FF 2023 www.fedlex.admin.ch La versione elettronica firmata è quella determinante

Valutazione annuale dello stato della minaccia Rapporto del Consiglio federale alle Camere federali e al pubblico del 10 maggio 2023

Onorevoli presidenti e consiglieri, conformemente all'articolo 70 capoverso 1 lettera d della legge federale del 25 settembre 2015 sulle attività informative vi informiamo in merito alla nostra valutazione dello stato della minaccia.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

10 maggio 2023

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Alain Berset Il cancelliere della Confederazione, Walter Thurnherr

2023-1402

FF 2023 1177

FF 2023 1177

Valutazione dello stato della minaccia 1

Situazione iniziale

Secondo l'articolo 70 capoverso 1 lettera d della legge federale del 25 settembre 20151 sulle attività informative (LAIn), il Consiglio federale valuta ogni anno lo stato della minaccia in Svizzera e informa le Camere federali e il pubblico. La valutazione fa riferimento alle minacce menzionate nella LAIn nonché a fatti rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza che avvengono all'estero.

Per un quadro della situazione più completo in termini di intelligence si rinvia al rapporto annuale sulla situazione del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) intitolato «La sicurezza della Svizzera»2. Rimane compito dei rapporti periodici sulla politica di sicurezza della Svizzera esaminare se e in quale misura sia necessario adeguare tale politica e i suoi strumenti a causa di cambiamenti della situazione nonché fissare priorità .

L'attuale rapporto sulla politica di sicurezza è stato adottato e pubblicato dal Consiglio federale il 24 novembre 20213. Il 7 settembre 20224 il Consiglio federale ha pubblicato un rapporto complementare con una nuova valutazione della situazione a seguito della guerra della Russia contro l'Ucraina. Il presente rapporto si concentra sulle minacce menzionate nella LAIn e sugli aggiornamenti della valutazione del contesto strategico della Svizzera.

2

Compendio

Dal febbraio del 2022 il contesto della politica di sicurezza della Svizzera è contrassegnato dalla guerra della Russia contro l'Ucraina, un conflitto che è ormai diventato una guerra di logoramento. Probabilmente la Russia continuerà a minacciare almeno in maniera implicita, ma inequivocabile, di ricorrere alle armi nucleari, ma è altamente improbabile che impieghi davvero questo tipo di armi nell'ambito della guerra. Si sta delineando un conflitto lungo, senza alcuna prospettiva di una cessazione delle ostilità accettata da entrambe le parti. L'Ucraina continua tuttavia a dipendere dal sostegno occidentale, che riveste un'importanza vitale.

La guerra della Russia contro l'Ucraina segna uno sconvolgimento di portata globale: l'idea di uno spazio europeo di cooperazione unico che comprendesse anche la Russia è definitivamente fallita. Il mondo sta attraversando un periodo di transizione che, 1 2

3 4

RS 121 Consultabile all'indirizzo www.vbs.admin.ch/it/home.html Chi siamo Organizzazione
Unità amministrative Servizio delle attività informative Documenti La sicurezza
della Svizzera.

FF 2021 2895 Consultabile all'indirizzo www.vbs.admin.ch/it/home.html Sicurezza Politica di sicurezza Rapporti sulla politica di sicurezza 2021 Documenti 7 Settembre 2022 / Rapporto complementare del Consiglio federale al rapporto sulla politica della sicurezza 2021 relativo alle conseguenze della guerra in Ucraina.

2 / 12

FF 2023 1177

oltre a essere caratterizzato dalla volatilità, dall'imprevedibilità, dalle minacce e dall'incertezza, è anche contrassegnato dalla rivalità tra le grandi potenze ­ Stati Uniti, Cina e Russia ­ e dalla formazione di due blocchi antagonisti.

La guerra contro l'Ucraina rafforza quindi la tendenza verso un ordine mondiale che tornerà a essere sempre più bipolare in futuro. La competizione di sistema guidata da Stati Uniti e Cina caratterizzerà il decennio in corso. Anche le relazioni commerciali nei settori della tecnologia e dell'energia seguono sempre di più la logica della politica di sicurezza fondata sulla formazione di blocchi.

