviati processi volti a rafforzare la preparazione e la lotta contro le pandemie. A livello globale è stato anche raggiunto un accordo per una prima decisione sul finanziamento sostenibile dell'OMS. Inoltre, sono in corso discussioni in merito all'aggiornamento del Regolamento sanitario internazionale. In febbraio, in seno all'Organo negoziale intergovernativo, sono iniziati sotto l'egida dell'OMS i negoziati sul nuovo strumento internazionale per il rafforzamento della prevenzione e della risposta in materia di pandemie.

Il 22 maggio 2022, in occasione dell'apertura dell'Assemblea mondiale della sanità, è stato inaugurato un nuovo edificio dell'OMS alla presenza del direttore generale dell'Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, e del capo del Dipartimento federale dell'interno (DFI). In occasione di questo evento la Svizzera ha donato all'OMS un'opera di un'artista svizzera. Il nuovo edificio è stato finanziato in parte con un prestito accordato nell'ambito della politica svizzera dello Stato ospite. Sempre in occasione dell'Assemblea mondiale della sanità, nel mese di maggio, il direttore generale dell'OMS è stato riconfermato in carica.

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6.8

Cultura

Nell'anno in rassegna la Svizzera si è impegnata attivamente per la tutela del patrimonio culturale in Ucraina. Dal 2020 il nostro Paese è membro del Comitato intergovernativo della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), e lo sarà fino al 2024. La Svizzera ha promosso anche le lingue nazionali, per esempio nell'ambito dell'«Emna rumantscha». Nel 2022, nel quadro della Conferenza mondiale dell'UNESCO sulle politiche culturali e lo sviluppo sostenibile MONDIACULT e di una conferenza dei ministri della cultura del Consiglio d'Europa, sono state definite le basi della politica culturale per i prossimi anni, e in particolare il contributo della cultura al perseguimento degli OSS e alla difesa della democrazia e dello Stato di diritto. La Terezin Declaration Conference, che ha fatto seguito alla Dichiarazione del 2009 sull'Olocausto e sulle sue conseguenze, è stata incentrata in particolare sulle opere d'arte trafugate. Inoltre, la Svizzera e la Turchia hanno firmato una convenzione sul trasferimento di beni culturali.

Per promuovere l'immagine del nostro Paese, Presenza Svizzera ha fatto leva su contenuti culturali come la tradizione e la diversità, sia nell'ambito di eventi esterni come il Festival della fotografia di Arles sia con eventi propri, tra cui la Settimana del design realizzata insieme a Pro Helvetia presso la «Pop-up House of Switzerland Milano 2022» (n. 11.5). Anche invitando i media esteri agli eventi è stato possibile lanciare messaggi legati alla cultura. Grazie al suo impegno in ambito culturale, la DSC sostiene artisti nei Paesi del Sud e dell'Est del mondo contribuendo ad alimentare il dibattito sulle questioni sociali. La Svizzera, per esempio, ha sostenuto la poesia in Somalia per la promozione della pace, le arti sceniche per l'elaborazione del passato in Honduras o i dibattiti in Bangladesh per la ricerca di soluzioni nel contesto dei cambiamenti climatici.

7

Digitalizzazione

7.1

Governance digitale

Nel 2022 il nostro Paese ha accelerato i lavori di attuazione relativi alla «UN Roadmap for Digital Cooperation» e si è battuto per accrescere l'inclusività e l'efficacia del Forum sulla governance di Internet (IGF). Su proposta della Svizzera e di altre parti interessate, nel 2022 l'IGF si è ispirato ai contenuti del «Global Digital Compact» previsto nel 2024, fornendo preziosi impulsi alla «multistakeholder community» globale. La Svizzera sostiene le attività dell'UN Tech Envoy Office, e in particolare i lavori riguardanti la Ginevra internazionale. Si è adoperata anche nell'ambito dell'OCSE assumendo la vicepresidenza del relativo Comitato per la politica dell'economia digitale (CDEP) e la presidenza del relativo gruppo di lavoro sulla sicurezza nell'economia digitale. L'attenzione si è concentrata sullo sviluppo di strumenti in grado di stabilire pratiche chiare in relazione alle nuove sfide nel settore digitale.

In seno all'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) e alle organizzazioni di standardizzazione tecnica, la Svizzera si è espressa a favore dell'armonizzazione di tutti i livelli della regolamentazione internazionale. Alla Conferenza dei 30 / 106

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plenipotenziari dell'UIT, il nostro Paese è stato rieletto nel Consiglio esecutivo dell'Organizzazione.

Per ampliare le sue capacità in Stati terzi, nel 2022 la Svizzera ha finanziato diversi progetti, per esempio un corso sul tema della «Secure Provision» organizzato in collaborazione con l'ASEAN­Japan Cybersecurity Capacity Building Centre e un progetto realizzato con l'organizzazione non governativa Global Partners Digital, che si impegna per rafforzare gli aspetti legati ai diritti umani nei processi cyber multilaterali. Nel 2022 il Geneva Dialogue on Responsible Behaviour in Cyberspace si è riorganizzato: partendo dal lavoro già svolto, si definiranno ora gli ambiti nei quali esiste una visione comune e quelli in cui sussiste ancora una necessità di chiarimento.

La Divisione Digitalizzazione del DFAE, istituita nel 2021, contribuisce a rafforzare ulteriormente il profilo della politica estera digitale della Svizzera. Nel 2022, per esempio, sono stati condotti i primi dialoghi digitali con Paesi quali la Spagna, i Paesi Bassi, Malta, la Danimarca e l'Austria. Inoltre, il DFAE sta costruendo una rete di nodi digitali («digital knots») con 30 rappresentanze svizzere all'estero importanti dal punto di vista digitale.

7.2

Cibersicurezza

In seno alle Nazioni Unite la Svizzera partecipa al gruppo di lavoro aperto (OEWG) sui progressi dell'informatica e delle telecomunicazioni nel contesto della sicurezza internazionale, costituito per il periodo 2021-2025. Una delle priorità consiste tuttora nell'impegno per il rispetto e per l'ulteriore concretizzazione dell'applicazione del diritto internazionale nel ciberspazio, e in particolare del diritto internazionale umanitario. La Svizzera ha presentato con il Canada un «Working Paper» sul diritto internazionale. Inoltre, insieme ad altri 16 Stati, ha elaborato una dichiarazione congiunta sul diritto internazionale umanitario. Il nostro Paese ha così contribuito con successo alla definizione del piano di lavoro dell'OEWG contenuto nel rapporto intermedio.

Per i lavori previsti nel 2023, il rapporto adottato nel mese di luglio raccomanda una discussione approfondita di vari temi del diritto internazionale, riguardanti in particolare il diritto internazionale umanitario e la responsabilità degli Stati24.

Il nostro Paese ha inoltre partecipato ai negoziati avviati nell'anno in rassegna per la conclusione di una convenzione dell'ONU sulla cibercriminalità e si è impegnato anche in seno all'OSCE, in particolare per l'ulteriore sviluppo delle 16 misure di costruzione della fiducia nel settore della cibersicurezza. Parallelamente, ha sostenuto una serie di iniziative statali internazionali volte a preservare un ciberspazio aperto, libero e sicuro. Insieme ad altri 60 Paesi, per esempio, la Svizzera sponsorizza un programma d'azione dell'ONU a favore di un comportamento responsabile degli Stati nel ciberspazio. Inoltre, si impegna anche nell'ambito della «Counter Ransomware Initiative».

Nel quadro della «Humanitarian Data and Trust Initiative» (HDTI), la Svizzera si è battuta insieme al CICR e all'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli 24

Cfr. https://documents.un.org > Symbol > A/77/275 (non disponibile in italiano).

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affari umanitari (OCHA) a favore della protezione e di una gestione responsabile dei dati umanitari. Insieme agli Stati e alle organizzazioni umanitarie sono state sviluppate linee guida per una condivisione sicura di questi dati, al fine di non esporre a ulteriori rischi le persone bisognose di protezione in contesti umanitari. A seguito del ciberattacco sferrato al CICR nel mese di gennaio, il DFAE, insieme al Centro nazionale per la cibersicurezza (NCSC), esamina in che misura, nell'ambito del mandato di Stato ospite, sia possibile sostenere meglio le organizzazioni della Ginevra internazionale in caso di attacchi creando un Information Sharing und Analysis Center (ISAC).

7.3

Autodeterminazione digitale

Per poter sfruttare meglio il potenziale dei dati occorrono nuove strategie di utilizzo che rafforzino il controllo sui propri dati e dunque l'autodeterminazione digitale. Nel mese di marzo il Consiglio federale ha preso atto del rapporto del Dipartimento federale dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) e del DFAE intitolato Schaffung von vertrauenswürdigen Datenräumen basierend auf der digitalen Selbstbestimmung (creazione di data room affidabili sulla base dell'autodeterminazione digitale)25. Partendo da questo rapporto, sono stati impartiti vari mandati successivi, in particolare per l'elaborazione di un codice di condotta facoltativo e per la promozione dell'interoperabilità degli spazi di dati («data room») settoriali. A livello internazionale, nel 2022 la Svizzera ha proseguito le discussioni sulla realizzazione del concetto di rete internazionale per la promozione dell'autodeterminazione digitale, basandosi su casi pratici.

Il 13 aprile 2022 il Consiglio federale ha preso atto del rapporto Intelligenza artificiale e regolamentazione internazionale26. Questo documento tratta in particolare delle competenze giuridiche e tecniche, della posizione svizzera in seno agli organismi internazionali che si occupano di intelligenza artificiale nonché della definizione del quadro normativo internazionale sull'intelligenza artificiale sfruttando Ginevra in quanto sede delle organizzazioni internazionali di normazione. Nel mese di maggio la Svizzera, insieme alla Commissione elettrotecnica internazionale, ha organizzato una conferenza nell'ambito della quale si è discusso del modo in cui le norme (norme giuridiche, standard, conformità) contribuiscono alla costruzione della fiducia. A settembre il Consiglio federale ha approvato un mandato negoziale per una convenzione del Consiglio d'Europa sull'intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto. Il capo della Divisione Affari internazionali dell'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) è stato eletto alla presidenza del Comitato per l'intelligenza artificiale, di cui fanno parte, oltre agli Stati membri del Consiglio d'Europa, anche Paesi di America e Asia. La convenzione sarà il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di intelligenza artificiale.

25 26

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Promozione di data room affidabili e dell'autodeterminazione digitale.

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Intelligenza artificiale e regolamentazione internazionale: la Svizzera si impegna attivamente.

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7.4

Tech4Good

Nell'ambito della CI vengono regolarmente utilizzati approcci tecnologici innovativi, per esempio per l'aiuto d'emergenza, la gestione dei rischi sanitari, la prevenzione delle catastrofi naturali o la gestione delle risorse idriche. Questi approcci offrono grandi opportunità per incrementare l'efficacia. La Svizzera sostiene per esempio lo sviluppo di tecnologie per la ricerca di persone disperse in situazioni di crisi, tra cui quelle dovute a catastrofi naturali. In Mongolia promuove il sistema digitale «Responsible Nomads» per la verifica degli standard nell'allevamento di animali; informando i clienti, questo sistema crea incentivi per una produzione animale sostenibile. Grazie alla costituzione di un'alleanza in favore della tecnologia per la pace (Swiss PeaceTech Alliance), il nostro Paese, insieme alle sue università e a organizzazioni specializzate, potenzia gli sforzi internazionali per mettere le nuove tecnologie al servizio della pace. La Svizzera si è inoltre impegnata al fianco del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e ha partecipato all'elaborazione del Piano d'azione per un pianeta sostenibile nell'era digitale.

Una delle sfide risiede tuttora nel diverso grado di digitalizzazione dei vari Paesi. Tale divario aumenterà ulteriormente se, nei Paesi in via di sviluppo, non si riuscirà a creare in tempi brevi un'infrastruttura digitale e a rafforzare le relative competenze. In questo contesto la Svizzera sostiene progetti come «Giga», avviato nel 2019 dal Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e dall'UIT con l'intento di collegare a Internet tutte le scuole nel mondo entro il 2030 (n. 7.1, 10.2).

Le nuove tecnologie comportano anche dei rischi. Perciò la Svizzera considera prioritarie la qualità, la gestione e la protezione dei dati nei sistemi digitali. Sul piano multilaterale, in questo campo si impegna, tra le altre cose, in favore di una regolamentazione efficace. Inoltre, con progetti come la «Geneva Internet Platform» e il relativo «Digital Watch», promuove l'informazione sulla governance digitale e lo sviluppo delle pertinenti capacità dei rappresentanti dei Paesi in via di sviluppo, rafforzando in tal modo Ginevra come polo della governance digitale.

Devono essere ulteriormente sviluppati anche i processi e gli strumenti interni degli attori della
CI. Per questo, nell'anno in rassegna, hanno visto la luce diverse iniziative internazionali volte a riunire le esperienze acquisite con progetti digitali innovativi, a rafforzare le competenze e a migliorare la gestione dei rischi.

7.5

Diplomazia scientifica

La scienza e la tecnologia sono due dei motori trainanti delle moderne economie. La diplomazia scientifica è uno strumento importante della politica estera della Svizzera e un motore per il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030.

La Fondazione «Geneva Science and Diplomacy Anticipator» (GESDA), istituita dal Consiglio federale e dal Consiglio di Stato del Cantone di Ginevra, ha un ruolo centrale in questo senso. GESDA si occupa di anticipare le svolte tecnologiche destinate ad avere un grande influsso sull'essere umano, sulla società e sul pianeta, e contribuisce ad accelerare gli sforzi diplomatici per far sì che queste svolte possano rivelarsi 33 / 106

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utili per la gestione dei beni comuni a livello globale. Dopo un periodo di prova di tre anni, il Consiglio federale e il Governo di Ginevra hanno deciso di continuare a sostenere la Fondazione per altri dieci anni. A ottobre GESDA ha organizzato un vertice che ha registrato una buona affluenza e durante il quale è stato presentato per la prima volta il prodotto di punta «GESDA Science Breakthrough Radar». Con la sua attività, la Fondazione rafforza la posizione preminente di Ginevra come polo della governance. Anche la rete Swissnex, svolgendo il suo mandato in favore dell'interconnessione a livello internazionale degli attori svizzeri nel settore ERI, fornisce un importante contributo all'attuazione dell'Agenda 2030 (n. 5.3).

Tramite la negoziazione di accordi nel campo della diplomazia scientifica («Diplomacy for Science») viene promosso il rafforzamento della collaborazione in ambito scientifico. Nel settore della diplomazia scientifica vengono realizzati progetti al crocevia tra scienza e diplomazia, come per esempio il Transnational Red Sea Center promosso dal Politecnico federale di Losanna per la tutela dei coralli presenti nel Mar Rosso. Il radicamento della diplomazia scientifica nel panorama degli affari internazionali rientra tra i compiti dell'incaricato speciale per la diplomazia scientifica nominato dal Consiglio federale nel 2021.

8

Europa

8.1

Consolidamento della via bilaterale

Le relazioni tra la Svizzera e l'UE restano al centro della politica estera svizzera.

Come previsto dal programma di legislatura 2019-2023, il Consiglio federale mira a garantire relazioni buone e regolamentate con l'UE. Assicurare il rinnovo e la stabilizzazione a lungo termine di tali relazioni rappresenta una sua preoccupazione costante. Per questo, il 23 febbraio 2022 il Consiglio federale ha definito l'orientamento da seguire per un nuovo pacchetto negoziale, ribadendo che la Svizzera intende proseguire la consolidata via bilaterale con l'UE nell'interesse di entrambe le parti. Questo orientamento comprende un ampio pacchetto negoziale volto a consentire un migliore bilanciamento degli interessi reciproci. Tra i principali interessi della Svizzera vi sono: 1) l'applicazione integrale degli accordi bilaterali sul mercato interno, compreso il loro tempestivo aggiornamento in caso di sviluppi rilevanti del diritto dell'UE; 2) la possibilità garantita per la Svizzera di partecipare ai futuri programmi dell'UE, e 3) la conclusione di nuovi accordi, per esempio nel settore dell'elettricità, della sicurezza alimentare e della salute. Parallelamente, il Consiglio federale desidera potersi associare quanto prima ai programmi in corso dell'UE, quali «Orizzonte Europa» ed «Erasmus+». Nell'ambito di questo ampio pacchetto negoziale, è anche disposto a considerare le richieste dell'UE. Gli elementi istituzionali dovranno essere integrati nei singoli accordi sul mercato interno. Per quanto riguarda il recepimento dinamico del diritto, la Svizzera ritiene che esso implichi la definizione di alcune eccezioni e clausole di salvaguardia, in particolare in materia di libera circolazione delle persone.

Il nostro Paese offre inoltre il proprio sostegno nella ricerca di soluzioni per il disciplinamento degli aiuti di Stato nei settori interessati da questi ultimi. Nel quadro del pacchetto negoziale, il Consiglio federale è altresì disposto a considerare di perennizzare il contributo svizzero. Il Consiglio federale ha incaricato la segretaria di Stato del 34 / 106

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DFAE di condurre colloqui esplorativi con l'UE sulla base di questo orientamento.

Tali colloqui serviranno ad accertare se esiste una base comune per l'avvio di negoziati. Il 17 giugno 2022 il Consiglio federale ha deciso di intensificare i contatti esplorativi e di avviare anche colloqui tecnici a livello di esperti. In questi incontri tra esperti sono stati rappresentati anche gli uffici federali interessati dai temi trattati.

Sempre il 17 giugno 2022 l'ex segretario di Stato Mario Gattiker, nell'ambito del suo mandato di verifica del margine di manovra esistente in politica interna per ridurre le divergenze normative tra la Svizzera e l'UE, ha presentato al Consiglio federale il suo rapporto finale. I margini di manovra e le possibili soluzioni illustrati in tale rapporto sono stati considerati nei colloqui con l'UE. Dopo sei tornate di colloqui esplorativi e una serie di colloqui tecnici condotti parallelamente, il 23 novembre 2022 il Consiglio federale ha discusso sullo stato dei colloqui esplorativi svolti fino a quel momento e ha deciso di portarli avanti.

I gruppi d'interesse rilevanti per la politica interna sono stati coinvolti sin dall'inizio nei colloqui esplorativi. Oltre allo scambio istituzionalizzato con l'Assemblea federale e i Cantoni, si sono intensificate anche le discussioni con i rappresentanti delle parti sociali, dei partiti, dell'economia, della ricerca e della società civile. A tal fine il Consiglio federale ha istituito anche una nuova struttura organizzativa per rafforzare la gestione dei colloqui esplorativi a livello politico e di contenuti. Il 9 dicembre 2022, con riserva dei risultati della consultazione delle CPE delle due Camere, ha adottato il rapporto «Stato delle relazioni Svizzera-UE», esaudendo così un auspicio del Parlamento. Il 30 giugno 2022, a Bruxelles, è stato firmato il memorandum d'intesa giuridicamente non vincolante sul secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell'UE. Il memorandum disciplina i punti chiave del secondo contributo svizzero, tra cui l'importo, la ripartizione tra i Paesi partner, le priorità tematiche e i principi applicabili alla cooperazione e all'attuazione del contributo. Esso costituisce il fondamento politico per gli accordi bilaterali di attuazione con i vari Stati membri dell'UE (n. 8.2).

Dando il nullaosta al
secondo contributo, la Svizzera ha voluto spezzare lo schema controproducente delle interferenze non pertinenti, ritornando a una collaborazione costruttiva e orientata al futuro con l'UE. Nonostante questo segnale di buona volontà lanciato dalla Svizzera, l'UE si è rifiutata di avviare negoziati sull'associazione ai programmi europei in corso, tra cui il pacchetto «Orizzonte» o il programma «Erasmus+». L'UE subordinava tale associazione a un miglioramento delle relazioni generali con la Svizzera, e in particolare a progressi nell'ambito delle questioni istituzionali. Nonostante i colloqui esplorativi riguardanti l'approccio «a pacchetto», queste premesse non sono cambiate. La Svizzera continua a essere considerata uno Stato terzo non associato, e quindi può partecipare ai programmi dell'UE soltanto entro certi limiti. Il nostro Paese è però disposto ad avviare senza indugio colloqui per l'associazione ai programmi in corso dell'UE («Orizzonte Europa», «Euratom», «ITER», «Digital Europe», «Erasmus+») e per la partecipazione al programma «Copernicus».

Per mitigare le conseguenze della temporanea impossibilità di associarsi al pacchetto «Orizzonte», il Consiglio federale ha adottato misure transitorie per il 2021 e il 2022, mettendo a disposizione a questo scopo un importo di oltre 1,2 miliardi di franchi.

Tali misure transitorie si ispirano ai bandi di gara del programma europeo e sono intese a fornire agli attori svizzeri mezzi comparabili a quelli che avrebbero avuto a disposizione in caso di associazione. Inoltre, il Consiglio federale ha adottato misure 35 / 106

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integrative complementari per rafforzare la piazza svizzera di ricerca e innovazione a prescindere da un'associazione con i programmi dell'UE. Per quanto riguarda «Erasmus+», il nostro Paese porta avanti la «soluzione svizzera», che autofinanzia dal 2014. Questa soluzione consente alle istituzioni svizzere di partecipare ai progetti di mobilità e cooperazione di «Erasmus+» come istituzioni di uno Stato terzo non associato. È ancora in sospeso anche la parafatura dell'accordo concernente la partecipazione della Svizzera all'Agenzia del sistema globale di navigazione satellitare europeo (GSA)27. Invece, l'Accordo sul trasporto aereo e l'Accordo sui trasporti terrestri vengono regolarmente aggiornati. Nel settore del trasporto aereo, le disposizioni applicabili ai sistemi aeronautici senza equipaggio (tra cui i droni) sono state adeguate a quelle dell'UE. L'UE continua tuttavia a negare alla Svizzera i diritti di cabotaggio.

Restano in sospeso anche i negoziati sull'adeguamento dell'Accordo sui trasporti terrestri per attuare pienamente il pilastro tecnico del quarto pacchetto ferroviario dell'UE e sull'adesione all'Agenzia dell'Unione europea per le ferrovie (ERA).

I lavori dell'UE nell'ambito del «Green Deal» avanzano, compresi quelli relativi al pacchetto «Fit-for-55». L'introduzione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) tocca anche la politica commerciale e climatica della Svizzera, anche se il nostro Paese potrebbe essere escluso dalle misure. L'apposito gruppo di lavoro interdipartimentale sui meccanismi di adeguamento del carbonio alle frontiere è incaricato di indicare al Consiglio federale le possibilità di azione a tale riguardo.

Il 16 novembre 2022 il Consiglio federale ha deciso di attivare nei confronti dei cittadini croati la clausola di salvaguardia prevista nell'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC). Visto che i requisiti quantitativi definiti dall'ALC sono adempiuti, dal 1° gennaio 2023 la Svizzera reintrodurrà per un periodo di 12 mesi i contingenti per i permessi B e L28.

Dato che l'UE collega l'Accordo del 21 giugno 199929 tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (MRA) alla soluzione delle questioni istituzionali, il capitolo 4 di tale accordo, sui
dispositivi medici, non ha potuto essere aggiornato neanche nell'anno in rassegna. Il 26 maggio 2022 sarebbe scaduto il termine per un ulteriore aggiornamento in materia di diagnostica in vitro. Perciò, nonostante l'equivalenza delle basi legali in materia di dispositivi medici, l'UE continua a considerare la Svizzera uno Stato terzo. Il 29 giugno 2022 il Consiglio federale ha esaminato la situazione riguardante l'approvvigionamento di dispositivi medici in Svizzera e ha deciso di mantenere per ora il sistema vigente. A causa del mancato aggiornamento dell'accordo, le misure di attenuazione adottate nella primavera del 2021 verranno mantenute. Il Consiglio federale punta però ancora a un aggiornamento completo di questo accordo.

Nel settore della salute pubblica, il Consiglio federale intende ancora concludere un pertinente accordo che garantisca contrattualmente, e approfondisca soprattutto nel 27 28 29

Nel maggio del 2021 dalla GSA è sorta l'Agenzia dell'UE per il programma spaziale (EUSPA), responsabile di tutto il programma spaziale dell'UE.

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Libera circolazione: il Consiglio federale attiva la clausola di salvaguardia nei confronti della Croazia.

RS 0.946.526.81

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settore della gestione delle crisi, la collaborazione con l'UE, la quale sinora era prevista soltanto ad hoc e in modo circoscritto ­ sia a livello temporale che sul piano dei contenuti ­ alle situazioni di crisi (come p. es. la pandemia di COVID-19). Nel settore dell'agricoltura sono stati aggiornati diversi allegati dell'Accordo agricolo bilaterale tra la Svizzera e l'UE del 199930, riguardanti da un lato adeguamenti tecnici minori in materia di concessioni tariffarie reciproche delle due Parti (allegati 1 e 2) e dall'altro l'allegato 12 sulla tutela delle denominazioni di origine protetta (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP) per i prodotti agricoli e le derrate alimentari. In materia di prodotti agricoli trasformati, la Svizzera e l'UE hanno deciso di adeguare i prezzi di riferimento al 1° ottobre 202231.

Grazie all'associazione a Schengen, nell'anno in rassegna la Svizzera è stata di nuovo inclusa nel dispositivo di crisi dell'UE, sia per il coordinamento della risposta alla pandemia di COVID-19, come nel 2020 e nel 2021, sia per la gestione delle conseguenze della guerra in Ucraina. Per quanto riguarda la pandemia di COVID-19, sono proseguiti i lavori avviati dal Consiglio dell'UE a fine 2021 per la revisione delle misure degli Stati Schengen alle frontiere esterne e interne ai fini del loro adeguamento alle nuove circostanze. A giugno, la validità del certificato COVID digitale dell'UE è stata prolungata di un altro anno. Anche questa proroga è stata recepita in Svizzera come sviluppo dell'acquis di Schengen. Nel 2022, in linea con la SPE 2020­2023 e con gli impegni assunti dalla Svizzera nel quadro della sua associazione a Schengen, e adempiute le premesse costituzionali, sono stati recepiti ulteriori elementi dell'acquis di Schengen, segnatamente gli sviluppi del Sistema europeo di archiviazione delle immagini relativo ai documenti falsi e autentici online (FADO) e il riveduto regolamento europeo relativo alla guardia di frontiera e costiera europea (regolamento Frontex)32, adottato in votazione referendaria il 15 maggio 2022. Su riserva dell'adempimento delle premesse costituzionali, il Consiglio federale ha inoltre adottato due ulteriori sviluppi sostanziali dell'acquis. Uno riguarda la revisione del meccanismo di valutazione e monitoraggio di Schengen, l'altro il
rafforzamento della collaborazione con Europol nell'ambito del Sistema d'informazione Schengen (SIS)33.

La Svizzera si è adoperata per compiere passi avanti riguardo al pacchetto dell'UE sulla migrazione e l'asilo. A giugno, il blocco esistente da anni in seno al Consiglio dell'UE è stato parzialmente superato. Il problema era dovuto al fatto che tutti i progetti di riforma venivano considerati come un unico pacchetto. A inizio estate, tuttavia, è stato possibile raggiungere un parziale compromesso. Il Consiglio dell'UE ha adottato i mandati negoziali per il regolamento «Eurodac» e per quello sullo screening. Parallelamente, 22 Stati tra cui la Svizzera hanno sottoscritto una dichiarazione di solidarietà che prevede un sostegno volontario per gli Stati del Mediterraneo che sono particolarmente toccati dal fenomeno migratorio. Tale sostegno sarà garantito mediante una ridistribuzione dei richiedenti l'asilo («relocation») e contributi 30 31 32

33

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Agricoltura: Svizzera e UE proteggono altre specialità regionali.

RS 0.632.401 Regolamento (UE) 2019/1896 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2019, relativo alla guardia di frontiera e costiera europea e che abroga i regolamenti (UE) n. 1052/2013 e (UE) 2016/1624.

FF 2020 3117 e www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Maggiore sicurezza nello spazio Schengen grazie allo sviluppo di SIS.

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finanziari e materiali. Considerato l'alto numero di profughi ucraini accolti, la Svizzera per ora non ha partecipato alla ridistribuzione, ma ha fornito altri tipi di sostegno (n. 3.2).

A gennaio è entrata in funzione l'Agenzia dell'Unione europea per l'asilo (EUAA).

L'EUAA sostituisce l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), al quale la Svizzera aveva partecipato in virtù di un accordo bilaterale. Nel 2022 sono proseguiti i colloqui con l'UE per l'adeguamento di tale accordo. Finché l'accordo non sarà adeguato, la Svizzera parteciperà sulla base del vigente accordo anche alle attività dell'UEAA. Dopo che, nel 2021, l'Assemblea federale aveva approvato la partecipazione della Svizzera alla «cooperazione Prüm» e il protocollo relativo all'accesso per le autorità di perseguimento penale a «Eurodac», nell'anno in rassegna la Svizzera ha ratificato questi due accordi34. Il protocollo «Eurodac» è entrato in vigore il 1° maggio 2022. Il trattato di Prüm entrerà in vigore probabilmente nella primavera del 2023, dopo la ratifica formale da parte dell'UE.

8.2

Relazioni con i Paesi limitrofi e i restanti Stati UE/AELS

Nell'anno in rassegna, le relazioni bilaterali con tutti gli Stati UE/AELS sono state caratterizzate dalle relazioni Svizzera­UE. I numerosi colloqui sono serviti soprattutto ad approfondire la comprensione della politica europea della Svizzera (n. 8.1) e a rafforzare le relazioni bilaterali con questi Stati, per esempio in occasione del primo incontro della Comunità politica europea, tenutosi a Praga con la partecipazione del presidente della Confederazione Ignazio Cassis. Anche i fitti contatti nel contesto della guerra in Ucraina, in particolare alla vigilia e in occasione della Ukraine Recovery Conference (URC2022, cfr. n. 3.2), sono serviti ad approfondire le relazioni bilaterali. La persistente crisi dovuta alla pandemia di COVID-19 ha di nuovo evidenziato l'importanza dei Paesi limitrofi e delle relazioni transfrontaliere per la politica estera della Svizzera.

Nell'anno in rassegna, il quadro istituzionale delle relazioni con gli Stati limitrofi è stato rafforzato. Con l'Austria sono stati avviati i lavori per l'attuazione della dichiarazione d'intenti su un nuovo partenariato strategico. Il partenariato consentirà di intensificare la collaborazione in diversi ambiti, tra cui la rappresentanza degli interessi e l'appoggio reciproco in Paesi terzi. Grazie alla dichiarazione d'intenti, lo scambio di visite diplomatiche con l'Austria è stato intenso nell'anno in rassegna, iniziato con due incontri a livello presidenziale. Con la Germania, l'Austria e il Liechtenstein il nostro Paese ha convenuto di creare una piattaforma comune di dialogo per trattare temi transfrontalieri nella regione del Lago di Costanza, includendo anche il livello federale. Con la Germania è stato anche condotto un dialogo bilaterale transfrontaliero. Le riunioni pilota su queste nuove piattaforme di dialogo si sono svolte con successo in primavera. Introducendo questi due ulteriori strumenti, la Svizzera vuole condurre dialoghi istituzionalizzati con tutti i Paesi limitrofi e su tutti i temi transfrontalieri.

34

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Con la Francia sono proseguiti i negoziati sulla collaborazione bilaterale riguardante l'accordo quadro della governance del Rodano. Inoltre, sono stati avviati negoziati per trovare una soluzione duratura agli aspetti fiscali per agevolare il telelavoro. Nel dossier concernente l'aeroporto di Basilea-Mulhouse la Francia non ha dato seguito alla proposta presentata dalla Svizzera nel 2020 per una soluzione duratura al dossier sul diritto del lavoro nel settore svizzero. Per quanto concerne l'Italia, la Confederazione ha chiarito le questioni aperte riguardanti Campione d'Italia e le ripercussioni pratiche del passaggio dell'enclave italiana al territorio doganale dell'UE. L'Assemblea federale ha ratificato l'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica italiana relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri. L'accordo deve però essere ancora ratificato da parte dell'Italia. Anche in materia di trasporti, nell'anno in rassegna la Svizzera ha rafforzato ulteriormente la cooperazione con i Paesi limitrofi. Con la Germania è stato firmato un nuovo accordo che prevede l'estensione di alcuni collegamenti transfrontalieri. Le parti contraenti intendono inoltre intensificare la collaborazione nel campo della ricerca e dell'innovazione e semplificare ulteriormente il traffico transfrontaliero armonizzando le prescrizioni tecniche. A maggio è stata inaugurata l'Ambasciata di Svizzera presso la Santa Sede, che si occupa anche delle relazioni diplomatiche con Malta e San Marino (n. 11.1). La Svizzera e la maggior parte dei suoi Paesi partner nel settore della coesione (Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Malta, Polonia, Romania e Ungheria) e in quello della migrazione (Cipro e Grecia) hanno inoltre sottoscritto entro la fine del 2022 gli accordi bilaterali di attuazione del secondo contributo svizzero. Con la firma di questi accordi sono stati impegnati anche i relativi mezzi finanziari per ogni Paese. L'attuazione dei programmi può dunque avere inizio. Con i rimanenti Paesi partner del settore della coesione (Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia e Repubblica ceca) e del settore della migrazione (Italia) proseguono i negoziati. Per i programmi «Interreg» transfrontalieri dell'UE è iniziato un nuovo periodo di programma («Interreg VI 2021­2027»). Nel quadro della Nuova politica regionale (NPR),
la Svizzera partecipa in particolare a quattro programmi transfrontalieri e a due programmi transnazionali che rafforzano la cooperazione con gli Stati limitrofi. «Interreg», che nelle regioni di confine svolge un'importante funzione di catalizzatore, è uno strumento di promozione utilizzato per realizzare progetti concreti.

8.3

Relazioni con il Regno Unito

Anche nell'anno in rassegna la Svizzera e il Regno Unito hanno intrattenuto ottime e strette relazioni. Dopo l'entrata in vigore dei nuovi accordi bilaterali (strategia «Mind the Gap») l'anno precedente, nel 2022 le relazioni sono state estese ad altri settori («Mind the Gap Plus»), i più importanti dei quali sono quattro: commercio, servizi finanziari, ricerca e innovazione, mobilità. Le eccellenti relazioni bilaterali sono state suffragate dalla visita del presidente della Confederazione avvenuta il 28 aprile 2022. La visita si è concentrata sull'approfondimento della cooperazione politica, economica e scientifica tra la Svizzera e il Regno Unito. In concreto, i due Paesi hanno firmato una dichiarazione congiunta sull'ulteriore sviluppo del loro partenariato bilaterale con un piano di lavoro per i settori chiave summenzionati. Inoltre, hanno concordato di intensificare la loro collaborazione nel campo della scienza e 39 / 106

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dell'innovazione. Infine, la Svizzera e il Regno Unito hanno intavolato colloqui esplorativi per l'estensione dell'accordo commerciale in essere. A settembre, nell'ambito del dialogo strategico a livello di segretari di Stato, è stata portata avanti l'attuazione di questo accordo.

9

Regioni e Paesi prioritari nel mondo

9.1

Eurasia

In risposta alla guerra in Ucraina, la Svizzera ha aderito, salvo poche eccezioni, alle sanzioni adottate dall'UE nei confronti della Russia e della Bielorussia, ha intensificato l'aiuto umanitario e la cooperazione allo sviluppo in Ucraina e nei suoi Stati limitrofi e ha accolto temporaneamente numerosi profughi ucraini (n. 3). L'assunzione di un mandato di potenza protettrice per la rappresentanza degli interessi ucraini in Russia non è ancora stata approvata da Mosca (n. 3.3). Da quando la Svizzera ha adottato le sanzioni dell'UE, la Russia la considera un «Paese ostile» e mette in discussione, a torto, la sua neutralità. Tuttavia, i due Paesi hanno mantenuto un dialogo mirato, soprattutto in considerazione dell'assunzione, da parte della Svizzera, di un seggio non permanente in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU. In occasione dell'incontro tra il capo del DFAE e il suo omologo russo, svoltosi il 21 settembre 2022 a New York, la Svizzera ha condannato i referendum fittizi previsti per l'annessione dei territori occupati nell'Ucraina orientale come pure le minacce della Russia riguardanti il ricorso alle armi nucleari. Le relazioni con l'Ucraina sono state ulteriormente intensificate, sia con la URC2022 tenutasi a Lugano nel mese di luglio (n. 3.2) sia con la visita del presidente della Confederazione a Kiev nel mese di ottobre.

A marzo il presidente della Confederazione ha incontrato in Moldova la presidente Maia Sandu e la prima ministra Natalia Gavrilia. Al rientro dal suo viaggio in Ucraina, ha incontrato la presidente Sandu una seconda volta nel mese di ottobre a Chiinu. A febbraio la diplomazia svizzera è riuscita a ottenere la liberazione di Natalia Hersche, attivista con doppio passaporto svizzero e bielorusso incarcerata in Bielorussia dall'estate del 2020.

In Asia centrale, nell'anno in rassegna la situazione è rimasta instabile. Vari Paesi sono stati teatro di disordini ed episodi di violenza che hanno causato dei morti. Le tensioni tra l'Azerbaigian e l'Armenia perdurano e contribuiscono a fragilizzare la situazione della sicurezza nel Caucaso meridionale. Il dialogo facilitato da attori regionali e internazionali prosegue comunque, e a Ginevra si è tenuto un incontro a livello di ministri degli esteri. L'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina porta a un
ulteriore esercizio di equilibrismo geostrategico da parte dei Paesi dell'Asia centrale e del Caucaso meridionale che hanno forti legami economici con la Russia. La salvaguardia della loro libertà d'azione e della loro stabilità presenta un interesse anche per la Svizzera. Il nostro Paese continua a impegnarsi in favore di riforme a livello di economia e società e sostiene la realizzazione di misure nel settore dei cambiamenti climatici e della diplomazia dell'acqua («Blue Peace»). Con l'Uzbekistan è stato firmato nel mese di agosto un accordo che disciplina la restituzione di

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beni patrimoniali definitivamente confiscati nell'ambito dei procedimenti penali riguardanti Gulnara Karimova (n. 10.6).

Sullo sfondo della guerra in Ucraina, la Svizzera ha dedicato una maggiore attenzione al proprio impegno a lungo termine nei Balcani occidentali. Con la visita della segretaria di Stato del DFAE in Serbia e in Kosovo, il nostro Paese ha sottolineato il suo sostegno al processo di normalizzazione in corso tra i due Paesi. L'invio di un diplomatico presso l'Ufficio dell'Alto rappresentante per la Bosnia e Erzegovina e di contingenti militari a sostegno delle missioni EUFOR e KFOR rappresentano un importante contributo della Svizzera alla pace e alla sicurezza nella regione.

Nell'ambito di un dialogo critico e costruttivo con la Turchia, la Svizzera esorta regolarmente quest'ultima a tener fede agli obblighi assunti in virtù del diritto internazionale, in particolare nel campo dei diritti umani. A ottobre la segretaria di Stato del DFAE ha ricevuto a Berna il suo omologo turco per una serie di consultazioni politiche.

9.2

Americhe

L'anno in rassegna è stato segnato dalle conseguenze della pandemia di COVID-19, che ha messo in luce la fragilità delle società del doppio continente americano, dove la rapida ripresa economica registrata in Canada e negli USA ha rappresentato un'eccezione. L'inflazione e la carenza di fertilizzanti, prodotti agricoli e carburanti hanno invece colpito tutti i Paesi della regione delle Americhe. Nelle regioni meridionali, molte persone hanno cercato di compensare con una maggiore mobilità sia la mancanza di sicurezza e di prospettive economiche sia i rischi climatici, spostandosi principalmente verso gli USA. Queste dinamiche si riflettono nella politica: eleggendo il presidente di sinistra Gustavo Petro nel mese di giugno, la Colombia ha realizzato uno storico cambio di potere; i Governi di Ecuador e Perù sono stati segnati dall'instabilità; in Guatemala, a El Salvador, a Cuba e in Nicaragua si sono rafforzate le tendenze autoritarie, mentre ad Haiti la situazione è peggiorata drasticamente, sia sul piano della politica sociale sia a livello di sicurezza.

L'impegno della Svizzera nella regione è in linea con gli obiettivi definiti dalla Strategia Americhe 2022­2025 adottata a febbraio dal Consiglio federale. Gli USA, in quanto potenza mondiale e Paese prioritario a livello globale, svolgono un ruolo determinante nell'attuazione della SPE 2020­2023. Nel 2021 sono diventati il principale Paese di destinazione delle esportazioni svizzere e per il nostro Paese sono un partner importante in vari settori. La realizzazione degli obiettivi e delle misure definiti dalla Strategia Americhe è stata notevolmente agevolata da una serie di incontri ad alto livello. Il dialogo di partenariato strategico tra Svizzera e USA, svoltosi nel mese di settembre per la seconda volta, rappresenta per il nostro Paese un canale importante per la promozione della cooperazione bilaterale e del commercio internazionale. Il Canada è, in ordine di importanza, il secondo partner commerciale della Svizzera nel doppio continente americano. Lo Swiss Canadian Cleantech Innovation Summit, tenutosi a marzo, è stato dedicato alla ricerca, all'innovazione e alla sostenibilità in quanto opportunità per approfondire lo scambio bilaterale.

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Nella regione America latina e Caraibi, la cooperazione bilaterale allo sviluppo portata avanti dalla DSC cesserà gradualmente entro il 2024. Il relativo processo è proseguito nell'anno in rassegna. Nel 2022 la Svizzera ha fornito aiuto umanitario in questa regione, per esempio per la gestione di crisi sanitarie (p. es. in Venezuela) o di catastrofi naturali (p. es. ad Haiti). Nell'ambito del dialogo sui diritti umani con il Messico e il Brasile (n. 4.4) e della partecipazione a missioni di osservazione elettorale in Colombia, Perù e Brasile (n. 4.1), la Svizzera si è impegnata per promuovere lo Stato di diritto, il buongoverno e i diritti umani.

9.3

Medio Oriente e Africa del Nord

Nell'anno in esame la Svizzera ha continuato ad attuare la sua strategia per il Medio Oriente e l'Africa del Nord (Strategia MENA 2021-2024). In seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, ha intensificato i suoi contatti con i Paesi del Golfo su temi quali l'economia e le finanze, l'approvvigionamento energetico, la sostenibilità e l'innovazione. Emirati Arabi Uniti (EAU): nel mese di marzo il capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF) si è recato in visita all'Expo di Dubai per portare avanti il dialogo finanziario. A metà agosto il presidente della Confederazione ha ricevuto in Ticino il ministro degli esteri degli EAU, mentre a inizio novembre ha partecipato al Sir Bani Yas Forum sulla sicurezza ad Abu Dhabi, dove ha firmato un protocollo di modifica della convenzione per evitare le doppie imposizioni tra Svizzera ed EAU.

Qatar: a settembre, dopo aver firmato nel mese di marzo un pertinente memorandum d'intesa con il ministro delle finanze qatariano, il capo del DFF ha condotto il primo dialogo finanziario ed economico con questo Paese. Arabia Saudita: a fine marzo il ministro del turismo saudita ha fatto visita al capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) a Berna. A fine maggio, ai margini del Forum economico mondiale (WEF), si è tenuto un dialogo sugli investimenti diretto dal capo del DEFR e dal ministro degli investimenti saudita. A fine novembre il capo del DFF ha fatto visita al suo omologo a Riad.

La Svizzera si è adoperata anche in favore della pace, dei diritti umani e della lotta contro l'impunità, portando avanti il suo impegno in campo umanitario. Il nostro Paese ha continuato anche a sostenere i processi politici dell'ONU per la Libia e la Siria (n. 4.1). Dopo la morte di Mahsa Amini, e in seguito alle persistenti proteste, la Svizzera ha condannato a più riprese e ai massimi livelli le violazioni dei diritti umani in Iran. Tra queste figurano l'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza, le severe limitazioni dell'accesso a Internet e le esecuzioni nel contesto delle proteste. Nell'adozione delle sanzioni si tiene conto di tutti gli interessi, compresi i buoni uffici della Svizzera, come pure di riflessioni riguardanti la politica di sicurezza.

La Svizzera sostiene da anni tutte le sanzioni dell'ONU contro
l'Iran nonché la maggior parte delle sanzioni dell'UE. Recentemente ha anche adottato le sanzioni dell'UE in relazione alla consegna di droni iraniani alla Russia. In occasione dell'incontro a Berna a inizio marzo con il ministro degli esteri palestinese e della visita presidenziale del presidente israeliano a fine agosto, il presidente della Confederazione ha sottolineato la necessità di prospettive politiche in Medio Oriente, fondate sulla «soluzione dei due Stati» e sul diritto internazionale. Di fronte al presidente tunisino, e a margine del Vertice della Francofonia tenutosi a Djerba (n. 9.4), il presidente della 42 / 106

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Confederazione ha sottolineato quanto sia importante rafforzare i processi democratici nel Paese nordafricano. Nel contesto della guerra in Siria, anche nel 2022 la Svizzera ha fornito aiuti umanitari per 60 milioni di franchi ai Paesi colpiti. A metà marzo, nell'ambito di una conferenza di Paesi donatori tenutasi a Ginevra, ha mobilitato insieme alla Svezia e all'ONU un importo pari a 1,6 miliardi di dollari USA in favore della popolazione bisognosa nello Yemen. Il nostro Paese vi ha contribuito con 14,5 milioni di franchi e ha sostenuto con un importo di 300 000 franchi l'operazione di soccorso dell'ONU per il recupero della petroliera FSO Safer, che rischiava di spezzarsi al largo delle coste yemenite. Le relazioni con l'Iraq si sono intensificate nel campo della politica migratoria.

9.4

Africa subsahariana e Francofonia

Nell'anno in rassegna l'attenzione si è concentrata sull'attuazione della Strategia Africa subsahariana 2021­2024. I posti di inviato speciale previsti dalla strategia, uno per il Sahel e l'altro per il Grande Corno d'Africa, sono stati assegnati. I due inviati speciali hanno iniziato la loro attività. Il processo riguardante l'apertura di un'ambasciata a Bamako è stato sospeso a causa della situazione a livello di politica di sicurezza in Mali. In vista del possibile rafforzamento della presenza diplomatica in Ruanda, la Svizzera ha elaborato un piano per l'intensificazione delle relazioni bilaterali.

Il continente africano deve tuttora far fronte ad ardue sfide, tra cui la fragilità e l'instabilità della politica, la povertà, i conflitti, i cambiamenti climatici, le crisi umanitarie, le violazioni dei diritti umani e le conseguenze socioeconomiche della pandemia di COVID-19. La situazione, in particolare nel campo della sicurezza alimentare, si è ulteriormente aggravata a causa della guerra in Ucraina, le cui conseguenze si manifestano soprattutto con un aumento dei prezzi dei vettori energetici e delle derrate alimentari di base nonché con un crescente indebitamento statale. Nell'anno in rassegna l'impegno del nostro Paese nel settore della CI è quindi rimasto elevato. Inoltre, l'aiuto umanitario della Svizzera si è attivato per rispondere a diverse crisi, per esempio alle carestie che hanno colpito il Corno d'Africa, il Sahel e il Madagascar. Nella Repubblica centrafricana il nostro Paese ha aperto, per ora temporaneamente per quattro anni, un ufficio umanitario a Bangui.

La guerra in Ucraina ha ulteriormente intensificato il braccio di ferro geopolitico sull'Africa. Gli USA, l'UE, ma anche la Russia e la Cina, hanno moltiplicato le loro visite diplomatiche. Anche la Svizzera ha ulteriormente rafforzato le proprie relazioni con l'Africa subsahariana, non solo con visite ad alto livello ma anche con la conclusione di accordi settoriali. A febbraio il presidente della Confederazione si è recato in visita ufficiale nel Niger, insieme alla presidente del Consiglio nazionale Irène Kälin e al presidente del CICR Peter Maurer. A maggio ha ricevuto Uhuru Kenyatta, allora presidente del Kenia, in visita ufficiale a Berna. In tale contesto è stata inaugurata anche la nuova Ambasciata del Kenia a Berna
ed è stata firmata una dichiarazione d'intenti sulla cooperazione bilaterale. A luglio il capo del DEFR si è recato in visita in Sudafrica con una delegazione di rappresentanti dell'economia e degli ambienti scientifici. A marzo il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha 43 / 106

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ricevuto a Berna il ministro degli esteri di Cabo Verde Rui Alberto de Figueiredo Soares per la firma di due accordi in materia di migrazione. Infine, a novembre il presidente della Confederazione ha partecipato a Djerba al 18o Vertice della Francofonia.

9.5

Asia e Pacifico

Le conseguenze della guerra in Ucraina si sono fatte sentire anche nella regione Asia e Pacifico. Nell'anno in rassegna, l'aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell'energia ha provocato un peggioramento in parte grave della situazione sul fronte dell'approvvigionamento. In Sri Lanka questo sviluppo ha scatenato proteste di massa che sono sfociate nelle dimissioni del presidente e del Governo. Anche altrove, le conseguenze economiche della guerra in Ucraina hanno acuito problemi strutturali già esistenti. Il Pakistan, per esempio, ha dovuto ricorrere a crediti di aiuto del Fondo monetario internazionale (FMI). Al tempo stesso, la Cina non si è ripresa come si sperava dalla pandemia di COVID-19: il mantenimento di misure di protezione in parte incisive nell'ambito della strategia «zero COVID» ha gravemente compromesso la crescita.

In agosto sono aumentate le tensioni intorno a Taiwan. La visita dell'allora speaker della Camera dei rappresentanti statunitense Nancy Pelosi sull'isola è stata aspramente criticata dalla Cina. A tale proposito, il Governo di Pechino ha dichiarato di essere pronto a difendere i propri interessi, anche con esercitazioni militari senza precedenti. I rapporti tra la Cina e gli USA, già segnati dalle divergenze sorte riguardo alla guerra in Ucraina, si sono ulteriormente raffreddati. La Svizzera ha adottato una serie di misure per prepararsi a un'eventuale escalation della situazione a Taiwan.

In questo contesto di tensioni, nell'anno in rassegna il nostro Paese ha cercato di tenere aperto il dialogo e di intensificare le sue relazioni con la regione Asia e Pacifico, in particolare con il Giappone: ad aprile il presidente della Confederazione, accompagnato da una delegazione di rappresentanti di alto livello dell'economia e degli ambienti scientifici, si è recato in visita in questo Paese, terza economia mondiale. Inoltre, il capo del DFF si è recato in India nel mese di agosto e il capo del DEFR nel mese di ottobre. Quest'ultima visita è stata incentrata sulla cooperazione economica e scientifica. Con l'Australia, il Bhutan, l'India, il Laos, il Nepal e Singapore è stato portato avanti il dialogo politico. L'attuazione della Strategia Cina 2021­2024, adottata dal Consiglio federale nel 2021, ha fatto passi avanti, concentrandosi in particolare sul coinvolgimento dei
Cantoni, delle città e dei Comuni nella politica della Svizzera nei confronti della Cina. Sono proseguiti anche gli sforzi di pace nella regione, per esempio in Myanmar o in Sri Lanka, dove la Svizzera ha promosso il dialogo tra membri del Parlamento per trovare una soluzione alla crisi politica. La Svizzera ha anche fornito aiuto umanitario in Sri Lanka e in Pakistan.

Nell'ambito del suo impegno in favore della popolazione in Afghanistan, la Svizzera ha contribuito alla creazione di una fondazione a Ginevra. La nuova fondazione gestisce parte dei fondi della Banca centrale dell'Afghanistan precedentemente bloccati negli USA e investirà questi fondi per promuovere la stabilità economica in Afghanistan. La Svizzera è anche membro del consiglio di fondazione.

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Aprendo un'ambasciata a Berna, l'Australia ha sottolineato l'importanza che attribuisce alle relazioni bilaterali con la Svizzera. Ora tutti i Paesi del G20 possiedono un'ambasciata a Berna.

10

Multilateralismo

10.1

ONU

Anche nell'anno in rassegna, l'operato dell'ONU è stato segnato dalla crisi dovuta alla pandemia di COVID-19, che ha portato in particolare a un nuovo rinvio di alcuni incontri che erano già stati rimandati. La pandemia e la sua gestione hanno continuato a essere oggetto di molteplici discussioni. Pur concordando sui principi di solidarietà e di cooperazione internazionale nella lotta contro la pandemia, i Paesi membri dell'ONU sono profondamente divisi su una serie di questioni riguardanti le misure concrete da adottare per migliorare l'accesso ai vaccini per tutti, la tutela dei brevetti o l'indebitamento degli Stati dovuto alla pandemia.

L'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina, su cui si è fortemente concentrata l'attenzione dell'ONU, influenza in maniera determinante la cooperazione multilaterale. Anche in questo contesto, la Svizzera si è impegnata per la gestione delle molteplici conseguenze del conflitto armato, sia in Ucraina che in altri Stati. Il nostro Paese si è adoperato per consentire all'ONU di continuare a svolgere il suo ruolo di piattaforma di dialogo universale per la discussione dei problemi e delle sfide globali. In questo ambito, la Svizzera ha puntato sulla cooperazione con i cosiddetti Stati affini ma, ove possibile e appropriato, ha anche cercato di coinvolgere altri Paesi. Inoltre, si è impegnata in favore del rafforzamento delle agenzie dell'ONU che operano sul campo. In numerosi Paesi, infatti, queste ultime devono affrontare sfide supplementari, in particolare a causa della situazione precaria sul fronte dell'approvvigionamento di derrate alimentari.