Il campo occidentale è guidato dagli Stati Uniti, che sono il principale motore della risposta occidentale all'invasione da parte della Russia e da cui l'Europa, o meglio l'Unione europea (UE), continua a dipendere a livello strategico. Nonostante l'aumento delle spese per la difesa, l'UE è infatti molto lontana dal raggiungere l'autonomia strategica. Dal febbraio del 2022 l'UE ha messo a disposizione complessivamente oltre 49 miliardi di euro per aiuti finanziari, militari, umanitari ed economici destinati all'Ucraina. In aggiunta sono stati effettuati per la prima volta rifinanziamenti di forniture di armi, sono stati avviati progetti per l'acquisto congiunto di materiale d'armamento ed è stata ampliata la cooperazione con la NATO. Dall'inizio della guerra in Ucraina, l'Europa è riuscita a ridurre significativamente la sua dipendenza dai combustibili fossili russi.

Nella regione indo-pacifica ha avuto luogo una riconsiderazione strategica: il Giappone ha presentato la sua nuova strategia di sicurezza nazionale, in cui definisce la Cina come «la più grande sfida strategica mai affrontata» dal Paese, e sta ampliando in modo significativo le proprie capacità di difesa militare contro la Cina e contro la crescente minaccia proveniente dalla Corea del Nord. Il Giappone sta quindi diventando un alleato ancora più importante per gli Stati Uniti nella lotta geopolitica contro la Cina.

Allo stesso tempo, nonostante le grandi sfide da affrontare, la Cina si sta affermando come polo tra gli Stati che si oppongono al cosiddetto Occidente. La Russia riveste un ruolo sempre più debole nel partenariato sino-russo e infatti, in occasione del 20° Congresso del Partito comunista
cinese, il Presidente Xi Jinping non l'ha nemmeno menzionata nella sua visione dell'ordine globale.

Sullo sfondo di questa suddivisione in blocchi, potenze regionali come la Turchia, l'India, l'Arabia Saudita o il Sudafrica stanno cercando di ampliare il proprio spazio di manovra. Neanche le democrazie non occidentali vogliono più il dominio dell'«Occidente» nel plasmare e interpretare il mondo.

3

Sviluppi all'estero rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza

La situazione della minaccia nel contesto strategico svizzero è attualmente caratterizzata soprattutto dalla guerra della Russia contro l'Ucraina. La Russia sta anteponendo le ambizioni imperialiste e territoriali ai propri interessi economici. Finora le sanzioni occidentali sembrano influire poco sulle ambizioni imperialiste del presidente Putin; anche il prodotto interno lordo della Russia si è ridotto meno del previsto nel 2022.

3 / 12

FF 2023 1177

Ciononostante le sanzioni si fanno sentire in diversi ambiti e i loro effetti aumenteranno col tempo. Anche se la guerra avrà costi enormi per la Russia, finora la stabilità del regime non è mai stata messa seriamente in pericolo. L'apparato di repressione statale è intatto e negli ultimi anni l'opposizione politica è di fatto stata annientata.

Al di là dell'Ucraina, la prospettiva russa è quella di ripristinare il controllo nell'Europa orientale come ai tempi dell'Unione Sovietica, sia attraverso la reintegrazione territoriale sia mediante il dominio russo negli ambiti della politica, dell'economia e della sicurezza. Mosca mira inoltre a respingere l'influenza degli Stati Uniti sul fianco occidentale della Russia. Le battute d'arresto militari in Ucraina difficilmente dissuaderanno la dirigenza russa da tali progetti.

Con il protrarsi della guerra contro l'Ucraina, il Gruppo Wagner legato al regime è diventato sempre più presente. Dal 2014 la Russia lo impiega sistematicamente per le operazioni militari all'estero. Il capo del Gruppo Wagner ha contatti personali con il presidente, ma non esercita praticamente alcuna influenza sulle decisioni strategiche.

Dal febbraio del 2022 l'impegno degli Stati Uniti a sostegno dell'Ucraina si è intensificato. Le cosiddette linee rosse di entrambe le parti si sono spostate più volte e l'aiuto militare occidentale è aumentato in termini di quantità e migliorato in termini di qualità. Occorre tuttavia evitare un'escalation verso una guerra tra gli Stati Uniti, o meglio la NATO, e la Russia. Anche se, oltre a offrire aiuto militare, gli Stati Uniti stanno cercando di indebolire in modo duraturo l'economia e le forze armate russe con sanzioni ed embarghi nel settore dell'alta tecnologia, la speranza non è che la Russia imploda o si disgreghi, in quanto una lotta tra diversi gruppi di potere o una guerra civile destabilizzerebbero la regione per anni. Le relazioni tra Russia e Stati Uniti rimarranno a lungo conflittuali e il rischio di uno scontro militare aperto tra Russia e NATO è oggi maggiore rispetto all'inizio della guerra.

Allo stesso tempo, la guerra della Russia contro l'Ucraina ha per il momento rafforzato l'unità del campo occidentale. Gli Stati Uniti continuano a svolgere un ruolo centrale per la difesa dell'Europa e costituiranno anche in futuro la
spina dorsale della NATO. Nel 2022 quest'ultima è passata da una deterrenza limitata basata sulla strategia «tripwire» (in un primo tempo rinunciare alla difesa effettiva del territorio per poi procedere a un contrattacco) a una deterrenza attiva basata sin dall'inizio su una solida difesa: sul confine orientale della NATO, militarmente rafforzato, in futuro forze pronte al combattimento dovranno scoraggiare o, se necessario, fermare o almeno rallentare notevolmente un'eventuale invasione russa. Inoltre l'adesione alla NATO da parte di Finlandia e Svezia rafforzerà la credibilità, la legittimità e l'attrattiva di questa organizzazione come alleanza di Stati occidentali. Dal punto di vista militare, Finlandia e Svezia svolgeranno un ruolo importante nella difesa della regione del Mar Baltico, compresi i Paesi baltici.

A lungo termine, tuttavia, il mantenimento dell'impegno in Europa da parte degli Stati Uniti rimane incerto, sia a causa del previsto orientamento strategico verso la regione Asia-Pacifico sia alla luce delle tendenze politiche interne. Un cambio di presidenza nel 2025 o nel 2029 potrebbe nuovamente alimentare le incertezze sulla disponibilità americana a difendere l'Europa. Inoltre, anche nella strategia di sicurezza nazionale del presidente Biden, presentata nell'ottobre del 2022, si sottolinea il posto centrale occupato dalla Cina nella politica di sicurezza statunitense.

4 / 12

FF 2023 1177

La portata dell'aggressione russa contro l'Ucraina ha colto di sorpresa la Cina, che però ha di fatto sostenuto la Russia e si è affermata come suo principale partner commerciale. La Cina riceve una quota sempre più consistente di petrolio russo a prezzi preferenziali. Tuttavia pondera le sue dichiarazioni sulla guerra contro l'Ucraina e verosimilmente ha consigliato alla Russia di astenersi dall'impiego di armi nucleari.

Il sostegno materiale della Cina a favore della guerra russa contro l'Ucraina è rimasto finora limitato.

Probabilmente la Cina ritiene che le relazioni economiche con gli Stati occidentali rivestano un'importanza più vitale rispetto al partenariato con la Russia. Per questo il presidente Xi Jinping ha continuato a coltivare le proprie relazioni con gli Stati europei nel 2022. Si tratta inoltre di evitare un deterioramento incontrollato delle relazioni sino-americane e di ripristinare la comunicazione con gli Stati Uniti ai massimi livelli.

Il presidente Biden ha adottato misure economiche offensive contro la Cina, soprattutto nel settore tecnologico. Anche l'UE sta cercando di ridurre dipendenze strategiche dalla Cina nel settore tecnologico e sta adottando misure volte a contrastare le conseguenze negative di influenze esterne sul mercato interno. È molto probabile che seguiranno ulteriori restrizioni nel campo delle tecnologie critiche del futuro. Taiwan rimane il maggior esportatore mondiale di semiconduttori e controlla il 90 per cento di tutta la produzione di semiconduttori di ultima generazione. Un conflitto armato per Taiwan porterebbe al collasso o a una grave interruzione della catena di approvvigionamento dei semiconduttori, con ripercussioni su tutti i settori industriali a livello mondiale. Anche un blocco di Taiwan causerebbe costi enormi in tutto il mondo.