Nell'ambito della guerra in Ucraina la maggior parte delle agenzie e degli organismi del sistema onusiano ha svolto la propria funzione rapidamente e conformemente al proprio mandato. Il Consiglio di sicurezza dell'ONU, con le sue frequenti riunioni, ha reagito agli sviluppi della guerra, ma a causa del diritto di veto della Russia non è riuscito a prendere decisioni sostanziali. Non si è comunque assistito a una paralisi generale delle attività del Consiglio: le riunioni si sono tenute come da programma e sono state prese diverse decisioni (p. es. la proroga delle missioni di pace dell'ONU).

La Svizzera ha anche sostenuto l'iniziativa sul diritto di veto promossa dal Liechtenstein insieme a un
gruppo di Stati membri provenienti da tutti i gruppi regionali. La relativa risoluzione, adottata ad aprile, istituisce un mandato permanente per la convocazione automatica dell'Assemblea generale dell'ONU nel caso in cui venga esercitato il veto in seno al Consiglio di sicurezza. Nell'anno in rassegna, tale convocazione automatica ha avuto luogo due volte. Per l'attuazione del rapporto «La Nostra Agenda Comune», presentato nel 2021 dal segretario generale dell'ONU, nel 2022 sono stati avviati vari processi, tra cui quello per un «Global Digital Compact» e per una dichiarazione sulle generazioni future. In settembre si è inoltre tenuto a New York un vertice sulla trasformazione dell'istruzione.

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Oltre all'elezione in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU (n. 4.3), la Svizzera ha riscosso anche altri successi elettorali. A giugno, due esperti svizzeri sono stati riconfermati per un secondo mandato nelle rispettive funzioni: Philip Jaffé in seno al Comitato ONU per i diritti del fanciullo e Markus Schefer in seno al Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità. Infine, a ottobre il nostro Paese è stato eletto per un ulteriore mandato in seno al Consiglio dell'UIT.

10.2

Ginevra internazionale e Stato ospite

L'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina ha impegnato le varie istituzioni della Ginevra internazionale sin dallo scoppio del conflitto. La condanna dell'aggressione, soprattutto da parte delle delegazioni dei Paesi occidentali, è stata seguita da proposte per la sospensione o addirittura l'esclusione della Russia dai processi multilaterali. Nondimeno, le organizzazioni internazionali hanno dato prova di flessibilità e capacità di resistenza e sono riuscite sostanzialmente a continuare il loro lavoro nonostante la crescente polarizzazione. Nell'anno in rassegna, le conferenze internazionali in forma ibrida e virtuale hanno acquisito un'importanza sempre maggiore. Su questo fronte la Svizzera ha portato avanti i propri sforzi per identificare le esigenze degli attori internazionali e per gettare ponti tra i partner. A giugno l'Assemblea federale ha approvato la modifica della legge sullo Stato ospite per tenere conto della situazione particolare del CICR in materia di previdenza professionale. La modifica è entrata in vigore il 1° novembre 2022. L'Assemblea federale ha approvato anche la concessione di un prestito all'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) per il finanziamento di studi preliminari in vista della demolizione e della ricostruzione dello stabile in cui ha sede l'Organizzazione a Ginevra. Nell'anno in rassegna, con il sostegno della Svizzera, si sono insediati a Ginevra due nuovi servizi internazionali: «Giga», un'iniziativa congiunta dell'UIT e dell'UNICEF (n. 7.1, 7.4), e lo United Nations University Centre for Policy Research. A maggio, Samoa è stato il 178o Paese ad aprire una missione permanente a Ginevra. Tra gli eventi più importanti dell'anno in rassegna si contano anche i festeggiamenti per il 20° anniversario dell'adesione della Svizzera all'ONU, con l'inaugurazione, in settembre, del modello in miniatura del Palazzo delle Nazioni di Ginevra alla Swissminiatur, alla presenza del presidente della Confederazione e della direttrice generale dell'Ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra (UNOG), Tatiana Valovaya, e, in ottobre, il secondo vertice della Fondazione GESDA (n. 7.5). Inoltre, la Svizzera è stata ospite in diversi incontri nell'ambito dei processi di pace dell'ONU per la Libia e la Siria (n. 4.1, 9.3). A causa delle tensioni che caratterizzano la situazione geopolitica internazionale, lo svolgimento di alcuni di questi processi è diventato più incerto.

10.3

OSCE e Consiglio d'Europa

Nell'anno in rassegna l'attività dell'OSCE è stata contrassegnata soprattutto dall'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina. Il conflitto ha fortemente limitato il lavoro dell'OSCE, in particolare nella ricerca del consenso. Nelle proprie prese di posizione, la Svizzera ha regolarmente condannato l'aggressione militare 46 / 106

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della Russia e chiesto il ritiro delle sue truppe nonché il rispetto del diritto internazionale, e in particolare del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. A causa del mancato assenso della Russia, l'OSCE ha dovuto chiudere tutte le sue missioni in Ucraina. È comunque l'unica possibile piattaforma rimasta per il dialogo tra Est e Ovest.

L'OSCE ha per esempio pubblicato due rapporti di esperti su alcune gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani commesse in Ucraina e un rapporto sulla situazione dei diritti umani in Russia. Grazie al lavoro svolto sotto la presidenza polacca, si sono tenute importanti conferenze e in Ucraina è stato possibile garantire l'apertura di un ufficio OSCE con fondi extra-bilancio. Le missioni OSCE sul campo hanno continuato a fornire un importante contributo alla gestione dei conflitti nei Balcani occidentali, nel Caucaso meridionale e nell'Asia centrale. Nell'ambito dell'attuazione del piano d'azione OSCE 2022­2025 della Svizzera, pubblicato nel mese di gennaio, si è dovuto tenere conto del mutato contesto a seguito della guerra in Ucraina. Per la Svizzera, l'OSCE continua a svolgere un ruolo importante come attore nel campo della sicurezza regionale e come preziosa piattaforma per un dialogo inclusivo.

Nell'anno in rassegna, l'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina ha inciso anche sul lavoro del Consiglio d'Europa. Il 16 marzo 2022, la Federazione russa è stata esclusa dall'Organizzazione (n. 3.1). I contraccolpi politici, giuridici e budgetari di questa esclusione hanno dominato i colloqui della riunione ministeriale tenutasi a maggio sotto la presidenza italiana. Le successive presidenze, irlandese e islandese, si sono occupate del futuro del Consiglio d'Europa. Nel novembre del 2022 il Comitato dei Ministri ha deciso di organizzare nel maggio 2023 un Vertice dei Capi di Stato e di Governo, il quarto nella storia dell'Organizzazione. In ottobre, nel suo discorso all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, il presidente della Confederazione ha ribadito l'impegno della Svizzera a favore dei valori su cui poggia l'Organizzazione.

10.4

OCSE, istituzioni di Bretton Woods e banche di sviluppo

La riunione ministeriale dell'OCSE è stata dedicata in particolare al tema della sostenibilità e alle sfide per i giovani. Nella discussione sul commercio e sulla sostenibilità, la Svizzera ha ricordato ancora una volta che, per raggiungere gli obiettivi climatici, l'economia deve essere parte della soluzione. Inoltre, il nostro Paese contribuisce alla discussione sugli investimenti esteri. L'Agenda 2030 è stata anche al centro del dialogo con l'UA e dell'approvazione delle tappe relative all'adesione della Bulgaria, del Brasile, della Croazia, del Perù e della Romania.

Il 3 e il 4 novembre 2022 i ministri dell'agricoltura dell'OCSE e alcuni importanti partner si sono incontrati per discutere dello sviluppo di sistemi agroalimentari sostenibili. Nella loro dichiarazione, i ministri hanno definito misure di politica economica volte a garantire a lungo termine la sicurezza alimentare, un'alimentazione sufficiente e i mezzi di sostentamento per i contadini nonché la sostenibilità. Queste linee guida

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coincidono con quelle tracciate dal Consiglio federale nel suo rapporto sul futuro orientamento della politica agricola svizzera.

Il Consiglio federale ha deciso di creare la base costituzionale per l'attuazione dell'imposta minima concordata dall'OCSE e dagli Stati membri del G20. Su questa base, potrà essere adottata un'ordinanza temporanea che consentirà di porre in vigore l'imposta minima il 1° gennaio 2024. La legge sarà poi adottata seguendo la procedura ordinaria. L'OCSE intende avviare il dialogo sulle misure introdotte a livello nazionale per la riduzione delle emissioni di CO2 (incluso il prezzo del CO2). A tal fine, a giugno ha costituito l'Inclusive Forum on Carbon Mitigation Approaches, invitando oltre 110 altri Stati ad aderire a questa piattaforma. La Svizzera plaude a questa iniziativa.

Le istituzioni di Bretton Woods e le banche regionali di sviluppo hanno reagito prontamente alle conseguenze della guerra in Ucraina. Per l'anno in rassegna il solo Gruppo della Banca Mondiale aveva prospettato investimenti per un importo fino a 170 miliardi di dollari USA. Oltre al sostegno all'Ucraina, i temi cruciali sono la crisi alimentare globale, le conseguenze sociali ed economiche della pandemia di COVID-19, la crescente fragilità e i conflitti nonché il sempre più grave problema del debito e i cambiamenti climatici.

In seno alle banche di sviluppo, la Svizzera continua a impegnarsi per un orientamento al risultato, per partenariati efficaci, per l'adozione di standard ambientali e sociali elevati e per un'impostazione ispirata all'Agenda 2030. A luglio, il gruppo di voto della Svizzera in seno alle istituzioni di Bretton Woods ha celebrato il 30° anniversario della sua esistenza. Inoltre, nel 2022 la Svizzera ha assunto la presidenza del proprio gruppo di voto in seno al Consiglio esecutivo della Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture.

10.5

G20

Nell'anno in rassegna, sotto la presidenza indonesiana del G20, la Svizzera ha di nuovo partecipato al «Finance Track» e ad alcune parti dello «Sherpa Track» in seno ai gruppi di lavoro «Anticorruzione», «Salute», «Commercio e investimenti» e «Industria». Il «Finance Track» è stato incentrato sul notevole aumento dei tassi di inflazione, sulle difficoltà nelle forniture e sulla sicurezza alimentare. Per finanziare la risposta alla pandemia è stato creato un nuovo fondo multilaterale presso la Banca Mondiale, al quale contribuisce anche la Svizzera. Si è inoltre discusso di fiscalità internazionale e del tema della «Sustainable Finance», con particolare attenzione alla questione del finanziamento della transizione e delle infrastrutture. Nel gruppo di lavoro «Anticorruzione» dello «Sherpa Track», la Svizzera si è impegnata nella discussione sul ruolo dei revisori contabili e sulle piattaforme elettroniche per il whistleblowing.

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10.6

Diritto internazionale

Da un lato, l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina può essere interpretata come espressione dell'erosione che caratterizza l'ordinamento del diritto internazionale; dall'altro, la condanna di questa grave violazione del divieto dell'uso della forza e le sanzioni adottate evidenziano che simili violazioni del diritto internazionale non vengono accettate senza reagire. Traspare dunque anche un impegno molto articolato a favore del rispetto delle norme fondamentali del diritto internazionale.

Insieme agli organi parlamentari competenti, sono state ulteriormente chiarite le procedure di partecipazione dell'Assemblea federale agli strumenti di soft law. Nell'anno in rassegna la Svizzera ha sollevato il tema della gestione della soft law anche sul piano internazionale, nel contesto dell'ONU. A maggio, due delegazioni del Consiglio d'Europa si sono recate in Svizzera per informarsi in merito all'attuazione della Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali e della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Gli incontri sono stati incentrati sulla situazione dei gruppi di popolazione svizzeri riconosciuti come minoranze nazionali, sulla politica in materia di lingue e sulle sfide che i Cantoni plurilingui devono affrontare. In seguito all'approvazione della modifica dello Statuto della CPI con cui si considera crimine di guerra l'affamare i civili, decisa all'unanimità dall'Assemblea federale, a settembre il presidente della Confederazione Cassis ha consegnato all'ONU lo strumento di ratifica. La Svizzera ha inviato alla CPI tre ulteriori esperte e ha prolungato l'invio di un investigatore finanziario.

Nell'anno in rassegna la Svizzera ha coordinato l'elaborazione di una dichiarazione congiunta in seno all'OEWG sulla cibersicurezza nella quale viene ribadita l'applicazione del diritto internazionale umanitario nelle operazioni cyber durante i conflitti armati. Il nostro Paese ha invitato gli Stati a discutere di questo tema. Per quanto riguarda le armi autonome, la Svizzera ha precisato la propria posizione per impedire e disciplinare determinati sviluppi che potrebbero sfociare in violazioni del diritto internazionale umanitario. Nel contesto delle misure di lotta al terrorismo e delle sanzioni, la Svizzera si adopera affinché siano previste eccezioni che
permettano alle organizzazioni umanitarie (e in particolare al CICR e all'ONU) di continuare il loro lavoro come previsto dal diritto internazionale umanitario e di assistere senza distinzioni la popolazione civile e le persone fuori combattimento. A settembre il nostro Paese ha terminato il proprio mandato di co-presidente del gruppo di lavoro «Giustizia penale e Stato di diritto» del Forum globale dell'antiterrorismo (GCTF), che esercitava dal 2017. Il suo impegno in favore di raccomandazioni per il diritto penale dei minori, l'assunzione di prove, le misure amministrative e il perseguimento penale in relazione al terrorismo è stato riconosciuto.

Il 16 agosto 2022 la Svizzera e l'Uzbekistan hanno firmato un accordo sulla restituzione di beni patrimoniali confiscati definitivamente nell'ambito del procedimento penale relativo a Gulnara Karimova (n. 9.1)35. I beni confiscati, pari a circa 131 milioni di dollari USA, andranno a beneficio della popolazione uzbeka per mezzo di un fondo fiduciario dell'ONU.

35

Cfr. www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Restituzione di averi di provenienza illecita: la Svizzera e l'Uzbekistan firmano un accordo.

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11

Risorse

11.1

Rete esterna e personale

La rete esterna è un importante strumento per la difesa degli interessi della Svizzera e della SPE 2020­2023. Nella fase iniziale della guerra in Ucraina, l'Ambasciata di Svizzera a Kiev è stata temporaneamente chiusa. In questo contesto è stato garantito l'appoggio alla rappresentanza soprattutto nei settori del personale, della logistica, delle finanze e dell'informatica. Nell'anno in rassegna la Svizzera ha anche aperto una rappresentanza a Roma presso la Santa Sede (n. 8.2). La temporanea chiusura della rappresentanza a Kabul, evacuata nel 2021 in seguito all'ascesa al potere dei Talebani, è stata mantenuta.

Nel 2022 è proseguito l'ulteriore sviluppo della rete esterna. Nel quadro dei progetti «Riequilibrio» e «Fit for purpose» e in vista dell'imminente seggio non permanente della Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU, ulteriori servizi sono stati trasferiti dalla Centrale alla rete esterna. Il progetto «Riequilibrio», lanciato nel 2020 e finalizzato a rafforzare soprattutto le rappresentanze più piccole, le rappresentanze in contesti fragili e i servizi consolari, si è concluso con successo.

Nel contesto della pandemia di COVID-19, tutte le rappresentanze hanno avuto la possibilità di ordinare vaccini di richiamo. Più di 30 rappresentanze hanno usufruito di questa opportunità. Infine, il DFAE ha adottato un piano d'azione per le pari opportunità sul posto di lavoro, il quale definisce campi d'azione, obiettivi e misure fino al 2028.

11.2

Gestione delle crisi e sicurezza

Con il moltiplicarsi delle crisi complesse e degli incidenti rilevanti per la sicurezza all'estero, il DFAE ha dovuto affrontare anche nel 2022 diverse sfide a livello di gestione della sicurezza e delle crisi, per esempio in Ucraina, nella regione del Sahel, ad Haiti o in Sri Lanka. Il Centro di gestione delle crisi del DFAE (KMZ) ha fornito consulenza e supporto alla rete esterna in relazione a disordini politici, guerre, catastrofi naturali, attacchi terroristici e rapimenti, e ha coordinato la collaborazione a livello dipartimentale e interdipartimentale. La guerra in Ucraina (n. 3.4) ha avuto ripercussioni particolarmente importanti sulla gestione della sicurezza e delle crisi. In questo contesto le strutture, i processi e gli strumenti definiti dal KMZ si sono dimostrati efficaci.

Dopo la crisi dovuta alla pandemia di COVID-19, la popolazione svizzera ha ricominciato a viaggiare spesso e, di conseguenza, a consultare i Consigli di viaggio del DFAE per informarsi sulla situazione della sicurezza all'estero. Nell'anno in rassegna il DFAE ha ulteriormente ottimizzato e professionalizzato il suo servizio di gestione della sicurezza e delle crisi: gli strumenti di anticipazione e di monitoraggio della situazione sono stati rafforzati, la condotta delle operazioni (p. es. in caso di evacuazione o di chiusura temporanea di una rappresentanza) è stata migliorata e la rete dei consulenti regionali per la sicurezza all'estero è stata potenziata. Inoltre, nel campo della digitalizzazione, è stata avviata in tutta la rete esterna la prima fase 50 / 106

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dell'introduzione della piattaforma digitale interattiva KMZdigital. La nuova piattaforma consentirà alle rappresentanze di semplificare la gestione della sicurezza e garantirà una collaborazione più efficiente tra la Centrale e la rete esterna nella preparazione alle crisi e nella loro gestione.

11.3

Servizi consolari

Oltre all'assistenza fornita ai cittadini svizzeri all'estero, nell'anno in rassegna i servizi consolari si sono concentrati soprattutto sulla guerra in Ucraina. Nella regione interessata essi sono stati sempre garantiti tempestivamente. Il trasferimento rapido e temporaneo della competenza consolare per l'Ucraina alla rappresentanza svizzera a Bucarest e l'introduzione di forme di lavoro ibride hanno dato buoni risultati.

Nel 2022 il settore dei visti ha registrato forti oscillazioni regionali e un aumento delle domande di rilascio di visti umanitari. Per queste ragioni le rappresentanze all'estero e i fornitori di servizi esterni che collaborano al rilascio dei visti hanno dovuto affrontare importanti sfide. A causa della guerra in Ucraina, per esempio, alcune sedi non hanno registrato una normalizzazione sul fronte delle domande di visti, nonostante l'andamento favorevole della pandemia, mentre altre hanno dovuto far fronte a un'impennata straordinaria delle domande. In alcune regioni, i fornitori di servizi esterni e le sezioni «visti» delle rappresentanze svizzere all'estero hanno continuato ad avere problemi di risorse. Anche le attività di molti consolati di altri Stati Schengen sono ancora fortemente ridotte, il che aumenta ulteriormente la pressione sulle sezioni «visti» dei consolati svizzeri («shopping dei visti»). Di conseguenza, in diversi luoghi i tempi di attesa previsti dalla legge per gli appuntamenti non sono sempre stati rispettati, poiché contemporaneamente era necessario adempiere anche le disposizioni legali relative all'esecuzione dei compiti. Queste difficoltà si sono manifestate in particolare in rappresentanze come quelle di Teheran, Islamabad e Istanbul, che hanno dovuto gestire anche un grande numero di domande di rilascio di visti umanitari nel contesto della situazione in Afghanistan. Nonostante le misure adottate dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) e dal DFAE, la situazione in questo settore rimane difficile.

Nell'anno in rassegna il DFAE si è impegnato ulteriormente per migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi consolari. Per esempio, ha lanciato l'applicazione «SwissInTouch» per la comunità degli Svizzeri all'estero, portato avanti il progetto «Aging Abroad» e pubblicizzato lo sportello online come strumento moderno e di vicinanza al cittadino. Inoltre, ha sensibilizzato la comunità degli Svizzeri all'estero al tema della responsabilità individuale, sancita nella legge sugli Svizzeri all'estero.

11.4

Comprensione della politica estera in Svizzera

Nell'anno in rassegna, la guerra in Ucraina ha generato un importante fabbisogno di informazione in Svizzera, che ha fortemente impegnato Comunicazione DFAE. Oltre alle decisioni del Consiglio federale, la comunicazione ha riguardato in special modo la URC2022 e il rapporto tra le sanzioni e la neutralità (n. 3). Altre questioni prioritarie 51 / 106

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sono state le attività del capo del DFAE nell'ambito dell'anno presidenziale, la candidatura e l'elezione della Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU, le relazioni della Svizzera con l'UE e i suoi Stati membri e la CI. Per la comunicazione sono stati utilizzati diversi canali, al fine di rendere accessibili le informazioni in modo adeguato ai destinatari.

11.5

Comunicazione internazionale all'estero

La comunicazione internazionale promuove la percezione e la comprensione della Svizzera all'estero e contribuisce all'efficacia della politica estera. Nel 2022, il compito principale è stato quello di analizzare la percezione della Svizzera e della sua neutralità nel contesto della guerra in Ucraina e di spiegare la sua posizione. Il bilancio della partecipazione all'Expo di Dubai, durata da ottobre 2021 a marzo 2022, si è rivelato positivo. Il Padiglione svizzero ha attirato 1,7 milioni di visitatori ed è stato uno dei più riusciti e frequentati dell'esposizione. L'innovazione e la sostenibilità erano i temi principali del padiglione, il quale ha dato occasione agli attori della politica, dell'economia e della società di coltivare i rapporti con partner regionali. Anche nel 2022 la «House of Switzerland» è stata presente al WEF di Davos, offrendo alla Svizzera ­ nel suo ruolo di Paese ospitante ­ una piattaforma di comunicazione e networking. Inoltre, in primavera, il nostro Paese ha mostrato il suo lato innovativo e creativo con una «Pop-up House of Switzerland» a Milano, metropoli del design.

Nell'anno in rassegna sono stati realizzati circa 180 progetti con le rappresentanze svizzere, per esempio una mostra itinerante in Polonia sulle tecnologie «cleantech» svizzere. Spesso questi progetti sono stati realizzati in collaborazione con partner dell'economia, della cultura e della politica. Inoltre, sono stati organizzati 18 viaggi di delegazioni straniere in Svizzera su temi quali la digitalizzazione, la produzione sostenibile e i trasporti. Hanno avuto ancora un ruolo importante anche le piattaforme informative digitali, che sono servite per esempio come elementi delle campagne finance.swiss e swiss.tech per promuovere la piazza finanziaria svizzera nonché la Svizzera come polo di innovazione e tecnologia.

12

Bilancio e prospettive

Il mondo sta diventando meno globale, meno influenzato dalla civiltà occidentale, meno democratico, più frammentato e pericoloso, ed è caratterizzato dalla volatilità.

L'esito della guerra in Ucraina non è prevedibile, ma lascerà il segno ancora per molto tempo influenzando il contesto in cui opera la Svizzera. Inoltre, la crisi economica composita continua a rappresentare una sfida. Né la sicurezza né la prosperità dell'Europa possono essere date per scontate. Di conseguenza, nel 2022 la politica estera è stata contrassegnata dalla gestione delle crisi. Condannando ripetutamente l'aggressione russa e adottando le sanzioni dell'UE, la Svizzera si è schierata inequivocabilmente dalla parte del diritto internazionale. Con la URC2022 organizzata a Lugano, ha lanciato un segnale apprezzato internazionalmente in favore della solidarietà.

Inoltre, nel rapporto complementare al Rapporto sulla politica di sicurezza 2021, il

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Consiglio federale ha illustrato alcune possibilità per estendere la cooperazione in materia di politica di sicurezza con la NATO e con l'UE.

L'attenzione riservata alla guerra in Ucraina e alle sue conseguenze ha reso necessaria una ridefinizione delle priorità e la pianificazione di una serie di rinunce. Ciononostante, nel complesso l'attuazione della SPE 2020­2023 è stata portata avanti in modo soddisfacente. Il Consiglio federale non riuscirà a raggiungere entro la fine di questa legislatura l'obiettivo di disporre di relazioni regolamentate con l'UE. Nel complesso, la vigente normativa fondata sugli accordi bilaterali funziona bene, ma il consolidamento e l'ulteriore sviluppo della via bilaterale rimangono il compito prioritario della politica estera svizzera.

Nel 2023 la Svizzera farà per la prima volta parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Disporrà così di un ulteriore strumento per adoperarsi in favore di un ordine internazionale basato su regole e, più in generale, dei suoi interessi e dei suoi valori. Con questo ruolo impegnativo il nostro Paese sottolinea la sua volontà di assumersi le proprie responsabilità per la pace e la sicurezza e di contribuire a un multilateralismo efficace. Al tempo stesso, il Consiglio federale si dimostra consapevole del fatto che il contesto della politica mondiale può limitare notevolmente i contributi di alto profilo della Svizzera.

Altri temi importanti sono la sicurezza in Europa, la garanzia della prosperità e i cambiamenti climatici. Nel contesto attuale assume grande importanza la promozione della democrazia e dello Stato di diritto, mandato conferito dalla Costituzione federale. Inoltre, il Consiglio federale intende valutare nuovamente la posizione della Svizzera rispetto al Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW). Per quanto riguarda gli strumenti, il Consiglio federale ­ come illustrato nel rapporto complementare al Rapporto sulla politica di sicurezza ­ intende sviluppare ulteriormente le competenze di individuazione tempestiva e anticipazione in materia di politica di sicurezza e svolgere questo compito in maniera ancora più completa e sistematica in collaborazione con diversi organi federali.

Nel corso del secondo semestre del 2023, il Consiglio federale illustrerà in modo approfondito nella sua Strategia di politica
estera 2024-2027 il significato degli sviluppi in atto per la Svizzera e definirà le priorità della politica estera per la prossima legislatura. L'obiettivo deve essere una politica estera mirata e coerente, incentrata sulle aspettative dei cittadini e in grado di difendere agilmente gli interessi della Svizzera nella lunga fase di maggiore incertezza che si profila all'orizzonte.