Nel 2022 la Cina ha intensificato i tentativi di intimidazione militare contro Taiwan.

Alla fine, tuttavia, le tensioni legate a Taiwan sono state contenute e sia gli Stati Uniti che la Cina hanno poi calibrato attentamente le rispettive provocazioni. Un attacco militare della Cina contro Taiwan è attualmente molto improbabile, a meno che ­ dal punto di vista della Cina ­ non vengano superate determinate «linee rosse», per esempio con una dichiarazione di indipendenza.

Xi Jinping mira anche a sviluppare
partenariati economici strategici con Paesi, come l'Arabia Saudita, che sono politicamente affini e che dispongono di risorse naturali strategiche o hanno un forte potere finanziario.

Anche in Cina il 2022 è stato caratterizzato da un rallentamento della crescita economica, dovuto sia alla strategia zero-COVID sia alle debolezze strutturali del Paese. In seguito a proteste a livello nazionale la dirigenza cinese ha abbandonato la strategia zero-COVID, ma la situazione socioeconomica rimane tesa.

Dall'inizio della guerra contro l'Ucraina, la Turchia ha assunto una posizione di mediazione e ha in particolare svolto un ruolo centrale insieme all'ONU nella conclusione di un accordo sull'esportazione del grano ucraino. Il Paese mantiene le sue relazioni con la Russia e con l'Ucraina senza mettere a repentaglio i propri interessi relativi alla politica egemonica nella regione e senza aderire alle sanzioni occidentali.

La situazione economica rimarrà fragile. La Turchia manterrà le proprie relazioni con i Paesi occidentali e conserverà il proprio status di Paese candidato all'adesione all'UE, ma allo stesso tempo rafforzerà quelle con la Russia e la Cina. I principali centri d'azione della Turchia rimarranno probabilmente il Mediterraneo orientale e la Siria.

5 / 12

FF 2023 1177

L'Europa sud-orientale è sempre confrontata a situazioni di tensione. Nella regione persiste il potenziale di conflitto, ad esempio nelle relazioni tra Serbia e Kosovo e all'interno della Bosnia ed Erzegovina. A causa della guerra contro l'Ucraina e del maggiore orientamento alla difesa la partecipazione degli Stati occidentali al promovimento militare della pace è generalmente sotto pressione. La stabilità nei Balcani occidentali però rimane una priorità per contrastare i tentativi di destabilizzazione della Russia.

La guerra della Russia contro l'Ucraina e le sanzioni occidentali contro la Russia hanno dato alla dirigenza iraniana l'opportunità di approfondire le proprie relazioni con la Russia dal punto di vista politico, economico e militare. La fornitura di droni iraniani dimostra che la dirigenza iraniana vuole distinguersi come partner affidabile della Russia anche a costo di nuove sanzioni occidentali. È molto probabile che in futuro i due Stati amplieranno ulteriormente le loro relazioni nel campo della politica di sicurezza. Il movimento di protesta che coinvolge parte della popolazione iraniana rappresenta una sfida importante, ma nell'immediato non di natura vitale per la dirigenza. Gran parte della comunità della diaspora iraniana all'estero, Svizzera compresa, sostiene le proteste e chiede un cambiamento di regime. Nei prossimi anni una persistente crisi di legittimità potrebbe portare a spostamenti di potere nella dirigenza e nell'apparato di sicurezza.