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Elenco delle abbreviazioni ACNUR

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati

ACT-A

Access to COVID-19 Tools Accelerator (ACT-Accelerator)

AELS

Associazione europea di libero scambio

AIEA

Agenzia internazionale per l'energia atomica

ALS

Accordo di libero scambio

APT

Associazione per la prevenzione della tortura (Association for the Prevention of Torture)

ASEAN

Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (Association of Southeast Asian Nations)

BTWC

Convenzione sulle armi biologiche (Biological Weapons Convention)

CAC

Convenzione sulle armi chimiche

CBAM

Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere UE (Carbon Border Adjustment Mechanism)

CDEP

Comitato dell'OCSE per la politica dell'economia digitale (Committee on Digital Economy Policy)

CFS

Comando delle forze speciali dell'Esercito svizzero

CGIAR

Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale (Consultative Group on International Agricultural Research)

CI

Cooperazione internazionale

CICR

Comitato internazionale della Croce Rossa

CND

Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti (United Nations Commission on Narcotic Drugs)

COVID-19

Malattia da coronavirus 2019

CPE

Commissioni della politica estera del Consiglio degli Stati e del Consiglio nazionale

CPI

Corte penale internazionale

CSA

Corpo svizzero di aiuto umanitario

DATEC

Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni

DDPS

Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport

DEFR

Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca

DFAE

Dipartimento federale degli affari esteri

DFF

Dipartimento federale delle finanze

54 / 106

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DFGP

Dipartimento federale di giustizia e polizia

DFI

Dipartimento federale dell'interno

DOP

Denominazione di origine protetta

DSC

Direzione dello sviluppo e della cooperazione

EASO

Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (European Asylum Support Office)

EGNOS

Servizio europeo di copertura per la navigazione geostazionaria (European Geostationary Navigation Overlay Service)

EPU

Esame periodico universale

ERA

Agenzia dell'Unione europea per le ferrovie (European Union Agency for Railways)

ERI

Educazione, ricerca e innovazione

ERIC

Consorzio per un'infrastruttura europea di ricerca (European Research Infrastructure Consortium)

ETIAS

Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (European Travel Information and Authorisation System)

EUAA

Agenzia dell'Unione europea per l'asilo (European Union Agency for Asylum)

EUFOR

Forza multinazionale dell'Unione europea (European Union Force)

Euratom

Comunità europea dell'energia atomica

Eurodac

Banca di dati biometrici dell'UE (regime di asilo)

Europol

Ufficio europeo di polizia

EUSPA

Agenzia dell'Unione europea per il programma spaziale (European Union Agency for the Space Programme)

FADO

Sistema europeo di archiviazione delle immagini relativo ai documenti falsi e autentici online (False and Authentic Documents Online-System)

FIFA

Federazione internazionale di calcio (Fédération Internationale de Football Association)

FISA

Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (International Fund for Agricultural Development)

FMI

Fondo monetario internazionale

Frontex

Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

G7

Gruppo dei Sette (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, USA)

55 / 106

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G20

Gruppo dei Venti (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Sudafrica, Turchia, Unione europea, USA)

GCTF

Forum globale dell'antiterrorismo (Global Counterterrorism Forum)

GDC

Patto digitale globale (Global Digital Compact)

GEF

Fondo globale per l'ambiente (Global Environment Facility)

GESDA

Geneva Science and Diplomacy Anticipator

GSA

Agenzia del sistema globale di navigazione satellitare europeo (European Global Navigation Satellite Systems Agency)

HDTI

Humanitarian Data and Trust Initiative

HLPF

Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile (High-level Political Forum on Sustainable Development)

IA

Intelligenza artificiale

IGF

Forum sulla governance di Internet (Internet Governance Forum)

IGP

Indicazione geografica protetta

IKUR

Gruppo di coordinamento interdipartimentale per l'Ucraina e la Russia (Interdepartementale Koordinationsgruppe Ukraine/Russland)

IPCC

Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change)

IRENA

Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (International Renewable Energy Agency)

ISAC

Information Sharing and Analysis Center

IT

Tecnologia dell'informazione

ITER

Reattore sperimentale termonucleare internazionale (International Thermonuclear Experimental Reactor)

KFOR

Forza multinazionale per il mantenimento della pace in Kosovo (Kosovo Force)

KMZ

Centro di gestione delle crisi del DFAE

MENA

Medio Oriente e Africa del Nord (Middle East and North Africa)

Mercosur

Mercato comune dell'America meridionale (Mercado Común del Sur)

MoU

Memorandum d'intesa (Memorandum of Understanding)

56 / 106

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MRA

Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità

MTCR

Regime di controllo delle tecnologie missilistiche (Missile Technology Control Regime)

NATO

Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organization)

NCSC

Centro nazionale per la cibersicurezza (National Cyber Security Centre)

OCHA

Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs)

OCSE

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico

OEWG

Open-Ended Working Group

OHCHR

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights)

OIF

Organizzazione internazionale della Francofonia

OIM

Organizzazione internazionale per le migrazioni

OMC

Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organisation)

OMS

Organizzazione mondiale della sanità

ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite

OPAC

Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche

OSA

Organizzazione degli Stati americani

OSCE

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

OSS

Obiettivi di sviluppo sostenibile

PAM

Programma alimentare mondiale (World Food Programme)

PNUS

Programma di sviluppo delle Nazioni Unite

SACU

Unione doganale dell'Africa australe (Southern African Customs Union)

SAEI

Small Advanced Economies Initiative

SCHE-VAL Gruppo di lavoro Valutazione Schengen (Schengen Evaluation Working Party) SEAE

Servizio europeo per l'azione esterna

SEM

Segreteria di Stato della migrazione

SIFEM

Fondo d'investimento svizzero per i mercati emergenti (Swiss Investment Fund for Emerging Markets)

SIFI

SDG Impact Finance Initiative 57 / 106

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SIS

Sistema d'informazione Schengen

SKAO

Square Kilometre Array Observatory

SPE 2020­ 2023

Strategia di politica estera 2020­2023

SSS 2030

Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030

TCFD

Gruppo di lavoro per la rendicontazione dei rischi legati al cambiamento climatico (Task Force on Climate-related Financial Disclosures)

TNP

Trattato di non proliferazione nucleare (Nuclear Non-Proliferation Treaty)

TPNW

Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons)

TRIPS

Accordo dell'OMC sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Agreement on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights)

UA

Unione africana

UE

Unione europea

UIT

Unione internazionale delle telecomunicazioni

UNAIDS

Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS

UNEA

Assemblea delle Nazioni Unite per l'ambiente (UN Environment Assembly)

UNEP

Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (United Nations Environment Programme)

UNESCO

Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization)

UNICEF

Fondo delle Nazioni Unite per l'ìnfanzia (United Nations Children's Emergency Fund)

UNOG

Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (United Nations Office at Geneva)

URC2022

Ukraine Recovery Conference 2022, Lugano

USA

Stati Uniti d'America (United States of America)

VIS

Sistema di informazione visti

WEF

Forum economico mondiale (World Economic Forum)

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Allegato 1

Rapporto sulla diplomazia dei diritti umani della Svizzera: bilancio 2019­2022 1

Introduzione

In Svizzera il rispetto dei diritti umani ­ intesi nella loro fondamentale funzione orientativa dell'azione statale ­ vanta una lunga tradizione. I diritti umani sono al centro della politica interna ed estera della Svizzera e sono sanciti nella Costituzione federale, così come in numerosi trattati internazionali. Sono i diritti di cui gode ogni persona in virtù della natura umana ­ indipendentemente dal colore della pelle e dalla cittadinanza, dalle convinzioni politiche o religiose, dallo status sociale, dal genere, dall'orientamento sessuale o dall'età ­ e servono a proteggere aspetti fondamentali della persona e la sua dignità. Sono infine un pilastro centrale del sistema internazionale basato sulle regole, da cui la Svizzera trae beneficio e che difende in quanto Stato indipendente integrato in una rete globale.

Il presente documento è il quinto rapporto36 in adempimento del postulato 00.3414 «Rapporto periodico sulla politica della Svizzera in materia di diritti umani», della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) del 14 agosto 2000. Offre una sintesi delle tendenze internazionali (n. 2), delle basi (n. 3), degli strumenti (n. 4) e delle priorità (n. 5) della diplomazia dei diritti umani della Svizzera e ne analizza la coerenza (n. 6) sul piano attuativo. Non intende essere un rapporto esaustivo, quanto illustrare, sulla base di alcuni esempi significativi, le priorità e gli sviluppi che hanno caratterizzato il quadriennio 2019­202237. Risponde infine al postulato 20.4334 della CPE-N «Rapporto sull'attuazione del dialogo bilaterale sui diritti dell'uomo tra la Svizzera e la Cina».

2

Tendenze internazionali e sfide

Nel periodo in rassegna sono stati quattro gli sviluppi che hanno maggiormente influito sulla situazione dei diritti umani nel mondo, in alcuni casi sovrapponendosi e alimentandosi a vicenda: 1) la pandemia di COVID-1938; 2) l'aumento delle tendenze autoritarie, che minano con sempre maggiore forza le fondamenta del multilateralismo 36 37

38

I quattro rapporti precedenti sono stati pubblicati nei FF 2006 5599; FF 2011 927; FF 2015 1093 e FF 2019 1293.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), attraverso la sua attività nell'ambito dei diritti umani e in particolare dello «human rights-based approach» (approccio fondato sui diritti umani), contribuisce in maniera determinante alla realizzazione della diplomazia dei diritti umani del DFAE. Il presente rapporto, pur non offrendo un quadro esaustivo delle attività della DSC, dà conto del suo contributo ove opportuno.

In reazione all'emergenza sanitaria sono stati limitati diritti fondamentali come la libertà di movimento e la libertà di riunione, e alcuni Stati si sono spinti fino a violare il diritto internazionale allo scopo di aumentare il loro controllo sulla popolazione. A essere violati ­ e in maniera ripetuta ­ sono stati però anche i diritti economici, sociali e culturali, primi tra tutti il diritto alla salute e il diritto all'istruzione. Infine, l'accesso alla giustizia ha subito limitazioni in molti Paesi.

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basato sullo Stato di diritto; 3) la diffusione delle tecnologie digitali, che, se da un lato rappresentano un'opportunità in molteplici ambiti, dall'altro minacciano la difesa dei diritti umani su diversi fronti; 4) l'aggressione militare dell'Ucraina da parte della Russia.

Nel periodo in esame si sono però registrati anche diversi progressi: si è allungata la lista dei Paesi che hanno abolito la pena di morte o che hanno adottato una moratoria sulla sua esecuzione; il Consiglio dei diritti umani dell'ONU (ottobre 2021) e l'Assemblea generale delle Nazioni Unite (luglio 2022) hanno riconosciuto il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile; la lotta contro la discriminazione e il razzismo riceve sempre maggiore attenzione a livello internazionale; con l'Agenda 2030 sono stati fissati obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile (anche se la loro realizzazione è in ritardo rispetto a quanto inizialmente pianificato); resta vivo l'interesse per i diritti umani e per la protezione di aspetti fondamentali della persona e della sua dignità (in molti Paesi del mondo, soprattutto anche in quelli autoritari, persone coraggiose lottano per i loro diritti, esponendosi in alcuni casi a notevoli rischi come durante le manifestazioni postelettorali in Bielorussia nel 2020).

3

Basi dell'impegno della Svizzera in materia di diplomazia dei diritti umani

La Costituzione federale conferisce al Consiglio federale l'incarico di contribuire «a far rispettare i diritti umani e a promuovere la democrazia» (art. 54 cpv. 2 Cost.)39. In maniera analoga, la legge federale del 19 dicembre 200340 su misure di promozione civile della pace e di rafforzamento dei diritti dell'uomo esprime la volontà della Confederazione di «contribuire a rafforzare i diritti dell'uomo, promuovendo i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali di persone o gruppi di persone» (art. 2 lett. b). I diritti umani sono altresì sanciti in diversi altri atti normativi svizzeri e in trattati internazionali quali la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU)41 e i patti ONU relativi alla protezione dei diritti umani42.

A livello politico, l'azione della Svizzera a difesa dei diritti umani è definita nella Strategia di politica estera 2020­202343 (SPE 2020­2023). I diritti umani appaiono come tema prioritario anche nelle strategie subordinate, quali la Strategia di cooperazione internazionale 2021­202444, che stabilisce gli obiettivi e gli strumenti necessari alla promozione dei diritti umani, e la Strategia di politica estera digitale 2021­202445.

39 40 41 42 43 44

45

RS 101 RS 193.9 RS 0.101 RS 0.103.1 e RS 0.103.2 «Strategia di politica estera 2020­2023». Disponibile su: www.dfae.admin.ch > Politica estera > Strategie e principi fondamentali > Strategia di politica estera «Strategia di cooperazione internazionale 2021­2024». Disponibile su: www.dfae.admin.ch > Politica estera > Strategie e principi fondamentali > Strategie tematiche.

«Strategia di politica estera digitale 2021-2024». Disponibile su: www.dfae.admin.ch > DFAE > Pubblicazioni.

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Occorre poi menzionare la Strategia diritti dell'uomo del DFAE 2016­201946, la Strategia del DFAE Uguaglianza di genere e Diritti delle donne47 e le Linee guida sui diritti umani 2021­202448, che sono servite da quadro attuativo nel periodo in esame.

La promozione dei diritti umani è anche parte integrante di strategie geografiche e di piani d'azione tematici. Infine, le direttive della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sui diritti umani nello sviluppo e nella cooperazione concretizzano le Linee guida sui diritti umani 2021­2024.

La Strategia diritti dell'uomo del DFAE 2016­2019 perseguiva tre obiettivi strategici: 1) difendere e promuovere l'universalità, l'interdipendenza e l'indivisibilità dei diritti dell'uomo; 2) garantire un quadro di riferimento internazionale coerente e rafforzare le istituzioni e i meccanismi relativi ai diritti dell'uomo; 3) rafforzare l'impegno e il coinvolgimento degli attori chiave nel settore dei diritti dell'uomo.

Sulla scorta dello schema a cascata dei documenti di base della politica estera, la Strategia diritti dell'uomo del DFAE 2016­2019 è stata sostituita dalle Linee guida sui diritti umani 2021­2024. Con principi chiari e campi d'azione concreti, le linee guida si prefiggono di migliorare l'efficacia e la coerenza nel campo della promozione dei diritti umani.

4

Strumenti

Fedele al principio di universalità, la Svizzera tratta il tema dei diritti umani con tutti gli Stati e a tutti i livelli. Allo scopo di impiegare le limitate risorse a disposizione con la massima efficacia, fissa le priorità identificando Paesi e settori tematici che richiedono particolare attenzione. Inoltre, orienta la sua azione verso gli obiettivi e le priorità geografiche definiti nelle Linee guida sui diritti umani 2021­2024, nella SPE 2020­2023 e nella Strategia di cooperazione internazionale 2021­2024, mantenendo la necessaria flessibilità per reagire a nuovi sviluppi. Si avvale inoltre di molteplici strumenti per poter operare con efficacia a livello sia bilaterale che multilaterale, quali le attività delle rappresentanze svizzere all'estero, i dialoghi sui diritti umani, i progetti o le iniziative multilaterali.

4.1

Strumenti bilaterali

Attraverso le consultazioni politiche bilaterali, la Svizzera consolida la sua posizione e afferma i suoi principi nei rapporti bilaterali con gli altri Stati, in coerenza con le sue attività multilaterali e con il quadro giuridico internazionale. Con alcuni Paesi tiene inoltre incontri strutturati sui diritti umani sotto forma di dialoghi o di consultazioni.

46 47 48

«Strategia diritti dell'uomo del DFAE 2016­2019». Disponibile su: www.dfae.admin.ch > DFAE > Pubblicazioni.

«Strategia del DFAE Uguaglianza di genere e Diritti delle donne». Disponibile su: www.dfae.admin.ch > DFAE > Pubblicazioni.

«Linee guida sui diritti umani 2021­2024». Disponibili su: www.dfae.admin.ch > Politica estera > Pace e diritti umani > Diplomazia dei diritti umani.

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Attualmente questi Paesi sono il Brasile, la Cina, l'Iran, l'Indonesia, il Messico, la Nigeria, la Russia e il Sudafrica.

Brasile Il dialogo sui diritti umani tra la Svizzera e il Brasile è stato avviato nel 2018 sulla base di un memorandum d'intesa (MoU, Memorandum of Understanding). Sul piano multilaterale, le quattro tornate che si sono svolte tra il 2019 e il 2022 hanno permesso ai due Paesi di raggiungere una convergenza in diversi ambiti, quali il diritto alla privacy, il digitale e la sicurezza delle giornaliste e dei giornalisti, mentre si sono accentuate le divergenze sui diritti delle donne, in particolare quelli sessuali e riproduttivi.

Durante gli incontri sono state anche discusse le sfide a livello nazionale e la Svizzera ha espresso la sua preoccupazione rispetto alla situazione dei popoli autoctoni e alla deforestazione.

Cina In risposta al postulato 20.4334 della CPE-N «Rapporto sull'attuazione del dialogo bilaterale sui diritti dell'uomo tra la Svizzera e la Cina»49, il presente sottocapitolo esamina lo stato attuale, i successi e le sfide del dialogo sui diritti umani tra la Svizzera e la Cina. In tal senso, si trova in relazione di continuità con il Rapporto sulla politica estera svizzera in materia di diritti dell'uomo: bilancio 2015­201850 e con la Strategia Cina 2021­202451.

Il primo dialogo bilaterale sui diritti umani tra la Svizzera e la Cina si è tenuto nel 1991. Nel corso degli anni 1990 hanno avuto luogo cinque incontri, sotto la responsabilità del Ministero della giustizia cinese. Il dialogo ha quindi subito una battuta d'arresto, per poi riprendere nel 2002, questa volta sotto l'egida del Ministero degli esteri cinese. L'ultimo dialogo sui diritti umani si è svolto nel giugno del 2018. Complessivamente si sono tenuti sedici incontri. Da allora la Cina ha annullato il dialogo a due riprese: a giugno 2019, dopo che la Svizzera aveva firmato una lettera congiunta rivolta al presidente del Consiglio dei diritti umani dell'ONU sulla situazione nello Xinjiang, e a febbraio 2020 a causa della pandemia di COVID-19. A novembre 2021 sono stati avviati i preparativi per un nuovo incontro. Tuttavia, se come condizione per la ripresa del dialogo la Cina esige che la Svizzera adotti nei forum multilaterali posizioni che non sono coerenti con la sua diplomazia dei diritti umani,
il dialogo non può essere forzato.

Nel periodo in esame la Svizzera ha impiegato tutti gli strumenti a sua disposizione per interagire con la Cina nell'ambito della diplomazia dei diritti umani: iniziative bilaterali su singoli casi specifici e colloqui ad alto livello sono stati integrati da attività multilaterali presso il Consiglio dei diritti umani e l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove la Svizzera si esprime regolarmente sulla situazione dei diritti umani in Cina. Come già evidenziato nella Strategia Cina 2021­2024, la diplomazia bilaterale e quella multilaterale si completano a vicenda nel campo dei diritti umani.

49

50 51

Il postulato del 9 novembre 2020 recita: «Il Consiglio federale è incaricato di presentare al Parlamento un rapporto sull'attuazione del dialogo bilaterale sui diritti dell'uomo tra la Svizzera e la Cina».

FF 2019 1293 Strategia Cina 2021­2024. Disponibile su: www.dfae.admin.ch > DFAE > Pubblicazioni.

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Dopo il massacro di piazza Tienanmen avvenuto il 4 giugno 1989, nel 1991 la Cina si è dedicata con impegno all'organizzazione del primo dialogo sui diritti umani con la Svizzera. All'epoca era stato eccezionalmente concesso alla Svizzera di visitare i prigionieri politici di etnia tibetana che erano detenuti nella regione autonoma del Tibet.

Queste visite hanno consentito di migliorare le condizioni detentive per alcuni di loro.

Tuttavia, negli ultimi anni la Cina si è mostrata meno disponibile a discutere di diritti umani, tacciando queste discussioni di ingerenza nei suoi affari interni. Se da un lato la Svizzera ha comunque potuto confrontarsi sui diritti umani con diversi ministeri cinesi nel quadro di dialoghi ufficiali, dall'altro questi incontri non hanno quasi mai dato risultati concreti. La Cina, per esempio, si è dimostrata sempre più restia a discutere in maniera approfondita dei casi di prigionieri politici. Al contempo, la situazione in Cina è peggiorata considerevolmente sul fronte della libertà di espressione, della protezione della sfera privata, dei diritti delle minoranze e della pressione subita dai difensori dei diritti umani.

La Svizzera è l'unico Paese ad avere ottenuto l'accesso alle carceri cinesi nel quadro di un progetto a latere del dialogo sui diritti umani con la Cina. Il progetto, avviato nel 2003, prevede visite periodiche alternate degli istituti di pena dei due Paesi da parte di esperti in ambito penitenziario. L'ultima visita risale a giugno 2019.

Malgrado le divergenze e i risultati al di sotto delle aspettative, il dialogo sui diritti umani resta un importante strumento bilaterale. In linea con la Strategia Cina 2021­ 2024, la Svizzera continuerà ad adoperarsi per riavviare il dialogo bilaterale sui diritti umani con la Cina. Affinché l'impegno a difesa dei diritti umani in Cina possa essere efficace, la Svizzera deve però innanzitutto difendere le sue posizioni con fermezza a tutti i livelli e nelle istanze multilaterali.

Indonesia Dal 2005 la Svizzera svolge regolari consultazioni sui diritti umani con il Ministero indonesiano della giustizia e dei diritti umani. Tra il 2019 e il 2022 l'Ambasciata svizzera a Giacarta ha organizzato quattro dei consueti incontri annuali dedicati a questo tema. Queste consultazioni sono state affiancate da una concreta
cooperazione nel campo della prevenzione della tortura.

Iran La Svizzera e l'Iran hanno iniziato un dialogo bilaterale ad alto livello sui diritti umani nel 2003. Dopo un'interruzione di cinque anni, il dialogo è stato riavviato nel 2016 in seguito alla firma della roadmap sulla cooperazione bilaterale. La tornata tenutasi nel giugno del 2019 a Berna è stata l'ultima prima della pandemia di COVID-19, a cui farà seguito il prossimo incontro previsto nel 2023. In linea con la sua azione politica, la Svizzera ha sostenuto alcuni progetti del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e dell'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani (OHCHR) sulla giustizia minorile in Iran. Con le autorità iraniane ha inoltre manifestato ripetutamente la sua opposizione alla pena di morte nei casi di non rispetto delle garanzie minime sancite dal diritto internazionale (in particolare l'esecuzione di minori al momento dei fatti) nonché affrontato varie altre tematiche afferenti ai diritti umani.

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Messico Il dialogo sui diritti umani tra la Svizzera e il Messico è stato avviato nel 2018 su richiesta di quest'ultimo e nel periodo in esame sono state organizzate quattro tornate, di cui due virtuali. Sul piano multilaterale, questi incontri hanno permesso ai due Paesi di rafforzare la loro collaborazione nella lotta contro la pena di morte, per esempio mediante una risoluzione congiunta sulla tematica presentata all'Assemblea generale dell'ONU nel 2020. Gli incontri sono stati anche l'occasione per affrontare apertamente diverse questioni interne al Messico, quali i numerosi assassini di giornaliste e giornalisti e di difensori dei diritti umani, la violenza domestica e le sparizioni forzate.

In quest'ultimo ambito è stata lanciata una collaborazione bilaterale in partenariato con l'Istituto di criminologia dell'Università di Losanna.

Nigeria Le consultazioni annuali sui diritti umani che la Svizzera e la Nigeria svolgono dal 2011 non si sono tenute nel biennio 2020­2021 a causa della pandemia di COVID19. Uno dei punti focali delle discussioni tra i due Paesi sono le sfide nell'ambito della giustizia e dell'esecuzione penale, alle quali sono stati dedicati due progetti che coinvolgono le forze di polizia e l'amministrazione penitenziaria. Nel periodo in esame sono stati anche approfonditi i temi dell'economia e dei diritti umani e sono stati avviati i lavori in vista dell'adesione della Nigeria ai Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani (VPs, Voluntary Principles on Security and Human Rights). Alle ultime consultazioni del 10 giugno 2022 a Berna, i due Paesi hanno inoltre deciso di rafforzare la loro collaborazione nei settori della «digital compliance» e della violenza sessuale e di genere.

Russia Dal 2019 al 2021 la Svizzera e la Russia hanno tenuto consultazioni bilaterali annuali in seno all'ONU, al Consiglio d'Europa e all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) su varie tematiche multilaterali attinenti ai diritti umani. In occasione di questi incontri sono state toccate anche le sfide interne alla Russia e questioni internazionali come la situazione in Ucraina e in Bielorussia. Queste consultazioni hanno permesso alla Svizzera di dettagliare la sua posizione e di delineare un quadro d'azione, per esempio, per proseguire il dialogo sui diritti
umani condotto dall'Ambasciata svizzera a Mosca con vari attori regionali, realizzare diversi progetti (p. es. a sostegno dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani Memorial), cooperare con le autorità penitenziarie russe allo scopo di migliorare le condizioni detentive o, ancora, mantenere i contatti con le organizzazioni per la difesa dei diritti umani. La 19a tornata di consultazioni si è svolta nel mese di giugno del 2021.

A seguito dell'aggressione russa dell'Ucraina, sono venute a mancare le basi per un dialogo mirato ed efficace con la Russia in materia di diritti umani, il quale, dopo l'espulsione del Paese dal Consiglio d'Europa a marzo 2022, resta principalmente circoscritto all'ONU e all'OSCE.

Sudafrica La Svizzera e il Sudafrica hanno avviato un dialogo bilaterale sui diritti umani nel 2015, che viene svolto annualmente nel quadro delle consultazioni di alto livello 64 / 106

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tra i due Paesi. La quinta tornata del dialogo si è tenuta in remoto a novembre 2021 dopo due anni di interruzione a causa della pandemia di COVID-19. Le discussioni si sono concentrate, da un lato, sugli sviluppi e sulle priorità a livello nazionale e, dall'altro, sulle priorità e sulle posizioni dei due Paesi in ambito multilaterale. Un risultato concreto del dialogo è stata una visita di studio nel campo della prevenzione della tortura da parte della Commissione per i diritti umani sudafricana, che ha avuto luogo in Svizzera il 7 ottobre 2022.

4.2

Strumenti multilaterali

ONU La Svizzera si adopera per un solido quadro normativo internazionale che rafforzi la tutela dei diritti umani. A tale scopo, è attiva in seno agli organi dell'ONU competenti per la promozione dei diritti umani, in particolare nel Consiglio dei diritti umani, nell'Assemblea generale e nel Consiglio economico e sociale. Consapevole che il coinvolgimento degli attori sociali, della comunità scientifica e delle imprese è fondamentale per un multilateralismo efficace, promuove la collaborazione tra organizzazioni multilaterali e attori non statali, sfruttando il potenziale della Ginevra internazionale. Collabora inoltre strettamente con le relatrici e i relatori speciali dell'ONU e con le esperte e gli esperti indipendenti del Consiglio dei diritti umani.

Tra il 2019 e il 2022 la Svizzera ha partecipato attivamente ai lavori del Consiglio dei diritti umani in qualità di Paese osservatore (non membro), presentando diverse risoluzioni assieme ad altri gruppi di Paesi in materia di pena di morte, manifestazioni pacifiche e diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile52. Nel 2022 si è inoltre unita al gruppo di Paesi promotori della risoluzione relativa all'attuazione dei Principi guida dell'ONU su imprese e diritti umani, adottati nel 201153. La Svizzera partecipa altresì ai negoziati per l'elaborazione di risoluzioni tematiche o dedicate a Paesi specifici nel quadro della Terza Commissione dell'Assemblea generale54 e promuove metodi di lavoro più efficienti all'interno del Consiglio dei diritti umani e degli organi istituiti da trattati (p. es. nel 2020 ha sostenuto con il Marocco il processo di revisione del funzionamento di tali organi, in qualità di co-facilitatrice).