In reazione alla guerra contro l'Ucraina, in Africa il panafricanismo e il Movimento dei Paesi non allineati stanno vivendo una rinascita. Ciò permette di dissimulare allo stesso tempo determinate divergenze interne. Mentre il Ghana, il Kenya e la Nigeria hanno condannato l'aggressione russa, tra gli altri il Mali, l'Uganda e l'Eritrea si stanno orientando sempre più verso la Russia. Il Sudafrica, che porta gli Stati BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) maggiormente al centro dell'attenzione, riveste un ruolo importante. L'interesse per l'Africa è aumentato in seguito alla rivalità a livello strategico tra le grandi potenze e alla guerra della Russia contro l'Ucraina. In Africa la Russia sta diventando un attore rilevante a livello politico e militare, mentre rimane poco importante a livello economico. Al contrario,
per la Russia, grazie a narrative anticoloniali e disinformazione, l'Africa assume maggiore importanza nel posizionamento rispetto all'«Occidente». Ciò anche grazie all'impiego del gruppo Wagner, legato alla dirigenza russa. La presenza in Africa consente alla Russia anche di aggirare le sanzioni internazionali. In Libia questa presenza risulta particolarmente pericolosa a causa della ricchezza di petrolio e gas del Paese e della posizione strategica di quest'ultimo su un'importante rotta migratoria verso l'Europa. Le dinamiche in atto nel Nord Africa rimangono incerte.

4

Le minacce in dettaglio

4.1

Terrorismo

Nel nostro Paese la minaccia terroristica rimane elevata e continua a essere determinata dal movimento jihadista, i cui principali esponenti sono lo «Stato islamico» e AlQaïda. Il numero di atti di violenza con possibili finalità jihadiste in Europa è diminuito, per contro il numero di interventi di polizia rimane elevato. Probabilmente in

6 / 12

FF 2023 1177

questo modo è stato possibile impedire diversi attentati. Complessivamente la minaccia terroristica in Europa, e quindi in Svizzera, è diventata ancora più diffusa.

Attualmente lo «Stato islamico» e Al-Qaïda sono però difficilmente in grado di preparare o compiere attentati in Europa. I loro gruppi regionali e le loro diramazioni, nonostante l'orientamento principalmente regionale, sono tuttavia disposti e capaci di perpetrare attacchi contro obiettivi occidentali non appena se ne presenta l'occasione.

Anche se non rappresenta un obiettivo prioritario, la Svizzera può essere oggetto di un attentato di matrice jihadista o può comunque subirne le conseguenze. Ciò vale anche per gli interessi svizzeri all'estero o gli interessi esteri in Svizzera.

La principale minaccia in Svizzera continua a provenire da singoli autori o piccoli gruppi ispirati dall'ideologia jihadista, che compiono atti di violenza spontaneamente con mezzi semplici. Tali atti di violenza si rivolgono perlopiù contro obiettivi scarsamente protetti. In particolare la propaganda online dello «Stato islamico» continua a svolgere un ruolo importante quale fonte di ispirazione per potenziali autori di atti di violenza.

Un fattore di rischio permanente è rappresentato dai jihadisti rilasciati dalle carceri europee e da persone che si sono radicalizzate in prigione. Inoltre le persone rientrate in Svizzera dalle zone a presenza jihadista rappresentano una minaccia per la sicurezza della Svizzera, poiché è molto probabile che abbiano acquisito esperienza di combattimento e dispongano di reti in parte di ampia portata. Oltre a ciò i jihadisti possono sfruttare i movimenti migratori per raggiungere l'Europa. Ciò riguarda anche movimenti di profughi provocati dalla guerra contro l'Ucraina, che non ha portato tuttavia ad un aumento immediato della minaccia terroristica in Svizzera.

Il terrorismo a sfondo etnico-nazionalistico rimane una minaccia. In Europa, Svizzera compresa, continuano a svolgersi le attività di sostegno connesse (propaganda, reclutamento, raccolte di fondi).

4.2

Spionaggio

In tutto il mondo lo spionaggio viene praticato utilizzando enormi risorse. Non è da attendersi una diminuzione. Tutt'altro: in tempi di crisi e di guerra aumenta l'incentivo per gli Stati a sviluppare i propri servizi di intelligence e ad ampliare le loro competenze. Sanzioni, inasprimento della politica in materia di visti, altri ostacoli agli spostamenti e una crescente sfiducia tra Stati concorrenti o addirittura nemici rendono più difficile lo scambio di informazioni e beni. I servizi di intelligence possono in parte compensare tale situazione acquisendo informazioni e beni di natura politica, economica o scientifica attraverso i propri canali.

La Svizzera è ancora fortemente interessata da queste attività di intelligence. Rimane, a lungo termine, un luogo attrattivo per i servizi d'intelligence esteri. A ciò contribuiscono sia le prestazioni economiche e scientifiche che la presenza di numerose organizzazioni internazionali, nonché il ruolo svolto nell'organizzazione di conferenze internazionali.

Inoltre, in particolare i governi autoritari, se dispongono dei mezzi necessari, sorvegliano i loro cittadini rifugiati. A tale sorveglianza contribuiscono le persone che si 7 / 12

FF 2023 1177

sono spacciate per richiedenti asilo. Le informazioni raccolte servono, tra l'altro, a intimidire o a compiere azioni che possono arrivare fino all'uccisione mirata. Spesso basta stabilire una punizione esemplare per alcune persone per seminare paura in una comunità di rifugiati.

4.3

Proliferazione NBC

L'aperto antagonismo e la profonda sfiducia tra Stati Uniti e Russia riducono considerevolmente il margine per il controllo degli armamenti tra le grandi potenze.

Per quanto riguarda la guerra contro l'Ucraina, si tratta di individuare i beni che le parti belligeranti potrebbero usare a favore di un impiego militare sanzionato e di impedirne la trasmissione. A causa delle carenze strutturali, in particolare nel settore dell'elettronica e dei semiconduttori, la Russia cercherà di ottenere i beni occidentali necessari attraverso strutture di approvvigionamento nuove o in parte esistenti dall'epoca sovietica. L'attenzione si concentra anche sui Paesi terzi che intrattengono strette relazioni economiche con la Russia e che si offrono come destinazioni indirette.

Nella disputa per il nucleare con l'Iran, le parti sono principalmente attente a non pagare il prezzo politico di una fine formale del Piano d'azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action). Praticamente tutte le misure di consolidamento della fiducia previste dall'accordo sono di fatto abrogate. Dal punto di vista della politica interna, la dirigenza iraniana si trova ad affrontare un potenziale di protesta costantemente elevato e una crisi di legittimità, mentre dal punto di vista della politica estera è aumentata l'autoconsapevolezza in qualità di fornitore di beni d'armamento per la guerra della Russia a danno dell'Ucraina. Entrambi i fattori d'influenza creano ulteriori tensioni con gli Stati occidentali. Inoltre, con il passare del tempo, i benefici dell'accordo diminuiscono costantemente.

Nel 2022 la Corea del Nord ha condotto una serie di test missilistici senza precedenti: il Paese ha testato numerosi missili balistici di qualsiasi portata e missili da crociera.

La gamma di impieghi è stata ampliata, ad esempio, con lanci di razzi da sistemi di lancio subacquei statici. Il punto cruciale di tutti questi test era che non si trattava di test di sviluppo o di una simbologia motivata politicamente: la Corea del Nord ha infatti associato meno spesso i suoi test a date o eventi simbolici dando invece più importanza rispetto al passato all'istruzione intensiva dei militari nella gestione e nell'impiego dei mezzi.

Nel subcontinente indiano i programmi nucleari e missilistici dei rivali India e Pakistan sono in continua
espansione. Il Pakistan potenzia la sua capacità per l'arricchimento di uranio ed equipaggia i suoi sottomarini con missili da crociera nucleari. In questo modo il Paese ottiene una rudimentale capacità di rappresaglia. L'esercito indiano, da parte sua, ha testato un missile intercontinentale che in linea di principio può colpire obiettivi in tutta Europa.

8 / 12

FF 2023 1177

4.4

Attacchi a infrastrutture critiche

Due sviluppi in ambito ciber caratterizzano attualmente la minaccia e la sicurezza delle infrastrutture critiche: la guerra della Russia contro l'Ucraina e, con una crescente intensità, gli attacchi tramite ransomware (virus troiani che cifrano documenti a scopo di estorsione).