Il rispetto e l'applicazione delle convenzioni sui diritti umani ratificate dagli Stati sono garantiti a livello di Nazioni Unite dagli organi dei trattati delle rispettive convenzioni, che formulano raccomandazioni agli Stati sulla base dei rapporti nazionali e dei ricorsi individuali. A causa della pandemia si sono verificati ritardi anche nei rapporti della

52 53 54

La Svizzera si è impegnata a favore di un progetto di risoluzione programmatico che riconosca il diritto all'ambiente pulito come diritto umano individuale.

La risoluzione sarà negoziata nel 2023 al Consiglio dei diritti umani.

Per quanto concerne l'abolizione della pena di morte a livello mondiale, nell'autunno del 2020 la Svizzera e il Messico hanno diretto i negoziati per l'elaborazione di una risoluzione su una moratoria (cfr. n. 5.3). Inoltre, nel 2022 la Svizzera ha ottenuto ­ assieme al Costa Rica, alle Maldive, al Marocco e alla Slovenia ­ il riconoscimento universale da parte dell'Assemblea generale del diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile (cfr. n. 5.6).

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Svizzera agli organi dei trattati dell'ONU. Tuttavia, nel quadriennio in esame la Svizzera ha potuto presentare sei rapporti nazionali55.

L'esame periodico universale (EPU), introdotto su iniziativa della Svizzera, è una procedura di revisione paritaria (peer review) del Consiglio dei diritti umani a cui collaborano tutti gli Stati membri dell'ONU. La Svizzera vi partecipa rivolgendo raccomandazioni a circa due terzi degli Stati esaminati, monitorandone l'attuazione e fornendo il necessario sostegno. Nel 2022, in preparazione del prossimo EPU del 27 gennaio 2023, la Svizzera ha elaborato di concerto con gli uffici federali competenti, i Cantoni e la società civile un rapporto nazionale sullo stato di attuazione delle 160 raccomandazioni adottate nell'ultimo ciclo EPU.

L'OHCHR è la più importante organizzazione partner della Svizzera a livello multilaterale nell'ambito dei diritti umani, con la quale la Svizzera collabora strettamente sia attraverso l'ufficio di Ginevra che in specifici contesti nazionali56. Nel periodo in esame la Svizzera è stata tra i principali finanziatori dell'OHCHR con un contributo annuo di circa 8 milioni di dollari americani, che consente anche di promuovere l'attrattività della Ginevra internazionale come centro per la salvaguardia dei diritti umani. Infine, sostenendo l'Accademia di diritto internazionale umanitario e di diritti umani e organizzando conferenze sui diritti umani (p. es. il «Glion Human Rights Dialogue»), la Svizzera offre agli Stati membri dell'ONU, ma anche a organizzazioni e a esperte ed esperti di spicco nell'ambito dei diritti umani, piattaforme su cui discutere in maniera aperta e innovativa.

Consiglio d'Europa Il Consiglio d'Europa è fondamentale per la tutela dei diritti umani in Europa e la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), che per molti europei rappresenta l'unica possibilità di difesa dalle violazioni dei diritti umani, svolge un compito particolarmente importante. In seno al Consiglio d'Europa, la Svizzera si adopera per un'applicazione rigorosa delle sentenze della CEDU da parte di tutti gli Stati membri. Nel quadriennio in esame, il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa si è occupato per esempio dell'applicazione delle sentenze a favore di Osman Kavala e Selahattin Demirtas contro la Turchia e di Alexei Nawalny contro la
Russia. A febbraio 2022 e per la seconda volta dalla sua istituzione, il Comitato dei Ministri ha inoltre avviato una procedura di infrazione contro la Turchia per il caso Kavala, in quanto il ricorrente si trovava ancora in detenzione contrariamente a quanto ordinava la sentenza della CEDU. La Svizzera ha contribuito alle attività del Consiglio d'Europa sostenendo 55

56

Sesto rapporto sull'attuazione della Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (presentazione 21 ottobre 2022); primo rapporto periodico sull'attuazione della Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità (14-16 marzo 2022); 10°, 11° e 12° rapporto sull'attuazione della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (presentazione 16-17 dicembre 2021); quinto e sesto rapporto relativo alla Convenzione sui diritti del fanciullo (presentazione 20 settembre 2021); rapporto sull'attuazione della Convenzione per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata (presentazione 13­15 aprile 2021); quarto rapporto sull'attuazione del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (presentazione 1-2 ottobre 2019).

Nel periodo in esame la Svizzera ha sostenuto le attività dell'OHCHR in Bolivia, Honduras, Colombia, Iran, Nicaragua, Sudan, Siria, Ucraina e nel Territorio palestinese occupato.

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alcuni progetti (p. es. per lo «Human Rights Trust Fund») e concedendo alla CEDU un finanziamento straordinario per consentirle di valutare rapidamente i casi prioritari.

A marzo 2022 la Russia è stata espulsa dal Consiglio d'Europa in seguito all'aggressione dell'Ucraina; come conseguenza, le cittadine e i cittadini russi non hanno per esempio più la possibilità di rivolgersi alla CEDU.

OSCE Gli Stati partecipanti dell'OSCE, consapevoli dell'importanza di un approccio globale alla sicurezza, hanno deliberato che non è possibile raggiungere una sicurezza duratura senza garantire al contempo il rispetto dei diritti umani e il buon funzionamento delle istituzioni democratiche. Nel periodo in esame la Svizzera si è impegnata all'interno dell'OSCE affinché il rispetto dei diritti umani venga nuovamente considerato uno strumento per la prevenzione dei conflitti. Ha inoltre sostenuto diversi progetti (cfr. n. 5.1), inviato esperte ed esperti e contribuito all'organizzazione della conferenza annuale dell'OSCE sui diritti umani («Human Dimension Implementation Meeting», HDIM)57. Allo scopo di rafforzare la sua posizione in seno all'OSCE anche sul fronte dei diritti umani, ha altresì adottato un piano d'azione specifico per il periodo 2022­2025. Infine, nella primavera del 2022 la Svizzera ha sostenuto per la prima volta l'attivazione del meccanismo di Mosca58, che nel 2022 è stato attivato tre volte, due volte in risposta alla situazione umanitaria e dei diritti umani in Ucraina in seguito alla guerra di aggressione condotta dalla Russia nel Paese e una volta in risposta alla situazione dei diritti umani in Russia.

Altre organizzazioni regionali Nel quadro del partenariato di dialogo settoriale con l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN), la Svizzera ha contribuito con competenze e finanziamenti a diversi progetti per la salvaguardia dei diritti umani negli ambiti della libertà di espressione, della prevenzione della tortura, dell'economia e dei diritti umani. Per quanto concerne invece l'Unione africana (UA), da metà 2020 a metà 2021 ha inviato un'esperta in diritti umani presso la Divisione Pace e sicurezza dell'organizzazione.

Inoltre, dal 2020 un'altra esperta svizzera è attiva nell'Ufficio dell'ONU presso l'UA con l'obiettivo di rafforzare il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario nel contesto delle missioni di pace dell'UA.

57

58

L'HDIM non si è tenuta né nel 2020, a causa della pandemia di COVID-19, né nel 2021, come conseguenza dell'atteggiamento poco costruttivo della Russia. Nel 2022 la Presidenza dell'HDIM ha dunque deciso di organizzare la conferenza a proprie spese, con il sostegno della Svizzera.

Il meccanismo di Mosca è uno strumento appartenente alla terza dimensione dell'OSCE che consente di indagare su possibili violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani in uno Stato partecipante.

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5 5.1

Priorità Libertà di espressione

La promozione della libertà di espressione59 è uno degli obiettivi prioritari della SPE 2020­2023 per il rafforzamento dei diritti umani. A livello multilaterale, nel periodo in esame la Svizzera ha partecipato attivamente ai negoziati per l'elaborazione di risoluzioni e decisioni in materia di libertà di espressione e di sicurezza delle giornaliste e dei giornalisti. Si è altresì adoperata in favore dei mandati della relatrice speciale dell'ONU per la libertà di opinione e di espressione nonché della rappresentante dell'OSCE per la libertà dei media, che a novembre 2021 si è recata in visita di lavoro in Svizzera. Consapevole del maggiore rischio che corrono le giornaliste di subire violenze sessuali e di genere, ha inoltre sostenuto due fasi del progetto dell'OSCE «Safety of Female Journalist Online». L'impegno della Svizzera a favore della libertà di espressione si esplica anche in seno al Consiglio d'Europa, dove dal 2022 contribuisce finanziariamente alla piattaforma per la protezione delle giornaliste e dei giornalisti. La Svizzera è poi membro di diverse coalizioni volte a promuovere la libertà di opinione e di espressione online e offline in tutto il mondo (p. es. la «Media Freedom Coalition» e la «Freedom Online Coalition») e sostiene il «Global Media Defense Fund» e l'«International Fund for Public Interest Media». Infine, dal 2019 partecipa al Partenariato per l'informazione e la democrazia.

5.2

Tortura

In ambito diplomatico la Svizzera è stata tra i promotori della ratifica della Convenzione dell'ONU contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (UNCAT, United Nations Convention Against Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment) e del relativo protocollo opzionale (OPCAT, Optional Protocol to the Convention Against Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment). Nel periodo in esame, otto nuovi Stati hanno aderito alla Convenzione e due al Protocollo opzionale60. Di concerto con le organizzazioni partner la Svizzera ha aiutato vari Stati ad adempiere ai loro obblighi, contribuendo per esempio a rafforzare la vigilanza sui luoghi di detenzione attraverso i meccanismi nazionali di prevenzione della tortura. Si è altresì impegnata in favore di diversi attori della società civile a livello locale, per esempio consentendo loro di esprimersi su questioni specifiche (adducendo proprie analisi) nel quadro delle valutazioni dei Paesi condotte dal Comitato dell'ONU contro la tortura (CAT, Committee against Torture). A ciò va aggiunto il sostegno fornito dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in termini di competenze e finanziamenti alle istituzioni internazionali impegnate nella lotta contro la tortura. Per quanto concerne il rafforzamento del quadro normativo, la Svizzera ha concorso sia alla decisione del Consiglio dei

59 60

La libertà di espressione comprende il diritto di farsi un'opinione e di esprimerla, come pure di cercare, ricevere e trasmettere informazioni e idee di ogni tipo.

UNCAT: Samoa, Kiribati, Grenada, Angola, Oman, St. Kitts e Navis, Sudan e Suriname; OPCAT: Islanda e Lettonia.

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ministri dell'OSCE sulla lotta contro la tortura (2020)61 sia ai nuovi principi per metodi di interrogatorio efficienti e rispettosi dei diritti umani (2021)62. Infine, in seguito al deterioramento dei diritti umani in Bielorussia dopo le controverse elezioni presidenziali del mese di agosto del 2020, ha coadiuvato le organizzazioni della società civile nella documentazione dei casi di tortura.

5.3

Pena di morte

Sul piano internazionale la Svizzera ha continuato a svolgere un ruolo centrale a favore del movimento per l'abolizione universale della pena di morte. Nel periodo in esame la pena di morte è stata abolita in sei nuovi Stati (Guinea Equatoriale, Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone e Ciad), portando a 112 il numero di Paesi che hanno abolito completamente la pena capitale. In campo bilaterale la Svizzera ha regolarmente sollevato la questione della pena di morte con gli Stati che continuano ad applicarla, proponendo soluzioni concrete per limitarla, sospenderla o abolirla. Ha inoltre intrapreso numerose azioni diplomatiche per contrastare l'applicazione della pena di morte in violazione delle garanzie minime sancite dal diritto internazionale63 (p. es. in Iran e a Singapore). In ambito multilaterale, nel 2020 ha presieduto assieme al Messico i negoziati in seno all'Assemblea generale dell'ONU per una risoluzione relativa all'adozione di una moratoria sulla pena di morte (cfr. n. 4.1). La risoluzione ha ottenuto i voti favorevoli di 124 Paesi, registrando il più ampio sostegno di sempre. Nel 2019 e nel 2021 la Svizzera ha altresì presentato assieme a un gruppo di Paesi partner una risoluzione sulla difesa dei diritti umani nell'ambito della pena di morte, nella quale sono state trattate le questioni della reintroduzione della pena capitale (2019) e della trasparenza (2021). In ultimo, ha appoggiato iniziative globali quali il Congresso mondiale contro la pena di morte tenutosi a Bruxelles nel 2019 e a Berlino nel 2022.

5.4

Minoranze

Come definito nelle Linee guida sui diritti umani 2021­2024, la tutela delle minoranze a livello internazionale e regionale è una delle priorità della Svizzera. A livello bilaterale, nel periodo in oggetto la Svizzera ha sollevato regolarmente la questione dei diritti delle minoranze in occasione di dialoghi politici e sui diritti umani e si è impegnata a promuovere e a salvaguardare i diritti delle minoranze attraverso progetti di cooperazione internazionale in Paesi partner (Bangladesh, Honduras, Kosovo e Nepal). Inoltre, con il sostegno del Programma per la tutela delle minoranze in Georgia dell'Alto Commissario dell'OSCE per le minoranze nazionali (ACMN), si è adoperata 61

62 63

Decisione N. 7/20 prevenzione ed eliminazione della tortura e di altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Disponibile su: www.osce.org > Home > Resources > Documents by the OSCE Decisionmaking bodies > 27th OSCE Ministerial Council, Tirana 2020.

www.interviewingprinciples.com Per esempio in caso di esecuzione di minori al momento dei fatti, di donne incinte o di persone con disabilità mentali.

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per rafforzare l'istruzione plurilingue, la partecipazione delle minoranze nazionali alla vita pubblica, l'accesso delle minoranze ai media e all'informazione nonché il sostegno politico alle attività dell'ACMN.

Il 1° ottobre 2021 la Svizzera ha presentato il quinto rapporto sull'attuazione della Convenzione-quadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle minoranze nazionali, che includeva anche il rapporto periodico relativo alla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Infine, ha operato a livello mondiale per contrastare la discriminazione delle persone con disabilità, la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, l'antisemitismo e la negazione dell'Olocausto.

5.5

Economia

La Svizzera promuove l'applicazione in tutto il mondo dei Principi guida dell'ONU per l'economia e i diritti umani (UNGP, United Nations Guiding Principles on Business and Human Rights) e li attua mediante misure concrete come indicato nel piano d'azione nazionale (NAP) 2020­2023 (cfr. n. 6.2). Oltre ad attuare le 35 misure definite nel piano d'azione, la Confederazione ha intrapreso diverse iniziative volte a promuovere le procedure delle imprese in materia di diligenza e, nel 2021, ha organizzato il primo «Swiss Forum on Business and Human Rights». Sempre nel 2021, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e di sostegno pratico rivolta al settore privato sotto forma di moduli di formazione su temi specifici, che ha visto l'organizzazione di una ventina di eventi. In collaborazione con i Cantoni e i rappresentanti dell'economia, ha inoltre distribuito oltre 2500 copie della Guida per l'attuazione dei principi guida nel commercio di materie prime64, pubblicata nel 2018. Ad oggi, circa 200 operatrici e operatori del settore hanno ricevuto una formazione sulla diligenza in materia di diritti umani. È stato poi creato un sito web65 dedicato all'applicazione pratica della guida.

Nel 2019 la Svizzera ha assicurato la presidenza dei Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani ­ promuovendone l'attuazione con progetti in Mozambico, Myanmar, Nigeria, Perù e nella Repubblica Democratica del Congo ­ e dell'Associazione del Codice di condotta internazionale per i servizi privati di sicurezza. Inoltre, nel 2021 il Centro per lo sport e i diritti umani di Ginevra, cofondato dalla Svizzera nel 2018, è diventato un'associazione di diritto svizzero.

In ultimo, la Svizzera ha appoggiato l'elaborazione di linee guida da parte dell'OHCHR tese a promuovere il rispetto dei diritti umani nell'ambito delle nuove tecnologie. Le linee guida, basate sui Principi guida dell'ONU per l'economia e i diritti umani, intendono favorire il dialogo tra gli Stati, il settore privato e la società civile. Sul fronte dei diritti umani e della digitalizzazione, l'impegno della Svizzera si è concentrato in particolare sulla lotta contro il blocco di Internet («Internet shutdown») e sulla difesa della libertà di espressione online.

64

65

Guida per l'attuazione dei principi guida dell'ONU su imprese e diritti umani nel commercio di materie prime. Disponibile su: www.seco.admin.ch > Servizi e pubblicazioni > Pubblicazioni > Economia esterna > RSI e Lotta contro la corruzione.

www.commodity-trading.org

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5.6

Sostenibilità

La sostenibilità è una delle quattro priorità tematiche della SPE 2020­2023. Da un lato, senza uno sviluppo sostenibile non è possibile garantire numerosi diritti umani (in particolare in ambito economico, sociale e culturale); dall'altro, le misure a favore dello sviluppo sostenibile (p. es. un uso sostenibile delle risorse naturali e un'attuazione efficace dell'Accordo sul clima di Parigi) possono avere un impatto sulla tutela dei diritti umani. L'azione della Svizzera a difesa dei diritti umani si concentra tanto sui diritti civili e politici quanto sui diritti economici, sociali e culturali. In particolare, la Svizzera si è fatta promotrice di politiche in materia di droghe che rispettino i diritti umani e del diritto di accesso all'acqua, due ambiti nei quali possiede consolidate competenze grazie all'esperienza maturata a livello nazionale.

In virtù del mandato conferitole dalla Costituzione federale di contribuire «a far rispettare i diritti umani» e «a salvaguardare le basi naturali della vita» (art. 54 Cost.), la Svizzera si è altresì adoperata in seno all'ONU per una politica ambientale e dei diritti umani coerente, presentando regolarmente assieme al Costa Rica, alle Maldive, al Marocco e alla Slovenia risoluzioni al riguardo che ricordano questa interdipendenza. È su iniziativa di questo gruppo di Paesi che, nel 2021 e nel 2022, il Consiglio dei diritti umani e l'Assemblea generale dell'ONU hanno adottato risoluzioni che riconoscono il diritto per tutti gli esseri umani a un ambiente pulito, sano e sostenibile.

Queste risoluzioni sono in linea di principio di carattere programmatico e non creano obblighi vincolanti o giuridicamente vincolanti ai sensi del diritto internazionale.

5.7

Pace e sicurezza

Il rispetto dei diritti umani è un aspetto centrale della prevenzione dei conflitti; contribuisce a rafforzare le istituzioni democratiche e il pluralismo politico e, di riflesso, la legittimità e la razionalità dei processi decisionali. La Svizzera si è impegnata in seno all'ONU, sia a Ginevra che a New York, per una migliore interconnessione tra il pilastro dei diritti umani e il pilastro della pace e della sicurezza, dirigendo assieme alla Germania i lavori dello «Human Rights and Conflict Prevention Caucus», un gruppo di Stati che condividono la stessa visione. A nome del gruppo sono state per esempio presentate al Consiglio di sicurezza dell'ONU diverse dichiarazioni congiunte che sottolineano l'importanza dei diritti umani nella prevenzione dei conflitti.

Il gruppo ha altresì promosso l'organizzazione di incontri informativi tra il Consiglio di sicurezza ed esperte ed esperti di diritti umani, nonché coordinato colloqui con rappresentanti dei due pilastri sopracitati a Ginevra e a New York. All'inizio del 2020 la Svizzera ha organizzato in collaborazione con la Finlandia una conferenza di alto livello a Wilton Park66 sul tema «Peace, Security and Human Rights», alla quale hanno partecipato rappresentanti dei governi, dell'ONU e della società civile. A settembre 2020 il Consiglio dei diritti umani ha adottato una risoluzione presentata dalla Svizzera assieme a Norvegia, Sierra Leone e Uruguay tesa a rafforzare il ruolo del Consiglio nella prevenzione delle violazioni dei diritti umani. Infine, la difesa dei diritti 66

Nel periodo in esame hanno avuto luogo altre conferenze sui temi «Re-energizing the narrative: human rights in the digital age» (2019) e «Human Rights 2022» (2022).

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umani ­ e in particolare la promozione di una pace sostenibile e la protezione della società civile ­ figura tra le priorità presentate dal Consiglio federale il 25 maggio 2022 per il seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza nel biennio 2023­2024.

5.8

Diritti delle donne

La Svizzera si impegna in modo mirato a favore dell'indipendenza economica e della partecipazione politica delle donne, a livello sia bilaterale che multilaterale. Nell'ambito della cooperazione internazionale, opera per migliorare la posizione delle donne sul mercato del lavoro, promuovendo per esempio un'offerta formativa mirata, l'accesso ai mezzi di produzione e i diritti di proprietà terriera. Si adopera inoltre per sostenere e proteggere i difensori dei diritti delle donne e le giornaliste nonché per eliminare ogni forma di violenza sessuale e di genere contro donne e bambine.

In ambito multilaterale la Svizzera ha partecipato alla sessione annuale della Commissione sulla condizione delle donne (CSW). Inoltre, nella sua funzione di co-presidente della Conferenza di revisione della Piattaforma d'azione, nel 2020 ha ribadito i propri obblighi internazionali e, in un intervento di fronte all'Assemblea generale, ha evidenziato le crescenti sfide derivanti dalla pandemia di COVID-19. Nel luglio del 2021 ha poi partecipato al «Generation Equality Forum» (GEF) di Parigi, dove ha assunto obblighi a livello sia nazionale che internazionale nel quadro dell'«Action Coalition on Economic Justice and Rights» e del patto Donne, pace e sicurezza e dell'azione umanitaria. Infine, nel 2022, a distanza di 25 anni dalla ratifica della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), si è ricandidata per ottenere un seggio nel Comitato della CEDAW per il periodo 2025­2028.

Nel quadro del quarto Piano d'azione nazionale (PAN) della Svizzera per l'attuazione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza dell'ONU su donne, pace e sicurezza, il DFAE ha pubblicato un rapporto sullo stato di attuazione del piano per il biennio 2018­2019 e ha avviato un partenariato con la società civile svizzera sul tema «Contributo della società civile all'attuazione del Piano d'azione nazionale PAN 1325»67. La Svizzera collabora inoltre da oltre dieci anni con il «Global Network of Women Peacebuilders» (GNWP) allo scopo di promuovere l'agenda «Donne, pace e sicurezza» e di potenziare le sinergie tra Ginevra e New York. Nel 2020 ha preso il via un progetto congiunto con il GNWP volto a esaminare le opportunità e i rischi della digitalizzazione dal punto di vista della cibersicurezza
per la realizzazione dell'agenda «Donne, pace e sicurezza». Il progetto consente di coniugare le priorità tematiche «Pace e sicurezza» e «Digitalizzazione» della SPE 2020­2023. In ultimo, nel 2022 la Svizzera ha assicurato la presidenza del «Women, Peace and Security Focal Points Network» assieme al Sudafrica e a maggio 2022 ha organizzato a Ginevra il quarto «capital-level meeting».

67

Rapporto sull'attuazione del quarto Piano d'azione nazionale su donne, pace e sicurezza (PAN 1325). Fase di attuazione 2018­2019. Disponibile su: www.eda.admin.ch > Politica estera > Pace e diritti umani > Pace > Donne, pace e sicurezza.

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6

Coerenza

La coerenza è uno dei fondamenti della SPE 2020­2023 e della diplomazia dei diritti umani. Da un lato, la diplomazia dei diritti umani è tanto più efficace quanto riesce a sfruttare le sinergie tra politica estera e difesa dei diritti umani; dall'altro, la politica estera richiede di trovare costantemente nuovi equilibri tra la promozione dei diritti umani e quella di altri interessi, che, all'atto pratico, sono raramente in conflitto tra di loro: non si tratta di scegliere tra una o l'altra cosa, quanto piuttosto di identificare soluzioni e strumenti adeguati per coniugare entrambi gli obiettivi.

6.1

Politica interna e politica estera

In virtù della sua struttura federale, la Svizzera adotta un approccio settoriale allo scopo di vigilare sull'attuazione dei suoi obblighi internazionali nell'ambito dei diritti umani, ripartendo le responsabilità tra la Confederazione e i Cantoni. Al fine di coordinare le attività in favore dei diritti umani tra i diversi attori, la Confederazione ha istituito il Gruppo interdipartimentale Politica internazionale dei diritti dell'uomo, che riunisce, sotto la direzione del DFAE, tutti i dipartimenti competenti nonché le e i rappresentanti della Conferenza dei governi cantonali e delle commissioni extraparlamentari. Il gruppo assicura inoltre lo scambio di informazioni sulle procedure di esame a cui viene regolarmente sottoposta la Svizzera dalle istanze internazionali a difesa dei diritti umani.

A dicembre 2019 il Consiglio federale ha adottato il progetto sulla creazione di un'istituzione nazionale per i diritti umani (INDU). Contestualmente, ha prolungato fino alla fine del 2022 il mandato del progetto pilota relativo al Centro svizzero di competenza per i diritti umani (CSDU). Il progetto, approvato con poche modifiche dall'Assemblea federale nell'autunno del 2021, consente alla Svizzera di dotarsi dal 2023 di un'INDU permanente, indipendente, giuridicamente vincolante e con un ampio mandato per la promozione e la salvaguardia dei diritti umani nel Paese. L'istituzione non opererà tuttavia come mediatrice e non si occuperà di casi specifici attinenti ai diritti umani. La normativa sull'INDU è stata integrata nella legge federale del 19 dicembre 200368 su misure di promozione civile della pace e di rafforzamento dei diritti dell'uomo.

6.2

Politica economica esterna

A gennaio 2020 il Consiglio federale ha adottato il Piano d'azione nazionale della Svizzera 2020­2023 (NAP) sui Principi guida delle azioni Unite su imprese e diritti umani69. Il testo è stato elaborato dal DFAE e dal Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di concerto con le associazioni economiche, la società civile e la comunità scientifica sulla base di uno studio esterno (Gap 68 69

RS 193.9 Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani. Piano d'azione nazionale della Svizzera 2020­2023. Disponibile su: www.nap-bhr.admin.ch > Il NAP > A proposito del Piano d'azione nazionale (NAP).

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Analysis)70. Il Consiglio federale si impegna a promuovere il rispetto dei diritti umani attraverso misure specifiche previste nel NAP e si aspetta che le imprese con sede o operanti in Svizzera rispettino i diritti umani in tutte le loro attività. A tale scopo, fornisce loro il necessario sostegno attraverso varie misure, come l'organizzazione di eventi di sensibilizzazione, l'elaborazione di strumenti e di linee guida nell'ambito della diligenza in materia di diritti umani, la partecipazione a iniziative multi-stakeholder e la creazione di uno specifico sito web71. L'attuazione del NAP è supportata da un gruppo di accompagnamento multipartito formato da rappresentanti dell'Amministrazione federale, dell'economia, della società civile e della comunità scientifica.