La guerra contro l'Ucraina dimostra come i cibermezzi siano utilizzati nei conflitti armati, in particolare per operazioni di sabotaggio e di spionaggio in ambito informatico. Questi attacchi informatici riguardano principalmente i mezzi di comunicazione che servono a scopi militari. D'altra parte, le campagne di sabotaggio informatico su larga scala contro le infrastrutture in tempo di guerra hanno un impatto poco duraturo; i mezzi cinetici sono spesso più efficienti. Inoltre gli attacchi informatici possono anche comportare danni collaterali al di fuori della zona di guerra. Ad eccezione dei singoli attacchi all'inizio dell'invasione e in modo puntuale durante la guerra, le infrastrutture critiche non sono state attaccate con successo tramite cibermezzi, ma sono state oggetto di attacchi fisici. Ciò è dovuto, da un lato, anche agli sforzi di difesa dell'Ucraina, poiché singole operazioni sono sì state pianificate ma i loro effetti sono stati vanificati. Dall'altro lato, la guerra contro l'Ucraina ha dimostrato quanto siano importanti le aziende del settore tecnologico. L'Ucraina è stata sostenuta da Microsoft ad esempio quando si è trattato di gestire attacchi informatici e ha utilizzato la rete Internet satellitare offerta da Starlink.

Al di fuori dell'Ucraina la minaccia derivante dagli effetti spillover delle singole azioni statali nell'ambito della guerra contro l'Ucraina rimane elevata. I gestori svizzeri di infrastrutture critiche non sono l'obiettivo, ma le interdipendenze possono portare a un guasto, un'interruzione parziale o un'interruzione dei servizi critici. Resta improbabile un attacco diretto alle infrastrutture critiche svizzere in relazione alla guerra della Russia contro l'Ucraina.

Nel contesto delle parti belligeranti si sono formati gruppi pro-russi o pro-ucraini che perseguono principalmente lo scopo di arrecare danno all'altra parte nel ciberspazio.

I corrispondenti gruppi russi vedono anche gli Stati dell'UE e della NATO come avversari. Questi attori non statali identificano loro stessi i propri
obiettivi e rappresentano così una minaccia, tra l'altro, per il buon funzionamento della società, dell'economia e della politica. Le attività di questi gruppi attirano soprattutto l'attenzione disturbando la disponibilità di siti web, ma non sono strategicamente significative e non causano danni permanenti. Non è tuttavia chiaro come reagirà lo Stato danneggiato se un simile gruppo dovesse perturbare o danneggiare le infrastrutture critiche.

Questi gruppi sono coinvolti, almeno indirettamente, negli avvenimenti bellici e, in alcuni casi, non è chiaro in che misura agiscano effettivamente indipendentemente dalle parti belligeranti. Ciò rende, da un lato, più difficile l'attribuzione di un'azione a un autore, e, dall'altro, operazioni ciber riferibili ad attori privati contro le infrastrutture critiche possono comportare un'escalation. La NATO ha definito le operazioni ciber come possibile motivo per una reazione militare.

Con l'inizio della guerra contro l'Ucraina le notizie di attacchi tramite ransomware sono diminuite; da un lato, perché diversi gruppi dietro a questi attacchi ora si impegnano nel conflitto russo-ucraino e, dall'altro, perché i gruppi con membri russi e ucraini sono in lite. Nel frattempo il numero di attacchi ha nuovamente raggiunto il 9 / 12

FF 2023 1177

livello precedente allo scoppio della guerra. Le loro conseguenze possono essere notevoli: gli attacchi tramite ransomware all'amministrazione del Costa Rica e a un Comune tedesco hanno comportato la proclamazione dello stato d'emergenza nel 2022.

I gruppi motivati da ragioni finanziarie che si celano dietro agli attacchi tramite ransomware scelgono le loro vittime in modo opportunistico, indipendentemente dalle conseguenze in caso di perturbazione delle infrastrutture critiche. L'attenzione si concentra su quei settori che sono già sotto pressione a seconda della situazione, come ad esempio il settore energetico. La minaccia derivante da questi gruppi rimane elevata.

Il fatto che dietro ai ciberattacchi individuati vi siano perlopiù motivazioni finanziarie non esclude altri motivi quali l'estremismo violento, il terrorismo, l'intelligence o la politica egemonica. In questi casi gli autori perseguono altri obiettivi, che possono giungere fino al sabotaggio. Le minacce per le infrastrutture critiche non partono soltanto dai cibermezzi; sono possibili anche attacchi fisici per un qualsiasi motivo tra quelli citati.

4.5

Estremismo violento

Gli ambienti violenti di estrema sinistra e di estrema destra e gli estremisti violenti di ispirazione monotematica caratterizzano lo scenario dell'estremismo violento in Svizzera. Anno dopo anno si adattano agli sviluppi sociali e integrano le loro lotte in questi sviluppi.

Dopo che nel 2021 in particolare gli ambienti corona-scettici hanno intensificato le loro attività, nel 2022 gli ambienti di estrema sinistra e di estrema destra sono tornati in primo piano nell'ambito dell'estremismo. La loro rivalità ha portato a diversi scontri violenti tra i rispettivi membri. Le provocazioni reciproche aumentano la volatilità della situazione, così come il ricorso alla violenza in caso di incontri accidentali o programmati.

C'è il rischio che alcune parti di questi ambienti compiano azioni terroristiche. Per esempio possono essere persone con motivazioni di estrema destra, radicalizzate online e che agiscono al di fuori delle strutture conosciute. Finora in Svizzera non sono stati identificati atti preparatori concreti per azioni terroristiche.

L'idea unificante degli estremisti corona-scettici era il rifiuto delle misure volte a combattere l'epidemia di coronavirus. Nel frattempo si sta trasformando in un rifiuto di tutte le misure considerate come una «dittatura» di una certa «élite». A seconda del tema, questi ambienti possono riunire persone con un'elevata propensione alla violenza.

5

Ripercussioni sulla Svizzera

La guerra della Russia contro l'Ucraina ha comportato cambiamenti nel contesto della politica di sicurezza della Svizzera che non si erano visti da trent'anni a questa parte.

I meccanismi cooperativi di sicurezza degli Stati occidentali con la Russia sono diventati inefficaci. È presumibile che i Paesi occidentali e la Russia continueranno an10 / 12

FF 2023 1177

cora per lungo tempo a considerarsi reciprocamente una minaccia e che il loro rapporto rimarrà conflittuale.

La guerra della Russia contro l'Ucraina è solo uno degli aspetti di un periodo di transizione caratterizzato da volatilità, imprevedibilità, minacce e incertezza che è segnato dalla formazione di due blocchi antagonisti. La Cina si sta affermando come polo tra gli Stati che si oppongono «all'Occidente». Le tensioni che stanno insorgendo diventano evidenti nei rapporti con Taiwan e nel commercio di beni tecnologici, con incisive conseguenze tendenzialmente anche al di sotto della soglia bellica, ad esempio per la sicurezza dell'approvvigionamento. In considerazione dello spostamento del baricentro degli Stati Uniti verso l'Asia nel segno della rivalità sistemica con la Cina e del continuo confronto con la Russia, all'Europa spetta il compito di assumersi maggiori responsabilità per quanto riguarda le questioni di politica di sicurezza.

Parallelamente la guerra ha generato una nuova dinamica nella cooperazione in materia di politica di sicurezza e di difesa in Europa, offrendo anche alla Svizzera nuove possibilità per rafforzare la sua cooperazione in questi ambiti con l'UE, con la NATO e a livello bilaterale. Con la sua partecipazione al Consiglio di sicurezza dell'ONU, nel 2023/2024 la Svizzera si assumerà inoltre una maggiore responsabilità per la governance internazionale. L'ONU e l'OSCE hanno continuato a perdere la loro efficacia nel contesto della guerra della Russia contro l'Ucraina in qualità di forum internazionali per garantire la pace e la sicurezza. In questo contesto non va dimenticato il fatto che la Russia è un membro permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU che in Ucraina ha violato lo Statuto delle Nazioni Unite e ha infranto, non soltanto in Ucraina, il diritto internazionale. In un momento in cui la crescente concorrenza egemonica trova riscontro anche nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, la Svizzera è ancora più chiamata a contribuire all'attenuazione delle tensioni internazionali e a promuovere gli interessi globali.

11 / 12

FF 2023 1177

12 / 12