Attraverso il NAP, la Svizzera promuove inoltre lo sviluppo sostenibile ai sensi dell'Agenda 2030 nonché la responsabilità sociale delle imprese (RSI).

6.3

Politica migratoria

Se da una parte le violazioni dei diritti umani sono una delle principali cause degli sfollamenti forzati, dall'altra le persone migranti e i profughi vedono spesso i loro diritti individuali minacciati. Nel quadro della sua politica migratoria estera, la Svizzera promuove la difesa dei diritti umani degli sfollati interni sia nelle regioni di origine che lungo le rotte migratorie. Ciò include il sostegno ai Paesi partner nello sviluppo delle loro strutture di migrazione e asilo, nonché l'invio di «Immigration Liaison Officer» nei Paesi prioritari. Inoltre, dal 2021 due esperti svizzeri sono attivi presso l'ufficio per i diritti fondamentali dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). La struttura di cooperazione interdipartimentale in materia di migrazione internazionale vigila sulla coerenza della politica migratoria estera svizzera promuovendo un dialogo regolare tra i dipartimenti federali sulle priorità della Svizzera, sugli interessi in gioco e sulle misure da adottare, anche nell'ambito del rispetto dei diritti umani. Questo approccio è in linea con il mandato conferito dal Parlamento, in base al quale la cooperazione internazionale e la politica migratoria devono essere strategicamente legate.

7

Conclusione

Nel periodo in esame la pandemia di COVID-19, il crescente autoritarismo, l'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia, le crisi e i conflitti che persistono in molte regioni del mondo e altri eventi internazionali hanno mostrato che la pace, il benessere e lo sviluppo sostenibile sono strettamente legati alla realizzazione dei diritti umani.

Le violazioni di tali diritti e la mancata tutela delle libertà fondamentali per tutti gli individui sono il segno che la pace e la sicurezza sono minacciate. L'impegno a favore dei diritti umani a livello mondiale è pertanto anche un investimento nella pace e nella sicurezza. Il divario tra il riconoscimento della dignità umana e la concreta realizzazione dei diritti umani, l'accesso alla giustizia e il rispetto dello Stato di diritto nonché 70

71

Bestandsaufnahme über die Umsetzung der UNO-Leitprinzipien für Wirtschaft und Menschenrechte durch den Bund und durch Schweizer Unternehmen (de).

www.nap-bhr.admin.ch > Documentazione > Documenti e studi.

www.nap-bhr.admin.ch

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il riconoscimento di una responsabilità comune per la salvaguardia dei diritti umani sono le sfide che dovranno essere affrontate in futuro.

Il presente rapporto ha evidenziato che l'impegno della Svizzera a favore dei diritti umani deve essere ulteriormente rafforzato. Tale impegno si fonda sul mandato sancito dalla Costituzione federale e dalla normativa di riferimento, come pure sugli obiettivi definiti nella SPE 2020­2023. In un'epoca in cui l'acquis nel campo dei diritti umani è sotto pressione, se non addirittura sotto attacco, l'impegno della Svizzera a difesa di tali diritti, nel suo ruolo di attore indipendente, coerente e fedele ai propri principi nel sistema internazionale, è più che mai importante. La Svizzera ha dato un contributo fondamentale alla diplomazia dei diritti umani in molteplici ambiti a livello sia bilaterale che multilaterale. È inoltre considerata un attore credibile in questo ambito. Il difficile contesto internazionale esige di adottare approcci innovativi nei confronti degli altri Paesi, delle organizzazioni internazionali, delle organizzazioni non governative e degli attori economici e scientifici. Con le Linee guida sui diritti umani 2021­2024 del DFAE, la Svizzera dispone di uno strumento strategico per mettere in campo una diplomazia dei diritti umani efficace e creare un reale valore aggiunto.

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Allegato 2

Rapporti del Consiglio federale in materia di politica estera Rapporto sulla politica economica esterna 2021 comprendente messaggi concernenti accordi economici e il rapporto concernente le misure tariffali adottate nel 2021 01/2022 Il rapporto sulla politica economica esterna 2021 offre una panoramica degli sviluppi che hanno caratterizzato la politica economica esterna della Svizzera nell'anno in rassegna. Analizza le principali evoluzioni in Svizzera in questo ambito politico, le relazioni economiche con l'UE e diversi accordi economici bilaterali. Inoltre tratta altre questioni quali la sostenibilità e la responsabilità sociale d'impresa, la cooperazione economica allo sviluppo, i controlli all'esportazione e le sanzioni. Infine presenta le prospettive per il 2022.

https://www.fedlex.admin.ch/eli/fga/2022/655/it, FF 2022 655

Coordinamento nel comportamento di voto della Svizzera in seno alle organizzazioni dell'ONU: rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Binder 20.4145 del 24 settembre 2020 01/2022 In questo rapporto il Consiglio federale esamina varie proposte di miglioramento del coordinamento delle posizioni della Svizzera nei principali organi politici dell'ONU e giunge alla conclusione che il processo di consultazione con il coinvolgimento dell'insieme dei servizi interessati in seno all'Amministrazione federale si è rivelato valido e va dunque mantenuto. Il Consiglio federale continuerà a fondarsi sul diritto vigente e sul criterio dell'essenzialità per decidere in quali casi vada consultato il Parlamento. In futuro il DFAE pubblicherà sul proprio sito Internet i voti espressi dalla Svizzera nel quadro dell'ONU, nell'intento di accrescere ulteriormente la trasparenza e la condivisione delle informazioni.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/70021.pdf

Rifugiati siriani. Per un rafforzamento della collaborazione europea 01/2022 Il Consiglio federale ha presentato il nuovo rapporto sul rafforzamento della cooperazione europea relativamente ai rifugiati siriani elaborato in adempimento del postulato 17.3004 della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale. In questo rapporto fa il punto sul contesto umanitario in Siria e nei Paesi vicini nonché sulla situazione in materia di migrazione e rifugiati. Presenta inoltre le misure adottate dalla Svizzera per sostenere la popolazione bisognosa, spiegando in particolare come

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la Confederazione abbia progressivamente accresciuto il proprio impegno umanitario, e analizza i principali sviluppi a livello europeo.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/69999.pdf

Strategia Americhe 2022­2025 01/2022 Il rapporto costituisce una strategia geografica subordinata alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­2023). Questa strategia permette al Consiglio federale di consolidare la propria politica riguardante il continente americano. Sono state identificate cinque priorità, per ognuna delle quali la Svizzera ha definito obiettivi e misure da realizzare entro il 2025.

https://www.eda.admin.ch/eda/it/dfae/dfae/publikationen.html/content/publikationen /it/eda/schweizer-aussenpolitik/Amerikas_Strategie_2022_2025

Rapporto sulla politica estera 2021 02/2022 Il rapporto sulla politica estera 2021 offre una visione d'insieme della politica estera svizzera nell'anno in rassegna. Come disposto dall'articolo 148 capoverso 3 della legge sul Parlamento, il Consiglio federale fornisce un resoconto sulle attività di politica estera condotte dalla Svizzera, in particolare in relazione alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­2023), di cui il rapporto riprende la struttura. Conformemente alla decisione del Consiglio federale dell'11 maggio 2011, il rapporto approfondisce uno dei temi prioritari. In questo caso, si tratta dell'accordo istituzionale tra la Svizzera e l'UE.

https://www.fedlex.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2022/366/it/ pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2022-366-it-pdf-a.pdf, FF 2022 366

Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022­2025 02/2022 Il rapporto costituisce una strategia tematica subordinata alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­2023). Nel documento, il Consiglio federale definisce obiettivi e misure in cinque campi d'azione e si focalizza in particolare sull'elaborazione di norme in materia di armi autonome, ciberspazio e spazio extra-atmosferico.

L'adozione di una strategia di controllo degli armamenti e di disarmo rappresenta una misura decisa dal Consiglio federale nell'ambito dei suoi obiettivi annuali 2021. Il rapporto adempie inoltre il postulato 21.3012 della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale.

https://www.eda.admin.ch/eda/it/dfae/dfae/publikationen.html/content/publikationen /it/eda/schweizer-aussenpolitik/Strategie_Ruestungskontrolle_Abruestung_2022-25

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Rapporto del Consiglio federale sulle attività svolte dalla Svizzera nel settore della politica migratoria estera 2021 04/2021 Nell'anno in rassegna la politica migratoria estera è stata ancora marcata, come in quello precedente, dalla crisi connessa alla pandemia di COVID-19. Nonostante le restrizioni che hanno limitato la mobilità globale, è stato possibile sviluppare in modo mirato la cooperazione bilaterale. La Svizzera e il Gambia, per esempio, hanno siglato un accordo per il rafforzamento della cooperazione in materia di migrazione. Nel 2021, nonostante il perdurare delle restrizioni dovute alla pandemia, si è registrato un aumento dei rimpatri di circa il 20 per cento rispetto all'anno precedente nei settori dell'asilo e degli stranieri. Dopo le difficoltà operative affrontate nel primo anno di pandemia, il programma svizzero di reinsediamento ha ripreso slancio grazie ad approcci innovativi adottati nella procedura di selezione, come i video-colloqui, che hanno consentito di attuare il programma più speditamente. Sono state svolte missioni di reinsediamento in Libano, Egitto e Turchia.

https://www.fedlex.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2022/971/it/ pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2022-971-it-pdf-a-1.pdf, FF 2022 971

Rapporto sui trattati internazionali conclusi nel 2021 05/2022 Conformemente all'articolo 48a capoverso 2 della legge del 21 marzo 199772 sull'organizzazione del Governo e dell'Amministrazione, il Consiglio federale riferisce ogni anno all'Assemblea federale sui trattati che ha concluso e su quelli conclusi dai dipartimenti, dagli aggruppamenti o dagli uffici federali. Il presente rapporto concerne i trattati conclusi nel corso del 2021.

https://www.fedlex.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2022/1535/it/ pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2022-1535-it-pdf-a.pdf, FF 2022 1535

Rapporto nazionale della Svizzera 2022 sull'attuazione dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile 05/2022 Il secondo rapporto nazionale sull'attuazione dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile mostra lo stato di avanzamento della Svizzera nella realizzazione degli obiettivi sia a livello nazionale che internazionale. È completato da un allegato statistico che integra l'analisi qualitativa del rapporto nazionale con dati quantitativi.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/71405.pdf

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RS 172.010

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Priorità della Svizzera per la 77a Assemblea generale dell'ONU: rapporto del Consiglio federale destinato alle Commissioni della politica estera 05/2022 Nel rapporto il Consiglio federale stabilisce le quattro priorità della Svizzera per la 77a Assemblea generale dell'ONU, ossia la gestione delle conseguenze del conflitto armato in Ucraina, la promozione del diritto internazionale, la promozione di un'ONU efficace e la promozione dello sviluppo sostenibile. Oltre a queste quattro priorità, la Svizzera continuerà a seguire l'intera gamma di temi trattati dall'ONU in modo da poter difendere i propri interessi in seno all'Organizzazione.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/72853.pdf

Rapporto sull'attuazione delle priorità della Svizzera per la 76a Assemblea generale dell'ONU 05/2022 Il rapporto fa il punto sull'attuazione delle tre priorità che la Svizzera si era data in vista della 76a Assemblea generale de l'ONU, ossia la promozione della sua candidatura al Consiglio di sicurezza con preparazione del mandato, lo sviluppo sostenibile e la gestione degli effetti della pandemia di COVID-19 e infine il sostegno a uno spazio digitale libero, aperto e sicuro.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/72848.pdf

Rapporto sullo stralcio della mozione Regazzi 16.3982 del 13 dicembre 2016 «Espulsione di terroristi verso i loro paesi di origine, sicuri o meno» 05/2022 Tramite questo rapporto, il Consiglio federale propone di stralciare la mozione 16.3982 di Fabio Regazzi «Espulsione di terroristi verso i loro paesi di origine, sicuri o meno» in conformità all'articolo 122 capoverso 3 lettera a della legge del 13 dicembre 200273 sul Parlamento. Il principio di non respingimento (non-refoulement) ha per scopo di evitare violazioni dei diritti umani vietando a tutti gli Stati di espellere, respingere o estradare persone verso i loro Stati d'origine se questi non rispettano i diritti fondamentali di queste persone. Il rapporto pone l'accento, oltre che sull'analisi degli aspetti giuridici, umanitari e politici del principio di non respingimento, anche su aspetti inerenti alla sicurezza della Svizzera e della sua popolazione.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/71330.pdf

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RS 171.10

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Valutazione ex ante degli effetti degli accordi di libero scambio sullo sviluppo sostenibile 05/2022 Il 18 settembre 2019, il Consiglio nazionale ha accolto il postulato 19.3011 «Elaborazione di un metodo per la valutazione degli impatti prodotti dagli accordi di libero scambio sullo sviluppo sostenibile» della Commissione della gestione del Consiglio nazionale. Nella sua strategia di politica economica esterna riveduta il Consiglio federale prevede di effettuare valutazioni scientifiche mirate in vista di importanti accordi economici. Con questo rapporto, in adempimento del postulato 19.3011, mostra come intende attuare concretamente tale proposito in relazione agli accordi di libero scambio.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/71699.pdf

Rapporto 2020-2021 del Consiglio federale sulla partecipazione della Svizzera al Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico e al Partenariato per la pace 06/2022 Il rapporto riguarda la partecipazione della Svizzera al Consiglio di Partenariato EuroAtlantico e al Partenariato per la pace. Presenta in sintesi le diverse consultazioni svoltesi in seno al Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico (EAPC) e nel quadro di formati flessibili e ripercorre la cooperazione negli ambiti civile e militare nel quadro del Partenariato per la pace nel biennio 2020­2021. Illustra inoltre le corrispondenti attività dei Centri ginevrini.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/72081.pdf

I lavori della Confederazione nel periodo 2017­2021 nell'ambito delle opere d'arte frutto di spoliazioni durante il nazionalsocialismo 06/2022 Il rapporto riassume i lavori della Confederazione nel periodo 2017­2021 nell'ambito delle opere d'arte frutto di spoliazioni durante il nazionalsocialismo. Dopo una descrizione del contesto, il rapporto illustra come la Svizzera ha risposto alle necessità d'intervento riscontrate nell'ultimo rapporto del 2016.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/71949.pdf

Rapporto complementare al rapporto sulla politica di sicurezza 2021 relativo alle conseguenze della guerra in Ucraina: rapporto del Consiglio federale 09/2022 Partendo dal rapporto sulla politica di sicurezza 2021, il rapporto complementare procede a un'analisi della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze. Riflette inoltre sulle 80 / 106

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lezioni di politica di sicurezza che si possono trarre dalla guerra e si concentra in particolare sulle nuove dinamiche della cooperazione in materia di politica di sicurezza e di politica di difesa in Europa. Il rapporto illustra le ragioni per cui, con la guerra in Ucraina, la cooperazione internazionale è diventata ancora più urgente per il nostro Paese e mostra possibilità concrete per intensificarla.

https://www.fedlex.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2022/2357/it/ pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2022-2357-it-pdf-a.pdf

Quarto rapporto nazionale della Svizzera per l'esame periodico universale 09/2022 Il quarto rapporto nazionale della Svizzera, elaborato per l'esame periodico universale (EPU) e presentato a ottobre 2022 al Consiglio dei diritti umani dell'ONU, informa sull'attuazione delle 160 raccomandazioni accolte dalla Svizzera a seguito del terzo esame svoltosi nel 2017. Oltre a presentare le misure adottate e i progressi realizzati, il rapporto illustra le sfide a cui la Svizzera è ancora confrontata in determinati ambiti.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/73243.pdf

Chiarezza e orientamento nella politica di neutralità: rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato 22.3385 della Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati dell'11 aprile 2022 09/2022 Il rapporto sulla neutralità ripercorre l'evoluzione della pratica della neutralità nel corso degli ultimi 30 anni e riepiloga le decisioni adottate dal Consiglio federale dallo scoppio della guerra in Ucraina. La pratica attuale garantisce al Consiglio federale un margine di manovra sufficiente per prendere, caso per caso e tenendo conto della situazione internazionale, decisioni efficaci in materia di neutralità. Il Consiglio federale ribadisce pertanto la necessità di attenersi alla pratica di neutralità descritta nel 1993 e portata avanti ancora oggi dalla Svizzera.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/73617.pdf

Valutazione annuale della situazione di minaccia: rapporto del Consiglio federale alle Camere federali e al pubblico 09/2022 Conformemente all'articolo 70 capoverso 1 lettera d della legge del 25 settembre 2015 sulle attività informative (LAIn), il Consiglio federale valuta ogni anno lo stato della minaccia in Svizzera e informa le Camere federali e il pubblico. La valutazione

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fa riferimento alle minacce menzionate nella LAIn nonché a fatti rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza che avvengono all'estero.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/73757.pdf

L'Hezbollah e la Svizzera 11/2022 Il rapporto, elaborato in adempimento dei postulati Binder-Keller (20.3650) e Pfister (20.3824), descrive sinteticamente le origini dell'Hezbollah e le sue attività in Libano e in altri Paesi, inclusa la Svizzera. Oltre alle misure adottate a livello internazionale e agli strumenti di prevenzione e repressione disponibili in Svizzera, il Consiglio federale indica anche altre misure possibili ai sensi del diritto svizzero per contrastare eventuali attività illecite dell'Hezbollah. Il rapporto giunge alla conclusione che l'Hezbollah è poco attivo in Svizzera e che gli strumenti giuridici attuali sono efficaci. Per queste ragioni, il Consiglio federale non intende adottare misure supplementari contro l'Hezbollah come organizzazione.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/73678.pdf

Impegno della Svizzera concernente il blocco economico imposto a Cuba 11/2022 In adempimento del postulato 20.4332 della CPE-N, il rapporto esamina in dettaglio la politica statunitense nei confronti di Cuba e gli effetti extraterritoriali delle sanzioni.

Analizza inoltre il ruolo della Svizzera e valuta le proposte della CPE-N al riguardo.

Dal documento emerge che la Svizzera fa un buon uso degli strumenti esistenti in sede multilaterale e discute regolarmente la questione degli effetti extraterritoriali delle sanzioni straniere con gli Stati Uniti e con partner con posizioni affini come l'UE.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/73857.pdf

Partecipazione della Svizzera ai comitati direttivi delle banche multilaterali di sviluppo 11/2022 Il rapporto illustra come la Svizzera ha presentato i suoi temi e interessi prioritari negli organi direttivi delle banche multilaterali di sviluppo. Nel periodo in rassegna, la Svizzera ha compiuto progressi nelle sue priorità multilaterali. Ha svolto un ruolo importante nella negoziazione di documenti strategici e nell'adozione di progetti e programmi concreti, agendo spesso da mediatrice in vari gruppi di voto.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/74076.pdf

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Bozza del rapporto «Stato delle relazioni Svizzera-UE» 12/2022 La bozza del rapporto del Consiglio federale sulla situazione delle relazioni tra la Svizzera e l'Unione europea (UE) contiene un'analisi delle attuali relazioni bilaterali tra le due parti e un bilancio dei colloqui esplorativi con l'UE. Il rapporto traccia un bilancio intermedio della via bilaterale ed esamina le attuali opzioni della Svizzera in materia di politica europea. Le opzioni al vaglio sono: relazioni di libero scambio, proseguimento della via bilaterale, adesione al SEE e adesione all'UE. Nel rapporto, il Consiglio federale giunge alla conclusione che la via bilaterale rimane la migliore soluzione per la Svizzera. Il rapporto è stato adottato con riserva dei risultati della consultazione delle Commissioni della politica estera delle due Camere federali.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/74385.pdf

Rapporto in risposta al postulato Janiak (18.3750) sulla regolamentazione rafforzata dell'UE nel campo della navigazione internazionale sul Reno, tutela degli interessi della Svizzera 12/2022 Il rapporto analizza lo sviluppo del regime di gestione della navigazione sul Reno da parte della Commissione centrale per la navigazione sul Reno (CCNR), a più di dieci anni dalla pubblicazione del rapporto sulla politica svizzera nel campo della navigazione, rispetto agli obiettivi fissati all'epoca per la navigazione sul Reno. Il documento mostra quale strategia è stata adottata per tutelare gli interessi della Svizzera in vista della cooperazione istituzionale con l'Unione europea.

https://www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/74559.pdf

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Allegato 3

Pubblicazioni del DFAE Le pubblicazioni di seguito elencate possono essere consultate sul sito del DFAE.

www.eda.admin.ch/eda/it/dfae/dfae/publikationen.html

Strategia Americhe 2022­2025 02/2022 Il rapporto, approvato dal Consiglio federale il 16 febbraio 2022, costituisce una strategia geografica subordinata alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­ 2023). L'adozione della Strategia Americhe 2022­2025 è una misura decisa dal Consiglio federale nell'ambito dei suoi obiettivi annuali 2021.

Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022­2025 02/2022 Il rapporto, approvato dal Consiglio federale il 2 febbraio 2022, costituisce una strategia geografica subordinata alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­ 2023). L'adozione di una strategia di controllo degli armamenti e di disarmo è una misura decisa dal Consiglio federale nell'ambito dei suoi obiettivi annuali 2021. Il rapporto adempie inoltre il postulato 21.3012 della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale.

OSCE ­ Piano d'azione 2022­2025 01/2022 Il DFAE coglie l'occasione del 50° anniversario dell'Atto finale di Helsinki, che cade nel 2025, per stilare un bilancio e impegnarsi per un rafforzamento dell'OSCE. Il Piano d'azione OSCE 2022­2025 della Svizzera è inteso a individuare misure che contribuiscano a rafforzare l'organizzazione e a consolidare nuovamente la sicurezza in Europa. Il documento non ha la pretesa di illustrare in maniera esaustiva la politica della Svizzera nel quadro dell'OSCE, quanto piuttosto di evidenziare gli ambiti in cui la Confederazione può apportare un valore aggiunto nel quadriennio in questione.

Linee guida sull'acqua 2022­2025 03/2022 Le Linee guida sull'acqua 2022­2025 precisano gli obiettivi della Strategia di politica estera 2020­2023 e della Strategia di cooperazione internazionale 2021­2024 per quanto riguarda le risorse idriche. La loro struttura riprende quella dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e si articola in cinque ambiti fondamentali: la popolazione, il pianeta, la prosperità, la pace e i partenariati. Queste linee guida sono collocate al 84 / 106

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terzo livello della gerarchia dei documenti fondamentali di politica estera e si rivolgono principalmente al DFAE. Possono tuttavia fungere da riferimento anche per altri dipartimenti o attori.

Pari opportunità sul posto di lavoro: Piano d'azione 2028 del DFAE 01/2022 Il Piano d'azione 2028 del DFAE per le pari opportunità sul posto di lavoro si fonda sull'esito della valutazione della Politica delle pari opportunità 2010­2020. Definisce quattro campi d'azione con obiettivi misurabili e misure concrete per il periodo 2022­ 2028. In tal modo permette di creare un'intesa comune per promuovere i concetti di parità di genere, diversità e inclusione al DFAE.

Incrementare la cooperazione in materia di asset recovery: esplorare il potenziale dell'impegno del settore privato e della collaborazione pubblico-privato 01/2022 Nel corso di un seminario virtuale di due giorni, esperti internazionali hanno esaminato le prassi emergenti volte a rafforzare la condivisione delle informazioni tra il settore pubblico e il settore privato ai fini dell'identificazione, del congelamento e della confisca di valori patrimoniali di provenienza illecita.

La neutralità della Svizzera 03/2022 Questa brochure, curata congiuntamente dal DFAE e dal DDPS, illustra il significato della neutralità svizzera e il modo in cui viene attuata.

Cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario della Svizzera: statistiche 2020 05/2022 Le statistiche inerenti agli aiuti del settore pubblico e del settore privato svizzeri ai Paesi in via di sviluppo sono pubblicate a cadenza annuale dal 1963. L'opuscolo contiene tabelle sulle prestazioni pubbliche e private in questo ambito suddivise per Paese e per organizzazione.

Un solo mondo 1/2022 03/2022 Il cambiamento climatico rischia di rallentare o addirittura vanificare i progressi fatti nella lotta alla povertà nel mondo. Per questo, nel quadro della cooperazione internazionale, vengono prese contromisure insieme alle popolazioni locali.

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Un solo mondo 2/2022 06/2022 Per ridurre la povertà nel mondo è fondamentale che le persone abbiano lavori dignitosi. Le sfide da superare sono però molteplici e non solo da quando è scoppiata la pandemia di COVID-19.

Un solo mondo 3/2022 09/2022 Milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile: un reportage dal Tagikistan e dall'Uzbekistan.

Un solo mondo 4/2022 11/2022 Questo numero è dedicato al tema dell'istruzione in situazioni di crisi. Milioni di bambine e bambini non possono andare a scuola perché vivono in situazioni di emergenza che a volte durano decenni.

Swiss Peace Supporter 1/2022 03/2022 Questo numero illustra i benefici delle operazioni di pace sul piano personale e su quello istituzionale. Una missione presso l'ONU a New York ha fornito per esempio a un collega nuovi stimoli per il suo lavoro in Sri Lanka. Si parla inoltre del conflitto in Camerun all'ombra della Coppa d'Africa e di una mostra sui gulag a Mosca. Si ripercorrono poi le tappe di una lunga carriera al DFAE nel campo della promozione della pace.

Swiss Peace Supporter 2/2022 06/2022 Questo numero è dedicato al Medio Oriente, dove per la prima volta alla guida della missione di pace dell'UNTSO vi è un capomissione svizzero. Si parla poi dell'impegno della Svizzera in Siria e in Libano. Vi invitiamo inoltre a leggere i resoconti sull'evacuazione da Kiev e sulla missione CIVPOL in Mali nonché l'articolo speciale sull'importanza della giustizia e dell'esecuzione delle pene nei processi di promozione della pace.

Swiss Peace Supporter 3/2022 09/2022 In questo terzo numero, esperte ed esperti svizzeri condividono le loro esperienze sullo sminamento a scopo umanitario. Da leggere anche l'articolo sul lavoro della

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commissione per il diritto all'informazione in Sri Lanka alla luce della crisi che attraversa attualmente il Paese e la retrospettiva dedicata al lavoro del consigliere per la sicurezza umana in Colombia dal 2017.

Swiss Peace Supporter 4/2022 12/2022 I rischi ambientali influenzano sempre più la pace nel mondo. La quarta edizione di SPS mette al centro proprio questo tema. Sulla base del rapporto «Environment of Peace» dello SIPRI, vengono presentate varie opzioni di intervento. Due esperte riferiscono inoltre sull'importanza delle donne nella diplomazia dell'acqua in Asia centrale e sulla migrazione causata dal cambiamento climatico in Africa orientale.

Programma di cooperazione svizzera per la regione del Caucaso meridionale 2022­2025 01/2022 Il programma descrive gli obiettivi che la cooperazione internazionale della Svizzera intende raggiungere nel Caucaso meridionale. Per il periodo 2022­2025 si concentra su quattro ambiti fondamentali: la promozione dell'impegno civico e della cooperazione nella regione, il consolidamento della democrazia e delle istituzioni pubbliche, il miglioramento dello sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro dignitosi, il rafforzamento della resilienza climatica e della gestione sostenibile delle risorse.

Programma di cooperazione svizzera per l'Asia centrale 2022­2025 01/2022 La pace, la coesione sociale e la prosperità in Asia centrale costituiscono un obiettivo essenziale della politica estera svizzera. L'impegno della Svizzera nella regione è iniziato negli anni 1990, quando quattro Stati dell'Asia centrale hanno aderito ai gruppi di voto guidati dalla Svizzera presso il Gruppo della Banca Mondiale, il FMI e la BERS, e da allora si è costantemente intensificato.

Programma di cooperazione svizzera per la regione del Mekong 2022­ 2025 02/2022 Il programma di cooperazione per la regione del Mekong 2022­25 fissa le priorità e gli obiettivi della Svizzera in questa parte del mondo. Con l'obiettivo generale di migliorare la prosperità, la resilienza e l'inclusione nel processo di sviluppo delle popolazioni di Laos, Cambogia e della regione del Mekong, in particolare dei giovani, delle donne e dei gruppi svantaggiati, il nuovo programma di cooperazione veicolerà competenze specialistiche svizzere in tre ambiti: lo sviluppo economico inclusivo, il cambiamento climatico e la gestione delle risorse naturali, la buona governance e la partecipazione dei cittadini.

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Programma di cooperazione svizzera per l'America centrale 2022­2024 05/2022 Con questo programma, la cooperazione svizzera per l'America centrale entra in una nuova fase. Il messaggio concernente la cooperazione internazionale 2021­2024 prevede un ritiro responsabile e progressivo della cooperazione bilaterale svizzera dall'America centrale e dalla regione dei Caraibi.

Programma di cooperazione svizzera per il Bangladesh 2022­2025 01/2022 Il programma di cooperazione svizzera per il Bangladesh 2022­25 si basa sugli insegnamenti tratti in cinquant'anni di partenariato volto a creare opportunità per le fasce di popolazione più vulnerabili e a promuovere la parità di genere. La Svizzera continuerà a sostenere il Bangladesh nel suo processo di emancipazione dal gruppo di Paesi meno sviluppati e nei suoi progressi in vista del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, non abbandonando nessuno alla propria sorte.

Programma di cooperazione svizzera per la Macedonia del Nord 2021­ 2024 02/2022 La Svizzera sostiene la transizione politica, sociale ed economica della Macedonia del Nord dal 1992. Attualmente è uno dei principali partner di cooperazione bilaterale del Paese balcanico.

Programma di cooperazione svizzera per il Kosovo 2022­2025 03/2022 Iniziata nel 1998 in forma di aiuto umanitario, la collaborazione della Svizzera con il Kosovo si è progressivamente orientata verso il sostegno ai processi di transizione e l'avvicinamento alle norme e ai valori europei. Nel 2008 la Svizzera è stata uno dei primi Paesi a riconoscere la Repubblica del Kosovo e a stabilire relazioni diplomatiche. Da allora ha preso forma un partenariato fondato sulla fiducia e su interessi reciproci, che affonda le proprie radici nello spirito degli accordi di cooperazione tra i due Governi.

Programma di cooperazione svizzera per la Bolivia 2022­2024 05/2022 Questo programma di ritiro progressivo permetterà di continuare a focalizzare il lavoro della DSC in Bolivia su tre ambiti tematici essenziali per il miglioramento duraturo delle condizioni di vita delle popolazioni più povere del Paese: lo sviluppo economico, la governance nonché il cambiamento climatico e l'ambiente.

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Programma di cooperazione svizzera per l'Albania 2022­2025 06/2022 La Svizzera sostiene la transizione politica, sociale ed economica dell'Albania dal 1992, dopo aver allacciato relazioni diplomatiche nel 1970. Attualmente la Svizzera è uno dei principali partner di cooperazione bilaterale dell'Albania.

Programma di cooperazione svizzera per il Mali 2022­2025 09/2022 Per aiutare il Mali ad affrontare le sfide che lo attendono, il DFAE attua un programma che combina cooperazione allo sviluppo, aiuto umanitario e strumenti della Divisione Pace e diritti umani. I principali focus tematici della Strategia di cooperazione 2017­ 2021, ossia la governance e la pace, lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare nonché l'istruzione, sono del tutto pertinenti e costituiscono la base del programma di cooperazione per il Mali 2022­2025 che intende contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano nazionale di sviluppo del Paese africano.

Programma di cooperazione svizzera per il Nepal 2023­2026 11/2022 Questo programma mira a rafforzare il federalismo, a promuovere una crescita economica inclusiva e sostenibile e ad aiutare le persone migranti e le loro famiglie. Le attività del programma sono dedicate anche alla parità di genere e all'inclusione sociale, senza dimenticare l'adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei relativi effetti. Per raggiungere questi obiettivi e rafforzare il sistema governativo nepalese, il programma combina vari approcci alla cooperazione, tra cui mandati, contributi e aiuti al bilancio.

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Allegato 4

Stato del raggiungimento degli obiettivi della SPE 2020-2023 Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2022

Punto della situa-zone

Obiettivi della SPE 2020­2023 (talora sintetizzati, testo evidenziato per una più facile consultazione, per la formulazione integrale degli obiettivi cfr. SPE)

In che misura sono stati raggiunti gli obiettivi intermedi?

Bilancio intermedio riferito agli obiettivi della SPE 2020­2023

1.1 La Svizzera viene eletta come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU e persegue in tale contesto una politica credibile (...).

Il 9 giugno 2022 l'Assemblea generale dell'ONU ha eletto la Svizzera nel Consiglio di sicurezza con 187 voti a favore. Dopo la consultazione delle Commissioni della politica estera del Parlamento, il Consiglio federale ha fissato quattro priorità tematiche per questo mandato: promuovere una pace sostenibile, proteggere la popolazione civile, affrontare la questione della sicurezza climatica e rafforzare l'efficienza.

In corso.

I lavori connessi al seggio per il biennio 2023/2024 sono proseguiti come pianificato. Nel novembre del 2022 è stato condotto un test per verificare i processi interni di coordinamento e decisione.

1.2 Grazie a contributi attivi per promuovere la democrazia, per mediare, prevenire e comporre i conflitti e per lottare contro l'impunità, la Svizzera figura tra i Paesi leader a livello mondiale nella promozione della pace. Grazie alla presidenza della rete «Donne, pace e sicurezza», prevista nel 2021, consolida il ruolo delle donne nella politica di pace e di sicurezza.

Nel campo della mediazione e del sostegno al dialogo, nell'anno in rassegna la Svizzera ha accompagnato e favorito 20 processi di pace.

Nel quadro della rete «Donne, pace e sicurezza» che ha presieduto nel 2022, la Svizzera ha organizzato una conferenza a Ginevra e un evento di alto livello in formato virtuale a margine della 77a Assemblea generale dell'ONU. A Ginevra è stata adottata una dichiarazione congiunta.

In corso.

La richiesta di buoni uffici rimane elevata.

La Svizzera si è adoperata con successo per l'attuazione dell'accordo di pace in Colombia. Nel corso dell'anno di presidenza della rete «Donne, pace e sicurezza», altri Paesi vi hanno aderito.

1.3 La Svizzera rafforza l'universalità dei diritti umani tramite un quadro giuridico internazionale supportato da istituzioni efficienti, tra cui in particolare il Consiglio dei diritti umani dell'ONU, a Ginevra, e gli organi per la difesa dei diritti umani del Consiglio d'Europa e dell'OSCE (...).

Nel 2022 si sono svolti dialoghi bilaterali sui diritti umani con quattro Stati. La Svizzera ha partecipato attivamente alle tre sedute del Consiglio dei diritti umani e della terza Commissione dell'Assemblea generale dell'ONU e ha presentato diverse iniziative riguardanti in particolare il diritto a un ambiente pulito,

Parzialmente in corso.

La Svizzera fornisce, nell'ambito delle sue possibilità, contributi preziosi grazie ai suoi contatti di lunga data e alla sua grande credibilità. L'universalità dei diritti umani non è però sufficientemente

1. Pace e sicurezza

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sano e sostenibile, le dimostrazioni pacifiche, i matrimoni di bambini, i matrimoni precoci e forzati nonché la giustizia transizionale.

Nel 2022 il DFAE ha nuovamente aumentato il proprio contributo all'OHCHR. La partecipazione finanziaria complessiva per l'insieme dei progetti ammonta a 10 milioni di franchi.

presa in considerazione a livello internazionale.

1.4 Nelle crisi umanitarie la Svizzera presta aiuto d'emergenza. Inoltre, consolida la sua reputazione di polo per le questioni umanitarie, soprattutto grazie alla Ginevra internazionale, e sviluppa nuove strategie per far fronte alle sfide umanitarie (...).

Nelle regioni di prima accoglienza, sostiene la tutela e l'integrazione duratura di profughi e sfollati e riduce le cause della migrazione irregolare e dello sfollamento forzato.

La Svizzera ha fornito aiuti umanitari d'emergenza, ad esempio ad Haiti. L'aiuto umanitario in Ucraina e nelle regioni circostanti è stato potenziato.

In occasione della conferenza di alto livello dei Paesi donatori sulla crisi umanitaria in Yemen tenutasi a marzo a Ginevra, la Svizzera ha annunciato il mantenimento del proprio sostegno finanziario pari a 14,5 milioni di franchi per le operazioni di aiuto umanitario sul posto.

In corso.

La Svizzera ha prestato aiuto d'emergenza nel quadro di diversi conflitti armati e altre situazioni di violenza. È percepita come attore chiave nel campo dell'impegno umanitario, grazie in particolare alle sue conoscenze specialistiche e al sostegno dei suoi partner nella Ginevra internazionale.

1.5 La Svizzera si impegna a favore del mantenimento degli accordi per il controllo degli armamenti e per il disarmo. Inoltre lotta contro la criminalità organizzata, la cibercriminalità e il terrorismo, ostacola la loro esportazione all'estero così come ogni forma di sostegno alle loro attività e contrasta la tratta di esseri umani e il traffico di migranti.

La Svizzera ha formulato con successo proposte nell'ambito delle Conferenze di revisione del TNP e della Convenzione sulle armi chimiche.

Ha assunto inoltre la presidenza del Regime di controllo delle tecnologie missilistiche (MTCR) per il periodo 2022/2023 e ne ha organizzato la riunione plenaria a Montreux.

Nel campo della lotta al terrorismo, la Svizzera è attiva in sede ONU e su altri fronti e si focalizza in particolare sul rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario.

Parzialmente in corso.

Il Consiglio federale ha inviato un segnale politico con l'adozione della nuova strategia in materia di controllo degli armamenti e disarmo. Allo stesso tempo, la situazione geopolitica ostacola i progressi a livello internazionale.

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2.1 La Svizzera si adopera per il rafforzamento di un ordine commerciale, finanziario e monetario stabile, affidabile e regolamentato. Inoltre migliora le condizioni quadro per i rapporti economici e finanziari con i propri partner e assicura ai propri operatori economici un accesso libero e non discriminatorio ai mercati esteri (...).

La 12a Conferenza ministeriale dell'OMC a Ginevra ha permesso di ottenere ancora una volta risultati concreti nei settori delle sovvenzioni alla pesca, dell'aiuto alimentare umanitario, degli scambi commerciali, della sanità e del commercio elettronico.

Il Consiglio federale ha deciso di creare la base costituzionale per l'imposta minima concordata dall'OCSE e dagli Stati del G20. Un'ordinanza temporanea emanata su tale base garantisce che l'imposta minima entri in vigore il 1° gennaio 2024; la legge corrispondente seguirà invece l'iter ordinario.

Parzialmente in corso.

Le relazioni commerciali internazionali hanno risentito fortemente della guerra in Ucraina (sanzioni, problemi nelle catene di approvvigionamento, blocchi commerciali).

Permane inoltre l'incertezza riguardo all'accesso al mercato interno dell'UE.

L'attuazione dell'imposta minima in Svizzera procede come previsto.

2.2 Mediante gli strumenti della diplomazia commerciale e della promozione delle esportazioni, la Svizzera sostiene le imprese nazionali nelle loro attività all'estero in maniera efficace e adeguata alle loro esigenze.

Le imprese svizzere hanno beneficiato del sostegno degli strumenti di promozione delle esportazioni della Confederazione e di quello delle rappresentanze all'estero anche dopo la fase acuta della pandemia di COVID-19 e nel corso della guerra in Ucraina.

L'accesso a progetti infrastrutturali esteri è in corso: diverse imprese generali di altri Paesi si sono stabilite in Svizzera. Il DFAE è riuscito a ingaggiare vari specialisti in infrastrutture.

In corso.

Le relazioni economiche globali fragilizzate dalla guerra in Ucraina, i persistenti problemi nelle catene di approvvigionamento e le difficoltà sul mercato dell'energia in termini di regolarità e di prezzo delle forniture pongono grossi problemi alle imprese.

Gli strumenti di promozione delle esportazioni della Confederazione si sono finora dimostrati adeguati ed efficienti anche in periodo di crisi.

2.3 La Svizzera crea condizioni quadro ottimali affinché possa anche in futuro posizionarsi ai vertici nel campo dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione e rafforzare la propria competitività.

La promozione dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione (ERI) è stata attuata secondo le priorità previste nel relativo messaggio per il periodo 2021­2024. Nel settore ERI prosegue lo sviluppo di relazioni bilaterali con Paesi esterni all'Unione europea.

Parzialmente in corso.

Un'associazione con Orizzonte Europa e con Erasmus+ rimane l'obiettivo dichiarato del Consiglio federale, che ha deciso di stanziare i mezzi per misure transitorie supplementari nel 2022.

2. Prosperità

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2.4 La Svizzera favorisce l'accesso al mercato dei Paesi in via di sviluppo e crea nuove opportunità economiche per questi ultimi. Sostiene le iniziative del settore privato in materia di accesso ai capitali, integrazione nell'economia mondiale, imprenditoria e competenze specialistiche al fine di favorire la creazione di posti di lavoro dignitosi.

In collaborazione con il Fondo d'investimento svizzero per i mercati emergenti sono stati realizzati diversi investimenti.

È stata istituita la SIFI, un'iniziativa specificamente orientata allo sviluppo e allo scaleup di prodotti in Paesi in via di sviluppo, ed è stata decisa una partecipazione.

In corso.

Proseguono le attività pianificate per promuovere il settore privato e cooperare con quest'ultimo. A causa della pandemia e dei conflitti in atto le sfide a livello internazionale si sono inasprite.

2.5 La Svizzera si impegna a favore di una gestione sostenibile delle risorse naturali e promuove l'accesso universale a servizi di base di qualità.

La Svizzera ha reagito alla crisi alimentare in atto con misure di emergenza e sostegno mirato a favore dei Paesi maggiormente colpiti. Inoltre ha continuato a puntare su misure a medio e a lungo termine volte a strutturare in modo maggiormente sostenibile i sistemi alimentari. La Svizzera ha mantenuto gli impegni assunti in occasione del vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari del 2021, partecipando a diverse coalizioni.

Parzialmente in corso.

La Svizzera ha orientato agli obiettivi i propri strumenti e offre contributi preziosi anche ai fini dell'attuazione dell'Agenda 2030.

Il numero di persone che soffrono la fame e l'insicurezza alimentare sono però aumentati ancora in modo massiccio nel 2022.

Nel mese di febbraio l'UNEA ha deciso di istituire un comitato scientifico per i prodotti chimici, i rifiuti e l'inquinamento e di avviare negoziati finalizzati all'elaborazione di una convenzione globale sulla plastica. È stato inoltre adottato un nuovo quadro globale per la preservazione della biodiversità. Il 1° gennaio 2022 sono entrate in vigore disposizioni di legge in materia di comunicazione di informazioni sulla sostenibilità per i grandi istituti finanziari. Il Consiglio federale ha poi elaborato, sulla base delle raccomandazioni del TCFD, l'ordinanza di esecuzione concernente la relazione sulle questioni climatiche. Inoltre, alla fine del 2022 è stata elaborata la strategia per una

In corso.

Nei limiti delle sue possibilità, la Svizzera ha realizzato progressi nei settori menzionati operando insieme a Stati che condividono le sue posizioni. In questo modo crea importanti condizioni quadro per il prosieguo dell'attuazione dell'Agenda 2030.

3. Sostenibilità 3.1 L'utilizzo sostenibile di risorse naturali quali l'acqua, il suolo, i boschi e la conservazione della biodiversità sono di importanza cruciale per la Svizzera, che si impegna a favore di un impiego efficiente delle risorse e persegue standard elevati nel campo dei prodotti chimici e dei rifiuti, dell'estrazione e del commercio di materie prime nonché delle infrastrutture. La Confederazione promuove la gestione aziendale responsabile e la sostenibilità nel settore finanziario.

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piazza finanziaria svizzera sostenibile.

3.2 La Svizzera contribuisce a un'attuazione efficace dell'Accordo di Parigi sul clima e aiuta a rendere gradualmente più ambiziosi gli obiettivi climatici nazionali, in modo da contenere il riscaldamento climatico a 1,5 gradi. Conformemente agli impegni presi, sostiene i Paesi in via di sviluppo nell'attuazione degli accordi multilaterali sull'ambiente.

(...) Coadiuva inoltre questi Paesi nella prevenzione delle catastrofi.

Alla conferenza dell'ONU sul clima, la Svizzera si è adoperata anche per un rafforzamento del regime climatico multilaterale, in particolare degli obiettivi di riduzione nazionali, e ha contribuito attivamente a definire l'obiettivo di finanziamento per il periodo post 2025. I Paesi in via di sviluppo più poveri hanno beneficiato di un particolare sostegno nel quadro della cooperazione allo sviluppo e della prevenzione delle catastrofi.

Parzialmente in corso.

Le normative e le misure internazionali e nazionali devono essere ulteriormente inasprite per riuscire a limitare il riscaldamento climatico globale a 1,5 gradi.

3.3 Tramite il suo impegno internazionale, la Svizzera intende tutelare maggiormente la popolazione dai rischi per la salute, garantire l'accesso ad agenti terapeutici sicuri e finanziabili a lungo termine e promuovere sistemi sanitari nazionali efficienti. Inoltre vuole sostenere la governance nell'ordinamento sanitario internazionale e contribuire a ottimizzare la politica internazionale in materia di dipendenze.

Nel quadro del suo impegno per un migliore accesso ai prodotti terapeutici e una loro ripartizione più equa (ACTA), la Svizzera ha fatto parte di organi operativi come il Consiglio dei donatori per i componenti diagnostici. È stata inoltre accettata la sua candidatura al Consiglio esecutivo dell'OMS, organo di cui entrerà a fare parte a metà del 2023. È stato infine rinnovato per il quadriennio 20222025 il seggio svizzero nella Commissione sugli stupefacenti.

In corso.

La Svizzera ha contribuito al rafforzamento dell'OMS partecipando ai gruppi di lavoro sul finanziamento sostenibile e sulle riforme della governance. Si è inoltre impegnata attivamente per lo sviluppo delle politiche internazionali in materia di dipendenze, promuovendo il proprio concetto dei quattro pilastri nonché la complementarità tra Vienna (CND), Ginevra (Consiglio dei diritti umani dell'ONU, OMS) e New York (Assemblea generale ONU).

3.4 In un contesto internazionale minato da crescenti pericoli per il patrimonio culturale dovuti a conflitti armati e catastrofi naturali, la Svizzera persegue una politica attiva con la sua Strategia in materia di protezione del patrimonio culturale minacciato.

La Confederazione sostiene vari ambiti della politica culturale all'estero come la promozione cinematografica, le scuole svizzere e il

È in corso l'attuazione della strategia per la protezione del patrimonio culturale in pericolo. In quanto Stato terzo, la Svizzera può partecipare a determinate condizioni al programma quadro dell'UE per la promozione del settore audiovisivo e culturale «Europa creativa 2021­2027». Il Consiglio federale valuterà tale opportunità. La Svizzera siede inoltre in diversi comitati del Consiglio d'Europa. Si

In corso.

L'attuazione della strategia, dimostratasi efficace nel contesto della guerra in atto in Ucraina, prosegue come pianificato. In qualità di membro attivo del Consiglio esecutivo dell'UNESCO, la Svizzera si impegna per l'attuazione

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trasferimento di beni culturali. Sul piano multilaterale, la Svizzera mira a partecipare ai programmi dell'UE, è membro attivo del Consiglio esecutivo dell'UNESCO e consolida il ruolo della cultura in seno al Consiglio d'Europa.

adopera affinché sia preservato il valore della cultura nelle attività del Consiglio d'Europa anche nel contesto delle riforme avviate a seguito dell'esclusione della Russia.

sostenibile degli strumenti normativi dell'organizzazione.

3.5 La Svizzera sfrutta il potenziale delle città come attori della politica estera mediante partenariati in Svizzera e all'estero. Rafforza il dialogo, soprattutto nell'ambito della sostenibilità, con reti di città rilevanti o tramite UNHabitat. Così facendo combatte gli sviluppi ambientali negativi nonché le conseguenze dei conflitti sulle aree urbane.

Diversi incontri di alto livello hanno permesso di rafforzare ulteriormente la diplomazia delle città. La Svizzera è stata uno dei principali Paesi donatori di UN-Habitat, il programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani.

Ha contribuito a consolidare la governance urbana tramite il finanziamento di programmi di sviluppo e la partecipazione attiva agli organi decisionali politici dell'organizzazione ONU.

In corso.

La Svizzera ha la possibilità di porre l'accento su determinati aspetti sia a livello istituzionale sia tramite progetti.

4.1 La Svizzera riunisce attori di tutti i gruppi d'interesse per chiarire le responsabilità nello spazio digitale ed elaborare nuovi modelli di governance. Quale «costruttrice di ponti» assume un ruolo chiave nell'attuazione delle raccomandazioni del gruppo di alto livello del segretario generale delle Nazioni Unite sulla cooperazione digitale.

La Svizzera ha allacciato i primi contatti con l'inviato speciale per la tecnologia (Tech Envoy) del segretario generale dell'ONU nominato a giugno del 2022 e con il suo ufficio. Ne ha sostenuto finanziariamente le attività a Ginevra nell'ambito dei lavori per la formulazione del Patto digitale globale (GDC). Si è inoltre assicurata che il GDC costituisse la base per le discussioni nel quadro dell'IGF 2022 ad Addis Abeba. La Svizzera ha sostenuto l'attuazione dei Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani tramite il progetto B-Tech presso l'OHCHR.

In corso.

Ginevra ha dimostrato di essere un centro importante per le attività ONU inerenti al GDC, in particolare attraverso l'approccio multistakeholder e sinergie con l'IGF.

La Svizzera sostiene il dialogo tra le imprese del settore della tecnologia e i servizi governativi tramite diversi progetti.

4.2 La Svizzera si impegna per una politica globale in materia di digitalizzazione e di gestione dei dati che, grazie a condizioni quadro adeguate, favorisca un accesso e uno sfruttamento dei dati in grado di promuovere lo sviluppo economico e

Il rapporto «Schaffung von vertrauenswürdigen Datenräumen basierend auf der digitalen Selbstbestimmung» (Creazione di data room affidabili sulla base dell'autodeterminazione digitale) chiarisce la posizione della Confederazione in questo

Parzialmente in corso.

I lavori sono portati avanti in conformità alla Strategia di politica estera digitale 2021­2024. Resta tuttavia molta strada da fare per realizzare le

4. Digitalizzazione

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sociale. (...) A tale scopo crea una rete internazionale per la promozione dell'autodeterminazione digitale. Intensificando la collaborazione con l'UE, sfrutta le opportunità legate a uno spazio europeo dei dati e a un mercato unico digitale.

ambito. La Svizzera ha contribuito attivamente a dare forma alla governance internazionale del settore dell'IA. Ad aprile, uno svizzero è stato nominato presidente del Comitato del Consiglio d'Europa sull'intelligenza artificiale (CAI), che dovrà negoziare il primo accordo internazionale giuridicamente vincolante sull'IA. In seno al CAI collaborano Paesi europei, ma anche Stati americani e asiatici. Nel mese di settembre il Consiglio federale ha affidato alla delegazione svizzera il mandato negoziale.

condizioni quadro auspicate a livello internazionale. La formazione di blocchi tra Stati Uniti, Unione europea e Cina rende l'iter ancora più difficoltoso.

4.3 La Svizzera sostiene il ruolo di Ginevra come centro della politica digitale e tecnologica globale rafforzando strutture esistenti, quali la Geneva Internet Platform, la fondazione GESDA o il Geneva Dialogue. Inoltre viene intensificata anche la cooperazione con istituti di ricerca di altri Cantoni.

La fondazione GESDA (Geneva Science and Diplomacy Anticipation) ha tenuto con successo il suo secondo vertice. Il progetto di rafforzamento delle capacità di comunicazione e raccolta fondi della Geneva Internet Platform, finanziato principalmente dal DFAE e dall'UFCOM, è in fase di attuazione. Ginevra ha accolto inoltre la sede del Segretariato dell'iniziativa GIGA, una delle più importanti in materia di connettività, che mira a garantire a tutte le scuole del mondo una connessione Internet entro il 2030. Prosegue inoltre il «Geneva Dialogue on Responsible Behaviour in Cyberspace».

In corso.

Grazie a nuove iniziative, la Ginevra internazionale è stata posizionata con successo come centro globale per la digitalizzazione e le nuove tecnologie.

La concorrenza tra le piazze per accogliere le sedi delle varie organizzazioni resta però intensa.

4.4 La Svizzera persegue una politica di più alto profilo nell'ambito della politica estera digitale. Promuove un clima di fiducia a livello internazionale per contenere i rischi. Poiché il principio di «anteporre il diritto al potere» deve valere anche nel mondo virtuale, sostiene iniziative volte a chiarire l'applicazione del diritto internazionale nel ciberspazio.

La Svizzera si è impegnata per la concretizzazione del diritto internazionale nel ciberspazio, inclusi i processi informatici dell'ONU, tramite un documento di lavoro congiunto con il Canada contenente proposte concrete nonché la creazione di un gruppo di Stati con opinioni affini in materia di diritto internazionale umanitario. Inoltre, nel quadro dell'OSCE, ha portato a termine con successo insieme alla Germania il lavoro inerente a direttive per la tenuta

In corso.

Nel quadro dell'ONU, l'OEWG ha adottato un primo rapporto intermedio che fungerà da roadmap per gli anni a venire. Le posizioni della Svizzera sono riprese con successo nell'ambito delle strutture esistenti anche grazie alla stretta collaborazione con altri partner.

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di consultazioni in caso di ciberincidenti.

4.5 La Svizzera aiuta i Paesi in via di sviluppo a utilizzare le nuove tecnologie e a fronteggiare i relativi rischi. (...)

In collaborazione con partner selezionati, come il CICR, elabora le condizioni quadro per la protezione di dati umanitari digitali.

Le misure Tech4Good hanno acquisito ulteriore importanza nell'ambito della CI svizzera.

Il DFAE ha portato avanti, nel quadro dell'HDTI, il dibattito internazionale sulla protezione dei dati umanitari. Inoltre ha condotto chiarimenti volti a migliorare la protezione dei dati delle organizzazioni internazionali e del settore umanitario.

In corso.

La Svizzera ha sviluppato un profilo riconosciuto a livello internazionale e opera attivamente per implementare e concretizzare ulteriori possibili misure di protezione dei dati.

5.1 Mediante la conclusione di un accordo istituzionale, la Svizzera consolida l'accesso al mercato interno dell'UE, rinsalda la via bilaterale nel suo complesso e ne rende possibile l'ulteriore sviluppo grazie alla stipulazione di nuovi accordi di accesso al mercato. Nel caso in cui non si dovesse trovare un'intesa sull'accordo istituzionale, la Svizzera elabora per tempo misure concrete negli ambiti della collaborazione settoriale con l'UE in modo da attenuare le ripercussioni negative.

Il Consiglio federale ha fissato le linee direttrici per un nuovo pacchetto negoziale con l'UE e incaricato la segretaria di Stato del DFAE di condurre colloqui esplorativi. L'accesso al mercato interno rientra in questo pacchetto come anche la negoziazione di nuovi accordi di partecipazione al mercato e partecipazioni a programmi. Tra le misure per il mantenimento della via bilaterale figura anche lo sblocco del secondo contributo svizzero. Nel giugno del 2022, nell'ottica della sua attuazione è stato sottoscritto un MoU con l'UE.

Parzialmente in corso.

Tra la Svizzera e l'UE si sono svolte diverse tornate di colloqui esplorativi e tecnici sull'approccio a pacchetto. Sono stati inoltre coinvolti nel processo gli stakeholder politici interni.

Per contenere le conseguenze negative sono state pianificate e attuate misure di attenuazione.

5.2 La Svizzera porta a termine i negoziati in corso con l'UE, soprattutto in materia di elettricità, sicurezza alimentare e salute pubblica, e si assicura la partecipazione ai programmi dell'UE, specialmente nei campi della ricerca e dell'innovazione.

I nuovi accordi sul mercato interno (elettricità, sicurezza alimentare) e di cooperazione (sanità pubblica) come anche la futura partecipazione ad altri programmi dell'UE (in particolare nei settori dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione) sono inclusi nell'approccio a pacchetto.

Parzialmente in corso.

Questi elementi, facenti parte dell'approccio a pacchetto, sono discussi nel quadro dei colloqui esplorativi in corso. A causa del legame in termini di contenuti con le questioni istituzionali voluto dall'UE, la partecipazione della Svizzera al programma Orizzonte Europa è bloccata.

5. Europa

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5.3 La Svizzera sfrutta la sua associazione a Schengen/ Dublino per tutelare i suoi interessi in materia di lotta contro la criminalità e contro la migrazione irregolare e di protezione delle frontiere a livello europeo. La Svizzera rafforza la sua sicurezza e quella dell'Europa recependo e attuando gli sviluppi dell'acquis di Schengen.

L'Assemblea federale ha approvato tre sviluppi dell'acquis di Schengen (FADO, ETIAS c.a. e VIS) ed è stata aperta una consultazione (SCHE-VAL). Lo sviluppo riguardante Frontex è stato approvato a larga maggioranza in sede referendaria. Sulla base dei suoi diritti di partecipazione a Schengen, la Svizzera ha avuto tra le altre cose accesso ai formati UE di crisi COVID-19 e Ucraina. Sono stati inoltre ratificati l'Accordo di partecipazione a Prüm e il Protocollo Eurodac, che integrano la cooperazione Schengen/Dublino.

In corso.

La Svizzera ha ripreso ulteriori sviluppi e può far valere in modo mirato i propri interessi.

La sicurezza interna della Svizzera e dell'Europa ne risulta rafforzata.

5.4 Per garantire la coerenza della propria politica europea la Svizzera esamina, laddove opportuno, il rapporto tra gli obiettivi primari di quest'ultima e le sue altre politiche estere, crea appositi strumenti di coordinamento e conduce un dialogo regolare con l'UE (...).

L'intensa attività di coordinamento in materia di politica interna è proseguita. In politica estera la Svizzera ha ribadito, anche con la sua reazione alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, di essere un partner affidabile.

Ciò è emerso anche dalle consultazioni in materia di politica estera e di sicurezza tra la segretaria di Stato del DFAE e il segretario generale del SEAE. In futuro queste consultazioni dovrebbero tenersi, secondo possibilità, due volte all'anno.

In corso.

Il Consiglio federale adotta varie misure volte a garantire la coerenza della politica europea.

5.5 I diritti e i gli obblighi reciproci vigenti tra la Svizzera e il Regno Unito vanno, per quanto possibile, garantiti giuridicamente nel quadro dell'attuazione della strategia «Mind the Gap». Il rapporto bilaterale tra la Svizzera e il Regno Unito sarà inoltre approfondito e ampliato («Mind the Gap Plus»).

Dopo l'entrata in vigore dei nuovi accordi bilaterali l'anno precedente, nell'anno in rassegna è proseguito lo sviluppo delle relazioni bilaterali. La priorità è data a quattro settori chiave: commercio, servizi finanziari, ricerca e innovazione, mobilità.

In corso.

Le relazioni bilaterali si sviluppano in modo molto positivo e nell'interesse reciproco. Inoltre nell'aprile del 2022, in occasione della visita del presidente della Confederazione, la Svizzera e il Regno Unito hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta (Joint Statement) sull'ulteriore sviluppo del loro partenariato bilaterale.

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6. Altre regioni e Paesi prioritari nel mondo 6.1 Europa sudorientale, Europa orientale e regioni confinanti: la Svizzera persegue una politica di dialogo critico e costruttivo con la Russia e la Turchia. Intensifica il proprio impegno negli Stati dell'Europa orientale al fine di rafforzarne l'indipendenza.

Finché la Russia e la Georgia non intratterranno rapporti diplomatici, la Svizzera è disposta a garantire la comunicazione tra questi due Stati sulla base di un mandato di potenza protettrice.

La Svizzera ha portato avanti e intensificato il dialogo con la Turchia, dato anche il ruolo svolto da questo Paese in relazione alla guerra in Ucraina.

Dal 24 febbraio 2022, data d'inizio dell'aggressione militare russa, la Svizzera ha ridotto i suoi contatti con la Russia. Sono comunque avvenuti scambi ad alto livello. La Svizzera si è impegnata a favore dell'indipendenza dell'Ucraina, per esempio riprendendo le sanzioni dell'UE e incentrando sulla ricostruzione la conferenza di Lugano conclusasi con risultati concreti (dichiarazione finale e principi di Lugano). La Svizzera continua a rappresentare gli interessi della Georgia e della Russia.

Parzialmente in corso.

La politica del dialogo con la Russia non ha potuto proseguire come in passato a causa della massiccia e persistente violazione del diritto internazionale. Il riuscito riorientamento alla ricostruzione della Conferenza sulla riforma ucraina, i risultati raggiunti nonché la fornitura di aiuti umanitari all'Ucraina e alla Moldova ribadiscono l'impegno della Svizzera per l'indipendenza degli Stati della regione

6.2 Africa subsahariana: la Svizzera formula una strategia per l'Africa. Rafforza la collaborazione con l'Unione africana, consolidando così le sue relazioni di partenariato con i Paesi africani, anche in vista del seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Contatti di alto livello hanno permesso di consolidare le relazioni della Svizzera con alcuni Paesi africani. In quest'ottica vanno menzionati in particolare la visita presidenziale del Kenia in Svizzera, con l'apertura dell'Ambasciata a Berna, nonché il viaggio del presidente della Confederazione in Niger. Il dialogo con l'Unione africana si è intensificato. L'imminente ingresso nel Consiglio di sicurezza dell'ONU ha fatto crescere l'interesse nei confronti della Svizzera ed è visto in modo fondamentalmente positivo dai partner africani.

In corso.

L'attuazione della Strategia Africa subsahariana 2021­2024 procede e contribuisce a meglio profilare la politica della Svizzera concernente il continente africano.

È attualmente in atto una revisione intermedia di questa strategia.

6.3 Regione MENA: la Svizzera elabora una strategia per la regione e, oltre a puntare sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, rafforza l'accento sullo sviluppo economico e sulle prospettive professionali per i giovani sul posto; inoltre promuove condizioni quadro favorevoli per le imprese svizzere. Continua

Per la regione MENA l'accento è stato posto su economia e finanze, approvvigionamento energetico, sostenibilità e innovazione. In Qatar è stata sottoscritta una dichiarazione d'intenti riguardante l'istituzione di un dialogo economico-finanziario, svoltosi in seguito per la prima volta il 5 settembre 2022. La Svizzera

In corso.

L'attuazione della strategia procede come pianificato. Nell'anno in rassegna le priorità sono state leggermente modificate rispetto all'anno precedente.

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a mettere a disposizione in tutta la regione i suoi buoni uffici, soprattutto per quanto riguarda i mandati di potenza protettrice per l'Iran e nei confronti di quest'ultimo.

Obiettivi intermedi per il 2022

Punto della situa-zone

ha inoltre continuato ad adoperarsi per una soluzione del conflitto in Medio Oriente. Il DFAE ha sostenuto anche il processo politico dell'ONU relativo a Libia, Siria e Yemen.

6.4 Asia: la Svizzera aggiorna la sua strategia Cina e crea organismi di coordinamento interdipartimentali ai fini di una maggiore coerenza.

Nell'ambito della Nuova via della seta (BRI), si impegna per migliorare le condizioni quadro per la partecipazione di imprese svizzere a progetti BRI. Nel contempo si adopera affinché la BRI sia guidata dai valori e dagli obiettivi delle organizzazioni e istituzioni multilaterali riconosciute. Inoltre rafforza in modo mirato la collaborazione con l'ASEAN.

L'attuazione della Strategia Cina è in corso e il gruppo di lavoro interdipartimentale recentemente creato si riunisce regolarmente. A causa delle misure adottate in Cina contro la pandemia di COVID-19 e del mutato quadro politico, i progetti BRI a partecipazione svizzera non sono avanzati come pianificato. Nell'ambito del partenariato di dialogo settoriale con l'ASEAN è stato adottato il piano d'azione per la seconda fase della cooperazione tecnica (2022­2026).

Parzialmente in corso.

Un maggiore coordinamento tra gli attori coinvolti ha permesso di rafforzare ulteriormente la coerenza della politica della Svizzera riguardante la Cina. L'intensificazione della cooperazione nel quadro della BRI presuppone un miglioramento delle condizioni quadro.

6.5 Americhe: la Svizzera sostiene il consolidamento delle condizioni quadro giuridiche in vari settori (commercio, investimenti, fiscalità, innovazione) allo scopo di intensificare ulteriormente le relazioni economiche talvolta già strette. Con molti Paesi della regione vi è un'ampia condivisione di valori e obiettivi a livello multilaterale e la Svizzera si impegnerà insieme a loro a favore delle proprie priorità in ambito multilaterale.

La Svizzera ha sottoscritto accordi per arginare il riscaldamento globale con Uruguay e Dominica nonché una dichiarazione inerente alla cooperazione in questo ambito con il Cile. Con gli Stati Uniti è in corso la negoziazione di accordi in materia di imposizione, riconoscimento reciproco dei processi di fabbricazione nell'industria farmaceutica e cooperazione scientifica nel campo della tecnologia quantistica. Sono proseguiti inoltre i negoziati per la conclusione di un accordo di libero scambio con il Mercosur e il rinnovo degli accordi con Messico, Cile e gli Stati centroamericani (adesione del Guatemala). In vista del suo seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, la Svizzera ha identificato interessi e obiettivi comuni con diversi Paesi del continente.

In corso.

Con la Strategia Americhe il Consiglio federale ha definito con più precisione la sua politica relativa a questa regione. Nell'anno in rassegna il quadro giuridico bilaterale è stato consolidato. L'impegno multilaterale della Svizzera trae beneficio dal perdurare della cooperazione con i Paesi americani, che procede come pianificato.

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Punto della situa-zone

7.1 La Svizzera sostiene gli sforzi di riforma dell'ONU.

Interviene in modo mirato in alleanze che si adoperano per proteggere la popolazione civile nei conflitti armati e rivendicano più responsabilizzazione e trasparenza nei metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza.

La Svizzera ha sostenuto attivamente l'attuazione delle riforme dell'ONU e ha contribuito a rendere più trasparente il lavoro del Consiglio di sicurezza, compresa la nomina del segretario generale, soprattutto nei confronti degli Stati non membri. In qualità di presidente del gruppo di amici per la protezione della popolazione civile, ha inoltre coordinato la settimana virtuale dedicata a questo tema, difendendo segnatamente la causa della protezione delle infrastrutture idriche.

In corso.

Nei limiti delle sue possibilità, la Svizzera ha realizzato progressi o mantenuto quanto acquisito insieme a Stati che condividono le sue posizioni. Molti dei negoziati connessi al piano «La Nostra Agenda Comune» sono però appena stati avviati.

7.2 La Svizzera sfrutta il partenariato strategico con il CICR per promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario e si adopera per il buon funzionamento della Corte penale internazionale (CPI). Si impegna per una maggiore collaborazione tra la Banca Mondiale e l'ONU al fine di contrastare le cause di fondo della fragilità e della violenza.

La Svizzera ha compiuto, insieme al CICR, sforzi a livello bilaterale e multilaterale per rafforzare il diritto internazionale umanitario. Nel quadro del processo di revisione, si è adoperata per un rafforzamento della CPI. Attraverso un dialogo rafforzato e contributi strategici, ha incoraggiato l'ONU e la Banca Mondiale a intensificare la collaborazione per meglio comprendere e affrontare le cause profonde dei conflitti. La copresidenza della Svizzera, nel periodo 2017-2022, del gruppo di lavoro Giustizia penale e Stato di diritto del GCTF si è rivelata un successo e tutte le sue iniziative riguardanti raccomandazioni per la lotta al terrorismo nel rispetto delle norme dello Stato di diritto sono state approvate a livello ministeriale.

In corso.

La Svizzera si è adoperata per rafforzare il diritto internazionale umanitario, in particolare in vista del suo seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU. A fronte dell'aggressione russa all'Ucraina, la Svizzera si è impegnata con coerenza per il rispetto del diritto internazionale umanitario e l'avvio di procedure penali per i crimini più gravi. In generale, ha rafforzato la CPI, per esempio tramite l'invio di esperti.

7.3 La Svizzera sfrutta la possibilità di contribuire ai lavori del G20 in veste di Stato ospite, rafforzando le relazioni con questo forum.

Sotto la presidenza indonesiana del G20, la Svizzera ha preso parte per l'ottava volta al «Finance Track». Nello «Sherpa Track» ha partecipato ai gruppi di lavoro Lotta alla corruzione, Commercio e investimenti e Salute.

In corso.

La partecipazione della Svizzera si è ulteriormente consolidata.

7. Multilateralismo

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Punto della situa-zone

7.4 La Svizzera rafforza la sua attrattiva e competitività in qualità di Stato ospite, facendo leva sull'universalizzazione della presenza diplomatica sul suo territorio, sull'organizzazione di conferenze internazionali e di colloqui di pace nonché su un posizionamento netto rispetto alle tematiche del futuro.

In un'ottica di universalità, è degna di nota l'apertura di una rappresentanza permanente da parte di Samoa e Antigua e Barbuda. La Svizzera ha ospitato colloqui di pace riguardanti la Libia e la Siria. Nel campo dei temi rilevanti per il futuro, ha sostenuto l'insediamento a Ginevra di due nuove organizzazioni internazionali.

In corso.

La Svizzera mantiene la sua attrattiva in veste di Stato ospite di organizzazioni e conferenze internazionali e attua le misure contenute nel messaggio sullo Stato ospite. Per posizionarsi ancor più come centro di competenza per un multilateralismo moderno servono ulteriori investimenti nell'infrastruttura congressuale che tengano conto dei formati ibridi di svolgimento degli eventi, nonché un'infrastruttura digitale che garantisca un trattamento sicuro dei dati.

7.5 La Svizzera persegue maggiormente iniziative diplomatiche tematiche, settoriali e regionali con Stati e gruppi di Stati affini, che condividono le sue posizioni.

La Svizzera ha lanciato iniziative con Stati che condividono le sue posizioni. All'Assemblea generale dell'ONU, per esempio, ha promosso con il Costa Rica, il Marocco, le Maldive e la Slovenia una risoluzione volta a far riconoscere come un diritto umano a tutti gli effetti il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile. La risoluzione è stata adottata all'unanimità. Insieme al Niger e al Fondo internazionale contro l'estremismo violento (GCERF) ha poi organizzato una conferenza dei donatori per la prevenzione dell'estremismo violento.

In corso.

L'approccio della tutela degli interessi attraverso una maggiore cooperazione con gli Stati che condividono le stesse posizioni si conferma efficace.

8. Rete esterna e servizi di prossimità 8.1 La Svizzera gestisce una rete esterna ottimale, su cui fondare la politica estera. Verifica regolarmente l'ubicazione e i compiti delle circa 170 rappresentanze. Conformemente all'approccio «One Switzerland», nella rete esterna è promossa sistematicamente la collabora-

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Nel quadro del progetto «Riequilibrio» voluto dal capo del DFAE nel 2020, il Dipartimento ha rafforzato altre rappresentanze della rete esterna.

L'attenzione si è focalizzata in particolare sulle rappresentanze più piccole in Europa e sulle relazioni bilaterali con i corrispondenti Paesi UE.

In corso.

La rete esterna è stata ulteriormente rafforzata e l'approccio «One Switzerland» è già ampiamente implementato.

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Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2022

Punto della situa-zone

8.2 Nel selezionare il personale, la Confederazione presta attenzione a un'equa rappresentanza della popolazione a tutti i livelli gerarchici. Sono promossi modelli di lavoro flessibili e la conciliabilità tra lavoro e altri ambiti della vita come pure la formazione continua del personale. Viene migliorata la permeabilità tra le carriere professionali.

Lo scorso anno il DFAE ha adottato misure volte a garantire una rappresentatività ancora migliore in base al sesso, all'età e alle lingue in particolare a livello di quadri di grado più elevato. Per una migliore conciliabilità tra lavoro e altri ambiti della vita ha pubblicato la guida «Lavoro flessibile presso il DFAE». Nel 2022 ha inoltre sviluppato ulteriormente la propria offerta formativa. Questa contiene principi di permeabilità e sta gradualmente rendendo più flessibili i percorsi professionali. Sono possibili anche eventuali reintegri nelle carriere.

In corso.

La promozione della diversità e di una formazione continua adeguata alle esigenze del personale è una priorità al DFAE e viene ulteriormente perseguita. Il nuovo Piano d'azione del DFAE «Pari opportunità sul posto di lavoro» indica la via da seguire fino al 2028.

8.3 La Svizzera promuove le «rappresentanze sostenibili». Il Consiglio federale si impegna per una riduzione delle emissioni di CO2 attraverso un maggior ricorso a videoconferenze, la distribuzione ottimale della rete esterna e la diminuzione dei viaggi in aereo. Nella politica estera difende i propri obiettivi ambientali e presta attenzione al proprio bilancio ambientale.

Il DFAE si è posto l'obiettivo di ridurre del 3 per cento annuo l'impronta di carbonio dei suoi viaggi aerei prenotati tramite la Centrale viaggi della Confederazione. Nel 2022 la riduzione è stata ottenuta senza particolari difficoltà.

In corso.

Il DFAE applica con coerenza le nuove norme sui viaggi di servizio della Confederazione e amplia costantemente le soluzioni di videoconferenza.

8.4 Il Centro di gestione delle crisi del DFAE rafforza le capacità di gestione delle crisi e la cultura della sicurezza (...). La sicurezza delle rappresentanze è verificata regolarmente e rafforzata mediante nuove tecnologie.

In contesti particolarmente difficili si fa appello a esperti in materia di sicurezza.

La prima fase di «KMZdigital» è stata interamente sviluppata e alla fine del 2022 è stata introdotta in tutta la rete esterna. I tre nuovi consiglieri regionali per la sicurezza sono stati impiegati nell'estate del 2022. Complessivamente sono attivi a livello mondiale nove consiglieri regionali per la sicurezza sotto la direzione tecnica del KMZ.

In corso.

La prima fase del progetto «KMZdigital» è stata completata e implementata nella rete esterna all'80 per cento. Sono impiegati più consiglieri regionali per la sicurezza rispetto all'anno precedente.

zione con tutti gli attori, da quelli che operano nella cultura o nell'economia a quelli che operano nella scienza o in altri settori.

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Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2022

Punto della situa-zone

8.5 In veste di importante polo della scienza e dell'innovazione, la Svizzera gestisce, da sola o con altri partner, un'offerta che sfrutta sistematicamente le possibilità offerte dalla digitalizzazione.

L'offerta online e mobile in materia di servizi consolari è ampliata continuamente, prestando particolare attenzione all'identificazione elettronica sicura e affidabile degli utenti (...).

Il Piano d'azione 2021­2022 per la trasformazione digitale nel settore dei servizi, che mostra le fasi di ampliamento dell'offerta online e mobile, è operativo. Importanti progetti sono già stati completati o sono in fase avanzata. SwissInTouch, la nuova applicazione per la comunità degli Svizzeri all'estero, è stata lanciata con successo.

In corso.

Le soluzioni di identificazione esistenti funzionano, ma un'identificazione elettronica ampiamente consolidata potrebbe aumentare ulteriormente la facilità di utilizzo dei servizi consolari.

9.1 Il Consiglio federale assicura una comunicazione trasparente, tempestiva, proattiva e di qualità sulla propria politica estera, prestando attenzione alla coerenza della comunicazione in Svizzera e all'estero.

La collaborazione tra il DFAE e la Cancelleria federale nel coordinamento della comunicazione si è intensificata in particolare per quanto riguarda i temi della politica europea. Alla base vi è la decisione del Consiglio federale di allestire un'organizzazione di progetto volta a rafforzare la gestione in termini politici e di contenuti dei colloqui esplorativi con l'UE. Il progetto include una collaborazione strutturata nel campo della comunicazione.

In corso.

9.2 Il potenziale comunicativo dei social media è sfruttato in modo più sistematico sia dalla Centrale sia dalla rete esterna per rispondere alle esigenze di maggiore chiarezza in Svizzera e per sostenere sia i bisogni di comunicazione in loco sia l'attuazione della Strategia di politica estera e della Strategia di comunicazione internazionale.

Sulla base della Strategia concernente i media sociali adottata dal Consiglio federale, il DFAE fornisce alla Cancelleria federale contenuti inerenti a temi di politica estera. La diffusione attraverso gli account della Cancelleria federale è complementare alla presenza sui media sociali della rete esterna. Per garantire la migliore comunicazione possibile sui temi di politica estera, le strutture di collaborazione tra la Centrale e le rappresentanze sono state ulteriormente rafforzate.

In corso.

Grazie alla collaborazione con la Cancelleria federale sulla base della Strategia concernente i media sociali adottata dal Consiglio federale, il DFAE dispone di nuovi canali per diffondere i temi di sua competenza in Svizzera e all'estero.

9. Comunicazione

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Nell'anno in rassegna, non da ultimo a causa della situazione internazionale, sono sorti numerosi compiti impegnativi sul piano della comunicazione, ai quali la Confederazione ha reagito anche con un maggiore coordinamento per garantire la coerenza.

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Obiettivo della SPE

Obiettivi intermedi per il 2022

Punto della situa-zone

9.3 Il DFAE mantiene il dialogo con la popolazione sulla politica estera e la diplomazia svizzere. A tal fine ripropone il progetto «Meet the Ambassadors», avviato come pilota nel 2019.

Il programma del presidente della Confederazione ha incluso numerosi eventi a cui ha potuto partecipare anche la popolazione, e nei quali sono stati trattati temi di politica estera. Inoltre, nel corso dell'anno presidenziale il DFAE ha corrisposto con numerosi cittadini al fine di illustrare temi di politica estera in risposta a lettere e a e-mail.

A seguito della guerra della Russia contro l'Ucraina, l'interesse della popolazione riguardo ai temi di politica estera è, nel complesso, aumentato.

In corso.

L'anno presidenziale ha creato nuove possibilità di dialogo con la popolazione su temi di politica estera. La politica estera è divenuta parte integrante del dibattito politico interno.

9.4 La partecipazione della Svizzera a grandi eventi internazionali è sfruttata coinvolgendo partner della politica, dell'economia, della scienza, del turismo, dello sport, della cultura e della società. Vi rientrano in particolare la House of Switzerland alle Olimpiadi 2020 di Tokyo e 2022 di Pechino nonché la partecipazione all'Expo 2020 di Dubai. Dopo il successo del progetto del 2019, il WEF fungerà ancora di più da piattaforma della comunicazione internazionale.

La partecipazione all'Expo di Dubai si è conclusa con un bilancio positivo. Una House of Switzerland ha rappresentato nuovamente la Svizzera in occasione del WEF di Davos e anche a Milano ne è stata allestita una in versione pop-up.

A causa della pandemia, la presenza ai Giochi olimpici di Pechino è stata invece annullata, ma le conseguenze negative di questa decisione sono risultate contenute.

In corso.

Fatta eccezione per Pechino a inizio anno, tutte le presenze programmate per il 2022 sono state realizzate.

9.5 In stretta collaborazione con i partner sono concepite campagne di comunicazione internazionale dedicate a temi come le relazioni SvizzeraUE, la Svizzera quale polo dell'innovazione, la candidatura al Consiglio di sicurezza dell'ONU nonché l'attuazione dell'Agenda 2030.

Queste campagne completano e rafforzano le strategie attuate nei relativi settori.

Diverse attività su temi quali l'innovazione e la piazza finanziaria si sono svolte con successo in Svizzera e all'estero nel quadro di grandi manifestazioni, progetti della rete esterna, viaggi di delegazioni o lavoro mediatico. In questo modo è stato possibile trasmettere messaggi chiave a gruppi di destinatari specifici.

Il feedback degli stakeholder è stato positivo.

In corso.

L'obiettivo viene raggiunto nella misura consentita dagli sviluppi dei corrispondenti dossier.

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